M ARINA
n o T I Z I A R I o de l l a
A n n o L X I V - G e n n A I o 20 1 7 - € 2 ,0 0
L’album dei ricordi come eravamo 50 anni fa
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osa accadeva 50 anni fa? Con questi scatti, pubblicati sul Notiziario di allora, vi raccontiamo partendo dalla copertina, i momenti più importanti. Nella copertina del numero di gennaio 1967, è ritratto il faro di Barletta. In alto, alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, l’inaugurazione del Collegio di Difesa della Nato in Roma. Dal 10 settembre del 1999 il Colleggio della Nato ha sede nella città militare della Cecchignola. A seguire i protagonisti dell’impresa di Alessandria, il Comandante Luigi Durand de La Penne, i sottufficiali Emilio Bianchi e Mario Marino, in occasione dei festeggiamenti del 25° anniversario che si svolse il 18 dicembre a Salerno. In basso, la consegna dei riconoscimenti ai marinai che hanno partecipato alle operazioni di soccorso delle zone alluvionate. A seguire, un elicottero pronto al decollo, dal ponte di volo di una fregata, mentre in questo numero raccontiamo la consegna del primo MH-90, mezzo moderno e versatile.
SOMMARIO MARZO 2017
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica della Marina Militare fondata nel 1954 Registrazione Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985 Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa
DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO
In copertina:
suggestiva immagine del sommergibile Scirè in navigazione.
REDAZIONE:
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO Per la collaborazione a questo numero si ringrazia Anna Romano dell’Università di Roma Tor Vergata e la sezione Cinefoto di Upicom. D IREZIONE E R EDAZIONE : Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina - Notiziario della Marina piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
PER LA COLLABORAZIONE
La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.
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L’editoriale
di Antonio Cosentino
Situation Report
Dynamic Manta 2017 di Alfio Alberto Gusmano
Federico Martinengo, la settima sorella di Emanuele Scigliuzzo
Medicina di combattimento di Anna Romano
Pronti sempre a osare l’inosabile di Anna Romano
La flotta subacquea italiana dal 1945 ai giorni nostri di Michele Cosentino
Scuola Navale Francesco Morosini, adesso è il tuo momento di Emanuele Bianchi
Il fronte di pietra di Desirèe Tommaselli
Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina: Marc’Antonio Bragadin di Desirèe Tommaselli
Sicurezza in mare: i limiti della navigazione dalla costa di Alessandro Lentini
Avvenimenti e curiosità in breve di Emanuele Scigliuzzo
Allenatori di Marina: Alessandro Torre di Emanuele Scigliuzzo
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Editoriale
I
di Antonio Cosentino
n un mondo in continua evoluzione, anche la comunicazione sta vivendo una profonda trasformazione. La comunicazione istituzionale è ormai saldamente riconosciuta tra i doveri dello Stato come mezzo strategico e non sussidiario, deve essere realizzata con professionalità e senza improvvisazione. Da qui l'importanza di garantire nella dimensione pubblica una presenza informativa di alto livello che svolga quell'opera di cerniera tra i fatti e la notizia nell'interesse di Voi lettori. Proprio per stare al passo con i tempi, per garantire quella comunicazione e per stare dentro la notizia, il Notiziario si presenta con una nuova veste grafica e uno stile più immediato e innovativo. Un nuovo modo per raccontare la vita della Forza Armata, nel rispetto delle regole deontologiche della professione. In questo numero focalizziamo l'attenzione sulla campagna di nave Carabiniere che, partita da La Spezia il 20 dicembre scorso, è chiamata ad un impegno tra Australia e sud-est asiatico per un’attività operativa di sorveglianza per garantire la sicurezza della navigazione, e con il compito di avviare relazioni con possibili partner commerciali. Proprio in questa ottica è prevista la partecipazione dell’Unità all’esposi-
zione Langkawi International Maritime and Aerospace Exhibition 2017. Riviviamo l’ultima missione del cacciatorpediniere Carabiniere nell’immediato post guerra e ripercorriamo la grande avventura del Duilio, vissuta alla fine degli anni 80, sulla stessa rotta della campagna appena partita. Giunta al 135° anniversario della sua storia, l’Accademia Navale è ancora oggi l’Istituto che, unendo innovazione e tradizione, forma giovani allievi ufficiali per il futuro della Forza Armata. Allo stesso modo la Scuola Navale Francesco Morosini contribuisce alla crescita di cittadini ispirandoli a valori quali lealtà e senso civico che spesso sembrano essere perduti. Ancora i valori al centro delle nostre pagine per raccontarvi le emozioni rinnovate della cerimonia di consegna dei brevetti ai nuovi Incursori. Inauguriamo in questo numero una nuova rubrica che ci accompagnerà per tutto il 2017, in cui presenteremo chi spesso lavora dietro le quinte per la costruzione di importanti successi: gli allenatori dei gruppi sportivi della Marina. Come sempre completano le nostre pagine le rubriche di storia e sulla sicurezza in mare. Buona lettura!
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oceano atlantico
mar
mar mediterraneo
Situation Report gennaio 2017
con la collaborazione della sala monitoraggio 3° Reparto - Stato Maggiore Marina
nero
Unifil
Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Personale Marina Militare.
Operation Inherent Resolve
Operazione di contrasto del terrorismo islamico. Gruppo Operativo Incursori.
Combined Maritime Forces
Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain) personale Marina Militare.
Resolute Support Mission
Missione Nato di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan. Gruppo Operativo Incursori e personale Brigata Marina San Marco.
M.F.O.
golfo arabico
Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran. Grupnavcost 10: pattugliatori Esploratore, Sentinella e Vedetta, personale Brigata Marina San Marco.
Eunavfor-Med
Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Portaeromobili Garibaldi, unità anfibia San Giorgio.
BMIS Gibuti
Base Militare Italiana di Supporto in Gibuti. Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta. Personale Marina Militare.
Operazione Mare Sicuro
Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali. Fregate: Bergamini (flagship), Margottini, Euro. Pattugliatori: Cigala Fulgosi, Cassiopea.
Vi.Pe. Costant Vigilance
Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori. Pattugliatore: Orione, Sirio. Corvetta: Driade,Chimera.
Joint Operation Triton
Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della U.E. sotto l’egida dell’agenzia Frontex.
South-East Asia & Australian Campaign nave Carabiniere.
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Uno sguardo oltre l’orizzonte
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Al via la campagna di nave Carabiniere verso l’Australia e il sud-est asiatico
di Giuseppe Lucafò
artita il 20 dicembre, dalla base navale di La Spezia, la Fregata Europea Multi Missione Carabiniere per la campagna navale che nei prossimi mesi vedrà l’unità della Marina Militare dirigere ben oltre il bacino Mediterraneo e raggiungere più di dieci porti tra l’Australia e il sud-est asiatico. L’obiettivo di questa campagna, come ribadito dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, nel corso della cerimonia di partenza tenutasi a bordo della nave è quello di “assicurare la presenza, la sorveglianza marittima, rafforzare le attività di cooperazione già in corso con alcuni alleati trans-regionali e avviare relazioni con nuovi potenziali partner, nell’alveo dei compiti istituzionali affidati alla Forza Armata”. La campagna toccherà i Paesi di Arabia Saudita, Australia, Indonesia, Malesia, Oman, Pakistan, Singapore e Sri Lanka. La sosta in Malesia vedrà la partecipazione della nave alla Langkawi International Maritime and Aerospace Exhibition 2017, la più importante esposizione del settore Difesa del Sud Est Asiatico. Nave Carabiniere sarà anche impegnata a
Nave Carabinere in navigazione verso l’Austrialia solca le onde dell’Oceano Indiano.
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svolgere attività addestrativa congiunta con le marine locali oltre a condurre attività di dialogo e cooperazione nonché di Maritime Capacity Building, conferendo alla campagna una importante valenza nel campo dell’assistenza e supporto umanitario. Nel corso del suo viaggio, come di consueto in occasioni del genere, nave Carabiniere promuoverà ad ampio spettro le eccellenze italiane attraverso l’organizzazione di eventi sociali, culturali e di promozione dell’immagine dell’Italia in collaborazione con le rappresentanze diplomatiche nazionali nei Paesi oggetto di sosta. La campagna di nave Carabiniere, che ha come leit motiv lo slogan “In avanti in anticipo verso il futuro blu”, riflette infatti una visione internazionale, europea e globale, che converge e tratteggia questo inizio di millennio come “secolo blu”. Quello della “crescita blu” è considerato un fattore chiave sui cui puntare per uno sviluppo sostenibile del nostro Paese in un contesto dove la marittimità rappresenta una risorsa fondamentale per la crescita commerciale, occupazionale e tecnologica. Un impegno quello di nave Carabiniere, considerata un gioiello dell’industria italiana della difesa, che si inserisce pertanto in un lavoro più ampio svolto al servizio del Sistema Paese dal personale della Marina e dalle navi della Squadra Navale e che prevede lo svolgimento di diverse attività
L’elicottero SH 90 in volo per compilazione RMP (recognized maritime picture) durante la navigazione verso l’Australia.
