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M ARINA
n o T i Z i A r i o d el l a
A n n o L XV - F e b b r A i o 20 1 8 - € 2 ,0 0
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di Antonio Cosentino
Nel presentare il Notiziario di febbraio, mi sovviene un imperativo morale, potente, che è sotteso alla stessa motivazione editoriale che ha guidato la nascita delle prime pagine di questo numero. L’imperativo morale è il seguente: rispettare il mare per rispettare il mondo in cui viviamo, testimone è nave Alliance che è tornata a solcare i mari del Circolo Polare per un’attività scientifica di ricerca e salvaguardia dell’ambiente marino. A bordo di nave Alliance i ricercatori del Centre for Maritime Research and Experimentation della Nato e del Woods Hole Oceanographic Institution, hanno iniziato la missione di ricerca scientifica per lo studio dell’interazione tra aria e acqua e la relativa ventilazione che si viene a creare nel mar Artico. Vi porteremo poi alla scoperta del futuro, con l’inizio della campagna di nave Margottini che la vedrà presente nei porti esteri dell’oceano Indiano e mar Arabico per una missione con compiti operativi e di rappresentanza. Poi, vista attraverso gli occhi delle più avanzate tecnologie, vi porteremo in Spagna per un’attività addestrativa con gli “Osservatori Fuoco di Supporto” del 1° Reggimento della Brigata Marina San Marco con un’esercitazione congiunta all’Ejercito de tierra spagnolo per perfezionare le capacità dei team anfibi e per consolidare l’utilizzo delle procedure operative della Forza Anfibia in ambito europeo; ma non solo, parleremo degli Incursori del G.O.I. in addestramento complesso denominato Black Shadow che hanno pianificato e portato a termine, in uno scenario realistico, l’avvicinamento e l’assalto al traghetto “La Superba” per mettere a punto le proprie capacità di combattimento in un ambiente particolare come quello di una nave da trasporto passeggeri: “Uomini incappucciati si muovono, agili e veloci, sono gli operatori del G.O.I., entrano in plancia, prendono il controllo dei punti sensibili del traghetto, i terroristi vengono fermati, il personale di bordo e i passeggeri messi in sicurezza”. Da lì partiremo con il velivolo di quinta generazione F-35B consegnato alla Marina e destinato a operare a bordo di nave Cavour in sostituzione degli AV-8B Plus. La Marina è stata protagonista anche all’università di Venezia Ca’ Foscari, in occasione della cerimonia dei 150 anni, con la lectio magistralis: “il mare come risorsa strategica per l’Italia”, tenuta dal capo di Stato Maggiore, ammiraglio Valter Girardelli, che ha tracciato gli impegni a cui è chiamata la Marina. L’ammiraglio ha posto in evidenza la sicurezza marittima come condizione fondamentale per la crescita globale. Nel frattempo nei cantieri navali di Fincantieri a Riva Trigoso, si è tenuta la cerimonia del varo della fregata multiruolo intitolata all’eroe della seconda guerra mondiale Antonio Marceglia. L’Unità, caratterizzata per imbarcare un Comando Complesso o un team operativo di Forze Speciali, ha capacità per operare in missioni di lunga durata con elevati standard logistici. Mentre a Napoli è stato varato il nuovo bacino galleggiante G060 che incrementerà la capacità manutentiva della Forza Armata e non solo. Insomma, un numero speciale dove torna protagonista anche la storia, con la rubrica dedicata agli “uomini che hanno fatto la storia della Marina”: parliamo di Giovanni Battista Magnaghi che avviò il rilevamento dell’intero litorale italiano, la produzione della cartografia e della documentazione nautica. Non sono mancati gli eventi di approfondimento marinareschi con le rubriche “scopriamo i segreti del linguaggio di bordo” e con i “Dis…Corsi di navigazione”. Buona lettura.
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SOMMARIO
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica della Marina Militare fondata nel 1954
FEBBRAIO
Registrazione Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985
2018
Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa
DIRETTORE RESPONSABILE
In copertina: il velivolo F-35B è destinato ad operare a bordo di nave Cavour in sostituzione degli AV-8B Plus.
Antonio COSENTINO
REDAZIONE
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE E R EDAZIONE Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina - Notiziario della Marina piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
PER LA COLLABORAZIONE
La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.
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© Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore.
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COME ABBONARSI
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Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com oppure per fax al numero 06.36803396, con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale e mail).
Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli
Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel. 03311783010 amministrazione@necmedia.eu
chiuso in redazione il 28 febbraio 2018
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Situation Report
Nave Alliance al servizio della Scienza
di Federico Mariani
Esercitazione Firex: prove di operatività anfibia
di Antonio Cosentino
La FREMM Carlo Margottini inizia la campagna in Medioriente
di Alessandro Lentini
La Prima divisione navale si addestra Medevac, Aero Medical Evacuation
di Emanuele Scigliuzzo
Black Shadow di A.C.
F-35B: conclusa la trasvolata atlantica dall’Italia agli Stati Uniti
Sono diventato un incursore di Marina
di Antonio V.
Sicurezza e sviluppo nel futuro del mare
di Elisabetta Gramolini
Varata nave “Antonio Marceglia”
di Elisabetta Gramolini
G060, il nuovo bacino galleggiante
di Emanuele Scigliuzzo
L’Amerigo Vespucci compie 87 anni
di Giuseppe Lucafò
Grande Guerra: il centenario della Beffa di Buccari di Giuseppe Lucafò Giovanni Battista Magnaghi
di Desirèe Tommaselli
Il gergo marinaresco
di Alessandro Lentini
Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti In breve di Emanuele Scigliuzzo
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oceano atlantico
m ar n e ro
mar mediterraneo
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Situation Report
febbraio 2018
con la collaborazione della sala monitoraggio 3° Reparto - Stato Maggiore Marina Unifil - Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Personale Marina Militare.
Operation Inherent Resolve - Operazione di contrasto del
terrorismo islamico. Gruppo Operativo Incursori.
Combined Maritime Forces - Forza marittima multinazio-
nale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain). Personale Marina Militare.
Resolute Support Mission - Missione Nato di assistenza e
supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan. Gruppo Operativo Incursori e personale Brigata Marina San Marco.
golfo arabico
M.F.O. - Controllo e verifica della libertà di navigazione nello
Stretto di Tiran. Grupnavcost 10: pattugliatori Esploratore, Sentinella e Vedetta, personale Brigata Marina San Marco.
Eunavfor-Med Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Rifornitrice: Etna.
BMIS Gibuti - Base Militare Italiana di Supporto in Gibuti.
Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta. Personale Marina Militare.
Operazione Mare Sicuro - Operazione di presenza, sorve-
glianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali. Cacciatopediniere Luigi Durand de La Penne (flagship); Pattugliatore: Borsini,
Vi.Pe. Costant Vigilance - Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori. Pattugliatore: Spica.
Operazione Sea Guardian - Attività di sorveglianza, lotta al terrorismo e sviluppo delle capacità marittime regionali: Fregata: Euro
Dimdex 2018 - Doha International Maritime Defence Exhibition & Conference: FREMM: Margottini
Operazione Themis - Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della U.E. sotto l’egida dell’agenzia Frontex.
