A n n o L X I I I - G e n n A I o 2 01 6 - € 2, 00
dal numero di:
G ENNAIO 1966
Copertina del Notiziario della Marina: fregate tipo “Bergamini” in esercitazione con l’incrociatore lanciamissili Garibaldi.
La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti
CINQUANT’ANNI
FA . . .
In alto: il comandante in Capo del Dipartimento A.T. amm. sq. Giulio Cipollini, rivolge parole di saluto all’equipaggio della Stella Polare, in partenza per la crociera nel mediterraneo.
In alto: la corvetta De Cristofaro affiancata all’incrociatore lanciamissili Doria nel porto di Genova in occasione della cerimonia di consegna alla Marina Militare.
In alto: nave Stella Polare in navigazione durante la corciera che la porterà a percorerre più di 3.000 miglia in giro per il Mediterraneo.
A sinistra: elicottero SH 34 durante le operazioni di appontaggio a bordo di nave Duilio.
inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com
MARINA N O T I Z I A R I O
T E S TATA
M A R I N A M I L I TA R E 1954
GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L
I SCRIZIONE :
R EGISTRAZIONE :
Tribunale di Roma
n. 396/1985 dell’8 agosto1985
PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE
Antonio COSENTINO
REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:
Antonio DOVIZIO, Cristopher SCARSELLA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE
E
R EDAZIONE :
Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina
Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 00196 Roma tel. 06.3680.5556 e-mail: notiziario.marina@gmail.com Segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003
N ORME
A N N O L XIII - G E N N A I O 2016
della
PER LA COLLABORAZIONE
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica, organo di informazione e comunicazione della Forza Armata. La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, investono la diretta responsabilità dell’autore, rispecchiandone le idee personali. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (in formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati.
Sommario
2
Editoriale - di Antonio Cosentino
6
Varata la fregata Luigi Rizzo - di Francesco D’Addario
4 10
Sitrep
A caccia di pirati ma non solo - di Antonio Dovizio, Simone Fojanini, Roberto Gatto, Oreste Fiore, Giorgio Favitta, Francesco Carrino
16
Nave Procida e la campagna fari 2015 - di Antonio Dovizio
24
Arditi incursori - di Giampaolo Trucco
20 34 36
Oltre il 60° parallelo - di Emanuele Scigliuzzo Un mare di consensi - di C.D.
Ad acqvistar virtvde e conoscenze -
di Flavia Niscola
38
Sicurezza in mare: la navigazione da diporto - di Paolo Giannetti
46
Il mese in immagini - di Pasquale Prinzivalli
42 48
Personaggio storico: Umberto Cagni - di Desirèe Tommaselli
Il marinaio nella leggenda del Milite Ignoto - di Alessandro Paglia
L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione. La Direzione si riserva il diritto di dare all’articolo il taglio ritenuto più opportuno.
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In copertina: operatore del Gruppo Operativo Incursori di Marina del Comsubin.
LA COLLABORAZIONE A QUESTO NUMERO SI RINGRAZIA :
per i testi: Francesco D’Addario, Simone Fojanini, Roberto Gatto, Oreste Fiore, Giorgio Favitta, Francesco Carrino, Giampaolo Trucco, Carlo Disma, Flavia Niscola, Paolo Giannetti, Alessandro Lentini, Desirèe Tommaselli, Alessandro Paglia;
per i contributi fotografici: Marco Santamaria, Silvio Scialpi, Massimiliano Ranieri, Paul Nicklen, Lazzaro Cutrone, Brandon Dewey, Giuseppe La Russa, Paolo Giannetti, Ufficio Storico della Marina Militare, la sezione Cinefoto dell’UPICOM. Stampa: Tipografia Facciotti - Roma
chiuso in redazione il 29 gennaio 2016
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M ARINA M ILITARE
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1
Un Incursore di Marina in addestramento.
M ARINA N O T I Z I A R I O
della
Editoriale di Antonio Cosentino
L
a Marina ha attraversato il meridiano del 2016 in velocità e sta procedendo sulla rotta tracciata dal suo capo di Stato Maggiore. Dicembre si era chiuso con il varo a Riva Trigoso della nave Luigi Rizzo, sesta di dieci Fremm destinate a costituire la spina dorsale della Forza Armata nei prossimi decenni. Nel frattempo un’altra Fremm, nave Carabiniere, si sta misurando nel prestigioso ruolo di Unità di bandiera del Gruppo Navale Europeo EUNAVFOR Somalia nell’ambito dell’operazione europea antipirateria Atalanta. E’ importante ricordare che grazie alle due operazioni, una europea e l’altra NATO, il numero di attacchi alle navi in transito si è quasi azzerato e nessun attacco degli ultimi tre anni ha avuto successo. Come ben sappiamo, la componente operativa della Marina non si esaurisce con il proprio assetto naturale, la nave, ma si completa con il ventaglio di forze specialistiche che rendono lo strumento navale versatile e flessibile. Tra tutte, ricordiamo l’Aviazione Navale, le Forze Subacquee e, punta di lancia della componente operativa, le Forze Speciali del Gruppo Operativo Incursori del Comsubin. E’ proprio a questi marinai “speciali” che dedichiamo il pezzo portante del numero, toccando sia la storia che l’attualità di un reparto che ha scritto la storia degli incursori italiani. Ma non dimentichiamo che il Comsubin ha due anime: oltre al Goi, il Gos, Gruppo Operativo Subacquei, i cui uomini esperti e coraggiosi sono impegnati oltre il 60° parallelo nell’ambito della XXXI Campagna Antartica. Poi, più vicino alle nostre coste, la Marina si manifesta anche in iniziative come la campagna fari di nave Procida; ma è anche informazione, con l’utile approfondimento sulla navigazione da diporto; è anche cultura, con il patrimonio inestimabile custodito nella biblioteca di Palazzo Marina; è anche storia, con la memoria di eroi come Umberto Cagni o dei significati profondi di simboli nazionali come il Milite Ignoto. Queste sono alcune delle mille forme assunte dalla Marina, Forza Armata moderna ed efficente, il cui grande equipaggio, impegnato ogni giorno al servizio del Paese, ha ricevuto direttamente dai cittadini italiani la gratificazione di una fiducia diffusa, segno che la rotta tracciata è quella giusta… lo diciamo senza retorica, ma con l’orgoglio di essere apprezzati proprio dalle persone che siamo chiamati a difendere. A voi tutti, buona lettura!
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oceano atlantico
SITREP gennaio
2016
NATO - OPERATION ACTIVE ENDEAVOUR NATO MARITIME COMMAND NORTHWOOD (MARCOM)
Operazione di sicurezza e sorveglianza per il contrasto al terrorismo internazionale Fregata LIBECCIO
BONIFICHE
ORDIGNI IN MARE
Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare
mar
Personale Gruppo Operativo Subacquei Personale Nucleo SDAI
OPERAZIONE MARE SICURO Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali Fino a 5 unità navali: Cacciatorpediniere MIMBELLI Fregate MARGOTTINI (flagship), GRECALE, ALISEO, SCIROCCO Pattugliatori BETTICA, SPICA, VEGA
VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori
mar mediterraneo
1 Pattugliatore/Corvetta: VEGA, SIRIO, DRIADE
EUNAVFOR - MED EUROPEAN UNION NAVAL FORCE
Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo Portaeromobili GARIBALDI, Portaerei CAVOUR (flagship)
JOINT OPERATION TRITON Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX Personale MM presso ICC Pratica di Mare
MCCID MALTA Missione italiana di collaborazione nel campo della Difesa Personale Marina Militare
ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA
mare terra
n
ar
UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON
Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare
OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico Gruppo Operativo Incursori
COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)
n ero
Personale Marina Militare
OPERAZIONE RESOLUTE SUPPORT Missione NATO di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO, Gruppo Operativo Incursori
M.F.O. golfo arabico
MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS
Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA, Personale Brigata Marina SAN MARCO
oceano indiano
BMIS GIBUTI BASE MILITARE ITALIANA DI SUPPORTO IN GIBUTI
Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta Personale Marina Militare
EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA EUROPEAN UNION NAVAL FORCE
Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Fregata CARABINIERE (flagship)
EUCAP NESTOR
Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles) Personale Marina Militare
M ARINA
N O T I Z I A R I O della
con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina
Varata la fregata
Luigi Rizzo I
di Francesco D’Addario
l 19 dicembre 2015, presso i cantieri navali Fincantieri di Riva Trigoso, è stata varata nave Luigi Rizzo, sesta unità delle Fregate Europee Multi Missione e seconda unità della classe in configurazione General Purpose (GP). Essa è quindi caratterizzata dalla spiccata capacità di operare in differenti contesti operativi, garantendo elevata flessibilità d'impiego, potendo operare in molteplici scenari, sia in alto mare che in ambiente costiero, con la possibilità di poter supportare operazioni a terra di forze speciali e componenti specialistiche. Madrina del varo è stata la signora Maria Guglielmina Rizzo in Bonaccorso, figlia del due volte Medaglia d’Oro al Valor Militare Luigi Rizzo, "uno dei più grandi eroi della Marina Militare", ha detto l'ammiraglio De Giorgi durante la sua allocuzione. Molte le autorità politiche, civili, religiose e militari presenti alla cerimonia, tra cui: Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, il capo di Stato Maggiore della Marina Militare ammiraglio Giuseppe De Giorgi, il Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di Squadra Fi-
Riva Trigoso (GE), Cantieri Navali Fincantieri, 19 dicembre 2015. Momento del battesimo di Nave Luigi Rizzo in cui la bottiglia s’infrange sull’unità. (foto Silvio Scialpi)
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Non una Marina di prototipi, ma linee omogenee ed altamente tecnologiche per ridurre la diversificazione logistica e massimizzare le capacità cantieristiche e le risorse allocate (dal discorso del Capo di Stato Maggiore della Marina)
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quando i progetti sono validi, come lo è quello delle FREMM, i finanziamenti per la loro realizzazione si trovano
(dal discorso del Capo di Stato Maggiore della Marina) lippo Maria Foffi, il Comandante Logistico della Militare Militare, ammiraglio di squadra Donato Marzano, l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, che ha anche letto un testo inviato per l’occasione dal ministro della giustizia Andrea Orlando. A distanza di un anno del varo di nave Alpino, ha sottolineato il capo di Stato Maggiore della Marina, ci ritroviamo qui a riva Trigoso per il varo appunto di una nuova FREEM che è la sesta delle dieci complessivamente previste, risultato non scontato, essendo state allocate le risorse per realizzare tutte le navi del programma, segno che quando i progetti sono validi la politica trova le risorse per sostenerli, dando vita a unità navali a mezzi
operativi competitivi ed innovativi, testimonianza dell’eccellenza della cantieristica italiana e delle nostre capacità del settore delle progettazione e realizzazione di unità all’avanguardia e ad altissimo contenuto tecnologico. Si tratta quindi, continua l’ammiraglio De Giorgi, di una capacità che va custodita e va potenziata, attualmente la Marina ha una prospettiva che certamente è migliorata per la Legge Navale che ha fornito le risorse per coRiva Trigoso (GE), Cantieri Navali Fincantieri, 19 dicembre 2015. Sopra il capo di Stato Maggiore della Marina in occasione della cerimonia del varo. (foto Silvio Scialpi).
