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A n n o LXV I - F e b b r A I o 20 1 9 - € 2, 00 - C o PI A oM A GGI o
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di Antonio Cosentino Apriamo il numero di febbraio con l’attività della Fregata Multi Missione Carlo Margottini, salpata il mese scorso da La Spezia, diretta in golfo Persico e Oceano Indiano per la Campagna navale in Medio Oriente (M.O.M.A.). L’Unità, oltre ad assicurare la presenza navale per vigilare le attività marittime nazionali, è impegnata per la promozione, sviluppo e supporto al sistema Paese. La campagna navale inoltre, è l’occasione per condurre attività addestrative come l’Aman 2019, svolta con la Marina pakistana. Ma l’addestramento non ha confini: dai lontani oceani al Mare Nostrum. Conclusa l’esercitazione bilaterale a guida italiana con la Marina tunisina, Oasis, che ha coinvolto il personale del Centro Addestramento Aeronavale a Taranto, e ha affrontando temi come la ricerca e il soccorso marittimo, la sorveglianza, la ricerca e la rimozione di ordigni esplosivi rinvenuti in mare e il contrasto alle attività illecite. L’iniziativa, si inquadra nelle attività che riguardano lo scacchiere strategico del Mediterraneo dove, quotidianamente, sono impegnati dispositivi navali, non solo italiani, per assicurare il libero utilizzo del mare e delle linee di comunicazione marittima. Intano, le navi Caio Duilio e Carabiniere hanno raggiunto la base navale di Tolone in Francia, insieme a unità navali provenienti dagli Stati Uniti e dalla Spagna, per partecipare all’esercitazione Fanal 2019, mirata a finalizzare il reintegro nella flotta navale della portaerei francese Charles de Gaulle, al termine dei lavori di rinnovamento. Tempo di addestramento quindi, ma allo stesso tempo di traguardi. Al termine dei rispettivi corsi formativi, sono stati consegnati i baschi ai nuovi Palombari e agli uomini della Brigata Marina San Marco. Percorsi estremamente selettivi e impegnativi dal punto fisico e psicologico, che richiedono motivazione e capacità di acquisire competenze importanti, necessarie per far parte di due delle eccellenze della Forza armata. Nelle prime pagine potrete vivere le emozioni della cerimonia per la consegna dei brevetti, nel 170° anniversario della fondazione della prima Scuola Palombari al Varignano e, di quella svolta a Brindisi, nello splendido scenario del Castello Svevo, per i nuovi “Leoni” del San Marco. Formare e addestrare è stato anche lo scopo del XXI corso di medicina di Combattimento, a favore del personale sanitario della Marina e della 283^ sessione Scuola di Comando Navale ad Augusta, che porterà 14 tenenti di vascello ad affrontare il loro primo comando navale. La Marina militare ritorna al cinema, nell’ambito delle iniziative del Centenario della Prima Guerra Mondiale, per raccontare una delle pagine più importanti della sua storia con la pellicola Il destino degli Uomini, della Baires Produzioni e in collaborazione con l’Istituto Luce. Abbiamo incontrato il regista, Leonardo Tiberi, che in un’intervista spiega la scelta di raccontare le imprese di Luigi Rizzo. Pensavate che il cinema fosse un ambiente lontano dalla Forza armata? Vi sbagliavate. I mezzi e gli uomini della Marina, sono stati i partner vincenti anche per la realizzazione del docufilm Leonardo Cinquecento, che racconta l’arte e la miriade di invenzioni contenute nei codici di Leonardo Da Vinci. Grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, sono stati svelati i codici dell’uomo riconosciuto come genio assoluto. Un numero ricco di contenuti con un approfondimento su uno degli eventi che, più di tutti, ha suscitato curiosità e ammirazione: il transito a vela del canale navigabile di Taranto di nave Vespucci, al comando dell’ammiraglio Straulino. Per chi non fosse ancora soddisfatto, un articolo sulla vita della gemella del Vespucci, la Regia nave Colombo. Continuano poi le nostre rubriche Il gergo marinaresco e Dis…Corsi di navigazione, che dai feedback ricevuti da voi, sono oramai appuntamenti attesi. Mare calmo e venti favorevoli a tutti. Buona lettura.
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SOMMARIO
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954
febbraio
Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985
2019
Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa
Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione
Augusta (SR), 28 gennaio 2019. L’inizio della 283^ sessione della Scuola di Comando Navale per 14 tenenti di vascello. (foto di Corrado Carrubba)
DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO
REDAZIONE
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
PER LA COLLABORAZIONE
La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.
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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli
Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel. 03311783010 amministrazione@necmedia.eu
chiuso in redazione il 28 febbraio 2019
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Situation Report
La campagna navale in Medio Oriente
di Antonello Lorusso
Esercitazione Oasis 2019
di Pasquale Prinzivalli
Fanal 2019
di Luciano Regina
Benvenuti ai nuovi Palombari della Marina
di Luciano Regina
I nuovi Leoni del San Marco
di Emanuele Scigliuzzo
XXI corso di Medicina di Combattimento
di Emanuele Scigliuzzo
283^ sessione della Scuola di Comando Navale
di Pasquale Prinzivalli
Il destino degli uomini
di Desirèe Tommaselli
Leonardo Cinquecento
Condizioni favorevoli, ottimo equipaggio
La Regia Nave Scuola Cristoforo Colombo
di Piero Carpani
Il progetto FREMM, la classe Bergamini
di Gabriele Catapano e Francesco Greco
Giornale online o cartaceo?
di Martina Cerlenizza
I Pittori di Marina: un pò di storia di Paolo Bembo
Avvenimenti e curiosità in breve
di Emanuele Scigliuzzo
Il gergo marinaresco di Alessandro Lentini
Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti
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oceano atlantico
m ar n e ro
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Situation Report
febbraio 2019
con la collaborazione della sala monitoraggio del 3° Reparto - SMM
Unifil - Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite.
Personale Marina Militare
Operation Inherent Resolve - Operazione di contrasto al terrorismo islamico. Gruppo Operativo Incursori
Combined Maritime Forces - Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain). Personale Marina Militare
Resolute Support Mission - Missione Nato di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan. Gruppo Operativo Incursori e personale Brigata Marina San Marco
golfo arabico
M.F.O. - Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran. Grupnavcost 10: pattugliatori Esploratore, Sentinella e Vedetta, personale Brigata Marina San Marco
Eunavfor-Med (Sophia) Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. FREMM Luigi Rizzo
BMIS Gibuti - Base Militare Italiana di Supporto in Gibuti.
Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta. Personale Marina Militare
Operazione Mare Sicuro - Operazione di presenza, sorve-
glianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali.
Vi.Pe. Costant Vigilance - Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori. Navi Cassiopea, Vega e Spica
Operazione MOMA - attività di presenza e sorveglianza a
tutela delle linee di traffico marittimo di interesse nazionale nell’Oceano Indiano, Medio Oriente e Mare Arabico. FREMM Margottini
Oasis - Esercitazione bilaterale Italo-Tunisina Comandante Cigala Fulgosi
Dynamic Manta- attività addestrativa nella lotta antisom organizzati dall’Alleanza Atlantica. FREMM Alpino - Smg Scirè
TG 425.03 (ex Nauras) - attività di supporto alla Marina ed
alla Guardia Costiera libiche per le attività di controllo e contrasto dell’immigrazione illegale e del traffico di esseri umani mediante un dispositivo aeronavale e integrato da capacità ISR (Intelligence, Surveillance, Reconaissance) Mtc Lipari
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La Fremm Margottini impegnata dal 17 gennaio alla M.O.M.A, l’attività si identifica come una iniziativa di proiezione marittima e di naval diplomacy
La campagna navale in Medio Oriente
di Antonello Lorusso
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a campagna navale in Medio Oriente e Mar Arabico (MOMA) che vede impegnata nave Margottini dallo scorso 17 gennaio, si identifica come un’iniziativa di proiezione marittima e di naval diplomacy. La fregata assicura una presenza navale nella specifica area volta a vigilare le attività marittime nazionali, di supporto alle operazioni dell’Unione Europea e della Nato alle quali l’Italia aderisce, la promozione dei programmi di cooperazione internazionale e il supporto al settore industriale nazionale non solo del comparto Difesa. La regione in cui nave Margottini sta operando, rappresenta un’area di primario interesse nazionale in cui la Marina è impegnata a conservare una presenza di rilievo in termini qualitativi e quantitativi e offre interessanti prospettive di penetrazione e di consolidamento commerciale. Dopo aver attraversato il Canale di Suez,
Mar Arabico. Nave Margottini in navigazione, sul suo lato dritto elicottero in volo.
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la FREMM della Marina militare ha effettuato una sosta logistica nel porto di Gibuti dove ha svolto un addestramento assieme alle Forze armate locali nel quadro del local capacity building, (LCB). Nello specifico sono state effettuate delle lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche di improvised explosive device (IED), a cura del personale imbarcato della Brigata Marina San Marco e del Gruppo Operativo Subacquei, per rafforzare la cooperazione con il Paese nell’ottica di uno sviluppo di capacità autonome. Ripartita dall’Africa, la fregata italiana ha fatto rotta verso il porto di Karachi (Pakistan) per la sua seconda tappa, dove ha partecipato all’esercitazione AMAN 2019 insieme a diciannove paesi dell’area per consolidare i rapporti esistenti e stabilire nuove cooperazioni. La terza tappa della campagna si è svolta nel porto di Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti) dove nave Margottini ha ricevuto la visita del capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarell, lì ha partecipato all’esposizione internazionale
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Dopo aver attraversato il Canale di Suez, la FREMM della Marina militare ha effettuato una sosta logistica nel porto di Gibuti
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Alcune immagini della campagna navale M.O.M.A. In basso il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli a bordo di nave Margottini, durante la cerimonia dell’ammaina bandiera sul ponte di volo dell’unità.