Iceland-Greenland Seas Project (IGP) - attività di ricerca a supporto dell’organizzazione internazionale Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), nell’ambito del programma multidisciplinare Iceland-Greenland Seas Project (IGP): Nave Alliance
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Una missione nel duro inverno del Circolo Polare per un’attività scientifica di ricerca
Nave Alliance al servizio della Scienza
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di Federico Mariani
a nave polivalente Alliance, con a bordo, oltre ai membri dell’equipaggio, 4 ricercatori del Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) della NATO, e 18 ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), provenienti da 8 paesi diversi,
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ha iniziato la sua missione di ricerca scientifica facendo rotta nord dal porto di Reykjavík. La zona di ricerca è concentrata nella costa orientale della Groenlandia al limite dei ghiacci perenni.Tra gli obiettivi della missione, quello di studiare l'inte-
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razione aria/acqua e la relativa ventilazione che si viene a creare in quella zona del mondo, con l'obiettivo di raggiungere una migliore comprensione della circolazione delle correnti marine. Le attività, che rientrano nell'ambito del programma multidisciplinare Iceland-Greenland Seas Project, progetto curato dal CMRE della NATO, hanno previsto nella prima fase l’impiego continuo dell’Acoustic Doppler Current Profiler (ADCP), profilatore di corrente a ultrasuoni in grado di misurare velocità e direzione della corrente lungo la colonna d’acqua. Inoltre saranno misurate conduttività elettrica (C), temperatura (T) e profondità (D) dell'acqua, calando delle sonde CTD a profondità variabili
dai 500 ai 1500 metri. Per le misurazioni verranno usati anche due gliders che opereranno autonomamente, e saranno controllati da una base in Norvegia.Tra gli strumenti impiegati anche una boa meteorologica, rilasciata in zona per rilevare i dati meteorologici e marini a supporto dell'attività di CTD. Completano il piano della ricerca i lanci di palloni meteorologici e le attività di analisi dei campioni d’acqua prelevati. La ricerca è ripresa dopo la sosta nel porto islandese di Isafjordur che ha consentito l'avvicendamento di una parte dei ricercatori. La seconda finestra operativa, avrà una durata di circa 25 giorni che precedono il rientro in Italia di nave Alliance.
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Esercitazione Firex: prove di operatività anfibia di Antonio Cosentino
L’attività addestrativa rappresenta un’opportunità per consolidare l’utilizzo delle procedure operative della Forza Anfibia in ambito europeo
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l campo di addestramento di Sierra del Retin, in Spagna, è stato lo scenario dove si è svolta l’esercitazione Firex 1-18. Condotta dal personale del 1° Reggimento della Brigata Marina San Marco e gestita dal comandante del Grupo de Artilleria da Desembarco spagnolo, ha visto il coinvolgimento degli specialisti “Osservatore Fuoco di Supporto” della Marina militare italiana insieme ai colleghi dell’United States Marine Corps e dell’Ejercito de Tierra spagnolo, per perfezionare le capacità dei team anfibi che supportano le truppe da sbarco durante le attività di fuoco verso terra.
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L’esercitazione, che rientra nelle attività previste nel piano di addestramento annuale della Brigata Marina San Marco e del Tercio de Armada, per il mantenimento delle capacità operative della Spanish Italian Landing Force (SILF), rappresenta un’opportunità per consolidare l’utilizzo delle procedure operative della Forza Anfibia in ambito europeo nonché, l’opportunità per confrontarsi in un contesto internazionale per affinare le tecniche di richiesta e osservazione del fuoco di artiglieria terrestre oltre a migliorare le tecniche di controllo delle singole armi in supporto.
l’Unione Europea ha ritenuto importante poter disporre dell’impiego di forze dalle ridotte dimensioni, denominate Battlegroup (BG), caratterizzate da rapidità di impiego e di intervento, per brevi periodi, su un ampio spettro di missioni, a cui ricorrere per far fronte alle minacce
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La FREMM Carlo Margottini inizia la campagna in Medioriente Una missione con compiti operativi e di rappresentanza, tra oceano Indiano e Mar Arabico
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di Alessandro Lentini rima l’Oceano Indiano e il Mar Arabico e poi la missione antipirateria Atalanta. La Fregata Europea Multi-Missione (FREMM) Carlo Margottini è partita il 20 febbraio ed ha già attraversato il Canale di Suez con rotta verso il Medio Oriente per una campagna che la vedrà presente in alcuni porti di Paesi esteri con cui
l’Italia intrattiene rapporti politicocommerciali, garantendo presenza e sorveglianza sulle importanti rotte commerciali di interesse nazionale. Tra le soste previste spicca quella a Doha, in Qatar, dove prenderà parte alla Doha International Maritime Defence Exhibition & Conference (DIMDEX 18), un evento di grande rilievo nel campo delle tecnologie e delle capacità industriali per la difesa nel settore marittimo. L’occasione permetterà di stabilire e consolidare contatti con le marine
che ogni giorno in mare affrontano sfide simili come traffici illeciti, pirateria e sfruttamento illegale delle risorse marine. Proprio di pirateria si occuperà nave Margottini assumendo ad aprile il comando dell’Operazione Atalanta, istituita nel 2008 dal Consiglio Europeo per contrastare questo fenomeno che, nell’area del Corno d’Africa, continua a rappresentare una minaccia per la libertà di navigazione del traffico mercantile commerciale e per gli aiuti umanitari del World Food Programme.
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La Prima divisione navale si addestra
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otto la direzione della Prima Divisione Navale, con sede a La Spezia, gli equipaggi del cacciatorpediniere Caio Duilio, delle fregate Luigi Rizzo e Carlo Margottini, della rifornitrice di squadra Vesuvio, dei cacciamine Rimini, Chioggia e Termoli, del sommergibile Romeo Romei e degli elicotteri del Quinto Gruppo di base a Luni – Sarzana si sono esercitati in un’importante attività addestrativa. Lotta antisommergibile, esercitazioni di tiro contro bersagli navali e aerei, controllo del traffico mercantile e navigazione in un canale dragato all’interno di un campo minato, sono state alcune delle attività addestrative che hanno messo alla prova le capacità di reazione di uomini e mezzi. Attività che rappresentano la gran parte dei compiti istituzionali della Marina Militare. Lo scopo è stato quello di mantenere un elevato standard di capacità della Squadra Navale in modo da garantire prontezza operativa, flessibilità ed efficacia per adempiere in maniera ai compiti di difesa sul mare e dal mare, di sicurezza marittima di tutela degli interessi strategici nazionali nonché alle attività a favore della collettività. Red. NdM
Le componenti aeronavali della Marina Militare, appartenenti a diversi comandi operativi della sede di La Spezia, hanno portato a termine un’importante attività addestrativa
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MEDEVAC Aero Medical Evacuation
di Emanuele Scigliuzzo
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li elicotteri delle navi Luigi Durand de la Penne e Carlo Bergamini sono intervenuti, su richiesta del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, per evacuare tre adulti e sei bambini soccorsi in mare dall’Unità della ONG Sos Mediterranee che opera nel Mar Mediterraneo. Le navi della Marina, impegnate nell’operazione Mare Sicuro, hanno fatto N OT I Z I A R I O
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rotta verso nave Acquarius, che durante un intervento di recupero di migranti ha imbarcato persone che necessitavano di cure mediche che non potevano essere garantite a bordo. Così, con la richiesta del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, che svolge la funzione di coordinatore nazionale del soccorso in mare, i pazienti sono stati evacuati attraverso gli elicotteri e trasportati presso l’ospedale di Sfax, in Tunisia. L’operazione che si è svolta lo scorso 27 gennaio, è frutto di una cooperazione
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Gli elicotteri delle due navi impegnate in operazione Mare Sicuro hanno effettuato un’evacuazione medica a favore di alcuni migranti
tra diversi attori internazionali, militari e civili, che ha visto impegnati anche il Maritime Rescue Coordination Center di Tunisi e l’Ufficio per l’Addetto alla Difesa dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi. Il cacciatorpediniere Durand de La Penne e la fregata Bergamini hanno poi ripreso le attività che le vede attualmente impegnate, insieme ad altre unità nell’Operazione Mare Sicuro che dal 2015 garantisce la sorveglianza e la sicurezza nel Mediterraneo centrale, in applicazione delle norme nazionali e degli accordi internazionali.
