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di Antonio Cosentino “La capacità di fare equipaggio, di fare sistema è una delle caratteristiche tipiche della gente di mare. E’ la peculiarità stessa dell’ambiente marino che lo impone: l’assenza di confini, i grandi spazi da solcare, difendere e proteggere, l’essere soggetti alle stesse forze e, spesso, alle stesse condizioni meteorologiche avverse. Il mare, oltre a formare e temprare nello spirito, insegna, soprattutto, a fare squadra, a rispondere coralmente alle sfide, ciascuno con il proprio ruolo e le proprie competenze, ma tutti, e nessuno escluso, egualmente importanti e fondamentali, dal marinaio al comandante”.
Questa riflessione del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, è condivisa dall’intera Marina Militare e le pagine del Notiziario di maggio, testimoniano un’ulteriore crescita professionale del personale.
La Marina Militare si addestra per salvaguardare la sicurezza delle vie del mare, focalizzando l’attenzione sulle nuove minacce nell’ambiente marittimo, con attività connesse alla difesa nazionale e alla sicurezza, con presenza e sorveglianza delle acque di interesse vitale e strategico, con attività operative e addestrative che vedono impegnata la Forza Armata non solo nel Mediterraneo ma anche nell’Atlantico e nell’Oceano indiano.
Partendo dalle acque a noi più familiari del Mediterraneo centrale, il mese di maggio è stato caratterizzato con la principale attività addestrativa avanzata della Marina per il 2018, Mare Aperto, condotta dal Comando in Capo della Squadra Navale. Due settimane intense, con attività seriale prima e scenario “a gioco libero” dopo, che hanno caratterizzato la struttura dell’esercitazione interforze e internazionale. Gli equipaggi e gli staff imbarcati si sono quindi addestrati nelle principali forme di lotta convenzionale, nelle attività anfibie e nelle operazioni che caratterizzano sempre di più l’impiego negli scenari moderni. E, anche in questa occasione, la Marina ha confermato gli altissimi valori e preparazione dell’equipaggio. La Mare Aperto rappresenta una vera palestra in mare per tutti, in particolare per i marinai più giovani e si comprende, quando si è parte di un equipaggio, quanto il proprio compito non sia derogabile.
Ma se da un lato i più giovani “imparano” il senso dell’equipaggio, dall’altro, la Seconda Divisione Navale si è addestrata alla pianificazione e condotta di operazioni per la gestione di situazioni di crisi, pronta per assumere un ruolo primario Nato, con il comando della Response Force 2019, per le forze navali. Un nuovo ruolo di primo piano per la Marina, dopo quello assunto da nave Margottini impegnata come flagship nell’Operazione Atalanta, nelle acque antistanti il Corno d’Africa, nella lotta alla pirateria e alla protezione del World Food Programme.
Un’occasione di addestramento e rafforzamento nei rapporti con gli alleati trans-regionali è rappresentata dalla campagna oltreoceano di nave Alpino. L’iniziativa di proiezione marittima e naval diplomacy, ha anche lo scopo di mostrare le capacità operative della moderna unità navale, costruita da Fincantieri, nei paesi partner del Nord America.
Mari più sicuri vuol dire anche ricerca e neutralizzazione di mine navali. A questa è servita l’esercitazione multinazionale Spanish-Minex 2018, che si svolge con cadenza annuale e ha visto la partecipazione di nave Alghero, insieme alle altre unità che costituiscono lo Standing Nato Mine Counter Measures Grup 2 e agli assetti del dispositivo europeo Comeuromarfor.
L’interoperabilità con altre Marine, alleate e amiche dell’Unione Europea, ci consentirà di crescere ulteriormente, e rendere visibile le competenze del “Sistema Paese” Italia, capace anche attraverso la nostra Forza Armata di rispondere alle sfide del futuro.
Ma la Marina non è solo mare è anche apertura verso il mondo esterno. In un bagno di folla ci siamo tuffati tra la gente, a Roma presso la galleria commerciale “Porta di Roma”, dove 220 mila persone hanno visitato gli stand dell’esposizione “Noi siamo la Marina”. Questo e tant’altro sulle nostre pagine. Buona lettura.
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SOMMARIO
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954
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N A
Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985
IN IA TU RA
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Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa
Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione
Antonio COSENTINO
REDAZIONE
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
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DIRETTORE RESPONSABILE 4 6
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COME ABBONARSI
La valorizzazione della pubblicità di questo numero è stata curata da: DIFESA SERVIZI S.p.A. tel. 06.469168246
Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli
chiuso in redazione il 30 maggio 2018
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MAGGIO
2018
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Un ruolo Nato per la Seconda Divisione Navale
di Andrea Bielli
Mare Aperto 2018 la Squadra Navale si addestra
di Federico Mariani
Spanish - Minex 2018
di Giuseppe Lucafò
Operazione Sea Guardian: termina l’impegno per nave Espero
di Giuseppe Lucafò
Campagna Oltreoceano
di Antonello Lorusso
Sea Future 2018 l’innovazione marittima in mostra
di Alessandro Testa
Il Simulatore dei sommergibili, eccellente strumento didattico di Carlo Faggiana La nuova campagna di solidarietà di nave Italia
di Emanuele Scigliuzzo
Cavour, un mare di sorrisi
di Elisabetta Gramolini
Salone del libro di Torino: tra storia e prospettive future di Desirèe Tommaselli La Marina tra la gente
di Emanuele Scigliuzzo
Un sommergibile della prima guerra mondiale sulla sponda del Po di De.Toma. Mestieri di Marina, il sommergibilista
di Emanuele Scigliuzzo
Settimana Velica Internazionale di Livorno
di Giuseppina Maria Greco
La prima a bordo del Chaplin di Angelo Azzolini Dis...Corsi di navigazione
di Paolo Giannetti
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Prosegue la preparazione per il comando della Nato Response Force 2019
Un ruolo Nato per la Seconda Divisione Navale di Andrea Bielli
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l 2018 è per la Marina Militare un anno denso di impegni internazionali. Non solo per le operazioni in corso ma anche per la preparazione ad assumere, nel prossimo anno, il Comando della componente marittima della Forza di Reazione Rapida dell’Alleanza Atlantica, la cosiddetta Nato Response Force (NRF). Un percorso che, attraverso diversi momenti addestrativi, impegnerà a fondo la Seconda Divisione Navale (Comdinav due), nella
sua veste Nato di Comando della Forza Marittima Italiana (Comitmarfor). Ad oggi sono state positivamente affrontate due fasi. Al comando dell’ammiraglio di divisione Aurelio De Carolis, e sotto la supervisione del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano, il Comitmarfor ha già superato, dal 12 febbraio al 23 marzo, un impegnativo percorso di addestramento alla pianificazione e condotta di operazioni per la gestione di situazioni di crisi, tecnicamente note come Crisis Response Planning (CRP). Si tratta di un momento addestrativo che è inserito nel più ampio scenario dell’Alleanza Atlantica denominato Trident Juncture 2018 e che coinvolge il Comando Nato Multinazionale di Napoli - Joint Force Command Naples per la guida interforze, il Comando Bilaterale Tedesco-Olandese – 1st GermanNetherlands Corps – per la componente terrestre, Comitmarfor per la componente marittima, ed il Comando aereo Alleato di Ramstein – NATO Air Command – per la componente aerea. Dal 2 al 19 maggio Comitmarfor ha poi proseguito il suo percorso di certificazione, questa volta nella condotta di operazioni marittime complesse, con la partecipazione alla
fase primaverile (2018-1) della Mare Aperto rischierandosi a bordo di nave Etna, una delle tre Unità di Comando – insieme alla portaerei Cavour e all’Unità anfibia Garibaldi – di cui dispone la Marina Militare. Dall’Etna l’ammiraglio De Carolis, con il suo staff, ha svolto le funzioni di Comando di una Forza Navale complessa (Task Force). Uno staff di oltre 100 professionisti con diversificate competenze ed esperienze, sottoposto ad attenta valutazione di esperti della Nato che ne hanno analizzato ogni azione e decisione, nel rispetto delle procedure dell’Alleanza. Uno sforzo sinergico a cui hanno contribuito non solo uomini e donne italiani e della Marina Militare ma anche militari di altre Forze Armate italiane, un funzionario del ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale nel ruolo di Political Advisor, e rappresentanti di ben 11 Nazioni dell’Alleanza Atlantica: Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti d’America, Turchia. A rafforzare il gruppo, si sono avvicendati anche studenti della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali “Guido Carli” di Roma, impiegati nell’approfondimento delle tematiche giuridico-legali dello scenario di crisi simulato. La Mare Aperto 2018 ha consentito anche di condurre attività complementari, come l’anti-inquinamento, ricerca e soccorso in collaborazione con i mezzi del Corpo delle Capitanerie di Porto e attività di cooperazione civile-militare con Operation Smile a bordo di nave Cavour a Catania. Lo sviluppo degli scenari simulati di CRP Trident Juncture 2018 e della Mare Aperto 2018 hanno riguardato ipotetici interventi della Nato, sotto egida delle Nazioni Unite, in complesse situazioni di tensione tra due paesi, con ripercussioni sul piano regionale e globale. Lo scopo è quello di testare le capacità di gestione degli scenari di crisi, con la pianificazione e condotta delle attività. La fase conclusiva della certificazione si terrà a novembre prossimo nell’ambito dell’esercitazione Trident Juncture 2018 che porterà al conseguimento, da conquistare, della certificazione Nato e la conseguente assunzione dell’incarico di Comandante della Forza Marittima della NRF 2019. Il Comando della NRF ha mandato annuale, a rotazione tra le quattro Marine europee che, nell’ambito dell’Alleanza Atlantica, dispongono di navi portaerei, aviazione navale e forze anfibie. Attualmente questo ruolo è svolto dall’omologo comando della Marina francese, Comfrmarfor.