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IDEX-NAVDEX 2019, la principale fiera per la difesa e la sicurezza interna nel Medio Oriente e la seconda più grande al mondo. L'IDEX - International Defence Exhibition & Conference si svolge ogni due anni ad Abu Dhabi e rappresenta una vetrina per le varie aziende internazionali, occasione per presentare gli ultimi prodotti e le innovazioni nel campo delle industrie
della Difesa. L’esposizione offre una piattaforma unica nel suo genere per stabilire e rafforzare i rapporti con i dipartimenti governativi, le imprese e le forze armate in tutta la regione. Nel prossimo numero del Notiziario, continueremo a seguire l’attività di nave Margottini, attesa dalle soste a Doha in Qatar e a Muscat in Oman.
L’ESERCITAZIONE AMAN 2019
al 7 al 12 febbraio, nelle acque antistanti il porto di Karachi (Pakistan), nave Margottini ha svolto l’esercitazione AMAN 2019 alla quale hanno preso parte assetti provenienti oltre che dal Pakistan, dagli Stati Uniti, Regno Unito,Turchia, Sri Lanka, Polonia, Oman, Nigeria, Maldive, Malaysia, Giappone, Indonesia, Cina, Australia Quest’anno l’esercitazione si è articolata in due fasi: una in porto e l’altra in mare durante le quali, sono stati creati una serie di eventi addestrativi volti a promuovere la cooperazione nel contesto della sicurezza marittima e del contrasto al terrorismo. Gli obiettivi generali dell’esercitazione sono stati l’esposizione di risoluzioni umanitarie contro il terrorismo e i crimini nel settore marittimo e il contributo alla pace e alla stabilità regionale. L’attività addestrativa è servita anche al miglioramento dell’interoperabilità tra le flotte regionali ed extraregionali.
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Esercitazione Oasis 2019
Terminata l’esercitazione bilaterale di cooperazione tra la Marina Mililtare italiana e quella tunisina
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di Pasquale Prinzivalli
i è conclusa a Taranto l’esercitazione bilaterale Italo-Tunisina OASIS che si colloca nell'ambito delle attività di cooperazione che la Marina militare svolge con le marine dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L'edizione di quest'anno, a guida italiana, è stata pianificata e coordinata dal Centro Addestramento Aeronavale della Marina Militare di Taranto (MARICENTADD). La ricerca e il soccorso marititmo (SAR), la sorveglianza e il controllo del traffico marittimo, il contrasto alle attività illecite in mare, la ricerca e ri-
mozione di ordigni esplosivi rinvenuti sul fondale marino, il controllo del danno e la difesa passiva, sono stati gli aspetti sui quali le due Forze armate si sono addestrate durante questa edizione dell’esercitazione. Il pattugliatore d'altura comandante Cigala Fulgosi, un elicottero SH-212 imbarcato, un team ispettivo della Brigata Marina San Marco e un team di subacquei del Comando Subacquei e Incursori
Mar Mediterraneo, 4 febbraio 2019. Nave Comandante Cigale Fulgosi e il pattugliatore tunisino Jugurtha in mare durante l’esercitazione. Nelle altre immagini alcune delle fasi della Oasis 2019. N OT I Z I A R I O
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(COMSUBIN) appartenenti al nucleo Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi (SDAI) di Taranto, queste le forze messe in campo dalla Marina militare che insieme al pattugliatore tunisino Jugurtha, coaudiuvato da un team ispettivo, un team subacquei ed un elicottero H60M hanno preso parte all’esercitazione.
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Quest’anno, per controllare gli assetti delle operazioni in mare, è stata creata presso Maricentadd, una centrale operativa, la Combined Maritime Operational Centre (C-MOC) costituita da personale italiano e tunisino. L'iniziativa, oltre ad essere una reale opportunità di mutuo scambio professionale che consente di accrescere le capacità operative, si inserisce in una dimensione più ampia di partnership che ha lo scopo di rafforzare la cooperazione internazionale, in un contesto di sicurezza condivisa ed in risposta alle rinnovate sfide che interessano lo scacchiere strategico del Mediterraneo.
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Fanal 2019
La Fanal 19 è un’esercitazione mirata a finalizzare il reintegro nella flotta navale della portaerei francese dopo i lavori di rinnovamento e ha visto la partecipazione di unità provenienti dagli Stati Uniti, Italia e Spagna
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di Luciano Regina
nità provenienti dagli Stati Uniti, Italia e Spagna hanno raggiunto la base navale francese a Tolone per unirsi alla portaerei Charles de Gaulle, formando la Task Force 473, nell’esercitazione FANAL 19. Obiettivo dell’attività addestrativa, che aveva come tema la protezione tridimensionale di un gruppo di portaerei, il reintegro nella flotta navale dell’Unità francese, dopo i lavori di rinnovamento. La Fanal 19 ha visto protagonisti i cacciatorpedinieri USS Donald Cook e il Caio Duilio, la fregata ES Cristóbal Colón, le Fremm italiana Carabiniere e quella francese Provence, le rifornitrici francesi Marne e Var, un sottomarino d'attacco nucleare e più di 30 velivoli. Il GAN (Gruppo di Aviazione Navale), ha sviluppato uno scenario ad alta minaccia per le forze navali impegnato nella scorta della portaerei, in presenza di pluri-minaccia aerea, di superficie e subacquea. Realismo e alta intensità sono stati il "filo conduttore" di queste due settimane di addestramento in cui tutte le principali forme di lotta sul mare e dal mare, sono state testate e verificate in uno scenario complesso a gioco libero, con difficoltà crescente, per stimolare i processi di pianificazione e svolgimento delle missioni da parte dei comandanti e dei loro staffù a
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bordo delle unità navali impegnate. Dopo l'esercitazione, la Charles de Gaulle si unirà alla Japan Self-Defence Force, per partecipare ad un’esercitazione nell'Oceano Indiano. L’attività addestrativa Fanal 19 ha con-
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sentito, alle unità della Task Force 473 ed al personale di bordo, di mantenere elevati standard di interoperabilità ed integrazione delle forze nazionali e Nato, per la sicurezza marittima europea.
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Mar Mediterraneo. La portaerei francese Charles de Gaulle in navigazione, nelle altre immagini momenti dell’esercitazione.
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Benvenuti ai nuovi Palombari della Marina Nel 170° anniversario dalla fondazione della prima Scuola Palombari, 11 marinai conseguono l'ambito brevetto
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di Luciano Regina lla presenza del Sottocapo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Paolo Treu, si è svolta oggi a Comsubin la tradizionale cerimonia di conferimento dei brevetti agli allievi che hanno superato con esito positivo il corso Ordinario Palombari 2018, nel 170° anniversario della fondazione della prima scuola Palombari realizzata a Genova il 24 luglio nel 1849. La ricorrenza è stata anticipata dalla deposizione di una corona nella cappella del Varignano in memoria dei caduti, effettuata dagli allievi del corso Odisseo alla presenza del Comandante del Raggruppamento Subacquei ed Incursori "Teseo Tesei", ammiraglio di divisione Paolo Pezzutti. Il conferimento del brevetto e del basco blu da Palombaro celebra il termine di un intenso periodo formativo della durata di oltre 10 mesi, attraverso il quale quest’anno sono stati selezionati 11 marinai che, da oggi, continueranno il loro servizio tra le fila del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) tra addestramento continuo ed impegnative missioni operative. Da domattina, infatti, questi giovani Palombari, 7 volontari in ferma breve quadriennale e 4 volontari in ferma breve annuale (VFP1) saranno destinati al Reparto Pronto Impiego del GOS per iniziare la loro preparazione specialistica con le attrezzature subacquee più performanti oggi esistenti. In particolare il personale VFP1 che ha frequentato il corso lo ha potuto fare grazie alla nuova modalità di arruolamento che consente di accedere a Comsubin attraverso un apposito concorso pubblico. Entrare a far parte del Gruppo Operativo Subacquei,
significa integrarsi in un’eccellenza nell’ambito della Difesa nazionale nel contesto marittimo che estende le proprie capacità oltreché al campo militare, a numerose attività a favore della collettività soprattutto in ambito sanitario, scientifico e sociale. Come infatti ha ricordato l'ammiraglio Treu nel suo intervento, riferendosi ai neo brevettati: "Diventerete esperti nel soccorso a personale di sommergibili sinistrati, capacità pregiata che solo poche Marine possiedono… Imparerete a rendere inoffensivo qualsiasi ordigno esplosivo, convenzionale o improvvisato, anche per sventare eventuali azioni terroristiche.Vi distinguerete in attività d’ispezione, intervento e recupero subacqueo, in acque dolci e salate, anche a favore di diversi Dicasteri e agenzie dello Stato, oltre che della collettività". Ed è proprio in quest’ambito che i Palombari sono spesso chiamati ad operare in complesse operazioni subacquee di Protezione Civile, peculiarità che rende tale componente della Marina un vero e proprio strumento duale e complementare al servizio della collettività. Varignano (Sp), 15 febbraio 2019. Momenti della cerimonia di consegna dei baschi ai nuovi Palombari. A destra: il sottocapo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Paolo Treu.