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Gli Incursori del GOI in addestramento complesso denominato “Black Shadow”, imbarcati a bordo di nave Luigi Rizzo, hanno pianificato e portato a termine l’avvicinamento e l’assalto in movimento al traghetto “La Superba” della compagnia di bandiera Grandi Navi Veloci, in navigazione da Palermo a Genova
Black Shadow di A.C foto di Rosario Caruso
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Uomini incappucciati si muovono, agili e veloci, troppo rapidi per capire chi siano e come fermarli, sono gli operatori del G.O.I. Entrano in plancia, prendono il controllo dei punti sensibili dell’unità. I terroristi vengono fermati, il personale di bordo e i passeggeri messi in sicurezza
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gni giorno traghetti e navi da crociera battenti bandiera italiana solcano le acque del Mediterraneo, in navigazione lungo le innumerevoli tratte che collegano i grandi porti del nostro bacino. Queste unità, isolate in mezzo al Mar Mediterraneo, continuano a rappresentare, già dall’evento dell’Achille Lauro, un elemento sensibile della sicurezza nazionale. Il livello di attenzione inoltre si è rialzato a seguito degli attentati avvenuti in Europa negli ultimi anni e, potenzialmente, una qualunque di queste navi potrebbe tramutarsi nello scenario di un attacco a danno dei passeggeri, minando lo stesso servizio che le compagnie di bandiera rendono al nostro Paese. Proviamo quindi ad immedesimarci nei passeggeri che da un momento all’altro si trovano vittime di un attentato: soli, sorpresi, impauriti e senza possibilità di reagire. Improvvisamente, al rumore di fondo della nave, alla confusione, alla paura e all’incertezza, si sovrappone gradualmente il rombo
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sordo di un elicottero in rapido avvicinamento, mentre un battellone nero, non visto, già si è affiancato silenziosamente alla murata. Tutto dura poche decine di secondi, poi la situazione sembra tornare come prima: pochi riuscirebbero ad immaginare cosa sia accaduto in quella manciata di secondi. Ma qualcosa è successo, qualcuno è a bordo. Uomini incappucciati si muovono, agili e veloci, troppo rapidi per capire chi siano e come fermarli. Entrano in plancia, prendono il controllo dei punti sensibili dell’unità. I terroristi vengono fermati, il personale di bordo e i passeggeri messi in sicurezza. Quegli uomini sono gli operatori del Gruppo Operativo Incursori della Marina. Questo è lo scenario realistico in cui hanno operato gli Incursori del GOI nel corso dell’addestramento complesso denominato “Black Shadow”, svoltosi recentemente tra il Mar Tirreno ed il Mar Ligure, quando due team del GOI sono stati imbarcati a bordo di nave Luigi Rizzo e hanno pianificato e portato a termine con successo l’avvicinamento e l’assalto in movimento al traghetto “La Superba” della compagnia di bandiera Grandi Navi Veloci,
in navigazione da Palermo a Genova. L’abbordaggio alla nave è avvenuto dal mare, con un battellone d’assalto in dotazione al GOI, e dal cielo, con il concorso di due elicotteri SH-90 e MH-90 del Quinto Gruppo Elicotteri di Luni, in una attività che ha permesso di affinare le abilità dei singoli operatori e perfezionare il coordinamento tra i due Reparti e la FREMM. Nei giorni precedenti gli operatori coinvolti nell’esercitazione hanno avuto modo di mettere a punto, a bordo dell’unità in sosta nel porto a Genova, le proprie capacità di combattimento in un ambiente particolare e duro come quello di una nave trasporto passeggeri. È infatti peculiarità degli Incursori quella di effettuare assalti ad Unità Navali e di muoversi al suo interno per riprenderne il controllo. L’attività condotta ha infine offerto la possibilità di mettere in pratica alcune procedure per il trattamento di un ferito a favore del personale del servizio sanitario di Comsubin, abilitato ad operare in questi contesti il quale, durante lo svolgersi dell’esercitazione, ha applicato un dedicato protocollo di soccorso che prevedeva, in particolare, il posizionamento di un accesso venoso periferico con ago cannula e una
ecografia con la tecnica “eco-FAST” effettuati attraverso strumentazione medica trasportabile e all’avanguardia. La disponibilità di una nave come la GNV “La Superba” ha permesso a tutte le forze in gioco di confrontarsi con un ambiente addestrativo realistico e complesso, mettendole in condizione di affinare le proprie competenze e le manovre tattiche in loro possesso. Il realismo dell’esercitazione è stata la chiave di volta dell’intera attività, a partire dalla velocità di crociera di 24 nodi tenuta dal traghetto fino alla bonifica dei locali chiave dell’unità. Aggiungere un tassello addestrativo, come quello offerto a bordo delle unità passeggeri in navigazione, garantisce al Gruppo Operativo Incursori il mantenimento dell’elevato livello di prontezza richiesto per una delle attività peculiari di questo Reparto, ovvero il contrasto attivo al fenomeno del terrorismo in mare ai danni di uno dei flussi vitali per la nostra Nazione, contribuendo alla missione primaria della Marina tesa al mantenimento della sicurezza in mare.
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Consegnato alla Marina militare lo scorso 25 gennaio presso lo stabilimento FACO (Final Assembly and Check Out) di Cameri
F-35B : conclusa la trasvolata atlantica dall’Italia agli Stati Uniti
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l primo F-35B assemblato fuori dagli Stati Uniti è atterrato nella Naval Air Station di Patuxent River, nel Maryland (USA), dopo aver completato la traversata dell’Atlantico partendo dall’Aeroporto militare di Cameri. Il velivolo di quinta generazione, consegnato alla Marina militare lo scorso 25 gennaio presso lo stabilimento FACO (Final Assembly and Check Out) di Cameri e destinato ad operare a bordo di nave Cavour in sostituzione degli AV-8B Plus, sarà ora sottoposto ai test di certificazione di compatibilità elettromagnetica, presso il centro di prova Battlespace Simulation.Al termine dell’attività di collaudo il velivolo sarà destinato presso la base USMC di Beaufort (SC) per l’addestramento dei piloti del Gruppo Aerei Imbarcati. Il volo di trasferimento della versione FN OT I Z I A R I O
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35 STOVL (ShortTakeoff andVertical Landing) è stato la risultante di una stretta attività di cooperazione e coordinamento interforze tra la Marina militare e l'Aeronautica militare. La trasvolata atlantica è stata infatti effettuata da due piloti militari sperimentatori, uno dell'Aeronautica e uno della Marina, entrambi in forza al Reparto Sperimentale di Volo dell'Aeronautica militare, Centro di Eccellenza della Difesa titolato per le attività di sperimentazione ed immissione in servizio di nuovi assetti aerei. La lunga navigazione dell’F-35B è
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stata resa possibile grazie al supporto degli assetti dell’Aeronautica Militare, tra cui un velivolo C-130J della 46^ Brigata Aerea di Pisa configurato con capacità di SAR (Search And Rescue) oceanico, un KC-767A del 14° Stormo di Pratica di Mare (RM) per il rifornimento in volo ed un velivolo TF-2000A del 4° Stormo di L’F-35B è destinato ad operare a bordo di nave Cavour in sostituzione degli AV-8B Plus.
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Grosseto con funzioni di chase. Gli stabilimenti di assemblaggio finale degli F-35 fuori dagli Stati Uniti sono due, quello di Cameri, in provincia di Novara, e quello di Nagoya, in Giappone. Cameri è tuttavia l’unico in grado di eseguire anche l’assemblaggio della versione B dell’F-35. Il 7 settembre 2015 il primo F35A prodotto in Italia presso la FACO di Cameri ha effettuato il primo volo internazionale nella storia del programma, mentre a febbraio 2016 l’Aeronautica
militare è stata la prima Forza Armata al mondo a realizzare il volo transatlantico di un F-35A. A dicembre 2016, i primi F35A dell’Aeronautica militare sono entrati in servizio presso il 36° Stormo di Amendola (FG), prima base aerea in Europa a
Il capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Claudio Graziano e a sinistra il capo di Stato Maggiore della Marina amm.Valter Girardelli, in occasione della cerimonia della consegna degli F-35B svoltasi a Cameri (Novara); al centro: i due piloti militari sperimentatori, uno dell'Aeronautica e l’altro della Marina, che hanno effettuato la trasvolata atlantica.
ospitare questi velivoli di quinta generazione, e da allora hanno maturato già 1.700 ore di volo.
