Notiziario della Marina giugno 2016

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A n n o L X I I I - G I u G n o 20 1 6 - € 2,0 0

n o T I Z I A R I o de l la

M ARINA


dal numero di:

G IUGNO 1966

CINQUANT’ANNI

In copertina: Brindisi, 10 giugno 1966. Panoramica della cerimonia celebrativa della Festa della Marina e del 50° Anniversario dei MAS.

FA . . .

La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti

In alto: Roma, 2 giugno 1966. Festa della Repubblica, defilano i reparti dell’Accademia Navale. In basso: Unità della Squadra Navale rientrano da un’esercitazione.

In alto: Capo Teulada, tiri contro costa della batteria di prora del Garibaldi. In basso: nave Impavido e nave Intrepido ormeggiate nel porto di Cagliari.

inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com


MARINA N O T I Z I A R I O

T E S TATA

M A R I N A M I L I TA R E 1954

GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L

I SCRIZIONE :

R EGISTRAZIONE :

Tribunale di Roma

n. 396/1985 dell’8 agosto1985

PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE

Antonio COSENTINO

REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:

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E

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per i testi ed i contributi fotografici: Carlo Disma, Eleonora Ricci, Palma Agosta, Davide Rossano, Alessandro Busonero, Roberto Carnevale, Umberto Castronovo, Giuseppe Lucafò, Laura Sanetti, Giampaolo Trucco, Antonio Dell’Anna, Antonio Miggiano, Rosario Caruso, Desirée Tommaselli, Salvo Consoli, Gianpiero Di Giuseppe, Alessandro Lentini, Silvio Scialpi, Samantha Spinelli, Justin Stumberg, Ufficio Storico della Marina Militare, la sezione Cinefoto dell’UPICOM. Stampa: Tipografia Facciotti - Roma

chiuso in redazione il 7 luglio 2016

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Notiziario della Marina

Sommario

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A N N O L XIII - G I U G N O 2016

Editoriale

di Antonio Cosentino

Settanta volte 2 Giugno di C. D. Giornata della Marina

di Antonio Cosentino e Eleonora Ricci

Si cambia: l’ammiraglio Girardelli al vertice della Forza Armata di Antonio Cosentino Seafuture & Maritime Technologies 2016 di Palma Agosta

Addestrarsi nel rispetto dell’ambiente di Davide Rossano

Phoenix Express di Antonio Miggiano

Nave Vespucci: amore eterno di AA.VV.

Rising Star 2016 di Giampaolo Trucco

Nave Libeccio e Fondazione “Francesco Rava” di Antonio Dell’Anna

La Battaglia di Pantelleria di Desirèe Tommaselli

I nostri atleti a Rio: Stefanie Horn di Pasquale Prinzivalli

Concorso di equitazione salto ad ostacoli di Salvo Consoli

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In copertina: Roma, 22 giugno 2016. Il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Valter Girardelli, in uno dei momenti solenni della cerimonia del passaggio di consegne. (foto di Massimo Stotani)

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Editoriale di Antonio Cosentino

iugno è sempre stato speciale per la nostra Forza Armata… questo poi lo è stato ancora di più! Infatti, in aria di festa per il settantesimo anniversario della Repubblica e per il 155° della Marina, ha fatto finalmente ritorno in Patria, dopo anni di attesa, il nostro valoroso Fuciliere Salvatore Girone. Negli stessi giorni, l’ammiraglio De Giorgi concludeva il proprio mandato a testa alta, così come ha affrontato l’intera vita in Ma-

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rina. Sempre votato al bene della Forza Armata in modo sincero, l’ammiraglio ha anteposto la sopravvivenza della Marina ad ogni altro interesse, incarnandone la causa e lottando contro tutto e tutti. L’ammiraglio De Giorgi sarà sempre ricordato da tutti i marinai perché ha preteso il massimo dai propri uomini e donne ma poi ha sempre corrisposto loro estrema attenzione e coinvolgimento, gli stessi con cui ha segnato il

proprio turno al timone di questa gloriosa Forza Armata. Non ultima la vicinanza alla sua gente di mare, con cui ha voluto sigillare la propria vita in Marina, giustamente fiero per le tante cose buone realizzate. Cede il testimone difficile all’ammiraglio Valter Girardelli, lasciandogli il timone di una nave elegante ma complessa, tradizionalista ma moderna, disciplinata ma esuberante, una nave che tutto il mondo ci invidia. La nostra Marina, fatta della bellezza


dei velieri, di operazioni internazionali, di esercitazioni in situazioni estreme, di serio e costante addestramento, è la realtà di cui andiamo fieri e che, come ogni mese, vi raccontiamo in queste nostre pagine. Buona lettura!

Roma, piazza del Quirinale 10 giugno 2016. Cambio guardia d’onore al Quirinale. foto di Maurizio Lapera.

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ome da tradizione, anche quest’anno la festa della Repubblica ha visto reparti militari e rappresentanti delle istituzioni impegnati nella consueta “rassegna” di via dei Fori Imperiali a Roma. Realizzata con la partecipazione attiva di

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oltre tremila persone tra militari e civili, la parata di quest’anno è stata particolarmente significativa per il traguardo dei 70 anni dalla fondazione della Repubblica Italiana. All’evento hanno presenziato le massime cariche dello Stato, coinvolte dapprima nella deposizione della corona d’alloro da parte del Presidente della Repubblica all’Altare della Patria, quindi nel suggestivo defila-


Settanta volte 2 giugno di C. D.

mento di reparti delle Forze Armate, delle Forze dell’Ordine e di soccorso. La presenza inconsueta di quest’ultima edizione è stata la rappresentanza di 400 sindaci per tutti i comuni italiani, segnale di una precisa volontà di avvicinare la società civile al mondo militare, come auspicato dal Ministro Pinotti. Per questa ragione il Ministro stesso ha coniato la

formula “2 giugno – festa di tutti”, nella prospettiva di realizzare una cooperazione reale ed efficiente per contribuire alla crescita del Paese, in nome della ripresa economica e dell’ideale via del progresso intrapresa settant’anni fa.

Roma 2 giugno 2016 Fori Imperiali. Una compagnia del 3^ Reggimento della Brigata Marina San Marco della Marina militare sfila durante la parata, foto di Maurizio Flamini vai alla notizia web sul sito: www.marina.difesa.it

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Giornata della Marina

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di Antonio Cosentino

’istituzione della Festa della Marina risale al 13 giugno 1939. All’epoca ogni Forza Armata scelse il giorno in cui celebrare la propria festa, per la Marina fu indicata la data del 10 giugno in ricordo di una delle più significative ed ardite azioni compiute sul mare

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nel corso della Prima Guerra Mondiale. Nel corso degli anni la celebrazione è avvenuta in forme più o meno solenni e, in alcune occasioni, con defilamento navale. Come da consuetudine, la tradizionale cerimonia della Giornata della Marina, è stata celebrata in numerose città e porti della penisola con mostre, visite culturali, istituzionali e celebrazioni commemorative.

Anche nella capitale a Palazzo Marina, la Forza Armata ha celebrato la sua Festa, presieduta dal capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Giuseppe De Giorgi, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti e dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano presenti inol-


10 giugno la Marina celebra la propria festa, una festa sorta dal sentimento nazionale

tre, numerose autorità militari e civili. Nel corso del suo intervento l’ammiraglio De Giorgi ha voluto ricordare la vicinanza della Forza Armata ai due fucilieri di Marina: "quella di oggi è una cerimonia resa particolarmente festosa per il rientro in Italia del 2° capo Girone, della Brigata Marina San Marco, dopo 4 anni di lontananza. La Marina può final-

mente stringersi con animo lieto a capo La Torre, a capo Girone e alle loro famiglie che, con ammirevole stoicismo e patriottismo, hanno sopportato questa durissima prova. La Marina vi è grata anche per l'esempio di disciplina e di compostezza di cui avete dato costantemente prova, unitamente alle vostre famiglie. Bentornati a casa". Al termine della cerimonia, il presi-

dente Mattarella ha consegnato sei Medaglie d'argento al Valor di Marina e una Medaglia d'oro al Merito della Sanità Pubblica alla Bandiera della Marina Militare e delle Forze Navali. Roma, Palazzo Marina 9 giugno 2016. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il capo di Stato Maggiore della Marina ammiragio Giuseppe De Giorgi. Foto di Massimo Stotani.

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La Giornata della Marina

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di Eleonora Ricci

he la Giornata della Marina dovesse essere celebrata il 10 giugno, nella ricorrenza dell’Impresa di Premuda del 1918, era un convincimento già presente nel comune sentire dei marinai di tutta Italia prima ancora della sua formale istituzione; difatti, negli anni venti, molte città italiane con forti tradizioni marittime iniziarono a celebrare in tale giorno le consuete festività dedicate al mare tipiche del folclore popolare. Una commemorazione, quella del 10 giugno, sorta spontaneamente da un sentimento di fierezza nazionale che riconosceva nell’Impresa di Premuda non solo lo spirito audace del marinaio ma la ragione d’orgoglio di un intero popolo. Quando il 13 marzo del 1939 venne data a ciascuna forza armata la possibilità di scegliere una giornata commemorativa che ne potesse rappresentare l’animo e i valori, per la Regia Marina non vi furono dubbi: la ricorrenza dell’Impresa di Premuda era l’unica a poter assolvere un tale compito. Difatti con l’ardita azione, Luigi Rizzo, al comando del suo MAS 15, non aveva determinato solamente l’affondamento, mediante siluri, della corazzata austro-ungarica Santo Stefano ma aveva letteralmente sventato tutti i futuri piani della Marina Austroungarica, sancendo il definitivo predominio marittimo dell’Italia in Adriatico, durante la Prima Guerra Mondiale. L’impresa, venne definita il “Piave dei marinai” e valse alla Regia Marina le congratulazioni, espresse in un telegramma, dal comandante in capo

della Grand Fleet, l’ammiraglio David Beatty, che nella storica battaglia dello Jutland del 1916 era stato il comandante degli incrociatori da battaglia britannici. La prima Giornata della Marina si svolse a Roma e le sue celebrazioni furono a dir poco imponenti: il 10 giugno del 1939 più di 22 mila marinai vi presero parte, sfilando “superbamente” in Via dei Fori Imperiali. Per l’occasione, al Campo dei Parioli, venne costruita una riproduzione della parte prodiera della corazzata Littorio, e l‘ammiraglio Paolo Thaon di Revel, ricevette una medaglia d’oro, coniata per il suo ottantesimo compleanno, come ringraziamento del servizio reso alla Regia Marina. Negli anni successivi, con l’entrata dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, i festeggiamenti divennero decisamente più sobri e nel 1943 la commemorazione venne sospesa. Le ragioni erano evidenti: la necessità di ricostruire il paese e la sua stabilità politica non lasciavano spazio alle celebrazioni. Nel 1949, si decise di ripristinare la festività ma essa venne svincolata dal puro bellicismo che ne aveva sancito l’istituzione e ricondotta al 4 dicembre festa di Santa Barbara, patrona dei marinai. D’allora, sino al 1963, il silenzio scese su Premuda ma il suo ricordo era ancora vivo. Quello stesso sentimento di orgoglio insito nella popolazione, che prima ancora del 1939 aveva comportato l’insorgere di locali celebrazioni, resisteva al trascorrere degli anni e diveniva via via più forte;

quella stessa spontaneità con cui la festività era sorta negli ambienti civili portò a reclamarne nuovamente l’istituzionalizzazione. Fu così che l’allora capo di Stato Maggiore della Marina militare, Ernesto Giurati, volle accogliere tale proposta e nel promemoria di Marisegrege n.98 del 7 novembre 1963 portò la questione all’attenzione del Governo riuscendo a persuadere il ministro della Difesa a reintrodurre l’anniversario del 10 giugno. Se non altro la storia aveva voluto rendere questa data ancor più significativa, proprio il 10 giugno del 1940 l’Italia era entrata nel secondo conflitto mondiale, così la ricorrenza era divenuta anche il simbolo dell’incessante impegno della Marina al servizio della Patria. Con la circolare di Marisegrege n.25511 del 23 novembre 1963 la Giornata della Marina venne ristabilita in onore di Premuda. Le celebrazioni ripresero nel 1964, quando il 10 giugno le piazze marittime di tutta Italia diedero avvio ai festeggiamenti: “L’alba sul mare” titolano i giornali e ancora “La Marina non tramonta”, quasi come se una forza armata privata così a lungo della sua festa più significativa e più sentita fosse giunta alla sua notte. Quello stesso 10 giugno per avvalorare la rilevanza dell’anniversario vennero consegnate le bandiere di combattimento all’incrociatore lanciamissili Andrea Doria, all’incrociatore lanciamissili Giuseppe Garibaldi, alla fregata Virginio Fasan, ai dragamine Faggio, Agave e Pino e venne varata la Motocannoniera 492. La Marina militare si proiettava verso un nuovo futuro traendo slancio da un glorioso passato.

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Si cambia: l’ammiraglio Girardelli al vertice della Forza Armata di Antonio Cosentino

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oma, Palazzo Marina 22 giugno 2016. L'avvicendamento al vertice della Marina Militare tra l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi e l'ammiraglio Valter Girardelli, si è tenuto alla presenza del ministro della Difesa sen. Roberta Pinotti, dell'Interno on. Angelino Alfano, del capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Claudio Graziano

e delle numerose autoritĂ civili e militari ospiti del grande piazzale di Palazzo Marina. Nel suo intervento l'ammiraglio De Giorgi ha sottolineato: “La navigazione non è stata sempre calma, ma gli attacchi contro di me non meritano attenzione oggi, soprattutto non la meritano i corvi e gli interessi occulti che hanno diffuso dos-

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Noi siamo la sintesi del potere militare. Nessuno è più interforze di noi

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sier anonimi per tentare di condizionare il futuro della Marina”. L’ammiraglio ha quindi manifestato la propria gratitudine per il sostegno morale ricevuto non solo dai suoi uomini e donne in divisa ma anche e principalmente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, “che ha avuto il coraggio di difendere pubblicamente la mia reputazione, all’apice della tempesta, quando altri hanno preferito defilarsi”. Un pensiero è andato poi a chi tre anni e mezzo fa ne sostenne la nomina a Capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio Di Paola, inoltre è stato assai significativo il ringraziamento alle Organizzazioni Sindacali. Infatti è stato notevole l’impegno per salvaguardare gli interessi dei lavoratori, gli investimenti mirati alla protezione della capacità marittima, ovvero della cantieristica e della tecnologia correlata, rendendo possibile la costruzione delle nuove unità marittime militari della classe FREMM e l’approvazione della cosiddetta “Legge navale”: la scommessa di tutta la Marina per scongiurare “la morte della flotta”. Così, come una sorta di eredità De Giorgi ha puntualizzato - “lascio 16 navi maggiori e due unità minori. E’ un risultato di cui dobbiamo e soprattutto dovete andare fieri. Senza di voi, senza il vostro ingegno, la vostra dedizione, integrità ed entusia-

Un addio senza rimpianti. Non ci sarò più io ma la flotta sì, grazie anche agli sforzi importanti del governo, con navi altamente tecnologiche che esporteremo nel mondo

ammiraglio Giuseppe De Giorgi

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smo, non saremmo riusciti in un’impresa di tale portata, sensazionale sotto tutti gli aspetti”. De Giorgi ha anche voluto ricordare l’azione dei

due ministri della Difesa, Mario Mauro e Roberta Pinotti, che ha reso possibile il raggiungimento dell’ambita meta.