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Gli obbiettivi di questa Campagna sono il rafforzamento della cooperazione con altre marine, l’ avvio di relazioni con nuovi partner in aggiunta alla presenza e alla sorveglianza marittima. Inoltre in questa missione sono presenti interessi anche dal punto di vista dell’industria nazionale.
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Uno sguardo oltre l’orizzonte
addestrative e di relazioni internazionali, promuovendo ad ampio spettro le eccellenze italiane, attraverso l’organizzazione di eventi sociali, culturali e di promozione dell’immagine dell’Italia. In questa ottica il progetto, che vede la collaborazione di numerosi partner industriali tra cui Fincantieri, Leonardo, Elettronica MBDA Italia e Telespazio, costituisce quindi anche una vetrina internazionale per l'industria italiana, sostenendo il “sistema Italia”. E in occasione della cerimonia tenutasi a bordo prima della partenza, il capo di Stato Maggiore della Marina ha voluto personalmente sottolineare agli uomini e alle
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donne di nave Carabiniere l’importanza che questa missione riveste per tutto il nostro Paese “Da oggi e per i prossimi mesi sarete ambasciatori della cultura, delle tradizioni, delle radici, delle eccellenze italiane, dei prodotti ricercati nel mondo e porterete con voi un gioiello di tecnologia frutto della capacità, dell’esperienza, della professionalità delle nostre industrie, di come esse siano all’avanguardia e al passo con i tempi. Certamente questa unità è un vanto della nostra cantieristica navale e dell’industria, dei sistemi tecnologici di bordo che godono di grande prestigio nel contesto internazionale”. Un saluto particolare da parte dell’ammi-
raglio Girardelli è stato rivolto ai familiari, ai parenti, agli amici e ai conoscenti presenti per l’occasione “Il mio personale invito è di considerare questo momento di distacco dai vostri cari quale nuovo punto di partenza. L’attività di questo equipaggio è a beneficio della nostra comunità, per incrementare la stabilità e la sicurezza delle aree che toccheranno, del nostro orgoglio nazionale, della necessità di far conoscere alle popolazioni che incontreranno nel corso della campagna quanto l’Italia sia una nazione capace di esprimere non solo delle eccellenze tecnologiche ma soprattutto eccellenze costituite da uomini e donne di altissima professionalità, serietà
e competenza. Ognuno di loro sentirà sempre la vostra vicinanza, il vostro sostegno, la vostra silenziosa condivisione”. Dopo aver mollato gli ormeggi, la nave ha rivolto la prora verso sud lasciando il porto di La Spezia mentre una bandiera italiana veniva sventolata orgogliosamente in banchina da alcuni familiari, la stessa bandiera che a breve questa ambasciata itinerante porterà con sé in quei paesi dove, come ribadito all’equipaggio dal Capo di Stato Maggiore della Marina “riceverete anche la calorosa ed appassionata accoglienza da parte delle numerose comunità dei nostri connazionali che vivono e lavorano all’estero”.
In alto a sinistra: nave Carabiniere e l’unità della Marina dello Sri Lanka SLNS Samudura durante una manovra di affiancamento laterale. Accanto a destra personale di bordo durante l'approntamento per le operazioni di volo. In basso a sinistra la carta nautica utilizzata per l’approccio a Colombo; a seguire il CSMM ammiraglio Valter Girardelli a bordo dell’Unità prima della partenza per la missione. Sopra: il comandate Francesco Pagnotta in plancia durante l’uscita dal porto di La Spezia.
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L’ULTIMA MISSIONE
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di Andrea Tani
ella primavera del 1945 il cacciatorpediniere Carabiniere, al comando del capitano di corvetta Fabio Tani, è protagonista di una delle più interessanti e misconosciute missioni postbelliche di un’unità italiana. Si tratta di una dislocazione in Oceano Indiano del caccia come battistrada per un intervento navale italiano a fianco degli Alleati nella guerra contro il Giappone. Al tempo l’ipotesi era stata presa in considerazione dal governo di Roma su sollecitazione dei vertici della Marina, ed era vista benevolmente da Washington. La bomba atomica non era a conoscenza dei più, e si pensava che la guerra contro l’impero nipponico sarebbe stata ancora lunga e dura, almeno fino al 1948. Nel Pacifico occorrevano nuove risorse operative, e la Marina era l’unica forza armata italiana a disporne. Una cobelligeranza avrebbe anche permesso di superare più rapidamente la crisi postbellica della flotta, integrando tecnologie, armi e sensori innovativi e soprattutto favorendo l’accesso al ristretto club delle marine integrate con la US Navy, la più grande dell’epoca e di tutti i tempi. La missione del Carabiniere era cruciale in tale disegno, dovendo stabilire la fattibilità dell’intero progetto, per l’una e l’altra parte, e configurare limiti e vincoli. Si trattava di un specie di esperimento, con una valenza essenzialmente tecnica e operativa, volto a stabilire se le navi e gli equipaggi italiani fossero in grado di operare all’altro capo del pianeta, in un mondo professionale totalmente diverso, a fianco di combattenti duri, sperimentati e non molto compassionevoli, con i quali si erano scambiate cannonate fino a pochissimi anni prima, in tre anni di lotta cruenta anche se leale. L’atmosfera nelle basi inglesi dell’India e di Ceylon che la nave aveva raggiunto dopo Il cacciatorpediniere Carabiniere attraversa il canale navigabile del porto di Taranto in partenza per l’ultima missione nell’Oceano Indiano.
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1945: l’avventura del Carabiniere nell’Oceano Indiano
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L’ULTIMA MISSIONE
varie settimane di avventurosa navigazione era quella che si può immaginare: corretta e professionale, ma gelida. Erano poi gli americani a sponsorizzare l’arrivo della Regia Marina nel teatro Asia – Pacifico, non i britannici, che non vedevano certo di buon occhio, a casa loro, altre ingerenze che non fossero quelle inevitabili che già dovevano subire dagli yankee. Il comandante Tani se la cavò egregiamente, e con lui il suo caccia. Entrambi entrarono subitaneamente, dal punto di vista professionale, nella virtuale seconda metà del secolo XX, partecipando ad attività operative “live” e “drill”– portaerei, cooperazione aeronavale stretta, flessibilità spinta nella pianificazione, interoperabilità internazionale, etc. - che erano abbastanza fantascientifiche
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per marinai della prima metà del secolo, quali tutto sommato erano i prodi del Carabiniere. L’esperimento riuscì pienamente, ma la resa del Giappone pose tuttavia fine al progetto che era alla base della missione. Il caccia rientrò poco dopo in Italia, portandosi dietro alcune decine di prigionieri italiani dei campi di concentramento militari britannici. Alcuni evasi e nascosti a bordo, altri “concessi” a Tani dal comando britannico dal quale dipendeva, al posto di un orologio a 36 rubini con il quale la Royal Navy omaggiava i comandanti di navi ai quali non voleva/poteva dare riconoscimenti ufficiali (decorazioni, etc). Il Comandante aveva ovviamente rifiutato con ferma cortesia, chiedendo in cambio 36 connazionali in attesa di rientrare dai campi. Gli inglesi avevano
accettato, in un gentleman agreement al quale non doveva essere stato estranea la buona prova data dal Carabiniere nella cooperazione, e l’assenza di grane provocate dal suo equipaggio. Le basi indiane pullulavano infatti di marinai di ogni nazionalità e provenienza, e le occasioni per una scazzottata macroscopica o peggio non mancavano davvero. I prigionieri, dallo status giuridico molto incerto, furono sbarcati nottetempo, all’arrivo a Taranto, per evitare grane. Oltre a loro, il Carabiniere contribuì al ripianamento dell’abissale deficit della bilancia commerciale italiana del momento reintroducendo nel Paese quantità industriali di thè, pepe, caffè, sigarette americane (introvabili in Patria, salvo che al mercato nero), nonché qualche sacchetto di sterline oro
con le quali erano state saldate, tramite valigia diplomatica, le retribuzioni all’equipaggio. Last but not least, le preziose esperienze professionali acquisite nella missione furono rese note dal comandante allo Stato Maggiore di Roma e da questo attentamente valorizzate. Il corso della storia non era cambiato, ma la Marina aveva potuto sbirciare nella modernità da un posto in prima fila. Quello che è venuto dopo sarebbe accaduto comunque, dalla prontezza della ripresa post bellica alla rapidità con la quale la flotta italiana si pose in condizioni di cooperare in ambito NATO con le consorelle più avanzate, ma gli insegnamenti della missione del Carabiniere anticiparono forse un po’ questo recupero di scienza e coscienza.