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Sono diventato un incursore di Marina
di Antonio V. foto di Fabrizio Agrifogli postproduzione Rosario Caruso
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on avrei mai pensato di potermi trovare in questo luogo, così lontano da quello dove si è svolta la mia vita fino a qualche tempo fa. Non avrei mai pensato di assaporare sensazioni così intense: soddisfazione, fierezza, gioia, serenità.. Vicino a me ci sono i mie familiari che con commozione osservano gli eventi che si susseguono attorno a loro. Sanno poco di quello che ho vissuto nell’ultimo anno ed è la prima volta che assistono ad una cerimonia militare, ma percepisco N OT I Z I A R I O
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Dopo undici mesi di corso poter calzare il basco verde da incursore dĂ una gioia ed una soddisfazione immensa.
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in loro l’orgoglio nei confronti del figlio che sta per diventare un Incursore della Marina Militare. Incursore, una parola a cui da ragazzo attribuivo un significato che ne falsava la vera essenza. I film e i videogiochi mi avevano disegnato i contorni di un malinconico combattente che, attraverso i muscoli, assolveva alle missioni assegnate con atti incoscienti e la violenza fisica. Qui al Varignano ho scoperto, sulla mia pelle, che la realtà è ben diversa: silenzio, modestia, disciplina, coraggio, esempio e dignità sono le parole
Il momento della cerimonia durante il quale il Direttore della Scuola Incursori declama agli allievi del corso ordinario il Decalogo scritto dagli uomini dei Mezzi d'Assalto della Marina. In alto il momento della consegna degli attestati e del basco verde da Incursore ai frequentatori del 68° corso da parte dell'ammiraglio di squadra Donato Marzano, Comandante in Capo della Squadra Navale.
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silenzio, modestia, disciplina, coraggio, esempio e dignità sono le parole cardine che ho imparato durante gli undici mesi del corso Ordinario Incursori
cardine che ho imparato durante gli undici mesi del corso Ordinario Incursori. “Allievi a posto”, ora tocca a noi. Siamo rimasti solo in tre dei ventuno che si sono presentati alla Scuola Incursori l’anno scorso. I sacrifici, le fatiche e i momenti di gioia vissuti durante il corso ci hanno trasformato. Colleghi,
amici ed infine più che fratelli, in un misto di sentimenti mai provati prima di solidarietà e mutua fiducia. “Comune di prima classe Antonio V., brevetto numero 1006”. Rispondo ad alta voce “Comandi”. Sono al centro dello schieramento, corro verso il Comandante in Capo della Squadra Navale ed il mio Comandante, l’Ammiraglio di Comsubin. Saluto militarmente, ricevo il brevetto ed il basco verde da Incursore. Ora riesco a sorridere. Nel breve tratto che mi separa dal sottufficiale incursore più anziano della scuola per poter disfarmi del berretto da allievo ed indossare il basco da incursore, il simbolo d’appartenenza al Reparto, ripenso a tutti coloro che mi hanno dato qualcosa per essere l’uomo che sono diventato oggi. Commosso, orgoglioso e consapevole del momento che sto vivendo mi sento, per la prima volta nella mia vita, davvero pronto! Sono diventato un Incursore, erede delle tradizioni più illustri della Marina Militare. Sono stato preparato nel solco delle esperienze di chi mi ha preceduto e che, tramite il proprio comportamento e le azioni compiute, è entrato a far parte della storia. Centinaia di libri hanno raccontato le imprese compiute dagli uomini dei Mezzi di Assalto, ma pochi sono riusciti a coglierne il fattore umano posto alla base di quei successi. Solo nel resoconto scritto dal loro Comandante sono riuscito a trovare le ragioni del loro essere così speciali: “Uomini che schivi di onori e lodi si dedicano integralmente al servizio del loro Paese, senza alcuna riserva; la loro offerta completa ed assoluta è frutto solo di un sentimento istintivo ed essenziale: l’amor di Patria”. Ed è questo insegnamento che emerge in me, come fosse un frutto prezioso del corso Ordinario che ho appena concluso. Solo facendo propria questa consapevolezza si è in grado di superare le estenuanti prove alle quali sono stato sottoposto. Solo ambendo a sentirsi parte di qualcosa di più grande si può aspirare a diventare un uomo. “Reparti liberi!” La cerimonia è conclusa. Sono al Varignano. Indosso la divisa operativa ed il basco verde da incursore e sento, finalmente, di essere arrivato a casa!
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Sicurezza e sviluppo nel futuro del mare
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Il capo di Stato Maggiore ai 150 anni dell’università Ca’ Foscari traccia gli impegni a cui è chiamata la Marina
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di Elisabetta Gramolini
i intitola "Il mare come risorsa strategica per l'Italia" la lectio magistralis che il capo di Stato Maggiore della Marina militare, l’ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ha tenuto lo scorso 19 febbraio, in occasione della cerimonia dei 150 anni dell’università di Venezia "Ca' Foscari". Al centro della lettura, l’ammiraglio ha posto la sicurezza marittima come condizione fondamentale per la crescita globale: «Un mare insicuro – ha detto - è un mare più costoso sotto ogni punto di vista». Di fronte ad uno scenario come quello attuale, particolarmente complesso, mutevole e condizionato dalle interconnessioni digitali, secondo il capo di Stato Maggiore «la tutela degli interessi nazionali deve inquadrarsi in una più ampia e responsabile azione di concorso alla promozione e salvaguardia della stabilità e pacifica convivenza tra popoli e culture». Fra i presenti alla celebrazione, vi erano anche i frequentatori del 76esimo corso normale di Stato Maggiore, svolto in sinergia con il master universitario di II livello in Studi Strategici e Sicurezza Internazionale dello stesso ateneo. Proprio agli studenti, l’ammiraglio Girardelli si è rivolto sottolineando l’importanza della formazione, “intesa come fucina di preparazione e competenza”. La lectio magistralis è stata molto apprezzata dal professor Michele Bugliesi, Magnifico Rettore dell'università "Ca' Foscari", che ha definito la collaborazione con la Marina “una sintesi felice”. «Insieme – ha osservato il professore -abbiamo creato un prodotto didattico importante e la sua qualità è manifestata dal crescente numero di iscrizioni provenienti dai diversi settori e ambiti della collettività e delle istituzioni civili».