Adesso conosciamo più da vicino il nuovo capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio Valter Girardelli. Nato nel 1955 a Rovereto, in provincia di Trento, entra in Accademia Navale di Livorno nel 1974 come frequentatore del Corso Normale, che terminerà nel 1978 con il grado di guardiamarina, ottenendo anche la “Sciabola d’onore”, massimo riconoscimento dell’Istituto per essersi classificato per quattro anni consecutivi al primo posto nelle graduatorie di merito. Dopo aver comandato con il grado di tenente di vascello la nave da trasporto acqua Basento, viene promosso capitano di corvetta il 1°gennaio del 1987. Nel corso della carriera, l’ammiraglio Girardelli ha ricoperto gli incarichi di Ufficiale Addetto alle Informazioni Operative di Combattimento ed alla Guerra Elettronica sulla fregata Lupo, quindi di Ufficiale Addetto alle Informazioni Operative di Combattimento sul cacciatorpediniere Ardito e sull'incrociatore Andrea Doria, successivamente di Capo Servizio Operazioni sui cacciatorpediniere Audace ed Ardito e, a coronamento dell’intensa attività operativa, dal 1987 al 1989 ha ricoperto il prestigioso incarico di Comandante del Corso Normale dell'Accademia Navale.

Il 31 dicembre 1990 viene promosso capitano di fregata e dal 1994 al 1995 è al comando della fregata antisommergibile Scirocco, con la quale effettuerà la Campagna Navale in Golfo Persico ed il Periplo dell’Africa. Promosso capitano di vascello il 1° luglio 1998, dall'ottobre dello stesso anno è stato destinato allo Stato Maggiore della Marina dove ha ricoperto l'incarico di Capo Ufficio Pianificazione Generale Finanziaria e delle Forze, per poi imbarcare nuovamente dal settembre 2000 al settembre 2001 come comandante della portaerei Giuseppe Garibaldi. Con il grado di contrammiraglio, dal 2004 è Vice Capo Ufficio e dal 2006 Capo Ufficio Pianificazione e Programmazione Finanziaria dello Stato Maggiore della Marina. Promosso ammiraglio di divisione il 1° gennaio del 2008, ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio Generale per la Pianificazione, Programmazione e Bilancio della Difesa. Il 1°gennaio 2013 è stato promosso ammiraglio di squadra, ottenendo nello stesso anno l’incarico di Vice Segretario Generale/Direttore Nazionale degli Armamenti. Dal 10 marzo 2015 al 21 giugno 2016 ha ricoperto l’incarico di capo di Gabinetto del Ministro della Difesa.

Discorso assunzione incarico di capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Valter Girardelli

Signor Ministro della Difesa, Onorevoli Rappresentanti del Parlamento, Autorità di Governo, Signor Capo di Stato Maggiore della Difesa, Autorità civili, religiose e militari, Signore e Signori, ma, soprattutto, Ufficiali, Sottufficiali, Graduati, Marinai e Personale civile della Marina, mi risuonano alla mente, alte nella loro semplicità e nel loro valore perenne, le parole del Giuramento, fatto oltre quaranta anni fa nel Piazzale dell'Accademia navale, parole di dovere e disciplina, di Patria e onore. Sento fortissima, in questo momento, la presenza, persistente, radicata e ispiratrice, di questi valori, nell'assumere il Comando della Marina Militare. In questi valori, ho sempre creduto, credo e in essi continuerò a trovare vocazione. Esprimo, con la solennità del caso, questo mio impegno, indirizzandolo a tutti gli appartenenti alla Marina, alle altre Forze Armate ai Corpi Armati e non armati dello Stato, al vertice militare della Difesa, al Ministro della Difesa, al Governo e a tutte le istituzioni repubblicane, autorevolmente rappresentate in questo piazzale e alle quali la Forza Armata è da sempre al servizio.

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Quella italiana è una Marina di qualità, di primo livello, nei mezzi ma soprattutto nel personale, in tutte le componenti operative, di supporto, di formazione, di sostegno e di esecuzione amministrativa. Le esigenze fondamentali di difesa e di sicurezza della nazione, così come le essenziali necessità di presenza, di sorveglianza, di proiezione, di intervento, di flessibilità operativa, di incisione capacitiva, non solo conseguenti a obblighi internazionali, ma, soprattutto, a supporto di una `robusta´ e ambiziosa agenda italiana di salvaguardia degli interessi nazionali, laddove gli stessi debbono essere protetti e consolidati, poggiano e debbono essere soddisfatte da questa Marina. ammiraglio Valter Girardelli capo di Stato Maggiore della Marina

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Mi sento onorato di questa presenza che mi conferisce testimonianza di fiducia e sostegno. Il mio primo pensiero deferente va alle istituzioni repubblicane, innanzitutto al Capo dello Stato, Comandante Supremo delle Forze Armate. Esprimo la mia gratitudine al Governo, che ha deliberato la mia nomina a questo incarico, in particolare al Presidente del Consiglio e, soprattutto, per la fiducia accordatami e la stima manifestatami, al Ministro della Difesa, al cui fianco ho avuto il privilegio di vivere una straordinaria esperienza professionale e umana, non ultimo nel periodo in cui ho ricoperto l'incarico di Capo di Gabinetto. Al Capo di Stato Maggiore della Difesa assicuro piena condivisione d'intenti, con a mente comunque il superiore bene della Marina, componente fondamentale di uno strumento nazionale di difesa e sicurezza sempre più integrato, efficace, interoperabile, interforze, multidisciplinare, sempre più proteso verso impieghi ben oltre la dimensione prettamente militare delle capacità operative possedute. Ho visto la nostra Forza Armata, nel corso della mia, quasi quindicennale esperienza interforze, progressivamente trasformarsi in un'ottica di sempre maggiore competenza e professionalità, ho seguito lo sviluppo delle principali tematiche ad essa afferenti, sino ad avere la certezza che quella di oggi è una Marina di qualità, di primo livello, nei mezzi ma soprattutto nel personale, in tutte le componenti operative, di supporto, di formazione, di sostegno e di esecuzione amministrativa. Le esigenze fondamentali di difesa e di sicurezza della Nazione, così come le essenziali necessità di presenza, di sorveglianza, di proiezione, d'intervento, di flessibilità operativa, di incisione capacitiva, non solo conseguenti a obblighi internazionali, ma, soprattutto, a supporto di una "robusta" e ambiziosa agenda italiana di salvaguardia degli interessi nazionali, laddove gli stessi debbono essere protetti e consolidati, poggiano e debbono essere soddisfatte da questa Marina. Una Marina che si colloca fra le migliori istituzioni del Paese, molto stimata e apprezzata fra le Marine del mondo: una grande Marina. Ad Essa sono stati riservati e sono in corso interventi, di ampia portata, tesi al fine di continuare a rendere disponibile allo Stato assetti e capacità, in tutte e tre (e non tralascio di evocare la quarta, quella cibernetica) le dimensioni di impiego, sotto, sulla e sopra la superficie dei mari. Lo sforzo e l'attenzione che il Governo, sotto le indicazioni e certo anche la direzione del Ministro della Difesa - a cui rivolgo il sentito apprezzamento e ringraziamento di tutta la Forza Armata -, ha riservato alla Marina, trovano tangibile segno nel programma di rinnovamento della linea delle Fregate, nel programma di sostituzione delle linee più obsolete, nell'ammodernamento delle linee subacquee e di quelle elicotteristiche, nel mantenimento e rinnovo di quelle aeree, negli interventi per ripristinare l'efficienza lavorativa degli arsenali e degli stabilimenti di lavoro e in altri molteplici settori. Non va sottaciuto che gli auspici sono superiori alle aspettative, che le aspettative sono superiori alle concrete possibilità e percorribilità nell'attuale contesto nazionale di riferimento. Certo vi sono tematiche generali di sistema da superare, compressioni finanziarie da contenere, criticità da governare, ma credo che con pragmatismo, serietà, chiarezza di intenti, consapevolezza, umiltà e consapevole determinazione, si sapranno affrontare, in forma collegiale e condivisa, secondo un percorso coerente e proiettato in una ottica di risultato di medio-lungo termine. Quello di oggi è un patrimonio di una Marina in evoluzione verso il futuro, basato sui saldi e sui migliori principi del passato, di cui siamo, di cui sarò, di cui saremo custodi fedeli e gelosi. Mi sento di rendere omaggio: • a questa Marina;

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Il ministro della Difesa ha ricordato che “la flotta della Marina stava subendo l'invecchiamento, c'era bisogno di un programma di rinnovamento e il governo lo ha sostenuto". La Marina, ha sottolineato Pinotti, "è una componente essenziale di quell'equilibrato strumento militare complessivo, del quale il nostro sistema-Paese non potrebbe fare a meno, soprattutto in situazione geopolitiche caratterizzate da tale incertezza, turbolenza e imprevedibilità come quelle odierne. E i tempi per implementare e mantenere uno strumento navale costituito da unità moderne ed efficienti - ha sottolineato - sono necessariamente lunghi e dunque l'impostazione, la realizzazione e il periodo di impiego operativo di nuove navi non possono che essere previsti in una prospettiva temporale di diversi decenni".


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• alla sua bandiera, simbolo delle più elette virtù militari e dei principi su cui si fonda la realtà comunità nazionale. • ai suoi caduti nell'adempimento del dovere, che guidano con il loro luminoso esempio di eroismo il nostro senso di emulazione, dando forza e certezza al nostro presente; • alle Associazioni d'Arma, che preservano tradizioni marinare intergenerazionali e risaldano legami e sentimenti tra personale in servizio e in congedo, oltre il grado e l'età; • a tutti coloro che sono stati per me "precettori emeriti", colleghi, collaboratori, essi con i loro esempi, insegnamenti, consigli, incitamenti e impegni, mi hanno accompagnato e incoraggiato nel corso del mio lungo cammino professionale. Tra i collaboratori desidero ricordare tutto il personale, militare e civile, con cui sono entrato in relazione nel corso degli anni. Riguardo il più recente passato, desidero esprimere un cenno specifico al personale dello Stato Maggiore della Difesa, del Segretariato generale della Difesa e degli Uffici di diretta collaborazione del Ministro della Difesa, nonché al personale dirigenziale e di vertice della Presidenza della Repubblica, della Presidenza del Consiglio e degli altri Dicasteri che ringrazio per l'attenzione e perché no, anche, per la pazienza che ci hanno riservato. Tra i colleghi desidero ricordare i compagni di Accademia del Corso ELEUTHEROS e della 53^ Sessione ORDINARIA/1^ Sessione speciale dell'Istituto Alti Studi Difesa, oggi presenti e ai quali va tutto il mio affetto e la mia riconoscenza. Tra i "precettori emeriti", meglio sarebbe chiamarli "maestri", i miei predecessori che considero preziosi riferimenti e guide esperte. Tra di loro l'Ammiraglio De Giorgi, che lascia oggi il servizio attivo a conclusione di una lunga e prestigiosa carriera e al quale porgo il saluto di tutta la Forza Armata e l'augurio per un futuro luminoso e ricco di ogni soddisfazione, bene e serenità. Ogni bene a te e alle persone a cui tieni, caro Giuseppe. Rivolgo ora il mio pensiero direttamente al "GRANDE EQUIPAGGIO DELLA MARINA MILITARE": • agli Ufficiali, ai Sottufficiali, ai marinai, di bordo e di terra, a quanti di loro sono ora in mare, in cielo, o operano nell'ambito delle missioni loro assegnate, in patria e all'estero, con specifico cenno anche al personale del Corpo delle Capitanerie di Porto; • al personale civile, parte integrante e irrinunciabile della grande comunità marinara, • alle nostre famiglie e ai nostri affetti - che con noi condividono disagi e difficoltà, pronti a sacrificarsi giornalmente per consentirci di assolvere i nostri compiti, la nostra missione, • alle Rappresentanze militari, che esercitano una funzione essenziale per migliorare la condizione militare, • alle organizzazioni sindacali, elementi di puntuale riflessione e stimolo verso l'arricchimento organizzativo, per stringerli tutti in un unico simbolico, caloroso, forte, grato e fraterno saluto. Saluto, con l'occasione, il mondo dell'informazione e quello dell'industria per la vicinanza dimostrata e il sostegno che ci riservano. Il tempo sarà galantuomo per tracciare e definire programmi, dare attuazione concreta al pensiero, realizzare gli intendimenti. Affronteremo le tematiche del presente nel segno della linearità con grande propensione alla innovazione. Dobbiamo, infatti, volgere lo sguardo al futuro con fiducia, ottimismo, disponibilità al cambiamento, recependo appieno le esigenze dettate dal contesto che ci circonda: il futuro va governato, anticipato, trasformato in fattore di miglioramento e di progresso. Consolidamento, linearità e cambiamento, per assicurare alla Marina un domani basato sul coraggio e sulla coerenza. In ciò ci sosterranno e rappresenteranno guida e riferimento i contenuti del "Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa", laddove espone e rimarca l'ineludibile funzione abilitante, a livello interforze, intergovernativo e internazionale dello strumento marittimo, in tutte le sue componenti ed evidenzia l'importante ufficio delle relative capacità operative interforze, a cui lo stesso è chiamato a contribuire. Con spirito innovativo e scevro da pregiudizi, soprattutto ideologici e