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MARE APERTO 2018 la Squadra Navale si addestra
di Federico Mariani
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anno preso parte alla prima fase della Mare Aperto 2018, le unità della squadra navale e i mezzi aerei della Marina, assetti aereonavali della Guardia Costiera, uomini e mezzi dell’Aeronautica Militare compreso un velivolo CAEW (Comformal Airborne Early Warning). A dare un contesto internazionale all’esercitazione le marine estere di Francia, Portogallo, Regno Unito, Turchia e Spagna che fanno parte dei Gruppi navali Euromarfor, Eunavformed e al gruppo permanente di caccia mine della NATO (SNMCMG2). La Marina francese e quella americana hanno
preso parte all’attività addestrativa anche con aerei da pattugliamento. L’esercitazione, iniziata il 7 maggio con la partenza dei gruppi navali dalle principali basi italiane, ha impegnato tutte le unità della Squadra Navale non impiegate nella condotta delle operazioni reali in corso, nel Mediterraneo Centrale per quasi due settimane, fino al 18 maggio. Attività seriale prima e scenario a “gioco libero” dopo, caratterizzano la struttura delle esercitazioni del ciclo Mare Aperto. Lo scenario di quest’anno, gestito a bordo di nave Cavour dallo staff di CINCNAV, coadiuvato dal personale del
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L’edizione di quest’anno ha fornito l’occasione di integrare nel dispositivo aeronavale della Squadra Navale anche assetti della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, con l’imbarco di elementi di staff a bordo di nave Cavour e nave Etna e con la partecipazione attiva in mare di mezzi navali e aerei
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La Mare Aperto è la prima edizione della principale attività addestrativa avanzata della Marina Militare per il 2018, condotta dal Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) a carattere interforze e internazionale
Centro Addestramento Aeronavale (MARICENTADD), ha simulato un embargo intorno alla Sicilia, dove uno dei due “partiti” doveva far arrivare del materiale d’armamento in un porto siciliano. L’altro gruppo doveva contrastare questo traffico mettendo in campo tutte le procedure nazionali, Europee e della NATO.
La Mare Aperto, basata su uno scenario a gioco libero a elevato realismo, dove la minaccia è crescente e continua, è stata finalizzata a stimolare il processo di pianificazione dei Comandanti in mare, in relazione alle missioni assegnate ed alle istruzioni delle rispettive catene di comando e controllo. Gli equipaggi e gli staff imbarcati si sono quindi addestrati nelle principali forme di lotta convenzionale (antiaerea, antinave e antisommergibile), nelle attività anfibie, idrografica e cacciamine e nelle operazioni che caratterizzano sempre di più l’impiego negli scenari moderni, come le Maritime
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Interdiction Operations (operazioni di Embargo, controllo del traffico mercantile, compilazione Maritime Situational Awarenes, ecc.), il Maritime Capacity Building, le attività anti-inquinamento e CIMIC (Civil Military Cooperation), e la cyber defence. Le navi e gli aeromobili della Guardia Costiera, provenienti delle basi della Sicilia Orientale (inserita come nazione a sé, nello scenario d’esercitazione), hanno simulato due situazioni pienamente in linea con eventi che potrebbero ef-
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fettivamente svilupparsi in ambiente reale in situazione di tensione. Inquadrati negli staff a bordo delle navi Cavour, Etna e Garibaldi, hanno partecipato anche studenti universitari provenienti dalla Libera Università degli Studi Sociali - LUISS Guido Carli di Roma e dall’università Ca’ Foscari di Venezia, nel ruolo di advisor politici e legali e di addetti all’ufficio stampa. Ha partecipato, inoltre, un’aliquota di personale del Corpo Militare e delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. La Mare Aperto è stata anche il banco di prova delle capacità sanitaria della Squadra Navale. Classificato secondo le regole NATO ROLE 2 enhanced, l’ospedale della portaerei Cavour è stato ha ospitato, in porto a Catania, il 17° weekend clinic, nell’ambito del progetto “Un Mare di Sorrisi”, frutto della collaborazione tra
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la Marina e la Fondazione Operation Smile Italia Onlus. L’evento, che ha ridato il sorriso a 5 giovani pazienti, è stato inserito nello scenario di esercitazione come attività CIMIC (Civil-Military Cooperation). In mare la Squadra Navale ha invece testato le capacità di reazione nel caso di una Mass Casualty Evacuation, una evacuazione sanitaria di massa. Inseriti nello scenario inoltre, diversi eventi per attivare le procedure di evacuazione di massa da un’unità navale danneggiata. In
sintesi la Mare Aperto ha testato e verificato le capacità in tutte le principali forme di lotta sul mare e dal mare, in uno scenario complesso, realistico e a gioco libero con difficoltà man mano sempre crescente, pieno di variabili esterne – le stesse che si potrebbero trovare in uno scenario operativo moderno per stimolare i processi di pianificazione e svolgimento delle missioni da parte dei comandanti e dei loro staff a bordo delle unità navali.
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L’esercitazione
Spanish-Minex 2018 Insieme alle altre unità navali del dispositivo Nato, il cacciamine Alghero si è addestrato per la ricerca e neutralizzazione di mine navali
di Giuseppe Lucafò
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el corso della prima decade di maggio il cacciamine della Marina Militare Alghero ha partecipato all’esercitazione multinazionale “Spanish Minex 2018” insieme all’unità inglese Enterprise, al cacciamine turco Anamur e al cacciamine spagnolo Segura - che costituiscono lo Standing Nato Mine Counter Measures Group 2 (SNMCMG2) - ai cacciamine della marina spagnola, all’unità della marina greca Evropi e agli assetti del dispositivo europeo COMEUROMARFOR, composto per l’occasione dalla corvetta portoghese Viana do Castello e dal cacciamine spagnolo Duero. L’esercitazione, che si svolge con cadenza annuale nelle acque delle Isole Baleari, era iniziata il 30 aprile con la partenza delle unità navali dal porto di Mahon, nell’Isola di Minorca, e nel corso dei giorni ha permesso agli equipaggi di addestrarsi nella ricerca e neutralizzazione di mine navali, rappresentate da simulacri inerti, nell’ambito
di una simulazione di situazione di crisi internazionale tra due Paesi, con un alto livello di minaccia nemica di superficie e aerea per le navi della coalizione NATO. Inoltre, la stessa ha visto la presenza eccezionale del Center for Maritime Research and Experimentation (C.M.R.E.), imbarcato a bordo dell’Enterprise con l’obiettivo di testare le capacità degli Autonomous Underwater Vehicles (AUVs) in supporto alle operazioni di contromisure mine. La “Spanish Minex 2018” ha di fatto garantito un adeguato addestramento, oltre che alle altre unità navali partecipanti, al gruppo SNMCMG2 di contromisure mine di cui fa attualmente parte nave Alghero, il quale è uno dei quattro gruppi navali permanenti che compongono la forza marittima di reazione rapida della NATO e che, in particolare, fornisce all’alleanza una capacità operativa indispensabile per assicurare, in tempo di crisi, il libero accesso ai porti e la sicurezza della navigazione. Il dispositivo NATO, dopo una breve sosta nel porto di Palma di Maiorca, ha proseguito le attività in mare e la navigazione verso le coste siciliane, per partecipare all'eser-
Nave Alghero in navigazione, sullo sfondo la cattedrale “La Seu” , simbolo della città di Palma (Majorca). Il comandante di nave Alghero, Davide Emanuele Tamborini sull’aletta di dritta in navigazione, sullo sfondo le altre Unità impegnate nell’esercitazione.
citazione Mare Aperto e Italian Minex, svolgendo al contempo attività di sorveglianza marittima, controllo del traffico mercantile ed esercitazioni varie.
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Operazione Sea Guardian:
termina l’impegno per nave Espero
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di Giuseppe Lucafò
’ terminato anche per nave Espero, dopo circa 20 giorni di missione operativa nelle acque del Mediterraneo, l’impegno in Sea Guardian, operazione NATO altamente flessibile in grado di assolvere un ampio spettro di compiti nell’ambito della sicurezza marittima che includono la sorveglianza degli spazi marittimi di interesse (Maritime Situational Awareness) e il contrasto al terrorismo marittimo, assicurando nel contempo la formazione a favore delle
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forze di sicurezza dei paesi rivieraschi (Maritime Security Capacity-Building). Oltre a queste attività, le forze navali assegnate all’operazione, quando specificatamente autorizzate, possono effettuare attività di interdizione marittima, di tutela della libertà di navigazione, di protezione delle infrastrutture marittime sensibili e di contrasto alla proliferazione delle armi di distruzione di massa. Nave Espero, al comando del capitano
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Dopo il pattugliamento in Mediterraneo nel dispositivo NATO e la sosta in porto a Souda, nell’isola di Creta, la fregata della Marina Militare è rientrata a Taranto
di fregata Giorgio Occhetto, è una fregata anti sommergibile appartenente alla Classe Maestrale. L’unità navale della Marina Militare era partita lo scorso 23 aprile dalla Base navale di Taranto per dirigere verso il porto di Aksaz, in Turchia, dove per alcuni giorni aveva eseguito una prima fase di integrazione e addestramento dei team imbarcati con le altre navi alleate e da dove era con queste ripartita per iniziare le operazioni di pattugliamento nel Mediterraneo orientale. Dopo una breve sosta nella base di Souda, nell’isola greca di Creta, nave Espero è ripartita alla volta di Taranto per ricongiungersi alle altre unità navali in servizio presso la Seconda Divisione della Squadra Navale.