Foto storica del cacciatorpedinere Carabiniere.
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ORA COME ALLORA di Antonio Cosentino
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ra il 21 luglio 1988 quando l’incrociatore lanciamissili Caio Duilio, nella sua qualità di nave scuola dell’Accademia Navale di Livorno salpò le ancore da Livorno con a bordo gli allievi della Seconda Classe per dare inizio alla Campagna d’Istruzione. Nella sua lunga navigazione, durata cinque mesi, il Duilio toccò i porti di tre continenti, percorrendo in Mediterraneo, Mar Rosso, oceano Indiano e Pacifico, 26.350 miglia e 1.792 ore di moto, visitando 16 porti. Durante la cerimonia di saluto all’equipaggio, l’allora capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Sergio Majoli, rimarcò il significato della missione per il Duilio “è una campagna degna di entrare nel novero, di quelle che verranno ricordate, essa segue l’antica regola della Marina italiana di navigare in tutti i mari del globo e di mostrare il tricolore sin nei più remoti Paesi e continenti”. Per quanto riguarda l’Australia la Marina manca dal 1956 quando l’incrociatore Montecuccoli con gli aspiranti della 3ª classe fece tappa nei porti principali del continente. Particolarmente significativo fu per l’equipaggio del Duilio raggiungere l’Australia in
Nave Duilio, con la scorta d'onore di cinquanta pescherecci italiani, si avvicina al porto di Fremantle (Austrialia).
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1988: l’avventura del Duilio nell’Oceano Indiano
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ORA COME ALLORA
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occasione dell’anno dedicato ai festeggiamenti del bicentenario del nuovo continente, ma soprattutto restò in loro la soddisfazione di aver trasferito un lembo della nostra Patria tra le comunità sparse, rinnovando in loro la fierezza delle origini. Durante le soste l’incrociatore, al comando del capitano di vascello Nicola Pavone, fu visitato da migliaia di persone, in gran parte nostri connazionali, protagonista la folta comunità italiana dei Marinai in congedo dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, come quella in prima fila di Adelaide. Le tappe Australiane risultarono importanti anche in funzione della World Expo andata in scena dal 30 aprile al 30 ottobre del 1988 a Brisbane, con un padiglione dedicato all’Italia.
Le tappe nelle località di Porto Sudan, Karachi, Bombay, Singapore, Surabaja, Darwin, Brisbane, Sydney, Melbourne, Adelaide, Perth, Freemantle, Djakarta, Diego Garcia, Mogadiscio, Jedda sono state mirate a consolidare i rapporti di collaborazione con i paesi dalle enormi potenzialità e come possibile interesse del mercato di espansione per la nostra industria.
I ricordi Il welcome di Perth è stato il più originale, a poche miglia dal porto il Duilio fu circondato da una cinquantina di pescherecci ed imbarcazioni private di italo-australiani che, tra uno sventolio di bandiere tricolori e musiche tradizionali italiane, fu scortato fino all’interno del porto di Fremantle.
A sinistra: nave Duilio in navigazione; in alto a sinistra: Adelaide (Australia), un'enorme folla attende pazientemente la visita a bordo dell’Unità; a seguire: il ministro della Difesa onorevole Valerio Zanone e il capo di Stato Maggiore della Marina Sergio Majoli in visita a bordo dell’Unità. Sopra: immagine di repertorio a bordo di nave Duilio.
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L’ACCADEMIA NAVALE
135 anni di tradizione e innovazione
Da allora ad oggi, l’Accademia, passata attraverso due conflitti mondiali, ha formato più di undicimila ufficiali.
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ispetto delle tradizioni, non solo ripetendone la formula ma esaltandone i significati aprendo gli orizzonti all’innovazione. Questa la politica di insegnamento all’Accademia Navale di Livorno, fucina dei giovani ufficiali della Marina Militare da oltre un secolo. Per l’esattezza 135 anni, compiuti il 6 novembre 2016. All’indomani dell’Unione d’Italia, nel 1861, e soprattutto per dare un’impronta comune alla formazione degli ufficiali, su iniziativa dell’allora ministro della Marina pro tempore, Benedetto Brin, vennero fuse le scuole di Napoli e di Genova. Come sede della Regia Accademia Navale venne scelta Livorno, e qui individuata la sede sulle vestigia del vecchio Lazzaretto di San Jacopo in Acquaviva. Da allora ad oggi, l’Accademia, passata attraverso due conflitti mondiali, e vedendo
Allievi dell’Accademia Navale di Livorno, indossano l’imbracatura di sicurezza, per salire sui pennoni del brigantino interrato Alfredo Cappellini.
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L’ACCADEMIA NAVALE
cambiare il proprio motto da “Per la Patria e per il Re” in “Patria e onore”, ha visto la formazione di più di undicimila ufficiali. Quest’anno sono stati in 193 a prestare solenne Giuramento alla Repubblica: 118 allievi ufficiali della 1ª classe del corso normale, 71 allievi ufficiali del 16° corso a ferma prefissata e 4 allievi ufficiali del 15° corso piloti di complemento, In tempi più recenti l’Accademia Navale ha aperto, inoltre, le porte a frequentatori di genere femminile, perfezionato l’iter formativo per ufficiali dei corpi tecnici e giuridico-amministrativi. Contestualmente, ha ottimizzato la formazione degli ufficiali di vascello con strumenti all’avanguardia, come il simulatore di plancia. Nel solco della tradizione, ma con un sempre rinnovato impulso all’innovazione, la missione dell’Istituto rimane indissolubile: forgiare nell’animo e nel fisico i futuri uffi-
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ciali di Marina, i Comandanti del futuro, i nuovi “professionisti del mare”.
In occasione del giuramento solenne per gli allievi dell’Accademia Navale che quest’anno ha visto protagonisti 193 ufficiali, il ministro della Difesa sen. Roberta Pinotti, ha ricordato le operazioni della Marina Militare portate a termine negli ultimi anni o ancora in corso, si è rivolta direttamente agli allievi: ”in questo momento decidete che volete mettere la vostra vita al servizio dello Stato e vi impegnate a difendere la Patria e le Istituzioni e quelli sono i vostri valori di riferimento: fedeltà, disciplina e onore. Io – ha aggiunto – non so il motivo che vi ha portato a prendere questa scelta, ma sappiate che avete intrapreso la strada che vi conduce a diventare professionisti del mare”. Prendendo la parola il capo di Stato Mag-
giore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ha sottolineato l’importanza dell’unione: “La Marina tutta è vicina ai 193 allievi per trasmettere quel senso di unione e rispetto tipico dei marinai. Questo legame ideale esprime la marittimità della nostra Nazione, che riconosce al mare la funzione vitale per lo sviluppo, fonte di benessere, congiunzione tra culture, fattore di progresso e prosperità. La marittimità è una, è la risorsa per il futuro”. Prendendo ad esempio il guardiamarina Marzio Pratellesi, che ha ricevuto oggi la Sciabola d’onore, riconoscimento concesso al momento del passaggio ad aspirante guardiamarina, all’allievo che è stato ininterrottamente primo nel corso nei tre anni di Accademia. La sciabola d’onore non veniva riconosciuta da quasi venticinque anni. L’ammiraglio Girardelli, anche lui sciabola d’oro ai tempi dell’Accademia, è certo
che la Marina, in quello che è considerato il secolo blu, potrà contare su questi giovani: “ho visto il suo sguardo determinato e deciso. La Marina sarà in ottime mani”. Rivolgendosi agli Allievi durante il suo discorso il contrammiraglio Ribuffo, comandante dell’Accademia Navale, ha evidenziato: “con il giuramento di fedeltà, compirete il primo grande passo per entrare a pieno titolo nella Forza Armata". "Gli insegnamenti accademici vi irrobustiranno il corpo e lo spirito e vi forniranno le conoscenze necessarie per assumere importanti incarichi a bordo e a terra. Voi rappresentate il futuro della Marina”.