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Varata nave “Antonio Marceglia”
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di Elisabetta Gramolini
aro tecnico nel bacino di Riva Trigoso (GE) di Fincantieri per la nave “Antonio Marceglia”, l’ottava del programma FREMM, le Fregate Europee Multimissione. L’unità è intitolata al tenente colonnello del genio navale decorato in vita nel 1941 dalla medaglia d'oro al valor militare per l'impresa nel porto di Alessandria, da quella d'argento e dalla croce di guerra per le missioni compiute a Gi-
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bilterra. Il programma prevede la realizzazione di dieci fregate, commissionate a Fincantieri nell’ambito dell’accordo di cooperazione internazionale fra il nostro Paese e la Francia, con il coordinamento di OCCAR, l’organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti. Madrina del varo è stata la nipote dell’ufficiale, la signora Silvia, che ha tagliato
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La fregata multiruolo intitolata all’eroe della seconda guerra mondiale
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Cantieri navali di Riva Trigoso (Genova) 3 febbraio 2018. Alcuni momenti del varo di nave Antonio Marceglia, a sinstra: il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli; sotto: la madrina Silvia Marceglia con il direttore del cantiere integrato navale militare di Riva Trigoso, Luca Maggiolo; in basso: il comandante dell’Unità capitano di fregata Francesco Fagnani.
il tradizionale cordino a fianco del direttore dello stabilimento, Luca Maggiolo. Alla cerimonia erano presenti il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, i vertici dell’azienda, fra cui l’amministratore delegato Giuseppe Bono, e il comandante designato della nave, il capitano di fregata Francesco Fagnani. «È un momento di festa – ha detto il ministro -, un momento di gioia perché il varo di una nave è qualcosa di estremamente importante. Da quando ho una responsabilità di governo, prima come sottosegretario, poi come ministro, questa è la settima FREMM oltre a due sommergibili. Davvero un’attività intensa – ha commentato -. Tutte le volte sono stati momenti per fare il punto e per guardare avanti». Nave “Antonio Marceglia” è progettata per imbarcare un Comando Complesso o un team operativo di Forze speciali. In particolare è prevista una spinta automazione degli impianti di bordo, autonomia e standard logistici idonei per missioni di lunga durata. Il sistema propulsivo di tipo CODLAG è costituito da una turbina a gas, due motori elettrici reversibili e quattro diesel generatori, progettato per assumere diversi assetti e velocità può spingere la nave ad oltre 27 nodi. L'unità è in grado di percorrere fino a 6000 miglia alla velocità di crociera di 15 nodi. L'energia prodotta a bordo, la propulsione e tutti i sistemi di controllo sono governati da un sistema integrato di gestione della piattaforma. L’insieme delle caratteristiche ha richiesto un notevole sforzo in fase progettuale, compiuto grazie alla collaborazione tra Marina e Fincantieri. «Essere insieme nella stessa impresa - ha commentato il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli -, rispettando la propria autorità e responsabilità è una chiave del successo. Tutte le unità navali che siano militari o mercantili vanno avanti perché c’è l’equipaggio. Questo deve replicarsi nell’industria strategica nazionale e nella parte governativa, nel rispetto dei propri ruoli per fare in modo che il mondo sia più sicuro, l’Italia sia più competitiva e siano presenti là dove ci sono interessi nazionali da difendere». Il futuro di nave Marceglia prevede il trasferimento nel cantiere di Muggiano per le ultime fasi di allestimento mentre la consegna alla Marina è fissata al prossimo anno.
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G060, il nuovo bacino galleggiante
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di Emanuele Scigliuzzo
el cantiere navale Megaride di Napoli è stato varato il nuovo bacino galleggiante G060, un’opera che è il risultato di una sinergia tra la Direzione degli Armamenti Navali, la regione Campania, la città di Napoli e la Marina, e fornirà un apporto alla capacità manutentiva della Forza ar-
mata. La cerimonia del varo si è svolta alla presenza del comandante logistico militare, ammiraglio Eduardo Serra, che ha voluto sottolineare come "il nuovo bacino costituisce un importante contributo alla continuità della capacità manutentiva della Marina militare e mercantile. La nuova costruzione realizzata dal cantiere Megaride conferma il rapporto esistente tra la Marina e la città di Napoli, alla quale la Forza armata è particolarmente legata in virtù della sua centenaria tradizione marinara e cantieristica". Il bacino G060 è l’espressione dell’industria cantieristica navale italiana, un patrimonio di tradizioni che oggi costituiscono un importante valore culturale e un comparto economico su cui investire per il futuro.
La Marina, con l’apertura delle proprie strutture verso il settore mercantile e l’industria privata, predispone le basi per la riqualificazione dei propri arsenali, dove sarà possibile compiere la manutenzione del naviglio militare e civile. Le strutture della Marina avranno quindi un impiego duale per la valorizzazione delle capacità di mantenimento in efficienza delle unità militari, messe a disposizione di aziende pubbliche e private. Investimenti che in questo caso sono stati già fatti nella città di Napoli, con la realizzazione del bacino da parte del cantiere navale Megaride, un’azienda che dà lavoro a 50 persone, e che proseguiranno nella città di La Spezia, dove il bacino G060 è destinato. La nuova struttura è costituita da due murate orizzontali collegate da un ponte di sicurezza e da comparti allagabili necessari per le manovre di affondamento e riemersione. Nella platea saranno ospitate imbarcazioni di 1000 tonnellate di dislocamento con lunghezza massima di 60 metri e larghezza non superiore ai 13 metri.
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L’Amerigo Vespucci compie 87 anni di Giuseppe Lucafò
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’Amerigo Vespucci, progettata dal tenente colonnello del Genio Navale ing. Francesco Rotundi e costruita presso lo storico Regio cantiere navale di Castellammare di Stabia in soli 10 mesi, è stata varata il 22 febbraio del 1931 e ancora oggi, al compimento dei suoi 87 anni, è considerata da tutti “la nave più bella del mondo”. Dalla sua entrata in servizio, la nave ha svolto ogni anno attività addestrativa sui mari di tutto il globo - ad eccezione del 1940, a causa degli eventi bellici, e degli anni 1964, 1973, 1997 e 2015 per lavori straordinari - principalmente indirizzata a favore degli allievi ufficiali della prima classe dell'Accademia Navale di Livorno, ma anche degli allievi volontari in ferma prefissata e degli allievi del Collegio Navale, ora Scuola Navale Militare "Francesco Morosini".
La ricorrenza viene sempre ricordata con tanta emozione da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di trascorrere a bordo esperienze indimenticabili in navigazione o che hanno contribuito a far conoscere il nostro Paese durante le soste nei porti esteri. Grazie a questo, generazioni di marinai con le stellette hanno avuto la possibilità di toccare con mano e vivere quegli spazi che custodiscono tante tradizioni marinare e un enorme pezzo della storia della Marina. Anche quest’anno, il 22 febbraio è stata una data molto particolare per i militari a bordo del Vespucci: il comandante ed il suo equipaggio, riuniti in assemblea alla presenza di rappresentanti civili e militari dell'Arsenale di La Spezia, dei locali uffici tecnici della Squadra Navale ed delle industrie private, hanno infatti celebrato il compleanno della Signora dei Mari ripercorrendo il rito del varo, attraverso la lettura delle cronache del 22 febbraio 1931. In questo particolare periodo sono numerose le persone che stanno curando con professionalità e con grande attenzione e passione tutte le attività manutentive programmate su nave Vespucci, grazie alle quali il veliero potrà ben presto tornare a navigare e a svolgere già in occasione della Campagna d’Istruzione della prossima estate - i suoi incarichi di nave scuola, di ambasciatrice dell’eccellenza e del made in Italy, nonché di messaggera dei valori fondamentali della Marina Militare italiana nel mondo.
Castellammare di Stabia, 22 febbraio 1931. Il varo di nave Amerigo Vespucci.