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I nuovi Leoni del San Marco
A Brindisi, alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano, è avvenuta la consegna del basco ai nuovi fucilieri di Marina, frequentatori del 16° Corso di Abilitazione Anfibia
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di Emanuele Scigliuzzo
resso la Piazza d’Armi del Castello Svevo di Brindisi si è svolta la cerimonia di fine corso e consegna del basco a favore degli allievi frequentatori del 16° Corso di Abilitazione Anfibia – Non Direttivo, alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano. Una cerimonia che si svolge ogni anno al termine di un corso di formazione durissimo sia dal punto di vista fisico che psicologico, superato solo dai migliori che ottengono così l’agognata abilitazione anfibia. Ottenuto il basco ed entrati a far parte della
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famiglia dei “Leoni” del San Marco, per i fucilieri di Marina si prospetta la possibilità di crescita attraverso l’acquisizione di altre specializzazioni. I fucilieri possono frequentare corsi sia in Italia che all’estero per acquisire le abilitazioni in RicognitoriUnder water Demolition Team (Recon/UDT), explosive ordinance disposal (Eod), tiratori scelti (Scout Sniper), mortaisti e missilisti, osservatori del fuoco di supporto aereo, navale e di artiglieria, padroni di mezzi da sbarco, rocciatori (con brevetto di istruttore di alpinismo), paracadutista con fune di vincolo e tecnica a
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caduta libera e sommozzatore con abilitazione alle immersioni con ossigeno, aria e miscela. Diversi i percorsi e le possibilità che si prospettano ad ogni fuciliere di marina, necessarie per rendere questo corpo speciale, fatto da personale speciale, sempre pronto ad intervenire in ogni tipo di esigenza. Brindisi, 15 febbraio 2019. Alcuni dei momenti della cerimonia di consegna dei baschi ai neo Fucilieri di Marina. In basso: il comandante in Capo della Squadra navale, ammiraglio Donato Marzano. (foto di Giuseppe Micolani)
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XXI corso di Medicina di Combattimento di Emanuele Scigliuzzo
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Si è concluso il Corso di Medicina di Combattimento, momento formativo del personale sanitario della Marina
on la complessa e quanto mai realistica esercitazione che si è svolta anche quest’anno presso il Campo di Addestramento di Massafra e presenziata dall’ammiraglio ispettore Mauro Barbierato, i frequentatori del XXI Corso di Medicina di Combattimento, hanno concluso il loro iter formativo iniziato con la parte teorica che si è svolta nella Caserma “Ermanno Carlotto”, sede della Brigata Marina San Marco. Quest’anno i partecipanti sono stati quindici tra ufficiali e sottufficiali del corpo sanitario della Marina oltre a un ufficiale medico dell’Aeronautica Militare e un soccorritore delle forze speciali di Malta. I frequentatori hanno dovuto applicare, in uno stato di stress psico-fisico, procedure sanitarie come la gestione delle vie aeree, l'infusione di liquidi per via intraossea, il trattamento delle ferite e delle emorragie esterne con applicazione di medicazioni avanzate, emostatici o tourniquet, il trattamento dei traumi toracici aperti e delle ustioni, e l'immobilizzazione di fratture, nonché l'evacuazione aerea medicalizzata (MEDEVAC). Il Corso di Medicina di Combattimento è stato istituito nel 1998, sulla base dei principi del Tactical Combat
Casualty Care (medicina tattica da combattimento) e delle dottrine sanitarie di NATO e UE. L’obiettivo della formazione è di trasferire il know how non solo sugli aspetti sanitari come il triage e il trattamento delle emergenze sanitarie in contesti operativi, ma i Combat Doc, parte integranti delle forze sul campo, devono acquisire competenze prettamente operative. I frequentatori del corso devono essere in grado di orientarsi con mappe topografiche, saper utilizzare armi portatili, essere in grado di comunicare con la radio e saper utilizzare gli equipaggiamenti chimici, biologici, radiologici, nucleari ed esplosivi. Tra le competenze da acquisire, oggetto di valutazione da parte degli istruttori al termine del corso, anche la capacità di saper lavorare in team, requisito fondamentale per chi opera in teatri operativi. Il corso è costantemente aggiornato sia in ambito sanitario che prettamente militare. In questi 21 anni di servizio sono oltre 350 fra ufficiali e sottufficiali del corpo sanitario della Marina sono stati brevettati con la frequenza a questo corso unico nel suo genere, aperto anche agli operatori delle altre Forze armate e corpi dello Stato.
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283^ sessione della Scuola di Comando Navale di Pasquale Prinzivalli
E’ iniziato il percorso addestrativo che preparerà 14 tenenti di vascello, provenienti da tutta Italia, ad affrontare il loro primo comando navale
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ono 14 i tenenti di vascello, provenienti da varie realtà operative della Marina, arrivati presso la base navale della Marina Militare di Augusta che stanno partecipando alla 283^ sessione di Scuola Comando Navale. E’ qui che dal 1926, si formano gli ufficiali che al termine dell’addestramento saranno pronti ad affrontare forse il più affascinante dei traguardi della propria carriera, il primo comando navale. La sessione di Scuola Comando si divide in due fasi, la prima chiamata Tirocinio di Manovra (Tir.Ma) che si svolge in rada ad Augusta e che vede impegnati i frequentatori per tre setti-
mane nell'esecuzione di manovre di ormeggio, fonda e presa di boa, la seconda chiamata Tirocinio di Manovra ed Impiego Tattico (Tir.M.I.T.), della durata di due settimane, durante la quale gli ufficiali frequentatori saranno impegnati nell'attività di pianificazione delle operazioni, nel condurre manovre cinematiche complesse in mare aperto, con altre unità navali in formazioni anche ravvicinate.
Augusta (SR), 28 gennaio 2019. La presentazione ufficiale al Comandante delle Forze da Pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera (COMFORPAT), capitano di vascello Pasquale Perrotta. (foto di Corrado Carrubba)
La Scuola Comando Navale E’ un’istituzione unica nel suo genere, che da 93 anni consente ai giovani ufficiali di acquisire e perfezionare, grazie al contributo degli esperti comandanti “valutatori” e dei comandanti delle unità navali impegnate, le nozioni teoriche e pratiche necessarie a prepararli ed abilitarli al comando di unità militari. Dal 1926, infatti, rappresenta il naturale punto d’incontro di ufficiali delle diverse specializzazioni, forti delle proprie peculiarità ma uniti dal comune obiettivo che contraddistingue l’ufficiale di vascello: diventare comandante.
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La Marina torna al cinema con un film su Luigi Rizzo, distribuito nelle sale cinematografiche italiane tra dicembre e gennaio
Il destino degli uomini
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di Desirèe Tommaselli
e commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale si sono concluse con il film Il destino degli uomini, distribuito nella sale cinematografiche italiane tra dicembre e gennaio scorsi. La pellicola, prodotta
dalla Baires Produzioni e dall’Istituto Luce-Cinecittà, chiude la trilogia che Leonardo Tiberi ha voluto dedicare alla Grande Guerra. Dopo aver raccontato il conflitto sul fronte terrestre -in Fango e Gloria - e nei cieli - con Noi eravamo-, il regista romano sceglie come chiosa della sua narrazione il fronte marittimo, strategico per l’esito favorevole della guerra. Nella pianificazione della trilogia, il capitolo dedicato al mare non può che cadere nella ricorrenza del centenario dell’impresa di Premuda, l’azione bellica con cui la Marina pose fine alla guerra sul mare il 10 di giugno 1918, avviando l’Italia verso la vittoria finale. Pertanto il film non può che avere Luigi Rizzo (interpretato da Andrea Sartoretti) a colloquio con l’Ammiraglio Thaon di Revel (attore Pietro Genuardi); la scena si svolge nella Biblioteca di Palazzo Marina a Roma, adibita, nella finzione cinematografica, a ufficio dell'Ammiraglio (Foto dal set del film, Baires Produzioni).
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come protagonista Luigi Rizzo, che viene rappresentato in forma assolutamente originale, mettendo in evidenza momenti, episodi e anche aneddoti poco conosciuti. Centrale nella narrazione è, infatti, la prigionia di Rizzo durante il secondo conflitto mondiale mentre le vicende della Grande Guerra vengono evocate con il classico espediente del flash - back. La pellicola, come le due precedenti, ha la peculiarità di concentrasi sugli aspetti umani e ha il grande pregio di fare largo uso di prezioso materiale visivo d’archivio - attinto principalmente dall’Istituto Luce , colorizzato e armonizzato con le parti girate ex novo. La prima romana, avvenuta il 3 dicembre scorso, ha visto la partecipazione del Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Valter Girardelli, dei vertici della Forza Armata e dell’Istituto Luce-Cinecittà, nonché del regista, della produzione e degli attori. Nominato al David di Donatello, il film sarà distribuito in dvd nel prossimo mese di marzo. Alcune foto di scena del film “Il destino degli uomini” (Foto Baires Produzioni).
