Notiziario della Marina marzo 2018

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M ARINA

n o T I z I A r I o d el l a

A n n o LXV - M A r z o 20 1 8 - € 2, 00


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di Antonio Cosentino

In questo numero scopriremo insieme, tra i tanti aspetti della Forza Armata approfonditi sulle pagine del Notiziario di marzo, l’attività addestrativa svolta dai comandi operativi della Squadra Navale di Brindisi, Taranto, La Spezia e Augusta, che ha visto la partecipazione di componenti aero-navali della Marina Militare.

L’attività svolta nel golfo di Taranto e sulle coste adriatiche da duemilaottocento uomini e donne, rientra nell’addestramento degli equipaggi e degli assetti aeronavali. Lo scopo è di mantenere un elevato standard di capacità della Squadra Navale, per garantire prontezza operativa e flessibilità tattica per adempiere, quotidianamente e in maniera efficace, ai compiti di difesa del Paese “sul mare e dal mare”. Ma la Marina non è operativa solo in superficie.Vicino alle nostre coste, nel mar Mediterraneo centrale, si è svolta la più importante esercitazione antisommergibile dell’anno: la Dynamic Manta, che ha visto in azione – insieme ad unità aeree e navali di dieci paesi della NATO – la fregata Carabiniere, il sommergibile Romeo Romei e gli elicotteri del 3° Gruppo di base a Catania.

Accanto alle navi e ai sommergibili, la Marina opera fuori dai confini nazionali, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali a favore della cooperazione internazionale, per garantire la sicurezza del Paese e la libera navigazione. Proprio per rafforzare e ampliare la cooperazione multinazionale con i paesi amici, il capo di Stato Maggiore ammiraglio Valter Girardelli, ha preso parte in Pakistan, Qatar ed Emirati Arabi Uniti a diversi incontri con istituzioni, autorità locali e vertici di Forze Armate.

Contemporaneamente, la fregata Margottini, impegnata in medio oriente a garantire la presenza e sorveglianza per la salvaguardia delle linee di traffico marittimo di interesse nazionale, ha partecipato alla sesta edizione della Doha International Maritime Defense Exposition & Conference (DIMDEX 2018) in Qatar, evento di rilievo nel campo delle tecnologie e delle capacità industriali per la difesa nel settore marittimo.

Tecnologie di punta rappresentate anche dall’uso di uno strumento di eccellente ausilio per il completamento dell’iter formativo del nostro personale: il simulatore. Partiremo con quello di plancia dell’Accademia Navale di Livorno, sul prossimo numero quello della scuola Sottufficiali di La Maddalena. Non può mancare la pagina dedicata alla cultura con “Le Giornate FAI di Primavera” e l’inaugurazione a Palazzo Marina della sala dedicata al “Grande Ammiraglio Thaon di Revel”.

Oltre a tutto ciò, la Marina è anche “conservazione” del know how custodito dalle maestranze arsenalizie, preziosi artigiani protagonisti del restauro della Polena di nave Palinuro.

Non ultimi, i 60 anni del ponte girevole di Taranto e il ricordo di Nazario Sauro, incontriamo il nipote dell’eroe nazionale, il fautore del progetto “100 porti per 100 anni di storia”. Vi raccontiamo inoltre dei 25 anni dedicati al servizio del prossimo del “Club Tre Emme”, con la loro partecipazione attiva alla vita sociale e di volontariato. Il resto scopritelo da soli, buona lettura.

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SOMMARIO

Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

MARZO

Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

2018

Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa

Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

DIRETTORE RESPONSABILE

Nave Doria attraversa il canale navigabile di Taranto, sullo sfondo il Castello Aragonese.

Antonio COSENTINO

REDAZIONE

Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME

PER LA COLLABORAZIONE

La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.

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© Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore.

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COME ABBONARSI

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Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com oppure per fax al numero 06.36803396, con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale e mail).

Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli

Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel. 03311783010 amministrazione@necmedia.eu

chiuso in redazione il 28 marzo 2018

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Situation Report

La Squadra Navale si addestra

di Federico Mariani

Dynamic Manta 2018

di Antonio Cosentino

Una missione storica al Circolo Polare Artico

di Giuseppe Lucafò

Attività internazionale - per rafforzare e ampliare la cooperazione multinazionale

di Emanuele Scigliuzzo e Antonello Lorusso

Le Giornate FAI di Primavera

di Desirèe Tommaselli

Il Simulatore di Plancia, eccellente strumento didattico

di Alberto Pecchia

Il restauro della Polena di nave Palinuro

di Umberto Montoneri

Corso di medicina di combattimento

di Marco Gasparri

Taranto festeggia i 60 anni del ponte girevole

di Elisabetta Gramolini

Il ricordo di Nazario Sauro”

di Alessandro Lentini

Il gergo marinaresco

di Alessandro Lentini

Club Tre Emme di Giuseppe Lucafò

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oceano atlantico

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Situation Report

con la collaborazione della sala monitoraggio del 3° Reparto - SMM

Unifil - Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Personale Marina Militare

Operation Inherent Resolve - Operazione di contrasto del

terrorismo islamico. Gruppo Operativo Incursori

Combined Maritime Forces - Forza marittima multinazio-

nale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain). Personale Marina Militare

Resolute Support Mission - Missione Nato di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan. Gruppo Operativo Incursori e personale Brigata Marina San Marco

M.F.O. - Controllo e verifica della libertà di navigazione nello

Stretto di Tiran. Grupnavcost 10: pattugliatori Esploratore, Sentinella e Vedetta, personale Brigata Marina San Marco

golfo arabico

Eunavfor-Med Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Ldp: San Giusto

BMIS Gibuti - Base Militare Italiana di Supporto in Gibuti.

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta. Personale Marina Militare

Operazione Mare Sicuro - Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali.

Vi.Pe. Costant Vigilance - Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori.

Dyma 18 - Esercitazioen Nato sotto il comando di Standing Nato Maritime Group 2, volta a garantire l’interoperabilità co-

stante tra forze aeree, di superficie e subacquee nella lotta antisommergibile. FREMM: Carabiniere

Dimdex 2018 - Doha International Maritime Defence Exhibition & Conference. FREMM: Margottini

Snmcg2 - Standing Nato Mine Contermisures Group 2 Gruppo navale permanente Nato di contromisure mine. Cacciamine: Alghero

Iceland-Greenland Seas Project (IGP) - attività di ricerca a supporto dell’organizzazione internazionale Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), nell’ambito del programma multidisciplinare Iceland-Greenland Seas Project (IGP): Nave Alliance


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La Squadra Navale si addestra

L'attività ha visto la partecipazione della portaerei Cavour dell'incrociatore portaeromobili Garibaldi dei caccia Durand de la Penne e Andrea Doria, delle fregate Zeffiro e Virginio Fasan, dei pattugliatori d'altura Libra e Comandante Borsini e della rifornitrice di squadra Etna

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di Federico Mariani

uemilaottocento uomini e donne, 10 unità navali, aeromobili di tre forze armate e mezzi anfibi della Brigata marina San Marco; sono questi i dati salienti dell’intensa settimana di addestramento che ha coinvolto le componenti aero-navali della Marina Militare appartenenti ai comandi operativi della Squadra Navale di Brindisi, Taranto, La Spezia e Augusta, in esercitazioni a complessità crescente nel golfo di Taranto e nell’Adriatico Meridionale dal 5 al 9 marzo scorsi. L'attività ha visto nel golfo di Taranto la

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partecipazione della portaerei Cavour con nove aerei AV8B+ imbarcati, dell'incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi con a bordo gli elicotteri EH-101 e MH-90, dei caccia Durand de la Penne e Andrea Doria, delle fregate Zeffiro e Virginio Fasan, dei pattugliatori d'altura Libra e Comandante Borsini e della rifornitrice di squadra Etna, oltre che a velivoli Gulfstream CAEW (Conformal Airborne Early Warning) e Eurofighter Typhoon dell'Aeronautica Militare e a due elicotteri AH 129 Mangusta dell'Esercito italiano operanti da bordo di nave Giuseppe Garibaldi. Nelle acque del Mare Adriatico meridionale la Brigata Marina San Marco, ha svolto attività


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anfibia che ha coinvolto uomini e mezzi dalla nave anfibia San Marco e il personale del Battaglione d’Assalto Grado. Le esercitazioni condotte nel campo della sorveglianza marittima, delle manovre cinematiche ravvicinate, dei rifornimenti in mare, delle operazioni anfibie, del tiro con le artiglierie di bordo, dell'antinquinamento e della Difesa Aerea integrata tra i velivoli dell'aviazione della Marina e velivoli dell'Aeronautica Militare hanno consentito di mantenere e incrementare l'addestramento degli equipaggi in uno scenario caratterizzato dalla presenza di minaccia convenzionale e asimmetrica. L'addestramento ha permesso in particolare alla portaerei Cavour di riprendere l'attività con i velivoli del Gruppo Aerei Imbarcati, consentendo ai piloti di effettuare le "carrier qualifications" (qualifiche necessarie per operare dal ponte di volo della nave) e a nave Garibaldi, nel suo ruolo di portaelicotteri anfibia, di effettuare un raid "eliassalto" con lo sbarco di un'aliquota del 1° Reggimento della Brigata Marina San Marco con la scorta dei due elicotteri Mangusta dell'Esercito Italiano. Durante l’addestramento è stato condotto un assalto anfibio, con lo sbarco di un centinaio di fucilieri del Battaglione

Si è conclusa una intensa settimana di addestramento per le componenti aeronavali della Marina appartenenti ai comandi operativi della Squadra Navale di Brindisi,Taranto, La Spezia e Augusta La portaeromobili Garibaldi, nelle altre immagini alcune fasi dell’esercitazione.

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Grado, supportati dai mezzi anfibi e da sbarco e da un elicottero SH 212. I fucilieri hanno anche effettuato attività a fuoco presso il poligono di Torre Cavallo. Al termine dell’addestramento di periodo la portaerei Cavour ha fatto sosta nel porto di Bari, mentre il pattugliatore di

squadra Comandante Borsini e il pattugliatore d’altura Libra sono entrati in porto, rispettivamente, a Crotone e Reggio Calabria. Obiettivo delle soste mostrare ai cittadini le eccellenze dei “professionisti del mare”, impegnati quotidianamente a difendere gli interessi del paese sul mare e dal mare.