Un po’ di storia, l’Affondatore Rizzo
Luigi Rizzo, nato a Milazzo (Messina) l'8 ottobre del 1887, è passato alla storia per le sue imprese, che gli valsero il soprannome di "affondatore". Durante la prima guerra mondiale fu l’artefice, alla guida del suo MAS, dell’affondamento della corazzata Wien, nel dicembre 1917, nelle acque del porto di Trieste. E ancora, nel febbraio 1918 fu protagonista della 'beffa di Buccari', azione che risollevò lo spirito delle Forze armate italiane dopo la sconfitta di Caporetto. Il 10 giugno dello stesso anno, giorno in cui la Marina celebra la sua festa, attaccò e affondò la corazzata austriaca Szent István (Santo Stefano) al largo di Premuda. Luigi Rizzo è deceduto a Roma il 27 giugno del 1951.
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struire 10 pattugliatori, una nuova grande nave anfibia, una nuova nave rifornitrice due piccole unità per gli incursori; tuttavia pur sommando questo importantissimo investimento il numero di navi che entreranno in servizio è meno della metà delle navi che andranno in disarmo e quindi si rende necessaria una seconda trance di questo rinnovamento, indispensabile alla luce dell’evoluzione dello scenario marittimo di interesse nazionale e per massimizzare la capacità produttiva e di impiego della cantieristica italiana. La nuova FREMM proseguirà le attività di allestimento nel Cantiere Integrato Navale Militare del Muggiano, sotto la guida del comandante designato, capitano di fregata Angelo Pazzaglia. Sarà consegnata alla Forza Armata nei primi mesi del 2017. Riva Trigoso (GE), Cantieri Navali Fincantieri, 19 dicembre 2015. A sinistra nave Rizzo vista di prua; in basso: la madrina Maria Guglielmina, figlia di Luigi Rizzo accanto all’ing. Stefano Orlando direttore del “Cantiere integrato navale militare di Riva Trigoso - Muggiano” durante la cerimonia; a seguire il comandante dell’Unità capitano di fregata Angelo Pazzaglia. (foto Silvio Scialpi.)
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vai alla pagina dell’operazione Atalanta sul sito web: www.marinba.difesa.it
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A caccia di pirati ma non solo Nave Carabiniere in Corno d’Africa, Unità di bandiera della forza europea impegnata nella Missione antipirateria “Atalanta” a guida italiana.
P
di Antonio Dovizio con il contributo di Simone Fojanini, Roberto Gatto, Oreste Fiore, Giorgio Favitta e Francesco Carrino. Oceano Indiano, 7 gennaio 2016, nave Carabiniere e la nave spagnola ESPS Victoria durante un rifornimento bilaterale con la nave rifornitrice statunintense USNS Laramie.
rosegue a ritmo sostenuto la missione di Nave Carabiniere, impegnata in Oceano Indiano nel contrasto alla pirateria nell’area del Corno d’Africa (Golfo di Aden e bacino Somalo), nell’ambito dell’Operazione europea ATALANTA. Il Carabiniere, Unità di bandiera del gruppo navale europeo “EU Naval Force (EUNAVFOR) Somalia” guidato dal Contrammiraglio Stefano Barbieri, è impegnata in queste acque dallo scorso 8 ottobre con il compito di proteggere le navi del “Word Food Programme” durante il trasporto di viveri destinati alle popolazioni somale, nonchè di scortare le navi che assicurano i rifornimenti all’African Union Mission in Somalia (AMISOM)”, di effettuare opera di deterrenza, prevenzione e repressione degli atti di pirateria e di “armed robbery” e contestualmente proteggere il naviglio mercantile vulnerabile al largo delle coste somale, contribuendo al monitoraggio delle attività di pesca al largo della coste somale. L’impegno profuso dalle navi ed aeromobili appartenenti alle forze Nato ed Europee per contrastare la pirateria in queste acque ha determinato risultati tangibili: il numero degli attacchi ai danni delle navi in transito si è drasticamente ridotto da 176 a soli 2, nel periodo 2011-2014. È significativo sottolineare, inoltre, che dal 2012 nessuno degli attacchi registrati ha avuto successo. Infine, durante lo scorso anno, non è stato registrato alcun incidente ai danni del traffico mercantile in transito nell'area ad alto rischio di pirateria (High Risk Area). Questi numeri esprimono l’efficacia di uno sforzo sinergico e coordinato che ha sensibilmente incrementato la sicurezza della navigazione in queste acque, fondamentale per l’economia globale.
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Madagascar, 23 dicembre 2015, il comandante Saladino durante la visita al centro per disabili “Le Sacre Coeur”; nelle altre immagini membri dell’equipaggio con i bambini degli istituti durante il Natale a Bordo; a destra: Madagascar, 23 dicembre 2015, personale della Brigata Marina San Marco addestra i marinai malgasci; in basso: Oceano Indiano, 07 gennaio 2016, l’elicottero SH-60 della nave spagnola ESPS Victoria in appontaggio sul ponte di volo di nave Carabiniere. (foto Massimiliano Ranieri).
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I risultati ottenuti sono il frutto di un approccio omnicomprensivo al fenomeno della pirateria, il cui contrasto passa anche attraverso attività non propriamente militari con lo scopo di trasmettere fiducia e diffondere il concetto di legalità tra i popoli che vivono in quest’area e favorire l’addestramento delle forze di polizia locali, affinchè possano autonomamente contrastare le attività illecite. Anche nave Carabiniere è stata dunque impegnata in attività di cooperazione civile-militare, Local Capacity Building e Confidence Building: infatti, durante la sosta operativa in Madagascar in concomitanza del Santo Natale, sono stati donati viveri, apparati medico-sanitari, articoli didattici e giocattoli a favore di orfanotrofi ed ospedali tra cui il centro medico "Le Samaritain", il centro per disabili "Soeurs du Coeur Immaculé de Marie", la Casa famiglia "Le Sacre Coeur" di Suor Jeanine e la scuola pubblica "Pasteur". Inoltre, l’equipaggio – in forma volontaria e sacrificando anche le ore di libera uscita – ha condotto delle manutenzioni a queste strutture con importanti interventi di pitturazione, infrastrutturali ed elettrici. La messa di Natale, conclusa con la consegna dei doni ai bambini da parte di “Babbo Natale”, ha rappresentato per i bambini orfani del Madagascar e per i militari lontani dai propri cari è stata un occasione unica di poter ritrovare nella giornata di Natale un clima caloroso e familiare. La sosta in terra malgascia, è stata inoltre un occasione per addestrare un aliquota di 19 rappresentanti della marina locale sulle tecniche e procedure di abbordaggio ad unità navali, sui metodi di ispezione fisica del personale e sulle tecniche e procedure da adottare nella lotta antin-
appontaggio “diprimo un elicottero SH-60
su una unità classe FREMM della Marina
” 13
cendio. I due team di nave Carabiniere, dopo aver tenuto una lezione teorica, hanno condotto le esercitazioni pratiche che hanno permesso ai marinai malgasci di attuare con immediatezza gli insegnamenti appresi. L’attività svolta a favore delle marine locali, sottolinea il Comandante - Capitano di Fregata Francesco Saladino – rappresenta un’occasione per migliorare la fiducia reciproca tra le forze marittime ed incrementare le capacità operative, indispensabili per la sicurezza di questa regione. Riprendendo il mare dopo la sosta, non è mancata l’occasione per un'altra attività addestrativa congiunta, questa volta con la nave spagnola ESPS Victoria, durante la quale è stato stabilito anche un primato. Nave Carabiniere, infatti, ha effettuato operazioni di volo con il “SeaHawk 60” (SH-60) della fregata spagnola e per la prima volta un elicottero di questo tipo è appontato su di un’unità classe FREMM della Marina Militare. L’occasione ha trovato risvolti addestrativi per l’equipaggio dell’elicottero spagnolo e per il personale del team volo italiano che così hanno incrementato affiatamento ed intesa, indispensabili quando si opera nei diversi contesti operativi multinazionali. Canale di Suez, 15 ottobre 2015: operatore impegnato nel servizio di vedetta durante l’attraversamento del nuovo canale.
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Conclusa la campagna per la verifica ed il ripristino dell’efficienza dei segnalemanti marittimi
Nave Procida e la campagna fari 2015 S
i è da poco conclusa la campagna fari del IV trimestre 2015 di nave Procida. L’attività, volta alla verifica ed al ripristino dell’efficienza di segnalamenti marittimi per la sicurezza della navigazione, è iniziata il 5 novembre scorso toccando i porti di Venezia, Ancona, Messina, Napoli, La Maddalena, Cagliari, Olbia, Mazara del Vallo e le acque antistanti l’isola di Procida, percorrendo 2.986 miglia nautiche in 373 ore di moto. Con il supporto dei comandi tecnici responsabili del Servizio dei Fari e del Segnalamento Marittimo (MARIFARI) di Messina, La Maddalena, Venezia e dei nuclei subacquei (SDAI – Servizio Difesa Anti mezzi Insidiosi) di La Spezia e Ancona, sono state condotte le attività che hanno visto il posizionamento di una meda ex novo nel canale di levante dell’ingresso del porto di Napoli, il riposizionamento di un’ulteriore meda nello stesso canale, la sostituzione della parte superiore di una meda (cestello) nei pressi di Procida, la Venezia, 5 novembre 2015. Personale di bordo impegnato in attività di pulizia e manutenzione di una meda in prossimità dell’ingresso del Canal Grande.