Momenti di vita degli Allievi Ufficiali. L’atteso giorno del Giuramento, l’addestramento a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci.
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OPEN DAY
alla scoperta dell’Accademia Navale Considerata l’Università del Mare, offre un’opportunità formativa unica per investire da subito sul proprio futuro e diventare professionisti del mare.
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di Umberto Castronovo
er chi ha l’opportunità di accedere all’Accademia Navale di Livorno per un breve tour come quello vissuto lo scorso 21 gennaio da oltre 500 visitatori che hanno preso parte all’Open Day, si schiudono le porte di una realtà dall’aria aurea, che trasuda ancora oggi scorci di storia rimasti incontaminati nel tempo; un microcosmo o, se vogliamo, una palestra
di vita dove l’addestramento e la formazione professionale forgiano l’animo dei giovani allievi che, da comuni ragazzi della porta accanto ed attraverso un iter impegnativo ma ricco di soddisfazioni, spiccano il volo da Ufficiali della Marina Militare. Ufficiali dell’Accademia ed allievi, hanno accompagnato ed illustrato ai visitatori il complesso di Palazzo Allievi con il suo piazzale e lo storico Brigantino, Palazzo Studi con il simulatore di “plancia”, le aree dedicate alle scienze nautiche e le strutture sportive di Villa Chayes. Gli sguardi esterrefatti e curiosi sono stati i compagni di viaggio per grandi e piccini che, alla scoperta di locali storici e di spazi dedicati agli allievi all’interno dell’Istituto di formazione, hanno potuto constatare
inoltre, che qui è il tempo a governare rigidamente senza ritardi i ritmi delle attività giornaliere. Per l’anno 2017 sono 115 i posti a concorso per l’accesso alla 1^ classe dei corsi Normali dell’Accademia Navale di Livorno, il cui bando si chiuderà il prossimo 9 febbraio. Considerata l’Università del Mare, con sette corsi di laurea specialistica e svariati indirizzi professionali, offre un’opportunità formativa unica per ragazzi e ragazze che vogliono investire da subito sul proprio futuro per diventare professionisti del mare. Tra le attività degli Allievi Ufficiali non potevano mancare la pratica dello sport della vela e l’addestramento con le armi portatili, descritti dalle immagini. A destra alcuni momenti dell’Open Day.
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Morosini: Allievi Intrepidi di Marco Peruzzo
on il giuramento solenne avvenuto il 23 dicembre nell’aula magna della Scuola Navale di Venezia, di fatto è nato un nuovo capitolo nella lunga storia del Morosini. A testimonianza del valore che la Forza Armata riconosce a questo polo di eccellenza, la presenza del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli e del comandante delle Scuole della Marina, ammiraglio Salvatore Ruzzittu. Sessantasei allievi, di cui 28 ragazze, hanno giurato fedeltà alla Repubblica Italiana e alle Istituzioni e hanno gridato all’unisono il nome del corso: Typhoeus. Da oggi tra ognuno di loro e la realtà hanno interposto un filtro che li porterà a impegnarsi a vivere sotto l’egida dei Valori pro-
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pri delle istituzioni militari consacrando il proprio futuro sull’altare dell’onore e dell’assoluta fedeltà alla Nazione, come ha ricordato loro il Comandante della Scuola Navale Militare, capitano di vascello Massimo Fabbri. Il dottor Francesco Businaro presidente dell’Associazione Scuola Navale Francesco Morosini, durante il suo intervento ha citato le gesta di Salvatore Todaro, siciliano dal nome di assonanza veneta, emblema delle molte provenienze degli allievi riuniti nell’isola di Sant’Elena e straordinariamente attuale per i compiti che la Marina si trova a svolgere in questo frangente storico. Padrino del corso un illustre ex allievo, il contrammiraglio Massimo Vianello membro, dal 1976 al 1979, del corso Hydra.
Scuola Navale Francesco Morosini: il Corso Typhoeus giura fedeltà alla Patria. Dalle sue mani il capo corso ha ricevuto il vessillo recante nome e motto prescelti:“In Adversis Intrepidi” - ovvero “Intrepidi nelle avversità” – scelto per dichiarare la caparbia volontà di trovare la forza e il coraggio di superare ogni avversità della vita nel sentimento di comunione e di fratellanza tra compagni di Corso. L’ammiraglio Girardelli con il suo intervento ha sottolineato la responsabilità con cui la Forza Armata si fa carico nell’educare questi giovani affidati con fiducia dalle famiglie. Nelle sue parole forte lo sprone a far sì che la Scuola Navale sia una fucina di futuri cittadini, piuttosto che di futuri militari. Il Capo di Stato Maggiore ha ricordato come, per questi giovani che si troveranno
ad essere protagonisti di quello che è definito il secolo blu, l’imprinting della Scuola Navale Morosini debba costituire una sorta di viatico per affrontare ogni percorso di vita e perseguire i traguardi più ambiziosi, magari nell’alveo della marittimità che tanto significa negli equilibri economici, politici e sociali del Paese. Parole laiche che suonano come un invito rivolto ai ragazzi a cimentarsi nella società civile dove, oggi più che mai, è impellente il bisogno di avere dirigenti e lavoratori ispirati ai nobili valori che si coltivano tra le mura della Scuola Navale. Venezia, Scuola Navale Morosini, 23 dicembre 2016. Alcuni momenti della cerimonia del giuramneto del Corso Typhoeues.
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Emergenza centro Italia arrivano i Leoni
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EMERGENZA CENTRO ITALIA
l 18 gennaio 2017 torna a tremare il Centro Italia. Quattro le scosse, tutte con magnitudo superiore a 5.0, che si sono susseguite e che sono state percepite anche a Roma. Si tratta dello stesso sciame di scosse che interessa Lazio, Marche e Umbria dal 24 agosto. Nell’arco di un’ora, le regioni già colpite dai precedenti terremoti si trovano nuovamente gettate nel panico. Tanti gli edifici evacuati a Rieti e L’Aquila, mentre a Roma è stata chiusa la metropolitana e molte scuole. L’epicentro di queste nuove scosse, avvenute tra le 10.25 e le 14.33 si trova nella provincia de L’Aquila, a 9 km da Amatrice. Una la vittima, un uomo di 83 anni. A complicare la situazione anche il maltempo: l’Abruzzo, infatti, è stato colpito da una serie di nevicate e piogge eccezionali che hanno dato luogo a un vero e proprio stato di emergenza.
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In alcune località sono caduti oltre due metri di neve ed il vento ha creato accumuli di neve fresca alti fino a tre metri. Il fiume Pescara ha rotto gli argini, a seguito delle forti piogge, e la città abruzzese è rimasta allagata in più punti. Interi paesi sono rimasti senza energia elettrica a causa dei danni alle linee causati dal gelo e dalla neve. Numerose le strade bloccate dalla neve, che hanno messo in difficoltà la circolazione. Un’ulteriore tragedia è poi avvenuta in provincia di Pescara, nel comune di Farindola, dove l’hotel Rigopiano è stato spazzato via da una valanga. L’ipotesi degli esperti del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico è che all’origine della valanga ci fossero proprio le scosse di terremoto registrate nell’Aquilano. Il bilancio ufficiale è di 27 vittime e 2 dispersi.