Costruita presso lo storico Regio cantiere navale di Castellammare di Stabia, è stata varata il 22 febbraio del 1931 e ancora oggi, al compimento dei suoi 87 anni, è considerata da tutti “la nave più bella del mondo”
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Grande Guerra:
il centenario della Beffa di Buccari
L’ammiraglio Girardelli evidenzia il ruolo fondamentale assunto dalla Marina nel riorganizzare la difesa italiana dopo il disastro di Caporetto per ridare speranza al Paese
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di Giuseppe Lucafò
a notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918, sotto il comando del capitano di fregata Costanzo Ciano, i MAS 94, 95 e 96 effettuarono un’incursione mirata a distruggere il naviglio militare e mercantile austro-ungarico ormeggiato nella Baia di Buccari, un’area situata a poca distanza da Fiume di difficile approdo e incastonata all'interno di uno stretto canale in prossimità delle principali basi avversarie dell’Italia durante la Grande Guerra. Un’azione a sorpresa, di cui proprio quest’anno ricade il centenario, durante la quale è stato “osato l’inosabile” soprattutto perchè effettuata in casa del nemico e pertanto ritenuta alquanto memorabile grazie al coraggio e al valore dimostrati dai protagonisti - tra cui ricordiamo anche il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo, comandante del MAS 96, e Gabriele D’Annunzio. N OT I Z I A R I O
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Seppur l’impresa provocò il danneggiamento di una sola nave, il contestuale rilascio nella baia durante l’incursione da parte di D’Annunzio di tre bottiglie contenenti “un famoso messaggio di scherno” rivolto al nemico - che diede per l’appunto l'appellativo all’impresa di "Beffa di Buccari" – diede un maggiore significato alla più ampia missione svolta al tempo dalla Marina. Luigi Rizzo, d’Annunzio, Costanzo Ciano ed Emanuele Ponzio a Venezia; sopra: il percorso compiuto dai Mas per introdursi nella Baia di Buccari. Nella pagina accanto dall’alto: Angelo Procaccino, Luigi Rizzo e Gabriele d’Annunzio a bordo del Mas 94; MAS in navigazione; testo del messaggio scritto da d’Annunzio e lasciato all’interno di tre bottiglie nella Baia di Buccari; Luigi Rizzo, Gabriele d’Annunzio e Costanzo Ciano al ritorno dall’impresa. (foto USMM).
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Dopo il disastro di Caporetto, infatti, le forze navali italiane assunsero un ruolo fondamentale per la riorganizzazione della difesa italiana, come sottolineato dall’ammiraglio di squadra Valter Girardelli “La nostra Marina,
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grazie alla visione strategica dell’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, aveva improntato il conflitto a guerriglia navale. In questo i MAS, motoscafi veloci, di poca immersione, armati con siluri e mitragliere, studiati per essere costruiti in serie e per molteplici impieghi, furono determinanti. Due mesi prima della missione di Buccari, infatti, due di questi mezzi, sotto il comando di Luigi Rizzo, erano già riusciti a penetrare anche il porto di Trieste, silurando e affondando la corazzata Wien e costringendo le rimanenti unità navali austro-ungariche a rifugiarsi a Pola. “La Beffa di Buccari è parte di una serie di azioni memorabili svolte dagli uomini della Marina che servirono a ridare speranza al Paese nel corso della Grande Guerra”, aggiunge l’ammiraglio Girardelli “C’era da difendere Venezia a tutti i costi: se fosse caduta, la Marina avrebbe dovuto abbandonare tutto l’Alto Adriatico, con conseguenze disastrose per la condotta della guerra, non solo marittima. Per questo furono costituiti alcuni battaglioni di marinai fucilieri (il futuro San Marco) e lungo il Piave venne schierato un raggruppamento di pezzi di grosso calibro, integrato da pontoni armati con le artiglierie. L’offensiva nemica si accanì per mesi contro le nostre linee, ma i marinai ressero l’urto, proteggendo il fianco a mare della 3a Armata e salvando così Venezia”. L’impresa a Buccari ebbe pertanto una influenza morale incalcolabile che, nei mesi seguenti, contribuì a far si che gli austro-ungarici ricercassero nuove strategie di difesa e di vigilanza per affrontare il proprio nemico, ritenutesi poi vane e che li portò, al termine del Primo Conflitto Mondiale, alla resa finale.
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Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina
Giovanni Battista Magnaghi di Desirée Tommaselli
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ersatile, coltissimo e studioso: questo l’identikit del fondatore e primo Direttore di un’eccellenza italiana, l’Istituto Idrografico della Marina Militare. Conoscitore della cultura classica e artistica, “parlava di opere d’arte e di stili di architettura con la stessa facilità e competenza con cui discuteva di formule matematiche”. Cultore delle scienze nautiche, fu inviato dalla Marina a studiare l’organizzazione degli Uffici Idrografici di Inghilterra, Francia e Germania tra il 1867 e il 1869: l’Italia era stata unificata da pochi anni e aveva bisogno di una cartografia nautica su base nazionale uniforme, aggiornata e affidabile, al fine di garantire la sicurezza della navigazione militare e mercantile. Al suo ritorno, l’Ufficiale ebbe l’incarico di progettare il nuovo servizio idrografico nazionale che, istituito nel 1872 col nome di Ufficio Idrografico della Regia Marina, nel 1899 ricevette la denominazione di Istituto Idrografico. All’atto della sua costituzione, quest’ente, con sede a Genova, ebbe
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Conoscitore della cultura classica e artistica, parlava di opere d’arte e di stili di architettura con la stessa facilità e competenza con cui discuteva di formule matematiche come direttore lo stesso Magnaghi, che lo tenne fino al 1888. Negli oltre quindici anni di comando, egli avviò il rilevamento dell’intero litorale italiano e la produzione della cartografia e della documentazione nautica. Al fine di garantire lo sviluppo di questa attività, si preoccupò della formazione degli Ufficiali Idrografi e dell’istituzione di una scuola di disegnatori e incisori. Inoltre installò le officine necessarie all’Istituto per la produzione cartografica (la calcografia, la litografia e la tipografia) e per l’attività di rilevamento (officine cronometrica, fotografica e galvanoplastica, quella meccanica per la costruzione e le riparazioni degli strumenti astronomici, nau-
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tici e geodetici). Inventore di numerosi strumenti nautici, comandò personalmente le campagne condotte dalla nave Washington, adibita al servizio idrografico nel 1876. Autore di numerosi testi scientifici di carattere nautico e matematico, collaborò con gli astronomi G. Schiaparelli ed E. Fergola nella determinazione astronomica della differenza di longitudine fra Milano e Genova e fra Napoli e Genova. Insieme allo zoologo E. Giglioli condusse, tra il 1882 e il 1884, una campagna oceanografica nel Mediterraneo durante la quale venne misurata una profondità di 4067 m, la massima allora conosciuta. Ricevuti riconoscimenti in ambito internazionale e concluso il suo lungo incarico, continuò
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Il vice ammiraglio Giovanni Battista Magnaghi (foto USMM).
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Nelle foto: 1. Pietro Canonica, Monumento funerario all’Ammiraglio Giovanni Battista Magnaghi, Genova, Cimitero Monumentale di Staglieno (foto Museo Pietro Canonica). 2. Regia Nave Ammiraglio Magnaghi (foto USMM); è stata la prima unità che la Marina ha voluto intitolato al grande ammiraglio-scienziato. Varata nel 1914 nel cantiere Odero di Genova - Sestri Ponente, era dotata di sistemazioni logistiche e laboratori per i ricercatori che imbarcavano in occasione delle Campagne idrografiche nazionali e in-
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ternazionali.; 3 Misurazioni astronomiche e rilievi con scandaglio sulla plancia della Regia Nave Ammiraglio Magnaghi durante la Campagna idrografica 1923-1924 lungo le coste dell’Eritrea (foto USMM). Quest'attività idrografica fornì un grande contributo alla conoscenza delle correnti, delle maree e dello scambio d’acqua fra il Mar Rosso e l’Oceano Indiano. 4. Nave idrografica Ammiraglio Magnaghi (foto USMM); varata nel 1974 nei Cantieri Navali Riuniti di Riva Trigoso, Genova - Sestri Levante, è la terza
Negli oltre quindici anni di comando, egli avviò il rilevamento dell’intero litorale italiano e la produzione della cartografia e della documentazione nautica
a seguire e a interessarsi dell’Istituto genovese. Per il grande lustro dato alla città, il capoluogo ligure, alla sua morte, lo ha accolto nel cimitero monumentale di Staglieno, dedicato ai grandi genovesi. La tomba, opera del famoso scultore Pietro Canonica - che nel 1910 realizzerà il cofano portabandiera per la nave Dante Alighieri (La Spezia, Museo Tecnico Navale) e, nel 1948, il sepolcro N OT I Z I A R I O
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del Grande Ammiraglio Thaon di Revel (Roma, Basilica di Santa Maria degli Angeli) -, oltre al busto-ritratto di Magnaghi su un sarcofago con terminazioni a forma di rostri di antiche navi romane, presenta un bellissimo rilievo in bronzo raffigurante due marinai alla bussola, omaggio figurativo ad una delle più famose tra le numerosissime invenzioni del grande idrografo della Marina: la bussola a liquido.