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La presenza di nave Alpino, nei mari lontani degli Stati Uniti, assume un rilevante peso per i diversi paesi con cui l’Italia intrattiene importanti rapporti politico-diplomatici, economici e di attività di cooperazione militare
Campagna Oltreoceano
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di Antonello Lorusso a fregata Alpino è salpata, lo scorso 2 maggio, dalla Stazione Navale Mar Grande di Taranto per una campagna oltreoceano che la vedrà impegnata per i prossimi due mesi nei mari del Nord America. L’attraversamento dell’Oceano Atlantico porterà l’equipaggio verso una preziosa occasione di addestramento, per mantenere elevati livelli di prontezza, e di rafforzamento dei rapporti con gli alleati trans-
regionali. Le attività che verranno condotte si inquadrano, più in generale, all’interno dei compiti istituzionali che la Marina Militare assicura al nostro Paese senza soluzione di continuità in tutte le aree di interesse strategico, garantendo quindi una presenza finalizzata al controllo del mare, alla sicurezza delle linee di comunicazione commerciale, alla vigilanza sulle attività marittime nazionali, alla deterrenza e al contrasto delle attività illegali in alto mare, alla cooperazione internazionale. L’importanza della Campagna che sta conducendo la
Fremm, ricade sulla possibilità di proiettare l’immagine della Marina Militare, delle Forze Armate e del sistema Paese in aree di non usuale gravitazione ma anche per il supporto fornito alla competitività internazionale di importanti realtà nazionali. In questa prospettiva, si inquadra anche l’importante attività tesa a mostrare e far conoscere le caNave Alpino in attività addestrativa con l’Uss Gonzales.
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pacità operative dell’Unità nei confronti di delegazioni composte da membri del Congresso degli Stati Uniti ed ufficiali della US Navy nell’ambito del processo informativo per la definizione, da parte della Marina americana, di una nuova classe di fregate. Questo programma di acquisizione statunitense è denominato Future Frigate Program FFG(X) ed è destinato a colmare il divario capacitivo tra le Littoral Combat Ship (LCS) e le unità della classe Arleigh Burke. Tale iniziativa di proiezione marittima e naval diplomacy, rientra nel più ampio
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progetto che mira a “fare sistema”, integrando le capacità operative dell’equipaggio con i moderni sistemi di fabbricazione italiana imbarcati su nave Alpino, costruita da Fincantieri, che per l’occasione rappresenta lo sponsor unico e partner della campagna. Oltre a tutto quanto detto, merita sottolineare che la presenza della Fremm della Marina Militare oltreoceano diventa occasione d’incontro con le numerose comunità italiane residenti all’estero e include l’organizzazione di eventi culturali e di promozione dell’immagine dell’Italia e delle sue eccellenze.
Nave Alpino è stata costruita nello stabilimento navale Fincantieri di Riva Trigoso e varata il 13 dicembre 2014. Successivamente trasportata allo stabilimento del Muggiano (La Spezia) per il completamento dell’allestimento e le prove di collaudo. La FREMM, quinta Fregata Europea Multi Missione italiana della classe Bergamini è la quarta unità commissionata in configurazione Anti Submarine Warfare (ASW), è stata consegnata alla Marina Militare il 30 settembre 2016
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Curiosità: il crest
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l crest raffigura un’ancora sovrastata da un’aquila su sfondo blu. Questo stemma tende a rimarcare il legame tra la Marina e l’Esercito, riprendendo il fregio di entrambe le Forze Armate: l’ancora, presente anche nella corona turrita, stemma della Marina Militare e l’aquila, simbolo di forza e coraggio, utilizzato già dalle legioni dell'Esercito romano ad indicare il potere militare.All’interno del crest è inserito il motto di nave Alpino, "Di qui non si passa". Questo motto fu scelto già per la terza Fregata Alpino per onorare il legame con l’Esercito; è infatti ancora oggi il motto delle penne nere oltre che del 10° reggimento, ossia dell’Associazione Nazionale Alpini. Fu coniato dal generale Luigi Pelloux, primo ispettore generale del Corpo degli alpini, il 18 ottobre 1888, durante una parata militare a Roma. In quella occasione, mentre le truppe sfilavano in parata davanti al Re d'Italia e all'Imperatore di Germania, il generale Pelloux concluse un discorso dicendo: "essi simboleggiano quasi, all'estrema frontiera, alle porte d'Italia, un baluardo sul cui fronte sta scritto “Di qui non si passa”.
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Un po’ di storia...
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’attuale nave Alpino è la quarta unità della Marina Militare a portare questo nome. La prima è stata un Cacciatorpediniere classe Soldato della Regia Marina che ha fatto parte della Squadra Navale dal 1909 al 1928. Ha partecipato alla guerra Italo-Turca e alla prima Guerra Mondiale con compiti di minamento, supporto alle operazioni speciali, pattugliamento e ha preso parte a numerose azioni belliche nell’Adriatico e nello Ionio. La seconda unità a portare questo nome è stata un altro Cacciatorpediniere classe Soldato della Regia Marina in servizio dal 1938 al 1943. Nel corso della seconda guerra mondiale ha preso parte a numerose battaglie sul mare, avendo sempre la meglio sul nemico anche nelle battaglie di Punta Stilo e di Capo Matapan. Ormeggiata nel porto di La Spezia è stata colpita e affondata da una bomba lanciata da uno dei 170 velivoli inglesi che nella notte tra il 18 e 19 aprile 1943 effettuarono un bombardamento a tappeto sulla città di La Spezia. La terza unità a portare il nome di Alpino è stata una fregata che ha fatto parte della Squadra dal 1967 al 2006. Costruita nei Cantieri di Riva Trigoso, ebbe dapprima il nome di “Circe” che, successivamente, nel corso della sua costruzione venne ribattezzata Alpino. Questa nave è stata la prima a stabilire un record di permanenza in mare. Infatti, nel 1973, partita dall’Italia, ha raggiunto il mar di Labrador con una navigazione ininterrotta di 496 ore e 7315 miglia marine percorse, un vero primato per quei tempi. Nel 1996, dopo un periodo di significative lavorazioni e modifiche, è stata
riclassificata in nave di Comando e Supporto alle forze di Contromisure mine. Il 31 marzo 2006 ha effettuato il suo ultimo ammaina bandiera. L’attuale nave Alpino fa parte della classe FREMM e prende il nome di Alpino sempre in onore di uno dei reparti storici dell’Esercito Italiano a testimoniare e suggellare il forte legame tra marinai, alpini e il concetto interforze, ribadito anche durante la cerimonia del varo dall’allora capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Madrina del varo è stata la signora Maria Rosa Solimano, cugina del sergente maggiore Francesco Solimano di Sori (Genova), Alpino del 1° reggimento, battaglione Pieve di Teco, caduto sul fronte russo e insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare perché “Comandante di squadra mortai da 45, durante il ripiegamento dal Don, dimostrava eccezionale fermezza d’animo tenendo salda ed efficiente la sua squadra, alla testa della quale partecipava con leggendario valore a ripetuti duri combattimenti svoltosi durante dieci giorni di ripiegamento. Nel corso di violenta offensiva, avendo mantenuta in piena efficienza la sua squadra recuperando armi e munizioni abbandonate, poteva opporre con rinnovato ardore tenace resistenza e reagire con audaci contrassalti. Ferito, durante una carica di cavalleria che travolgeva le nostre linee, rifiutava il soccorso dei superstiti, li incitava a battersi ad oltranza, alla salvezza preferiva dividere da forte la sorte dei compagni feriti rimasti nella gelida steppa. Mirabile esempio di assoluta dedizione al dovere e di stoica fermezza”.
Nave Alpino in attività addestrativa con l’Uss Gonzales.
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Sea Future 2018 l’innovazione marittima in mostra di Alessandro Testa
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utto pronto a La Spezia per “Sea Future – Sea innovation 2018”, che si terrà dal 19 al 23 giugno nell’arsenale militare della storica base navale tirrenica. L’appuntamento internazionale della cantieristica specializzata nella difesa, giunto alla sesta edizione, è dedicato quest’anno alle novità in campo marittimo, e prevede la presentazione delle ultime ricerche in ambito navale e ambientale, compreso un approfondimento sui veicoli sottomarini senza equipaggio (UUM, Unmanned Underwater Vehicles: la versione acquatica dei droni). Oltre ad ospitare l’evento, la Marina Militare ricoprirà un ruolo da protagonista, presentando alle Marine estere partner, provenienti dai cinque continenti, le unità navali dismesse o in via di dismissione. Queste, disponibili per
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l’acquisto dopo il necessario processo di refitting, saranno ormeggiate nelle banchine del porto militare e, accompagneranno in mare le delegazioni straniere per una breve dimostrazione. A terra, un’area espositiva coperta di settemila metri quadrati, ospiterà gli stand di 300 imprese specializzate nella cantieristica navale militare, come Leonardo, Fincantieri, MBDA ed Elettronica, realizzando così una sinergia nazionale che valorizza esperienze, competenze e personale tecnico della Marina, delle aziende, dei centri di ricerca e delle università. L’obiettivo primario della manifestazione è infatti la promozione del made in Italy di settore: un’eccellenza riconosciuta da anni a livello internazionale e che sarà approfondita durante seminari tecnici e business conversation a inviti. Completamente riservati saranno invece i numerosi incontri bilaterali previsti tra Marine, dedicati sia a finalità commerciali che alla strategia navale.