Sono in tanti in questi giorni ad intervenire per portare aiuto alle popolazioni del centro Italia, prima colpite dal terremoto e poi in questa ultima settimana da una ondata di mal tempo senza precedenti, che ha ricoperto l’intera zona di neve. Tragedie nelle tragedie si sono abbattute su quanti vivono in questi luoghi e quanti invece, avevano deciso di trascorrere una vacanza per godere delle bellezze paesaggistiche della zona. Le Forze Armate, già presenti sul territorio per l’emergenza terremoto, hanno rinforzato l’intervento di tutti gli altri Corpi dello Stato e delle Organizzazioni non governative, intente ad aiutare e salvare la vita di chi è rimasto bloccato sotto la neve. Chi non è fisicamente sul posto lo è con il cuore e con la mente, attaccato al televisore per seguire i bollettini di aggiornamento. Nella tragicità dell’evento, si riesce
ancora a gioire per quanti sono estratti vivi dalle macerie dell’hotel Rigopiano, completamente sepolto da una valanga. Allo stesso tempo si piange per chi invece non ce l’ha fatta. I Vigili del Fuoco hanno dato dimostrazione di grande efficacia nel raggiungere e riportare alla luce uomini, donne e bambini rimasti sepolti dalla neve. Le prime parole di conforto e le prime calde carezze le hanno date loro. Ognuno di noi vorrebbe essere lì e dare il suo contributo, aiutare, salvare, portare un sorriso o una parola di incoraggiamento. Il cuore degli italiani quando serve è sempre pronto ad aprirsi per aiutare chi soffre, questo rende il nostro Paese un grande Paese. La Marina Militare, al fianco dei colleghi delle altre Forze Armate, è presente con una aliquota della Brigata Marina San Marco. Uomini e donne che operano al fianco di
L’Italia migliore vicina alle popolazioni del centro Italia
I mezzi della Brigata Marina San Marco impegnati per ripulire le strade dalle neve. Nella foto in alto il ministro della Difesa, senatrice Roberta Pinotti, durante una visita al personale della Brigata Marina San Marco, in occasione delle festività natalizie.
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EMERGENZA CENTRO ITALIA
Numerosi sono stati gli inviti, i gesti di gratitudine verso il personale militare, soprattutto le tante persone anziane, che hanno visto i militari come “angeli scesi dal cielo”.
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tutti per restituire un minimo di vivibilità a queste genti. Arrampicati sui tetti, per le strade, con una pala e i mezzi spazzaneve, gli uomini della Brigata San Marco sono impegnati a restituire la viabilità e a preservare l’agibilità delle abitazioni. I militari del San Marco partecipano alle operazioni fin dalle prime ore. In questi ultimi giorni la Marina Militare, insieme alle altre Forze Armate e sotto il coordinamento della Protezione Civile, è a lavoro per alleviare i disagi causati dal nuovo sciame sismico e dalla concomitante eccezionale ondata di maltempo che ha investito l’Italia centrale. Dalle prime ore dell’emergenza, i militari
della Brigata Marina San Marco, già in area dopo gli eventi sismici susseguitisi a partire dallo scorso agosto, sono a lavoro nei comuni di Muccia (MC) e Acquasanta Terme (AP). Ottantadue militari del San Marco, addestrati anche a muoversi in ambiente montano e boschivo, stanno operando in condizioni di estrema difficoltà, senza sosta, per portare assistenza alle famiglie isolate, supportare gli abitanti delle frazioni coinvolte dal grave maltempo e ripristinare la viabilità stradale. Il San Marco opera con tredici mezzi ruotati leggeri per trasporto personale e la ricognizione, undici mezzi pesanti per supporto logistico, una autobotte, una autocisterna, tre ruspe di cui due mini-pale
cingolate. I mezzi a disposizione degli uomini assicurano ampia flessibilità in particolare, le ruspe più piccole consentono di intervenire su tutti i tipi di terreno e ripristinare la viabilità anche nelle strade minori. Uomini, mezzi, professionalità e competenza sono le risorse messe in campo dalla Marina Militare impiegati non solo per compiti istituzionali, ma anche a supporto della collettività. L’intervento della Brigata Marina San Marco evidenzia come le risorse della Forza Armata siano flessibili e impiegabili in un’ampia gamma di attività a favore della collettività, come le calamità naturali, non solamente sul mare e dal mare ma anche su terra.
Gli uomini della Brigata Marina San Marco, impegnati con mezzi spazzaneve a sostegno della popolazione civile.
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PER POCHI MA NON PER TUTTI
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di Antonio Cosentino
Se si raccoglie la sfida, si può dimostrare quel carattere, equilibrato e determinato, che ieri permetteva al Comandante dei Mezzi d’Assalto di selezionare l’Ardito tra due aspiranti e che, ancora oggi, può trasformare un giovane in un Incursore.
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empre la stessa ma ogni volta capace di generare emozioni nuove e forti: è la cerimonia della consegna del basco verde ai nuovi incursori, sensazioni che il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ha voluto sottolineare nel suo intervento legandole in particolare al momento della lettura del decalogo degli Arditi Incursori. Il 23 gennaio dieci nuove unità sono en-
trate in questo corpo speciale che costituisce, “uno strumento pronto, efficace, vincente, integrato sia con le altre componenti della Marina, sia, soprattutto, con quelle delle altre Forze armate e capace di assolvere i compiti istituzionali affidati, forte dell'esclusività e competenza sull'aspetto marittimo delle operazioni, unico nel suo genere e patrimonio di tutti”, queste le parole nell’intervento del capo di Stato Maggiore della Marina Valter Girardelli. Le stesse doti, ha poi continuato l’ammiraglio Girardelli, “sono a disposizione della collettività e non solo per gli impieghi operativi; saper svolgere gli impieghi operativi genera la capacità di svolgerne altri. Mi riferisco alla capacità di operare sot-
t'acqua anche a grandi profondità, di effettuare ricerca e soccorso, di bonificare i fondali, di innovare la medicina subacquea, di dare impulso alla intrinseca vocazione duale che da sempre contraddistingue chi opera in mare”. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Giuseppe Graziano ha voluto ringraziare tutti i militari di tutte le Forze Armate impegnati nel soccorso alle popolazioni riferendosi al difficile momento che sta vivendo il centro Italia. All’inizio del duro percorso formativo iniziato un anno fa erano in ventidue, solo dieci sono riusciti ad arrivare al sospirato brevetto grazie alla forza e alla determinazione che contraddistingue ogni Incursore.
Varignano, 23 gennaio 2017. Momenti salienti della cerimonia della consegna dei brevetti ai nuovi incursori.
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La Regia Marina e la Grande Guerra
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di T.D.
n merito alla prima guerra mondiale, il noto storico Mario Isnenghi afferma che nei volumi sulla storia italiana sono poche le pagine dedicate alla guerra sul mare nonostante essa abbia avuto un peso determinante nelle sorti del conflitto. La produzione di San Marino RTV ha voluto dare il proprio contributo alla divulgazione di questo aspetto meno noto, benché decisivo, di quella storia producendo tre documentari dedicati al ruolo svolto dalla Marina nella Grande Guerra. Venezia la regina, Brindisi la sentinella e Roma la rete: questi i titoli dei prodotti audiovisivi che individuano i tre luoghi strategici della Forza Armata per la conduzione delle ostilità. Da questi luoghi parte la narrazione della Guerra condotta dalla Marina nelle tre dimensioni: acqua, terra, aria. Grazie ai materiali storici fotografici e filmografici della Marina, San Marino RTV ha sviluppato un racconto in tre tappe che
Presentati a Palazzo Marina i documentari prodotti da RTV San Marino sul ruolo svolto dalla Forza Armata nel primo conflitto mondiale
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sintetizzano quello che è stato lo strategico contributo della Forza Armata al positivo esito del conflitto. Un discorso fatto anche di continui rimandi al presente poiché fu proprio in quel conflitto che la Marina assunse la complessità di articolazioni e di competenze che ancora oggi la caratterizzano. I documentari storici sono stati presentati l’11 gennaio scorso nella Biblioteca Centrale di Palazzo Marina, l’edificio che, inaugurato nel decennale della fine della Prima Guerra Mondiale, fu concepito, nel suo programma iconografico, come il manifesto della vittoria italiana sul mare nella Grande Guerra. L’evento, che si è svolto alla presenza del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, e del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ha visto la partecipazione dei capi di Stato Maggiore delle altre Forze Armate, dei rappresentanti dei Co-
mandi Generali di Carabinieri e Guardia di Finanza, del Comandante generale delle Capitanerie di Porto e delle autorità militari e civili. Nel suo intervento, il generale Graziano ha sottolineato come “le lezioni apprese dalla storia, ci hanno insegnato che è fondamentale evitare duplicazioni e perseguire l’interforzizzazione”, e che gli interventi della Marina Militare durante la Grande Guerra, per il supporto alle operazioni terrestri, sono stati i primi esempi di spirito interforze. L’ammiraglio Girardelli ha fornito un inquadramento generale sull’attività svolta dalla Marina nel corso della Grande Guerra, un conflitto in cui le nuove tecnologie hanno avuto un rapido sviluppo grazie al sostegno e alla lungimiranza dell’ammiraglio Thaon di Revel che, in qualità di capo di Stato Maggiore della Marina e di Comandante in Capo della Piazza di Venezia, ha saputo adattare lo strumento aeronavale alle necessità del momento.
