A n n o L X I I - n o v e m b r e 20 1 5 - € 2, 00
n o T I Z I A r I o
della
M ARINA
dal numero di:
N OVEMBRE 1965
Copertina del Notiziario della Marina: Il cacciatorpediniere lanciamissili Intrepido in navigazione.
La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti
CINQUANT’ANNI
FA . . .
In alto: Roma, 4 novembre 1965. Il ministro della Difesa, on. Andreotti, il C.S.M. della Difesa, gen. Rossi, i capi di Stato Maggiore delle FF.AA. rendono omaggio alla tomba del Milite Ignoto.
In alto: le fregate Aldebaran e Andromeda ormeggiate a Portoferraio al termine della campagna addestrativa.
La nave scuola Amerigo Vespucci alla fonda a Livorno al termine della campagna d’istruzione. A destra: i dragamine all’ormeggio alla Calata Zingari del porto di Genova durante la cerimonia della consegna della bandiera di combattimento al dragamine Edera.
inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com
MARINA N O T I Z I A R I O
T E S TATA
M A R I N A M I L I TA R E 1954
GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L
I SCRIZIONE :
R EGISTRAZIONE :
Tribunale di Roma
n. 396/1985 dell’8 agosto1985
PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE
Antonio COSENTINO
REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:
Antonio DOVIZIO, Cristopher SCARSELLA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE
E
R EDAZIONE :
Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina
Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 00196 Roma tel. 06.3680.5556 e-mail: notiziario.marina@gmail.com Segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003
N ORME
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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica, organo di informazione e comunicazione della Forza Armata. La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, investono la diretta responsabilità dell’autore, rispecchiandone le idee personali. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (in formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione. La Direzione si riserva il diritto di dare all’articolo il taglio ritenuto più opportuno.
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Editoriale - di Antonio Cosentino
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Per sempre “veloce e veemente” - di Alessandro Lentini
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Sitrep
In mare al servizio della Nazione - di Marco Forgiarini
4 novembre: l’Italia ringrazia i propri militari - di Cristopher Scarsella Nave Carabiniere riceve la visita del presidente della Repubblica durante la sosta in Oman - di Cristopher Scarsella Al via l’anno accademico - di Antonio Cosentino La Marina per Telethon - di Pasquale Prinzivalli
La Brigata Marina San Marco oggi - di Marco Maccaroni, Massimiliano Grazioso, Massimo Goio, Roldano Lamberti, Alessandro Scalinci
Il soccorso agli equipaggi dei sommergibili - di Giampaolo Trucco Il relitto dello Scirè, un sacrario italiano da tutelare -
Stampa: Tipografia Facciotti - Roma
chiuso in redazione il 2 dicembre 2015
di Giampaolo Trucco
17 novembre 1860: la nascita della Marina Militare, primo passo dell’Unità d’Italia - di Marco Sciarretta Raffaele Paolucci - di Desirèe Tommaselli
Il mese in immagini - di Pasquale Prinzivalli Marisicilia Cup - di Nicola Lombardo
Merak, un Dolphin vincente - di Pasquale Prinzivalli Al via il primo corso Full-D - di Salvo Consoli In copertina: L’ultimo equipaggio di nave Maestrale schierato a prora dell’unità, durante la sua campagna navale di saluto al Paese (foto Silvio Scialpi).
M ARINA M ILITARE www.marina.difesa.it App NewsMM MarinaMilitareOfficialPage @ItalianNavy marinamilitareofficial
LA COLLABORAZIONE A QUESTO NUMERO SI RINGRAZIA :
Alessandro Lentini, Marco Forgiarini, Marco Maccaroni, Massimiliano Grazioso, Massimo Goio, Roldano Lamberti, Alessandro Scalinci, Giampaolo Trucco, Carlo Disma, Marco Sciarretta, Desirèe Tommaselli, Nicola Lombardo, Salvo Consoli. Per i contributi fotografici: Silvio Scialpi, Gianluca Girolami, Francesco Ammendola, Fabio Maggiore, Corrado Carrubba, Giuseppe Micolani, Maurizio Lapera, Massimo Sestini, Maurizio Flamini, Gabriele Lenzi, Massimo Stotani, Salvo Consoli, Biblioteca Nazionale di Napoli, Ufficio Storico della Marina Militare, Museo Storico Navale, la sezione Cinefoto dell’UPICOM.
Sommario
In quarta di copertina: Costruito sugli scatti dei “nostri marinai”. Per l’acquisto del calendario 2016 visita il sito www.marina.difesa.it
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Editoriale di Antonio Cosentino
M ARINA N O T I Z I A R I O
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n un clima internazionale tutt’altro che sereno, anche quest’anno abbiamo ribadito l’indissolubile legame che unisce le Forze Armate alla nazione in occasione della festa del 4 novembre. Data storica che riporta a mente il momento in cui l’Italia si risollevò “con fede incrollabile e tenace valore” nel primo conflitto mondiale. Dopo cento anni, le stesse Forze Armate si pongono ancora a baluardo di difesa e sicurezza del Paese operando nel proprio elemento naturale, così la Marina tira già le somme di otto mesi di operazione “Mare Sicuro” e nel frattempo non manca di essere vicina alla popolazione con gli eventi che, per esempio, hanno visto recentemente nave Maestrale ospite dei principali porti italiani. Ruolo tutt’altro che secondario, quello della rappresentanza: basti pensare che le navi italiane sono ambasciatrici del nostro territorio anche all’estero; nave Carabiniere ha ricevuto, infatti, la visita del presidente
della Repubblica durante la sosta in Oman, nel corso dell’operazione “Atalanta”. L’eccellenza rappresentata oggi dalla Marina è naturalmente frutto di percorsi sempre più affinati, il principe dei quali è iniziato anche quest’anno in Accademia Navale con la cerimonia di apertura dell’anno accademico. Percorsi formativi che portano all’assegnazione del personale a bordo o in reparti specializzati, pensiamo alla Brigata Marina San Marco, ai sommergibili o ai palombari, dei quali si parla in questo numero. Oggi la Marina è sempre più “per il sociale”, dalla collaborazione con Telethon alla sensibilizzazione per la giornata contro la violenza di genere, dallo sport all’ambiente, e per il mantenimento in vita dei Valori che ci contraddistinguono, condensati nelle molte vicende che l’hanno vista protagonista nel corso dei decenni. Ovviamente in questo numero di forte connotazione
storica non potevano mancare i ricchi approfondimenti sulla nascita della Marina, su navi come il vecchio sommergibile Scirè e sui suoi uomini più grandi, come Raffaele Paolucci, esempi che sempre seguiremo per trovare la rotta migliore, per il bene della Forza Armata e del Paese. Buona lettura!