La sosta nel capoluogo pugliese della portaerei è stata l’occasione per svolgere diverse attività tra cui visite guidate e conferenze a favore degli studenti degli istituti scolastici e dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari. La disponibilità dell’equipaggio di nave Cavour è stata abbondantemente ricambiata dall’affetto della cittadinanza che ha visitato la nave: oltre 5500 persone in due giorni. Una piccola invasione anche a bordo dei pattugliatori Comandante Borsini, che a Crotone ha accolto oltre 800 persone, e Libra, che nel capoluogo calabro è stata visitata da 960 persone. L’attività svolta nel Golfo di Taranto e sulle coste adriatiche rientra nell’addestramento degli equipaggi e degli assetti aeronavali allo scopo di mantenere un elevato standard di capacità della Squadra Navale per garantire prontezza operativa e flessibilità tattica per adempiere quotidianamente e in maniera efficace ai compiti di difesa del Paese “sul mare e dal mare”, di sicurezza marittima, di tutela degli interessi strategici nazionali oltre che nel campo delle attività a favore della collettività.

BUON LAVORO

MARINA MILITARE


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Dynamic Manta 2018 La DYMA 18 rappresenta un’eccellente opportunità addestrativa per i paesi Nato oltre ad essere una delle più importanti e complesse esercitazioni dell’anno

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di Antonio Cosentino

avi, sottomarini, aerei e personale di dieci nazioni alleate hanno preso parte alla più importante esercitazione della NATO nella lotta antisommergibile, la Dynamic Manta 2018, che si è svolta dal 2 al 16 marzo nel Mediterraneo centrale. L’esercitazione volta a testare l’interoperabilità delle forze aeree, di superficie e subacquee nella lotta antisommergibile, è in grado di fornire a tutte le nazioni alleate la possibilità di addestrare le proprie unità navali, mediante la presenza di scenari addestrativi a difficoltà crescente, che vanno dalla bassa all’elevata complessità. Consente alla NATO la possibilità di valutare e sviluppare nuove tattiche anti-sommergibile e permette di istituire un coordinamento delle operazioni tra forze armate appartenenti a paesi diversi e operanti in un contesto multi-minaccia. Quest’anno sommergibili provenienti da Canada, Grecia, Italia, Spagna,Turchia e Stati Uniti, sotto il controllo del Comando Sommergibili della NATO (NATO Submarine Command - COMSUBNATO), si sono uniti alle nove navi di superficie provenienti da Belgio, Francia, Grecia, Italia, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. Il tutto sotto il comando del Comandante del Secondo Gruppo Navale permanente della NATO (Standing NATO Maritime Group 2– SNMG 2). Per l'Italia hanno partecipato la fregata Carabiniere, il sommergibile Romeo Romei e gli elicotteri del 3° Gruppo Elicotteri di base nella Stazione Elicotteri di Catania (Maristaeli Catania). Mentre, per la componente aerea hanno partecipano all'esercitazione anche dieci velivoli da pattugliamento marittimo (Maritime Patrol Aircraft– MPA) e otto elicotteri provenienti da Canada, Francia, Germania, Italia, Spagna, Turchia, Inghilterra e Stati Uniti che operano nella base aerea di Sigonella sotto il controllo del NATO Maritime Air Command (MARAIRNATO). Come ogni anno, la base navale di Augusta e la base aerea di Sigonella a Catania hanno assicurato il supporto logistico. Il sommergibile Romeo Romei durante una fase dell’esercitazione.

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Una missione storica al Circolo Polare Artico di Giuseppe Lucafò

“Non mi permetto di assimilare questa missione a quelle che ci hanno preceduto nella storia a partire dall’impresa di Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi a bordo del piroscafo Stella Polare, o alle spedizioni di Nobile che possono essere considerate le prime missioni scientifiche italiane nell’Artico, ma il valore strategico, scientifico e di esperienza di vita è sicuramente di eguale caratura”; queste le parole pronunciate dal capitano di vascello Massimiliano Nannini, ufficiale dell’Istituto Idrografico della Marina, imbarcato su nave Alliance con l’incarico di capo della missione militare. Gli scienziati a bordo hanno fino ad oggi eseguito nelle aree di mare esplorate tra Islanda e Groenlandia numerose rilevazioni dei parametri di con-

duttività elettrica quali temperatura, profondità, analisi geochimiche e velocità del suono in acqua, rilievi bati-termografici, misurazioni della batimetria e misurazioni meteorologiche (marine e aeree), oltre ad effettuare la correlazione e la raccolta statistica dei dati acquisiti, nell'ambito del programma multidisciplinare Iceland-Greenland Seas Project - IGP. “E’ importante osservare l’Oceano e l’at-

L’equipaggio è stato formato ed addestrato per condurre la navigazione nei mari artici con presenza di ghiacci ed è equipaggiato con vestiario tecnico per poter lavorare all’esterno anche per lunghi periodi

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mosfera in questa stagione, durante gli eventi meteorologici che sono alla base della formazione delle acque profonde, vale a dire forti venti da Nord che portano aria fredda e secca attraverso il limite dei ghiacci e il mare aperto”, spiega Robert Pickart, coordinatore scientifico a bordo dell’Alliance. Tra gli strumenti impiegati vi è infatti una boa meteorologica, rilasciata in zona per rilevare i dati meteorologici e marini a supporto dell'attività di CTD (rilievi e miNave Alliance in navigazione nel mar Artico.

surazioni di conduttività elettrica, della temperatura e della Profondità dell'acqua) e alcuni veicoli semi autonomi sommersi a controllo remoto denominati glider oceanici, che hanno la funzione di misurare le correnti marine e le caratteristiche che compongono i vari strati del mar Glaciale Artico. Il supporto della Marina militare in questa missione è fondamentale, sia per quanto riguarda l’impiego del mezzo navale che per la professionalità dell’equipaggio imbarcato su nave Alliance. “Nave Alliance, per affrontare questa missione, come si usa dire in gergo tecnico, è stata winterizzata, sottolinea il comandante, capitano di fregata Daniele Cantù “Prima della partenza dall’Arsenale militare della Spezia, l’unità navale è stata resa idonea, con particolari accorgimenti tecnici come l’installazione di idonee coibentazioni, l’aumento delle capacità di riscaldamento interno, l’aggiunta di protezioni ai macchinari e l’installazione di sistemi di produzione del vapore per consentire a bordo di poter lavorare nella massima sicurezza e a norma delle leggi internazionali del Polar Code, relative all’ambiente artico”.

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Incontriamo il capitano di vascello Nannini, capo della spedizione e il capitano di fregata Cantù, comandante dell’Unità di Emanuele Scigliuzzo

Comandante Nannini, ci può descrivere brevemente i suoi compiti? Il mio compito a bordo è “semplice”, prendo le decisioni. Mi spiego meglio: la missione scientifica è molto complessa in quanto fondamentalmente tesa a studiare le interazioni acqua mare in situazioni climatiche estreme (forti venti, bassissime temperature e vicinanza ai ghiacci), quindi le decisioni da prendere sono sempre complesse, quanto possiamo ancora spingerci tra i ghiacci? Quali temperature riusciamo a sopportare in sicurezza? Queste decisioni sono frutto di attenta analisi dei dati meteo climatici a disposizione, di consultazione e confronto con in Comando in Capo della Squadra Navale, l’Istituto Idrografico della Marina e il team scientifico di bordo.

Questi mesi rappresentano senza ombra di dubbio un’esperienza unica, quando ha deciso di entrare in marina, nei suoi primi giorni di Accademia, si sarebbe mai immaginato di trovarsi coinvolto in una spedizione in Artico? N OT I Z I A R I O

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Sono entrato in Marina nel lontano 1986 e sinceramente avevo alcune aspirazioni ma mai mi sarei aspettato un giorno di poter dirigere una spedizione di questo tipo e di questa portata. Di campagne idro/oceanografiche ne ho fatte molte in questi anni ma mai avrei immaginato di avere questa opportunità e soprattutto questa grande responsabilità.

Come sono i rapporti con i ricercatori e quale supporto, oltre quello logistico, può fornire la Marina militare? I rapporti sono ottimi e si stanno sicuramente consolidando con il passare dei giorni; come spesso capita all’inizio si ha meno confidenza ma poi la vita di bordo amalgama tutto e crea il vero equipaggio. Il supporto della Marina è fondamentale: dalla condotta delle operazioni alla messe in opera della strumentazione che poi il team scientifico utilizza per collazionare i dati. Le nostre competenze marinaresche sono un assetto di assoluto pregio che noi mettiamo a disposizione per portare a termine questa complessa missione.

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Quale importanza, dal punto di vista strategico, riveste l’impegno della Marina in una zona cosi impervia e lontana dai confini nazionali? L’Italia e l’Artico hanno alle spalle una lunga storia risalente al 1899, la storia dell’Italia nell’Artico è quindi centenaria e la presenza del nostro Paese è andata costantemente aumentando. Lo scorso anno dal 9 al 29 luglio, la Marina, sempre con nave Alliance è stata nel Mar Glaciale Artico per una campagna di ricerca nei campi della geofisica, geologia marina e oceanografia, chiamata "High North 17" , quest’anno siamo qui per una lunga campagna invernale di circa 80 giorni e la prossima estate torneremo per la campagna High North 2018. Possiamo sicuramente affermare che l’Italia con la Marina Militare Italiana è tra le nazioni più attive nella regione, garantendosi un posto in prima fila all’interno del Consiglio Artico. Comandante Cantù, cosa significa navigare a queste latitudini? E’ un’emozione fortissima, riempie d’orgoglio e di soddisfazione, prima d’ora nessuna nave Militare Italiana si era mai spinta così a nord in periodo invernale. Stiamo letteralmente conducendo una sfida contro condizioni climatiche che, nel loro complesso, sono tra le più rigide al mondo: mare agitato, venti forti e costanti, ghiaccio, neve e molto, molto freddo. A rendere la missione ancora più affascinante c’è la solitudine; questo angolo di mondo non è solcato dalle rotte commerciali


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dei grandi mercantili e le condizioni del mare, sempre molto mosso, scoraggiano le attività di pesca; siamo soli! Noi (l’equipaggio), il mare, il buio artico e l’aurora boreale.