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manutenzione di una meda all’ingresso del Canal Grande di Venezia, la rimozione di una meda semi-affondata, presso la Secca dei Monaci nelle acque antistanti La Maddalena e, infine, con la sostituzione di una vecchia meda giacente nei pressi dell’ingresso del porto di Olbia, per un totale di ben sei interventi diversi, spaziando dall’alto Adriatico all’alto Tirreno occidentale. Tutte le attività sono state necessarie per via dell’usura, dello spostamento che le mede subiscono nel tempo e di eventuali danneggiamenti dovuti ad incidenti, che rendono le mede stesse possibile causa di inquinamento marino. “Tra i momenti più significativi della
di Antonio Dovizio campagna vi è certamente il giorno della nostra patrona - Santa Barbara - trascorso davanti l’isola di Procida operando per la sostituzione di un cestello di una meda, a termine del quale, l’unità ha raggiunto Mazara del Vallo per prelevare delle boe e consegnarle a Messina”, evidenza il comandante di nave Procida, tenente di vascello Alessandro Di Gianfilippo. Dopo questa ultima missione, la nave ha fatto rotta verso Taranto dove, per il giorno dell’Immacolata, l’equipaggio ha ritrovato l’abbraccio delle proprie famiglie. Durante il periodo della campagna,
nave Procida ha anche effettuato il trasporto materiali di grosse dimensioni necessari alle operazioni portuali in vari sorgitori nazionali, trasferimento che altrimenti sarebbe dovuto essere effettuato via terra con costi decisamente maggiori. Infatti, è stata consegnata una sella (alloggiamento per mettere un imbarcazione in secca a seguito del suo alaggio) per la nave a vela Calypso alla sezione velica di Napoli; sono stati trasportati dei passetti distanziatori presso la base di Cagliari e, infine, boe da ormeggio e batimetriche presso la base di Messina. Nonostante le campagne fari siano
generalmente svolte in periodi primaverili ed estivi, quando le condizioni metereologiche sono più permissive, l’impegno di nave Procida nel periodo invernale si è reso necessario per far fronte ad interventi ritenuti urgenti per la sicurezza dei nostri mari. Il comandante Alessandro Di Gianfilippo, ci racconta come avvengono le delicate operazioni di rimozione di una meda. Date le dimensioni ed il peso di una meda, le operazioni di posa e rimozione sono estremamente complesse e delicate. Prima di iniziare, vi è a monte una valutazione attenta
delle condizioni meteomarine (vento e stato del mare), con particolare riguardo alle correnti - a Venezia, per esempio, la marea genera una corrente di significativa intensità che ostacola le operazioni. La manovra con cui l’Unità MTF (Moto Trasporto Fari) approccia la meda lascia pochissimi margini di errore: la Nave, infatti, deve procedere all’indietro sino a trovarsi, con il centro della poppa (porzione posteriore della nave) a pochi metri dalla meda stessa, ferma e avendo preventivamente dato fondo (calato) con le due ancore (quella anteriore – di prora - e quella posteriore – di poppa). E’ necessario altresì far in modo che a lavoro finito la nave non si trovi in posizione tale da avvicinarsi troppo alla meda allorquando si salpano (recuperano) le ancore, con il rischio di urtare la meda e vanificare il lavoro svolto. Soprattutto le operazioni sulla meda, continua il comandante Di Gianfilippo, sono quelle che richiedono maggiore attenzione e perizia. Quando la Nave si trova in posizione, infatti, interviene tutto il personale nella zona poppiera ed iniziano così i delicati lavori: vengono
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Olbia, 19 novembre 2015. Posa di una nuova meda in sostituzione di una vecchia non più funzionante che rappresentava possibile fonte di inquinamento e pericolo alla navigazione.
azionate due o tre gru (poppa, centro e prora), a seconda delle dimensioni del segnalamento ed il personale subacqueo si immerge per agganciare il masso che ancora la meda al fondo con un cavo in acciaio (chiamato “cavo del cabestano” dal nome dell’argano ad esso dedicato). Quando il cavo è agganciato alla meda, si inizia il recupero da bordo avvicinando così sempre di più la Nave alla meda stessa. Solo una volta che il segnale è a contatto con l’Unità, inizia la delicatissima fase di risalita del masso: questo momento è critico sia per via del peso e delle dimensioni del masso, che per l’effetto ventosa che il lungo periodo di ancoraggio sul fondo determina. Circa 10 persone provvedono a tenere in trazione il cavo d’acciaio mentre l’argano continua il recupero. La Nave, per via dei pesi in gioco, subisce un forte sbandamento su di un lato; i meccanici di bordo provvedono, per mezzo di apposite casse zavorra, a compensare questa inclinazione, permettendo di eseguire le operazioni in sicurezza. A questo punto l’obiettivo è raggiunto: il masso è spedato (si è staccato dal fondo) e per il tramite delle gru viene portato a bordo. Le fasi successive sono comunque molto complicate perché, per diversi minuti, la Nave si trova con un peso di diverse tonnellate fuori bordo (masso e palo della meda) che oscilla, condizione non certo felice. Basta davvero poco, come ad esempio una leggera onda generata da un motoscafo di passaggio, a compromettere la riuscita delle operazioni. In rade molto trafficate, come il golfo di Napoli, si è reso spesso necessario rimandare più volte i lavori già iniziati, in attesa di condizioni permissive. Le operazioni su una singola meda richiedono quasi un’intera giornata. Il sopraggiungere del buio rende
M ARINA N O T I Z I A R I O
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… cos’è una meda?
L
e mede sono dei piccoli punti di riferimento artificiale, utili ad individuare un allineamento, quale la rotta di entrata in un porto, gli estremi di una base misurata, eccetera. Hanno la forma di pilastrino o traliccio e sono sormontati da una struttura che le rende visibili detto cestello. Esse nascondono sotto l’acqua una struttura lunga anche 30 metri, sulla quale vengono fissati i cosiddetti cestelli, anch’essi dalle dimensioni importanti, che possono essere anche di quattro metri in ferro massiccio. Le mede sono poggiate sul fondo tramite massi in cemento/calcestruzzo dal peso di 13/14 tonnellate. L’ingombro e la massa totale di una meda può dare l’idea di quanto possano essere complesse le operazioni di rimozione, posa e manutenzione delle stesse, ad opera delle Unità Moto Trasporto Fari (MTF) della Marina Militare.
tutto più difficile potendo contare sempre meno sulle verifiche visive alle attività con un coefficiente di difficoltà più alto, superato anche grazie alla professionalità e all’esperienza delle figure di bordo più anziane: primo fra tutti il nostromo.
Cos’è una Campagna Fari Le cosiddette campagne fari sono delle vere e proprie missioni condotte da Unità tipo MTF - Moto Trasporto Fari, con l’obiettivo di garantire il corretto segnalamento marittimo per una maggiore sicurezza dei nostri mari a favore di tutti i naviganti, diportisti e professionisti. Ci possono essere campagne ricognitive, laddove l’Unità condurrà una vera e propria osservazione di una determinata area al fine di constatare l’efficienza e l’efficacia dei segnalamenti ivi presenti, riscontrando l’esatta caratteristica di un faro (portata, settori angolari di copertura, colori, periodo e frequenza di illuminazione), il giusto posizionamento di una boa o di una meda e ancora il corretto funzionamento di un segnale luminoso atto a segnalare un pericolo alla navigazione. Al termine della ricognizione, raccolti i dati, l’Unità stilerà un rapporto dettagliato con le eventuali anomalie riscontrate. Il comando tecnico
responsabile del Servizio dei Fari e del Segnalamento Marittimo (MARIFARI) competente, per area geografica, porrà in essere le dovute azioni correttive. Una missione viene definita riparatrice invece quando l’Unità, con il concorso di vari enti e assetti della Marina interessati, provvederà al ripristino della piena efficienza dei segnalamenti degradati al fine di assicurare la sicurezza della navigazione sia diurna che notturna e rimuovere segnali divenuti obsoleti il cui materiale ferroso potrebbe rivelarsi inquinante. Queste attività sono possibili solo grazie alla perizia ed alla professionalità dei tecnici civili e militari, che si dedicano alla manutenzione e alla verifica dei segnalamenti sparsi nei nostri mari. Essi custodiscono, romanticamente, le conoscenze di questo antico mestiere. La figura del farista, infatti, sta scomparendo per via dei moderni sistemi di monitoraggio e controllo remoto che richiedono sempre meno l’intervento umano per la verifica delle caratteristiche dei fari ed il loro funzionamento.
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XXXI spedizione Antartide
Oltre il 60° parallelo C
di Emanuele Scigliuzzo
on il rientro della motonave Italica nel porto di Lyttleton in Nuova Zelanda, si è conclusa parte della XXXI spedizione in Antartide, che ha visto protagonisti alcuni uomini della Marina Militare. La permanenza in questo territorio così ostile, ha lo scopo di permettere agli scienziati internazionali di effettuare ricerche ed osservazioni di fenomeni che riguardano l’intero pianeta. Proprio per la rilevanza di questa regione, e per la sua Nella foto, un palombaro all’interno del taglio effettuato sulla superficie del “pack”, in una delle immersioni durante la XXXI spedizione in Antartide.
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alzi la testa e vedi il pack dal lato opposto a quello che tutti conoscono, sembra un cielo in tempesta, carico di colori scuri
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Gli operatori, del “Raggruppamento Subacquei e Incursori Teseo Tesei” , Davide Riga e Giuseppe Anagni, impegnati durante un’immersione nelle gelide acque del Mare di Ross in Antartide. (foto Paul Nicklen). A destra il team di specialisti idrografi della Marina Militare che hanno partecipato alla XXXI Spedizione.
salvaguardia, nel 1961 è stato ratificato il “Trattato Antartico”, un impegno tra i paesi firmatari al rispetto dell’ambiente, della biodiversità e all’utilizzo della zona, ancora oggi in gran parte inesplorata, a soli fini scientifici e pacifici. I nostri specialisti idrografi hanno lavorato ai rilievi per la stesura della carta nautica 885 INT 9000 a scala 1:500.000, nella regione oltre il 60° parallelo, nel paradiso della Polynya di Terra Nova”, una zona di mare resa navigabile solo durante l’estate antartica grazie ai venti che soffiano dall’interno e che sciolgono il ghiaccio. Nella Baia di Terranova, nell’area di pertinenza italiana, sono stati scandagliati 150 Kmq utilizzando ecoscandagli multifrequenza a singolo fascio e sistemi di posizionamento satellitare multicostellazione, mentre grazie alle misurazioni della velocità del suono è stato valutato lo stato della “colonna d’acqua”. Sempre nell’ambito di questa edizione della spedizione antartica, stanno operando i palombari del GOS che contribuiscono, in cooperazione con l’ENEA, allo studio dei fondali marini. Le immersioni, effettuate a temperature proibitive, hanno una durata compresa tra i 20 e i 50 minuti, e i palombari sono costretti a combattere il freddo con l’impiego di mute stagne, tute integrali in pile e maschere gran facciali. Questo sforzo è ripagato sicuramente da una vista sensazionale che in pochi al mondo hanno potuto ammirare, descritta nelle parole di uno dei palombari oggi ancora impegnato: “alzi la testa e vedi il pack dal lato opposto a quello che tutti conoscono, sembra un cielo in tempesta, carico di colori scuri". La XXXI Campagna Antartica che si svolge nella Stazione Mario Zucchelli durerà quattro mesi in totale e si svolge come di consueto nel periodo estivo, prima che le temperature scendano tra i -30°C e i -50°C, riportando la regione ad essere un luogo totalmente incontaminato ed inospitale.