Venezia 6 novembre 2015. Nave Maestrale alla fonda nel Canal Grande, a prora è visibile la Basilica di Santa Maria della Salute. (foto Silvio Scialpi).
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oceano atlantico
SITREP ULTIMA
CAMPAGNA
novembre
NAVE MAESTRALE
2015
Campagna navale di saluto alla popolazione in vista della prossima dismissione dell’unità Fregata MAESTRALE Porti toccati: Trieste, Venezia, Ancona, Bari, Catania, Napoli, Gaeta, Civitavecchia
BONIFICHE
ORDIGNI IN MARE
Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare
ma r
Personale Gruppo Operativo Subacquei Personale Nucleo SDAI
EUNAVFOR - MED EUROPEAN UNION NAVAL FORCE
Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo Portaerei CAVOUR/Portaeromobili GARIBALDI (flagship) Nr. 2 EH-101 imbarcati
OPERAZIONE MARE SICURO Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali Fino a 5 unità navali: Cacciatorpediniere DUILIO Fregate FASAN (flagship), EURO, ALISEO Pattugliatore di sqaudra AVIERE Pattugliatori BETTICA, CIGALA FULGOSI
mar mediterraneo
VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori 1 Pattugliatore/Corvetta: BORSINI, SPICA, ORIONE
RICERCA/RECUPERO
RELITTO
Attività di ricerca e recupero del relitto dell’imbarcazione affondata nello Stretto di Sicilia il 18 aprile 2015 Cacciamine TERMOLI, MTC TREMITI Personale Gruppo Operativo Subacquei
JOINT OPERATION TRITON
NATO FORACS
Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX
NATO FORCES SENSOR AND WEAPON ACCURACY CHECK SITE Progetto multinazionale NATO di calibrazione dei sensori di bordo
Personale MM presso ICC Pratica di Mare
Fregata MARGOTTINI
MCCID MALTA Missione italiana di collaborazione nel campo della Difesa Personale Marina Militare
ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA
mare terra
n
ar
UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON
Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare
OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico Gruppo Operativo Incursori
COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)
n er o
Personale Marina Militare
OPERAZIONE RESOLUTE SUPPORT Missione NATO di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO, Gruppo Operativo Incursori
M.F.O. golfo arabico
MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS
Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA, Personale Brigata Marina SAN MARCO
oceano indiano
BMIS GIBUTI BASE MILITARE ITALIANA DI SUPPORTO IN GIBUTI
Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta Personale Marina Militare
EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA EUROPEAN UNION NAVAL FORCE
Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Fregata CARABINIERE (flagship)
EUCAP NESTOR
Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles) Personale Marina Militare
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con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina
per sempre “VELOCE E VEEMENTE”
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di Alessandro Lentini
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E' un onore essere l'ultimo comandante di questa nave carica di storia
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capitano di fregata Giuseppe Rizzi
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ave Maestrale è quasi al termine della sua ultima fatica, l'ultima campagna navale prima di essere dismessa. Partita da Chioggia, dove ha presenziato alla manifestazione Ottobre Blu, ha portato il saluto alla Nazione nei porti di Ortona, Trieste, Venezia, Ancona, Bari, Catania, Napoli, Gaeta e Civitavecchia ricevendo in cambio il calore e l'affetto di chi già conosceva questa unità storica della Marina, ma anche e soprattutto di chi non ne aveva ancora sentito parlare. Durante questa ultima campagna nave Maestrale ha ospitato numerosi convegni, conferenze e workshop. Tra queste spiccano la conferenza sulla Macro-Regione Adriatico-Jonica tenutasi ad Ortona con relatori d'eccezione come i presidenti delle regioni Marche e Abruzzo ed il convegno triestino dal titolo “La Marina Militare – una opportunità per le imprese” condotta dall'ammiraglio Camerini, Comandante Marittimo Nord, davanti ad una platea composta dalle piccole e medie imprese del nordest. La sosta a Bari, a due passi dal relitto del Norman Atlantic, è stata caratterizzata da un workshop sulla sicurezza maTrieste, 5 novembre 2015. L’ultimo equipaggio di nave Maestrale. (foto Silvio Scialpi).
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Grazie a questa campagna navale ho potuto capire quanto l'Italia è affezionata alla Marina Militare e alla sua storia capitano di corvetta Raffaele Carputo
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rittima incentrati sul ruolo della Marina Militare in questo campo partendo proprio dal salvataggio effettuato quasi una anno fa in Adriatico sul traghetto. I Consoli delle nazioni che avevano passeggeri a bordo del Norman Atlantic hanno portato la loro testimonianza ed il ringraziamento a chi ha contribuito al salvataggio di oltre 400 vite dal traghetto in fiamme, prima tra tutti la Marina Militare.