Quali sono le difficoltà che si incontrano dal punto di vista tecnico? Il freddo, il vento teso e persistente e il mare mosso creano quel fenomeno, noto come ice accretions, che dà vita a importanti e pericolose formazioni di ghiaccio sui ponti scoperti che possono modificare le condizioni di stabilità della nave e a rendere insidiose le attività scientifiche e marinaresche. La Nave, per affrontare questa situazione, come si usa dire in gergo tecnico, è stata “winterizzata”. Prima della partenza dall’Arsenale Militare della Spezia è stata resa idonea, con particolari accorgimenti tecnici (coibentazioni, aumento delle capacità di riscaldamento interno, protezioni macchinari e installazione di sistemi di produzione vapore) per lavorare nella massima sicurezza e a norma delle leggi internazionali relative all’ambiente Artico (Polar Code).

Come si è preparato l’equipaggio ad affrontare questa missione cosi particolare? L’equipaggio è stato formato ed addestrato per condurre la navigazione nei mari artici e con presenza di ghiacci, a tutti è stato fornito adeguato vestiario tecnico per poter lavorare all’esterno anche per lunghi periodi, tutte le fasi della missione sono state preventivamente studiate e provate prima della partenza,

nulla è stato lasciato al caso, nulla è stato sottovalutato, non è concesso margine di errore. Nave Alliance e il suo equipaggio sono comunque abituati a condurre questo tipo di spedizioni, già lo scorso anno dal 9 al 29 luglio, sempre qui nel Mar Glaciale Artico, è stata condotta una campagna oceanografia, la “High North 17”. Regolarmente quindi l’Unità conduce messa a mare e recupero di boe meteo, utilizza glider (veicoli autonomi muniti di sensori per l’acquisizione di dati e informazioni a carattere scientifico) e conduce campionamenti dell’acqua mare.

L’equipaggio come sta affrontando questa spedizione? L’equipaggio è motivato, ben predisposto e consapevole della grande importanza scientifica che potrebbe derivare dai risultati di questa spedizione. L’umore è alto e il clima (almeno

all’interno della nave), è sereno. Certo, a noi tutti mancano i nostri cari, ma d'altronde questa è la vita di noi marinai.

Quali sono gli stimoli che percepisce come “marinaio” e come uomo? Gli stimoli del marinaio e dell’uomo si fondono: fino a dove siamo in grado di arrivare? Saremo all’altezza? Chi ha fatto questo prima di noi come si sentiva? C’è poi la voglia di essere i primi, della scoperta dell’inedito, l’avventura. Come Comandante di nave Alliance invece sento costantemente su di me il peso della responsabilità per il mio equipaggio, uomini e donne, e nei confronti delle loro famiglie; come uomo mi sento un privilegiato, non è da tutti avere la possibilità di potersi affacciare sull’infinito e guardare l’aurora boreale immerso nel silenzio e nel vuoto della notte nel mezzo dell’Oceano.

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La Marina militare è chiamata, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, a favorire la cooperazione internazionale per garantire la sicurezza del Paese e la libera navigazione. Proprio nella costruzione e nell’ampliamento di questi canali di cooperazione con i paesi amici, il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, ha preso parte in Pakistan, Qatar ed Emirati Arabi Uniti a diversi incontri con istituzioni, autorità locali e vertici di Forze armate Pakistan - l’ammiraglio Girardelli ha incontrato il capo di Stato maggiore della Marina pakistana ammiraglio Zafar Mahmood Abbasi.

Doha - visite a bordo di nave Margottini. Nella foto: il ministro della Difesa Roberta Pinotti, l’ambasciatore italiano a Doha Pasquale Salzano, il Comandante della Marina dell’Emirato del Qatar, Major Staff General Mohammed Nasser Al Mohannadi, il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Valter Girardelli e il contrammiraglio Danilo Balzano, assistente del capo di Stato Maggiore della Marina.

Pakistan - visita dell’ambasciatore italiano in Pakistan Stefano Pontecorvo.

Doha - autorità locali in visita a bordo di nave Margottini.


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Attività internazionale

Per rafforzare e ampliare la cooperazione multinazionale

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Pakistan

’ammiraglio Girardelli, ha incontrato il capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale Qamar Javed Bajwa e il capo di Stato Maggiore della Marina pakistana, ammiraglio Zafar Mahmood Abbasi, per affrontare i temi del ruolo delle Forze armate pakistane nel garantire pace e stabilità nella regione, oltre che su questioni comuni come il contrasto dei traffici illeciti, pirateria, il terrorismo e la sicurezza marittima. Prima di lasciare il Pakistan l’ammiraglio Girardelli ha incontrato il Comandante responsabile della sicurezza delle coste,

ammiraglio Moazzam Llyas. Nell’arco del fitto programma, il capo di Stato Maggiore si è recato a bordo di nave Margottini, accompagnato dall'amba-

sciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo, per salutare l’equipaggio dell’Unità durante la sosta nel porto di Karachi.

Emirati Arabi Uniti

Abu Dhabi - l’ammiraglio Girardelli firma il libro d’onore a bordo di nave Margottini, alle sue spalle il comandante dell’unità Giuseppe Lai.

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l mese di marzo si conclude, nell’ambito della campagna navale in Mar Arabico e in golfo Persico, con la sosta della fregata Margottini negli Emirati Arabi Uniti. Arrivata il 24 marzo nel porto della capitale Abu Dhabi, l’unità assieme al suo equipaggio ha accolto, il

giorno 26 marzo, la visita del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, che ha voluto appositamente salutare il suo personale prima che la stessa nave assuma il ruolo di Flag Ship nell’Operazione Europea Atalanta. Durante il periodo negli Emirati Arabi


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Uniti, il capo di Stato Maggiore ha effettuato una visita di lavoro durante la quale ha incontrato i rappresentanti istituzionali e i vertici delle Forze Armate. Questi incontri si sono dimostrati proficui e hanno permesso di poter discutere sulle tematiche legate alle questioni di reciproco interesse e sui modi per migliorare la cooperazione tra i due Paesi. Accompagnato nella sua visita dall’ambasciatore italiano Liborio Stellino, l’ammiraglio Girardelli ha avuto modo di confrontarsi con le autorità militari emiratine quali il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, Generale C.A. Hamad Mohammed Thani Al Rumaithy, il Comandante delle Forze Navali, Generale Maggiore Sheikh Saeed bin Hamdan bin Mohammed Al Nahyan e il sottosegretario alla Difesa Matar Salem Ali Al Dahri. In particolare, sono stati toccati argomenti relativi al settore militare, alla difesa e alla sicurezza marittima, tutti volti al contrasto dei traffici illeciti, alla pirateria e al terrorismo. Il giorno 29 marzo nave Margottini ha disormeggiato con l’obiettivo di continuare ad assicurare presenza, sorveglianza marittima e attività di cooperazione nei mari del Medio Oriente. di Antonello Lorusso Abu Dhabi l’ammiraglio Girardelli riceve a bordo di nave Margottini l’ambasciatore italiano negli Emirabi Arabi Liborio Stellino.

Doha - sullo sfondo la fregata Carlo Margottini.

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Al Salone internazionale della difesa di Doha in Qatar di Emanuele Scigliuzzo

a fregata Carlo Margottini, nell’ambito della campagna navale che la vede impegnata in mar Arabico e golfo Persico con l’obiettivo di assicurare presenza, sorveglianza marittima e attività di cooperazione, ha partecipato alla quinta edizione del Doha Internatio-

nal Maritime Defence Exhibition & Conference (DIMDEX) in Qatar. L’unità, ormeggiata ad Hamad (Doha), ha ricevuto la visita del ministro della Difesa Roberta Pinotti, accolta dall’ammiraglio Girardelli, dall'omologo del Qatar Mohammed Nasser al Mohannadi e dall’ambasciatore italiano a Doha, Pasquale Salzano. Durante la conferenza stampa dedicata a Dimdex 2018, che si è svolta il 13 marzo a bordo di nave Margottini e presenziata dall’ammiraglio Girardelli, il comandante dell’unità, Giuseppe Lai, ha avuto l’occasione di presentare la fregata europea multi missione definita dal ministro Pinotti “Espressione dell’eccellenza italiana”. La Dimdex è un’esposizione navale e aereonavale cui prendono parte le aziende internazionali del comparto difesa e rappresenta, per l’industria italiana, una prestigiosa vetrina internazionale. L’evento


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è stato anche l’occasione per consolidare i rapporti dei paesi partner con i quali l’Italia condivide gli obiettivi comuni di sicurezza internazionale, sfide e minacce che la Marina militare condivide e combatte grazie a una importante rete di cooperazione internazionale frutto di accordi internazionali sottoscritti non solo con le Marine europee.

Nave Margottini, consegnata alla Marina il 27 febbraio 2014, è la seconda unità del programma italo-francese Fremm, in versione ASW (Anti Submarine Warfare - antisommergibile), in grado di operare mantenendo elevati standard qualitativi e di sicurezza, in diversi contesti operativi. L’Unità dopo aver concluso l’impegno in Dimdex 2018 ha ripreso il

largo per continuare la sua campagna iniziata lo scorso 20 febbraio, in previsione dei prossimi appuntamenti programmati per consolidare o avviare relazioni con potenziali partner, sia in campo politico-diplomatico che economico, prima di iniziare la parte operativa della missione, con il contributo in operazione Atalanta, il prossimo aprile.