La conferenza, aperta dal capo dell’Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina, contrammiraglio Fabio Agostini, e condotta dal giornalista Tiberio Timperi, ha visto anche gli interventi del dottor Carlo Romeo, Direttore Generale di San Marino RTV, del capitano di vascello Giosué Allegrini, capo dell’Ufficio Storico della Marina, del dott. Enrico Cernuschi, storico navale e autore di numerose pubblicazioni di settore e della dottoressa Desirée Tommaselli, storica dell’arte dell’Università di Roma Tor Vergata. I documentari, realizzati in collaborazione con l’Ufficio Storico della Marina, rientrano nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari d’interesse nazionale.Trasmessi da San Marino RTV il 13 gennaio alle 21.10, sono disponibili sul canale youtube della Marina Militare.
Roma, 11 gennaio 2017. Biblioteca di Palazzo Marina, alcuni momenti della presentazione.
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TENDER TO NAVE ITALIA dieci anni di SOLIDARIETA’
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In dieci anni nave Italia ha percorso 33.381 miglia, sono stati realizzati 214 progetti a favore di 4.205 ragazzi
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di Emanuele Scigliuzzo
a Fondazione Tender to Nave Italia Onlus nasce a febbraio del 2007 dall’unione di intenti tra la Marina Militare e lo Yacht Club Italiano, per la realizzazione di progetti dedicati a persone affette da disabilità o disagio. La missione della fondazione è la continua sfida ai pregiudizi, la ricerca e la valorizzazione delle qualità nascoste, il sostegno per aiutare a superare limiti che condizionano l’esistenza di giovani considerati “diversi” e aumentare la consapevolezza del valore di ogni essere umano. Attraverso il mare e le sue regole, la vita di bordo e in particolare la navigazione a vela in cui integrazione e
socializzazione sono fondamentali per navigare, la fondazione e la Marina Militare intendono raggiungere gli obbiettivi prefissati accogliendo le varie associazioni a bordo di un gioiello del mare: nave Italia. La nave realizzata nei Cantieri Navali di Danzica nel 1993, fu battezzata come “Swan Fan Makkum” ovvero “il cigno della città di Makkum”, un piccolo paesino di pescatori in Polonia dove ha sede la Wylde Swan Makkum, la società di navigazione del primo armatore del brigantino più grande al mondo. Lunga 61 metri e larga poco più di 9, nave Italia ha una superficie velica di 1.300 mq ed un albero di maestra alto 44.60 metri, armo classico a “brigantino goletta” e con il suo stile ottocentesco conquista tutti quelli che incrociano la sua rotta. Dopo aver veleggiato per le Antille attraversando l’Atlantico per ben 13 volte, il 9 ottobre del 2006 ormeggia a Genova, fortemente voluta dal Presidente dello YCI Carlo Croce.
A bordo dell’imbarcazione il 10 gennaio del 2007 viene costituita la fondazione Tender to Nave Italia Onlus, il 19 marzo la conduzione dell’Unità, che entra a far parte della Squadra Navale, viene affidata alla Marina Militare che ne costituisce l’equipaggio. Il 6 aprile del 2007, “il cigno”, come viene definita la nave per la sua polena, spiega le ali e parte per la sua prima missione. In questi dieci anni nave Italia ha percorso 33.381 miglia, sono stati realizzati 214 progetti, sono stati ospitati 1.204 persone tra professionisti e personale volontario che hanno seguito i progetti di cui hanno beneficiato 4.205 ragazzi. Numeri importanti soprattutto se consideriamo che le campagne di solidarietà di nave Italia sono concentrate nei periodi estivi. Emozioni, speranza, sorrisi ed esperienze indimenticabili: “Tender to nave Italia” ha dato tutto questo nel corso dell’ultimo decennio e continuerà a farlo ancora per molti anni.
Alcuni momenti in cui personale di bordo intrattiene i giovani dell’associazione con la spiegazione ed i disegni dei più svariati nodi marinari.
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Mai dimenticare la sicurezza: in navigazione e durante l’ormeggio e il disormeggio le cime non vanno mai avvolte intorno alle mani
SICUREZZA IN MARE i nodi e l’ormeggio
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nodi marinari rappresentano una conoscenza base per chiunque vada per mare, che sia per una gita in barca o per lavoro, e sono essenziali per una navigazione sicura e corretta. Ogni nodo è fatto quasi sempre per una determinata situazione e potrebbe essere inutilizzabile in altre. È necessario quindi, oltre al saper fare e disfare il nodo con sicurezza anche al buio, anche sapere quando se ne utilizza uno e non un altro. I nodi che si usano in barca devono essere:
testo a cura di Alessandro Lentini
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• facili e rapidi da fare nelle diverse situazioni che si possono presentare in navigazione o in porto; • facili da sciogliere anche dopo essere stati sottoposti a forte tensione; • non si devono sciogliere durante il “lavoro”. Il lavoro di un nodo in barca, in genere, è costellato in una lunga serie di “tensioni” e “allentamenti”. Ci sono alcuni libri che riportano anche un ciclo medio di tensione-allentamento per ogni nodo come nel Book of Knots (Libro dei nodi) di Clifford Ashley, uno dei maggiori esperti di nodi della storia. Ogni nodo è sottoposto ad una certa tensione che limita la resistenza della cima con cui è fatto, per questo il nodo dovrà essere scelto in base all’attività che dovrà svolgere. I nodi più utilizzati sono: la gassa d'amante, il nodo di galloccia, nodo parlato, nodo a otto o Savoia, nodo di scotta o di bandiera, nodo di scotta doppio, nodo piano, nodo di bozza. Altra fase essenziale alla navigazione è quella dell’ormeggio. Per ormeggiare servono almeno due punti fermi perché la barca sia assicurata in porto: uno a poppa e uno a prua. Esiste anche la possibilità di utilizzare una catena fissata ad un pesante blocco di cemento davanti al posto di ormeggio, il famoso corpo morto. I corpi morti si presentano in varie versioni, ma tutte hanno in comune un pic-
La fase di ormeggio potrebbe richiedere assistenza da terra o da mare in base alla grandezza della barca
colo galleggiante che permette di recuperare la cima di ormeggio. Talvolta invece del gavitello c’è una boa: è molto più solida del gavitello e l’ormeggio avviene direttamente all'anello sopra la boa, mediante un cavo passato a “doppino”. La fase di ormeggio potrebbe richiedere un aiuto da terra o da mare in base alla grandezza della barca, alla difficoltà dell’ormeggio e alle condizioni meteo-marine; l’assistenza da terra prevede che le cime di ormeggio lanciate dalla barca siano assicurate ai punti fermi dal personale addetto. L’assistenza dal mare può essere avvenire sotto forma di “spinta” da parte di gommoni o rimorchiatori verso la banchina nei casi di ormeggio laterale. Una volta ormeggiati può capitare di dover spostare la barca avanti o indietro senza
per questo dover disormeggiare: questa operazione si chiama “tonneggiare”. Prima di iniziare la manovra di ormeggio vanno posizionati i parabordi in modo che lo scafo non strisci contro la banchina o altre barche. Mai dimenticare la sicurezza: in navigazione e durante l’ormeggio e il disormeggio le cime non vanno mai avvolte intorno alle mani! Per ultimo una nota di cortesia: se la bitta dove dobbiamo ormeggiare la nostra barca fosse già occupata da un'altra imbarcazione, utilizzeremo la gassa di cortesia fissando la gassa per il nostro ormeggio sulla bitta passando da sotto e all’interno di quella già presente. In questo modo entrambe le barche potranno togliere gli ormeggi indipendentemente.