Molti personaggi di spicco hanno avuto il piacere di visitare nave Maestrale nei porti italiani, come l'autore dei libri di Corto Maltese Marco Steiner che, a Venezia, si è intrattenuto con gli allievi della scuola militare Morosini per un discorso informale sul mare, tra fantasia e realtà. Le squadre di calcio del Napoli, Bari e Catania, le ragazze della squadra di basket di A1 Famila Schio e la squadra di Rugby Amatori Catania hanno donato maglie firmate da tutti i giocatori per essere messe all'asta e contribuire così alla raccolta fondi di Telethon, campagna portata avanti da nave Maestrale in ogni porto visitato. A Gaeta si è svolto a bordo della nave un convegno con il Sindaco della città e le imprese, lo stesso giorno l’unità ha raggiunto Civitavecchia dove è stata accolta dall'affetto della gente. Nave Maestrale ormeggiata di fronte a piazza San Marco. (foto Silvio Scialpi).
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Essere il militare con più periodo d'imbarco sul Maestrale è emozionante, ma porta con se una grande responsabilità 1° maresciallo Giovanni Savarese
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Le immagini in questa pagina sono state scattate da Silvio Scialpi.
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i volti del Maestrale
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Domenica 29 dicembre una grande folla ha assistito all'esibizione del Plotone Alta Rappresentanza della Brigata Marina San Marco e della Banda della Marina Militare sul lungomare di Civitavecchia. Sempre nel “porto di Roma” si è svolto a bordo della nave un importante convegno sulla sicurezza marittima organizzato dalla Forza Armata e dall'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG). Restano solo le importanti tappe di Livorno e La Spezia al termine di questa campagna navale. Nella città toscana nave Maestrale sosterà nei giorni del giuramento solenne degli allievi dell'Accademia Navale mentre a La Spezia la
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L'ultimo Ammaina Bandiera sarĂ una cerimonia che sentiremo tutti in modo particolare sottotenente di vascello Valentino Palma
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Alcuni momenti delle visite a bordo di nave Maestrale nei porti di Ancona, Bari, Catania, Civitavecchia. Le immagini in questa pagina sono state scattate da Gianluca Girolami.
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nave avrà un ultimo saluto prima della inevitabile dismissione. Continua, inesorabile, l'impoverimento della Squadra Navale e la lista di navi dismesse non accenna a diminuire: dopo le corvette Minerva e Sibilla, i cacciamine Lerici e Sapri e il pattugliatore Granatiere, nave Maestrale è la sesta unità a lasciare il naviglio militare con la cerimonia dell'ultimo ammaina bandiera. Una cerimonia simbolica per una delle navi che ha fatto la storia della Marina degli ultimi trent'anni e che al termine della sua vita operativa, nella campagna di “Diplomazia Navale verso la Nazione”, usando le parole del capo di Stato Maggiore, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ha onorato l'Italia in un congedo toccante e malinconico.
Segui la campagna navale sul sito www.marina.difesa.it
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In mare al servizio della Nazione
Incontriamo l’ammiraglio Paolo Pezzutti, comadante dell’operazione Mare Sicuro
L’operazione Mare Sicuro, nei suoi 8 mesi di operatività, ha effettuato in area di operazioni 235 eventi S.A.R. su gommoni e barconi con migranti a bordo, salvando più di 34.500 vite umane.
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di Marco Forgiarini
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mmiraglio le unità di Mare Sicuro partecipano alle operazioni di salvataggio dei migranti? Le unità del dispositivo Mare Sicuro sono coinvolte molto spesso in eventi di ricerca e soccorso. Anche se questo non è un obiettivo della missione, i nostri equipaggi sono orgogliosi di poter contribuire con il loro lavoro a salvare vite umane. Non dobbiamo dimenticare che la salvaguardia della vita umana in mare, oltre ad essere un dovere legale, previsto dalle norme che regolano il diritto internazionale, è un dovere morale e un principio che accomuna i marinai. Le unità navali di Mare Sicuro hanno avviato una proficua collaborazione con l’unità della Marina irlandese che opera sotto comando nazionale nelle acque antistanti la Libia anche grazie al reciproco scambio di ufficiali di collegamento.
Ricorda un evento in particolare? Mare Sicuro ha visto la sua massima operatività durante l’azione denominata “Twins”. Il giorno 21 ottobre 2015 il cacciatorpediniere Durand De La Penne, aveva intercettato due imbarcazioni sospette, intente in attività di rimorchio e prive di bandiera a circa 90 miglia nautiche a nord-ovest della città libica di Derna. All’alba nave Fasan, unità di bandiera del dispositivo, e nave Durand De La Penne hanno dato inizio all’azione. Le due unità, con i team specialistici di incursori e militari della Brigata Marina San Marco imbarcati, sono intervenute sui natanti sospetti fermando i 17 membri dell’equipaggio, presunti scafisti. L’evento è stato un perfetto esempio di quanto sia stato efficace il coordinamento con la Procura di Siracusa e l’Autorità Giudiziaria. L’azione è stata possibile solo grazie alla eccellente collaborazione realizzata nella circostanza. Come si raggiungono successi come quelli ottenuti nell’azione “Twins” ? Il successo dell’azione è stato realizzato attraverso un lavoro metodico, costante ed altamente professionale che ha visto operare i nostri equipaggi per costruire nel tempo una chiara comprensione dell’ambiente operativo, dei pattern implementati dai trafficanti e delle loro modalità di lavoro. Gli equipaggi delle unità navali, degli aeromobili, i militari dei team specialistici, incursori e Brigata Marina San Marco, hanno dimostrato l’altissimo livello di professionalità raggiunto mediante l’intenso addestramento a cui sono sottoposti quotidianamente.