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la vita in poche righe
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5 unità intitolata all’Ammiraglio. Giudicata all’avanguardia al momento dell'entrata in servizio, grazie al continuo aggiornamento delle strumentazioni è ancora oggi una moderna piattaforma scientifica che opera in sinergia con Enti di ricerca nazionali e internazionali. 5. Strumenti per scandagli a bordo della Regia Nave Ammiraglio Magnaghi, Campagna idrografica 19231924 (foto USMM); l’unità era dotata al suo interno di una Sala disegno e di un Gabinetto Scientifico; le apparecchiature presenti consentivano alla
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ato a Lomello (Pavia) nel 1839, entrò alla Scuola di Marina di Genova nel 1851, conseguendo la nomina a guardiamarina di 2a classe nel 1855. Dopo brevi periodi di imbarco sulla corvetta a vela Aurora, sull’avviso a ruote Aquila e sul brigantino Eridano (sul quale fu promosso guardiamarina di 1a classe), nel 1859 passò sull’avviso a ruote Monzambano, dove avanzò al grado di sottotenente di vascello. Distintosi nell’assedio di Gaeta (18601861), per il quale fu insignito della Croce dell'Ordine Militare di Savoia, prese parte alla battaglia di Lissa (1866). Luogotenente di vascello di 1a classe in forza all’Osservatorio della Marina di Genova, fu inviato prima a Parigi, a Londra e al Principato di Monaco (nel 1867) e poi in
nave di effettuare, nel corso delle periodiche Campagne idrografiche, anche ricerche gravimetriche, analisi chimiche, fisiche e biologiche. 6. Pietro Canonica, Due marinai alla bussola, gesso, cm. 110x80, Roma, Museo Pietro Canonica (foto Museo Canonica); l’opera è il modello del rilievo realizzato dall’artista per il Monumento funerario all’Ammiraglio Magnaghi. Nella raffigurazione è data particolare evidenza alla bussola a liquido, detta anche “bussola Magnaghi” dal nome del suo inventore.
Germania (nel 1869) per studiare i servizi idrografici di questi Paesi. Comandante dell’Ufficio Dipartimentale di Genova, divenuto capitano di fregata di II classe, nel 1872 ebbe la direzione dell’Ufficio Idrografico della Marina, fondato nel dicembre di quello stesso anno. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, fu premiato con Medaglia d’oro al Congresso Geografico di Parigi del 1875. Dal 1878 al 1888, affiancò alla direzione dell’ente genovese il comando delle campagne della nave idrografica Washington. Nominato "officier de l'Instruction publique" dell'Académie Française nel 1881, membro corrispondente dell'Accademia dei Lincei nel 1883 e membro corrispondente della R. Società geografica italiana nel 1887,
fu promosso contrammiraglio nel 1888 e trasferito a Roma per ricoprire incarichi ministeriali. Destinato dapprima al Consiglio superiore della Marina, nel 1890 fu nominato direttore generale del Servizio idrografico e, successivamente, capo di stato maggiore della Marina. Nel 1893 ebbe il comando della Divisione navale d'America costituita per rappresentare l’Italia nelle celebrazioni colombiane oltre Atlantico. Nel 1894, promosso viceammiraglio, assunse il comando militare di La Maddalena. Insignito di Medaglia d’Oro di 1^ Classe dei Benemeriti delle Scienze Navali nel 1899, fu eletto alla Camera dei Deputati nel collegio di Taranto nel 1900. Morì a Roma il 21 giugno 1902.
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Il gergo marinaresco
Scopriamo i segreti del linguaggio di bordo, la lettera “E” come: ecoscandaglio, elica
di Alessandro Lentini
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Ecoscandaglio
L'ecoscandaglio è uno strumento ecometro ultracustico usato per misurare la profondità di mari, laghi e fiumi con la trasmissione di impulsi sonori. Diretta evoluzione dello scandaglio, antico strumento usato per millenni dai marinai, funziona con la stessa tecnologia
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del Sonar ovvero la tecnica dell'impulso sonoro riflesso: la profondità dell’acqua in quel preciso momento è calcolata dividendo per due il tempo impiegato dall’impulso sonoro a raggiungere il fondo e tornare verso lo scafo e moltiplicandolo per la costante riferita alla velocità del suono nell’acqua. Per applicazioni precise come nell'idrografia, la velocità del suono deve essere misurata utilizzando anche una sonda per la misurazione della velocità del suono nell’acqua in base alla pressione, temperatura e salinità. Queste precise misurazioni vengono effettuate dall'Isti-
tuto Idrografico della Marina Militare, l’Organo Cartografico dello Stato designato alla produzione della documentazione nautica ufficiale nazionale.
Elica
L'elica è un elemento delle imbarcazioni in grado di trasformare la potenza meccanica di un albero rotante in variazione della quantità di moto di un fluido. Tale variazione ha lo scopo di generare
una propulsione secondo il principio di azione e reazione. Il moto impresso al fluido è detto elicoidale e risulta essere la combinazione di un moto assiale e di un moto rotazionale. L'elica è un elemento per la propulsione sia in ambito nautico che in ambito aeronautico.
Suggestiva immagine di una nave Rizzo in bacino. (foto Silvio Scialpi).
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Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti
Se immaginassimo la Terra completamente coperta dalle acque, due punti qualsiasi situati sulla sua superficie (quasi) sferica potrebbero essere congiunti da due distinte rotte. Una più lunga ma più facile ed una più corta ma più difficile da seguire. Questi due percorsi prendono il nome, rispettivamente, di Lossodromia ed Ortodromia ortodromia e lossodromia
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ati due punti sulla superficie perficie sferica. terrestre l'ortodromia, dal greNella navigazione su lunghe distanze, co ορθο-δρομέω ("che corre come ad esempio quella aerea, dritto"), è l’arco che li congiunge è conveniente percorrere sulla superficie ottenuto daltraiettorie più corte l’intersezione della superpossibili. Per queficie con il piano consto, nelle tratte tenente i due punti e di volo tra due il centro della Terra punti si cerca (figura 1) di seguire la Il cerchio interselinea ortozione di tale piano dromica con la superficie che li conè chiamato "cergiunge.Tutchio massimo". Setavia il concondo questa detinuo camfinizione l’Equatore bio di direè un cerchio massizione (rotta) mo così come lo non è semplisono tutti i meridiani ce. Per questo insieme ai rispettivi anle navi e gli aerei timeridiani. L’ortodromia che devono coprire è il percorso più corto che si lunghe distanze (oltre le figura 1 possa tracciare tra due punti 400 miglia) cercano di seguire di una superficie sferica. il più possibile l’ortodromia conLa lossodromia, dal greco λοζο-δροducendo la navigazione lungo una μέω ("che corre obliquo"), è quella spezzata di lossodromie (rotte linea che congiunge i due punti tacostanti) che si discostano di gliando i meridiani con un angolo sempoco dalla ortodromia pianifipre costante. I meridiani stessi sono cata. I cartografi, nel disegnare una Lossodromia a 0° (Nord) o 180° carte per la navigazione, usano (Sud), a seconda della direzione del prevalentemente la proiezione moto, mentre l’Equatore e tutti gli di Mercatore, nel cui reticolo altri paralleli sono delle Lossodromie geografico i meridiani e i paralleli a 90° (Est) o 270° (Ovest). Tutte le sono linee rette perpendicolari lossodromie si muovono con andae ogni linea retta (rotta) tracciata mento a spirale terminando sui poli. sulla carta rappresenta una losso(figura 2) dromia. Esiste poi un'altra proiezione, La lossodromia è il percorso più facile anch’essa abbastanza comune e chiada mantenere tra due punti di una sumata Gnomonica, in cui il reticolo N OT I Z I A R I O
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geografico è disegnato con meridiani convergenti e paralleli rappresentati da curve.
l’inganno della proiezione Le due carte mostrano un confronto tra una ortodromia e una lossodromia tra due punti. Nella prima (figura 3), in proiezione gnomonica, l’arco di cerchio massimo (ORTODROMIA) appare, giustamente, come il cammino più breve tra i due punti. Nella carta in proiezione
figura 2
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di Mercatore (figura 4), è invece la LOSSODROMIA che viene rappresentata come linea retta e si ha l’impressione che indichi un cammino più corto rispetto all’ortodromia, che viene
invece rappresentata come una curva più lunga. Nella realtà le due rotte differiscono di ben 140 Miglia! 3150 Miglia l’ortodromia e 3290 Miglia la lossodromia.