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Cinque giorni di incontri all’arsenale tra la cantieristica italiana e i rappresentanti di 33 Marine estere
“Sea Future” è però anche un’occasione di confronto e arricchimento scientifico-professionale: durante i cinque giorni della manifestazione si terranno infatti conferenze aperte a tutti i partecipanti dedicate alla geopolitica, ai trasporti intermodali, alla sicurezza marittima e informatica. Non mancheranni alcuni momenti ricreativi: la visita guidata al museo tecnico navale e il concerto della Banda della Marina. Sempre all’innovazione in ambito marittimo sono dedicate le cinquanta tesi di laurea magistrale che si contenderanno il Sea Future Award. Il premio sarà assegnato la sera del 22 giugno durante la cerimonia conclusiva della manifestazione. L’ultimo giorno si terrà infatti il forum euro-asiatico, a cui parteciperanno soltanto i paesi interessati.Numerose le Marine estere che parteciperanno a “Sea Future 2018” : tra i paesi europei e del “Mediterraneo allargato” arriveranno alla Spezia le delegazioni di Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Malta, Albania, Romania, Bulgaria, Ucraina, Turchia, Libano, Israele, Giordania, Egitto, Tunisia e Mauritania. Dal resto del mondo hanno invece confermato la loro presenza Stati Uniti, Messico, Brasile, Peru, Ecuador, Russia, Uruguay, Sudafrica, Mozambico, Indonesia, Malesia, Singapore, Pakistan, Bangladesh, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Sono state invitate anche le Marine di Cina, India, Argentina, Cile e dei paesi del Golfo Persico. “Sea Future 2018” è organizzato dal distretto ligure delle Tecnologie marine, dal consorzio Tecnomar Liguria, dalla Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e a sicurezza (AIAD), dall’European Institute for Eurasian Dialogue (EIEAD) e dalla Regione Liguria. Oltre alla Marina, ha collaborato alla sua realizzazione la Camera di Commercio “Riviere della Liguria” attraverso la sua azienda speciale “La Spezia Euroinformazione promozione e sviluppo” (La Spezia EPS).
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In questo numero vi presentiamo il simulatore di Comando, Controllo e Piattaforma dei sommergibili classe Sauro e Todaro, all’interno della Scuola Sommergibili del Comando Flottiglia di Taranto, da anni espressione di professionalità e tecnologia
Il SIMULATORE dei sommergibili, eccellente strumento didattico
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di Carlo Faggiana
iore all’occhiello della Componente Sommergibili della Squadra Navale, i simulatori di Comando e Controllo e Piattaforma dei sommergibili classe Sauro e Todaro, ubicati all’interno della Scuola Sommergibili del Comando Flottiglia di Taranto, sono da anni espressione di professionalità e tecnologia a favore degli equipaggi dei
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battelli.
Vere e proprie repliche degli ambienti di bordo in grado di riprodurre i comportamenti dinamici e funzionali del sommergibile. I simulatori rivestono un ruolo fondamentale in quanto consentono di formare, specializzare e mantenere addestrati gli equipaggi “risparmiando” ore di moto per l’addestramento in mare, che possono essere quindi più proficuamente utilizzate per svolgere “operazioni real world” al servizio del Paese.
I sofisticati simulatori in dotazione, grazie alla fedele riproduzione degli ambienti di bordo ed alla preparazione multilingue del personale istruttore del Servizio Addestramento, vengono impiegati oggi anche per addestrare sommergibilisti di Marine estere. Allenatore d'immersione e di propulsione classe Sauro
Riproduce fedelmente la configurazione della camera manovra, area controllo
Il team operativo in addestramento avanzato nel Submarine Command Team Trainer (SCTT).
piattaforma, di un sommergibile classe Sauro. E' costituito da una cabina montata su una piattaforma mobile a due gradi di libertà, all'interno della quale sono installati tutti gli apparati presenti a bordo. I movimenti della piattaforma sono ottenuti mediante un sistema oleodinamico comandato da un computer il quale, seguendo appositi modelli
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matematici, fornisce la risposta strumentale e dinamica in reazione ai vari stimoli introdotti dalla console istruttore, dal timoniere o dagli operatori del team piattaforma. Il programma di simulazione consente di riprodurre gli effetti sul sommergibile dei movimenti di rollio e beccheggio nella condizione di navigazione a quota periscopica, a snorkel e in immersione. Consente inoltre di rendere maggiormente aderente alla realtà la seduta addestrativa mediante l'introduzione degli effetti indotti sulla piattaforma dallo stato del mare, programmabile come intensità, tipo (vivo, lungo, etc...) e direzione di provenienza delN OT I Z I A R I O
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l'onda. A completamento dell'allenatore d'immersione è presente un Simulatore di Propulsione che consente di estendere la preparazione di team anche al nucleo preposto alla condotta e controllo della propulsione del battello. In questo caso, si tratta di una cabina fissa ove è stato fedelmente riprodotto il locale Quadri Elettrici di un sommergibile classe Sauro. L'impiego congiunto di questi ausili consente l'addestramento di una intera squadra di controllo piattaforma in forma interattiva, sinergica ed integrata. Allenatore d'immersione e di propulsione classe Todaro (Submarine Control Simulation - SCS)
Concettualmente progettato e realizzato sulla falsa riga del simulatore classe Sauro, ma con sistemi tecnologici moderni e all’avanguardia, l’SCS è costituito da una cabina che riproduce fedelmente la Combat Information Center (CIC), area di controllo propulsione e piattaforma, dei sommergibili classe Todaro. Il Simulatore virtuale con capacità motion a due gradi di libertà è in grado di riprodurre gli effetti dinamici dei cambiamenti di rotta e quota. Impiegato
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per l'addestramento dei timonieri e del team di governo di piattaforma anche in condizioni di emergenza, l’avanzata tecnologia e il realismo degli scenari riproducibili, consentono di testare e addestrare il sommergibilista a operare in condizioni di degrado via via crescenti, quali falla, incendio, malfunzionamento dei sistemi di governo, che difficilmente si potrebbero simulare a bordo di un sottomarino in navigazione senza compromettere la sicurezza dello stesso. Anche in questo caso il simulatore è dotato di console istruttore che dall’interno, oltre che seguire il team nelle fasi dell’addestramento, è in grado di inserire variabili che possono istantaneamente inficiare sui sistemi di piattaforma e propulsione. Submarine Command Team Trainer (SCTT)
Struttura di circa 300 m² di estensione, composta da una sala regia, dove operano gli istruttori della Scuola Sommergibili e dalla Combat Information Center (CIC), dove si addestra il team di Comando. L’SCTT è sviluppato e orientato all'attività addestrativa degli operatori su specifici sistemi (sonar, comando e controllo e lancio siluri), e
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Operatori agli apparati Sonar CIC; in basso: sala regia SCTT.
operativo e decisionale del sommergibile classe Todaro tipo U212A. Tutti i sistemi e gli apparati sono fisicamente e funzionalmente integrati fra loro, esattamente come a bordo del sommergibile, immersi in un ambiente marittimo virtuale capace di stimolare tutte le funzionalità operative. Nel locale attiguo alla CIC, attraverso una stazione di monitoraggio e controllo, gli istruttori possono impostare tutte le situazioni e gli scenari operativi su cui intendono focalizzare l'addestramento del singolo operatore o dell'intero team. Gli istruttori attraverso l’SCTT possono riprodurre diverse situazioni operative che si possono incontrare
di team intenti a operare in specifici scenari sempre più complessi e realistici. Il simulatore viene impiegato inoltre per definire, in via preliminare, nuove tattiche e dottrine operative. L’SCTT è in grado di riprodurre, in modo assolutamente realistico, il centro
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nel corso delle missioni reali, ricreando le caratteristiche geografiche e acustiche del mare, le condizioni meteorologiche e la modellizzazione di unità bersaglio con la loro caratterizzazione acusticoottica, con il loro moto e comportamento tattico. L’SCTT è dotato di un'apposita aula Briefing con maxi-schermo dove poter analizzare e commentare le esercitazioni per valutare e perfezionare l'addestramento condotto. Si tratta di una capacità, che risulta tecnologicamente innovativa, atta a garantire il mantenimento di un elevato standard di professionalità, addestramento e prontezza operativa degli equipaggi dei sommergibili classe Todaro - U212 A.
Vere e proprie repliche degli ambienti di bordo, in grado di riprodurre i comportamenti dinamici e funzionali del sommergibile. I simulatori rivestono un ruolo fondamentale in quanto, consentono di formare, specializzare e mantenere addestrati gli equipaggi
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Anche il 2018 vede il brigantino della Marina impegnato per la Fondazione Tender to Nave Italia
La nuova campagna di solidarietà per nave Italia
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di Emanuele Scigliuzzo
a campagna di solidarietà 2018 di nave Italia è iniziata a Livorno il 1° maggio, con a bordo i ragazzi della cooperativa sociale Futura per il progetto Liberamare. Questo è solo il primo dei ventidue progetti di inserimento sociale, selezionati dalla Fondazione Tender to Nave Italia, che si alterneranno a bordo del brigantino fino al 20 ottobre.
Novità di quest’anno è rappresentata da tre progetti sperimentali che si svilupperanno su un periodo di tre settimane, con l’esperienza a bordo del brigantino preceduta da una settimana svolta con il Centro Addestramento Alpini di Aosta e l’ultima settimana da trascorrere a Genova, nella Scuola di Mare Beppe Croce, presso lo Yacth
il più grande brigantino a vela del mondo
Club Italiano (YCI). La fondazione Tender to Nave Italia è stata costituita nel gennaio del 2007, con un accordo tra la Marina Militare e lo Yacth Club Italiano e promuove, da oltre dieci anni, progetti proposti da associazioni non profit, Onlus, scuole, ospedali, servizi sociali, aziende pubbliche o private, che si occupano di persone con disabilità, affette da malattia o disagio psichico, sociale, famigliare o scolastico. Durante i giorni di navigazione gli ospiti a bordo sono “parte integrante” dell’equipaggio, vivendo in maniera attiva, tutti i momenti di bordo. Tra le attività che svolgono a bordo la salita a riva, ovvero salire imbragati sulla grisella, la scala di corda che porta alla coffa, pedana, dell’albero di trinchetta, ovvero l’albero di prua di nave Italia. Altra attività che riveste un fascino particolare e che esalta lo spirito di squadra è la manovra alle vele, che avviene attraverso le cime, agli ordini
del comandante e del nostromo. La navigazione a vela infatti è una palestra per l’aggregazione favorita dalle attività marinare che richiedono un lavoro sinergico. "Pochi giorni fa abbiamo celebrato la 1ª Giornata Nazionale del mare e della cultura marina: questo progetto rappresenta proprio il modello vincente di come la cultura del mare e della navigazione, di cui la Marina Militare è custode, divengano strumenti di educazione, formazione, riabilitazione, inclusione sociale e terapia. A bordo ogni persona arricchisce l'altro con la propria originalità e le proprie emozioni", cosi l’ammiraglio Giogio Lazio, Comandante Marittimo Nord, si è espresso durante il suo intervento alla presentazione della nuova campagna di nave Italia, lo scorso 17 aprile. Il cigno è tornato a volare verso un mare di solidarietà e farà tappa in numerosi porti italiani. Buon vento!