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L’intervista al regista Leonardo Tiberi
Dopo il racconto corale di uomini comuni in Fango e Gloria, dopo la storia dell’italo-americano Fiorello La Guardia in Noi eravamo, è il momento di Luigi Rizzo, che la Marina ha scelto come suo simbolo, celebrando la Giornata della Forza Armata in occasione della ricorrenza dell’impresa di Premuda; qual è stato il rapporto del regista- e sceneggiatore - con un personaggio che, per parlare di Grande Guerra sul mare, ha rappresentato forse una scelta “obbligata”? La scelta è stata abbastanza naturale perché se parli di Marina nella Grande Guerra non puoi non parlare dell’Ammiraglio Thaon di Revel - personaggio chiave che, infatti, è presente nel film - e di Rizzo. Le gesta della Marina, per lo scenario operativo della prima guerra mondiale, sono difficilmente raccontabili sul grande schermo, ad eccezione dell’impresa di Rizzo. Tra la Marina italiana e quella austriaca non c’è stato l’equivalente della battaglia dello Jutland, un grande scontro navale; il più grande successo strategico della Marina italiana è stato ingabbiare la flotta austriaca in Adriatico e le azioni di incursioni e
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pattugliamento sono difficili da rendere filmicamente. Rizzo, poi, ha in comune con i protagonisti dei due film precedenti della trilogia il fatto di aver indossato la divisa con lo scoppio della guerra. Mi piaceva la sua figura come uomo di mare con una forte tradizione marinara alle spalle, il suo carattere forte. È stato un leader e qualunque cosa abbia fatto l’ha fatta bene. Lasciata la Marina è stato armatore, direttore di cantieri, sindacalista dei portuali. Egli rappresenta l’uomo perfetto, il perfetto italiano. Se tutti gli italiani fossero come Rizzo, saremmo la nazione più bella del mondo. Il destino degli uomini ha riportato sul grande schermo la Marina Militare da protagonista, cosa che forse non accadeva dai film di Francesco De Robertis, Duilio Coletti e Antonio Leonviola degli anni ‘ 50 e da L’affondamento della Valiant del 1961… E’ vero; se poi parliamo di Marina nel Primo conflitto mondiale, a parte “Eroi del mare nostro” - che è un documentario, tra l’altro muto - forse possiamo dire che il primo film a soggetto che parla di uomini di Marina nella Grande Guerra è proprio “Il destino degli uomini”. Lei ha citato “Eroi del mare nostro”, da cui ha attinto anche molto materiale storico attualizzato che ritroviamo ne Il destino degli uomini. Nel
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primo, Rizzo recitava la parte di se stesso; ma anche nel suo film c’è un Luigi Rizzo nei panni di attore! Sì, è il bisnipote del grande marinaio siciliano, cui ho fatto recitare la parte di Gori; ci tenevo ad avere un Rizzo in scena…è un piccolo cameo. Il film, come i due precedenti, costituisce uno straordinario esempio di utilizzo e attualizzazione del ricchissimo materiale d’archivio dell’Istituto Luce, riconosciuto come la più importante fonte audiovisiva della memoria collettiva nazionale. Qual è l’origine di questa scelta? È un’idea che ho avuto anni fa…e ho aspettato che la tecnologia mi venisse a dare una mano. Le immagini storiche in bianco e nero non corrispondono a quelle che sognava chi le ha realizzate; i movimenti velocizzati sono dovuti al passaggio dalla cadenza dei 16 fotogrammi al secondo (con cui le scene sono state girate) a quella dei sistemi televisivi, che hanno una velocità di proiezione di 25 fotogrammi al secondo; all’epoca la proiezione avveniva a 16 fotogrammi, così come era stata girata la scena, e i movimenti erano naturali. Il bianco e nero era una scelta obbligata nel 1918, non era una scelta di regia, come sarà poi per Fellini in 8 e 1/2 o Gillo Pontecorvo ne “La battaglia di Algeri”. Se voglio che il materiale
storico sia emozionante, se voglio proporlo a chi non è uno studioso, se voglio che la gente si trasferisca con il suo animo nel mondo che gli sto facendo vedere, non posso togliergli i riferimenti attuali, ossia il colore, la precisione delle immagini, il dettaglio, la grana; devo fare in modo che il materiale storico non solo venga restituito così come è stato pensato e girato in termini di qualità visiva, ma lo devo anche avvicinare agli spettatori contemporanei, dandogli il colore. Pertanto, in questi 4 anni di lavorazione dei tre film mi sono avvalso di una squadra di tecnici che hanno lavorato sui materiali storici, intervenendo prima con un’opera di restauro e poi di colorizzazione. Un lavoro che ha richiesto, per ogni film, otto mesi pieni, ossia più del tempo dedicato alle riprese e al montaggio. Nel dvd del film, che verrà pubblicato a marzo prossimo, tra i contenuti extra è un filmato che illustra il processo tecnico di colorizzazione, pur non svelandone i segreti… Com’è stata accolta dalla platea la colorizzazione dei filmati d’epoca? La platea ha gradito; quando Rizzo torna col Mas il mare è blu! Tecnicamente, dopo 4 anni, il miglioramento è evidente; c’è stato l’aver portato a regime una squadra di tecnici messa insieme da zero perché non era mai stato fatto questo tipo di lavoro. I pc sono diversi, sono usciti programmi nuovi che, comunque, in
alcuni casi i tecnici hanno addirittura modificato… tutto questo ha fatto sì che al terzo film abbiamo raggiunto una qualità notevolissima. La pellicola è stata proiettata in molte città italiane tra dicembre e gennaio; dove ha avuto l’accoglienza più calorosa? Le prime proiezioni sono state fatte significativamente a Gorizia e a Trieste dove il film è stato una vera sorpresa perché non aveva ancora avuto alcuna presentazione, non erano ancora usciti articoli… Dopo la prima di Roma è stata presentata a Monfalcone..e lì è stato un tripudio! C’era tutta la gente di mare, dei cantieri, di quei cantieri di cui Rizzo era stato Presidente! È venuto il sindaco di Grado… c’è stata una particolare partecipazione perché nel film c’era la loro storia, la storia locale. Così è stato anche ad Ancona, dove il film è stato proiettato per diversi giorni. Prossimi progetti? Mi piacerebbe raccontare una storia di sommergibili, “immergermi” con un sommergibile italiano che sta in Oceano indiano e trasporta materiali strategici dal Giappone, e fa questa navigazione interminabile di 20.000 miglia, passando per Gibilterra…oppure mi piacerebbe trattare un personaggio come Fecia di Cossato, che a me piace tantissimo, quale emblema delle contraddizioni e del dramma - anche personale- di quel periodo.
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Due fotogrammi tratti dal film “Eroi del mare nostro” (1927), colorizzati e montati nel film “Il destino degli uomini” . (Foto Baires Produzioni)
Il destino degli uomini Produzione: Baires Produzioni e Istituto Luce Cinecittà, in associazione con Gruppo Banco Desio, con il contributo della Regione del Veneto, con il Patrocinio del Ministero della Difesa, con la collaborazione della Marina Militare Regia: Leonardo Tiberi Soggetto e sceneggiatura: Salvatore De Mola, Sabina Fiorenzi, Leonardo Tiberi Aiuto Regia: Enzo Russo
Casting: Paola Squitieri Fotografia: Stefano Paradiso (AIC) Montaggio: Luca Onorati (AMC) Direzione delle ricostruzioni storico scenografiche: Mauro Vittorio Quattrina Costumi:Carlotta Polidori Produzione esecutiva Istituto Luce Cinecittà: Maura Cosenza Organizzatore Generale: Fabrizio Manzollino (APAI) Direttore di Produzione: Paolo Cellini Produttore artistico: Paola Poli Distribuzione: Istituto Luce - Cinecittà
Cast artistico: Luigi Rizzo Andrea Sartoretti Giuseppina Rizzo Marta ZoffoliI Ammiraglio Kurt Jager Ralph Palka Agente Mutter Richard Angelini Klara Rike Schmid Ammiraglio Thaon de Revel Pietro Genuardi
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Leonardo Cinquecento
La Marina Militare protagonista al cinema
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eonardo da Vinci, uno degli uomini più famosi della storia, spesso riconosciuto come genio assoluto. La necessità di raccontare in un film l’arte e la miriade di invenzioni contenute nei suoi codici, finalmente svelati grazie all’intelligenza artificiale. La possibilità di disporre di un set straordinario per raccontare come oggi si intenda la Difesa, a cinque secoli dalla sua scomparsa. Ecco come è nato Leonardo Cinquecento e di come il regista e produttore Francesco Invernizzi ha trovato nello Stato Maggiore della Marina Militare italiana il partner vincente per il suo racconto. A bordo di Nave Cavour nel Mediterraneo, in volo con i mezzi della Stazione Elicotteri di Luni, sott’acqua con gli uomini del Comando Subaquei ed Incursori a La Spezia, a fianco della Brigata Marina San Marco a Capo Teulada, le idee del Maestro del Rinascimento si sono materializzate dimostrando come le sue teorie fossero fondate e quanto mai attuali. La tecnologia di ripresa in 8K e la combinazione ideale di professionisti e mezzi all’avanguardia l’hanno svelato come mai era stato fatto in precedenza.
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Ricevuto dal nostro lettore Ennio Marangone il racconto di Giancarlo Basile, tratto dal libro “Il padrone del vento. La lunga vita felice di Agostino Straulino” di Giuliano Gallo
Condizioni favorevoli, ottimo equipaggio ! In una giornata uggiosa di metà inverno, per caso, mi sono imbattuto in questo racconto di Giancarlo Basile che era sul Vespucci quando il comandante, Agostino Straulino, passò per il canale navigabile a vela.
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n’impresa che il comandante Straulino liquiderà con poche parole: “Condizioni favorevoli, ottimo equipaggio” che ebbe come conseguenze un encomio ma anche dieci giorni di arresti. “Straulino ci pensava da giorni all’impresa di tentare un’uscita a vela dal canale navigabile di Taranto, ma era ben consapevole che aveva bisogno del vento giusto. La mattina della partenza, quel vento era arrivato: una tramontana secca, vento rarissimo da quelle parti, che ci consentì di issare le vele e di uscire dal Mar Piccolo in modo abbastanza “facile”. Quella mattina a bordo era presente anche Giancarlo Basile,
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all’epoca tenente di vascello e testimone di una straordinaria giornata che racconta così. “Alle otto in punto salivo sul barcarizzo del Vespucci, ormeggiato alla banchina torpediniere del Mar Piccolo. C’era già un gran trambusto a bordo per i preparativi, in particolare il nostromo era indaffaratissimo con un’ancora di speranza rizzata da sempre al coronamento e che il Comandante aveva voluto pronta a essere data fondo, con un grosso cavo ben abbisciato sul cassero, un particolare che mi meravigliò non poco. Soffiava una forte e gelida tramontana che credo sfiorasse i trenta nodi. Mentre pensavo a cosa mai il Comandante volesse fare con quell’ancora,
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di colpo mi si accese una lampadina: ma certo, con quel vento che spirava dritto in poppa in uscita dal Mar Piccolo, Agostino Straulino non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di attraversare il canale navigabile a vele spiegate e un’ancora data fondo di poppa, poteva servire nel caso qualcosa non fosse andata come previsto. La conferma arrivò subito dopo lui stesso, quando lo incontrai in sala Consiglio, dove era apparecchiato per la prima colazione, alla quale mi invitò a fargli compagnia. Aveva un piano studiato nei minimi particolari, che volle confidarmi, cosa di cui mi sentii molto onorato: era la conferma che gli stavo “simpatico”, per usare il
suo aggettivo preferito. Durante la colazione il Comandante comunica a Basile che toccherà proprio a lui l’incarico di ufficiale di guardia nella prima parte della navigazione. “Presi a ripassare mentalmente gli ordini che bisogna saper dare per governare un veliero stracarico di manovre correnti, cercando di ricordare ciò che avevo appreso da allievo e da aspirante guardiamarina nel corso di tre campagne addestrative su quella nave, una decina d’anni prima”. Con molto anticipo sull’orario di apertura del ponte girevole, viene battuto il posto di manovra. “Furono mollati i cavi d’ormeggio di poppa e si iniziò a virare l’argano per
salpare l’ancora, che però risultò incattivata. Il Comandante aveva evidentemente previsto anche questa evenienza, ecco perché aveva cominciato le operazioni con tanto anticipo. Dovettero intervenire i palombari per mettere in chiaro l’ancora, ci volle un’ora buona. Mancava ancora più di mezz’ora all’apertura del ponte quando, finalmente liberi, ci portammo a motore più sopravento possibile, a qualche decina di metri dalle colture dei mitili di cui il Mar Piccolo abbonda. Venne battuto il Nave Amerigo Vespucci, al comando di Agostino Straulino, attraversa a vela il canale navigabile di Taranto.