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Le Giornate FAI di Primavera

Presentata nella Biblioteca di Palazzo Marina, martedì 13 marzo, la 26^ edizione delle Giornate di Primavera del FAI (Fondo Ambiente Italiano), alla quale la Marina partecipa con l’apertura dell’Accademia Navale di Livorno, di Palazzo Marina a Roma, del Forte San Felice a Chioggia e sull’isola di Palmaria nel Golfo di La Spezia dove è stata allestita una mostra sulla Grande Guerra N OT I Z I A R I O

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di Desirée Tommaselli

fare gli onori di casa, il sottocapo di Stato Maggiore, ammiraglio di squadra Paolo Treu, che, dando il via alla conferenza stampa, ha sottolineato come la Forza Armata condivida con il FAI l’amore per l’Italia, “un amore che la Marina esprime attraverso le navi, pezzi d’Italia che si spostano in giro per il mondo”. “La Marina, attraverso le sue navi”, ha proseguito

l’ammiraglio Treu,“è una grande ambasciatrice delle migliori qualità e capacità di questo Paese”.

Alla presenza dell’on. Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, è poi intervenuto il prof. Andrea Carandini, presidente del FAI, la fondazione impegnata dal 1975 nella protezione e valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico italiano. “Le

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Giornate FAI di Primavera rappresentano il maggiore evento per riscoprire la Patria”, ha affermato il prof. Carandini, che ha proseguito dichiarando che “il patrimonio culturale è il valore che unifica gli uomini tramite le diversità e che ispira tramite la qualità, donando creatività, benessere e godimento”. Il numero dei visitatori registrato nelle scorse edizioni delle Giornate di Primavera dimostra che, come ha evidenziato il prof. Carandini, “Gli italiani sono sempre più impegnati nella riscoperta della penisola e delle isole”; un impegno che si rileva non solo dal gran numero dei visitatori (9 milioni lo scorso anno) ma anche di coloro che, in qualità di volontari, partecipano a queste Giornate in forme diverse, aprendo e raccontando i luoghi proposti.“C’è un’Italia che invita e un’Italia che partecipa” ha evidenziato il vice presidente della fondazione, Marco Magnifico, che ha illustrato il programma dell’edizione 2018 delle Giornate di Primavera. Quest’anno il FAI apre 1.000 luoghi sparsi in 400 abitati grazie al coinvolgimento, oltre che delle Presidenze Regionali e delle Delegazioni della fondazione, di ben 50.000 volontari e di 40.000 apprendisti Ciceroni; questi ultimi sono giovani studenti che vengono coinvolti, nell’ambito dell’alternanza Scuola-Lavoro, nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano e che svolgono, così un alto apprendistato.“Essere stati apprendisti Ciceroni è l’iniziazione più augurabile per arrivare in seguito a intraprendere un lavoro nel campo culturale”, ha dichiarato il prof. Carandini. Proprio agli apprendisti Ciceroni viene affidata l’apertura di Palazzo Marina; a loro il compito di condurre i visitatori in quel viaggio simbolico dell’Italia sul mare che il Palazzo rappresenta, quale memento della naturale vocazione marittima del Paese. Come ha affermato l’Ammiraglio Treu “La Marina promuove la consapevolezza della marittimità perché il futuro, il benessere e il progresso della nostra nazione dipendono dalla tutela del mare, dal suo rispetto e valorizzazione. Il mare racchiude il segreto della nostra origine, accarezza e protegge importanti cimeli immersi della nostra storia e ci può svelare i segreti del nostro futuro, gettandoci un’ancora di salvezza”. Il 24 e il 25 marzo “tutti sono invitati a partecipare a questa grande festa italiana”, ha affermato il vice presidente Marco Magnifico;“nessun evento collettivo è tanto ricco di entusiasmo”. N OT I Z I A R I O

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Il vice presidente del FAI prof. Marco Magnifico, intervenuto alla presentazione della 26^ edizione delle Giornate di Primavera del FAI; a destra: il sottocapo di Stato Maggiore della Marina insieme con il prof. Andrea Carandini, presidente del FAI; in basso: il dott. Vincenzo Morgante, direttore TGR. (foto Andrea Atzeni).

Record di visitatori per la Marina alla giornata FAI di primavera

Grande successo di visitatori presso le strutture della Marina Militare in occasione della 26^ edizione delle Giornate FAI di Primavera dove, in poche ore di apertura al pubblico tra il 24 e 25 marzo, sono stati circa 10.000 i visitatori provenienti da tutta Italia. Palazzo Marina a Roma, l’Accademia Navale di Livorno e il Forte San Felice a Chioggia sono stati infatti i siti della forza Armata scelti per l’occasione dal Fondo Ambiente Italiano, tra i mille distribuiti su tutto il territorio nazionale, per raccontare ad opera dei volontari della prestigiosa fondazione, lo straordinario patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese e consentire a giovani ed adulti di poter ammirare da vicino reperti storici e luoghi che custodiscono antiche tradizioni e beni comuni di ogni italiano. Anche in Accademia Navale a Livorno, i giovani e le famiglie hanno avuto l’occasione di ammirare lungo il percorso il brigantino interrato, la biblioteca, il simulatore di plancia e molti altri luoghi che contraddistinguono oggi, come nel passato, la “palestra di vita” di generazione di Ufficiali della Marina Militare. Apertura eccezionale inoltre per il Forte San Felice a Chioggia, che vanta il primato di essere la fortezza più antica della laguna di Venezia con la costruzione del Castello della Luppa nel 1385, e per il Forte Umberto I, sull’isola di Palmaria nel Golfo di La Spezia dove è stata allestita dalla Marina Militare una mostra sulla Grande Guerra.

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Inaugurata la sala “Grande Ammiraglio Thaon di Revel” in occasione delle Giornate FAI di Primavera di Desirée Tommaselli

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alazzo Marina ha partecipato alle Giornate FAI di Primavera (24 e 25 marzo) aprendo al pubblico degli ambienti generalmente esclusi dal normale percorso di visita; oltre allo scalone d’onore, al salone dei marmi e alla biblioteca, i visitatori hanno avuto accesso alla sala riunioni, individuata come “stanza 71”, e alla sala della commissione di avanzamento ufficiali, identificata come “sala 91”. Entrambe al “piano nobile” del Palazzo, sono rispettivamente decorate dai fratelli Pio e Silvio Eroli e da Pieretto Bianco. La sala 71, con le sue pitture a encausto, celebra l’Aviazione navale e la Navigazione subacquea, le due componenti della Forza Armata rispettivamente introdotte e sviluppate dall’Ammiraglio Thaon di Revel, capo di Stato Maggiore della Marina e “ammiraglio della Vittoria” della Grande Guerra, nonché la Difesa Costiera (anche questa fortemente implementata da Revel durante il primo conflitto mondiale con l’ingresso in servizio dei treni armati) e la Difesa della nave. La decorazione pittorica della sala 91, invece, è incentrata sul lavoro nei cantieri navali e su scene di vita di bordo, ossia sul vincolo indissolubile tra “navigare” e “costruire” che viene illustrato attraverso un monumentale e colorato racconto per immagini che, con la rappresentazione di grandi macchinari e dei particolari della tecnica della chiodatura, ha

oggi assunto anche il ruolo di testo figurativo di archeologia industriale e di storia della tecnologia italiana. Assolutamente inedita, invece, la sala “Grande Ammiraglio Thaon di Revel” che, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, è stata inaugurata e intitolata al Grande Ammiraglio sabato 24 marzo, in occasione della ricorrenza dei 70 anni dalla sua morte. L’intitolazione della stanza all’unico Duca del Mare che la Marina postunitaria abbia avuto non è un semplice omaggio alla memoria, ma una vera e propria azione di riacquisizione della Marina di una parte rilevante della sua storia, la cui narrazione è affidata al programma iconografico del Palazzo, fin dalla facciata. Riconosciuta nel corso dei recenti studi quale ufficio destinato al “Duca del mare” fin dal 1928, la sala, adiacente alla biblioteca e per anni adibita a sala riunioni, è stata riallestita, ove possibile, con il mobilio originale (la libreria, il tavolino, la poltrona, il vaso), integrato con arredi coevi, in modo da ricreare un ambiente armonico e, allo stesso tempo, funzionale. La sala è stata risistemata secondo quanto testimoniato dalla documentazione fotografica d’epoca rinvenuta; pertanto è stata scoperta la boiserie originale con il motivo della colonna rostrata nel fregio metallico ed è stata ricollocata la bella libreria con formelle in ferro battuto con profili di navi romane, genovesi e veneziane. Nella sala è stata anche allestita una mostra di oggetti appartenuti al Grande Ammiraglio e concessi alla Marina da parte degli eredi Thaon di Revel. Tra questi, oltre al busto-ritratto in marmo dell’Ammiraglio, la bellissima sciabola donatagli dall’Accademia Navale, nonché la preziosa spada in argento e platino realizzata su disegno di Arduino Berlem e donata dalla città di Trieste in occasione della consegna, nel 1924, dell’ancora e della catena di nave Audace all’allora erigendo Faro della Vittoria di quella città da parte dell’Ammiraglio Thaon di Revel, all’epoca ministro della Marina.