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Dominio dei propri impulsi che deriva da elevate qualità morali, affinate da frequenti e realistici addestramenti durante i quali venivano sottoposti a difficoltà anche maggiori di quelle che si prevedeva dovessero incontrare nell'azione contro il nemico “Decima Flottiglia Mas: dalle origini all'armistizio” di Junio Valerio Borghese
Arditi Incursori
di Giampaolo Trucco
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enché questa frase sia stata scritta 66 anni fa rappresenta perfettamente, ancora oggi, le caratteristiche possedute da un Ardito Incursore della Marina Militare. Colpi di mano, capacità di intervento in mare e dal mare (unica nell’alveo delle Forze Armate italiane), incursioni in profondità in territorio nemico, ma anche blitz contro terroristi per liberare ostaggi oppure unità navali, missioni
a lungo raggio per recuperare connazionali in difficoltà: sono queste le specialità degli uomini del Gruppo Operativo Incursori (GOI) posto alle dipendenze del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”. Costituito nel 1952, il Gruppo Arditi Incursori, ribattezzato GOI nel 1957, affonda le sue radici nelle imprese eroiche compiute dagli uomini dei Mezzi di Assalto della Marina durante le due guerre mondiali, gesta che hanno
Operatori Incursori impegnati in una seduta addestrativa di Combattimento Terrestre (Fucile d’assalto HK 416 cal. 5,56 dotato di soppressore). foto Giuseppe La Russa
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ottenuto il plauso ed il riconoscimento anche da parte dei nostri avversari, tanto che Winston Churchill, dopo la notte di Alessandria d’Egitto del dicembre 1941, ebbe a scrivere: “..sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell'Asse”. Impressionante è la lista delle operazioni che gli Incursori sono stati chiamati a condurre negli ultimi anni, anche se il maggior impegno operativo è rappresentato dalle missioni oltremare che hanno visto e vedono coinvolte le Forze Armate italiane. Somalia, Ruanda,Timor Est, Afghanistan e Iraq sono i teatri operativi nei quali hanno agito grazie agli ampi margini di capacità, flessibilità e autonomia operativa e logistica. Tali elementi fanno degli Arditi Incursori uno strumento unico nel loro genere di grande efficacia nella gestione di situazioni critiche in scenari a minaccia asimmetrica non convenzionale. Infatti gli attuali scenari di conflittualità internazionale e la continua minaccia terroristica richiedono l’intervento di piccole unità non convenzionali, particolarmente addestrate ed equipaggiate. In questo difficile contesto il Gruppo Operativo Incursori costituisce uno strumento agile, particolarmente idoneo ad affrontare le sfide mutevoli del momento perché in grado di proporre soluzioni concrete capaci di soddisfare requisiti politici, militari, economici e psicologici. Ciò è possibile in quanto gli uomini del GOI sanno operare in clandestinità o in condizioni di isolamento, in unità tattiche di ridotta entità numerica ed in contesti non permissivi o addirittura ostili. Essi sono capaci di muoversi in qualunque ambiente operativo, utilizzando gli equipaggiamenti ed i sistemi d’arma necessari all’assolvimento della loro missione. Di massima i compiti assegnati agli Incursori, generalmente di pertinenza del livello strategico, comprendono: − attacco ad unità navale e mercantile in porto o alla fonda con l'impiego di diversi sistemi d'arma; − attacchi ad installazioni portuali/costiere e ad infrastrutture civili e militari entro la fascia dei 40 Km dalla A sinistra: seduta addestrativa di Combattimento in Roccia. (Foto Lazzaro Cutrone). Al centro: un team di incursori in navigazione operativa subacquea.
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costa; − operazioni di controterrorismo navale per la liberazioni di ostaggi su unità passeggeri o mercantili e su installazioni marittime; − infiltrazione e permanenza in territorio ostile per missioni di tipo informativo e/o di supporto al fuoco navale. A tale scopo, il personale è interamente professionista e l'addestramento è molto duro, selettivo ed approfondito, in modo da garantire elevati standard operativi. Di qui discendono le peculiari capacità individuali degli operatori che devono essere in grado di: − condurre mezzi navali ed autoveicoli di vari tipi e prestazioni; − immergersi occultamente per assaltare Unità Navali in porto, alla fonda ed in movimento; − essere rilasciati da elicotteri con varie tecniche; − sapersi muovere a terra in ambiente notturno e diurno, superando eventuali pareti rocciose, riuscendo a permanere occultamente in territorio avversario; − effettuare la fuoriuscita in immersione da un sommergibile; − aviolanciarsi con paracadute ad apertura automatica e comandata; − impiegare qualsiasi tipo di arma, di esplosivo e cariche speciali; Queste peculiarità hanno fanno del GOI un elemento primario nel panorama delle Forze Armate Italiane, soprattutto perché attraverso l’esperienza maturata dai Mezzi d’Assalto ha acquisito la capacità di adeguarsi alla situazione per assolvere alle missioni che il Paese, di volta in volta, gli assegnava. Esempio ne è stato l’impiego del Reparto durante gli anni di piombo e la lotta al terrorismo nazionale ed internazionale, come il sequestro dell’Achille Lauro, o quando di fatto è riuscito in brevissimo tempo ad allargare i propri orizzonti operativi implementando una capacità di proiezione globale a seguito dello sconvolgimento del mondo dettato dagli attentati del 11 Settembre 2001. In basso a destra: un incursore intento al lancio di un razzo LAW M72 ASM; accanto: addestramento all’inserzione a mezzo lancio con la Tecnica della Caduta Libera (TCL). Foto Brandon Dewey.
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Il parco equipaggiamenti, “ armi e mezzi, in dotazione, consiste
in tutto ciò che è necessario alla condotta di operazioni speciali nelle tre dimensioni: mare, terra e cielo...
I mezzi e gli armamenti impiegati
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er poter assolvere alle missioni che gli vengono assegnate, il GOI pone particolare attenzione alla costante ricerca dei migliori equipaggiamenti e mezzi esistenti sul mercato, al fine di consentire ai propri uomini di operare nelle migliori condizioni possibili. Pari attenzione è posta alla ricerca tecnologica e allo sviluppo di mezzi e sistemi d’arma esclusivi, necessari a soddisfare precipue necessità operative del Reparto; alcuni di questi costituiscono peraltro un segreto gelosamente custodito, quali i mezzi speciali subacquei, attualissima
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evoluzione tecnologica dei siluri a lenta corsa della II^ Guerra Mondiale. Il parco equipaggiamenti, armi e mezzi, in dotazione, consiste in tutto ciò che è necessario alla condotta di operazioni speciali nelle tre dimensioni: mare, terra e cielo, con ovvia specializzazione nelle operazioni sul mare e dal mare. Pertanto, oltre ai mezzi ruotati per la condotta di operazioni motorizzate terrestri od anfibie, quali i VTLM (Long Range Reconnaissance Patrol Vehicle) l’attenzione del GOI è particolarmente rivolta ai battelli veloci d’assalto alcuni dei quali concepiti, progettati e allestiti su specifiche del Reparto stesso o altri, anche aviolanciabili, necessari alla condotta di operazioni speciali contro obiettivi
in alto mare, quali Piattaforme petrolifere Off Shore o Navi mercantili-passeggeri, così come per le infiltrazioni a terra e per operare su obiettivi costieri. L’armeria del GOI mette a disposizione degli operatori una vasta gamma di armi, diversificate nei calibri, quali pistole, pistole mitragliatrici, fucili d’assalto in diverse configurazioni di canna, fucili di precisione semi-automatici e bolt action, lanciagranate manuali o semi-automatici, fucili calibro 12, razzi ecc.. Ogni arma può essere configurata con una vasta gamma di accessori quali: silenziatori, ottiche fisse e variabili, mirini laser, visibili e invisibili, sistemi di puntamento a intensificazione di luce e termici e ogni singolo operatore ha quindi la possibilità di configurare il proprio arma-
mento secondo le proprie specifiche necessità. Analoga attenzione è posta all’equipaggiamento individuale ed al vestiario operativo, laddove tessuti innovativi e materiali altamente tecnologici vengono combinati ed impiegati nelle migliori dotazioni operative esistenti sul mercato, così come nei giubbotti antiproiettile sempre più performanti piuttosto che in leggerissimi elmetti, integrati da sofisticati sistemi di visione notturna e comunicazione. Eguale attenzione viene posta nella scelta dell’equipaggiamento e delle attrezzature subacquee alcune delle quali progettate e sviluppate all’interno di COMSUBIN stesso come il moderno autorespiratore a circuito chiuso ad ossigeno (ARO) “Caimano” attualmente adottato da tutti i Reparti di Forze Speciali nazionali. Sopra: un team di incursori su RHIB d’assalto tipo CABAT (RHIB, Rigid Hull Inflatable Boat). In basso: esfiltrazione con elicottero tipo CH-47 (EI) in Teatro Operativo. (foto Giuseppe La Russa).
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Arditi Incursori, una storia che dura da 64 anni
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ggi gli Incursori della Marina Militare sono addestrati per operare al meglio in qualsiasi ambiente, in relazione ai teatri operativi dove ne è richiesto il loro impiego. Da quando è stato costituito il Gruppo Arditi Incursori, a seguito delle straordinarie imprese degli uomini dei Mezzi di Assalto, le capacità operative di questi uomini si sono decuplicate, tanto da riuscire ad ottenere numerosi riconoscimenti sia dalla Nazione, che
Lo “Spirito del Serchio” ...Noi andavamo in mare al mattino assai presto ed alla sera a buio fitto, dedicando il lavoro nelle ore di luce al continuo perfezionamento di ogni strumento e quello notturno all'addestramento alle vere e proprie operazioni belliche, di cui studiavamo le tattiche. ... Al Serchio si era creata, in modo vero, profondo e sincero, quella "banda di fratelli che costituiva un ideale dei giovani allievi dell'Accademia Navale" ed essere uniti come consanguinei non era retorica, come non lo era il volere dare in ogni possibile modo tutto quello che si poteva ad un'Italia che amavamo sopra ogni cosa. Là si creò quello "spirito del Serchio" che nessuno di noi ha mai potuto dimenticare.