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posto di manovra alla vela. In men che non si dica i gabbieri salirono a riva su per le griselle del trinchetto e mollarono i gerli di tutte le vele, dal controvelaccino al trevo. La nave era così pronta a
essere invelata all’ordine e si presentava perfettamente allineata col canale navigabile”. Ma il ponte è ancora chiuso. “Con le vele del trinchetto imbrogliate ci si av-
vicinava a quattro nodi, in dieci minuti saremmo stati lì… E’ se fosse rimasto chiuso? Ce l’avrebbe fatta l’ancora di speranza preparata a poppa a fermare le quattromila tonnellate del Vespucci? Ma ecco che il ponte cominciò ad aprirsi. In quel preciso momento il Comandante ordinò di mollare gli imbrogli e cazzare le scotte delle vele del trinchetto, che furono bordate tutte insieme in non più di quindici secondi, con i pennoni in croce. Contemporaneamente vennero alzate quattro bandiere del codice internazionale dei segnali che vogliono dire “ho le macchine in avaria”. E si, perché il transito a vela per il canale navigabile è vietato anche a un dinghy, figuriamoci al Vespucci. Con la tramontana che soffiava forte non ci volle molto perché la nave si abbrivasse fino a otto nodi. Con nostra meraviglia, appena il ponte fu aperto completamente, dal castello arrivò a lampi di luce il messaggio “Accelerate la vostra manovra”! Può darsi che fosse uno scherzo, ma il comandante Straulino andò su tutte le furie. Non passarono più di cinque minuti ed eravamo nel canale navigabile, con i pennoni più bassi che sovrastavano le due strade gremite di gente festante, tutte le vele del trinchetto piene da scoppiare, i baffi sotto i masconi: doveva essere uno spettacolo il Vespucci visto da terra. Dal balcone dell’Ammiragliato, sulla sinistra verso la fine del transito attraverso il canale navigabile, l’ammiraglio saluta entusiasta. Rispondemmo al saluto ed eravamo già in mar grande, mentre il ponte si richiudeva dietro di noi. Continuammo così, in fil di ruota sotto il solo trinchetto completamente invelato fino alle ostruzione del mar Grande, superate le quali il Comandante mi affidò la nave, come mi aveva preannunciato. Nella foto, nave Amerigo Vespucci vista da poppa, durante l’attraversamento a vela del canale navigabile di Taranto.
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La Regia Nave Scuola “Cristoforo Colombo”
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di Piero Carpani
el 1925 il Ministro della Regia Marina,Ammiraglio Giuseppe Siriani, considerata l’imminente radiazione degli incrociatori utilizzati come navi scuola “Amerigo Vespucci” e “Flavio Gioia”, seguendo le idee del suo predecessore, l’ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel, conferì l'incarico, al tenente colonnello del genio navale Francesco Rotundi, di progettare una nuova unità da destinare alla formazione dei cadetti. Il Rotundi, nato a Foggia il 10 luglio del 1885 e laureato nel 1908 in ingegneria navale e meccanica alla Scuola Superiore Navale di Genova, era entrato nella Regia Marina ed era stato destinato, col grado di tenente, all'Arsenale di Venezia. Trasferito al Comitato Progetti Navi a Roma disegnò il prospetto della nave scuola Patria, poi battezzata come Cristoforo Colombo, ispirandosi a una fregata a vela costruita nel Cantiere della Foce (Genova). Successivamente fu destinato N OT I Z I A R I O
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al Cantiere di Castellammare di Stabia come Vice-direttore dove poté seguire la costruzione e l’allestimento della nave. Rientrato al Comitato Progetto Navi stese anche il disegno dell’Amerigo Vespucci. Il Colombo, impostata il 15 aprile 1926 e varata il 4 aprile del 1928, fu la centesima costruzione del Regio Cantiere di Castellamare di Stabia. Entrata in servizio il 1 luglio dello stesso anno, la nuova Unità partì il 12 luglio per la prima crociera d’istruzione al posto del vecchio Incrociatore Amerigo Vespucci, radiato e trasferito a Venezia come nave asilo col nome di “Scilla”. Lo scafo del Colombo fu realizzato in acciaio con tre ponti (coperta, batteria e corridoio) e due sovrastrutture (castello a prora e cassero a poppa), per la struttura di tipo trasversale e il fasciame furono utilizzate lamiere chiodate. L’opera viva della nave fu dipinta di nero con due bande longitudinali bianche mentre per le sovrastrutture e gli alberi,
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Il Colombo in numeri
fu impiegato il giallo colombo, una tonalità scura di giallo, oggi ancora utilizzata per dipingere le analoghe parti di naveVespucci. La polena, opera dello scultore Domenico Amici attivo alla Spezia, fu scolpita in legno di cipresso e ispirata, per i tratti del viso, al ritratto di Colombo dipinto agli inizi del XVI secolo dal pittore di corte lo spagnolo Pedro Berruguete mentre il motto, lo ereditò dal vecchio incrociatoreVespucci: Navigare e osare. La Bandiera di combattimento era stata offerta dall’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo (UNUCI) e consegnata il 3 luglio 1929 a Genova, città natale del Navigatore di cui portava il nome e dove la nave ormeggiò a calata Gadda tra gli Incrociatori “Pisa” e “Ferruccio” che, con lei, costituivano la Divisione Nelle immagini la Regia Nave Scuola Colombo. A sinistra il momento del varo avvenuto a Castellammare di Stabia il 24 aprile 1928.
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e dimensioni del veliero erano: lunghezza tra le pp 66,50 m; lunghezza fuori tutto 78,20 m; larghezza massima 14,85 m; altezza di costruzione 10,85 m; immersione parallela alla linea di costruzione 6,45 m. dislocamento della carena 2795 tonnellate. Come veliero era armato a nave con tre alberi e bompresso; tutti gli alberi erano suddivisi in tre parti di cui due in acciaio (tronco maggiore e albero di gabbia) e uno in legno Douglas (alberetto). Gli alberi avevano un’altezza massima sul livello del mare rispettivamente di: trinchetto 51 m.; maestra 53 m.; mezzana 43 m. Le ventisei vele erano di canapa (tela olona) per una superficie totale di circa 2.500 m2. Le manovre volanti, in canapa e manilla, erano prodotte dall’adiacente Corderia militare di Castellammare di Stabia. I ponti scoperti (coperta, cassero, castello) e la plancia erano rivestiti di legno teak, l’arredamento interno era in legno mogano. La propulsione ausiliaria a motore era basata su due motori diesel /Fiat Q 26) accoppiati a due dinamo che alimentavano due motori elettrici coassiali (1600 HP complessivi) i quali erano collegati a due eliche controrotanti. La propulsione ausiliaria a motore era basata su due motori diesel /Fiat Q 26) accoppiati a due dinamo che alimentavano due motori elettrici coassiali (1600 HP complessivi) i quali erano collegati a due eliche controrotanti. Era armato con quattro cannoni antiaerei da 76-40 e inizialmente da due mitragliere da 13.2 portate in seguito a quattro.
d’istruzione. Nel 1931 il Colombo insieme all’AmerigoVespucci, formarono la Divisione Navi Scuola.Terminata la guerra, il Colombo riprese la sua attività di nave scuola ma, a seguito delle clausole del trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947, insieme ad altre trentadue navi sarà ceduta all'Unione Sovietica in conto riparazioni di guerra. A metà ottobre furono comunicate alla Marina le modalità della consegna stabilite dall’apposita commissione delle Potenze Alleate. La notizia ebbe vasta risonanza sulla stampa nazionale e a Taranto, dove erano ormeggiate le navi da consegnare, provocò manifestazioni di dissenso perché vanificava le aspettative conseguenti alla cobelligeranza e perché l’URSS manteneva ancora prigionieri migliaia di soldati italiani. Il 9 febbraio 1949 il Cristoforo Colombo, al comando del capitano di fregata Serafino Rittore, lasciò il porto di Taranto alla volta di Augusta, dove giunse due giorni dopo. Il 12 febbraio il Colombo fu posta in disarmo,
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ammainata la bandiera della Marina militare, il pomeriggio stesso imbarcarono il capitano di lungo corso PierVincenzo Di Domenico come comandante della nave mercantile e il Capitano 3° classe Nikolaj Korzun della Marina militare Russa. Con la sigla Z18, l’ex Colombo, con equipaggio civile e sotto bandiera della Marina mercantile,
il 19 febbraio lasciò Augusta, attraversò il Bosforo e ormeggiò nel porto di Odessa il 1 marzo 1949. Completate le pratiche burocratiche il giorno successivo il Tricolore fu ammainato e la nave fu consegnata definitivamente alla Marina Sovietica che la dipinse di grigio e la ribattezzò con il nome “Dunay”
Il Colombo differiva dal Vespucci in ... • le rispettive carene erano in rapporto di 1 a 1,05 ma il solo numero non rende consapevoli del fatto che il Colombo era più piccolo di ben 800 tonnellate rispetto al Vespucci e di 21,7 m più corto;
• il bompresso del Colombo era meno inclinato di quello del Vespucci, aveva gli alberi leggermente più bassi e le sartie fissate ai parasartie, esternamente allo scafo;
• le lance di salvataggio sul Colombo erano a centro nave in corrispondenza delle sartie dell’albero di maestra mentre sul Vespucci
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(Danubio). In questa nuova veste la nave fu destinata sotto il comando del Capitano di Corvetta Nikolaj Korzun e assegnata alla 78° Brigata Addestramento e nei successivi dieci anni operò come nave scuola nel Mar Nero. Nel 1961 passò alle dipendenze della Scuola Superiore del Ministero della Marina di Leningrado che lo destinò all’Istituto Nautico di Odessa come nave scuola. Quale fu il suo destino ? Una leggenda racconta che l’Unità fu utilizzata come nave per trasporto legname distrutta da un incendio nel 1963, fu radiato dalla flotta sovietica per essere lasciata in abbandono per otto anni e demolita a Leningrado, nel 1971. Nave Colombo a Livorno alla fonda davanti all’Accademia Navale, 1928. In basso nave Vespucci e nave Colombo ormeggiate a Las Palmas.