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IL SIMULATORE DI PLANCIA eccellente strumento didattico Da questo numero vi parleremo dell’uso di uno strumento di eccellente ausilio per il completamento dell’iter formativo del nostro personale: il simulatore. Partiremo con quello di plancia dell’Accademia Navale di Livorno, poi con quello della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di La Maddalena. Nei numeri successivi proseguiremo con i simulatori di Comando e Controllo e Piattaforma dei sommergibili classe Sauro e Todaro, ubicati all’interno della Scuola Sommergibili del Comando Flottiglia di Taranto, con il Centro di simulazione di Missione della Stazione Elicotteri della Marina Militare di Luni e concluderemo con il FATS (Firearms Traininig System), sistema computerizzato ideato per l’addestramento propedeutico all’uso delle armi da fuoco in poligono, in dotazione al Battaglione Scuole “Caorle” della Brigata Marina San Marco di Brindisi N OT I Z I A R I O

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di Alberto Pecchia *

egli ultimi anni il diffondersi di sistemi di simulazione navale ha subito un incremento di notevoli proporzioni. Anche l’Italia e la Marina si sono adeguate, adottando nel 2000 presso l’Accademia navale di Livorno un simulatore di plancia, che, a seguito di continui aggiornamenti, rappresenta attualmente lo stato dell’arte in materia. L’impiego di questo strumento didattico

è finalizzato all’acquisizione dell’Abilitazione alla Guardia in Plancia Basica – A.G.P.B., in accordo ai dettami della STCW ’95 - standard stabiliti dall’International Maritime Organization – I.M.O. – nella “International Convention on Standard of Training, Certification and Watchkeeping for Seafarers, 1978)” per gli ufficiali in formazione e frequentatori dell’Accademia navale, i quali si addestrano al simulatore sin dal primo anno accademico, svolgendo via via incarichi a difficoltà e responsabilità crescenti

tra quelli previsti all’interno di una plancia di comando di una unità navale della Marina militare. Il simulatore di plancia viene normalmente impiegato anche a favore dell’addestramento di personale proveniente da Marine estere, che a vario titolo frequenta corsi di formazione in Accademia, oltre che messo a disposizione degli ufficiali provenienti da altri comandi della Marina, per il mantenimento del livello addestrativo e per la preparazione al conseguimento del-

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l’Abilitazione alla Guardia in Plancia Operativa (A.G.P.O.). Il simulatore di plancia, o di manovra, offre la possibilità di simulare navigazioni in ingresso e uscita da tutte le basi della Marina militare, oltre ad essere in grado di rappresentare i principali porti commerciali italiani, i più importanti porti militari delle Marine alleate e di simulare la navigazione lungo il canale di Suez. Rimanendo sempre nell’ambito delle capacità di simulazione del sistema, esso è in grado di simulare la navigazione su differenti piattaforme, tra le quali la

Inoltre, permette di effettuare un training con altri eventuali analoghi simulatori di plancia potenzialmente collegati in rete (tecnologia HLA – High Level Architecture). Per lo sviluppo delle attività addestrative, il simulatore di plancia dell’Accademia navale è suddiviso nei seguenti sottosistemi principali: - una stazione istruttore per il controllo e la gestione delle esercitazioni; - una stazione autore per la creazione e gestione di database relativi alla visione;

svolge il ruolo di radarista, nonché di ulteriori display per la rappresentazione della situazione in atto e per la gestione delle comunicazioni. La stazione autore consente la definizione di un piano di addestramento, oltre che la creazione di nuovi scenari operativi, nuovi porti e la memorizzazione di nuovi siti geografici. La plancia principale si distingue dalle secondarie perché ha la configurazione tipica della plancia di una Fregata classe FREMM, ma è adattabile, così come per le secondarie (queste con layout Fregate

totalità delle unità dell’attuale Squadra navale della Marina, i pattugliatori d’altura classe “Diciotti” della Guardia Costiera e unità mercantili, in ogni condizione meteorologica (differenti stati del mare) e di luminosità (giorno e notte). A ciò si aggiunge la possibilità di navigazione isolata o in formazione. Il simulatore consente pertanto l’addestramento simultaneo degli ufficiali di guardia in plancia delle 5 plance (principale e secondarie) alla conduzione di manovre semplici e complesse, tra le quali operazioni di affiancamento e di rifornimento in mare.

- una plancia principale; - 4 plance secondarie (di cui una con didascalie, sulle varie consoles, in inglese); - una stazione debriefing, per l’analisi e i commenti degli esercizi svolti e quindi per una migliore comprensione dell’andamento della sessione di training. La stazione istruttore è un locale separato dalla plancia principale, dal quale è possibile monitorare il personale in addestramento situato all’interno delle diverse plance. Essa dispone di un ripetitore dell’immagine radar così come appare all’ufficiale/allievo che in plancia

classe Maestrale), a quella di una qualsiasi altra nave. Inoltre, è supportata da un sistema di generazione delle immagini costituito da novi proiettori tipo Barco e da uno schermo panoramico a nove segmenti con un angolo visivo di 270° sul piano orizzontale e di 15° su quello verticale. Per tutte le plance è possibile ruotare l’angolo visivo di 360°, di 45° in 45°, in modo da simulare la manovra dalle alette; sono altresì arricchite da un modulo flight ops (operazioni di volo) e di un sistema di rilevazione ottica per la navigazione di precisione.

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L’adattamento del sistema ai vari tipi di classe di nave prevede l’adozione del relativo modello idrodinamico e della relativa rappresentazione della zona prodiera, così come vista dalla plancia, e delle altre zone visibili dal medesimo locale, nonché l’abilitazione/disabilitazione sulla consolle apparato motore dei dispositivi di comando relativi alla propria configurazione dell’apparato. All’interno di ogni plancia si possono individuare sei aree funzionali, tra le quali: indicatori e governo Unita/Rilevatore, scoperta radar, controllo apparato

motore, comunicazioni, cartografia elettronica (solo nella principale, con il sistema ECDIS), carteggio con apparati di radionavigazione. La stazione debriefing consiste in una sala, attrezzata per accogliere circa 30 persone, in cui è possibile rivedere, su large screen display, i movimenti dell’unità principale e delle secondarie durante l’esercitazione, con possibilità di zoom, e la correlazione delle azioni impostate sui comandi e dei movimenti delle unità, nonché le correlazioni delle immagini alle comunicazioni registrate. * Ufficiale della Marina militare, Addetto all’Ammiraglio Comandante dell’Accademia di Livorno.

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inserzione pubblicitaria

Conosciamo meglio: chi è Jotun e quali sono attualmente i progetti piu importanti ai quali state lavorando a livello locale e mondiale ? La Jotun e’ una multinazionale Norvegese leader mondiale nella produzione di rivestimenti e prodotti vernicianti per i mercati del Decorativo, Protezione Industriale, Marina e Polveri. In Marina Jotun è riconosciuta, globalmente, come una azienda leader di mercato con 64 sedi estere, 40 stabilimenti produttivi ed è presente in 100 paesi in tutto il mondo. In Italia il marchio viene distribuito da Jotun Italia Spa, con sede a Trieste, che conta in totale 50 dipendenti tra personale Tecnico, Commerciale,Amministrativo, Customer Service e Magazzino. Il marchio Jotun è legato a prestigiosi progetti internazionali tra cui la Tour Eiffel a Parigi, il Burj al Arab a Dubai e la Canton Tower in Cina. In Italia, Jotun è orgogliosa di lavorare con passione su commesse relative a costruzioni di navi mercantili e da crociera e allo stesso tempo cercare di soddisisfare le esigenze delle principali società armatoriali ed industriali del panorama nazionale. Quale tipo di antivegetativa proporrebbe Jotun per la manutenzione delle carene per la flotta della MM ? Per il trattamento delle carene Jotun dispone di un collaudatissimo ciclo al Silicone FRC di altissima qualita’, completamente ecologico, che ha ottenuto diversi riconoscimenti sul mercato. Il prodotto si basa sulla tecnologia nanorepellente che non consente l’attecchimento della vegetazione alla superficie di carena, mantenendola sempre pulita. Il nostro ciclo Sealion Repulse si può applicare anche in sole tre mani, ottimizzando così i tempi di applicazione e di lavorazione e contribuendo ad abbattere in maniera significativa i costi di manodopera.

www.jotun.com Quali tra i vostri prodotti facilitano e velocizzano la manutenzione a bordo, garantento un alto livello qualitativo del risultato finale ? Jotun da molti anni propone la linea di prodotti denominata Smart Pack. Questa linea è composta principarmente da due prodotti: 1. Jotamastic Smart Pack, anticorrosivo bicomponente surface tolerant 2. Hardtop Smart Pack, finitura bicomponente acrilica modificata Questa linea nasce dall’esigenza di semplificare ed ottimizzare i lavori di manutenzione a bordo eseguiti direttamente dall’equipaggio con prodotti di solito monocomponenti, senza scendere a compromessi con la qualita’. Una delle chiavi di successo di questa linea bicomponente risiede nel confezionamento del prodotto. Base e catalizzatore sono confezionati nella stessa quantità e verranno miscelati con rapporto 1:1, semplificando la procedura per il personale addetto ed evitando sprechi. Il rischio di errore da parte dell’operatore è ridotto al minimo. Dal punto di vista tecnico lo Jotamastic Smart Pack e’ un prodotto ad altissima penetrazione del supporto , Surface tolerant e moisture tolerant capace di aderire praticamente a qualsiasi superficie previa una minima preparazione. Lo Jotamastic Smart Pack è indicato per la manutenzione

di tutte le aree della nave. L’Hardtop Smart Pack invece e’uno smalto acrilico modificato, di eccezionale brillantezza e durata nel tempo, a rapida essicazione. In sintesi con due soli prodotti a bordo Jotun garantisce la massima qualita’, durata e semplicita’ di utilizzo abbattendo i costi e tempi di lavorazione. Come si pone Jotun di fronte alle sempre più attuali problematiche ecologiche e di rispetto per l’ ambiente ? Il gruppo Norvegese Jotun ha da sempre avuto un occhio particolare verso il rispetto dell’ambiente. Ciò si è sempre tradotto in un’attenta progettazione e costruzione dei propri siti produttivi così come nella tecnologia dei vari prodotti. Jotun si propone sul mercato con tecnologie che consentono una ridotta emissione di COV, tra cui prodotti ad alto solido, all’acqua e senza solvente. Le antivegetative Jotun di tipo premium, mantenendo le carene pulite, offrono una riduzione della perdita di velocità nel tempo, minori consumi ed una conseguente minore emissione di CO2 nell’aria. Nei centri di R&D sparsi nel mondo vengono continuamente sviluppati nuovi prodotti che garantiscono un miglioramento nelle prestazioni dei prodotti ed, allo stesso tempo, rispettano l’ambiente che ci circonda.