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settoriali, tracceremo il percorso di un programma di Forza Armata perfettamente innestato nel più ampio disegno della Difesa, apportando a quest'ultimo il nostro irrinunciabile bagaglio di cultura, d'identità, d'intelligenza e di buon senso marinaro. Sarà posta la massima attenzione alle aspettative del personale, che so essere preparato, disponibile, serio, competente, pronto ad ogni sacrificio e applicazione, purché abbia e sia ben chiaro e definito il disegno strategico a cui tendere. Perseguiremo l'efficienza e il rinnovamento dello strumento aeronavale, certi che una flotta moderna e addestrata, non è solo un'esigenza di difesa e sicurezza, ma un forte fattore propulsivo nel campo tecnologico, delle capacità industriali, di posizionamento competitivo del sistema nazionale, di lavoro qualificato e di sostegno alla creazione e consolidamento di forti e amichevoli relazioni internazionali. Tale azione nel rispetto dei superiori indirizzi. Dedicheremo pari e altrettanta attenzione, sempre ricercando la massima sinergia a livello integrato, interforze, inter agenzia e con le realtà socio economiche locali, alle strutture di supporto, alle aree in cui insistono basi aeronavali, logistiche, enti tecnici, centri di formazione. Desidero sintetizzare in una frase chiave i profili della mia futura azione di comando, richiamando un detto che proviene da lontano e che mi ha sempre ispirato "SOLO CHI NON HA IDEE NON LE CAMBIA". Sarà mia cura coinvolgere Voi, uomini e donne della Marina Militare, nelle scelte più importanti e strategiche per la Forza Armata, ascoltare i vostri contributi che so, già da ora, saranno propositivi e disinteressati, farvi partecipi delle decisioni di vertice e percorrere, insieme, il difficile, e non scevro d'ostacoli, percorso per attuarle, con sempre a mente il detto che ho appena richiamato, che, in altra chiave di lettura, sottende AUTOREVOLEZZA E NON AUTORITARISMO. (L'autorevolezza è anche contraddistinta dal silenzio, dalla riflessione, dalla mancanza di clamori, dalla consapevole appartenenza, dalla difesa dei diritti dei più deboli, dalla fedeltà agli impegni e alla parola data da tutti gli altri valori che da sempre sono bagaglio incorruttibile dei Marinai). E non lo faremo in un'aurea e perfetta solitudine ma insieme, sinergicamente e sistemicamente con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, con i Comandanti dell'Esercito, dell'Aeronautica, dei Carabinieri, con i Comandanti di tutti i Corpi armati e non dello Stato, con Segretario generale della difesa/DNA, sotto l'attenta e lungimirante azione di indirizzo del Ministro della Difesa, certo che ci riserverà, Signor Ministro, la benevolenza e l'accompagno che voi, personale militare e civile della Marina, meritate per quanto avete sempre dimostrato i poter, di saper e di voler fare con totale dedizione e spiccato senso di servizio. Sono certo che la Marina è in grado di raccogliere tutte queste impegnative sfide e, soprattutto di vincerle, per la grande tensione morale, lo spirito di attaccamento al dovere, l'abnegazione e perché no il soffio vitale "di genialità corsara", l'iniziativa, lo spirito d'indipendente applicazione, che da sempre contraddistingue chi va per mare. Chi va per mare deve essere capace di guardare oltre l'orizzonte, di immaginare quanto accadrà, di premunirsi per assicurare risultati di primo livello, di avere doti quasi propiziatorie, queste le qualità e capacità che avrò modo in Voi di sollecitare, indirizzare e consolidare, e che vi chiedo di riservarmi. Ci attende un lavoro duro, impegnativo, coinvolgente. Non ci dobbiamo nascondere le avversità e le difficoltà: per chi va per mare, non rappresentano una sorpresa. Le affronteremo con animo sereno, sicuri di svolgere il nostro dovere, fiduciosi perché tutti noi possiamo contare, con certezza e rigore, sugli uomini e sulle donne della Marina, sulle loro menti, ma soprattutto sui loro cuori, cuori leali, incondizionati, tenaci, perseveranti, di onore, in Patria e sui mari del mondo. Ho piena fiducia e come Comandante sono fiero di Voi. Non vi farò mancare il mio sostegno, l'assidua presenza e la costante attenzione alle vostre esigenze. Dedicherò tutto me stesso con l'orgoglio, la determinazione, la passione di chi continuerà, ogni giorno, a prendere il mare con Voi per il superiore interesse dell'Italia. Viva la Marina.Viva l'Italia


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Il mare a 360°, la parola chiave “Refitting e dualità degli arsenali”

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di Palma Agosta

Seafuture & Maritime Technologies 2016

a Spezia- E’ stata inaugurata il 24 maggio, presso l’Arsenale Militare Marittimo della Spezia, la quinta edizione di Seafuture & Maritime Technologies 2016. All’apertura della manifestazione erano presenti il sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Domenico Rossi, l’ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, capo di Stato Maggiore della Marina, Cristiana Pagni, presidente di La Spezia EPS, Azienda speciale della Camera di Commercio delle Riviere di Liguria, che ha fortemente voluto ed organizzato la manifestazione, e Lorenzo Forcieri, Presidente dell’Autorità Portuale della Spezia e del Distretto Ligure delle Tecnologie Marine.

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La manifestazione è cresciuta negli anni e oggi si afferma nel panorama nazionale ed internazionale come piattaforma di business e confronto tecnico-scientifico che mette intorno allo stesso tavolo i protagonisti dell’economia del mare: i big players (grandi imprese, armatori navali, cantieri, shipping, nautica), la Marina Militare e le piccole e medie imprese, indotto di un settore strategico che si distingue per un forte dinamismo. Per quattro giorni La Spezia, con il suo Arsenale Militare Marittimo, è stata la capitale dell’Economia del Mare, portando il Golfo dei Poeti e tutto il Paese al centro del Mediterraneo. Un’edizione dai grandi numeri terminata il 27 maggio. Oltre 110 Aziende

e 26 Marine Militari Estere sono state protagoniste di un importante evento internazionale organizzato in Italia. 5.000 metri quadrati di esposizione, 120 espositori, 700 incontri bilaterali preorganizzati, 4 unità navali in linea o di prossima dismissione, la fregata Grecale della classe Maestrale, il pattugliatore di squadra Bersagliere della classe Soldato, la corvetta sfinge della classe Minerva e il cacciamine Milazzo della classe Lerici, a bordo delle quali sono state effettuate brevi uscite giornaliere a favore delle Marine Estere partecipanti, composte da personalità altamente qualificate a stringere rapporti commerciali con le aziende italiane presenti. La rilevanza internazionale della manifestazione è stata confermata pro-


Oltre 110 aziende e 26 marine militari estere sono state protagoniste di un importante evento internazionale organizzato in Italia. 5000 metri quadrati di esposizione, 120 espositori, 700 incontri bilaterali

prio dalla presenza delle Marine militari estere interessate ad operazioni di refitting ed upgrading, che coinvolgono i poli industriali presenti presso i principali Arsenali Militari Marittimi italiani. Le navi dismesse dalla Marina militare rappresentano, infatti, un buon affare per le Marine estere minori, perché sono garanzia di affidabilità nel tempo, in quanto progettate e costruite in Italia, dove la cantieristica ed il suo indotto sono espressione di altissimo livello di tecnologia e inLa Spezia 24 maggio 2016. Cerimonia del taglio del nastro, il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi e il presidente di La Spezia EpS Cristiana Pagni; le fregate Grecale, Maestrale, Scirocco, Libeccio e Bersagliere ormeggiate presso l’Arsenale di La Spezia. (foto di Silvio Scialpi).

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novazione, manifesto del Made in Italy nel mondo. I nuovi mercati, in particolare nel comparto Difesa, hanno visto l’affermarsi di grandi investitori e di una fascia di Paesi che hanno bisogno di coniugare l'esigenza di dotazioni militari e civili di ottimo livello con la disponibilità di budget contenuti e tempi di consegna ridotti. In questo senso l’offerta di refitting da parte del sistema industriale italiano rappresenta un forte appeal. Il refitting e la vendita delle unità della Marina non più in linea, costituiscono un’alternativa vantaggiosa rispetto alla demolizione, poiché generano lavoro per la cantieristica nazionale. L’impiego degli arsenali della Marina in tale attività, costituisce un ulteUna suggestiva immagine di nave Duilio (foto di Silvio Scialpi); sopra: alcuni momenti della manifestazione.

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riore valore aggiunto in termini di competenze e strutture. Per la Marina partecipare al SeaFuture&MT 2016 ha significato supportare le imprese nazionali e, di conseguenza, il sistema Paese. I bacini degli Arsenali, con il proprio personale militare e civile, diventano sempre di più propulsori non solo di sicurezza, ma anche di benessere e prosperità per il Paese: valorizzare al massimo le potenzialità degli stabilimenti e impianti della Marina, per renderli redditizi per lo Stato, facendo divenire gli Arsenali siti “duali e produttivi” il più possibile auto-

nomi dal punto di vista finanziario, aperti al mondo mercantile ed industriale. “La Marina Militare è in grado di esprimere capacità duali rendendo disponibili alcuni assetti della linea di prodotto logistica quali gli stabilimenti di lavoro, gli Arsenali, i Centri di Studio e di Ricerca con personale di alto profilo professionale. Le opportunità di incontro e confronto con il mondo industriale, dell’università e altri enti pubblici e pri-


vati nonché le collaborazioni con la piccola e media impresa consentiranno di dar corso a sinergie virtuose fra eccellenze nazionali nella ricerca di soluzioni innovative importanti per il sistema paese e per la formazione dei giovani. Uno degli argomenti cardine del Seafuture sarà il refitting navale, alternativo alla rottamazione, area in cui la Marina Militare ha già maturato esperienza con la cessione delle Unità classe Lupo al Perù e della classe Minerva al Ban-

gladesh. Per questo motivo saranno organizzate uscite in mare ad hoc su unità navali prossime alla dismissione, offrendo pacchetti “chiavi in mano” comprensivi di addestramento e know how manutentivo” ha dichiarato l’Ammiraglio Donato Marzano, Comandante Logistico della Marina Militare. Presente alla kermesse anche Sea Shepherd, l’organizzazione no profit fondata dal capitano Paul Watson nel 1977, composta al 99% da volontari,

che si batte ogni giorno per la salvaguardia del mare e della fauna marina selvatica. Seafuture è stata un’opportunità di incontro e confronto con il mondo industriale, il mondo dell’università, gli enti pubblici e privati, la piccola e media impresa che consentono di dare corso a sinergie virtuose per trovare soluzioni innovative importanti per il sistema paese e per la costruzione del futuro.

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Addestrarsi nel rispetto dell’ambiente La Flotta Verde di Italia e USA nel Tirreno centrale. di Davide Rossano

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al 11 al 22 giugno 2016, il Tirreno Centrale è stato teatro di un’importante esercitazione che ha visto coinvolto un gruppo navale italiano, sotto il comando dell’Ammiraglio Placido Torresi, titolare della prima divisione navale con sede a La Spezia, ed il gruppo da battaglia statunitense della portaerei Eisenhower (Eisenhower Carrier Strike Group), il tutto anche in soste-


gno dell’ambizioso progetto denominato Great Green Fleet. In condizioni meteo marine particolarmente severe per tutta la durata dell’esercitazione, a bordo di otto unità navali (Doria, Duilio, San Marco, Etna, Margottini, Bersagliere, Cigala Fulgosi e Stromboli), cinque elicotteri (3 AB212 e 2 SH90A) ed un sommergibile (Prini), circa 1200 marinai si sono cimentati, giorno e notte, in un impegnativo programma addestrativo finalizzato a consolidare le proprie capacità operative nei tradizionali settori di attività ed impiego degli assetti aeronavali della Marina Mili-

tare. Il programma addestrativo è stato completo e variegato, spaziando dalla difesa da minaccia asimmetrica, alle esercitazioni di tiro a caldo con le artiglierie principali, dalle manovre cinematiche tra le unità, all’esercitazione di lotta antisommergibile con l’intensivo impiego delle cortine rimorchiate della Classe Orizzonte e dei SONAR di ultima Mar Tirreno centrale,16 giugno 2016. Nave Etna rifornisce di combustibile verde il cacciatorpedinierte Andrea Doria e il Mason della US Navy. Foto di Silvio Scialpi.

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generazione imbarcati sulle unità “antisom” della Classe FREMM, fino alle esercitazioni di difesa aerea nel cuore del Tirreno Centrale, fronteggiando gli attacchi simulati da 2 aerei Tornado PA200 e da 4 velivoli Eurofighter EFA2000. Oltre all’incremento delle capacità operative e di cooperazione internazionale, si è posto un ulteriore tassello alla collaborazione con la US Navy, avviata nel 2014, nell’ambito del progetto Flotta Verde. Sotto tale denominazione, infatti, si colloca l’ambizioso programma della Marina Militare Italiana di promuovere - leader in Europa e nel mondo - uno sviluppo sostenibile dello strumento navale, rispettoso dell’ambiente, con l’obiettivo di ridurre nei prossimi anni del 50% le emissioni di CO2 della propria Flotta, tramite l’uso di combustibili - alternativi a quelli tradizionali fossili - sintetizzati da elementi vegetali che danno vita al cosiddetto Green Diesel, già sperimentato con successo su numerose Unità della Squadra Navale, sia in termini di rendimento dei motori che di riduzione delle emissioni. Il progetto Flotta Verde nasce con la sottoscrizione, avvenuta nel dicembre 2012, di un accordo di collaborazione tra Marina Militare ed ENI, per lo sviluppo e la sperimentazione a bordo di navi militari di un biocombustibile composto per almeno il 50% da Green Diesel ottenuto attraverso la tecnologia Ecofining*. Il progetto si è sviluppato nel primo semestre del 2013 con la messa a punto della formulazione ottimale del combustibile, tramite una serie di test di laboratorio e prove al banco su motori, utilizzando le strutture del Centro Ricerche ENI di S. Donato Milanese. Nel secondo semestre infine è stata individuata la formulazione più idonea e si sono conclusi i test sul prodotto finale. Il processo di collaborazione e condivisione dei risultati delle ricerche nel settore dei combustibili alternativi ha portato Nave Etna a rifornire, per la prima volta, un’Unità Americana (USS Mason) di biocarburante contenente una quota di Green Diesel prodotto presso la raffineria nazionale di Porto Marghera. L’attività ha avuto anche un importante ritorno in termini di visibilità nelle comunità locali dei porti in cui le unità navali hanno effettuato le loro soste logistiche nel fine settimana. I molti curiosi, più di 4000, che hanno avuto modo di visitare le varie unità ormeggiate nei porti di Napoli, Gaeta, Civitavecchia, Cagliari e La Maddalena hanno potuto constatare di persona i risultati ottenuti nella ricerca scientifica alla base della Flotta Verde e le potenzialità che il Green Diesel può avere anche nell’ot-

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tica di importanti sviluppi per migliorare la qualità della vita per la popolazione civile. L’esercitazione è proseguita anche dopo la sosta logistica culminando in una fase finale di “gioco” a partiti contrapposti, in uno scenario di operazioni ambientato nel Tirreno Centrale, nel quale le unità hanno fronteggiato diverse tipologie di minacce tradizionali (aeree, subacquee e di superficie), eventi di difesa passiva e controllo del danno, manovre di rimorchio tra unità navali, salvataggio simulato di uomo a mare, contrasto della minaccia chimico fino ad una vera e propria “battaglia mediatica” nella quale gli staff si sono battuti a colpi di articoli prodotti ad hoc per rendere ancora più realistica l’esercitazione e significativo il successo dell’intera attività.

* Ecofining è il processo sviluppata da ENI, in collaborazione con l’azienda americana Honeywell, per convertire gli oli vegetali in diesel di alta qualità e stabilità. In estrema sintesi questa tecnologia prevede due stadi: una prima fase detta deossigenazione primo i trigliceridi dell’olio vegetale reagiscono con l’idrogeno in presenza di un catalizzatore e si ottengono idrocarburi paraffinici e propano, nel secondo stadio tali prodotti sono isomerizzati reagendo nuovamente con idrogeno.