al 12 marzo 2015, l’Italia ha schierato un dispositivo aeronavale con il compito di svolgere attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale in prossimità delle coste libiche. L’operazione, nata come “Dispositivo Navale di Sorveglianza e Sicurezza Marittima” per il Mediterraneo centrale e successivamente, dal 15 aprile 2015, denominata “Mare Sicuro”, vede l’impiego di assetti aeronavali della Marina Militare con il concorso dell’Aeronautica Militare. A seguito dell’aggravarsi della crisi libica, la nostra Forza Armata, con l’operazione Mare Sicuro, conduce attività di sorveglianza e protezione dell’ambiente marittimo per la tutela degli interessi nazionali come la libertà e la sicurezza della navigazione lungo le vie di comunicazione, la protezione della flotta peschereccia italiana in area, delle unità navali della Capitaneria di Porto o altri mezzi nazionali intenti in operazioni di soccorso, nonché delle piattaforme energetiche di interesse. Fondamentale per il conseguimento di tali obiettivi è la raccolta informativa inerente le organizzazioni terroristiche criminali e la deterrenza ed il contrasto alle organizzazioni dedite alla tratta di esseri umani e ai traffici illeciti. A causa della forte instabilità geo-politica presente nel continente africano, in particolare in Libia e nelle regioni sub-sahariane, il fenomeno dell’immigrazione clandestina si è sensibilmente intensificato, pertanto anche le unità del dispositivo Mare Sicuro sono coinvolte in eventi di ricerca e soccorso per la salvaguardia della vita umana in mare. Il coordinamento in mare con tutti gli attori presenti nell’area è eccellente e motivo di grande soddisfazione, primo Mar Mediterraneo, 21 ottobre 2015. La fregata multi-missione Fasan impegnata nell’azione “Twins”, durante la quale, insieme al cacciatorpediniere Durand De La Penne, ha intercettato due imbarcazioni sospette.
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Sono oltre mille i militari che ogni giorno garantiscono la salvaguardia della vita umana in mare e il contrasto ai traffici illeciti.
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Mar Mediterraneo, 12 settembre 2015. I mezzi navali minori della fregata multi-missione Bergamini in addestramento durante l’operazione Mare Sicuro.
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fra tutti il rapporto con gli assetti di Eunavfor Med recentemente entrata nella seconda fase dell’operazione, ma anche con Frontex, le O.N.G., tra cui Medici Senza Frontiere, e la Capitaneria di Porto. Il dispositivo, al comando del contrammiraglio Paolo Pezzutti, è costituito attualmente da quattro unità navali della Marina che operano in
maniera continuativa in mare, garantendo in tal modo un elevatissimo livello di operatività, per complessivi 750 militari circa, tra cui i team specialistici composti da militari della Brigata di Marina San Marco e incursori di Marina. Il dispositivo ha dimostrato, in più circostanze, di svolgere un efficace contrasto ai traffici illeciti sul mare.
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4 novembre: l’Italia ringrazia i propri militari
di Cristopher Scarsella
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Istituita nel 1922, la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate è l’unica festa nazionale che ha attraversato i periodi dell’Italia liberale, fascista e repubblicana
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Nella pagina accanto: Roma, 4 novembre 2015. La Bandiera di Guerra della Marina Militare e delle Forze Navali, accompagnata dal capo di Stato Maggiore della Marina, si appresta a ricevere l’onorificenza dell’Ordine Militare d’Italia (foto Francesco Ammendola).
In alto: il presidente della Repubblica decora la Bandiera di Guerra della Marina Militare e delle Forze Navali con la prestigiosa onorificenza dell’Ordine Militare d’Italia (foto Francesco Ammendola). Sopra: il presidente della Repubblica consegna l’importante riconoscimento dell’Ordine Militare d’Italia all’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli (foto Francesco Ammendola).
a guerra contro l’AustriaUngheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. […] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”. Con queste parole, il comandante delle forze armate italiane, il generale Armando Diaz, comunicava il 4 novembre 1918 la fine della Grande Guerra e la vittoria da parte dell’Italia. Un evento eccezionale, una delle più belle pagine di storia scritte da combattenti e da militari che hanno dedicato la propria vita alla loro, alla nostra Patria. Non a caso nel 1922 fu scelta proprio questa data per l’istituzione della giornata delle forze armate, l’unica festa nazionale che ha attraversato indenne le età dell’Italia li-
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Il presidente della Repubblica consegna l’importante riconoscimento dell’Ordine Militare d’Italia al capitano di corvetta Alessandro Nalesso (foto Francesco Ammendola).
Sotto: Ancona, 4 novembre 2015. La città rende omaggio ai caduti presso il monumento a loro dedicato.