erano appese, sul cassero, sotto al primo palischermo; • a prora il Colombo aveva due occhi di cubia per ogni lato, il Vespucci uno; a centro nave; tutti i quattro barcarizzi erano dotati di scala reale mentre sul Vespucci non era installato quello anteriore sul lato dritto;
• sul Colombo mancava il picco di carico, la cui funzione era assolta dal tronco maggiore dell’albero di maestra, non erano imbarcati i motoscafi a centro nave e mancava la plancia di poppa anche se compare sui disegni della sezione trasversale e delle installazioni di coperta; • il Colombo aveva due eliche bipala coassiali mosse da due motori da 1200 Cv cioè ciascuno con 300 Cv in meno di quelli del Vespucci.
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Il progetto Fremm, la Classe Bergamini di Gabriele Catapano e Francesco Greco
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’innovativo design delle Unità Classe Bergamini garantisce un elevato salto tecnologico rispetto alle Navi in servizio ed un incremento delle capacità operative dello strumento navale per l’esigenza di difesa del Paese. Le Fremm (Fregate Europee Multi Missione) rappresentano uno dei più vasti progetti di cooperazione navale in ambito europeo. Il programma, ormai vicino al suo completamento, prevede la realizzazione di 18 fregate, 10 per l’Italia e 8 per la Francia. Le Unità italiane, basate su una stessa piattaforma, sono declinate in due versioni: 4 Unità di tipo ASW (Anti Submarine Warfare), con spiccate capacità antisommergibile destinate alle operazioni di sea-control e 6 Unità di tipo GP (General Purpose), pensate per fornire un contributo alle operazioni militari d’altura ed a quelle di supporto dal mare alle ope-
Alcune immagini della Fremm Carlo Bergamini in navigazione, in alto a destra uno dei due hangar dell’unità, capaci di imbarcare elicotteri medio-pesanti. N OT I Z I A R I O
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Le Fremm (Fregate Europee Multi Missione) rappresentano uno dei più vasti progetti di cooperazione navale in ambito europeo
razioni di terra. Sin dal loro concepimento, avvenuto attraverso gli studi di prefattibilità realizzati presso lo Stato Maggiore Marina e noti come la “Fregata del Nuovo Millennio”, elevata attenzione è stata posta agli aspetti operativi, alla logistica ed al comfort a bordo del personale imbarcato. I requisiti di survivability (capacità di sopravvivere alle minacce aeree, subacquee e di superficie, continuando ad assicurare la missione in scenari ad elevata intensità) rappresentano il “marchio di fabbrica” che pone queste Unità all’apice della gerarchia delle Fregate attualmente in esercizio. Navi studiate fin dalle fasi iniziali per garantire bassissime segnature (radar, magnetica ed acustica) in modo tale da renderle “discrete” in qualsiasi ambiente ostile e, qualora colpite, in possesso di una resilienza tale da riuscire ad “assorbire i colpi” (elevata resistenza
strutturale e grande riserva di stabilità e galleggiabilità a nave danneggiata) e rimanere sul “ring operativo” per continuare con successo la missione assegnata. Le Unità sono caratterizzate dalla disponibilità di due hangar per l’imbarco di elicotteri medio-pesanti (in alternativa 2 SH-90 ovvero 1 EH-101 ed 1 SH-90) e dalla possibilità di impiegare imbarcazioni tipo RHIB (rigid hull inflatable boat) fino a una lunghezza di 11 metri tramite gru laterali ovvero, nel caso delle Unità GP, anche per mezzo di una rampa di alaggio situata a poppa. Le Fremm si caratterizzano per le dimensioni “generose” rispetto alle fregate della precedente generazione (144 metri di lunghezza, 19,7 m di larghezza ed un dislocamento massimo di circa 6.700 tonnellate). Navi robuste che assicurano “volumi” atti ad accogliere, in aggiunta a quanto menzionato, un equipaggio di 200 persone (componenti fisse e mobili) e garantire, in virtù dell’ottimizzazione delle aree logistiche e dei flussi di personale e materiali, un ottimo livello di comfort anche in scenari di lunga attività
operativa “fuori area”. La propulsione delle Fremm è un sistema ibrido costituito da una Turbina a Gas (TAG) e da due motori elettrici reversibili in grado di funzionare come motori propulsivi e come generatori. Tale impianto consente di ridurre i consumi ed assicurare un’elevata autonomia garantendo, nel contempo, un’elevata silenziosità in modalità elettrica per le operazioni di lotta anti-sommergibile senza rinunciare alla possibilità di poter raggiungere elevate velocità grazie all’impiego della TAG. Infine, il grado di automazione ed informatizzazione di bordo è molto elevato sia per la gestione della piattaforma tramite il sistema Ship Management System (SMS), sia per la gestione del sistema di combattimento tramite il sistema integrato di comando e controllo Combat Management System (CMS). Non resta, dunque, che aspettare il completamento del programma con la futura consegna di Nave Schergat e Nave Bianchi, augurando una volta di più alle Unità in linea, mare calmo e vento in poppa.
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Il cosiddetto “giornale online” è la mera trasposizione del giornale cartaceo in abbonamento online, fruibile attraverso dispositivi digitali
Giornale online o cartaceo?
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di Martina Cerlenizza
a digitalizzazione, ovvero il processo di conversione di un prodotto in forma digitale, è un fenomeno che ha preso piede concretamente negli anni 80 e che continua ad essere quanto mai attuale. In particolare, la digitalizzazione in campo giornalistico riguarda allo stesso tempo la creazione di un nuovo prodotto affine a quello cartaceo già esistente ma con caratteristiche nettamente differenti – il cosiddetto “giornale online” – é la mera trasposizione del giornale cartaceo in abbonamento online, di conseguenza fruibile attraverso i dispositivi digitali. Lo sviluppo e la diffusione di entrambi gli aspetti della digitalizzazione giornalistica sono stati contemporanei seppur producendo effetti diversi tra loro. Il giornale online, proprio per le sue caratteristiche innovative e differenti dagli standard cartacei, sicuramente risulta più familiare e diffuso tra il popolo del web, poiché sfrutta la sinteticità e l’immediatezza che caratterizza il mondo del digitale. D’altro canto, però, se da un lato guadagna in essenzialità, dall’altro inevitabilmente perde in sostanza di contenuto, immagini e altri fattori comunicativi che concorrono nel creare il piacere della lettura di un
giornale cartaceo. Proprio per ovviare a questi limiti, nasce la versione digitale del giornale cartaceo, che incontra le esigenze pratiche del web. Essa permette, infatti, di usufruire della completezza di informazioni e del piacere di sfogliare un giornale nella comodità di poterlo fare sul dispositivo prediletto in qualsiasi momento della giornata e ovunque ci si trovi. Ovviamente, le più famose testate giornalistiche hanno adottato entrambe le opzioni che la digitalizzazione giornalistica offre, creando un giornale online e permettendo di abbonarsi e fruire digitalmente del giornale cartaceo. In ambito militare, tutte le Forze Armate hanno provveduto a diffondere notizie che rispettassero gli standard del giornale online, prevalentemente tramite accesso diretto nell’homepage. L’unica FA che ha registrato una vera e propria testata dedicata al web è stata la Marina Militare, creando nel 2011 il Notiziario Online. Tutt’altro discorso si pone invece esaminando l’altro aspetto della comunicazione digitale giornalistica: nessuna tra le FA ha ancora provveduto alla creazione di una versione digitale delle proprie riviste con abbonamento online.Viene da chiedersi perché un’opzione di così grande potenziale comunicativo non è stata ancora adottata, nonostante gli evidenti benefici che por-
terebbe. La Rivista Marittima e Il Notiziario della Marina, rispettivamente fondati nel 1868 e nel 1954, sono da anni i portavoce ufficiali della cultura marinara.Tramite articoli di storia, sport, geopolitica, approfondimenti su corpi specialistici e mezzi navali e molto altro, tengono alto il prestigio della Marina Militare con orgoglio e dedizione. Ricche di contenuti interessanti e originali, queste riviste hanno apportato nel corso degli anni importanti cambiamenti che ne hanno migliorato aspetto e diffusione, dimostrandosi sempre all’altezza e al passo con i tempi. A sostegno di ciò, sembrerebbe mancare ad oggi l’ultimo passo verso l’avanguardia del web journalism, ovvero la creazione della versione digitale in abbonamento online, che permetterebbe non solo di poter raggiungere un pubblico più numeroso, ma anche e soprattutto di rendere i preziosi contenuti di facile accesso e fruibilità, consentendo a quante più persone possibili di godere delle informazioni legate ad una della FA che da anni tiene alto il nome dell’Italia nel mondo, per mare e per terra.