Mar Tirreno centrale, 13 giugno 2016. Manovre cinematiche tra nave Margottini e nave Doria. Foto Silvio Scialpi


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La Marina Militare Italiana, alla decima edizione dell’esercitazione multinazionale

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Phoenix Express


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di Antonio Miggiano no dei temi chiave per accrescere il contrasto alle attività illecite in mare è la cooperazione fra i paesi rivieraschi del Mediterraneo, ovvero tra le marine che più hanno il focus degli interessi nazionali nel “Mare Nostrum”. L’esercitazione Phoenix Express 2016 (PE16), ormai alla decima edizione, costituisce una importante occasione per consolidare, soprattutto su piano tattico ed operativo,

procedure e modalità di comando e controllo condivise per le Maritime Interdiction Operations (MIO). Il livello d’attenzione per le tematiche di sicurezza comune è evidente

23 Maggio 2106, Mar Mediterraneo. Personale appartenente alla Marina Militare italiana e ai Marines americani durante un’esercitazione che simula un’operazione VBSS di visita, abbordaggio, ricerca e sequestro, effettuata sulla nave marocchina P611 nel corso dell’esercitazione Phoenix Express 2016. (foto di Justin Stumberg, U.S Nvay)

per risorse impiegate quest’anno: i paesi partecipanti (alcuni NATO, altri parte dell’Iniziativa “5+5”) hanno coinvolto 7 mezzi navali, 3 assetti aerei, 8 MIO team, 4 medical team, staff operativi di Algeria,

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23 Maggio, Mar Mediterraneo. Personale appartenente alla Marina Militare italiana e ai Marines americani si prepara all’esercitazione che simula un’operazione VBSS di visita, abbordaggio, ricerca e sequestro, effettuata sulla nave marocchina P611 nel corso dell’esercitazione Phoenix Express 2016. (Foto di Justin Stumberg, U.S Nvay)

La Phoenix Express è un’esercitazione marittima multinazionale, concepita per incrementare la sicurezza marittima nel Mediterraneo

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Croazia, Grecia, Italia, Malta, Mauritania, Marocco, Spagna, Tunisia, Turchia e Stati Uniti, con l’obiettivo di addestrare il personale delle proprie marine al contrasto delle principali attività illecite in mare. Dopo un training dedicato ai MIO team presso il Naval Maritime Interdiction Operations Training Center (NMIOTC) a Souda (Grecia), sono stati simulati diversi scenari di minacce alla sicurezza marittima, ed i partecipanti si sono cimentati in attività di boarding con l’obiettivo di individuare e contrastare la minaccia. L’esercitazione, promossa da AFRICOM (U.S. Africa Command), è stata pianificata da uno staff multinazionale, formato dalle marine partecipanti e dalla U.S. 6th Fleet. Sono state pianificate due aree di esercitazioni per la condotta di differenti scenari: la prima al largo delle coste del Nordafrica da Malta a Gibilterra, mentre la seconda è stata definita nelle acque limitrofe l’isola di Creta. La Marina Militare ha partecipato con nave Comandante Cigala Fulgosi, al comando del capitano di fregata Francesco Laghezza, dove è stato imbarcato un MIO team della Brigata Marina San Marco. Alla cerimonia di apertura della PE16, hanno partecipato l’ammiraglio di Divisione della U.S. Navy Kevin Kovacich (AFRICOM) e il commodoro (Gr) Georgios Tsogkas (NMIOTC). Presente ai diversi incontri anche il Comandante delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera, il contrammiraglio Alberto Maffeis. La PE16 è stata in definitiva una importante occasione per consolidare la partnership tra i paesi partecipanti per la cooperazione, la condivisione di informazioni per il contrasto delle attività illecite e per una maggiore sicurezza in mare. L’opportunità di condividere esperienze, tecniche, procedure fra gli equipaggi ha altresì arricchito professionalmente ed umanamente tutti i marinai protagonisti che, diversi per nazionalità, cultura e religione, si sono sentiti ugualmente legati al mare ed alla scelta di una professione al servizio della legalità e della difesa della pace.

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Nave Vespucci: amore eterno

Continua sulle nostre pagine il viaggio della nave scuola Amerigo Vespucci.

Testi, interviste e curiosità di: Alessandro Busonero, Antonio Cosentino, Umberto Castronovo, Roberto Carnevale, Antonio Dovizio, Alessandro Lentini, Giuseppe Lucafò, Emanuele Scigliuzzo, Pasquale Prinzivalli, Laura Sanetti. Foto di Andrea Brai, Gabriele Lenzi, NdM

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IL VESPUCCI IN NUMERI

Vogliamo qui raccontarvi le peculiarità di questa nave, considerata la “più bella del mondo”, attraverso i suoi “numeri”. 2 erano le navi gemelle costruite per l’addestramento degli allievi dell’Accademia Navale: il Cristoforo Colombo e l’Amerigo Vespucci. 9 furono le campagne addestrative che le due navi effettuarono insieme dal 1931 al 1940. L’Amerigo Vespucci è anche la seconda nave della marina militare a portare il nome del celebre navigatore. 85 sono gli anni di questa nave, che è anche la più “anziana” della nostra flotta. L’attuale motto, “non chi comincia ma quel che persevera”, è il terzo assegnato alla nave dal suo varo; i precedenti erano: “per la patria e per il re” (appartenuto anche al precedente Vespucci), in uso fino alla fine del secondo conflitto mondiale, sostituito una prima volta con "Saldi nella furia dei venti e degli eventi", prima dell’assegnazione dell’attuale. 54 sono i metri dell'altezza massima dell’albero di maestra sul livello del mare. 4 sono gli alberi del Vespucci: 3 verticali (trinchetto, maestra e mezzana) ed uno obliquo, il bompresso. I 3 alberi verticali portano ciascuno 5 pennoni, dotati di relativa vela. Solo il trevo di mezzana (il pennone più in basso dell’albero poppiero, la mezzana appunto) è normalmente tenuto sguarnito dalla vela (che toglierebbe il vento al trevo di maestra) e prende quindi il nome di "verga secca". 14 sono le vele quadre mentre, le vele di taglio, quelle triangolari poste tra gli alberi, sono 9 più la randa poppiera. 2.635 metri quadri è la superficie velica totale. Le cime impiegate per manovrare le vele, di diverso diametro, si estendono per un totale di 36 km; completano l'attrezzatura velica 900 bozzelli in legno e 120 in ferro. 14,6 nodi (più di 27 km orari) è il "record" di velocità con la nave completamente invelata. 6 sono le tipologie diverse di legno utilizzato per varie parti della nave: teak, mogano, legno santo, frassino, rovere e noce. 11 sono le imbarcazioni presenti a Bordo: due motoscafi (di cui uno riservato al Comandante), due motobarche, due motolance, quattro palischermi a vela e a remi, utilizzate per l'addestramento degli Allievi, e la baleniera, anch'essa a remi e a vela, tradizionalmente riservata al Comandante. L’equipaggio è composto da 264 militari che, con l’imbarco degli allievi dell’Accademia Navale, superano le 400 unità. 118 sono stati i Comandanti del Vespucci mentre 18 sono stati i suoi i nostromi; il record di permanenza spetta a Vittorio Busatto, primo nocchiere di bordo per ben 17 anni consecutivi, dal 1950 al 1967! 79 sono state le campagne addestrative a favore degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno portate a termine dal 1931 ad oggi, di cui 42 in Nord Europa, 23 in Mediterraneo, 4 in Atlantico Orientale, 7 in Nord America, 1 in Sud America e 2 nell'ambito dell’unica circumnavigazione

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La Marina Militare ha voluto fortemente mantenere in servizio in piena efficienza e in piena bellezza un’Unità come questa con il compito sia di nave scuola, quindi formazione e addestramento ma anche di rappresentanza e non per ultimo, adesso di dual-use.


Le tradizioni che vivono ancora

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ome ormai noto e vanto per la Marina Militare e l’intera Marineria italiana, la nave scuola Amerigo Vespucci non solo è un veliero che lascia chiunque basito per la propria bellezza inalterata nei suoi 85 anni ma tutt’oggi stupisce per le tradizioni che il suo equipaggio tramanda nel tempo. Una di queste tradizioni nasce dalla suddivisioni della nave in tre aree: prora, centro e poppa. Nelle ferree discipline di bordo, l’equipaggio aveva posti ben precisi, non solo dove svolgere le varie mansioni ma anche dove trascorrere quel poco di tempo libero nelle lunghe navigazioni. La parte prodiera e del centro nave sono tradizionalmente le zone dove negli antichi velieri, ad esclusione degli ufficiali, l’equipaggio svolgeva i propri compiti. Una gran varietà di compiti che andavano dall’occuparsi delle vele, al cucinare, alle lavorazioni di manutenzione e a tanto altro ancora. È qui che i nocchieri “manovrano” le decine di cime, ognuna corrispondente a una precisa

azione che va ad agire sugli alberi, sui pennoni, sulle vele e sugli ormeggi. Il piano di “coperta” ovvero il ponte esterno della nave, è il principale testimone della vita di bordo senza dimenticare i livelli sottostanti dedicati alle cucine, allo stivaggio, sino alle batterie dei cannoni nei vascelli antichi. A prora e a centro nave si dormiva nelle amache, velocemente dispiegate per il turno di riposo. Le amache venivano montate ovunque ci fosse spazio, persino al di sopra dei cannoni posizionati in batterie. Le stesse amache, arrotolate e ben chiuse, venivano deposte nei “bastingaggi”, nei bordi laterali superiori del piano di coperta. Così posizionate, le amache avevano anche la funzione di efficace protezione per i tiri delle armi leggere che giungevano in coperta durante gli abbordaggi tra navi. La prora estrema era, ed è ancora contraddistinta sul Vespucci dalla “polena”. Quest’ultima è una statua lignea rappresentante figure mitologiche o umane. La sua presenza doveva essere un porta fortuna all’intera nave. La polena del nostro veliero ottantacinquenne rappresenta Amerigo Vespucci. Nella zona prodiera, trovavano posto i bagni dell’epoca, chiamati “serpe”. Una sorta di pianerottolo sporgente da dove l’equipaggio faceva il “tutto” fuori bordo. Si consideri la propulsione con la sola forza del vento e che questo investe la nave in generale da poppa a prora. Questo flusso aereo permette così di portar via i “cattivi odori” presenti a bordo. Le cronache del tempo riportano come i vascelli preannunciavano il loro arrivo in porto dal “profumo” non proprio gradevole che il vento anticipava. Sul Vespucci oggi non troviamo più la “serpe”, ma il “serpante” ovvero quel marinaio che ha il compito di mantenere efficienti i locali igienici. Parte integrante dell’equipaggio sono gli allievi ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno che, durante il loro periodo d’imbarco al termine della prima classe, sono sistemati a “centro nave” in tre locali dove, oltre all’addestramento marinaresco sul ponte di coperta all’aperto, consumano i pasti, assistono alle lezioni teoriche e alla sera “srotolano” le amache per l’agognato e meritato riposo. Nei pochi momenti di relax a bordo l’equipaggio e gli allievi si godono, i primi sul castello prora, i secondi a centro nave, lo spettacolo che offre la navigazione a vela. Il castello di poppa o cassero è la zona nobile dei velieri, riservata al Comandante e gli ufficial, area nevralgica da dove vengono prese le decisioni. Al cassero si accedeva, e sul Vespucci si accede ancora, per mezzo di una o due strette scalinate, per consentire una più facile difesa in caso di ammutinamento o rivolta con l’uso delle sole armi bianche. La poppa estrema prende il nome di “giardinetto” perchè è qui che venivano conservate anche piante con proprietà medicinali, come ad esempio i limon, efficaci contro lo “scorbuto”. Queste le tradizioni dell’antica marineria ancora vive sul Vespucci.

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del globo, compiuta tra il 2002 ed il 2003, quando la nave è stata coinvolta nell’edizione dell’America’s Cup del 2003 in Nuova Zelanda. CURIOSITA’ DI BORDO

sala consiglio: salone ubicato ad estrema poppa sul ponte di coperta, in cui l’ammiraglio o il comandante riuniva il consiglio di guerra e riceveva gli ospiti illustri. In quanto unità navale militare, rappresenta ovunque si trovi il territorio italiano, e pertanto il comandante può essere chiamato a svolgere funzioni diplomatiche se non addirittura a rappresentare il Paese; proprio per questo è stato detto che nave Vespucci è l’ambasciata d’Italia più bella al mondo. La nave è stata progettata negli anni 20, in pieno art decò, e così anche il design di questa sala si riconosce nel liberty italiano di quegli anni; nella sua semplicità e sobrietà risulta comunque molto equilibrato ed elegante. Le porte della Sala Consiglio si aprono su di una balconata di coronamento, dall’epico nome di “giardinetto”. giardinetto: balcone poppiero sul quale si può leggere il nome della nave in lettere dorate. È qui dove i vecchi velieri custodivano le piante di erbe aromatiche riserva personale del Comandante e riparate dalle intemperie, per insaporire i cibi al tempo tenuti sotto sale, ovvero le piante di limoni contro lo scorbuto.

timoneria di poppa: ubicata sul ponte del cassero a poppa (c.d. plancia di poppa o stazione di governo di poppa), è utilizzata durante la navigazione a vela ovvero in caso di avaria al timone, con l’impiego di 4 ruote a caviglia che necessitano l’intervento di una muta di 9 militari composta da due marinai per ruota ed un Capo muta per impartire gli ordini ed assicurare la rotta della nave. baleniera: (Imbarcazione INSOMMERGIBILE DI M 7,65) a remi e a vela, è tradizionalmente riconosciuta come l’imbarcazione del Comandante. È posizionata a poppa sul cassero, in corrispondenza della verticale del “giardinetto”. L’“armo” dell’imbarcazione è composto “esclusivamente” dagli Ufficiali di bordo e proprio per la caratteristica di basso pescaggio, la leggenda narra che una volta che la nave si ancorasse nei pressi di una costa, il Comandante salisse a bordo per raggiungere la terra ferma; il personale remava fino a raggiungere la battigia spiaggiando, così che il Comandante potesse scendere senza bagnarsi le scarpe.

palischermo: lancia a remi lunga 8,50 m impiegata per scopi addestrativi; ne sono disponibili 4 ai lati esterni del cassero. Può essere impiegata sia a vela, con 2 alberi a calcese con fiocco e rande auriche, che a remi, con 5 scalmi fissi per lato.

sartie: sono le ritenute laterali in cavo d’acciaio dell’albero. Sono provviste di “griselle” e “bastieri”, per la salita a riva del personale nocchiere e degli allievi. A seconda della parte di albero occupata, possono essere

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Quattro domande al capitano di vascello Pacifici, comandante di nave Vespucci