Nella pagina accanto: Augusta, 4 novembre 2015. Il comandante marittimo della Sicilia, contrammiraglio Nicola De Felice e il sindaco di Augusta, avv. Maria Concetta Di Pietro rendono omaggio ai caduti presso il monumento a loro dedicato (foto Fabio Maggiore).
berale, fascista e repubblicana. Anche quest’anno le celebrazioni si sono svolte sull’intero territorio nazionale, nonché sulle unità navali in porto e in missione. A Roma il suggestivo passaggio delle frecce tricolori su piazza Venezia, mentre la banda dell’Esercito ha più volte eseguito l’inno di Mameli. Poi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto la tradizionale corona d’alloro, omaggio al Milite Ignoto e a tutti i caduti in guerra. Alla cerimonia erano presenti le massime autorità dello Stato, il ministro della Difesa, sen. Roberta Pinotti, il commissario di Roma, Francesco Paolo Tronca con fascia tricolore. Presente anche la Bandiera di Guerra della Marina Militare e delle Forze Navali che, accompagnata dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, è stata insignita della decorazione di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, per la “straordinaria abnegazione, professionalità ed eccezionale umanità” dimostrate dagli equipaggi impegnati nell’operazione Mare Nostrum. Il presidente della Repubblica ha poi proseguito le celebrazioni al Quirinale, dove ha consegnato le prestigiose onorificenze dell’Ordine Militare d’Italia ai militari che si sono contraddistinti in azioni compiute durante le operazioni militari, che abbiano dato sicure prove di perizia, di senso di responsabilità e di valore. Per la Marina Militare hanno ottenuto l’importante riconoscimento l’ammiraglio Binelli Mantelli, capo di Stato Maggiore della Difesa dal 31 gennaio 2013 al 27 febbraio 2015 e il capi-
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La comunità internazionale unanimemente riconosce ai nostri uomini e alle nostre donne in uniforme grande preparazione professionale, umana e straordinaria capacità di interazione con il tessuto sociale locale.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
tano di corvetta Nalesso, comandante del sommergibile Scirè nel periodo aprile 2013 – dicembre 2014. Il ministro della Difesa, nel prendere la parola, ha ricordato quanto sia fondamentale che “questo lavoro così importante per la sicurezza del Paese, svolto a volte
anche in paesi lontani dal nostro, sia compreso da tutti i cittadini, perché i militari sono al servizio di tutta la popolazione”. Il presidente della Repubblica ha voluto poi ricordare “con rinnovata commozione il sacrificio di tanti giovani chiamati alle armi, le cui vite ven-
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nero spezzate nell’immane tragedia e le sofferenze delle popolazioni civili coinvolte negli eventi bellici”.
Vai alla notizia web sul sito www.marina.difesa.it
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Nave Carabiniere
riceve la visita del presidente della Repubblica durante la sosta in Oman
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di Cristopher Scarsella
a guardia va tenuta alta, come sempre. Ma l’obiettivo della restituzione di questi mari alla legalità e alla libertà di navigazione ora è più vicino, anche grazie a voi. È con piacere che esprimo a tutti voi e a coloro che hanno operato su questi mari per lunghi anni, il mio apprezzamento e la riconoscenza del Paese”. Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha espresso un sentito riconoscimento all’equipaggio della fregata multi-missione Carabiniere, per quanto fatto nelle acque dell’Oceano Indiano. La nuova unità, quarta unità del programma italo-francese FREMM (fregate europee multi-missione), impegnata nell’operazione europea Atalanta di contrasto alla pirateria marittima, ha ricevuto la visita del capo dello Stato durante la sosta operativa nel porto di Mascate (Oman), lo scorso 11 novembre. Ad accogliere il presidente della Repubblica, il contrammiraglio Stefano Barbieri, comandante della task force 465 e il capitano di fregata Francesco Saladino, comandante dell’unità. Durante la permanenza a bordo, il capo dello Stato ha avuto modo di visitare i principali locali operativi e logistici dell’unità, apprezzando l’avanguardia tecnologica dei sistemi di bordo. Durante la visita, inoltre, sono state illustrate le principali caratteristiche e i risultati positivi ottenuti dall’operazione europea Atalanta, a cui l’Italia fornisce un importante contributo in termini di uomini e mezzi.
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Nella pagina accanto, da sinistra: Mascate (Oman), 11 novembre 2015. Il presidente della Repubblica saluta ed esprime il suo apprezzamento all’equipaggio, in presenza del comandante dell’unità, capitano di fregata Francesco Saladino. Il presidente Mattarella firma il libro di Quadrato in presenza del comandante della task force 465, contrammiraglio Stefano Barbieri e del comandante dell’unità, capitano di fregata Francesco Saladino.
Il capo dello Stato riceve un modellino della fregata multi-missione Carabiniere e il berretto dell’unità dal contrammiraglio Stefano Barbieri, comandante della task force 465. Sullo sfondo: nave Carabiniere in navigazione in un’immagine di repertorio.
Esprimo a tutti voi “ e a coloro che hanno operato su
questi mari per lunghi anni il mio apprezzamento e la riconoscenza del Paese
”
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
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Al via l’anno accademico di Antonio Cosentino
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Quello che deve fare l’Accademia è selezionare una classe di comandanti e dirigenti, di conduttori di uomini, deve essere soprattutto una palestra di virtù morali e della conoscenza tecnica per sviluppare la capacità di leadership. Già in Accademia vedete tra di voi quali sono i leader, sono normalmente persone generose, coraggiose e altruiste, questi sono i tratti fondamentali di un buon leader, cioè essere capaci di guidare gli altri e assumersi delle responsabilità, e questa è una delle cose più complicate e rare”. Così ha esordito il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio De Giorgi, durante l’apertura dell’anno accademico 2015-2016 a Livorno, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Graziano, degli addetti militari e navali esteri accreditati in Italia e alte autorità civili e militari. L’ammiraglio De Giorgi ha tracciato le linee su cui si sta muovendo la Marina in questo momento storico di contrazione, ma nel contempo anche di rinnovamento della flotta. Ha esortato gli allievi ad assaporare l’esperienza che l’Accademia dà nei rapporti umani, la capacità di sviluppare e coltivare relazioni umane basate sulla lealtà e fiducia reciproca e l’appartenenza da subito all’equipaggio. “La cultura dell’equipaggio ci segna per nostra fortuna per tutta la vita. E’ Il motto “Patria e onore” sul frontone della facciata interna dell’edificio dell’Accademia. In primo piano il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Graziano e il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio De Giorgi. Nella pagina a destra: il capo di Stato Maggiore della Difesa firma il libro d’onore; frequentatori del 4° anno intenti a seguire il discorso pronunciato dall’ammiraglio De Giorgi.