A sinistra: figura 3 - proiezione Ggnomonica; sopra:figura 4 - proiezione di Mercatore
Chi pensa di avere chiaro il concetto di lossodromia e ortodromia potrà adesso cimentarsi nei seguenti quiz a risposta multipla. (le risposte esatte, per l’autovalutazione, sono in fondo alla pagina): 1. Una nave procede con Rv 180; segue: a) una lossodromia. b) un'ortodromia. c) sia un'ortodromia sia una lossodromia, contemporaneamente.
2. Un percorso ortodromico è: a) l'insieme dei punti della superficie terrestre su cui la nave è passata o dovrà passare. b) la linea che rappresenta il cammino della nave rispetto al fondo marino. c) il percorso più breve congiungente due punti della sfera terrestre. 3.Una nave mantiene Rv 050°durante la sua navigazione; segue un percorso: a) sia ortodromico sia lossodromico, contemporaneamente. b) lossodromico. c) ortodromico.
4. La rotta ortodromica tra due punti sulla sfera terrestre descrive: a) un arco di parallelo. b) un arco di spirale asintotica (che, se prolungato, si avvolgerebbe sulla sfera terrestre tendendo verso uno dei poli, senza mai raggiungerlo). c) un arco di cerchio massimo.
5. La rotta lossodromica tra due punti della sfera terrestre descrive: a) un arco di spirale asintotica (che, se prolungato, si avvolgerebbe sulla sfera terrestre tendendo verso uno dei poli senza mai raggiungerlo). b) un arco di cerchio massimo. c) un arco di cerchio minore.
6. La caratteristica della rotta lossodromica è quella che consente di: a) mantenere costante l'angolo di rotta (Rv). b) governare continuamente con un angolo di rotta costante sotto i 180°. c) governare continuamente con un angolo alla bussola costante sotto i 180°.
7. La caratteristica della rotta ortodromica è quella che consente di: a) governare continuamente con un angolo di rotta costante sotto i 180°. b) seguire il percorso più breve congiungente due punti della sfera terrestre. c) governare continuamente con un angolo alla bussola uguale all'angolo di rotta.
8. Una nave mantiene Rv 000° durante la sua navigazione; segue un percorso: a) lossodromico. b) ortodromico. c) sia ortodromico sia lossodromico, contemporaneamente.
9. Si naviga per ortodromia (indicare l'affermazione corretta) per: a) seguire la rotta più facile. b) contrastare deriva e scarroccio. c) abbreviare il percorso.
10. Quale delle seguenti affermazioni è corretta: a) una rotta lossodromica tracciata su proiezione gnomonica è una linea retta. b) per distanze sino a 400 miglia, ai fini della condotta della navigazione non vi è differenza tra ortodromia e lossodromia. c) una rotta ortodromica tracciata su proiezione di Mercatore è sempre una linea retta.
11. La navigazione lossodromica: a) si effettua procedendo con rotta costante. b) rappresenta la distanza più breve fra i punti di inizio e di fine navigazione. c) si effettua procedendo con rotta variabile. 12. Rotta lossodromica e rotta ortodromica coincidono? a) sì, quando si naviga lungo i meridiani. b) sì, quando si naviga oltre i 70° di latitudine. c) sì, quando si naviga lungo i paralleli.
13. Navigo per Ortodromia su una carta in proiezione di Mercatore, com'è orientata la prora vera? a) non è mai orientata verso il porto d'approdo, tranne che nell'ultimo tratto. b) è sempre variabile, tranne che nel tratto centrale. c) è orientata sempre verso il porto d'approdo. 14. Navigo per Lossodromia su una carta in proiezione di Mercatore, com'è orientata la prora vera? a) non è mai orientata verso il punto di destinazione. b) è orientata verso il porto solo poco prima dell'arrivo. c) è orientata sempre verso il punto di destinazione.
15. Qual è la rotta generalmente più breve? a) la Lossodromica. b) l' Ortodromica. c) la Lossodromica, a condizione di coprire distanze superiori alle 400 miglia.
Risposte esatte: 1c, 2c, 3b, 4c, 5a, 6a, 7b, 8c, 9c, 10b, 11a, 12a, 13a, 14c, 15b
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avvenimenti e curiosità in breve di Emanuele Scigliuzzo
Mare Sicuro, cambio al vertice
L’ammiraglio Aurelio De Carolis ha lasciato il comando dell’Operazione Mare Sicuro sostituito nell’incarico dall’ammiraglio Angelo Virdis. La cerimonia di passaggio di consegne è avvenuta il 5 febbraio a bordo di nave Bergamini, in sosta nel porto di Palermo e attuale flag ship dell’operazione. In questi mesi le Unità del dispositivo Mare Sicuro guidate dall’ammiraglio De Carolis, hanno effettuato oltre 2.200 ore di moto e gli elicotteri imbarcati hanno effettuato 138 ore di volo. (foto 1)
55 nuovi Fucilieri di Marina Hanno finalmente ricevuto il sospirato basco con fregio della Marina su sfondo rosso, i cinquantacinque nuovi fucilieri, durante la cerimonia che si è svolta il 21 febbraio nella piazza d’armi del Castello Svevo di Brindisi, alla presenza del comandante della Brigata Marina San Marco, ammiraglio Bruno Petragni. A conclusione del 13° corso di abilitazione anfibia, i nuovi “leoni” del San Marco hanno potuN OT I Z I A R I O
to sostituire la “stupida”, il berretto da allievi, con il basco che contraddistingue il personale con l’abilitazione anfibia. Il corso è durato due mesi, un periodo intenso e difficile trascorso tra prove fisiche, marce topografiche, istruzioni sull’uso delle armi, combattimento terrestre, indottrinamento anfibio, sulle comunicazioni e contro la minaccia chimico, batteriologica, radiologica e nucleare. (foto 2)
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Istituto Idrografico e “Porto dei Piccoli”
La Marina libica completa la formazione
Un gruppo di ragazzi provenienti dall’ospedale Gaslini ha potuto trascorrere una giornata lontana dalla quotidianità dell’ospedale e dalle cure grazie a una sinergia che si è sviluppata tra l’Istituto Idrografico della Marina e la onlus “Porto dei Piccoli” di Genova. Ore spensierate passate nella sede dell’Istituto, il Forte San Giorgio, alla scoperta dell’idrografia, della storia del posto e dei misteri scientifici che avvolgono il mare. A fine della giornata i ragazzi dell’associazione hanno ricevuto il diploma di “Lupi di Mare”. Buon vento! (foto 3)
Il personale della Marina libica ha completato il corso di indottrinamento anfibio, durato sei settimane, che si è svolto in diverse aree addestrative limitrofe alla caserma Carlotto di Brindisi. Un programma formativo che rientra nell’intesa siglata tra il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il ministero della Difesa per la formazione del personale della Marina libica per contrastare il fenomeno dell’immigrazione e favorire il controllo delle frontiere. (foto 4)
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