Comandante salendo a bordo la prima cosa che ho notato è l’automatismo dei membri dell’equipaggio, tutti sanno quello che devono fare e soprattutto come farlo. Certamente si parla di una nave relativamente grande perché al galleggiamento sono 80 metri per 5 ponti. Ha un dislocamento di circa 4000 tonnellate e ospita a regime oltre 400 persone. Fondamentale è che ci sia un ordine prestabilito, un certo automatismo di procedure e sequenza di attività, che ognuno sappia esattamente dove andare, cosa fare e quando esercitare il proprio operato. Un aspetto importante, la sicurezza a bordo. È stato fatto tanto, il personale è ancorato con doppi moschettoni, ci può spiegare meglio. L’attività a riva, ovvero il salire e lavorare sulle sartie e sui pennoni, vede operare dei professionisti che agiscono in piena sicurezza grazie ad un connubio di fattori: le strutture della nave, le dotazioni personali di sicurezza e le procedure di impiego. Il concetto primario alla base di tutti i movimenti, verticali, orizzontali e durante l’attività a riva, è quello di avere sempre, ed evidenzio sempre, almeno un connettore agganciato ad un punto di forza della nave; quando possibile, e di massima sempre una volta posizionati anche ad oltre 50 metri dal livello del mare, agganciare anche un secondo connettore ad un altro punto di forza, modo tale avere anche una doppia sicurezza (il c.d. double check britannico). Certamente non c’è distinzione di sorta tra uomini e donne; abbiamo delle ragazze validissime, abbiamo delle signore a bordo che ricoprono incarichi di elevata responsabilità; giusto per sottolineare questo aspetto, il Direttore di Macchina è una signora, ingegnere navale, il medico di bordo è una dottoressa medico chirurgo, da poco in specializzazione. Non c’è distinzione di sorta. Abbiamo tra i volontari in ferma prefissata due o tre nocchieri, tra cui una ragazza davvero molto brava che potrebbe essere veramente la prima nocchiere donna di bordo, che aspettano a breve l’assegnazione di destinazione definitiva. Per quanto riguarda l’alberata è stato fatto tanto anche grazie al notevole processo tecnologico che ha permesso di avere degli strumenti e delle dotazioni sempre più idonee anche all’andar per mare. Voglio evidenziare che noi in Italia siamo all’avanguardia per quanto riguarda questi equipaggiamenti, tra i primi nel mondo


La zona di rappresentanza

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insieme ai francesi. Questo perché si parla appunto di dotazioni che vengono dall’alpinismo e che sono peraltro state portate in tutto il mondo, tra cui nell’altopiano del Tibet. In maniera molto semplice si tratta sempre di avere una imbragatura con due moschettoni che permettono di assicurare sempre almeno un aggancio fisso ad un punto di forza strutturale di bordo. Sono moschettoni che abbiamo scelto già da un paio di anni, ed io li ho sperimentati personalmente: hanno una apertura di 53 millimetri, sono davvero ottimali e soprattutto con una specifica educazione del personale si riesce ad impiegarli in maniera del tutto naturale. Stamani sono salito anche io un attimo a riva, conosco molto bene tutto l’equipaggiamento individuale e quindi, con calma, non c’è infatti necessità di alcuna fretta, senza ansia, il panico infatti si vince semplicemente con la professionalità e con la preparazione. Poi abbiamo anche un dispositivo individuale anti-caduta che, in combinazione con cavi d’acciaio o in fibra tessile stesi lungo le sartie e sartiole della nave, permette di seguire l’operatore durante la salita e la discesa come se fosse un guinzaglio, andando ad attivarsi e strozzarsi sul cavo in caso di tensione esercitata, impedendo di fatto l’eventuale caduta. La suddetta tecnologia è peraltro tutta made in Italy.

Al termine della Campagna in Nord Europa la nave ritornerà ai lavori di manutenzione, quali saranno le parti dell’Unità più interessate? Le confermo al termine della Campagna l’Unità si fermerà nell’arsenale della Spezia dove grazie alle maestranze dell’arsenale, all’equipaggio che di fatto detiene il know-how di tutte le manutenzioni di primo ed anche secondo livello, ed anche grazie alla industria locale, ligure e toscana, si completerà una manutenzione ordinaria all’intera Unità. Attività che vedrà toccare dagli alberi, ai motori ed a tutti quegli impianti che necessitano di un ripristino di efficienza a causa delle piccole avarie che si saranno verificate nei prossimi tre mesi in mare aperto.

Dagli occhi del personale traspare serenità e motivazione. Cosa ha fatto per rendere il personale cosi motivato e cosi sereno? Direi che ogni Comandante ha degli obblighi, dei compiti che non sono poi così tanto differenti l’uno dall’altro, ma ognuno ha un suo stile di comando, unico ed irripetibile. Secondo il mio modo di esercitare con successo il comando dell’Unità, ritengo fondamentale cercare di valorizzare al massimo la risorsa principale a mia disposizione, ovvero il personale. Cercare anche di ricreare il giusto ambiente di serenità e sano piacere nel fare le cose, in modo che ognuno possa operare al meglio, con rilassatezza ed al contempo determinazione e professionalità, senza comunque tralasciare gli aspetti di disciplina, di rigore e di regole. Ho cercato di far condividere e di far ben assimilare al personale l’obiettivo che si intende raggiungere, in maniera da stimolare la passione per il suo conseguimento, che voglio evidenziare credo sia il vero quid in più che fa la differenza. (A:C:)

dettagli d'epoca del Vespucci conservano un fascino aulico immutato nel tempo, tale da rendere il vascello unico nel suo genere. La storica nave Scuola possiede un locale dedicato alle runioni importanti e a ospitare gli alti rappresentati istituzionli, nazionali ed esteri, quandoi il Comandante esercita la cosiddetta naval diplomacy: “la sala Consiglio”. Ubicata in un area ove sono gelosamente custoditi cimeli e pezzi d'antiquariato unici vi si accede salendo dal barcarizzo di poppa, lungo la paratia dell'osteriggio del locale macchine tre targhe in bronzo che ricordano la data del varo della Nave (1931), la celebrazione dei primi 50 anni di attività (1981) e il certificato di tutela ambientale Marpol (2007). E' presente anche una campana in bronzo risalente al 1868 raffigurante una madonna in preghiera. Al di là dell'osteriggio a poppa dell'albero di Maestra e su bacheca in legno, fa bella mostra di sè il motto della Nave, risalente al giugno 1978. Entrando nel "corridoio Comandante" le porte a vetri riportano inciso in maniera asimmetrica il nome della nave poichè cancellata la lettera "R" che attestava la qualifica di Regia. Nel corridoio sono appese alcune matrici in rame a testimonianza del vecchio metodo di stampa delle carte nautiche e vengono custoditi il Cofano e la Bandiera di combattimento. Nel corridoio di sinistra adornato di crest, vi è un antico pianoforte verticale ancora funzionante, fabbricato a New York nel 1899. Transitando nell'atrio d'accesso alla Sala Consiglio si trova la fiaccola usata dal Vespucci per portare nel 1960 la torcia olimpica da Atene a Messina. La Sala, dal mobilio di pregio e rifinita in legno di mogano e palissandro, ha forma semi ellittica e prende luce sul lato curvo attraverso gli oblò e le vetrate delle due porte che danno accesso ad un terrazzino chiamato giardinetto. Al centro, due grandi dipinti di Rudolf Claudus raffiguranti lo sbarco di Cristoforo Colombo a San Salvador e la partenza del navigatore da Racos De La Frontera (Cadice) sono i cimeli prelevati dalla nave gemella, Cristoforo Colombo, prima della cessione alla Russia nel marzo del 1949. Il certificato di nascita in copia autentica di Amerigo Vespucci arricchisce la prestigiosa Sala già adorna di numerose fotografie a testimonianza di un prestigioso ed indelebile passato che riecheggia per deliziare lo sguardo degli ospiti.

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suddivise in sartie e sartiole: le sartie sono ritenute del fuso maggiore, le “sartiole” del tronco di gabbia.

griselle: cavi in canapa tesati e legati, assicurati alle sartie mediante nodi “parlati” e legature alle estremità. Sono usate come scalini dal personale che sale in alberata.

delfiniera (o “RETE DI SERPE”): rete di canapa che permette l’accesso all’albero di prora, il bompresso. Costituita da vari spezzoni assicurati ai vènti di ritenuta del bompresso. Il nome non ha origine diretta dagli omonimi animali, bensì da alcuni particolari costruttivi: i braccioli arcuati dell’impavesata che hanno appunto il nome di “delfini” o “serpi”. drizza: manovra corrente di sostegno e sollevamento dei pennoni mobili o volanti e di alzata delle vele di straglio.

pastecca: bozzello con una maschetta apribile per facilitare la messa in opera del cavo sulla puleggia, senza doverlo infilare dalla testa. Può avere struttura interamente in legno o in metallo.

amaca: è impiegata come “branda” dagli allievi durante il periodo di Campagna di Istruzione a bordo di Nave Vespucci. È costituita da un ferzo di tela olona (ca. 210x55 cm) tenuto aperto da 2 stecche da 50 cm che contiene: un materasso (146x50x10) in lana con fodera in cotone, 1 cuscino, 2 lenzuola: la capezziera è formata da 8 cime convergenti in un anello d’acciaio da cui parte la cima di fissaggio alla sospendita. L’uso dell’amaca consente, disponendole per chiglia (i.e. nella direzione prora-poppa), che queste restino pressochè ferme anche quando la nave “rolla” e chi vi è disteso non avverta il movimento oscillatorio che è all’origine del “mal di mare”. bocche di rancio: sono passaggi in ottone ubicati in coperta sui bordi di prua e poppa, attraverso cui vengono fatti “scorrere” i cavi per l’ormeggio o il rimorchio dell’Unità.

L’INCONTRO STORICO VESPUCCI – INDEPENDENCE – CAVOUR: Era il 1962 quando la USS INDEPENDENCE incrociando nelle acque del mediterraneo un veliero italiano chiese a lampi di luce: “Chi siete?”. La risposta fu: “nave Scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”. La storica affermazione dell’Independence fu: “Siete la nave più bella del mondo”. L’Amerigo Vespucci, nave più anziana della Marina Militare ancora in servizio, insieme alla portaerei Cavour, Unità ammiraglia della Squadra Navale, rappresenta il continuum delle eccellenze italiane nel panorama navale internazionale. Il 5 maggio 2016, nelle acque del golfo di Taranto, è stato riproposto il famoso scatto che rese l’incontro con l’USS INDEPENDENCE storico, questa volta però tutto rigorosamente “Made in Italy”.

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i cavi d’acciaio vengono fasciati con delle cime per proteggerli, poi pitturati bianchi alla base e neri in alto in maniera che si evidenza anche l’aspetto di piacere quello estetico. La fasciatura serve anche per proteggere un lato delle sarte e fare in modo che la vela quando ci struscia non venga tagliata.

Il Vespucci in tappe

Ancona Dopo 10 anni l’Amerigo Vespucci torna a far visita alla città di Ancona. Sin dalla prime ore della sosta in porto, migliaia di visitatori si sono recati al molo Clementino per visitare la nave. La grande folla di persone, provenienti anche dalle regioni vicine, ha confermato l’effetto magnetico della nave, che ha accolto oltre 1.000 visitatori l’ora; sono stati in tutto oltre 14 mila che nella 3 giorni di sosta hanno visitato lo storico arrivo dell’Unità. Alla conferenza stampa di apertura del comandante e del comandante delle Scuole della Marina Militare, ammiraglio di squadra Salvatore Ruzittu, hanno preso parte il Segretario Generale di Marevivo, dott.ssa Maria Rapini, ed il Campione olimpico della Nazionale di pallavolo Andrea Bari, bronzo a Londra 2012, che ha caldeggiato la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024. Evento di rilievo è stata la conferenza a bordo dal tema: “L’esperienza italiana nell’ambito della Macroregione Adriatico-Ionica”. L’iniziativa, che coinvolge stati e regioni con il comune obiettivo di uno sviluppo equilibrato e sostenibile in una specifica area geografica, ha visto prendere la parola il Segretario Generale Permanente dell’iniziativa adriatico-ionica, l’ambasciatore Fabio Pigliapoco, il presidente della regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso e l’assessore regionale delle Marche, Manuela Bora. Generosa si è dimostrata la cittadinanza marchigiana: la raccolta fondi in favore di Telethon contro le malattie genetiche rare ha prodotto 2.500 euro di donazioni. Emozionante infine è stato anche il rilascio in mare, ad opera del Comandante Pacifici, di “Anna Lou”, una tartaruga finita nelle reti a strascico di un pescatore nel dicembre 2015 e subito affidata alle cure della fondazione “Cetacea Onlus” di Riccione. Dubrovnik durante la navigazione verso la città croata i Volontari in Ferma Prefissata quadriennale, imbarcati, hanno avuto il “battesimo dell’alberata” durante il Posto di Manovra Generale alla Vela; attività che si inquadra nell’ambito dello sviluppo delle conoscenze marinaresche e dell’affiatamento dei team di bordo. La sosta in porto è stata un importante momento di incontro con le Autorità

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italiane. Durante l’assemblea con l’equipaggio, l’Ambasciatore d’Italia in Croazia, Adriano Chiodi Cianfarani, ha sottolineato l’importanza che nave Vespucci riveste nel mondo in quanto ambasciatore dei valori e delle eccellenze italiane all’estero, estendendo parole di profondo apprezzamento all’equipaggio. Conclusa l’unica tappa estera della Campagna, l’Unità ha ripreso la navigazione verso Messina.

Messina-Trapani Dopo 17 anni, la nave scuola Amerigo Vespucci è tornata a fare tappa, nella Città dello Stretto per la ventesima volta nella sua storia. Il magnifico scenario costituito da nave Vespucci non poteva essere luogo più adatto per celebrare un altro atteso ritorno nella città di Messina, quello del famoso “Ritratto Trivulzio”. A bordo, in occasione della conferenza stampa da parte del comandante, si è svolta anche la presentazione di uno dei migliori dipinti ad olio dell'artista Antonello da Messina. “Erosione costiera e portualità” del WWF Italia e “La plastica in mare” dell’Associazione Marevivo, sono stati i temi sociali ed ecologici trattati durante seminari ed incontri organizzati a bordo, con il fine di promuovere una maggiore sensibilità verso tematiche di interesse ambientale. Nel corso dell’ultima giornata di sosta, nave Vespucci è stata inoltre la cornice per la suggestiva "Cerimonia della Lampada" con cui le allieve infermiere volontarie della C.R.I. hanno ricevuto la Croce e i gradi, sigillo che rappresenta il passaggio formale delle neodiplomate nelle fila delle infermiere da sempre in prima linea nei teatri operativi al fianco delle nostre Forze Armate. Nave Vespucci, transitando con direttrice nord verso le Isole Eolie, ha quindi diretto verso Trapani. Genova Dopo tre intensi giorni di navigazione, che hanno visto l’equipaggio svolgere numerose attività addestrative, nave Vespucci ha ormeggiato nel porto di Genova. Il comandante di Marina Nord, ammiraglio di divisione Roberto Camerini, ha dato il benvenuto all’Unità durante la conferenza stampa di presentazione della sosta nel capoluogo ligure: presente tra gli altri, anche l’ex campione olimpico di pallanuoto Eraldo Rizzo, testimonial del comitato “Roma 2024”. Genova ha visto nave Vespucci fare da