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Approfittando del “ricovero invernale” di nave Palinuro prima dell’inizio della sua 54ª Campagna Addestrativa, i maestri falegnami dell’arsenale di La Spezia, insieme ai nocchieri della nave, hanno dato il via ad un restauro totale della Polena per riportarla al suo antico splendore

Il restauro della Polena di nave Palinuro

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di Umberto Montoneri

egno, spazzole, viti, colla, chiodi… tanto lavoro, tanta manualità ed esperienza ma soprattutto tanta, tantissima pazienza. E’ cosi che i falegnami dell’Arsenale di La Spezia, aiutati dal personale nocchiere di bordo, in circa due

mesi di intenso lavoro hanno fatto rinascere la Polena di nave Palinuro. Costruita nel 1955, come ricorda una data incisa dietro al busto, nelle falegnamerie di La Maddalena dove la nave ha tutt’oggi la sua sede, è composta principalmente da ro-

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busto legno di mogano e castagno. Nel corso degli anni ha già subito piccoli lavori di conservazione e restauro per mantenerne intatta la bellezza e l’integrità. Uno dei restauri più importanti, e che ha modificato anche parzialmente la forma della statua, è stato quello volto ad alzare l’angolatura delle braccia e quindi del timone sorretto da Palinuro. Tale tipo di intervento è stato reso necessario dal precoce marcire del legno in quelle zone che durante la navigazione, con il frangere delle onde sullo scafo, venivano spesso raggiunte dall’acqua di mare. Solitamente per questi tipi di restauro si preferisce utilizzare legno di tiglio in quanto più malleabile e più adatto ai lavori di intarsio, intaglio ed ai lavori di falegnameria fine. Anche per questo restauro completo infatti è stato usato moltissimo legno di tiglio e tutto il lavoro è stato svolto, come una volta, in maniera totalmente artigianale senza l’ausilio di apparecchiature industriali. Si è co-

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minciato con lo stuccare le parti crepate, poi si sono sostituite le parti troppo rovinate o rotte ricostruendole con il legno, una successiva levigata ha riportato il legno al suo stato inziale, ed infine la parte più visivamente d’impatto e cioè la doratura mediante la foglia d’oro. Questa particolare tecnica consiste nel martellare uno spessore di oro tra due strati di cuoio in modo da ridurlo in sottilissime lamine di pochi micron, da qui il nome foglia d’oro, e poterlo poi applicare sul legno. Battiloro veniva chiamato l’artigiano specializzato in questo tipo di tecnica. Il nome "Polena", dal francese poulaine e precisamente souliers à la poulaine, scarpe alla polacca, risale presumibilmente al secondo decennio del seicento, quando la prora della navi da diritta e bassa sul mare si incurva all'indietro verso il castello prodiero, somigliando proprio ad una scarpa. Esso indica la figura scolpita, generalmente in legno, posta sulla prora delle imbarcazioni prima dell’inizio dell’albero di bompresso ed utilizzata nella tradizione marinara specialmente nei secoli XVII e

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XVIII fino a tutto il XIX. La nascita dell’usanza rimane tutt’ora un mistero: come segno di scaramanzia contro le potenze avverse presenti nell'immaginario collettivo della gente di mare, oppure come segno di ossequio verso le divinità per ottenerne tutela nel corso della navigazione, o ancora con lo scopo di indicare il nome della nave che la ospitava a persone che non sapevano leggere (anche se talvolta in maniera contorta) o come simbolo di ricchezza e forza del proprietario. Per i vichinghi invece la Polena, dalla forma mostruosa, serviva ad intimorire i nemici e renderli più vulnerabili all’attacco.Tantissime quindi le teorie, ma ancor più affascinante del “perché” nacque la Polena è invece la “storia” che ogni Polena porta con se. La Polena di nave Palinuro raffigura, appunto, Palinuro con in mano saldamente il suo timone. La figura nasce dalla tradizione mitologica descritta nell'Eneide dal poeta Virgilio dove Palinuro era il timoniere della nave di Enea, amato e stimato per la sua dedizione, fedeltà e soprattutto grande perizia marinaresca. All’indomani della di-

struzione della città di Troia, un drappello di superstiti guidati dal prode Enea decise di far rotta attraverso il Mediterraneo verso un nuovo destino. La dea Venere, preoccupata per l’incolumità della flotta, si rivolse a Nettuno affidandogli la salvezza delle navi troiane che risalivano il mar Tirreno verso le coste laziali. Il Dio del mare acconsentì a proteggere la flotta chiedendo in cambio la vita di un troiano. L’uomo prescelto per il sacrificio fu proprio Palinuro, fidato timoniere e amico di Enea. Al sopraggiungere della notte, il Dio Sonno mandato da Nettuno cercò di convincere Palinuro a lasciare il suo timone e addormentarsi. Non riuscendo a convincerlo, Sonno lo addormentò bagnandolo con un ramoscello di olivo bagnato nelle acque del Lete, il fiume della dimenticanza, e lo gettò in mare. Rimasto tre giorni alla deriva, Palinuro riuscì ad approdare stremato sulla costa campana dove, appena giunto, fu ucciso dagli indigeni che lo

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scambiarono per un mostro marino. Il suo cadavere rimase insepolto. Sceso all'Averno, Enea incontrò l'ombra del suo timoniere che gli chiese rituale sepoltura affinché la sua anima potesse riposare in pace. Le stesse popolazioni indigene che lo avevano ucciso, costrette da prodigi divini, cercarono il cadavere, lo seppellirono ed eressero in suo onore un tempio sul promontorio poi chiamato capo Palinuro.

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La Polena del timoniere di Enea è sulla prora della nave fin dal lontano 1955, anno in cui l’unità ha cambiato nome da Comandant Luis Richard in nave Palinuro ed ha assunto a pieno titolo il suo posto tra le fila delle unità della Marina militare. Il timoniere Palinuro ha accompagnato l’unità in più di 300.000 miglia in quasi tutti i mari del mondo e centinaia sono le persone che ha visto salire a bordo, centinaia sono gli equipaggi di cui porta il ricordo, dai comandanti ai nocchieri agli allievi. Con questo restauro ci auguriamo che lo spirito di Palinuro, tornato agli antichi splendori, possa “timonare” la nave ancora in tanti mari e per tanti anni e che possa accompagnarci sempre in acque calme e con il vento sempre a favore. Faventibus Ventis Palinuro…


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Corso di medicina di combattimento Lavorare in squadra e imparare a far fronte alle esigenze con pochissime dotazioni, prerogative imprescindibili su cui si sono basate le quattro settimane di lezioni teoriche e attivitĂ pratiche del corso organizzato presso le strutture formative della Brigata Marina San Marco

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di Marco Gasparri

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partire dai primi anni ottanta, con la missione in Libano prima e con quelle in Somalia e nelle aree balcaniche poi, è progressivamente aumentato l’impiego del personale della Marina militare in scenari terrestri potenzialmente ostili. Contestualmente anche i nostri operatori sanitari si sono trovati sempre più spesso a dover agire in contesti operativi diversificati e ad alto rischio al seguito dei contingenti destinati nelle diverse aree operative.

Le esperienze maturate sul campo sono state il principale spunto per l’implementazione di uno specifico percorso di formazione e addestramento che potesse consentire a medici, infermieri e agli altri professionisti

della salute di poter operare in piena sicurezza e con la massima professionalità e competenza. Nel 1998, sulla base dei principi del Tactical Combat Casualty Care (TCCC) e delle dottrine sanitarie di NATO e UE, nasce il Corso di Medicina di Combattimento (CMC) della Marina militare, con lo scopo, appunto, di conferire al personale di tutte le professioni sanitarie capacità di operare in tali ambienti nel miglior modo possibile. Ancorché il triage e il trattamento delle urgenze ed emergenze sul campo, le tecniche di trasporto dei feriti e le modalità e procedure per le richieste di evacuazione medica siano elementi essenziali del corso, non sono esclusivamente gli aspetti medici ad essere insegnati agli aspiranti “Combat DOC”; moltissima importanza assume, infatti, la componente di insegnamenti più propriamente militari che prevede, tra l’altro, l’acquisizione di competenze nei settori di orientamento con

Team sanitario in esercitazione per evacuazione aeromedica di ferito già stabilizzato.

mappe topografiche, movimenti tattici sul campo, uso di armi portatili per la difesa propria e dei pazienti, comunicazioni radio e utilizzo di equipaggiamenti Chimici, Biologici, Radiologici, Nucleari, Esplosivi (CBRNe). Ma è soprattutto saper lavorare in squadra e imparare a far fronte alle esigenze con pochissime dotazioni uno dei cardini imprescindibili su cui si basano le quattro settimane di lezioni teoriche e attività pratiche del corso organizzato presso le strutture formative della Brigata Marina San Marco. Al termine di questo intenso periodo, una esercitazione complessa finale realizzata nel campo addestramento di Massafra e in uno scenario realistico di combattimento, in condizioni di stress psico-fisico consente di valutare

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I nostri operatori sanitari si sono trovati sempre più spesso a dover agire in contesti operativi diversificati e ad alto rischio al seguito dei contingenti destinati nelle diverse aree operative

le capacità dei partecipanti sia singolarmente che come team a porre in pratica tutte le tecniche apprese in un contesto guerreggiato. Ciò rende il Corso di Medicina di Combattimento unico nel suo genere nel panorama formativo militare italiano e soprattutto momento fondamentale per la preparazione professionale del personale sanitario della Forze Armate. Ogni anno, a partire dal 1998 frequentatori e istruttori si adoperano senza riserva per consentire la realizzazione di un corso di elevatissimo livello e che si rinnova regolarmente sulla base di una costante e metodica revisione critica delle procedure e dei possibili scenari. Oggi il CMC è anche accreditato nel programma di Educazione Continua in Medicina Calata dall’elicottero con l’uso del verricello. Nelle altre foto, esercitazione complessa finale: valutazione, selezione e stabilizzazione dei feriti.