vignette a cura di Paolo Giannetti
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a cura di Emanuele Scigliuzzo
avvenimenti e curiosità in breve
CAMBIO AL VERTICE DELL’OPERAZIONE MARE SICURO
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Dopo circa due mesi di attività, l’ammiraglio Enrico Pacioni ha lasciato il 27 dicembre scorso il comando dell’operazione Mare Sicuro, passando il testimone all’ammiraglio Alberto Maffeis. La cerimonia si è svolta sul ponte di volo della Fregata Virgilio Fasan ormeggiata al molo Nato di Augusta alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio Donato Marzano. Nell’arco di questi due mesi di Operazione, si sono alternate circa dieci unità e sono state effettuate oltre 3000 ore di moto. Nell’occasione, nave Fasan ha lasciato a nave Mimbelli il ruolo di flagship. (foto1 e 2)
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PRIMO MH-90 ALLA STAZIONE ELICOTTERI DI LUNI
Consegnato al 5° gruppo elicotteri di Sarzana il primo di dieci elicotteri del programma MH-90, un mezzo realizzato con caratteristiche specifiche all’impiego sulle unità navali e con le peculiarità degli NH-90 impiegati in missioni di terra. La destinazione d’uso per questi veicoli non sarà solo i compiti multiruolo e duali a cui la Marina è chiamata, ma anche di supporto alle operazioni anfibie della Brigata Marina San Marco. La cerimonia si è svolta alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, del comandante delle Forze Aree, contrammiraglio Giorgio Gomma e del capo della Divisione Leonardo Elicotteri dott. Daniele Romiti. (foto3)
OSSIGENO TERAPIA A SERVIZIO DEL PAESE E’ scattata per la prima volta nel 2017 la macchina d’emergenza per l’ossigenoterapia dell’ospedale “SS Annunziata” di Taranto. La richiesta, alla quale ha risposto personale della Marina e medici specialistici della Asl è stata attivata dai medici del pronto soccorso la sera del 2 gennaio. Le cure dell’impianto iperbarico, sono state necessarie per dare assistenza ad un uomo di 50 anni e ai figli di 18 e 9 anni e alla figlia di 13, rimasti vittima di un’intossicazione da monossido di carbonino. (foto 4)
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SIGLATA CONVENZIONE CON ANMI Il 31 gennaio è stato siglato un accordo tra la Marina e l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia con lo scopo di costruire una comunicazione istituzionale comune per trasmettere i valori del mare. "La comunicazione è anche tramandare i valori e dare il giusto significato a quella che è stata la nostra storia" queste le parole del capo dell’Upicom, ammiraglio Fabio Agostini. Il presidente dell’Anmi, ammiraglio Pagnottella ha dichiarato nel suo intervento: "Ecco cos'è la nuova ANMI: un movimento di opinioni che insieme alla Marina, a fianco della Marina, ha l'intenzione di far capire ai giovani, governanti, politici qual è il valore della cultura del mare". (foto 5)
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LA FEDERAZIONE DEL MARE INCONTRA LA MARINA
Si è svolto presso il Comando in Capo della Squadra Navale un incontro tra la Federazione del Sistema Marittimo Italiano (Federazione del Mare) e i vertici della Forza Armata. La visita ha lo scopo di sviluppare nuove sinergie per incrementare sicurezza in ambito marittimo. Continuano cosi le attività istituzionali della Marina nel millennio del “secolo blu”, per uno sviluppo sostenibile per la marittimità che rappresenta, una risorsa fondamentale anche in termini occupazionali. Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, ha sottolineato ancora una volta l’importanza della cultura marinara, asupicata anche dal presidente della Federazione del Mare Paolo D’Amico. (foto 6)
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LA MARINA PRESENTE AL MOTOR BIKE Nell’ambito delle iniziative che la Marina ha messo in atto per incontrare i giovani interessati ai concorsi attualmente disponibili per l’arruolamento, rientra anche la partecipazione al Motor Bike di Verona. Dal 20 al 22 gennaio scorso migliaia di visitatori hanno animato un evento ricco di passione, la stessa che gli uomini della Forza Armata mettono in atto quotidianamente nel proprio lavoro. Consulta la pagina eventi pubblici sul sito www.marina.difea.it per scoprire le prossime iniziative a cui la Marina Militare sarà presente. (foto 7 e 8)
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fase 2
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UN FISICO “speciale”
rubrica a cura del Gruppo Operativo Incursori
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ggi vedremo un altro esercizio che potrà risolvere il problema dell’allenamento in mancanza di idonee attrezzature e spazi angusti. I pull-up, le trazioni, effettuate a corpo libero, sono l’esercizio multi articolare per eccellenza per l’allenamento della catena muscolare posteriore (adduzione-tirata). Sono estremamente impegnative nella loro esecuzione biomeccanica ma permettono di migliorare in modo sorprendente il controllo del proprio corpo e dei parametri qualitativi e quantitativi quali la forza, la resistenza e la forza resistente. In questo esercizio coabitano efficienza e difficoltà! I pull ups non sono modulabili: per completarli bisogna sollevare tutto il peso corporeo! Quest’ultima caratteristica è anche un limite. Per accedervi si deve essere dotati di una sufficiente forza di partenza. Vedremo comunque che, con alcune varianti e un’adeguata progressione, l’ostacolo iniziale potrà essere superato non senza una buona dose di dedizione. Fase 1 La presa deve essere poco più larga delle spalle o alla stessa larghezza, e può essere prona (palmo delle mani in avanti), supina (palmo delle mani verso il volto), mista (una mano prona ed un supina) o parallela/neutra (palmi
delle mani che “si guardano”). Nella posizione iniziale tenere sempre ben contratta la muscolatura scapolare: petto in fuori, scapole addotte e spalle basse. Le braccia devono essere tese. Fase 2 Contraendo gran dorsale, spalla, tricipite (capo lungo), adduttori delle scapole, trapezio, muscolatura profonda del dorso, insomma un po' tutta la schiena, si porta la sbarra al petto. Il mento deve almeno superare la sbarra. Immaginate di spingervi all’indietro come se voleste tirare giù la sbarra, in modo da attivare al meglio il gran dorsale. Nel particolare, la fascia muscolare coinvolta è: dorsale- trapezio- bicipite- elevatori della scapola (romboide), avambraccio (lungo supinatore). La muscolatura delle spalle, quella paravertebrale e il core, invece, si attivano in funzione stabilizzatrice/anti oscillatoria del tronco/gambe. E’ importante non fossilizzarsi su una sola tipologia di presa ma impiegarle tutte (pronasupina- mista- parallela) Fase 3 Controllando la discesa si ricerca la completa distensione delle braccia. Come avevamo accennato in precedenza, chi non ha la forza di eseguire una trazione alla
fase 3 sbarra può avvalersi di movimenti progressivi più facilmente gestibili. Questi esercizi, condizionano il corpo in modo efficace e possono essere tranquillamente utilizzati come movimenti a sé stanti per la muscolazione. Possono altresì costituire quel ponte che viene istituito per aiutarci ad arrivare alle trazioni verticali classiche. • Pulldown inversi a corpo libero Posizionandosi a terra con il corpo orizzontale si afferra una sbarra; la presa è la stessa di quella utilizzata per la panca piana; si tira il corpo terminando il movimento con la sbarra che tocca il petto, all’altezza dei capezzoli. Le tirate inverse sono uno straordinario “esercizio-movimento” per la catena posteriore di tirata/orizzontale. sono utilizzate da tutti i ginnasti che lo rendono difficoltoso aggiungendo vest con sovraccarichi o/e poggiando i piedi su una palla d’instabilità. • “Trazioni Isometriche” Insieme alle tirate inverse, si può utilizzare la tecnica “isometrica”. Ci si può avvalere di una panca posta sotto la sbarra per andare in posizione finale del movimento concentrico. Una volta raggiunto questo set-up, non si deve effettuare nessun movimento ma rimanere in posizione. Cercare di mantenere la posizione il più pos-
sibile. E’ consentito abbassarsi per tutto il range negativo della trazione, mantenendo comunque una corretta postura isometrica fino al cedimento muscolare. Lo scopo è migliorare il tempo di tenuta isometrica che avrà un transfer funzionale sulla forza resistente concentrica/eccentrica e sulla forza dell’apparato avambraccio-mano che rappresentano, in questo esercizio, uno degli anelli più deboli. Dato che uno dei principi cardini dell’allenamento funzionale recita “Siamo forti quanto l’anello più debole”; è evidente l’importanza che deve essere rivolta alla forza di tenuta (isometrica). Schema: es. effettuare in 5’ più serie possibili di tenute isometriche • Allenamento eccentrico Si dovrà curare solo la fase di discesa che verrà effettuata lentamente, circa 3”- 5”. Terminata la fase negativa del movimento, si utilizza una panca per posizionarsi sulla sbarra e ripetere come prima. • Trazioni con salto Un altro metodo utilizzato una volta che si ha una buona forza eccentrica ma non si riesce ancora ad effettuare una trazione completa, è quello delle trazioni con salto. Posizionandosi sotto la sbarra, effettuare un salto per afferrare in modo coordinato la sbarra e, senza sosta, sfruttare l’energia dinamica del salto per completare la fase concentrica. A quel punto, abbassandosi, si poggiano i piedi per terra e si riparte con lo slancio, così fino a completare tutte le trazioni possibili mantenendo sempre la corretta gestione della tecnica. Anche in questa metodologia è possibile inserire il metodo eccentrico. N.B.- Con il miglioramento della forza di tirata si possono aggiungere fasce elastiche per aiutare la fase concentrica. Per il miglioramento delle performance (intensità/resistenza) si potranno aggiungere invece dei sovraccarichi (giubbotto zavorrato o cintura da sovraccarico posizionata sulle anche). Idee per un training • miglioramento dei parametri di Forza: es: da 6 a 10 serie; da 3 a 6 ripetizioni per serie; recupero completo (utilizzare sovraccarichi) • miglioramento dei parametri di Forza/Resistente es: da 3 a 5 serie; ripetizioni massimali a cedimento per ogni serie; recupero incompleto (esempio: EMOM - “Every Minute On the Minute”) • miglioramento dei parametri di Forza/Resistente con componente di Resistenza anaerobica lattacida (recupero completo/incompleto) es: Complex 1; pull-up + burpee (Tabata; Amrap 10’) es: Complex 2: pull-up + 400 mt di corsa (Amrap 15’)
Come sempre, le proposte di workout sono solo alcune delle innumerevoli combinazioni che si possono adottare. L’importante è mantenere una precisa tecnica esecutiva e avere come riferimento il rispetto delle proprie capacità.