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Conosciamo il direttore di macchina Il tenente di vascello Cristina Aprea, è una giovane ingegnere con una bella responsabilità a bordo di nave Vespucci, direttore di macchina, la incontriamo per parlare dei lavori che hanno interessato non solo il nuovo sistema di propulsione ma la nuova elica più performante e il relativo asse. Si, sono stati installati tutti impianti nuovi, tra questi anche tutta la componentistica di propulsione. Questo significa che abbiamo dei trasformatori di propulsione, delle resistenze di frenatura e dei convertitori di frequenza che vengono alimentati dai quattro diesel generatori tramite il QEP (quadro elettrico principale)e che sono collegati a un MEP (motore elettrico principale) direttamente calettato all’asse e alla nuova elica. Tutto questo è estremamente innovativo perché prima avevamo degli impianti in corrente continua per l’alimentazione dell’asse e dell’elica, ora invece abbiamo un MEP in corrente alternata direttamente calettato all’asse e all’elica. L’elica dal punto di vista strutturale è identica a quella precedente: abbiamo un’elica a passo fisso quattro pale destrorsa ma con prestazioni differenti. Quest’ultime sono state sicuramente migliorate e con condizioni favorevoli, quindi con vento di poppa, abbiamo già superato ì 13 nodi, mentre già nelle prime prove in mare è stato rispettato il requisito operativo di 11 nodi. Inoltre migliorato di gran lunga il controllo delle macchine, molto più automatizzate. Sicuramente l’innovazione c’è stata perché è aumentato il controllo in remoto delle macchine, ma non si è mai risparmiato sull’impiego del personale nel controllo locale delle macchine. C’è la possibilità di andare in assetto degradato e gestire sia la propulsione che la generazione in locale, ma la non dipendenza dall’automazione rimane comunque una cosa fondamentale, in condizioni di emergenza o di male funzionamento di un componente elettronico senza il quale si deve poter agire in sicurezza sulle macchine. Questo lo facciamo, lo possiamo fare. Posso prendere il quadro elettrico principale alimentato dai diesel generatori e gestirlo localmente dalla centrale elettrica, cosi come la propulsione può essere gestita direttamente dai pannelli controllo nei due locali macchine. Rimane questa una cosa importante ciò nonostante la possibilità di avere tutti i macchinari, anche dello scafo, controllabili dalla COP è una cosa molto innovativa. Il team da quante persone è composto? Il mio reparto è composto da circa 60 persone suddivise in tre componenti: le componenti sono la propulsione, l’elettrico e lo scafo. Il gruppo degli elettrici si occupa di tutta la parte generazione quindi dei diesel alternatori, delle sbarre e di tutte le utenze alimentate dalle sbarre a 380, 220, 48 volts. Tutto ciò che riguarda la parte propulsione è gestita dalla componente propulsione, che si occupa sia della parte motore sia di quella componentistica elettronica necessaria per alimentare il MEP in corrente alternata e l’asse (quindi trasformatori di propulsione, resistenza di frenatura, tutta la componentistica elettronica e elettrica legata alla propulsione). E poi c’è una parte scafo che si occupa di tutti i servizi vitali di bordo, acqua di lavanda, impianto di condizionamento, scarichi sanitari ed impianti di sicurezza.

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In materia di sicurezza antincendio cosa è cambiato? Di massima gli impianti sono quasi gli stessi anche se alcuni sono stati adeguati alle tabelle UMM vigenti, ossia ai documenti certificati marina che prima non esistevano. Quindi l’adeguamento è stato fatto. Dal punto di vista delle tipologie di estinzione, i fluidi sono rimasti gli stessi tranne il NOVEC che è un nuovo estinguente che viene utilizzato per alcuni locali di bordo come locale falegnameria ed argani, per i diesel generatori e per i depuratori gasolio. Quelli installati sui diesel generatori e sui depuratori gasolio sono automatici. Poi ci sono degli impianti fissi di nebulizzazione e semifissi di nebulizzazione che utilizzano l’acqua mare che preleviamo tramite delle prese a mare, che alimentano un collettore a 10 bar con delle ramificazioni. Alcune di queste terminano con degli erogatori fissi all’interno degli alloggi collettivi o fino a 4 posti per l’erogazione dell’acqua in caso di necessità, altre invece vanno verso 33 sbocchi incendio ai quali si può attaccare delle manichette che vengono utilizzate nella lotta incendio. Inoltre, abbiamo impianti fissi e semifissi a CO2 soprattutto per i locali tecnici (locali macchine, MEP e locale ausiliari).

Cosa cambia sulla sicurezza? E’ l’informatizzazione. Noi per la lotta incendio prima non avevamo nulla da un punto di vista digitale, ora abbiamo un impianto informatizzato digitale che è il SISS (impianto di sicurezza per la difesa la stabilità e la sicurezza) che ci consente dalla CS (centrale sicurezza) di avere il controllo di tutti i sensori di fumo installati nei locali, i sensori alto livello sentina e tutti gli impianti per l’estinzione di eventuale incendio quindi impianti fissi CO2, NOVEC . E’ molto importante perché dalla CS possiamo controllare in tempo reale questi impianti ed utilizzarlo anche come tabellone riporto danni.

Con l’automatizzazione non si trascura sicuramente l’addestramento per la lotta antincendio? No assolutamente, questo è uno strumento in più che abbiamo. Le esercitazioni alla lotta antincendio vengono fatte tutti i giorni, almeno due volte poiché è fondamentale per il personale di bordo la conoscenza delle sistemazioni antincendio, le procedure ed il flusso di informazioni in caso di evento.


Nella giornata che celebra l’Impresa di Premuda del 1918, il ministro della Difesa senatrice Roberta Pinotti ha fatto visita all’Unità ormeggiata nel porto di Genova. Accolta dall’ammiraglio Roberto Camerini, Comandante in Capo di Marina Nord e dal comandante Curzio Pacifici, il ministro si è intrattenuta a bordo dove ha incontrato l’equipaggio schierato in assemblea generale. Nel corso della visita, il direttore del Notiziario della Marina, ha avuto modo di presentare al ministro Pinotti il numero della rivista dedicato alla campagna della nave scuola Amerigo Vespucci.

cornice ad importanti iniziative, tra cui le visite speciali di Alberto, ragazzo autistico, in occasione del suo 20° compleanno e del testimonial Telethon Francesco Cucca, ragazzo affetto da una rara malattia degenerativa. Accolti entrambi a bordo dal comandante Curzio Pacifici, che ha regalato loro momenti di grande felicità per la visita a bordo, a testimoniare la vicinanza della grande famiglia della Marina ai temi di ambito sociale. Francesco, amante degli scacchi, si è cimentato in varie partite con alcuni membri dell’equipaggio, battendo tutti gli sfidanti. Anche l’ex allenatore del Genoa calcio, Giampiero Gasperini, ha voluto salutare la signora dei mari salendo a bordo per donare la maglia della “squadra della Lanterna”, la più antica del calcio italiano. Anche a Genova eventi culturali e scientifici: il seminario ambientale dal titolo “Mare di Liguria, tra terra e cielo – Tutela della biodiversità ed impatti antropici”, a cura del WWF Italia, in cui è stato esposto il modello del progetto “Whalesafe” per la tutela dei capodogli attraverso l'ascolto del suono da loro emesso ed il progetto “S.A.U.R.O.” contro le principali forme di inquinamento marino. Spazio anche per gli appassionati di storia e del celebre navigantore italiano con la conferenza “Sulla scia di Amerigo Vespucci”. Oltre 11 mila le visite nella città della lanterna.

Napoli la sosta partenopea è stata caratterizzata dalle manifestazioni “Naples Shipping Week 2016” e “Vele d’epoca Napoli 2016” a cui il veliero ha fatto da cornice. Oltre 22 mila e 700 tra turisti e cittadini hanno avuto l’occasione di visitare la nave nel corso dell’intera sosta nel capoluogo campano, dove è proseguito l’impegno a tutela dell’ambiente ospitando la presentazione da parte dell’Associazione Marevivo, di una petizione per una legge sul divieto di vendita dei prodotti contenenti microplastiche e con l’accensione, direttamente dalla nave, del faro di San Vincenzo, il primo della rete nazionale italiana a sorgenti luminose a basso consumo ed elevato rendimento. l’Unità ha quindi diretto verso il porto di Livorno per imbarcare gli allievi della 1^ classe dell’Accademia Navale e dare il via alla tradizionale Campagna d’Istruzione, che vedrà l’Unità toccare diversi porti del nord Europa, per poi far rientro in Italia i

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Federica Rametta primo nocchiere donna

Federica la prima nocchiere donna di nave Vespucci, quali sono le emozioni che provi? All’inizio non ho sentito questa grande differenza perché sono stata accettata subito dal gruppo e dai nocchieri, però sicuramente una grande responsabilità perché si potrebbe dare il via a un susseguirsi di donne che potrebbero imbarcare qui, però questa responsabilità sento di prendermela perché dall’inizio ho sentito subito che era la nave giusta per me!

Perchè hai scelto di entrare in Marina? L’amore per la divisa in generale e poi quando mi hanno dato questa categoria ho capito subito che era una questione di cuore, perché è molto fisica, molto pesante però nello stesso tempo da delle emozioni e delle soddisfazioni che le altre categorie non danno, perché il nocchiere è il marinaio per eccellenza! Cosa si prova quando si è lassù? E’ bello è un’emozione particolare… anche perché….

Ti piacerebbe fare la campagna in Nord Europa? Sicuramente. Ci sto provando in tutti i modi.

Pregiudizi verso di te? Ti sei trovata subito a tuo agio? Pregiudizi no assolutamente! Perché ho mostrato subito che sapevo lavorare, che Volevo, la volontà poi di imparare c’è sempre, sono ancora all’inizio però basta far vedere che una si butta su tutto. Sono sa-

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A bordo per parlare di ipertensione arteriosa

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lita non ho avuto problemi a pitturare in modo scomodo, pericoloso.

Il rapporto che hai avuto con i colleghi? Positivo alcuni si meravigliano del fatto che io insisto che dal primo giorno chiedo a tutti e al nostromo di imbarcare qui, gli altri la pensano diversamente da me, mi dicono che è una responsabilità che comunque il lavoro su questa nave è pensate. E’ da uomo… loro dicono, però abbiamo voluto la parità.

Quando ti hanno detto che saresti salita a bordo del Vespucci cosa hai provato? Inizialmente mi avevano detto che era un ambiente particolare, che comunque erano tutti uomini che erano abituati in un certo modo e quindi un pochino sono partita un po’ spaventata, prevenuta. Però poi venendo qui a contatto mi sono fatta valere ho lavorato come tutti gli altri e non ho avuto problemi. Il rapporto con il nostromo? Positivo, non mi sopporta più. :-)

bordo di nave Vespucci ormeggiata presso Riva San Biagio nel porto di Venezia, si è tenuto lo scorso 19 maggio, l’incontro tra l’Ispettore di Sanità della Marina, ammiraglio Enrico Mascia, il presidente della Società Italiana per l’Ipertensione Arteriosa (SIIA), prof. Gianfranco Parati, e l’Ispettrice Nazionale delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, Sorella Monica Dialuce, nell’ambito delle iniziative legate alla XII Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa. In occasione della Campagna dell’85° anniversario di Nave Vespucci, la Marina ha sviluppato una importante collaborazione con la SIIA per sostenere la campagna di informazione e sensibilizzazione verso i cittadini italiani dal titolo “Impara a conoscere la tua pressione arteriosa” sul tema dell’ipertensione e delle malattie ad essa correlate. "L'ipertensione arteriosa è un problema diffuso ed è la principale causa


Il professor Gianfranco Parati, presidente della Società Italiana per l’Ipertensione Arteriosa; inella foto in basso: le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana.

di malattie cardiovascolari” ha spiegato il prof. Gianfranco Parati “è un problema che può dare complicanze, ma che può essere prevenuto e controllato a volte semplicemente misurando la pressione, correggendo lo stile di vita e facendosi consigliare dal proprio medico. Tutto questo però deve partire dalla consapevolezza di ogni singolo cittadino”. Ed è proprio presso lo stand allestito

sottobordo che, già nel corso dalle soste di Bari e Trieste dell’ Amerigo Vespucci, i cittadini in attesa di salire a bordo per la visita allo storico veliero sono stati sottoposti ad un controllo gratuito della pressione e hanno avuto l’occasione di essere indottrinati sui rischi dell’ipertensione dal personale sanitario della Marina, della SIIA e Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. “La rimozione dei fattori di rischio è una mission condivisa dalla Marina Militare, a tutela del proprio personale. Da questo nasce il supporto fornito dalla Forza Armata nel corso della campagna di prevenzione, a tutela del singolo cittadino” ha ribadito l’ammmiraglio Mascia. E i risultati registrati fino ad oggi sono degni di nota: sono quasi 3.000 le persone sottoposte ai controlli della pressione preso lo stand SIIA che, dopo Venezia, sarà portato da Nave Vespucci anche nei prossimi porti interessati dalla Campagna dell’85° anniversario dal varo dell’unità. “La prevenzione è la parte migliore della cura” ha concluso la Sorella Monica Dialuce “quindi collaborare con la Marina con la SIIA per far conoscere a tutti i cittadini la possibilità di una prevenzione accurata, vuol dire fornire alle persone la possibilità di migliorare il proprio futuro”.

primi di ottobre. A far visita all’equipaggio il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano che, oltre a ringraziare per il lavoro svolto dalla Marina Militare quotidianamente impegnata in diverse attività, ha sottolineato al Comandante di Nave Vespucci, Capitano di Vascello Curzio Pacifici, ed a tutto l’equipaggio riunito in assemblea, quanto sia “magnetico” il ruolo che la Nave svolge nell’avvicinare la popolazione alla Forza Armata ed alle Istituzioni.