Nave Italia è stata costruita nel 1993 nei cantieri navali “Wiswa” di Danzica, oggi il più grande brigantino a vela del mondo ed è iscritta nel naviglio militare. L’equipaggio è formato da personale della Marina composto da 3 ufficiali, 7 sottufficiali e 11 sottocapi e comuni. Nave Italia ha una lunghezza di 61 metri, una larghezza di oltre 9 ed un pescaggio di 3.80 metri. L’albero maestro è alto 44,60 metri e la superficie velica è pari a 1.300 metri quadrati. La contraddistingue una splendida polena rappresentata da un cigno bianco a vele spiegate che deve al suo primo nome “Swan Fan Makkum” ovvero “il cigno della città di Makkum”.
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Cavour, un mare di sorrisi
Operati a bordo cinque ragazzi nel primo weekend clinic del 2018
di Elisabetta Gramolini
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abriele, Sabrina, Marco, Rohit e Diamond. Questi i nomi dei cinque bambini e ragazzi che grazie alla Marina Militare e alla Fondazione Operation Smile Italia Onlus possono sorridere per la prima volta nella loro vita. Il 12 e il 13 maggio si è tenuto il 17° weekend clinic, il primo di quest'anno, nell’ambito del progetto “Un Mare di Sorrisi”, portato avanti dal 2013. Gli interventi chi-
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rurgici sono stati eseguiti in una sala operatoria particolare: quella a bordo della portaerei Cavour, ormeggiata nel porto di Catania. L'equipe era formata dai volontari della Fondazione, il personale del servizio sanitario della forza armata e una rappresentanza del corpo infermieristico della Croce Rossa. I cinque pazienti hanno un'età compresa tra uno e quindici anni. Sono nati con delle malformazioni al volto
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(labioschisi, palatoschisi e labiopalatoschisi) che impediscono loro di sorridere e parlare correttamente. Il progetto si rivolge a bambini italiani e stranieri che non riescono a effettuare l’operazione nel proprio paese o, nel caso dell’Italia, non rientrano nelle liste d’attesa. E infatti, dei cinque piccoli pazienti operati, tre sono italiani, gli altri sono uno indiano e una nigeriana. In molti paesi in via di sviluppo, nascere con questa menomazione significa essere allontanati dalla società. Per i più piccoli non c'è un'adeguata assistenza scolastica per superare le difficoltà fisiche e anche per le stesse famiglie è difficile accettare la malformazione.Anche per questo il progetto “Un mare di sorrisi” ha un significato sociale importante per i soggetti promotori: si dona il sorriso a un bambino e gli si offre la possibilità di vivere come gli altri. “Con la Marina è in
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atto un connubio indissolubile nato nel 2010 con l’Operazione White Crane in risposta al terremoto che ha colpito Haiti e proseguito nel 2013 con il progetto Un Mare di Sorrisi. Da allora a bordo del Cavour sono stati operati circa 300 bambini, garantendo loro cure chirurgiche sicure e di qualità” ha dichiarato Domenico Scopelliti,Vicepresidente Scientifico della Fondazione Operation Smile Italia Onlus. “Quando la portaerei Cavour non è impegnata nelle operazioni, oppure, come in questo caso, approfittando della sosta in porto nell’ambito dell’esercitazione Mare Aperto, queste attività costituiscono parte dell’impiego complementare della nave rispetto a quelli che sono i compiti prettamente militari” ha commentato il capitano di vascello medico Andrea Tamburelli Lanzara, Capo Servizio Sanitario della Squadra Navale.
Catania, 12 maggio 2018. Foto di gruppo dell’equipe medica che ha portecipato al 17° weekend clinic.
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Salone del libro di Torino:
tra storia e prospettive future N OT I Z I A R I O
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di Desirée Tommaselli
onclusa a Torino la XXXI edizione del Salone Internazionale del libro (10-14 maggio), cui la Marina ha partecipato presentando e promuovendo i suoi prodotti editoriali ed i suoi periodici (Notiziario della Marina e Rivista Marittima) all’interno dello stand del Ministero Difesa. Il tema del Salone di quest’anno, “Un giorno, tutto questo”, è stato interpretato dalla Marina come l’occasione per riflettere ancora una volta sulla memoria: conservare la memoria di oggi e di ieri per tramandarla al futuro è, infatti, il filo rosso che lega le pubblicazioni dell’Ufficio Storico e le riviste della Forza Armata. Particolare attenzione è stata rivolta alla Grande Guerra, della quale ricorre il Centenario. Del primo conflitto mondiale parla ampiamente il libro Palazzo Marina: il palazzo delle ancore a Roma, presentato al pubblico domenica 13 maggio dal Capo Ufficio Storico della Marina Militare, Capitano di Fregata Leonardo Merlini, dall’autrice, Sottotenente di Vascello e storica dell’arte Desirée Tommaselli, e dall’Editore, Dott. Carlo Rodorigo; moderatore il giornalista, Dott. Vincenzo Grienti. Palazzo Marina, infatti, per la presenza sulla facciata principale delle due grandi ancore provenienti dalle corazzate austroungariche Tegetthoff e Viribus Unitis rappresenta il manifesto della vittoria italiana sul mare nella Grande Guerra; inoltre il suo apparato decorativo ha la missione di ribadire costantemente la centralità che il mare e tutte le attività ad esso legate hanno nell’economia e nella geopolitica del Paese. Le figure degli esploratori e dei grandi condottieri della storia italiana, così come i ripetuti riferimenti a Roma, Genova e Venezia, hanno la funzione di testimoniare come l’Italia abbia ricoperto un ruolo preminente nella storia ogni qual volta abbia investito sul mare, assecondando la sua geografia. “Palazzo Marina ha un potere comunicativo straordinario e si erge come un faro da Roma a ricordare all’Italia la sua naturale e storica vocazione marittima”, ha affermato l’autrice, che ha anche sottolineato come le immagini presenti a Palazzo Marina siano espressione del Potere Marittimo, alla stregua dei dipinti raffiguranti le battaglie navali
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della Serenissima nel Palazzo Ducale di Venezia, della serie dei porti realizzata da Vernet per il re di Francia o di quella eseguita da Hackert per Ferdinando IV di Borbone. Del complesso concetto di Potere Marittimo ha parlato il Capo Ufficio Storico che, calandolo nel contesto della Grande Guerra, ha dimostrato come gli Imperi Centrali siano crollati a causa del blocco navale operato dagli italiani nel Canale d’Otranto e dagli inglesi nel Mare del Nord. L’interdizione del traffico mercantile all’avversario e, viceversa, la difesa delle proprie linee di rifornimento è quello che ha consentito all’Italia, grazie alla Marina, di poter vincere la guerra e di assicurarsi l’uso dell’Adriatico. Fondamentale il ruolo dell’Ammiraglio Paolo Thaon di Revel, Capo di Stato Maggiore della Marina durante il conflitto e riconosciuto artefice della Vittoria navale italiana, da lui perseguita con ogni mezzo: dai sommergibili ai mezzi d’assalto, dagli idrovolanti ai treni e ai pontoni armati. La centralità del mare, culla di civiltà e “Global common” dell’umanità, è stata ampiamente trattata anche nella conversazione dedicata agli interessi nazionali sul mare e la diffusione della cultura marittima attraverso la pubblicistica della Marina Militare: i 150 anni della Rivista Marittima, tenuta dal Direttore dello storico periodico della Marina.Successo di pubblico sia al desk della Marina sia alle conferenze, in una edizione del Salone decisamente molto frequentata. Nei quattro giorni di esposizione, i visitatori hanno manifestato grande interesse per i prodotti editoriali e per i periodici della Marina, dimostrando affezione nei confronti della Forza Armata. L’appuntamento è per il prossimo anno.
In alto lo storico e scrittore Alessandro Barbero insieme con il capo dell’Ufficio Storico della Marina, capitano di fregata Leonardo Merlini e l’autrice del libro Palazzo Marina, sottotenente di vascello Desirée Tommaselli; Al centro: il capo di Stato Maggiore della Difesa, gen. Claudio Graziano in visita allo stand della Marina; nell’ altra foto uno dei momenti delle visite allo stand della Marina Militare.