(“Vita di Marinaio” di Gino Birindelli)
dalla Marina Militare. Due onorificenze dell’Ordine Militare Italiano, una medaglia d’Oro, due d’Argento e sei di Bronzo al Valor di Marina, una medaglia d’Oro al Merito di Marina e due medaglie d’Oro per le Vittime del Terrorismo sono le ricompense attribuite a questi uomini negli ultimi dieci anni soltanto per il contributo offerto nel teatro Afgano. Formatisi secondo quello che la Medaglia D’oro al Valor Militare Ammiraglio Gino Birindelli definì lo “Spirito del Serchio”, gli Incursori hanno fatto dell’amor di Patria, dello spirito di corpo e della dedizione al servizio il loro stile di vita. Un vita adrenalinica, ricca di soddisfazioni professionali, che è vissuta all’insegna dell’azione negli scenari operativi di tutto il mondo. Questi uomini che dalle gesta di chi li ha preceduti hanno imparato a migliorarsi ogni giorno, rappresentano oggi uno dei Reparti di Forze Speciali più rinomati al mondo e, soprattutto, uno strumento militare insostituibile per la nostra Nazione. Foto Giuseppe La Russa.
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hanno fatto “...gli Incursori dell’amor di Patria,
dello spirito di corpo e della dedizione al servizio il loro stile di vita
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Come si diventa un Incursore
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er diventare Incursori della Marina Militare occorre innanzitutto volerlo, poi occorre superare un corso della durata di circa un anno che si svolge presso la Scuola Incursori di COMSUBIN e, successivamente, un ulteriore corso integrativo svolto direttamente al Reparto operativo della durata di circa sei mesi. Il corso è aperto a tutti i marinai che non abbiano superato il ventinovesimo anno di età alla data di inizio del corso e che risultino idonei alle visite mediche attitudinali. Questi possono essere inquadrati sia nei ruoli Ufficiali, Marescialli, Sergenti o Truppa in Servizio permanente, che nel personale volontario in ferma prefissata (VFP 4 che non abbia superato il terzo anno di ferma alla data di inizio del corso), nonché al personale volontario a ferma annuale (VFP 1) che abbia mostrato particolare predisposizione in seno alle fasi d’arruolamento. Per questi ultimi il superamento del corso Incursori da titolo per il passaggio in servizio permanente effettivo (SPE). Il test d’entrata. Il test non è uno sbarramento invalicabile, anche se la forma fisica è un requisito cui l’aspirante Incursore dovrà dedicare parecchie ore della sua giornata, anche in fase di preparazione al corso. Le prove selettive consistono in: - un tuffo di piedi da un trampolino di 5 metri - una prova di nuoto a stile libero - una corsa di 300 metri da coprire in meno di 47 secondi - lo svolgimento di trazioni alla sbarra - l’esecuzione di piegamenti sulle braccia e addominali - una salita su di una fune di altezza 5 metri - una prova di salto in alto. Superato il test d’entrata, nella seconda metà del mese di gennaio di ogni anno inizia il corso Ordinario Incursori, suddiviso in quattro fasi (combattimento terrestre, combattimento in acqua, fase anfibia, condotta di operazioni complesse), che fornirà ai futuri Arditi una preparazione di base che li metterà in grado di entrare nelle squadre operative del GOI ove integreranno le proprie conoscenze e capacità a quelle possedute dal Reparto Addestramento su Piattaforma OFF-SHORE. Un team d’incursori dopo rilascio da un Elicottero.
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per acquisire la “combat readiness”. Prima fase - combattimento a terra. Della durata di dodici settimane, prevede il superamento di numerosi test fisici, la formazione all’impiego delle armi e degli equipaggiamenti, la conoscenza della topografia e più in generale tutto quello che concerne il movimento tattico individuale e di pattuglia sul terreno. In questa fase si cominciano a sviluppare le tecniche di difesa personale e si acquisiscono i primi rudimenti di movimenti su parete rocciosa che saranno perfezionati nel prosieguo del corso. La giornata tipo comincia all’alba con corsa e ginnastica e prosegue con lezioni teoriche e attività pratica diurna e notturna. Mano a
mano che si acquisiscono nuove capacità operative aumentano anche la preparazione fisica e le difficoltà da superare, fino a condurre una prova finale di 40 chilometri di marcia notturna da svolgere in non più di 7 ore, con un carico di 18 chili di equipaggiamento. Seconda fase - combattimento in acqua. E’ la fase più dura e selettiva. Dura tredici settimane. L’attività è dedicata prevalentemente al nuoto in superficie e in immersione, sia di giorno che di notte. In questa fase gli allievi devono dimostrare di essere a loro agio sott’acqua e di saper coprire lunghe distanze a nuoto con i propri equipaggiamenti. L’allievo acquisisce anche capacità di condurre gommoni veloci e viene sottoposto a un esame pratico e teorico durante il quale dovrà dimostrare di avere appreso, tra l’altro, anche nozioni di nautica e aerofotografia. Terza fase - fase anfibia. Della durata di dodici settimane. Questa è il periodo nel quale gli allievi devono apprendere le tattiche e tecniche per transitare dal mare alla terra e viceversa, perfezionando inoltre le loro conoscenze all’impiego dei diversi tipi di armi speciali in dotazione ed acquisendo, infine, esperienza sia nel tiro mirato che in quello istintivo/operativo. In questa fase i frequentatori del corso
imparano ad utilizzare gli esplosivi e le cariche da demolizione, nonché ad operare da ed con gli elicotteri. Questo momento formativo si conclude con tre esercitazioni notturne di ricognizione o di attacco di tipo anfibio, contro obiettivi sulla costa e/o Unità Navali. Quarta fase – condotta delle operazioni. Per 15 settimane gli allievi dovranno dimostrare di aver acquisito la capacità d’integrare quanto appreso durante il corso mettendolo in pratica in ogni ambiente operativo, dimostrando di saper pianificare un’operazione speciale e di conoscere come gestire i mezzi per essa necessari. Gli ultimi test consistono in una complessa esercitazione finale e in una verifica scritta e orale su quanto appreso durante tutto il corso. A chi è giudicato idoneo viene consegnato, durante una solenne cerimonia, il brevetto e l’ambìto basco verde da incursore, transitando poi nelle file del prestigioso Gruppo Operativo Incursori. Le specializzazioni. Al GOI i neo brevettati integrano la loro preparazione frequentando il corso di paracadutismo presso il Centro Addestramento Paracadutisti della Folgore e continuando la formazione sulle tecniche, tattiche e procedure operative in uso al Reparto. E’ in questo momento, inoltre, che i neo-incursori cominciano ad operare con gli equipaggiamenti e i mezzi ad alta classifica di segretezza del Reparto. Infine entrato nelle squadre operative ed acquisita la “combat readiness” la formazione di un Incursore continua durante tutta la sua carriera attraverso la frequenza di un numero elevato di corsi (ad esempio di paracadutismo ad apertura comandata, di rocciatore, di tiratore scelto, esperto in soccorso medico ecc…) svolti in Italia e all’estero presso le migliori scuole militari e civili.
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Secondo il sondaggio Eurispes la Marina é la prima tra le Forze Armate per gradimento tra gli italiani
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di C.D.
nizia cosí il 2016 della Marina, con un primo posto assoluto nei sondaggi della nota societá di statistica Eurispes. In un clima di generale disinteresse e sfiducia nei confronti delle Istituzioni, le Forze Armate e le Forze dell'ordine vanno in controtendenza. Si é registrato un incremento generalizzato del gradimento verso
Un mare di consensi
tutte le Istituzioni in divisa, sia militari che civili, tra le quali ha primeggiato proprio la nostra Forza Armata. Non é un caso che tale risultato si sia ottenuto durante un mandato "forte", quello dell'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, da tre anni al timone della Marina. Tanti sono stati i cambiamenti - in realtá piccole rivoluzioni - apportate alla complessa realtá della Marina, ed altrettante le novitá introdotte, non
ultimi l'impegno diretto nei compiti di controllo delle acque vicine di interesse strategico nazionale e la cosiddetta "Legge Navale", necessaria per portare nuova linfa e salvare le sorti della Forza Armata. L'impegno é stato cosí premiato, insieme all'Aeronautica ed ai Carabinieri, pure visibili agli occhi dei cittadini. Nell'era della comunicazione e della partecipazione 2.0 é probabilmente
piú importante ricevere il plauso della popolazione che le Forze Armate sono chiamate a difendere rispetto a qualunque altro indice di gradimento. In fondo, non capita tutti i giorni di ricevere dalla cittadinanza un "bravo zulu" rivolto a tutti i marinai di ogni Corpo e Grado, un incoraggiamento a proseguire con lo stesso impegno nell'assolvimento della missione condivisa.
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Ad acqvistar virtvde e conoscenza di Flavia Niscola
Se c’è un posto che accende l’immaginazione di visitatori, bibliofili e curiosi, questa è la Biblioteca Centrale della Marina Militare, attiva dal 26 ottobre 1928. Suddivisa in tre grandi sale, esclusivamente adibite a libri e lettura, essa conserva una delle più preziose e rare raccolte di volumi antichi e moderni.
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ome sottrarsi dall’addentrarsi in quest’abisso del sapere? Per questo viaggio abbiamo incontrato la Direttrice della Biblioteca, la dott.ssa Maria Menchetti. Sentimenti, emozioni, storia. Cosa custodiscono nel suo interno queste tre stanze? In queste tre meravigliose stanze è quanto di più affascinante e misterioso si possa pensare. Ci sono libri preziosi, anche dal punto di vista artistico. Molti di questi volumi, sono illustrati dai migliori incisori dell’epoca e anche ritoccati e acquarellati a mano. Su un tavolo, c’è un libro realizzato nel 1693 per il Re di Francia, che riporta inserti su moltissime pagine di foglia d’oro su cui, in alcune di esse, è possibile vedere il timbro della Marina austriaca. Questo libro rappresenta probabilmente un bottino di guerra, quando si sono incrociati i destini di Francia,Austria eVeneto nei moti risorgimentali. Per non parlare poi del piccolissimo libro, edito in Venezia nel 1571 contenente la biografia di Cristoforo Colombo, scritta dal figlio Ferdinando con particolare riferimento alla scoperta delle Indie Orientali oppure un testo del 1613, in cui è raffigurata la battaglia di Canne tra i Romani e Annibale.