Livorno La sosta a Livorno ha segnato il termine della 1^ fase e contestualmente rappresenta l’inizio della 2^ fase della Campagna navale organizzata in occasione dell’85° anniversario di Nave Vespucci, a bordo gli allievi dell’Accademia Navale.

il Vespucci porterà l’eccellenza italiana all’estero in alcuni dei principali porti europei del Mediterraneo Occidentale e del Nord Europa: Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Norvegia, Danimarca e Belgio, prima di far ritorno a Livorno il prossimo ottobre

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La biologa marina Linda Pasolli a bordo di nave Vespucci per la ricerca scientifica

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La mia esperienza a bordo

a Marina Militare Italiana, impegnata da anni nelle attività di ricerca per la salvaguardia dell’ambiente marino, ha concesso dal 2015 il proprio patrocinio al Premio di Laurea Rossana Majorca. Al premio, nato in ricordo della figlia scomparsa del recordista mondiale di apnea Enzo Majorca, possono partecipare studentesse che abbiano conseguito una laurea specialistica in Scienze Biologiche, Naturali o Ambientali e che abbiano discusso una tesi di argomento attinente l’ecosistema marino. Quest’anno la Marina Militare mi ha dato la possibilità di trascorrere un breve periodo di imbarco di 8 giorni, su una delle Unità a vela che svolgono con regolarità attività "Duale" nell'ambito della ricerca scientifica nel Mar Mediterraneo, in linea con il mio profilo di studi (laurea in Biologia Marina presso l’Università degli Studi di Padova con una tesi riguardante gli effetti della protezione sul popolamento ittico costiero dell’Area Marina Protetta “Plemmirio” di Siracusa). Il 2 giugno, quindi, arrivo a bordo della Nave Scuola Amerigo Vespucci per iniziare il mio imbarco da Messina fino a Genova. Durante la permanenza a bordo, mi è stato quindi possibile partecipare non solo alle diverse ed interessanti campagne di ricerca in corso, da parte del Consiglio Nazionale di Ricerca (CNR) e Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa), impegnate in ulteriori attività di ricerca su fauna ed inquinamento marino, ma anche alla quotidiana vita di bordo scandita da ritmi incessanti. Ho potuto felicemente constatare come il mondo militare e quello scientifico si possano mescolare con estrema ed inaspettata naturalezza, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli per un fine nobile e comune: il rispetto dell'ambiente marino e dell'ecosistema per dare un futuro al nostro mare. Nave Vespucci è la piattaforma ideale per studiosi, biologi ed ambientalisti che seguono le diverse campagne scientifiche riguardanti principalmente il censimento dei cetacei, delle meduse, delle plastiche e lo studio sulla qualità dell’aria, poiché offre spazi adeguati ed una logistica confacente alle esigenze di chi, come me, si è ritrovata per la prima volta ad affrontare un'esperienza di vita a bordo di una "leggenda dei mari". Durante il mio periodo di permanenza ho supportato attivamente il gruppo di ricerca impegnato sul fronte del censimento delle macroplastiche e dei cetacei. Il primo progetto, condotto dal CNR di Bari prevede il monitoraggio della quantità di macroplastiche presenti in Mediterraneo con l’obiettivo di ottenere una mappa di densità delle stesse e valutare quindi il potenziale grado di inquinamento dei nostri mari italiani, mentre il secondo coordinato dal Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", è relativo all’avvistamento dei cetacei presenti nei mari italiani al fine di aggiornare ed implementare le informazioni bibliografiche relative alle specie appartenenti alla cetofauna mediterranea. Sbarcata a malincuore da Genova, non posso che essere fiera ed orgogliosa di aver fatto parte di questo fantastico equipaggio costituito da gente di mare che con sacrificio, impegno e devozione dedica la vita al proprio lavoro. Poter fare ricerca scientifica su Nave Vespucci significa incrementare non solo i propri orizzonti professionali, ma soprattutto quelli personali all'interno di un contesto lavorativo unico ed indimenticabile. Nel ringraziare con affetto la Marina Militare per la splendida opportunità che mi ha consentito di accrescere il mio bagaglio di conoscenza professionale, non posso che augurare "buon vento" alla Nave Scuola a vela più bella del Mondo!

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Caccia al mostro di plastica

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A bordo del Vespucci Mare Vivo lancia l’allarme contro la plastica

are Vivo è un’associazione che nasce nel 1985 dall’amore e dal profondo rispetto che la dottoressa Rosalba Laudiero Giugni prova per il mare. Come ogni grande avventura è iniziata per caso ed in punta di piedi ma ha portato oggi Mare Vivo ad essere una delle principali associazioni ambientalistiche di riferimento sul panorama nazionale e internazionale, con l’obiettivo di portare all’attenzione di tutti il grave problema dell’inquinamento marino. A bordo dell’Amerigo Vespucci, abbiamo raccolto l’allarme lanciato dal presidente dell’associazione, dottoressa Giugni, nella nuova e importante campagna: “Mare Mostro”: un mare di plastica?”. Supportata da importanti studi, Mare Vivo denuncia lo smisurato uso della plastica nell’economia moderna. Sono 280 milioni le tonnellate di plastica che vengono prodotte ogni anno, per arrivare secondo una stima, a 400 milioni nel 2050, periodo in cui, secondo uno studio della Fondazione “Ellen MacArthur”, ci saranno in mare più rifiuti che pesci. Alcune ricerche dimostrano che oltre il 10% dei rifiuti finisce in mare sotto forma di macro e micro plastiche che deteriorandosi vengono confuse dai pesci per plancton entrando cosi nella catena atrofica (piramide alimentare), coinvolgendo non solo le specie animali, ma anche l’uomo come consumatore finale. Questa nuova sfida non è destinata a terminare con la campagna dell’Amerigo Vespucci, ma sarà una lunga guerra che l’associazione promette di non smettere di combattere. Secondo il presidente di Mare Vivo, “bisogna riuscire a far comprendere a tutti che il mare è un patrimonio comune, indispensabile per la vita dell’uomo sulla terra”. Un primo passo alla lotta contro la plastica è stato mosso il 29 giugno a Napoli con la presentazione di un disegno di legge finalizzato all’abolizione delle plastiche utilizzate nei cosmetici, impiegate in dimensioni talmente ridotte che passano attraverso tutti i filtri arrivando direttamente in mare. Abbiamo chiesto a Rosalba Giugni, quanto pensa che sia difficile vincere questa battaglia e se lo ritiene possibile. La risposta, all’inizio lapidaria ammetteva l’impossibilità di ottenere un risultato positivo, “visto ormai l’uso smoderato di questo materiale impiegato anche nella realizzazione dell’abbigliamento che ad ogni lavaggio disperde microplastiche destinate ad arrivare al mare. La speranza è che possa succedere come per il fumo, anche quella una lotta che sembrava invincibile”. Per risolvere il problema, secondo il presidente di Mare Vivo, bisogna pensare ad un’economia circolare: “tutto quello che si produce deve avere un ciclo – produzione/utilizzo/riciclo – e si deve dare un valore alla plastica mettendo in atto un sistema virtuoso che impedisca alle persone di buttarla con superficialità dopo l’uso, ma spingendo il consumatore a restituirla”. Un altro segreto per sconfiggere il “mostro” sono i ragazzi, da educare con l’aiuto della scuola, che potrebbe contribuire a creare nelle nuove leve una coscienza ambientalista, inserendo nei programmi una materia specifica. Attraverso invece le grandi campagne come quella appena iniziata, bisogna raggiungere la sensibilità degli adulti. L’impegno continuo di tutti è l’unico modo per eliminare l’inquinamento provocato dalla plastica, una lotta necessaria per salvaguardare il mare, fonte di vita del pianeta per la sopravvivenza dell’uomo.

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Cooperazione bilaterale tra la Marina Militare italiana e quella israeliana, al via le operazioni di salvataggio dei sommergibili “sinistrati”

Rising Star 2016

di Giampaolo Trucco, fotografie di Rosario Caruso

Nave Anteo durante la manovra di recupero del minisottomarino SRV 300 al termine della sua immersione sul sottomarino israeliano Leviathan.

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ra i compiti che la Marina militare ha assegnato al Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” vi è anche quello di condurre le operazioni tese a prestare soccorso agli equipaggi dei sommergibili che, a seguito

di incidenti o avarie, non siano più in grado più riemergere col proprio battello. Tale attività è svolta dai Palombari del Gruppo Operativo Subacquei attraverso il nucleo S.P.A.G. (Submariner Parachute Assistance Group), la sezione Pressoresistenti

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L’acquisizione di una tale capacità operativa nasce dall’esperienze maturate nel tempo, ma soprattutto si consolida e diventa efficace esclusivamente grazie ad un continuo, realistico e meticoloso addestramento.

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che ha in dotazione sia gli scafandri rigidi articolati A.D.S. (Atmospheric Diving System) che i R.O.V. (Remotely Operated Vehicle) e nave Anteo con le sue apparecchiature speciali per il soccorso subacqueo: il minisottomarino SRV 300 (Submarine Rescue Vehicle), la campana di salvataggio McCann e l’impianto inte-


grato per immersioni profonde. Questi molteplici e diversi assetti consentono di intervenire nelle più disparate situazioni emergenziali, particolari contesti che potrebbero prevedere azioni difficilmente pianificabili e per i quali occorre avere un’adeguata preparazione. L’acquisizione di una tale capacità

operativa nasce dall’esperienze maturate nel tempo, ma soprattutto si consolida e diventa efficace esclusivamente grazie ad un continuo, realistico e meticoloso addestramento. Per tale ragione, nell’ambito della cooperazione bilaterale tra la Marina militare Italiana e quella Israeliana, si è svolta nel golfo di Taranto

dal 1 al 2 giugno 2016 l’esercitazione di Soccorso Sommergibili denominata “Rising Star 2016”. A riprova del buon esito delle attività addestrative condotte lo scorso Il minisottomarino SRV 300 in superficie in attesa del recupero da parte di Nave Anteo. In coperta due Palombari del GOS.

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Nave Anteo - A5309

In undis per undas pro vita (Nelle onde attraverso le onde per la vita)

"Anteo" è il nome di un gigante della mitologia greca, figlio di Nettuno dio del mare e di Gea dea della terra che, votato al padre ed in possesso di una forza straordinaria, fa assumere alle Unità Navali che portano questo un particolare significato connesso con l'idea della forza e della dedizione al mare. Nave Anteo è la terza unità della Marina Militare ad avere assunto questo nome. Consegnata il 31 luglio del 1980, da allora è posta alle dipendenze del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” ed assicura il supporto a tutte le attività d’immersione profonda condotte dal Gruppo Operativo Subacquei.

Caratteristiche Generali

Dislocamento a pieno carico 3.874 ton Lunghezza 98,4 m Larghezza 15,8 m Immersione 6,5 m Propulsione diesel elettrica 3 diesel-alternatori da 4.400 KW 1 motore elettrico da 4.000 KW 1 elica, 2 eliche di manovra Autonomia 10.500 miglia a 11 nodi Velocità 14 nodi Equipaggio 141 persone Armamento 2 mitragliere Browning da 12,7 mm Nave Anteo, del Gruppo Navale Speciale di Comsubin; in basso: manovra di messa a mare del SRV 300 vista dall'interno del hangar di Nave Anteo. A sinistra il Nostromo dell'Unità.

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anno nelle acque antistanti Haifa (Israele), è stata confermata l’interoperabilità tra il minisottomarino dell’Anteo ed il Leviathan, un battello della classe U-212, attraverso lo svolgimento di alcuni appontaggi sul portello di fuoriuscita del sommergibile che hanno permesso di trasferire parte dell’equipaggio

israeliano all’interno del SRV-300. L’SRV-300 è un veicolo subacqueo autonomo, pilotato da un ufficiale palombaro, che consente di raggiungere i 300 metri di profondità ed ospitare 12 naufraghi per corsa. Dotato di sonar di navigazione, telecamere e bracci manipolatori, riesce ad appontare sul portello dei

L'SRV 300 appontato sul portello di fuoriuscita del sottomarino israeliano Leviathan; in basso a sinistra: interno del minisottomarino SRV 300 dalla particolare visuale del pilota, TV Palombaro Matteo Rosso.

sommergibili attraverso un’appendice semicircolare, simile ad un bicchiere rovesciato, che una volta esaurita dall’acqua rappresenta la via di fuga per l’equipaggio del sottomarino sinistrato. Una particolarità di queste operazioni subacquee consiste nel fatto che le manovre del SRV-300 vengono eseguite manualmente dal pilota che deve considerare l’intensità della corrente, la visibilità e la giusta inclinazione del veicolo rispetto alla coperta del sommergibile. Particolare soddisfazione è stata rappresentata al personale dell’Anteo dal Comandante di Comsubin, contrammiraglio Paolo Pezzutti, perché tale attività ha rafforzato l’ottimo rapporto di collaborazione con la Marina Israeliana, che ha scelto l’Italia come interlocutore privilegiato per il salvataggio dei propri sommergibili.

vai alla notizia web sul sito: www.marina.difesa.it

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Nave Libeccio e Fondazione “Francesca Rava”

Insieme per il soccorso e la salvaguardia della vita umana in mare, e non solo... di Antonio Dell’Anna

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gni nave, o equipaggio, sa bene ormai che incrociare le acque del Mediterraneo centrale significa innalzare il livello di attenzione per la difesa dei confini nazionali e la sicurezza marittima. Allo stesso tempo sa anche che incrociare queste acque significa incrociare trafficanti di esseri umani che lanciano in mare aperto imbarcazioni fatiscenti cariche di uomini, donne e bambini che devono necessariamente essere soccorse. Un aspetto questo ben noto all’equipaggio di nave Libeccio che,

appena lasciato il porto di La Spezia e prima di raggiungere l’area di operazione, si è dedicato all’addestramento per la missione assegnata incluso il soccorso in mare. E’ proprio una esercitazione di soccorso a migranti intercettati nello Stretto di Sicilia, quella che ha caratterizzato una giornata di maggio. Soccorso a migranti con difficoltà respiratorie, trauma agli arti ed arresto cardiaco, per testare la prontezza e le capacità del team sanitario di bordo. Un’esercitazione che ha coinvolto proprio tutti, anche l’infermiera volontaria della

“Fondazione Francesca Rava”, imbarcata per prendere parte all’Operazione Mare Sicuro, e di fatto integrata nello staff medico della Nave. Nave Libeccio nel mese di maggio ha partecipato all’Operazione Mare Sicuro. Essere pronti per adempiere alla propria missione ma anche salvare vite umane è il frutto di un buon addestramento che lo stesso Mar Mediterraneo, 21 maggio 2016. Nave Libeccio in navigazione sfida il mare formato. Foto di Samantha Spinelli.

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L’arrivo a bordo di un ferito richiede un’attenzione particolare di tutto lo staff medico: una attenta analisi della situazione, il controllo e la stabilizzazione dei parametri vitali e la valutazione delle condizioni cliniche del paziente indirizzano la decisione se trattare lo stesso a bordo oppure presso un centro ospedaliero a terra. Tra i momenti cruciali di un soccorso sanitario vi è sicuramente l’immobilizzazione del paziente ed il trasporto dello stesso a mezzo barella verso l’infermeria di bordo; anche ciò richiede conoscenza e capacità peculiari.

Il kit di primo soccorso è un “bagaglio a mano” che un medico ed un infermiere non possono non avere al seguito. E’ qui che sono custodite tutte le attrezzature per un primo intervento salvavita: un autorespiratore, un defibrillatore ma anche medicinali, medicature e presidi sanitari, tra i quali quelli atti a mantenere la pervietà delle vie aeree.

Il controllo dei parametri vitali e la stabilizzazione degli arti sono aspetti propedeutici ad una trattamento avanzato o ad una evacuazione del ferito verso i centri ospedalieri a terra. Infatti, i medici e gli infermieri di bordo sono i primi soccorritori che un marinaio o, ancor di più, un migrante soccorso in mare, incontra quando colpito da un malessere o vittima di un infortunio. Momenti decisivi in cui, è il caso di dirlo, soli in mezzo al mare, con la costa più vicina a qualche centinaio di km, si salvano vite umane provando orgoglio ma anche una sorta di ansia per non poter essere ovunque presenti a salvarne altre. Un’ansia mai raccontata, ma vissuta come un macigno, nella consapevolezza che a volte l’unica speranza di vita per tante genti, uomini, donne e bambini, dopo i marinai che le hanno strappate alle acque profonde del Mediterraneo, sono proprio loro, i medici e gli infermieri di bordo.