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Dalla nostra coesione e dalla nostra unione nasce la nostra forza, la nostra capacità e il futuro della Marina sta nei nostri cuori.
sulla nave che noi diventiamo marinai. Dentro questa parola marinaio, c’è un po’ tutto di quello che siamo, c’è la capacità di affrontare il mare, di stare insieme, di aiutarsi, di non lasciare mai indietro nessuno”. Il capo di Stato Maggiore ha introdotto altri aspetti legati alla formazione, alla vita di bordo, al cercare di capire gli altri, alla gestione e conoscenza del personale. Poi, rivolgendosi ai futuri ufficiali, ha pronunciato: “Voi dovete ogni giorno della vostra vita porvi un obiettivo importante, ricordatevi che potete ingannare i superiori ma non i vostri uomini”. Nel corso della cerimonia sono stati conferiti i tradizionali riconoscimenti agli ufficiali e allievi dei corsi normali che si sono particolarmente distinti negli studi durante lo scorso anno accademico con la consegna di alcuni premi promossi da alcune marine straniere. Ascolta il discorso integrale sul canale ufficiale Youtube della Marina Militare (ItalianNavy)
Il capo di Stato Maggiore della Marina
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Apertura dell’anno accademico 2015-2016 per i futuri ufficiali di Marina
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La Marina per Telethon
Guarda il concerto sul sito www.marina.difesa.it
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La banda musicale della Marina Militare in concerto a Roma a sostegno della ricerca contro le malattie genetiche, in una serata di beneficenza accanto a Telethon
di Pasquale Prinzivalli
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lla guida del maestro capitano di fregata Antonio Barbagallo, alla presenza di autoritĂ civili e militari, fra cui il ministro della difesa Roberta Pi-
notti, il ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi, il capo di Stato Maggiore della Difesa generale Claudio Graziano e il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, si è esibita nella sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco
Roma, Auditorium Parco della Musica, 11 novembre 2015. La banda musicale della Marina sul palco della sala Santa Cecilia insieme ai rappresentanti dei reparti della Marina al termine dell’evento di beneficenza a favore di Telethon. (foto Maurizio Flamini).
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Penso che il significato di questa serata sia molto importante. Al di là della serata di intrattenimento musicale, c’è un’efficacia che va oltre l’evento in se, cioè quello di esaltare e di potenziare la coesione fra di noi, un momento di armonia e di vicinanza reciproca. C’è l’intenzione di fare insieme qualcosa di importante per Telethon, che porta avanti una crociata contro le malattie genetiche. Noi marinai non lasciamo nessuno indietro in mare e non vorremmo lasciare nessuno indietro nella vita.
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Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi
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L’esibizione della banda musicale della Marina diretta dal maestro Antonio Barbagallo (foto Gabriele Lenzi); in basso: da sinistra, il generale Claudio Graziano, la sen. Pinotti, l’on. Maria Elena Boschi, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi assistono all’esibizione della banda musicale della Marina. (foto Massimo Stotani). Nella pagina accanto: le presentatrici del concerto, Elisabetta Galati (a sinistra) e Francesca Vallerga. (foto Gabriele Lenzi).
della Musica di Roma la banda musicale della Marina Militare, nel concerto annuale a favore di Telethon. In apertura di serata la suggestiva esibizione del plotone di alta rappresentanza del terzo reggimento San Marco, a seguire l’inno di Mameli e le melodie di Rossini, Verdi, Webber, Morricone
e Zimmer per passare poi a Carlos Santana i Queen, Gershwin ed i Blues Brothers. Grande è stata la risposta del pubblico presente che ha sostenuto la campagna di raccolti fondi “Io sostengo la ricerca con tutto il cuore”, donando a Telethon 11 mila euro e ricevendo in cambio i Cuori di Cioc-
colato, simbolo della campagna. Al termine del concerto, a testimonianza dell’impegno sociale e umanitario profuso dalla Marina MIlitare a favore della ricerca contro le malattie genetiche, l’ammiraglio De Giorgi ha sottolineato la coesione tra la Forza Armata e Telethon.
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La Brigata Marina San Marco oggi
In queste pagine un ampio servizio dedicato alla Brigata Marina San Marco, radicalmente ristrutturata negli ultimi due anni.
Trasformazione, obiettivi conseguiti, progetti futuri e impiego delle risorse: questi i temi trattati nel corso dell’intervista all’ammiraglio Guerrisi, comandante della Brigata Marina San Marco.
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di Marco Maccaroni
Ammiraglio, due anni fa la BMSM ha subito una trasformazione radicale. Com’è articolata oggi la componente anfibia nazionale?
La Brigata Marina San Marco è oggi una moderna e flessibile Unità Operativa d’Assalto Anfibio ampiamente ristrutturata, dalle forti connotazioni marittime e presente su tutto il territorio nazionale, grazie agli uomini del 3° reggimento San Marco. La forza della Brigata è indiscuti-
bilmente rappresentata dai fucilieri di Marina, marinai formati ed addestrati che sono un chiaro moltiplicatore di forza integrandosi a bordo delle nostre unità navali per le missioni di tutti i giorni. Il caro e glorioso Battaglione San Marco è cresciuto tanto da essere oggi una Brigata con connotazioni operative accresciute ed in grado di svolgere sul territorio nazionale ed in ambito internazionale importanti missioni che vanno dalla difesa delle installazioni e dei siti sensibili della nostra Marina al raid anfibio, al concorso in ambito antipirateria – grazie alla capacità di boarding - fino al combat support in operazioni di Forze Speciali.