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La Marina tra la gente di Emanuele Scigliuzzo
La Marina Militare protagonista nella galleria commerciale Porta di Roma. Oltre 220 mila persone hanno visitato gli stand dell’esposizione “Noi siamo la Marina�
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a Galleria Commerciale Porta di Roma ha ospitato la Marina Militare dal 24 al 27 maggio, riservando numerosi spazi dove il personale, anche attraverso i mezzi esposti, ha potuto raccontare la particolaritĂ di una Forza armata che, opera sopra e sotto la superficie del mare, in sinergia con altre componenti della Difesa e in cooperazione con Marine estere. Erano presenti tutte le componenti specialistiche che hanno po-
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tuto esporre alcuni mezzi in dotazione, come l’elicottero AB 212 SW dell’aviazione navale, il Battello d’Assalto Anfibio del Gruppo Mezzi da Sbarco, la camera decompressiva autocarrata e la vestizione completa di un palombaro del Gruppo Operativi Subacquei. Presente anche un’area dedicata al Reparto Sanitario dove sono stati effettuati controlli medici gratuiti di base come quello della pressione. Numerosi i visitatori che si sono fermati per rivolgere al personale pre-
sente un saluto, qualche domanda sull’esposizione o per condividere vecchi e cari ricordi riemersi legati alla Marina. Tantissimi anche i bambini che si sono cimentati con i diversi simulatori presenti: il Landing Signaling Enlisted (LSE) per immedesimarsi in uno specialista di volo; il simulatore di vela per provare le emozioni di virare e strambare a bordo di un Optimist; il simulatore di periscopio, ricostruzione fedele dell’impianto presente sul sommergibile classe Sauro e quello di im-
Roma, Porta di Roma 24 - 27 maggio 2018. Alcuni momenti dell’esposizione “Noi Siamo la Marina”. Sopra e a destra: la visita dell’ammiraglio Valter Girardelli.
mersione per provare la navigazione a bordo di un sommergibile o la riproduzione di una plancia di comando per provare le emozioni e le difficoltà di
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...occasioni come quella di questi giorni a Porta di Roma, sono funzionali a mettere in mostra e far conoscere lo spirito, le capacità e l’attaccamento del personale della Marina Militare, nei confronti degli italiani, degli europei, della gente per fare in modo che possa sentirsi più sicura nelle attività giornaliere il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Valter Girardelli
manovrare la fregata Bergamini. Immancabile, nel centenario della Grande Guerra, una mostra storica composta da pannelli illustrativi e cimeli storici che hanno catturato l’attenzione dei passanti. Il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, ha commentato cosi la presenza della Forza armata presso la galleria commerciale, “occasioni come quella di
questi giorni a Porta di Roma, sono funzionali a mettere in mostra e far conoscere lo spirito, le capacità e l’attaccamento del personale della Marina Militare, nei confronti degli italiani, degli europei, della gente per fare in modo che possa sentirsi più sicura nelle attività giornaliere”. Tra i numerosi eventi che si sono svolti nell’ambito di questa manifestazione, anche
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due concerti eseguiti della Banda della Marina “Banda in Band”, che ha presentato un repertorio con pezzi rock e pop arrangiati per l’orchestra bandistica. Il personale della Marina, ha raccolto in questi giorni l’abbraccio caloroso dei cittadini esponendo al contempo, le proprie specializzazioni e competenze che da sempre, rivestono grande fascino sulla popolazione.
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Un sommergibile della prima guerra mondiale sulla sponda del Po di De.Toma.
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a sede ANMI di Torino è senza dubbio uno dei luoghi migliori in cui parlare di Grande Guerra. Infatti, nel suo spazio esterno, è conservata la torretta del sommergibile Provana, che si erge, con la sua sagoma grigia, in prossimità della sponda del Po. La suggestiva presenza, curiosa e inaspettata per chi non è di Torino, è dovuta a particolari eventi storici. Nel 1928 la città ospita, all’interno del Parco del Valentino, l’Esposizione per
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il X Anniversario della Vittoria del Primo conflitto mondiale, esposizione alla quale la Regia Marina partecipa con una mostra curata dall’Ufficio Storico, allora diretto dal capitano di vascello Guido Po. Il padiglione della Marina presenta “cimeli della Vittoria navale” non solo al suo interno, ma anche all’esterno dove vengono allestiti un treno armato, una stazione radiotelegrafica e la torretta del Provana; sulla sponda del fiume sono ormeggiati il Mas 95 - che partecipò alla Beffa di Buccari, accompagnò a Pola la spedizione di Pellegrini del maggio 1918 contro Pola e quella di
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Rossetti e Paolucci che portò all’affondamento della Viribus Unitis - e quattro pontoni armati usati dalla Brigata Marina nel Basso Piave durante la strenua difesa della laguna veneta. L’intento è quello di “porgere una visione reale del come si è svolta la guerra sul mare e fornire una esatta valutazione degli sforzi occorsi per raggiungere la Vittoria” (in L’Esposizione. I cimeli della Vittoria navale, La Stampa, 21 aprile 1928, p. 6) . La torretta del Provana, proveniente da La Spezia, viene posizionata su un treno e trasferita a Torino via ferrovia; dalla stazione di questa città raggiunge il padiglione
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L’Ufficio Storico incontra l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Torino
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la torretta del sommergibile Provana è una suggestiva, curiosa e inaspettata presenza per la città di Torino
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della Marina attraverso tronconi di rotaie provvisorie che vengono spostate dopo il transito. La porzione del Provana, smontata nell’Arsenale di La Spezia delle casse esterne di zavorra e della torretta con periscopio, una volta giunta a destinazione viene rimontata e interrata all’ingresso del padiglione della Mostra della Marina, così da dare l’impressione di “sorgere dai flutti”. Davanti al Provana sono collocate le ancore delle corazzate austroungariche Teghettoff e Viribus Unitis, che, così abbinate, dal giugno 1929 trasformeranno la facciata di Palazzo Marina a Roma nel manifesto della vit-
A latere del Salone del Libro, l’Ufficio Storico della Marina ha presentato i prodotti editoriali della Forza Armata ai soci dell’ANMI di Torino. Ad illustrare le pubblicazioni, il Capo Ufficio Storico della Marina Militare, Capitano di Fregata Leonardo Merlini, introdotto dall’Ingegnere Pierangelo Manuele, appassionato di mare e di storia, nonché già direttore del Museo Civico Navale di Carmagnola. L’incontro è stato l’occasione per ribadire il ruolo strategico svolto della Marina nel Primo Conflitto Mondiale e il suo apporto determinante nell’esito favorevole all’Italia della guerra. Diario di bordo (1914 - 1918): La Grande Guerra della Regia Marina giorno per giorno di Franco Prosperini, Obiettivo Grande Guerra: gli scatti della Regia Marina sul fronte navale, aereo e terrestre (AA.VV.), Cronistoria documentata della guerra marittima italo-austriaca (1915-1918), Noi e loro di Enrico Cernuschi e Andrea Tirondola sono alcuni dei titoli che l’Ufficio Storico della Marina ha voluto dedicare a quel conflitto in occasione della ricorrenza del centenario. Sempre in tema Grande Guerra anche la novità editoriale della Forza Armata, il volume monografico intitolato Palazzo Marina: il palazzo delle ancore a Roma, che offre una lettura iconografica della sede dell’Amministrazione centrale della Marina Militare quale manifesto della vittoria italiana sul mare nel primo conflitto mondiale. Dato il contesto torinese, il Capo Ufficio Storico e l’autrice del libro, la storica dell’arte e Sottotenente di vascello Desirée Tommaselli, hanno dedicato ampio spazio alla figura del Grande Ammiraglio Paolo Thaon di Revel. Nato a Torino il 10 giugno 1859, è stato l’artefice della vittoria navale italiana nella Grande Guerra. Ricevuti i più alti riconoscimenti fin dall’immediato dopoguerra, venne eletto dagli ufficiali più giovani quale esempio di uomo e di servitore dello Stato. Pertanto, nonostante le divergenze col Capo del Governo Mussolini che lo portano a rassegnare le dimissioni da Ministro della Marina, ebbe riservato un ufficio all’interno del nuovo Ministero Marina, ambiente che le ricerche archivistiche e iconografiche storiche per la realizzazione del libro hanno consentito di riconoscere e riallestire. Al pubblico sono stati illustrati tutti gli oggetti d’arte, le onorificenze, i ricordi donati al Grande Ammiraglio torinese in segno di riconoscenza per il suo operato, oggetti che oggi sono esposti in quello che fu il suo ufficio, (vedi Notiziario della Marina, marzo 2018, p. 23).
toria navale della Grande Guerra. La torretta di comando col suo periscopio e l’alloggio del comandante (uno spazio di 2 mq) costituiscono una vera e propria attrazione per i visitatori della mostra di allora…e della sede ANMI di oggi. Qui trasferito nel 1933, il Provana è custodito e aperto al pubblico. Primo caso italiano di musealizzazione - sebbene parziale - di un sommergibile, ha anche il primato di essere l’unico battello italiano risalente alla Prima guerra mondiale che sia giunto fino a noi. Dedicato al fondatore della Marina piemontese, il Provana fu varato nel
gennaio 1918 nel cantiere del Muggiano a La Spezia; pur non avendo compiuto missioni di guerra, partecipò al conflitto venendo impiegato per sperimentare l’utilizzo di idrovolanti a bordo di sommergibili.
Ringrazio Piero Cantalupo dell’ANMI di Torino che mi ha segnalato e fornito questo articolo di stampa.
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Mestieri di Marina il sommergibilista Continua il nostro viaggio tra i mestieri che caratterizzano la Marina, in questo numero vi raccontiamo come nascono i sommergibilisti
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di Emanuele Scigliuzzo a formazione specialistica dei sommergibilisti ha una storia che inizia oltre mezzo secolo fa, esattamente nel 1940 quando venne istituita, a Pola, la Regia Scuola Sommergibili. L’esigenza di formare del personale ad hoc per operare sui sommergibili, si presenta praticamente fin dalla nascita della componente subacquea, considerata la peculiarità dei mezzi impiegati. All’inizio si scelse di istruire gli equipaggi su tutti i dispositivi presenti a bordo e nel settembre del 1940 fu il capitano di corvetta Folco Buonamici a tenere il primo corso di formazione presso il GRUPSOM 12, composto da otto battelli e un paio di navi. Oggi il personale della componente sommergibili inizia la formazione specialistica dopo i corsi base presso gli istituti di formazione della Marina, dove vengono selezionati gli aspiranti sommergibilisti secondo le esigenze di impiego. Il personale della Marina già in servizio, può, nell’arco della propria carriera, proporre la propria candidatura in qualsiasi momento per entrare a far parte di questa componente. L’arrivo alla Scuola Sommergibili, oggi all’interno dell’arsenale di Taranto proprio davanti la banchina dove sono ormeggiati i battelli, è preceduto da visite mediche N OT I Z I A R I O
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altamente selettive alle quali i candidati sono sottoposti. Dopo aver acquisito l’idoneità fisica, inizia il Tirocinio Basico di undici settimane comune a tutti, indipendentemente dal ruolo e dal grado di appartenenza. La seconda parte del corso, che precede l’imbarco sui sommergibili, ha la durata di nove settimane durante le quali sono approfondite le nozioni base acquisite. In questo periodo inizia il passaggio dalla teoria alla pratica e viene valutata l’attitudine del candidato a operare a bordo dei battelli. Tra gli strumenti impiegati per la formazione del personale, anche il simulatore che vi raccontiamo proprio in questo numero. Prima dell’ingresso a tutti gli effetti nella componente, l’aspirante sommergibilista deve superare l’esame finale e un periodo di tirocinio sia a bordo che a terra. Anche per i sommergibilisti sono previsti corsi di aggiornamento e specializzazione per una continua crescita professionale, necessaria per adeguarsi ai nuovi sistemi impiegati a bordo e per essere pronti a rivestire incarichi sempre più importanti. Oggi la scuola dei sommergibilisti è diventata un punto di riferimento anche per le marine estere che vengono a svolgere a Taranto delle sessioni di formazione. L’eccellenza di questo istituto di formazione è dovuta anche agli ausili didattici, di cui la scuola è dotata.