La Biblioteca custodisce un monumentale trattato di scienze della navigazione. Di cosa si tratta? È Dell’Arcano del Mare, un capolavoro suddiviso in tre volumi: primo esempio di atlante marittimo pubblicato a Firenze in lingua italiana, tra il 1646 e il 1647, ad opera del cartografo inglese Robert Dudley e dell’incisore fiorentino Anton Francesco Lucini. Un incanto per gli occhi e per la mente, da cui si viene ammaliati…
Cos’è che rende unica e magica questa biblioteca? E quali nuovi piani per il futuro? È il silenzio delle luminose sale, l’odore della carta e il profumo di manoscritti antichissimi, che insieme alla bellezza degli elementi architettonici rendono quest’ambiente incantevole: dalle maniglie a forma di cavallucci marini, a profili di navigli in ferro e ottone nelle grate ricoprenti i termosifoni o ancora è la visione delle scale a chiocciola in ferro battuto e ottone, in cui è possibile toccare con mano la professionalità, la fierezza e il lungo iter di questo corpo delle nostre Forze Armate. Degno di nota, è l’eventuale restauro previsto per il globo terracqueo, databile tra il XVII e il XVIII secolo, per il quale si sta predisponendo uno studio, finalizzato alla perfetta conservazione dell’opera.Ad essere approfondita sarà anche la tecnica di esecuzione per un eventuale attribuzione dell’autore.Tutto fa pensare che potrebbe essere il francescano Vincenzo Maria Coronelli. Per quanto riguarda l’assetto dell’inventario, ormai vecchio più di 20 anni, se ne sta predisponendo uno nuovo, basato su quello che effettivamente c’è, per poi poterlo fruire on line. Insomma: un portolano di storie, sentimenti, emozioni, che lascia in totale autonomia di scegliere la propria rotta, il porto sicuro in cui approdare e da cui certo non ci si può sottrarre dal visitare, almeno una volta.
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La navigazione per il diporto Facciamo ... il Punto! di Paolo Giannetti
Da questo numero il “Notiziario” si arricchisce di una nuova rubrica sulla sicurezza per chi naviga. Chi può parlare di sicurezza in mare meglio di chi quel mare lo vive ogni giorno, al servizio della Patria e di chiunque in alto mare sia in pericolo, aggrappato ad un barile o su un traghetto in fiamme? Il primo articolo riguarda la navigazione da diporto, una sintesi di argomenti basici per l’apprendimento di questa “arte” con consigli utili propedeutici all'esame per l'abilitazione al comando di unità a vela e/o a motore. Che cos’è la navigazione per diporto? Si definisce navigazione da diporto quella effettuata in acque marittime ed interne a scopi sportivi o ricreativi e senza fini di lucro.
Come si definisce una costruzione destinata alla navigazione per diporto? (unità, nave, imbarcazione, natante). La classificazione dei mezzi destinati alla navigazione da diporto è prevista dal Codice della Navigazione da Diporto (D.L. n. 171/2005): Tutte le costruzioni, di qualunque tipo e con qualunque mezzo di propulsione,destinate alla navigazione da diporto si definiscono genericamente unità da diporto. Le unità da diporto sono così suddivise: nave da diporto: sono le unità con scafo di lunghezza superiore a 24 metri; imbarcazione da diporto: sono le unità con scafo di lunghezza da 10 a 24 metri sia a motore che a vela; natante da diporto: vi fanno parte le unità da diporto a remi, a scafo pari o inferiore
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a 10 metri e quelle unità da diporto utilizzate in acque interne. Questo ultimo termine ricomprende tutte le unità da diporto di lunghezza inferiore ai 10 metri, usate sia in acque marittime che in acque interne,sia a motore che a vela, nonché tutte le barche a remi. In tale categoria rientrano anche le unità più piccole denominate, a titolo di esempio, pattini, mosconi, pedalò, tavole a vela ed infine acquascooter (o moto d’acqua) per i quali esiste peraltro una disciplina particolare. Dove e come possono navigare le imbarcazioni e i natanti? (abilitazione alla navigazione). Le imbarcazioni da diporto possono essere abilitate ai seguenti tipi di navigazione: imbarcazioni senza marcatura CE: - senza alcun limite nelle acque marittime ed interne; - fino a 6 miglia dalla costa nelle acque marittime e senza alcun limite nelle acque interne; imbarcazioni con marcatura CE:
- senza alcun limite, per la categoria di progettazione A; - con vento fino a forza 8 e onde di altezza significativa fino a 4 metri, mare agitato, per la categoria di progettazione B; - con vento fino a forza 6 e onde di altezza significativa fino a 2 metri, mare molto mosso, per la categoria di progettazione C; - per la navigazione in acque protette,con vento fino a forza 4 e altezza significativa delle onde fino a 0,3 metri, per la categoria di progettazione D.
Cosa attesta lo stato di navigabilità delle navi e delle imbarcazioni da diporto? (Certificato di Sicurezza). Come avviene il rilascio e il rinnovo del certificato di sicurezza per navi e imbarcazioni? (visite). Dopo il primo rilascio il certificato è rinnovato ogni 5 anni:a tal fine sono previste visite periodiche,salvo eventuali visite occasionali in caso di sinistri, grosse avarie e cambio motore.Provvedono alle visite gli istituti certificatori contattati dal proprietario. Dove sono iscritte le navi e le imbarcazioni? (registro di iscrizione). Nel registro di iscrizione è annotato l’eventuale utilizzo a fini commerciali della nave o della imbarcazione.
Quali documenti devono essere presenti a bordo delle navi, imbarcazioni e natanti? (licenza di navigazione e certificato di sicurezza, dichiarazione potenza motore). a. Per le navi da diporto i documenti di
navigazione, rilasciati dall'ufficio che detiene il relativo registro all'atto dell'iscrizione, sono: - la licenza di navigazione, che abilita alla navigazione nelle acque interne e in quelle marittime senza alcun limite; - il certificato di sicurezza per navi e imbarcazioni, che attesta lo stato di navigabilità ed è annotato sulla Licenza di Navigazione. b. Per le imbarcazioni da diporto i documenti di navigazione, rilasciati dall'ufficio che detiene il relativo registro all'atto dell'iscrizione, sono: - la licenza di navigazione che abilita al tipo di navigazione consentito dalle caratteristiche di costruzione dell'unita', indicate nella dichiarazione di conformità,rilasciata dal costruttore o da un suo mandatario stabilito nel territorio dell'Unione europea,ovvero da attestazione di idoneità ri-
lasciata da un organismo notificato ai sensi dell'articolo 10 o autorizzato ai sensi del decreto legislativo 3 agosto 1998, n. 314; - il certificato di sicurezza, che attesta lo stato di navigabilità ed è annotato sulla Licenza di Navigazione. c.Per i natanti è escluso l'obbligo dell'iscrizione nei registri, della licenza di navigazione e del certificato di sicurezza. I natanti da diporto,a richiesta,possono altresì essere iscritti nei registri delle imbarcazioni da diporto ed in tale caso ne assumono il regime giuridico. Come ci si abilita al comando e alla condotta di navi, imbarcazioni e
natanti? (patente nautica). Esistono tre tipi di patenti nautiche:A, B e C. Tipo A Le patenti di tipo A abilitano al comando e alla condotta dei natanti e delle imbarcazioni da diporto per le seguenti specie di navigazione: - entro dodici miglia dalla costa; - senza alcun limite dalla costa. Le patenti di tipo A abilitano al comando ed alla condotta delle unità a motore, di quelle a vela e di quelle a propulsione mista. Le patenti di tipo A, su richiesta, possono essere rilasciate per il comando e la condotta delle sole unità a motore. Sono
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Normativa di riferimento
DIRETTIVA 2013/53/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20 novembre 2013 relativa alle imbarcazioni da diporto e alle moto d’acqua e che ha abrogato il 18 gennaio 2016 la direttiva 94/25/CE
DECRETO 29 luglio 2008, n. 146 Regolamento di attuazione dell'articolo 65 del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, recante il codice della nautica da diporto. DECRETO LEGISLATIVO 7 settembre 2005, n.209 Nuovo Codice delle assicurazioni private – Unità da Diporto.
DECRETO LEGISLATIVO 18 luglio 2005, n. 171 Codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE, a norma dell'articolo 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172. DECRETO MIN 10 maggio 2005, n. 121 Regolamento recante l'istituzione e la disciplina dei titoli professionali del diporto.
LEGGE 8 luglio 2003, n. 172 Disposizioni per il riordino e il rilancio della nautica da diporto e del turismo nautico.
DECRETO MIN 12 agosto 2002, n. 219 Regolamento recante caratteristiche tecniche e requisiti delle zattere di salvataggio da utilizzare esclusivamente sulle unita' da diporto. DECRETO MIN 5 ottobre 1999, n. 478 Regolamento recante norme di sicurezza per la navigazione da diporto
DECRETO MIN 29 settembre 1999, n. 412 Regolamento recante norme tecniche concernenti le caratteristiche ed i requisiti degli apparecchi galleggianti (gonfiabili), quali mezzi collettivi di salvataggio, da utilizzare esclusivamente sulle unità da diporto DECRETO MIN 29 settembre 1999, n. 388 Regolamento recante norme per l’individuazione delle caratteristiche tecniche, i requisiti, le modalità per l'installazione a bordo delle bussole magnetiche, da utilizzare esclusivamente sulle unità da diporto
DECRETO MIN 29 settembre 1999, n. 387 Regolamento recante norme per l'individuazione delle caratteristiche tecniche, i requisiti e la durata di validità dei segnali da soccorso, da utilizzare esclusivamente sulle unità da diporto
DECRETO MIN 29 settembre 1999, n. 386 Regolamento recante norme per l'individuazione delle caratteristiche tecniche ed i requisiti del riflettore radar, da utilizzare esclusivamente sulle unità da diporto
DECRETO MIN 29 settembre 1999, n. 385 Regolamento recante norme per l'individuazione delle caratteristiche tecniche ed i requisiti dei salvagente sia anulari che a ferro di cavallo, quali mezzi individuali di salvataggio, da utilizzare esclusivamente sulle unità da diporto DECRETO MIN 02 luglio 1999, n. 274 Regolamento recante modifica delle modalità di utilizzazione delle carte nautiche per le unità abilitate alla navigazione da diporto ed all'esercizio della pesca costiera (locale e ravvicinata). DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 9 ottobre 1997, n. 431 Regolamento sulla disciplina delle patenti nautiche. LEGGE 11 febbraio 1971 n. 50 Norme sulla Navigazione da diporto Primo corpo unico di norme dedicato al diporto, oggi abrogato.
considerate a motore quelle unità in cui il rapporto tra la superficie velica in metri quadrati e la potenza del motore in cavalli o in kilowatt è inferiore, rispettivamente, a 1 o a 1,36. Tipo B Le patenti di categoria B abilitano al comando delle navi da diporto. Coloro che sono in possesso della patente per nave da diporto possono comandare e condurre anche unita' da diporto di lunghezza pari o inferiore a 24
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metri a motore, a vela e a propulsione mista. Tipo C: Le patenti di categoria C, riservate ai disabili abilitano alla direzione nautica di unità da diporto di lunghezza pari o inferiore a 24 metri,ove sia presente a bordo almeno un'altra persona di età non inferiore ai 18 anni, idonea a svolgere le funzioni manuali necessarie per la conduzione del mezzo e la salvaguardia della vita umana in mare. L’unita' deve es-
sere munita di dispositivo elettronico in grado di consentire, in caso di caduta in mare, oltre all'individuazione della persona, la disattivazione del pilota automatico e l'arresto dei motori. Le patenti di tipo C sono assoggettate alla disciplina prevista per le patenti di categoria A. Quali mezzi di salvataggio e dotazioni sono obbligatori a bordo delle navi, imbarcazioni e natanti?