Lo scopo di una tale importante ristrutturazione è stato di accrescere le capacità operative generali per far fronte in maniera sempre più efficace alle dinamiche esigenze operative della nostra Forza Armata. I comandi dipendenti dalla Brigata che hanno sede a Brindisi sono il 1° reggimento San Marco, il 2° reggimento San Marco, il Quartier Generale della Brigata, il Gruppo Mezzi da Sbarco e il Battaglione Scuole Caorle; invece il 3° reggimento San Marco, il cui comando ha sede presso la caserma Lante a Roma, ha il suo personale presente su tutto il territorio nazionale a difesa delle basi della nostra Marina.
Quali sono i risultati del cambiamento in termini di obiettivi conseguiti e capacità operative acquisite?
La componente operativa della Brigata Marina San Marco è composta dai tre reggimenti operativi e dal Gruppo Mezzi da Sbarco. Tali comandi hanno assunto nuove capacità operative e specializzazioni: - il 1° rgt. San Marco ha avviato un processo addestrativo intenso mirato all’innalzamento della capacità operativa delle proprie unità che sono ora in grado di condurre operazioni anfibie tipo raid dal mare, con grande rapidità, potenza di
fuoco e capacità di manovra; connotazione, questa, delle forze anfibie con capacità Commando. L’obiettivo programmato è che tutto il 1° reggimento acquisisca tale capacità. Inoltre, è stato sviluppato un ulteriore progetto addestrativo in coordinamento con gli operatori del Gruppo Operativo Incursori del COMSUBIN, mirato ad acquisire una capacità di supporto al combattimento proprio delle Forze Speciali della Marina. - Il 2° rgt. San Marco ha anch’esso avviato Suggestiva immagine dei Fucilieri di Marina mentre scrutano l’orizzonte.
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un intenso processo addestrativo nell’ambito delle operazioni di boarding e sta, così, accrescendo con specifiche attività (moduli addestrativi avanzati) l’operatività delle sue unità di boarding team, dalla capacità non cooperativa, a quella obstructed, fino alla capacità opposed. Anche in questo caso, tali progressi sono stati possibili grazie al supporto operativo fornito dal personale Incursore del COMSUBIN. - Nell’ambito della riorganizzazione della Brigata San Marco, il 3° rgt. San Marco, il cui compito principale è di concorre alla difesa delle basi e delle installazioni sensibili della nostra Forza Armata su tutto il territorio nazionale, rappresenta l’elemento di maggiore novità in quanto tali compiti di difesa, prima della citata riorganizzazione non rientravano tra le responsabilità della Brigata. Altro compito di importanza fondamentale è quello relativo alla diffusione dell’immagine di F.A.
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grazie all’attività condotta dalla Prima Compagnia e dal suo Plotone di Alta Rappresentanza.Tra qualche mese, dopo il completamento dei corsi di formazione, il Reggimento accrescerà ulteriormente la sua capacità operativa grazie all’ingresso dei nuclei cinofili.
Quale sarà il futuro della BMSM alla luce delle nuove costruzioni navali? E il Gruppo Mezzi da Sbarco? Le nuova unità anfibia Landing Helicopter Dock (LHD), già a contratto, verrà realizzata ponendo la massima attenzione alla versatilità e all’impiego dual use. Le caratteristiche principali sono l’elevata capacità di trasporto – di uomini e mezzi – e
l’accresciuta capacità di proiezione, attraverso gli elicotteri dal ponte di volo e mezzi anfibi dal bacino allagabile interoperabile con tutti i mezzi in dotazione alle marine NATO ed EU. Tali potenzialità consentiranno di concorrere con la Protezione Civile all’attività di soccorso alle popolazioni e condurre importanti operazioni marittime e di proiezione di forza dal mare ed affrontare le missioni attuali e prevedibili della nostra Marina. Inoltre anche le nuove unità navali – ad esempio
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i nuovi pattugliatori polivalenti d’altura (PPA) e l’unità da supporto logistico previste per il rinnovamento della flotta sono state ideate con caratteristiche duali, riservando la massima attenzione verso le variegate missioni marittime (da quelle tipicamente militari al concorso alla Protezione Civile, sorveglianza e tutela dell’ambiente). Le nuove costruzioni hanno anche capacità adeguate di imbarcare uomini e mezzi della Brigata in supporto a tutte le tipologie di operazioni
La Brigata Marina San Marco è oggi una moderna e flessibile Unità Operativa d’Assalto Anfibio
marittime. Il Gruppo Mezzi da Sbarco (GMS) ha il compito di supportare dal mare e sul mare, le attività del 1° e del 2° reggimento San Marco. In particolare, nell’ultimo periodo, contestualmente ai processi addestrativi intrapresi dai due reggimenti, il personale del GMS ha iniziato le attività addestrative di condotta dei mezzi navali veloci che ha in organico e non, mirate al supporto delle operazioni di boarding e d’assalto anfibio. Continua, inoltre, ad assicurare il movimento nave – terra dei mezzi da sbarco e la gestione della spiaggia di sbarco nelle operazioni anfibie. Recentemente il GMS ha ricevuto i nuovi Battelli d’Assalto Anfibio (BAA).
E poi, sono nati il Reparto ANFIBIO ed il COMFORANF, cosa è cambiato in termini di pianificazione e
impiego delle risorse?