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comandante ha la responsabilità di curare in tutti i suoi particolari, sia per gli aspetti operativi connessi appunto alla missione assegnata e sia per quelli relativi al soccorso in mare, obbligo non solo giuridico ma soprattutto morale di ogni marinaio che va per mare. La Fondazione Francesca Rava, presente a bordo con la dottoressa Martina Tropini, collabora con la Marina militare dal 2010, anno del tragico terremoto di Haiti. Da allora è nato un rapporto di collaborazione che ancora oggi continua sulle Unità della Marina impegnate nello stretto di Sicilia. Sono molti i volontari della Fondazione che al fianco dello staff medico di bordo si sono succeduti portando la loro opera di supporto sanitario anche a moltissimi migranti, tra i quali donne in stato di gravidanza avanzato e bambini. “L’imbarco su nave Libeccio mi ha permesso di vivere un’esperienza

L’imbarco su nave Libeccio mi ha permesso di vivere un’esperienza intensa ed unica, mi ha dato molto sia a livello umano che professionale. Mi sono sentita parte di una grande famiglia, integrata appieno con la vita di bordo dottoressa Martina Tropini, Fondazione Francesca Rava

intensa ed unica, mi ha dato molto sia a livello umano che professionale. Mi sono sentita parte di una grande famiglia, integrata appieno con la vita di bordo” sono le parole della Dr.ssa Tropini della Fondazione Rava. Nave Libeccio, al Comando del capitano di fregata Cristo Salvatore Traetta, conta su un equipaggio di circa 180 tra uomini e donne, comprensivo dei team specialistici e mezzi della Brigata Marina San Marco e della Componente Aerea della Marina Militare.

Ha iniziato la sua missione dopo un intenso ciclo addestrativo svolto nelle acque antistanti il golfo di La Spezia sotto la supervisione di personale qualificato della Prima Divisione Navale; l’equipaggio è stato addestrato nello svolgimento di attività di soccorso “Search and Rescue” e localizzazione, monitoraggio, riporto e controllo del traffico mercantile. Pronto per missione! Un operatore di plancia appronta la navigazione di precisione per l’ingresso al porto di Augusta. Foto di Samantha Spinelli.

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15 giugno 1942: nel segno di Antares

La Battaglia di Pantelleria di Desirèe Tommaselli

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otte del 15 giugno 1942: la VII Divisione Navale, comandata dall’Ammiraglio Alberto Da Zara, naviga nel Canale di Sicilia, tra Favignana e la terra ferma, per intercettare un grosso convoglio inglese partito da Gibilterra e diretto a Malta, la base inglese che, a seguito delle azioni aeronavali dell’Asse, è allo stremo: non riceve rifornimenti ed ha quasi finito i viveri. L’Inghilterra appronta quindi due convogli che convergano contemporaneamente sull’isola, rispettivamente da Gibilterra (operazione Harpoon) e da Alessandria d’Egitto (operazione Vigorous), al fine di garantire la sopravvivenza della popolazione e di rendere nuovamente operativa quella base per il contrasto ai convogli italiani diretti in Libia. Sulla base di una prima serie di decrittazioni e rilevamenti radiogoniometrici, il Reparto Informazioni dello

Stato Maggiore della Marina sin dall’11 giugno conosce il piano inglese e ne prevede le rotte. Supermarina ordina quindi di attaccare i convogli britannici. Viene dato inizio a quella grossa operazione aeronavale italo-tedesca, passata alla storia con il nome di “Battaglia di mezzo giugno”, che fa naufragare la strategica azione inglese. Il convoglio dell’operazione Vigorous, sottoposto dal pomeriggio del 12 giugno a duri e incessanti attacchi da parte italiana e tedesca, ricevuta la notizia dell'uscita in mare della flotta italiana da Taranto, viene fatto rientrare ad Alessandria, senza far giungere alcun rifornimento a Malta. Il convoglio della contemporanea operazione Harpoon è invece “braccato” dalla VII Divisione, che naviga in assetto di combattimento nella notte tra il 14 e il 15 giugno; una “notte superba”, con mare “piatto” e, di prora,

Il Montecuccoli tira contro le navi inglesi.

la costellazione dello Scorpione, in cui splende la brillante stella di Antares: un “presagio della Buona Fortuna” come ricorda Da Zara in Pelle d’Ammiraglio. Alle 5:30, nelle acque a sud di Pantelleria, la VII Divisione mette la prora addosso al nemico e apre il fuoco.Alle 5:41 la “Settima” ha già scaricato 150 colpi da 152 mm. Ha inizio così lo scontro diurno durante il quale avviene il maggior scambio di colpi tra inglesi ed italiani nel corso della seconda guerra mondiale. La battaglia di Pantelleria infligge gravi perdite ai britannici che, costretti a ripiegare, riusciranno a far giungere a Malta solo 2 dei piroscafi di quel convoglio. In ricordo di quell’azione vittoriosa, oggi il 1° Gruppo Navale ha eletto quale motto “nel bel segno di Antares”.

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I nostri atleti a Rio 2016 Stefanie Horn

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CANOA SLALOM


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di Pasquale Prinzivalli

ontinua senza sosta la rubrica “I nostri atleti a Rio”, vi abbiamo presentato gli atleti appartenenti al Gruppo Sportvo della Marina Militare, che hanno ottenuto il pass olimpico nelle più svariate disci-

pline quali tuffi, tiro a volo, nuoto sincronizzato e adesso un altro sport che ha come connotazione principale l’elemento acqua, la canoa slalom. La canoa slalom è uno sport agonistico che si pratica in corsi d'acqua mossa, l’obbiettivo della gara di slalom è completare, senza errori e nel più breve tempo possibile,

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un percorso tracciato su acque vive con passaggi obbligati e contrassegnati da porte. Si è dovuto aspettare l’europeo di Liptovsky Mikulas in Slovacchia, terza e ultima selezione olimpica, per conoscere i nomi degli atleti azzurri del K1 maschile e del K1 femminile nella specialità canoa slalom. Tra le donne, dopo una finale tiratissima, è stata

Stefanie Horn, atleta portacolori della Marina Militare a rischiare il tutto e per tutto, incappando in un salto di porta, a piazzarsi in ottava posizione (166.88 e 56 secondi di penalità, un salto di porta e tre tocchi di palina) e a staccare il pass olimpico per Rio 2016 nel K1 femminile. Noi l’abbiamo intervistata per voi, conosciamola.

A che età si comincia a praticare questo sport? Il gruppo, col quale ho iniziato a pagaiare era di bambini dell'età di 7 - 10 anni. La prima volta che sono salita da sola in un kayak era nel 1997 a Saint- Pierre in Francia. Era però più per divertirsi con l'acqua che per allenarsi.

I torrenti di montagna possono diventare molto pericolosi e non sono da sottovalutare. D’altro canto l’acqua mossa è molto più divertente ed anche al nostro livello rimane alta l’adrenalina.

L’ intervista

A che tipo di allenamenti ti sottoponi quando non puoi scendere in acqua? Quando non posso scendere in canoa, il che capita raramente perché amo troppo il mio sport, vado a correre o in palestra per fare corpo libero. Ma uso soprattutto questi momenti per andare in montagna. La mia passione è sciare, andare in mountain bike o soltanto camminare nella natura.

Che consiglio ti sentiresti di dare a chi si volesse avvicinare a questo sport? Il consiglio per chi volesse provare a praticare il nostro sport è di avere pazienza e di prendersi il tempo necessario in acqua piatta; non serve buttarsi subito in acqua mossa. È importantissimo essere sicuri di sé stessi e di ciò che si va a fare.

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Quanto conta l'alimentazione per chi è già agonista? Come nella vita normale è importante avere una alimentazione equilibrata. Per andare in canoa serve tanta forza e capacità aerobica, quindi serve tanta energia. Con la dieta mediterranea non si può sbagliare. Questa disciplina sportiva a quali traumi fisici può portare? Può portare principalmente a traumi alle spalle (lussazioni) e alla schiena (ernie del disco). Se dovessi sfogliare un tuo album virtuale delle gare in canoa, quali sono i tre momenti che ricordi? Il momento più importante della mia vita è stato nel 2009 a


Liptovsky Mikulas (Slovacchia). Ero ancora giovanissima e ho vinto I campionati europei juniores con un distacco di quasi 10 secondi davanti a tutte. Gareggiavo ancora per la Germania. Ancora più importante però è stato conoscere il mio futuro marito in questa gara. In ogni senso mi ha cambiato la vita. Un altro momento importante è stato a Cracovia, dove ho preso l'argento ai campionati europei assoluti. Da lì iniziava un anno splendido, ricco di soddisfazioni in cui rappresentavo per la prima volta l'Italia. Un momento che mi ha aiutato per crescere è stato il mondiale di Londra 2015. In allenamento andavo sempre bene, arrivavano anche i complimenti degli avversari internazionali. In gara però ho perso la testa e non sono nemmeno entrata in semifinale. Credo che mi ha fatto crescere durante l’inverno e nella preparazione olimpica.

La prima volta che sei salita in canoa hai capito che sarebbe stato lo sport della tua vita? Praticamente sì. È incredibile la sensazione che uno prova pagaiando. Avevo un gruppo di amici con cui mi divertivo molto. In più era un modo per scappare dalla normale giornata. Era qualcosa di speciale, uscire dalla città per qualche ora. In più avevo amici in tutta Europa, il che a scuola non era normale. Non c'era ancora internet, cosi la gioia di vedere altri amici al fine settimana era grande.Viaggiare è stupendo!

Cosa metterai in valigia quando andrai a Rio? Il mio lettore mp3 per ascoltare la musica prima della gara. Tè per rilassarmi prima della gara. Come stai vivendo questi giorni d'attesa? In questo periodo sono abbastanza tesa, non ho ancora realizzato bene che sarò io una di quelle persone che rappresenterà l'Italia ai Giochi Olimpici di Rio 2016. Vorrei che le gare iniziassero già domani per smaltire la tensione. Dall’altro lato mi diverto così tanto ad allenarmi sul canale olimpico che i giochi possono ancora aspettare.

Cosa senti di dire al gruppo sportivo della Marina militare del quale fai parte e chi vuoi ringraziare per la prestigiosa qualificazione olimpica? Ringrazio il gruppo sportivo della Marina militare. Sono entrata da poco nel gruppo sportivo della Marina, mi trovo molto bene con la squadra ma devo ancora ambientarmi bene. Senz’altro devo tanto alla Marina, la mia vita è cambiata di molto e in meglio. Ma tra tutti vorrei ringraziare soprattutto una persona che oggi non c’è più, il maresciallo Giovanni Zanardello. Una persona che per me è stata molto speciale; una persona molto particolare, gentile e sempre disponibile, che viveva a pieno le sue passioni ed era molto amata da tutto il mondo della canoa e non solo. Il suo elemento era l’acqua ed ha fatto parte per tanti anni con orgoglio della Marina militare. Negli anni in cui era imbarcato, appena scendeva dalla nave era proprio la passione della canoa ad attenderlo. Capo Zanardello, spero che tu sia fiero di vedermi far parte della Marina Militare e spero di comportarmi come tu avresti voluto. Io ovviamente continuerò a fare del mio meglio!

Canoa, K1 Slalom: Clara Giai Pron si qualifica per RIO 2016 fonte Clara Giai Pron ha ottenuto la qualificazione per l'Italia in vista di Rio 2016 nella canoa slalom, specialità K1. L'azzurra ha centrato l'obiettivo, dopo aver chiuso al 26° posto i Mondiali nel bacino di Lee Valley, a Londra, nel mese di settembre: l'International Canoe Federation - attraverso una nota ufficiale inviata al Coni, ha annunciato che l'Italia ha guadagnato uno dei 15 posti Nazione che assicuravano la carta olimpica, usufruendo del posto del Brasile, che in qualità di Paese ospitante ha la partecipazione garantita. Il K1 azzurro sarà quindi presente alla XXXI edizione dei Giochi Olimpici Estivi sia nella prova maschile (diritto acquisito grazie al 6° posto mondiale di Daniele Molmenti) sia nella prova femminile.

Stefanie Horn data di nascita: 9 gennaio 1991 luogo di nascita: Bottrop (GER) sport: Canoa specialità: discesa Slalom

2008 Medaglia d’Argento Campionati Mondiali Juniores 2013 Medaglia d’Argento Campionato Europeo

Medaglia d’Argento Campionato Mondiale U23

Medaglia d’Argento Campionato Europeo a squadre

il palmares

2012 Medaglia d’Oro a squadre Campionato Europero U23 2014 Medaglia d’Oro Campionato Europeo U23 Campionessa italiana

2015 Campionessa italiana 2016 8ª Classificata Campionato Europeo

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Concorso nazionale di equitazione salto ad ostacoli

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di Salvo Consoli

o scorso 15 maggio si è concluso a Roma, presso il centro ippico di Casale S. Nicola, il Concorso Nazionale di equitazione salto a ostacoli, organizzato dal Comitato Regionale della Federazione Italiana Sport Equestre che ha visto la partecipazione attiva di 400 binomi provenienti da tutta Italia. Il salto a ostacoli vanta una importante tradizione ed è da annoverarsi come la disciplina equestre più diffusa e praticata in Italia, con risultati agonistici che la vedono tra le prime nazioni al mondo, grazie all’impegno e alle performance dei nostri atleti. Per le forze armate e le forze dell’ordine erano presenti partecipanti dell’Esercito, della Marina, dei Carabinieri e della Polizia di Stato. La miglior prova nella categoria “C115” a fasi è stata conseguita dal capitano di corvetta Delfina Autiero che con il suo splendido cavallo belga di nome “Beauty” si è classificata prima tra le uniformi in competizione, completando l’intero circuito con un percorso netto in soli 36,80 secondi. A rendere dif-

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Il capitano di corvetta Delfina Autiero si classifica prima tra i partecipanti in uniforme. Per la prima volta è una donna in divisa a conseguire un risultato cosi ambizioso

ficoltosa la gara sono state le avverse condizioni meteorologiche che, inaspettatamente, si sono abbattute sull’impianto. La pioggia battente ha reso fangoso e scivoloso il terreno del percorso a ostacoli, in tale contesto tutto dipende non solo dall’esperienza sportiva maturata ma dalla capacità di saper valutare una serie di variabili tecniche e operative che devono essere governate per l’esecuzione della competizione in sicurezza. L’abilità, l’esperienza e la determinazione dell’amazzone hanno prevalso e l’evento è stato coronato da un successo storico per la Marina, che vede una Forza Armata di mare primeggiare in un settore sportivo particolarmente vocato per le forze terrestri con la nuova veste che a montare il cavallo vincente è per la prima volta un comandante donna, il

capitano di corvetta Autiero dello Stato Maggiore Marina. Traguardo che in riepilogo assume quindi tre connotazioni fondamentali: la prima è che la Marina si classifica al primo posto tra le forze armate e forze dell’ordine; la seconda che a conseguire il risultato è per la prima volta un ufficiale del gentil sesso, la terza è che la competizione ha registrato rilevanti elementi di difficoltà sul percorso a ostacoli a causa delle avverse condizioni meteo. Questi aspetti non sono passati inosservati e sono stati coronati da una testimonianza di stile che ha riscosso ampi apprezzamenti tra la giuria e gli spettatori. Motivi che portano vanto e onore alla Marina che vede raccogliere dei risultati di tutto rispetto dai quali sono emerse le doti sportive del comandante Autiero.



Sul prossimo numero un servizio dedicato al vent’ennale del periplo del mondo delle navi Durand De La Penne e Bersagliere


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