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I Pittori di Marina: un pò di storia
Come sempre quando si parla di dipinti, le immagini parlano meglio delle parole...
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di Paolo Bembo
e potessi continuare a parlare di pittura di marina vera e propria, il pensiero dovrebbe naturalmente andare ai Paesi Bassi e poi dovrei soffermarmi quanto meno sulla pittura inglese e su quella francese, prima di tornare in Italia. E restando nell’area mediterranea, nell’antichità, dovrei ricordare che sono comunque molto poco presenti i dipinti che in qualche modo celebrino il settore navale. In quest’area prevalgono invece, su tema-
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A sinistra olio su tela di Charles Brooking (1723 - 1759) - “Navi in una brezza leggera”. National Maritime Museum - Londra. In alto: Adrien Manglard (1695 - 1760), “Naufragio”; a seguire Claude Joseph Vernet - “Porto al chiaro di luna” (1787) - olio su tela di cm 60,9x81,2 - Sant Louis Art Museum (USA). In basso Willelm van de Velde il giovane (1633 -1707) - “La Resolution in una tempesta” - olio su tela di cm. 119,4x101,6 - National Maritime Museum - Londra.
tiche analoghe, gli ex voto. E ciò è dovuto al primato che all’epoca veniva attribuito alla pittura che ricordava il divino, nelle sue varie forme. La celebrazione dei fasti navali, in quanto tali, dalle parti nostre, poteva essere malintesa come un eccesso di attenzione all’uomo. Invece, nei Paesi nordici, il benessere che era derivato direttamente dalle attività variamente collegate alle navi, senza quasi che ci fosse interferenza da parte della religione, aveva portato alla fioritura di dipinti navali di qualità che ben conosciamo. Per questi stessi motivi, quando la ricchezza dovuta ai traffici mercantili si era spostata
da un Paese all’altro, si potette assistere ad analoga fioritura in tale Paese: l’Inghilterra. E la tradizione, giovandosi di una consolidata familiarità con la pittura di paesaggio si è così ben radicata da essere rappresentata bene anche al giorno d’oggi. Quasi nello stesso tempo, o poco dopo, in Francia, la rivalità navale e un regno forte permisero che anche lì si manifestasse una valida arte di marina anche se non così diffusa come in Inghilterra. E qui, più che mai, è bene lasciare il campo alle immagini in modo da poter rappresentare con un esemplare almeno tutte e tre queste importanti scuole.
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avvenimenti e curiosità in breve di Emanuele Scigliuzzo
Il capo di Stato Maggiore a Castellammare di Stabia L’ammiraglio Valter Girardelli, accompagnato dall’ingegner Angelo Fusco, direttore divisioni navali di Fincantieri, ha fatto visita allo stabilimento di Castellammare di Stabia. Nel cantiere navale è in costruzione nave Trieste, nuova unità anfibia multi-ruolo della Marina, che sarà varata nei prossimi mesi. La nuova LHD – Landing Helicopter Dock è progettata per portare a termine compiti che prima spettavano a diversi tipi di piattaforme. (foto 1)
Sguardo al futuro per gli allievi del Morosini
Si è recentemente conclusa, per gli allievi del secondo Corso “Aither” della Scuola Navale Militare Morosini, la cosiddetta “Settiamana Blu”. Un periodo in cui i 50 allievi della Scuola Navale hanno potuto rendersi conto, in maniera concreta e reale, di come la Forza armata conduce l’attività operativa e addestriva, attraverso delle visite mirate. I giovani allievi, hanno visitato l’Accademia Navale e la Direzione Marittima di Livorno, N OT I Z I A R I O
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sono stati a bordo di nave Martinengo, presso la Stazione Elicotteri di Luni dove hanno potuto effettuare un volo di ambientamento a bordo degli elicotteri SH-90 ed EH-101e il Raggruppamento Subacquei ed Incursori che, ha sicuramente attirato in modo particolare l’interesse degli allievi del Morosini. Oltre ad aver visitato le strutture della Marina, percorso utile per fare chiarezza sulla scelta del loro futuro, gli allievi hanno fatto visita all’Accademia della Guardia di Finanza e al 4° Stormo dell’Aeronautica Militare di Modena. (foto 2) M A R I N A
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Il Castello Aragonese tra i “Luoghi del Cuore” Con i 23.424 voti ricevuti, il Castello Aragonese, simbolo della città di Taranto, si è classificato al decimo posto nel concorso “I Luoghi del Cuore” indetto dal FAI - Fondo Ambiente Italia. Il Castello Aragonese, gestito dal personale militare e civile della Forza armata, d’intesa con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della provincia di Taranto, ha ricevuto, nel 2018, la cifra record di oltre 121.000 visite. (foto 3)
Campagna oceanografica Antar XXVI
Nell’ambito di una cooperazione con la Marina peruviana nel settore dell’oceanografia, il comandante Maurizio Demarte, ha partecipato alla seconda tranche della campagna Antartica “Antar XXVI”. La campagna, iniziata lo scorso 27 gennaio da Punta Arenas, Cile, ha visto impegnata nave Bap Carrasco, della Marina perviana, nello stretto di Bransfield, a sud delle isole Shetland. Le attività previste nella seconda fase di questa edizione della Antar, sono stati rilievi idro-oceanografici, studi geo-
morfologici e morfodinamici nella zona e lo studio della caratterizzazione geologica e geofisica dell’Orca Seamount, un vulcano sottomarino. A bordo di nave Bap Carrasco, unità oceanografica con capacità polari, erano presenti 22 ricercatori di diverse nazionalità mentre altri 23 hanno operato dalla base di Machu Picchu. Antar XXVI ha rappresentato un’opportunità per consolidare la collaborazione tra le due marine e i rispettivi istituti idrografici. (foto 4)
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Argento per il Tiro con l’Arco
Si è svolta a Rimini la 46ª edizione dei campionati assoluti individuali e a squadre indoor di Tiro con l’Arco. Un lungo weekend di gare che ha assegnato i titoli assoluti, nelle prove individuali e a squadre, anche in vista delle prossime edizioni degli Europei Idoor. L’atleta della Marina,Anastasia Anastasio, conclude sul secondo gradino del podio nella specialità Compound.(foto 7)
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Medaglia d’Oro al Valore Atletico
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha conferito le medaglie d’oro al valore atletico ai sottocapi Antonio Barillà e Alessandro Chianese, per i prestigiosi risultati sportivi ottenuti nel Tiro a Volo, in ambito europeo. I due atleti della Marina, hanno conquistato il primato europeo nella specialità “Douple Trap” a Leobersdorf, in Austria. Antonio Barillà inoltre, ha conquistato anche un oro europeo nella prova individuale. Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato a Terni, dal Presidente del Coni Umbria, dottor Domenico Ignozza, conferite dalla giunta nazionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. L’allenamento costante e la mentalità vincente sono alla base dei successi raggiunti. (foto 5)
Sincronette, prove generali per la conquista delle Olimpiadi
Con 3 ori, 3 argenti e 3 bronzi la sincronette della Marina hanno dominato i Campionati Italiani Assoluti di Nuoto a Riccione. Si apre con una serie di medaglie quindi la nuova stagione agonistica del nuoto sincronizzato per la squadra composta da Linda Cerruti, Costanza Ferro, Beatrice Callegari, Costanza Di Camillo, Gemma Galli ed Elisa Bozzo. Due i titoli assoluti conquistati nel “solo” da Linda Cerruti che, insieme a Costanza Ferro nel “duo” ottengono altri
due prime posizioni. Le due atlete nella specialità olimpica vincono con un punteggio di 94,233 accumulando un distacco di 5 punti dalla coppia seconda classificata. Un’ottima prova in vista delle qualificazioni alle prossime Olimpiadi del 2020. Positive anche le prestazioni di Beatrice Callegari che ottiene due bronzi nell’esercizio “solo” e in quello “obbligatorio” e di Costanza di Di Camillo che conquista anche lei un bronzo. (foto 6)
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Francesco Ghettini, oro in Argentina Francesco Ghettini, atleta della Marina specialità nuoto di fondo conquista il gradino più alto del podio anche in Argentina. Ghettini taglia per primo il traguardo della 45ª edizione della Santa Fè-Coronda che si svolge lungo il corso del Rio Coronda. L’edizione di quest’anno si è svol-
ta, per le condizioni del corso d’acqua, in un circuito di 15 km (6 giri da 2,5km) all’interno del porto di Santa Fe. Con il tempo di 3h19’00’’, grazie ad uno sprint finale Ghettini entra nella storia conquistando un altro importante successo. (foto 8)
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Il gergo marinaresco di Alessandro Lentini
Scopriamo i segreti del linguaggio di bordo, la lettera “N” come: nocchiere, nostromo e nodo. Nostromo
Il più anziano ed esperto tra i nocchieri assume l’incarico di “nostromo” di bordo, con compiti di gestione del personale nocchiere addetto alla coperta, alle alberature, al governo della nave. In particolare è responsabile anche dell’ormeggio e disormeggio della nave dal porto e la cura dell’imbarcazione e di tutte mezzi minori eventualmente presenti a bordo.
Nocchiere
Con il termine nocchiere viene definito tutto il personale appartenente al ruolo marinaresco che a bordo delle navi si occupa del governo e della manutenzione dell’imbarcazione. In particolare svolgono il servizio di timoniere utilizzano le attrezzature di bordo come l’ancora, i paranchi e le gru. Il nocchiere si occupa anche della manutenzione dello scafo ed eventuali alberature della nave.
Nodo
Il nodo è un particolare sistema di avvolgimento di una cima necessaria alla corretta pratica di diverse discipline quali l'arrampicata, l'alpinismo, la speleologia e, ovviamente, la nautica. Caratteristiche peculiari dei nodi possono essere la semplicità di esecuzione, adattabilità, efficienza e la sicurezza. I nodi hanno diverse funzionalità quali l’arresto (della cima su di un fermo), giunzione di due cime, serraggio in funzione della tensione applicata sulla cima.