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Gli strumenti di formazione dei sommergibilisti
La formazione del personale sommergibilista avviene con l’ausilio di strumenti didattici che replicano in maniera fedele, la realtà di bordo, in modo da preparare il personale ad affrontare, fin da subito, qualsiasi tipo di situazione. Oltre ai simulatori di Comando, Controllo e Piattaforma dei sommergibili classe Sauro e Todaro, la scuola sommergibilisti di-
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spone del Computer Based Training, il Simulatore Rush Escape, quello di garitta di fuoriuscita, di falla e fumo e il Central Infromation Center. Il Computer Based Training è un emulatore che riproduce su video, il comportamento delle apparecchiature, di un impianto specifico e di tutto il battello rispetto alle azioni eseguite da un operatore. Questo ausilio viene utilizzato sia durante le lezioni ma anche in maniera autonoma dagli allievi per veri-
ficare o completare la propria preparazione. Il simulatore di garitta di fuoriuscita consente l’addestramento alla procedura completa, dalla vestizione alla fuoriuscita, per l’abbandono individuale di un sommergibile sinistrato. La simulazione arriva fino al momento dell’apertura della garitta, la fase di risalita non può essere riprodotta e l’addestramento viene completato nei centri della Marina norvegese o olandase. Il simulatore Rush Escape addestra il personale sempre alla pro-
cedura di abbandono di un battello in modalità individuale, riproducendo però in questo caso, il sistema a bordo della classe Todaro. Anche questo tipo di addestramento deve essere completato in Norvegia o in Olanda. Il Central Information Center è un fiore all’occhiello dei simulatori che si sviluppa su una superficie di 300 m2 . Questo allenatore può riprodurre scenari assolutamente realistici, dalle condizioni metereologiche, alla modellizzazione di unità bersaglio gestita dagli istruttori. Gli allievi operano su strumentazione non riprodotta, ma originale e completamente integrata permettendogli di fare formazione in un contesto totalmente reale. Il simulatore inoltre è dotato di un auditorium con maxi-schermo dove si possono analizzare successivamente le sessioni di addestramento per correggere eventuali errori. Un’altra situazione in cui il personale deve reagire in maniera pronta e senza esitazione è in caso di falla o incendio. Proprio per questo viene impiegato il simulatore di falla e fumo che riproduce situazioni di emergenza in cui il personale agisce utilizzando gli equipaggiamenti e gli strumenti di cui i battelli sono effettivamente dotati. Il sommergibile è di per sé un ambiente particolare, oggi sempre più tecnologico, proprio per questo la formazione deve adeguarsi continuamente, agli eccellenti strumenti di bordo.
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di Giuseppina Maria Greco
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i ammainano le vele sulla seconda edizione della “Settimana Velica Accademia Navale e Città di Livorno”. I premi sono stati consegnati dal sindaco di Livorno Filippo Nogarin, dal Comandante dell’Accademia Navale, contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo e dal presidente del Comitato Circoli velici di Livorno, Andrea Mazzoni. “Livorno merita un palcoscenico del genere e adesso guardiamo al futuro perché l’edizione del 2019 sarà ancora più bella e da parte mia c’è la disponibilità nel collaborare con tutti in nome dell’ec-
cellenza - ha detto il primo cittadino della città labronica – Possiamo crescere e continueremo a farlo”. Soddisfatto Andrea Mazzoni, presidente del Comitato circoli velici cittadini: “I Circoli velici di Livorno hanno fatto “sistema”, riuscendo a gestire un numero importante di regatanti e di regate. Dopo tanti giorni, voglio ringraziare tutti gli atleti che hanno contribuito a rendere questa manifestazione speciale. Inoltre desidero rendere omaggio all’Accademia Navale, che con il suo personale ha fatto un lavoro esemplare, e all’amministrazione
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Con la cerimonia di premiazione, nel prestigioso Istituto di formazione della Marina Militare, la manifestazione chiude con un bilancio eccezionale: 23 nazioni partecipanti, 600 imbarcazioni, 1000 regatanti suddivisi in 15 classi di regate e ben 9 circoli velici impegnati.
comunale che con la nuova base nautica ha ospitato moltissime imbarcazioni”. Gli atleti delle Accademie Militari estere hanno raggiunto anche quest’anno la città di Livorno per disputare la “Naval Academies Regatta”, adottando il format ideato dalla Lega Italiana Vela: regate brevi, a batterie di otto derive monotipo Tridente 16, con avvicendamento in mare degli equipaggi. Sulla sfida in mare tra le varie rappresentative di Accademie Navali, provenienti da tutto il mondo, sventola il tricolore. L’equipaggio Italia 2 infatti dopo aver chiuso al comando la seconda
giornata di gare, trionfa anche nell’ultima sezione di regate. Ma non è tutto. L’imbarcazione Italia 1 sale sul gradino più basso del podio. Medaglia d’argento invece per il Messico. Seguitissima la prima edizione della Regata d’altura dell’Accademia Navale, una sfida lunga 604 miglia nautiche percorsa in cinque giorni, coprendo la tratta Gorgona, Porto Cervo, passando per le isole del Giglio e Palmarola, con ritorno a Livorno, valida anche come tappa di qualificazione per la regata “Madeira Race 950”. Grinta e voglia di vincere nella regata
Livorno, 21 aprile 2018. Alcune delle imbarcazioni classe J70, al lasco sotto jennaker mure a dritta, durante una delle prove disputate. Sullo sfondo l’Accademia navale.
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Oggi per noi è una giornata radiosa sia per i risultati che sono stati raggiunti, sia per il sorriso dei regatanti che ci hanno dato una grande gratificazione. Intendiamo continuare all’insegna della qualità e a veicolare i valori della vela e del mare il comandante dell’Accademia Navale contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo
Classe J24 che ha visto la vittoria de La Superba del centro velico di Napoli della Marina Militare: al timone Ignazio Bonanno, in equipaggio Simone Scontrino, Vincenzo Vano, Francesco Picaro e Alfredo Branciforte. Vento a favore per la regata classe Laser Bug e per la seconda tappa del Circuito Nazionale classe Winsdsurfer, con atleti provenienti da tutta Italia. Grande successo per la prima tappa del Trofeo Kinder classe Optimist, dedicata ai giovanissimi timonieri dagli 8 ai 14 anni. Ben oltre 400 i partecipanti.Tradizione ed eleganza nelle acque livornesi con la Regata delle Vele d’Epoca e attenzione anche quest’anno alle gare riservate ai diversamente abili con le classi 2.4 e Martin 16. La Settimana Velica è stata anche solidarietà: la Fondazione Francesca Rava è infatti beneficiaria di una parte delle quote di iscrizione alle regate, destinata a sostenere il programma di aiuto ai
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bambini con disabilità. Anche questa edizione è stata caratterizzata da numerose iniziative di promozione del mare tra le quali il convegno nazionale sulla tutela dell’ecosistema marino in collaborazione con Marevivo, e il concorso artistico “Il mare e le Vele” organizzato in collaborazione con il quotidiano “Il Tirreno”, che ha visto protagonisti i ragazzi delle scuole elementari e medie della regione Toscana cimentarsi in lavori artistici seguendo il tema “Un buon marinaio è un buon cittadino”. Tra gli eventi della Settimana Velica Internazionale, il coloratissimo laboratorio
di aquiloni per bambini in Terrazza Mascagni; la Ciclovela, una pedalata lungo i campi di regata, un percorso pianeggiante lungo 11 chilometri; il concorso di eleganza organizzato presso Marina di Cala de’ Medici che ha raccolto appassionati di vela, auto d’epoca e vini; il raduno in Piazzale Allievi delle bellissime auto Ferrari, partecipanti al 4° evento della Scuderia Ferrari Club Tirreno; la rievocazione della corsa motoristica Piombino - Livorno con vere auto d’epoca risalenti ai primi del ‘900 e la possibilità di visitare nave Italia che è rimasta ormeggiata nel porto di Livorno dal 21 al 29 di aprile.
Alcuni scatti delle classi impegnate durante le regate. In basso la flotta della classe J24 si avvicina sotto spinnaker alla boa di poppa. L’imbarcazione della Marina Militare ITA 416 La Superba, sottovento al gruppo con lo spinnaker di colore grigio, si aggiudicherà la competizione.