Le unità da diporto devono avere a bordo i mezzi di salvataggio individuali e collettivi e le dotazioni di sicurezza in relazione alla navigazione da intraprendere. Esistono tabelle compilate per le dotazioni e i mezzi di salvataggio minimi obbligatori in relazione alle diverse tipologie di unità e distanze dalla costa. Apparati radiotelefonici (licenza di esercizio) e radioelettrici. Tutte le navi da diporto (lunghezza superiore a 24 metri) devono disporre di un impianto ricetrasmittente in radiofonia HF. Tutte le unità da diporto di lunghezza pari o inferiore ai 24 metri e che navigano
oltre le 6 miglia dalla costa devono essere dotate di apparato ricetrasmittenteVHF. La licenza di esercizio per questi apparati è rilasciata previa presentazione di istanza all’ ufficio di iscrizione dell’ unità. Per le imbarcazioni e le navi da diporto in navigazione oltre le 12 miglia dalla costa è obbligatoria l’installazione a bordo di un apparato elettronico per la rilevazione satellitare della posizione. Obblighi assicurativi Le unità da diporto dotate di motore,en-
trobordo o fuoribordo,non possono navigare se non sono coperte da assicurazione per responsabilità civile (Art. 2054 del Codice Civile). Non necessitano di assicurazione le imbarcazioni da diporto a vela e a remi non dotate di motore ausiliario. L’obbligo assicurativo è esteso ai motori amovibili,di qualsiasi potenza,indipendentemente dall’ unità alla quale vengono applicati. Pertanto il motore assicura l’unità da diporto a cui è applicato di volta in volta.
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Umberto Cagni
Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina
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di Desirée Tommaselli - foto Ufficio Storico Marina Militare
sploratore, combattente, condottiero, diplomatico, Cagni fu un marinaio dall’attività poliedrica. La vita in Marina, che egli scelse nonostante la diversa tradizione familiare (il padre Manfredo fu Generale dell’Esercito), lo portò ad allargare la proprie conoscenze
oltre i confini della geografia nota. “Erano… gli anni in cui navi da guerra italiane erano costantemente di stazione all’estero e vi tenevano alto il prestigio della bandiera; gli anni in cui nostre unità navali battevano continuamente il mare da un capo all’altro del mondo” (Alfacanis, Umberto Cagni, in
“Rivista Marittima”, febbraio 1969, p. 17) e Cagni, con all’attivo due circumnavigazioni del globo e altri viaggi per il mondo compiuti con la Marina, svolse un ruolo fondamentale nella preparazione delle spedizioni esplorative organizzate da un altro marinaio, il Duca degli Abruzzi: la conquista, a 5. 514 mt, della vetta del monte Saint Elias (di cui all’epoca non si conosceva con precisione l’altitudine), del Polo nord (dove Cagni raggiunse la più alta latitudine nordica toccata fino ad allora dall’uomo) e delle cime più elevate del Ruvenzori, nel cuore dell’Uganda, superando i limiti fissati dai precedenti esploratori. Con il suo ardimento e la sua determinazione a superare i confini noti, Cagni si inserì di diritto nella millenaria genealogia di “seguaci di Ulisse”, in base alla quale è comunemente condivisa l’identificazione del marinaio con l’esploratore per eccellenza. Cagni assurse a vero e proprio mito moderno e le sue imprese vennero “cantate” dai letterati dell’epoca quali d’Annunzio, Pascoli e Salgari. Ma “il punto culminante della sua vita lo raggiunse nelle acque di Tripoli”, nell’ottobre 1911. Capitano di vascello e Capo di Stato Maggiore della divisione navale scuole, nell’ambito delle operazioni militari seguite alla dichiarazione di guerra dell’Italia alla Turchia, fu al comando delle forze da sbarco delle unità navali incaricate di occupare Tripoli; era l’inizio della guerra italoturca, in primissima battuta sostenuta dalla sola Marina. Mentre l’armata navale, infatti, lasciata Augusta il 29 e il 30 settembre, poté schierarsi nelle acque libiche il 1° otUmberto Cagni in alta uniforme con i gradi da capitano di corvetta.
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La Regia Nave Sicilia, capogruppo della Scuola Cannonieri, di cui Cagni fu comandante dal gennaio al settembre 1911.
tobre, il corpo di spedizione dell’Esercito, a fine settembre si stava radunando per imbarcare sui piroscafi destinati a portarlo in Libia, dove giunse a partire dall’11ottobre. La tattica di Cagni fu quella di far apparire le sue forze maggiori di quante non fossero, spostando rapidamente i suoi uomini. Questo risultato, che il 12 ottobre consentì alla Marina di cedere all’Esercito consolidate posizioni a terra, fu ottenuto per la preparazione delle forze da sbarco delle
unità navali; 1.200 uomini del numero totale (1.700) erano stati arruolati, scelti, addestrati in Sardegna da Cagni, Comandante della nave Sicilia , capo gruppo della Scuola Cannonieri: tre mesi di esercitazioni “nel tiro di cannone e fucile”, di “lunghe e faticose marce sopra terreno difficile e montagnoso in finte fazioni terrestri”, di “attendamenti” e di “tutti quegli esercizi fisici collettivi che temprano il corpo alla fatica e l’anima alla disciplina” (U. Cagni, La presa di Tripoli, 1924).
Cagni, “eroe di due deserti, dei più vasti/ geli e delle più vaste sabbie” (d’Annunzio), dimostrò di essere un capo degno di tal nome, riuscendo nel compito assegnatogli anche con pochi uomini, anche in situazioni di incertezza politica, “anche quando sulle sue spalle” pesarono “responsabilità gravissime” (Alfacanis, op.cit.). In basso: plotone da sbarco della Regia Marina. All’alba del 5 ottobre 1911, 300 marinai delle forze da sbarco, comandate da Cagni, per primi presero terra sulla spiaggia di Tripoli.
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Di queste capacità si avvalse l’Ammiraglio Thaon di Revel quando gli affidò l’importante e delicato compito di comandare la spedizione navale per occupare Pola all’indomani dell’Armistizio del primo conflitto mondiale. Nonostante le divergenze
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e gli attriti dovuti alla differente visione della conduzione della guerra (Cagni credeva nelle grandi navi, nella grande battaglia navale; Revel era convinto sostenitore e attuatore della guerriglia navale) il Capo di Stato Maggiore lo investì di una missione di fiducia e di una operazione estremamente difficile: tutelare gli interessi italiani in un momento di incertezza politica internazionale circa l’attuazione delle clausole armistiziali. Pola, già piazzaforte navale dell’Austria-Ungheria, aveva ancora raccolta nel suo porto la flotta austriaca sulla quale, a conflitto concluso, molti avanzano pretese. Era l’occupazione più importante e difficile. Occorreva un uomo di grande polso e di grande energia, quale Cagni era, affinché la città, i materiali, le navi da guerra non fossero sottratti all’Italia. Egli giunse a Fasana il 5 novembre 1918 con una divisione navale e con truppe da sbarco; a Pola egli fu al tempo stesso governatore, comandante in capo, amministratore e soprattutto diplomatico. Con tatto, determinazione e intelligenza si destreggiò con sagacia tra le autorità jugoslave e gli alleati.
Prese in consegna le unità navali austriache, sottraendole ai già perpetuati furti e depredazioni, fece disarmare gli equipaggi imperiali che si erano abbandonati ai disordini; in pochi giorni lasciò partire i marinai dall’uniforme austriaca e dalla coccarda jugoslava senza che sorgessero disordini e provvide agli impellenti bisogni della popolazione. Fu un’opera silenziosa, strategica, efficace e determinante per la salvaguardia degli interessi italiani, un’opera in pieno stile Marina. A Cagni, quale riconoscimento per l’attività svolta, fu dato il privilegio di condurre a Venezia le grandi unità disarmate della flotta austriaca. Quest’evento fu per la Marina come “la materializzazione della vittoria navale”; e se non tutte quelle navi rimasero all’Italia, il merito dell’Ammiraglio Cagni di averle preservate andò a beneficio anche degli altri vincitori. A sinistra: la nave Stella Polare bloccata tra i ghiacci artici. A bordo dell’Unità Cagni iniziò l’esplorazione del Polo Nord imbarcando il I° giugno 1899. In basso: uomini dell’equipaggio del Sardegna si bagnano nelle acque libiche. La Nave fu una delle componenti della Divisione Navi Scuola, di cui Cagni fu Capo di Stato Maggiore durante la guerra italo-turca.
Nave Re Umberto in uscita da Taranto. L’unità fu comandata da Cagni dal settembre 1911 al gennaio 1912. A destra: la flotta austriaca in rada a Pola; Cagni dopo l’armistizio preservò queste unità dalle depredazioni e le condusse a Venezia il 24 marzo 1919.
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La vita in poche righe...