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Allenatori di Marina GIOVANNI LEPORE
di Emanuele Scigliuzzo
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priamo questa nuova rubrica, che intende far conoscere gli allenatori dei gruppi sportivi della Marina Militare, con il primo maresciallo lugotenente Giovanni Lepore, responsabile del settore di punta della squadra di canottaggio. Un inizio di carriera nel settore amministrativo della Forza Armata, poi la svolta: Come è iniziata la sua avventura da allenatore in Marina? Nel 1991 partecipai al concorso per la categoria Ismef (Istruttore Marinaresco Educatore Fisico), che mi permise di intraprendere la carriera di allenatore. Iniziai come atleta, negli anni ottanta praticando il canottaggio in una sezione giovanile della Martina Militare a Taranto. La Marina Militare ha indetto un con-
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corso per formare nuovi Istruttori, cosa vuol dire essere un allenatore con le stellette? La nostra Forza Armata è in continua evoluzione. Essere un allenatore con le stellette oggi è motivo di continuo aggiornamento, un istruttore/educatore fisico deve essere preparato e capace di motivare i propri atleti. Un lavoro, quello dell’allenatore, da svolgere a 360 gradi e con passione. Per quello che mi riguarda, posso dire di essere stato supportato dalla Marina Militare per il raggiungimento di importanti traguardi di tipo professionale. Il suo percorso da tecnico l’ha portata a raggiungere traguardi importanti: qual è il segreto? Non ci sono segreti particolari, la differenza è data dalla capacita che ognuno di noi ha di applicarsi e
Allenatori di Marina, una nuova rubrica che ci permetterà di conoscere i nostri tecnici attraverso le loro emozioni, esperienze e successi sportivi. Figure professionali e carismatiche capaci di trasmettere agli atleti la forza e la determinazione per il raggiungimento degli obbiettivi.
in questo numero Giovanni Lepore
di perseverare avendo un obiettivo ben chiaro. Obiettivo è un termine che preferisco a traguardo poichè il traguardo rappresenta, per me, la fase finale ed ultima di un progetto. Per raggiungere obiettivi importanti bisogna capire cosa si è disposti ad investire di se stessi, quali sacrifici si è diposti a compiere, esplorare territori dove altri non si sono mai spinti, tollerare la frustrazione in momenti difficili. Il canottaggio è uno sport faticoso, seppur praticato ad alti livelli non porta alle luci della ribalta a meno che non si conquisti una medaglia alle olimpiadi, perché l’ha scelto? Il canottaggio di vertice oggi è uno sport che non lascia spazio a duplici interpretazioni: per ottenere risultati in campo internazionale devi dedicarti con professionalità estrema. Un programma di allenamento di vertice è qualcosa che mette a dura prova atleti ed allenatori, non conosce feste o giorni di riposo. Uno sport cosi lo scegli perché ne resti affascinato. Indipendentemente dal livello agonistico praticato, un canottiere resta tale per tutta la vita, è qualcosa che ti porti dentro per sempre. Non scegli una disciplina sportiva perché pensi alle "luci della ribalta", la scegli perché la senti come un vestito quando ti sta bene addosso e poi non possiamo mica essere tutti calciatori. Del resto ci sarà un motivo se Oxford e Cambridge
hanno scelto il canottaggio... Quali sensazioni ha provato il giorno della vittoria del Bronzo oilmpico di Abagnale? Questa è una domanda che mi hanno fatto in molti, forse la più difficile. Le medaglie conquistate sono state il frutto di un importante lavoro di staff. E’ complicato parlare di ciò che ho provato perché è qualcosa di molto intimo, una gioia interiore, un momento surreale vissuto con pacatezza, qualcosa che porterò per sempre dentro. Prima di entrare nello stadio Maracanà, dove la Squadra Olimpica Italiana ha sfilato, ho stretto la bandiera che avevo e che ho tenuto sempre con me per tutta la durata delle olimpiadi, ed ho avuto un forte pensiero per la mia famiglia che in questo percorso mi ha supportato e sopportato, per la Marina Militare, senza la quale tutto questo non sarebbe stato possibile, per i miei collaboratori e colleghi di Sabaudia e per chi mi è stato vicino. E’ diventato il responsabile del "settore di punta” della Federazione Italiana Canottaggio: quali sono le pressioni di un allenatore che allena a questi livelli? Più che di pressioni parlerei di giuste tensioni, di una continua ricerca e feedback costante che alleantore ed atleta devono avere, uno scambio continuo di informazioni, percezioni, stati d'animo convogliate verso positività.
A sinistra: Giovanni Abagnale, Giovanni Lepore e Marco Di Costanzo che festeggiano la conquista dello storico Bronzo a Rio 2016. In alto Giovanni Lepore, allenatore della squadra di canottaggio della Marina Militare. (foto Federazione Italiana Canottaggio).
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Un oro e un bronzo per la vela del Centro Sportivo Agonistico della Marina Militare. Ottimo esordio al quadriennio olimpico.
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CAMPIONATO Nord Americano di VELA
di Pasquale Prinzivalli
elle acque di Miami (USA), al Campionato Nord Americano della classe 470, ad imporsi su una flotta di ottimo livello formata da 21 scafi, è stato l’ equipaggio della Marina Militare composto dai comune di 1^ classe Giacomo Ferrari (timoniere) e Giulio Calabrò (prodiere), con lo score 1-5-5-3-7-1-BFD3-7. Questa regata, la prima della stagione, ha di fatto aperto ufficialmente il nuovo ciclo olimpico, che condurrà a Tokyo 2020. I nostri atleti, si sono aggiudicati la medaglia d’oro davanti all’equipaggio austriaco e a quello spagnolo che erano entrambi presenti alle recenti olimpiadi di Rio 2016. Durante il Campionato, l’equipaggio della Marina Militare ha mantenuto sempre la testa della classifica, con due primi posti nella prima e nella sesta prova disputata,
ha dimostrato maturità controllando la tensione dopo la squalifica ricevuta per partenza anticipata nella settima prova. Nello stesso fine settimana di regate a Miami, ha regatato anche la classe 49er, nella quale il sottocapo Gianmarco Togni in coppia con Umberto Crivelli del Circolo Canottieri Aniene, sono arrivati terzi alla “Midwinter Regatta”.
Miami (USA) 16 gennaio 2017. L’imbarcazione classe 470, del Centro Sportivo Agonistico della Marina Militare, di bolina mure a dritta con prodiere al trapezio, durante una delle prove