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Dis...Corsi di navigazione I Segnalamenti Marittimi parte prima
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di Paolo Giannetti
segnalamenti marittimi sono quei segnali, posti a terra o in mare, che facilitano e rendono più sicura la navigazione costiera. Servono ad indicare la presenza di pericoli, ad agevolare il riconoscimento della costa, ad indicare la rotta più sicura e, in generale, a fornire dei punti notevoli a chi naviga. Li possiamo trovare all' ingresso dei porti, sulle dighe foranee, sugli scogli, sulle secche o su galleggianti a mare. Per la loro funzione, i segnalamenti marittimi devono quindi essere facilmente visibili ed identificabili ed essere riportati sulle Carte e sui Documenti Nautici. Possono essere luminosi, per essere visibili anche di notte, oppure essere solamente ad uso diurno. A volte i segnalamenti minori sono anche dotati di un riflettore, un diedro metallico che permette ai radar delle unità una loro più facile identificazione. Adesso parleremo dei segnalamenti ottici, (luminosi e diurni) così detti in
quanto distinti da quelli acustici e da quelli radioelettrici che potranno essere oggetto di un’ altra successiva trattazione. Sono segnalamenti luminosi: • Fari: sono i più importanti tra i vari segnali. Situati in prossimità dei luoghi di atterraggio, dei luoghi pericolosi o dove sia conveniente avere un punto notevole percepibile ad apprezzabile distanza durante la navigazione costiera o quando si effettua l’”atterraggio” dal largo. Sono composti in genere da un'alta costruzione (torre) sulla cui sommità è presente una potente sorgente luminosa e generalmente di portata superiore alle 15 miglia. Quando possibile i fari sono situati in una zona sopraelevata rispetto al livello del mare, per poter essere avvistati più da lontano. Sono riportati sulle carte nautiche e su specifiche pubblicazioni nautiche (Elenco dei Fari e Fanali), dove sono descritti in termini di caratteristiche luminose (tipo di luce, periodo, portata nominale) e di
altezza. • Fanali: hanno una portata luminosa minore dei fari. Sono situati sulle opere portuali oppure in mare per segnalare secche, scogli affioranti e altri ostacoli o punti di minor interesse rispetto a quelli segnalati dai fari. Anche questi sono riportati sulle carte nautiche e sulle pubblicazioni nautiche, dove sono descritti per le loro caratteristiche luminosa (tipo di luce, periodo, portata nominale). • Battelli Faro: sono costituiti da uno scafo sul quale è montato un apparato luminoso di grande potenza. Sono in genere forniti di equipaggio ridotto e sono ancorati in acque relativamente basse in punti particolari per la navigazione, ma dove è impossibile costruire un faro. • Battelli Fanale: simili al battellofaro, ma con un apparato luminoso di portata più limitata. In genere sono senza equipaggio e segnalano pericoli al largo della costa. • Grandi Boe: sono sostitutive dei battelli-fanale. • Boe luminose: gallegfigura 1 a gianti di grandi dimensioni, ancorati al fondo, sui quali è montato un fanale del quale hanno le stesse finalità, ma posizionate dove la profondità impedisce di installare un fanale. Sono segnalamenti diurni: • Fari: data la loro struttura e la loro facile riconoscibilità possono essere considerati figura 1 b In figura 1: Colori e forme dei segnalamenti laterali nel Sistema IALA “A”, nella situazione di Canale principale (figura 1a) e Canale preferenziale (figura 1 b) In figura 2: Regioni “A” e “B” del Sistema Internazionale dei Segnalamenti.
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anche come segnalamenti diurni. • Dromi: sono dei manufatti che vengono eretti sulla costa ove non esistono altri punti notevoli utili al riconoscimento ed al rilevamento. Possono avere varie forme: parallelepipedo, cilindro, tronco di cono, ecc. • Mede: sono dei piccoli punti di riferimento artificiale, generalmente utili ad individuare un allineamento, quale la rotta di entrata in un porto, gli estremi di una base misurata, eccetera. Sono a forma di pilastrino, di traliccio, o di altra forma. • Briccole: sono dei gruppi di pali legati tra loro e piantati nei bassi fondali, generalmente lagunari, per indicare la rotta navigabile. • Boe: galleggianti ancorati al fondo che segnalano, ad esempio, i limiti di una zona navigabile, l'imboccatura di un canale o anche un pericolo isolato. • Gavitelli: piccoli galleggianti che servono ad indicare la posizione di qualcosa di sommerso o a fungere da segnale temporaneo. • Miragli: piccole strutture metalliche di forma geometrica, di varia configurazione e colore. Vengono montate su boe o su pali, ed indicano il tipo di pericolo o la rotta da tenere (ad esempio nei canali navigabili). Ogni tipo di segnalamento possiede degli attributi particolari (il colore e la caratteristica della luce per i segnali luminosi, la forma ed il colore per quelli diurni) che forniscono informazioni utili
In figura 3: Tipi possibili di luce per Segnalamenti Laterali su canali principali.
Nella figura 4: Luce per Segnalamenti Laterali su canali preferenziali
CANALE PRINCIPALE Regione A direzione d’ingresso
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figura 4
CANALE PREFERENZIALE Regione A in prossimità di biforcazioni
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al loro riconoscimento (inequivocabilmente!) ed al loro impiego.Tutte queste caratteristiche sono codificate nel Sistema Internazionale dei Segnalamenti I. A. L. A. (International Association of Lighthouse Authorities) che suddivide i segnali 6 categorie: Laterali, Cardinali, Pericolo Isolato, Acque Sicure, Speciali, Nuovo Pericolo. I Segnali Laterali I segnali laterali sono di colore rosso e verde, indicano l'entrata di porti e la risalita di canali navigabili, differenziandosi tra lato dritto e lato sinistro: entrando colore verde sul lato dritto e rosso sul lato sinistro. I segnali sono sormontati da eventuali miragli, conici a dritta e cilindrici a sinistra, e di notte sono individuati da luce verde a dritta e rossa a sinistra. (figura 1a) Nel caso di una biforcazione del canale, quello principale è indicato con segnali laterali modificati. Più precisamente, il canale principale è delimitato sul lato dritto con boa verde avente una fascia centrale rossa, sul lato sinistro boa rossa con fascia centrale verde. (figura 1 b) La convenzione sui colori (verde a dritta e rosso a sinistra) non è però universalmente adottata. Nel mondo sono seguiti due sistemi opposti (figura 3): Il Sistema A adottato nella regione comprendente Europa, Africa, Australia
e Asia continentale e il Sistema B adottato nei continenti americani (Nord, Centro e Sud America) in aggiunta a Corea, Giappone e Filippine. Nella Regione A entrando nel porto o risalendo un canale navigabile le boe sul lato destro sono di colore verde e devono pertanto essere "lasciate a dritta" (verde al verde); le boe di colore rosso devono essere "lasciate a sinistra” (rosso al rosso). Nella Regione B i colori sono invertiti: entrando nel porto-canale si incontreranno sulla sinistra
le boe verdi, sulla dritta le rosse. Attenzione spesso si è propensi a credere che tra i due Sistemi siano “invertiti” anche il codice delle forme del segnalamento oltre che del colore. Non è così! In tutto il mondo le “forme coniche” si trovano sempre a dritta e le “cilindriche” sempre a sinistra ..entrando!. Le luci, quando presenti, possono avere una qualsiasi caratteristica tranne la combinazione di 2 lampi + 1 lampo che è esclusivamente riservata ai canali secondari. (figura 3 e 4) Boa di forma cilindrica verde (IALA B) con il relativo simbolo riportato sulla carta nautica.
Chi pensa, a questo punto, di avere le idee chiare sui segnalamenti laterali potrà cimentarsi nei seguenti quiz a risposta multipla. (Le risposte esatte, per l’autovalutazione, sono a fondo pagina). 1) Un "segnale laterale" è quel segnale marittimo che indica: a) da quale lato della nave (dritta o sinistra) deve essere lasciato il segnale secondo il senso convenzionale del segnalamento. b) il lato su cui devono procedere le navi che entrano o escono dal porto. c) un certo tipo di canalizzazione del traffico. 2) Di che colore è il fanale sulla mia sinistra uscendo dal porto di Valparaiso a) verde. b) rosso. c) bianco.
3) In base al sistema di segnalamento marittimo IALA, quale dei due Sistemi prescritti è adottato nel Mar Mediterraneo? a) il Sistema A (rosso a sx).
b) il Sistema B (rosso a dx). c) il Sistema C (bianco a dx e a sx)
4) Di che colore è il fanale sulla mia sinistra uscendo dal porto di Barcellona? a) verde. b) rosso. c) bianco.
5) Nel sistema laterale AISM - IALA della Regione A, i segnalamenti da tenere sul lato sinistro entrando in un porto sono quelli di colore: a) rosso, forma cilindrica e miraglio cilindrico. b) rosso, forma conica e miraglio conico. c) verde, forma cilindrica e miraglio cilindrico. 6) Di che colore è il fanale sulla mia dritta entrando nel porto di Tolone? a) verde. b) rosso.
Risposte esatte: 1a, 2b, 3a,4a, 5a, 6a, 7c, 8b, 9a N OT I Z I A R I O
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c) bianco. 7) Nel sistema laterale AISM - IALA della Regione B, i segnalamenti da tenere sul lato sinistro entrando in un porto sono quelli di colore: a) rosso, forma cilindrica e miraglio cilindrico. b) rosso, forma conica e miraglio conico. c) verde, forma cilindrica e miraglio cilindrico.
8. Di che colore è il fanale sulla mia dritta entrando nel porto di Tokio? a) verde. b) rosso. c) bianco.
9) Un "segnale laterale" conico è lasciato a dritta: a) Entrando in un porto della Regione IALA B. b) Uscendo da un porto della Regione IALA B. c) Uscendo da un porto della Regione IALA A.
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