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(ECM) del Ministero della Salute e chi supera il test finale ottiene 50 crediti. Da allora sono state organizzate 20 edizioni e sono stati formati e addestrati oltre 350 fra ufficiali e sottufficiali del Corpo Sanitario della Marina. La partecipazione è da sempre aperta anche agli operatori delle altre Forze Armate e Corpi dello Stato e ad oggi si sono brevettati 5 ufficiali e sottufficiali del Corpo Militare della Croce Rossa, 1 dell’Esercito Italiano, 9 dell’Aeronautica militare e 8 dei Carabinieri. Le esperienze di riscontro raccolte da personale impiegato in teatri operativi dopo il completamento del corso pone il CMC quale realtà consolidata che merita un posto di primo piano nell’ambito dei Corsi di Formazione Militare Italiani di carattere sanitario. Proprio alcuni fra i militari dell’Arma si trovarono a dover mettere in pratica quanto appreso, appena pochi mesi

prima, e a dover prestare il loro soccorso in occasione dei tragici eventi del 12 novembre 2003 a Nassirya. Con loro il giorno dell’attentato c’era anche uno degli istruttori del corso,

il 1° maresciallo infermiere Vincenzo Perrone della Brigata Marina San Marco che ancora oggi con passione e professionalità trasmette la propria esperienza ai nuovi corsisti.

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Taranto festeggia i 60 anni del ponte girevole La struttura è divenuta un simbolo della città bagnata da due mari di Elisabetta Gramolini

Il passaggio di nave Doria dal ponte girevole.

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’immagine è da film: il canale libero, la folla in festa e il rombo delle salve di saluto esplose dal vicino Castello Aragonese.

Il ponte girevole “San Francesco di Paola” di Taranto ha festeggiato così lo scorso 10 marzo i primi 60 anni dalla fondazione. L’importante anniversario è stato celebrato dalla Marina Militare con il passaggio del cacciatorpediniere classe Orizzonte Doria, prima in ingresso e poi in uscita. All’evento, hanno partecipato le autorità

locali civili e militari, fra cui il prefetto di Taranto, Donato Cafagna, il sindaco, Rinaldo Melucci, e l’ammiraglio Salvatore Vitiello, capo del Comando Marittimo Sud. Per l’occasione, la fanfara di presidio si è esibita in Corso Due Mari, dove è stata anche allestita una piccola mostra fotografica. Il ponte fu inaugurato dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi nel 1958 e venne intitolato a San Francesco

di Paola perché protettore delle genti di mare e dei pescatori. In realtà quello che vediamo oggi è il riammodernamento dell’originale struttura costruita nel 1887 dalla Società Nazionale delle Officine Savignano che funzionava grazie a turbine idrauliche, alimentate da un grande serbatoio posto sul Castello Aragonese, mentre l’odierno si serve di un meccanismo completamente elettronico. Il ponte è entrato nell’immaginario cittadino ma anche in romanzi e poemi. Come quello che nel 1903 il poeta Gabriele D’annunzio scriveva nelle Laudi del Cielo del Mare della Terra e degli Eroi, dedicata alla città di Taranto: “(…) sul ferrato cardine il tuo Ponte/gira e del ferro il tuo Canal rintrona”.

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Il ricordo di Nazario Sauro

Il progetto “100 porti per 100 anni di storia”

di Alessandro Lentini

Incontriamo l’artefice del progetto, l’ammiraglio Romano Sauro, nipote dell’eroe nazionale Nazario, celebrato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel centenario della ricorrenza del martirio avvenuto a Pola, in Istria, il 10 agosto 1916 Raggiungiamo al telefono l’ammiraglio Sauro. Ammiraglio dove si trova? Mi trovo in navigazione nel basso Adriatico a bordo della mia barca a vela la Galiola III, nome che ricorda inequivocabilmente Nazario Sauro che su quell’isola fu catturato dagli austroungarici durante la Prima Guerra e Mondiale, riconosciuto come suddito austriaco, processato e condannato a morte, per alto tradimento. Esattamente mi trovo tra San Foca e Brindisi con tutte le vele aperte, un buon vento di scirocco, mare formato e una velocità di 7 nodi. Una buona media che mi consentirà di arrivare in porto prima che il sole, nascosto dalle nuvole, sia sceso sotto l’orizzonte dietro il monumento al Marinaio d’Italia.

Cos’è il progetto Sauro100? Il progetto Sauro100 è un viaggio in barca a vela per 100 porti per 100 anni di storia che ha preso l’avvio da Sanremo il 4 ottobre 2016, con tutte le premesse per essere un viaggio affascinante per la ricca miscela di ingredienti storici, ideali, culturali, sportivi, sociali e solidali che ho cercato di unire in fase di ideazione. Il viaggio ha interessato e continuerà a farlo fino a ottobre tutte le regioni costiere italiane in una navigazione lunga due anni, più di 4000 miglia di navigazione e soste in oltre 150 porti; inizialmente dovevano essere 100 ma poi molte associazioni, enti pubblici, scuole, mi hanno chiamato “costringendomi” a cambiare rotta e a fermarmi anche laddove non lo avevo previsto. L’iniziativa nasce da una mia idea, condivisa in famiglia, per commemorare, ma soprattutto ricordare un personaggio simbolo della storia d’Italia di un secolo fa: l’eroe nazionale Nazario Sauro, mio nonno paterno. Il viaggio terminerà , a ottobre 2018

a Trieste, presso la Stazione Marittima dove si trova la statua a Nazario Sauro in concomitanza con la 50^ edizione della storica regata internazionale della Barcolana, a cento anni dalla fine della Grande Guerra.

100, anzi 150 porti sono tutti italiani? Nessuna scelta dei porti è casuale e per questo toccherò anche una ventina di porti stranieri. Andrò a Durazzo in Albania perché mio nonno aiutò i patrioti albanesi a combattere contro l’occupatore ottomano rifornendoli di armi e munizioni; andrò nella città veneta di Cattaro in Montenegro e nei porti istriani di Lussinpiccolo, Abbazia, Pola (ove Sauro fu impiccato), Rovigno, Parenzo (legato a una famosa missione del cacciatorpediniere Zeffiro con Sauro pilota che ridicolizzò gli austriaci) e Capodistria, dove nacque mio nonno Nazario. Spero che nell’occasione si possa scoprire una lapide sulla sua casa natale che ne possa ricordare i suoi natali: c’era già ma fu distrutta dagli jugoslavi alla fine della seconda guerra mondiale. Ora i tempi son cambiati, la Jugoslavia è collassata e la Slovenia è in Europa. Ho scritto al Presidente Mattarella, speriamo si riesca a fare. Passerò anche davanti all’isola della Galiola: cento anni fa, in una notte di tempesta, il sommergibile Pullino diretto a Fiume per l’ennesima beffa alla Marina asburgica si incagliò e Sauro venne arrestato dagli austriaci, che lo impiccarono a Pola. Lei è il comandante, da chi è composto l’equipaggio? “L’equipaggio sono io” rispondo sempre a chi mi pone questa domanda. In realtà, però, non ho mai navigato da solo; non sono un “navigatore solitario”, amo condividere esperienze, emozioni

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e i tanti momenti belli che solo il mare sa offrire come un tramonto o un’alba, un incontro con i delfini. L’equipaggio cambia ogni volta: alla prima tappa è “toccato” far parte del mio equipaggio alla giornalista Lucia Bellaspiga, originaria di Pola, del quotidiano Avvenire, media partner del progetto, e a due studentesse dell’Istituto nautico di Imperia, Felicia ed Emiliana. Ho avuto a bordo anche ragazzi che stavano seguendo un percorso di recupero dalle tossicodipendenze o carcerati minori. Ogni tanto mi raggiunge anche la famiglia: mia moglie Isabella e i miei due figli Francesco e Maria Novella. Insomma, chiunque lo vorrà in questi nove mesi che restano fino alla fine del viaggio potrà imbarcarsi tra un porto e l’altro, al solo prezzo di amare l’avventura e condividerne i valori. In questo modo voglio che sia un viaggio di tutti gli italiani. Il ricordo degli eroi della nostra Nazione è importante, quando ne parla agli studenti quali sensazioni ed emozioni riesce a smuovere in loro? Certi eventi non hanno tempo. Se raccontate, certe vicende possono avere ancora oggi il loro valore d’esempio perché i comportamenti umani, nel bene e nel male, sono ripetibili e i miei racconti credo possano essere d’aiuto per molti giovani per capire che la vita non è fatta

solo di divertimento. Spiegare tutto ciò non è sempre facile; tutte le volte che entro in una scuola ho dell’ansia: saranno interessati ai miei racconti sull’eroe Nazario Sauro e sugli altri eroi della Regia Marina? Faranno domande? Mi capiranno? È come entrare in una fossa dei leoni. È sempre dura. Partendo dalla storia di mio nonno, insisto molto sui valori di libertà, solidarietà, giustizia, impegno, fedeltà, lealtà. Metto insieme racconti e ricordi, storia studiata e vita vissuta. Alla fine, ti rendi conto che li hai attratti, forse affascinati, ti fanno domande, sono curiosi. I giovani sono assettati di valori. Parlando di un eroe, mio nonno, smitizzato dalle retoriche agiografiche del passato e riletto in modo più attuale e moderno, i giovani lo trovano vicino a loro, uno come loro forse perché era un ribelle e anticonformista come sono sempre i giovani. Una studentessa di un liceo, al termine di un mio intervento nella sua scuola, mi disse: “Ho capito che lo scopo del suo viaggiare è quello di lasciare un messaggio di entusiasmo e libertà a noi giovani. Ciò che conta in questo periodo di crisi di valori e sconforto, è nutrire i propri sogni. Io per lo meno ho capito questo dalla storia che ci ha raccontato su Nazario Sauro e su di lei e ne ho ricavato fiducia e forza. La ringrazio molto. Le chiederò l’amicizia su Facebook”.