ato ad Asti il 24 febbraio 1863, entrò nella Scuola di Marina di Napoli (1877) per proseguire gli studi in quella di Genova (1880), da cui uscì col grado di Guardiamarina nel 1881. Imbarcato sulla nave scuola torpedinieri San Martino, passò sul Vettor Pisani, con cui compì il giro del mondo (18821885). Rientrato in Italia e promosso sottotenente di vascello (giugno 1885), prese servizio sulla corazzata Principe Amedeo e sulla nave scuola cannonieri Maria Adelaide (1885-1887). Partecipò alla Campagna d’Africa imbarcando sul piroscafo S. Gottardo (agosto - settembre 1887), sul Conte di Cavour (settembre 1887 - aprile 1888) e sul piroscafo Miseno (aprile agosto 1888). Tenente di vascello dal luglio 1888, fu ufficiale in seconda del Cariddi (agosto - ottobre 1888). Insignito di due medaglie di bronzo, al valore civile e militare, rispettivamente per l’estinzione di un incendio e per atti di coraggio in occasione dello scoppio di un deposito di munizioni a Massaua, tornò in Italia per imbarcare sulla nave scuola fuochisti Città di Napoli (gennaio - agosto 1889) e sull’Amerigo Vespucci (agosto - novembre 1889). Direttore di artiglieria sul Lepanto (gennaio - novembre 1890), prestò servizio sulla cannoniera Curtatone (ottobre 1891) e sull’incrociatore Urania (aprile ottobre 1892). Nuovamente in Mar Rosso, prima come ufficiale in seconda e poi come comandante della fregata Garibaldi (novembre 1892 - maggio 1894), fu nominato Ufficiale d’Ordinanza dal Duca degli Abruzzi, carica che mantenne fino al 1902. Durante questo mandato, compì la circumnavigazione del globo a bordo del Colombo (ottobre 1894 - gennaio 1897), la spedizione geografica del monte Saint Elias in Alaska (marzo – settembre 1897) e la spedizione al Polo Nord (giugno 1899 – settembre 1900). Capitano di corvetta dal giugno 1899 e capitano di fregata a scelta eccezionale dal febbraio 1902, fu nominato Aiutante di Campo Onorario di Sua Maestà il Re. Comandante in seconda del Saint Bon (marzo - ottobre 1902), comandante del Lauria (luglio 1903- gennaio 1904) e della 1^ Squadriglia Cacciatorpediniere (1904), fu chiamato dal Duca degli Abruzzi a partecipare alla campagna geografica sulla catena del Ruvenzori (aprile – settembre 1906). Promosso capitano di vascello (giugno 1906), al comando del Napoli (aprile 1907- gennaio 1911) prestò soccorso a Reggio
Calabria distrutta dal terremoto (dicembre 1908) e alla popolazione della costa amalfitana, colpita da violento nubifragio (1909). Comandante del Sicilia (gennaio - settembre 1911) e del Re Umberto (settembre 1911 - gennaio 1912), quale Capo di Stato Maggiore della Divisione Navi Scuola ebbe il comando del corpo da sbarco che occupò Tripoli nei primi giorni della guerra italo-turca. Contrammiraglio per merito di guerra (dicembre 1911), dopo la Direzione Generale dell’Arsenale di Venezia (febbraio 1912 - ottobre 1913) ebbe il comando della 2^ Divisione e della 2^ Squadra navale (ottobre-dicembre 1913), alzando la propria insegna sul San Giorgio. Posto in disponibilità a seguito dell’incaglio di questa nave nello Stretto di Messina e poi riconosciuto innocente, fu richiamato in servizio imbarcando sul Pisa come comandante della 4^ Divisione navale (aprile 1914 - maggio 1916). Passato sull’Etna (maggio 1916-febbraio 1917) e promosso vice ammiraglio (giugno 1916), fu Comandante in Capo del Dipartimento e della Piazza Marittima di Spezia (febbraio 1917 - novembre 1918), Comandante delle Forze Navali di occupazione di Pola e Comandante in Capo della Piazza Marittima di detta città (novembre 1918 - luglio 1919). Comandante in Capo delle Forze Navali del Mediterraneo (marzo 1920 – dicembre 1922), fu Presidente del Consiglio Superiore di Marina sino alla fine del servizio attivo (giugno 1923). Senatore dal febbraio 1919, fu commissario straordinario del consorzio autonomo del porto di Genova (1924) di cui ebbe la presidenza dal 1925 al 1929. Morì a Genova il 22 aprile 1932.
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l Comsubin iniziano i corsi per diA ventare Incursori e Palombari della Marina. I corsi sono tenuti dalla ENNAIO
Scuola Incursori e da quella Subacquei e durano 11 mesi. Durante questo percorso i frequentatori, risultati idonei alle visite mediche, saranno sottoposti ad un intenso ciclo di addestramento e selezione, per verificarne l’attitudine alle diverse specialità. Superato il corso, tra i più duri e selettivi, gli allievi raggiungeranno il loro obbiettivo, ottenendo il prestigioso e celebre brevetto da Incursore o Palombaro entrando così a far parte di una elite, riconosciuta dalle Forze Armate di tutto il mondo.
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ella biblioteca di palazzo Marina è N stato conferito il titolo di “pittore di Marina” ai maestri Alessandro Fe-
ruglio, Giuseppe Frascaroli, Mario Magnatti, Gianfranco Munerotto, Davide Orler e Gianni Testa. Rifacendosi alla tradizione risalente alle Marine preunitarie e perpetuata fino al secondo dopoguerra, la Forza Armata dal 1998, con la costituzione dell’Associazione Pittori di Marina, riconosce lo status di “Pittore di Marina” agli artisti che si sono contraddistinti nel promuovere il mare e la Marina. L’evento si è concluso con la presentazione del libro dell’ammiraglio Paolo Bembo 'La storia della Marina attraverso i dipinti.
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ell’ambito del dispositivo aeronaN vale Mare Sicuro, la fregata classe Maestrale Aliseo, ha soccorso il pe-
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schereccio tunisino “AlFath” del quale le autorità tunisine non avevano notizie da circa dieci giorni. Il peschereccio, per una avaria al motore rimasto alla deriva con condizioni meteo avverse, è stato localizzato a cento miglia a sud est dell’isola di Lampedusa. I membri dell’equipaggio tunisino, sono stati trovati in buone condizioni di salute e sono stati assistiti dall’equipaggio dell’Aliseo fino all’arrivo delle autorità tinisine.
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IMMAGINI
di Pasquale Prinzivalli
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ella Piazza d'Armi della Scuola N Sottufficiali della Marina Militare “Lorenzo Bezzi” di Taranto, 482 vo-
lontari in ferma prefissata (VFP1) hanno giurato fedeltà alla Repubblica Italiana. La cerimonia del giuramento si è tenuta alla presenza del Comandante delle Scuole della Marina, ammiraglio di squadra Salvatore Ruzittu e delle altre autorità civili e militari. La ceriomonia è stata seguita con partecipazione dai familiari dei giovani 'Marinai' il cui motto del corso, è “Homo faber ipsius fortunae” (ogni uomo è artefice del proprio destino).
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ave Libeccio è partita dal porto N di Cagliari per unirsi al gruppo delle unità della Standing NATO Mari-
time Group two (SNMG2) e partecipare all’operazione navale nel Mediterraneo Active Endeavour, operazione di monitoraggio e controllo del traffico mercantile per garantire la sicurezza della navigazione. Con un equipaggio di 190 uomini e donne, con i team specialistici e mezzi della Brigata Marina San Marco e della Componente Aerea opererà, insieme agli altri Paesi della NATO, tra cui Canada e Germania, per contrastare la rete del terrorismo internazionale.
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l Teatro Politeama di Napoli, sono A state consegnate le “Stelle di David” nell’ambito delle celebrazioni per il “Giorno della Memoria”. La manifestazione, promossa dalla Fondazione “Maurizio Valenzi” e con l’alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica, attribuisce ogni anno un riconoscimento a personaggi o istituzioni che si sono particolarmente distinti nell’operare in favore del prossimo. La “Stella di David” per l’impegno civile è stata conferita alla Marina per il suo costante impegno nello Stretto di Sicilia a salvaguardia della vita umana in mare. A ritirare il premio, l’ammiraglio Donato Marzano.
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Il marinaio nella leggenda del Milite Ignoto C
di Alessandro Paglia
ome è noto, la salma del soldato sconosciuto, del Milite Ignoto, che è tumulata nell'Altare della Patria, fu scelta nel Duomo di Aquileia dalla triestina Maria Bergamas tra le undici salme di soldati sconosciuti provenienti dai cimiteri di altrettanti teatri di guerra fissati con circolare 20-34 del Ministero della Guerra nell'agosto del 1921: Monfalcone, San Michele, Gorizia, Alto Isonzo, Cadore, Alto Isonzo, Cadore, Asiago, Pasubio, Tonale, Monte Grappa, Montello, Caposile. Il cimitero Andrea Bafile di Ca Gamba
Come ricorda il Cadeddu nel suo libro sul Milite Ignoto, già durante la guerra le salme dei caduti venivano raccolte in località Ca Gamba, sita lungo la strada che da Cavazuccherina (oggi Jesolo) va al mare, sulla riva destra del canale Cavetta. Da questo cimitero fu prelevata la salma del Marinaio Ignoto. La sesta delle undici nell'ordine dei ritrovamenti. A questo cimitero, tutto marinaro
con le salme di oltre 2.000 fanti di marina caduti, fu dato il nome di Andrea Bafile, tenente di vascello morto combattendo sul Basso Piave e a cui fu assegnata la medaglia d'oro al merito. Il cimitero veniva chiamato dalla gente del luogo anche "cimitero dei cannoni" perché nella stele centrale vi era un bassorilievo con l'immagine di un pontone armato di cannoni e ai quattro lati di essa vi erano scolpite altrettante bocche da fuoco, a ricordo delle artiglierie di marina che sbarrarono l'avanzata del nemico a distanza. Una scritta sul muro di ingresso, echeggiante la memoria degli eroi delle Termopili, recitava: Passeggero, va a dire a Roma che ci hai visti, qui, morti per obbedire alle sante leggi della Patria. Alla base della stele c'era una dedica di D'Annunzio: ai compagni eroici / difensori del fuoco sacro / questo monumento d'amore / costruito con pietra d'Istria / squadrato in Pola romana / e con la decima del bronzo/ tolto al nemico sconfitto! I cannonieri navali consacrano. Sul muro di una cascina vicina, sotto
Caposile, presidio invitto del Reggimento San Marco
La salma del marinaio ignoto fu cercata nell'area di Caposile. Augusto Tognazzo, medaglia d'oro della Commissione per il trovamento delle salme scrive nel suo diario che l'area tra San Donà di Piave e il mare, e che comprende Caposile, Jesolo e Cortellazzo, è quella "dove i fanti compirono le loro offerte con i fratelli della invitta marina ", dove, cioè, operò il Reggimento dei Fanti di Marina, che ebbe il battesimo del fuoco proprio sul Piave nel settembre del 1917, dopo il ripiegamento dietro questa linea. La resistenza dei Fanti di Marina fu gloriosa e invitta. Fra i tanti riconoscimenti al loro valore, è doveroso ricordare la medaglia d'oro concessa dalla città di Venezia, il 19 Maggio 1919, con l'assegnazione del nome Reggimento San Marco.
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una meridiana, vi era la scritta: ricorda, o passeggero, che a Cortellazzo gli eroi del mare respinsero l'invasore. Il pittore-scrittore del Reggimento San Marco, Anselmo Bucci, visitando il cimitero ancora durante i combattimenti (e quindi non ancora definito come sopra detto) scrisse: “siamo giunti a Ca Gamba. Il mio compagno, con la faccia coperta dalla maschera, tese il braccio e mi indicò il cimitero dei Marinai: la prima linea delle croci è verde; la seconda grigia; la terza bianca; le altre si confondono tra gli allori. Nei campi, fino al limite dell'orizzonte, i papaveri sanguinano a distese”. E che dire della preghiera-poesia di Sem Benelli ? Con la nascita dei Sacrari il cimitero di Ca Gamba fu chiuso. Le salme furono traslate al Tempio Votivo del lido di Venezia insieme a quella di Nazario Sauro, l'eroe degli eroici.