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La prima...a bordo del CHAPLIN
iamo partiti da Livorno doppiando l’isola della Gorgona, l’isola d’Elba, il promontorio dell’Argentario scendendo poi fino all’isola di Palmarola, nelle isole Pontine. Dopo aver doppiato quest’ultima, siamo risaliti verso il Giglio deviando poi verso Porto Cervo per dirigere infine verso Livorno. Otto le barche partecipanti all’evento tra cui l’equipaggio dell’Accademia Navale a bordo del Chaplin, un cutter di 16 metri dello Sport Velico Marina Militare, al comando del capitano di vascello Gianguido Manganaro, Direttore dei Corsi Allievi e Ufficiali, e del nostromo, luogotenente Michele Renna. La regata ha avuto il via in condizioni poco agevoli,
di Angelo Azzolini
le barche si dividevano il poco vento in prossimità della linea di partenza, nelle acque antistanti l’Accademia. Seppure, in regate così lunghe, non è tanto la partenza ad essere importante quanto la costanza lungo tutto il percorso. Il poco vento ci ha accompagnati, alla velocità di circa tre nodi, fino all’isola della Gorgona, raggiunta in serata. Una volta doppiata l’isola, il vento è completamente calato, Il mattino dopo, fortunatamente, abbiamo guadagnato un po’ di velocità e cominciato a navigare Particolare scatto sottovento dell’imbarcazione a vela Chaplin, in navigazione di bolina larga mure a dritta, con vento sostenuto.
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verso Sud, in direzione dell’isola d’Elba, raggiunta la quale è purtroppo nuovamente ricalato. Solo il terzo giorno siamo finalmente arrivati al Giglio. Le istruzioni di regata prevedevano il passaggio tra il promontorio dell’Argentario e l’isola. Procedendo con una buona bolina, abbiamo attraversato lo stretto con la barca ben sbandata. I giorni successivi le cose non sono andate molto bene, abbiamo sofferto l’assenza di vento, era così debole da gonfiare a malapena le vele e di certo non bastava a muovere la mole della N OT I Z I A R I O
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barca. Più veloci e performanti le altre barche, riuscivano a sfruttare quel poco vento che c’era e, col passare dei giorni, il distacco aumentava sempre di più. Nel frattempo il Chaplin continuava a navigare, facendo a volte cinque nodi per un’intera ora, per poi stare fermo per le successive quattro o cinque ore. Col passare del tempo cominciavano a sorgere le prime preoccupazioni, le previsioni meteo per i giorni successivi portavano una forte burrasca nel tirreno centrale. Risaliti verso il Giglio, dopo aver doppiato nel buio l’isola di Palmarola,
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abbiamo deviato verso Porto Cervo con un buon vento da ponente, che ci sospingeva con una bolina piuttosto allegra. Verso sera il nostromo ci chiama in coperta, dovevamo fare un importante cambio vela in vista del peggioramento delle condizioni metereologiche e ciò doveva essere fatto nel più breve tempo possibile. Passiamo due mani di terzaroli alla randa e cambiamo il genoa, la vela di prua, scegliendo quella dalla grammatura più pesante. Le condizioni non sono agevoli, vento da sud-sudest, mare 4 formato, il buio inizia a calare. Il nostromo e il comandante decidono di allungare il percorso e portarci a ridosso della Corsica in modo da subire meno il mare che ci sbandava la
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La regata, fortemente voluta dalle Autorità civili e militari della città di Livorno, ha rappresentato un evento unico e straordinario nel panorama velico italiano, poiché è stata una tra le più lunghe regate mediterranee della stessa tipologia
barca di 45/50 gradi. Ore di navigazione trascorse alla velocità di sette nodi, in attesa di vedere un faro o un segnalamento, con solo la luna a illuminare muri d’acqua che si abbattevano sul mascone, facendoci inclinare ancora di più. Il vento non accennava a calare quando eravamo a ridosso dalla Corsica. Il mattino seguente il vento era calato, ma poche ore dopo, le condizioni sono andate in deciso peggioramento. Man mano che scendevamo verso le Bocche di Bonifacio il mare si faceva sempre più burrascoso e il vento più forte. Finalmente arrivati alla boa di Porto Cervo, centoventi miglia ci separano da Livorno, il tempo stringeva, avevamo
meno di dodici ore. Ben regolati e invelati al massimo consentito dal vento, abbiamo sfidato anche queste ultime ma più clementi onde. Ad ogni miglio mancante a Livorno si levava un coro di gioia dalla coperta del Chaplin, coro che ha finito di cantare alle 19.30 di martedì 1 maggio, ora del nostro ormeggio al molo Mediceo di Livorno. Ad accoglierci all’arrivo in banchina, c’era il sindaco di Livorno, ing. Filippo Nogarin, e il Comandante dell’Accademia Navale, contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo. Le parole espresse dal guardiamarina
Paolo Budri sono significative per descrivere l’esperienza vissuta:“è un onore partecipare a una regata così importante e unica, è una pietra miliare nel panorama velico italiano e internazionale! È stata un’esperienza magnifica, un’opportunità importante per la nostra formazione quali marinai e professionisti del mare”. Suggestivo scatto del Chaplin, cutter a vela di 16 metri dello Sport Velico Marina Militare. L’equipaggio sottovento scruta l’orizzonte alla ricerca del vento.
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Dis...Corsi di navigazione
di Paolo Giannetti
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Occhio allo scandaglio!
uante volte ci siamo domandati se lo scandaglio di bordo indica la profondità del mare oppure quanta acqua abbiamo sotto la chiglia. La differenza può essere notevole soprattutto se ci troviamo su una imbarcazione dotata di una deriva profonda. La risposta, sembra strano, è che il valore fornito dallo strumento può non corrispondere a nessuno dei due casi citati. Vediamo perchè. Quasi tutti gli ecoscandagli sono dotati di una regolazione per l’immersione dello scandaglio denominato “offset” che può variare (volontariamente o involontariamente) l’impostazione di questo parametro ed è proprio questo che rende difficile la risposta alla domanda che ci siamo posti all’ inizio. Non aver chiaro questo concetto può portare a spiacevoli situazioni, in prossimità di bassi fondali e per fugare ogni dubbio bisogna conoscere nel dettaglio l’imbarcazione su cui navighiamo. in particolare, l’immersione del trasduttore, la profondità della chiglia e sapere come verificare o cambiare l’offset dell’ ecoscandaglio. Per essere sicuri dell’esattezza delle letture fatte allo scandaglio sonoro è necessario procurarsi uno scandaglio a mano tarato e confrontarlo con le letture. Un altro metodo, su base occasionale, è riferirsi alle misure di fondale che spesso sono riportate in prossimità dei moli. Stazionando vicino ad uno di questi punti dove è visibile il valore della profondità tramite delle tacche (indicatori) e tenendo lo scandaglio acceso. si può calcolare la figura 1
differenza algebrica dei due valori (marca – scandaglio) che poi è l’offset da impostare. Consideriamo una imbarcazione a vela che naviga senza offset impostato come in figura 1. Il trasduttore si trova a 80 cm sotto la linea di galleggiamento ed i 3,4 metri che segnerà figura 2 non sono nè il fondale (4,2m), nè l’acqua sotto la chiglia (1,8 m) !!! Se l’offset dello strumento fosse impostato a -1,6 m (2,40 - 80 cm differenza immersione chiglia – immersione trasduttore) la lettura sarebbe 1,8m di acqua sotto la chiglia figura 3. Se l’offset dello strumento fosfigura 2 se impostato a +80 cm (immersione del trasduttore) la lettura sarebbe 4,2 m (3,4 m + 80cm) di fondale figura 4. A questo punto ci domandiamo quale è il miglior offset da impostare: su “acqua sotto la chiglia” o su “fondale”? Molti preferiscono impostare lo scandaglio in modo da avere sempre presente il battente di figura 3 acqua sotto la chiglia che rappresenta, in pratica, lo spazio fisico tra l’appendice più immersa dello scafo e il fondale! In effetti sembra essere il comportamento più sicuro.
Altri skipper preferiscono, invece, avere sotto controllo il “fondale”, soprattutto in presenza di acque poco note. Nei casi di navigazioni condotte in prossimità, ad esempio, di barriere coralline, dove si passa repentinamente da fondali sicuri a vere e proprie figura 4 secche con scogli semiaffioranti sia pure ben segnalati sulla carta e dal plotter. E’ pressochè impossibile stabilire se quegli scogli che si vedono nitidamente da bordo sono a 1 metro oppure a 4 metri sotto il pelo dell’ acqua. La principale preoccupazione dello skipper nell’affrontare questo genere di passaggi è conoscere esattamente il “punto nave” (sulla carta) verificando in continuazione tutti i riferimenti visibili a terra (punti cospicui) con l’occhio sul plotter e l’ecoscandaglio per verificare che queste tre informazioni (carta, plotter e scandaglio) coincidano. Se ciò si verifica significa che sta navigando in acque sicure. Che c’entra tutto questo con l’offset? Semplice! Se l’offset è impostato su “fondale” (e non sull’acqua sotto la chiglia) la lettura della profondità è direttamente confrontabile con quella del plotter e/o della carta nautica senza dover fare nessun tipo di calcolo correttivo (a meno della marea da considerare in ogni caso). Se l’offset è impostato su “acqua sotto la chiglia” si deve sommare, oltre alla marea, la differenza tra l’immersione della chiglia e quella del trasduttore. Certamente un’operazione non difficile ma più lunga e suscettibile di errore durante la navigazione di precisione che richiede velocità e concentrazione. Fig 1: Barca a vela in acqua. Fig 2: Offset impostato su “Zero” (Impostazione base al momento dell’ installazione). Lo strumento misura 3,4 metri che è la distanza tra il trasduttore ed il fondo. Fig 3: Offset impostato su “ – 1,6” (La parte più bassa della chiglia a 1,6 m sotto il trasduttore). Lo strumento misura 1,8 m che è l’ acqua sotto la chiglia. Fig 4: Offset impostato su “+ 80 cm” (Il livello del mare a 80 cm sopra il trasduttore). Lo strumento misura 4,2 metri che è il fondale.
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