Ai ragazzi è permesso prendere parte in qualche modo a questo progetto? Da velista ribelle quale sono, so per certo che chi sperimenta le grandi forze naturali del mare non ha bisogno di cercare altrove paradisi artificiali per provare sensazioni forti: il mare le fornisce tutte. Per questo la barca è aperta ai giovani. Molti fino ad ora hanno fatto parte dell’equipaggio anche in Alternanza Scuola Lavoro.Tutti fanno parte di una nutrita e variopinta ciurma che mi accompagna da ben 75 porti. Ce ne saranno altri 60, forse più, e questa ciurma ideale diventerà sempre più numerosa. In barca portano tutto di loro: entusiasmo, paura, alcuni si sentono nel loro ambiente e la scoperta li elettrizza, altri quando arrivano in porto mettono piede a terra, forse, con sollievo. Ma tutti lasciano a bordo un pezzo del loro essere giovani, i loro pensieri sono semplici e genuini, le azioni dirette. C’è qualche aneddoto di cui ha un ricordo particolare? Ne avrei veramente tanti da raccontare ma quello che mi viene in mente ora è un incontro con una bambina di 9 anni di una scuola elementare di Genova cui avevo promesso che chi sarebbe venuto a trovarmi a bordo della mia barca ormeggiata nella darsena del Porto Antico accanto al museo-sommergibile Nazario

Gli eventi nei porti

In tutte le città ho incontrato le scolaresche, raccontando la Grande Guerra sul mare e di Nazario Sauro con l’intento e il desiderio di far emergere non tanto l’eroe quanto gli ideali di solidarietà, impegno civile, libertà e giustizia che ispirarono ogni sua azione e per i quali morì a 36 anni. Fino ad ora sono entrato in circa 200 scuole e incontrato almeno 23 mila studenti, dalle elementari all’Università, compresi alcuni istituti militari tra cui l’Accademia Navale e la Scuola Sottufficiali della Marina Militare diTaranto. La conferenza che propongo – “Nazario Sauro e la Grande Guerra sul mare” – si inserisce nella

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Sauro, gli avrei fatto da guida all’interno del sommergibile e gli avrei donato il berretto speciale del progetto. La bambina venne a vedere barca e museo ma al momento della consegna del berretto mi accorsi che li avevo finiti. Non riuscii sul momento a consolarla, tanta fu la delusione. Mesi dopo ricevetti una sua lettera:“Gentile Ammiraglio Sauro, le scrivo questa letterina per inviarle tre ringraziamenti. Grazie per essere venuto nella mia scuola che si affaccia sul mare e per aver raccontato a noi alunni le gesta del suo patriota ed eroico nonno. Grazie per avermi fatto da guida durante la visita al sommergibile nel Porto Antico di Genova che porta il nome del suo illustre nonno. Ed infine grazie per avermi spedito a casa, come mi aveva promesso, il cappellino bianco con la scritta “SAURO100”. La ringrazio tanto di cuore e un patriottico e

marinaro saluto”. Straordinario. Non nascondo che mi sono commosso.

Ammiraglio, il progetto Sauro 100 si concluderà aTrieste. Sta già pensando ad una seconda edizione? Non ho ancora pensato a cosa “farò da grande”. Molti mi hanno chiesto di scrivere un libro sul viaggio, le esperienze, aneddoti, emozioni. Intanto raccolgo tutto, anche le mie riflessioni al termine di ogni sosta in un taccuino. Finiamo il viaggio prima e poi ne riparleremo.

serie di iniziative culturali evocative dei 100 anni dal primo conflitto mondiale e del sacrificio dei marinai morti in mare e che, al pari dei soldati e degli avieri, hanno contribuito al compimento e alla formazione dell’Unità d’Italia. Ho voluto così recuperare storie, racconti e luoghi della memoria che ben si inquadrano nel processo di costruzione dell’identità europea e della nostra storia nazionale. Oltre a incontrare le scolaresche, presento in teatri, sale comunali o presso le sedi della Lega Navale Italiana e dei Gruppi Marinai d’Italia, il libro che ho scritto con mio figlio Francesco, Nazario Sauro, storia di un marinaio, i cui proventi vanno a una onlus, l’Associazione Peter Pan di Roma, che si occupa di bambini malati di cancro.

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Scopriamo i segreti del linguaggio di bordo, la lettera “F” come: faro, fiocco, forza (di vento e di mare)

Il gergo marinaresco di Alessandro Lentini

Faro

Il faro è uno dei segnalamenti luminosi più importanti, utilizzato fin dall’antichità per segnalare ai marinai i pericoli sulla costa soprattutto durante le navigazioni notturne o “l’atterraggio”, ovvero l’avvicinamento alla costa per l’ormeggio. Costituiti in genere da torri che servono da inconfondibile punto cospicuo della costa emettono una luce quasi sempre bianca con una portata di almeno dieci miglia. La portata di un faro è classificata in base al punto di vista: può essere luminosa se riferita alla distanza massima a cui la luce può giungere se relazionata

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alla potenza del faro e alla trasparenza atmosferica, geografica se invece è calcolata in base alla distanza dalla quale un osservatore vede la sorgente luminosa. La luce emessa dal faro può essere a lampi, a gruppi di lampi, intermittente, scintillante o indicare una lettera con l’alfabeto morse in un ciclo chiamato periodo, alternando la luce che lo caratterizza e l’eclisse, ovvero l’intervallo di oscurità. Oltre ai fari i segnalamenti marittimi comprendono anche i fanali, battelli-faro e boe tra i notturni, mede, briccole (gruppi di pali legati tra loro per le vie navigabili lagunari) e dromi, punti cospicui artificiali sulla costa utili alla navigazione costiera diurna.

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Fiocco

Forza

Il fiocco è una vela triangolare (o latina) issata tra l’albero più a prua di una imbarcazione e l’estremità anteriore dello scafo o del bompresso, se la nave ne è provvista. Nella foto del Mini della Marina Militare Pegaso883 il fiocco è la vela a prora via.

Vento e mare possono essere classificati mediante osservazioni visive sugli effetti che producono (vento) o l’altezza stimata dell’onda (mare). Per il vento la scala di riferimento è stata codificata (e ne prende il nome) dall’ammiraglio francese Beaufort e riporta la descrizione dettagliata degli effetti delle correnti d’aria sul mare. Il settimo grado della scala, per esempio, riporta: vento forte, intensità tra 28 e

33 nodi, il mare si gonfia, la schiuma bianca che si forma al rompersi delle onde viene “soffiata” in strisce che si distendono nella direzione del vento. Meno “romanzata” la scala Douglas, dall’omonimo capitano della Marina Britannica, sviluppata nel 1921 e riferita allo stato del mare. Il terzo grado, ovvero mare forza 3, è descritto come “Mare mosso, altezza delle onde tra 0,5 e 1,25 metri.

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Club Tre Emme Club Tre Emme - Mogli Marina Militare, da 25 anni al servizio del prossimo di Giuseppe Lucafò

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ato a Roma nel 1993 dall'iniziativa di 9 consorti di ufficiali della Marina militare, con la volontà di creare un’associazione per sostenersi a vicenda in maniera organizzata nelle problematiche comuni e soprattutto con la lungimiranza di fornire supporto e accoglienza alle famiglie in caso di trasferimento, il Club Tre Emme - Mogli Marina Militare - rappresenta ancora oggi l'unica associazione italiana di mogli di militari sul territorio nazionale. Le Mogli Marina Militare hanno scelto il colore turchino e, come logo, una barca con le vele spiegate che formano una grande M, entrambi per richiamare la professione dei loro compagni di vita. "Noi mogli di Marina siamo molto importanti per via della capacità di rappresentare sempre un punto di riferimento non solo per i nostri mariti quando lontani ma per tutta la famiglia, soprattutto laddove vi siano dei figli. Pertanto affidabilità e responsabilità sono virtù che devono sempre emergere in maniera determinante in noi", spiega la signora Donatella Piattelli, presidente nazionale del Club Tre Emme. "Noi siamo comunque liete di offrire il nostro aiuto e la nostra solidarietà a una “collega”, per dare una mano a risolvere quei piccoli problemi che ogni trasferimento comporta e che ogni moglie di marinaio della Marina militare, senza distinzione di ruolo e grado, ha affrontato e conosce", é la frase riportata sul loro sito (www.moglimarinamilitare.it) dove é possibile recuperare tutte le informazioni utili e conoscere le innumerevoli iniziative intraprese non solo nella sede centrale di Roma, dove vi è anche la presidente onoraria, incarico assegnato alla moglie del capo di Stato Maggiore della Marina in carica come nel caso della signora Girardelli, ma anche nelle sedi periferiche create nell'arco di questi venticinque anni aVenezia, Livorno, La Spezia e Taranto. L'Associazione infatti é oggi molto più grande rispetto al passato e presenta nel

suo complesso circa 500 socie tra queste sedi distribuite sul territorio nazionale, ciascuna delle quali con una propria presidente delegata, che hanno tutte l'obiettivo principale di fornire supporto al prossimo e facilitarne l'inserimento nella nuova città di destinazione anche in veste internazionale per via, ad esempio, delle iniziative - come il corso di lingua italiana a Roma - che ogni anno sono intraprese a favore delle consorti degli addetti militari e navali esteri accreditati in Italia, all'insegna della condivisione dei valori del mare e dell'amicizia tra Paesi. Per le proprie socie il Club Tre Emme organizza infatti gite, visite culturali, corsi di lingue, attività motorie, intrattenimento, conferenze e cineforum e molte altre iniziative. Il Club Tre Emme però non si ferma qui perché nel corso degli anni l’Associazione ha dovuto parzialmente modificare e integrare i propri obiettivi per adattarsi ad una realtà in continuo mutamento e ha, pertanto, inserito tra gli scopi sociali anche

Roma, 26 marzo 2018. Le componenti del Club Tre Emme durante una visita al Comando in Capo della Squadra Navale.

la beneficenza e il volontariato, sempre indirizzato all’interno della Marina militare. Come sottolineato dalla signora Piattelli "In questa veste il Club fa parte del punto di monitoraggio permanente nel settore assistenziale dello Stato Maggiore della Marina e, grazie alle segnalazioni ricevute, fornisce alle volte anche sostegno psicologico e pratico alle famiglie in difficoltà. Sono state istituite quest’anno per la prima volta delle borse di studio e dei bonus bebè in collaborazione con l’Istituto Andrea Doria. A settembre le Mogli Marina Militare festeggeranno ufficialmente il venticinquennale con l'augurio che, quanto fatto fino ad oggi, possa proseguire incessante nel tempo ad opera di molte nuove socie che vorranno unirsi a loro.


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