Il Comando della Forza Anfibia (COMFORANF) è un comando alle dirette dipendenze del Comandante in Capo della Squadra Navale ed ha il compito di fornire competenze specialistiche e supportare il processo di pianificazione e condotta delle operazioni anfibie; è il comando sovraordinato della Brigata San Marco. Il Reparto Anfibio (REPANF) è un elemento di organizzazione dello Stato Maggiore Marina e svolge compiti di programmazione finanziaria, ammodernamento e potenziamento della componente e definizione delle linee guida sull’impiego e la formazione del personale di specialità. Grazie ai due elementi “centrali” è stata notevolmente snellita la linea di comando attraverso il processo top down e, contestualmente, la capacità di reazione alle indicazioni. In estrema sintesi, in un momento di parti-
Rilascio da elicottero EH 101 di un operatore della compagnia “Nuotatori Paracadutisti” del I° rgt. San Marco per la preparazione della spiaggia .
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Furtività, sorpresa e letalità: l’evoluzione Commando del 1° Rgt. San Marco
colare contingenza economica e di estrema dinamicità dei compiti assegnati, sono stati enormemente ridotti i tempi di pensiero – azione. Infine, va sottolineata la fondamentale funzione formativa svolta dal battaglione “Caorle”, elemento della Brigata respon-
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sabile dell’aspra e dura formazione che, attraverso un processo mirato allo sviluppo delle qualità fisiche, psico-attitudinali e l’esaltazione dei valori precipui delle donne e degli uomini di mare, trasforma i militari frequentatori in fucilieri di Marina.
L’evoluzione commando dei Btg. assalto e l’addestramento per il combat support alle Forze Speciali del 1° reggimento San Marco
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di Massimiliano Grazioso
urtività, sorpresa, letalità. Questi gli elementi che caratterizzano una moderna forza di assalto anfibio come il 1° Rgt. San Marco. Sul
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solco di una tradizione ormai centenaria, allo scopo di essere in grado di rispondere in maniera sempre più efficace alle esigenze d’impiego opera-
tivo che coinvolgono tutta la Forza Armata, il reparto di manovra anfibia della Brigata Marina San Marco è stato oggetto di una profonda ristrutturazione a valle della quale è stato avviato un processo addestrativo intenso mirato all’innalzamento degli standard addestrativi dei propri uomini. In tale ottica, a partire dal gennaio 2014, i battaglioni assalto del 1° Rgt. San Marco hanno condotto moduli addestrativi di difficoltà crescente che hanno visto impegnati i plotoni, le compagnie e gli interi battaglioni del reparto nella condotta di complesse attività a fuoco, di combattimento terrestre ed anfibio, attraverso l’impiego di elicotteri e mezzi d’assalto,
che sono culminate nella condotta di operazioni anfibie tipo raid, lanciati da bordo delle unità anfibie del 3° Gruppo Navale. Proprio questa tipologia di atto tattico, infatti, risulta essere l’espressione operativa che meglio implementa il concetto commando, ovvero quell’azione tipica di un’unità di elevata prontezza, atta ad operare in contesti operativi litorali fino a non permissivi, massimizzando l’effetto sorpresa, la rapidità e la precisione d’azione, l’efficacia militare sia nelle condotta di azioni cinetiche che non. A latere delle suddette attività, è stato sviluppato un ulteriore progetto addestrativo in coordinamento con gli uomini del Gruppo Operativo
Incursori del COMSUBIN e mirato proprio allo sviluppo di una sinergia d’impiego con detti assetti delle Forze Speciali della Marina. Unità di livello plotone commando, rinforzato da un distaccamento “acquisitori obiettivi”, hanno condotto delle attività mirate ad operare quale combat support alle unità di Forze Speciali, svolgendo dei moduli addestrativi dedicati sia in ambito terrestre che marittimo nell’ambito dei quali le unità del San Marco si sono addestrate a supportare i team del GOI nello svolgimento delle diverse missioni a questi assegnabili. Il ruolo ricoperto dai plotoni di combat support è di follow on force, cioè di forze convenzionali altamente specializzate che, a seguito
Squadra di Fucilieri impegnata nel movimento tattico verso l’obiettivo. (foto Corrado Carrubba).
dell’intervento delle forze speciali, garantiscono un adeguato supporto tattico allo svolgimento di particolari operazioni, sia in scenario terrestre che maritime. Le attività svolte negli ultimi due anni e quelle future hanno permesso e permetteranno di consolidare sempre di più il binomio GOI-San Marco implementando, come avviene per altri comparti della Difesa, il cosiddetti bacino di “Forze per Operazioni Speciali” (FOS) facendo acquisire alla nostra Forza Armata una capacità altamente operativa, pronta ad ogni sfida che si presenterà.
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Operatori del 2° rgt. San Marco impegnati in addestramento “Boarding”. (foto Giuseppe Micolani).
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L’incremento delle capacità di Maritime Interdiction Operation (MIO) del 2° Rgt. San Marco di Massimo Goio
e azioni di contrasto alla pirateria ed ai traffici illeciti in mare, benché antichi nella loro natura, sono scenari caratterizzati da rapida dinamicità ed evoluzione e che richiedono un aggiornamento costante nell’ambito delle MIO. I mezzi e le tecnologie avanzano e la Marina Militare si aggiorna sui nuovi sistemi d’arma ed equipaggiamenti, ma
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il fattore umano continua a rimanere la chiave di volta per fronteggiare tali mutevoli minacce e risultare efficaci e vincenti. Alla luce di questi principi, la Brigata Marina San Marco ha strutturato un programma per incrementare la capacità del 2° Rgt. San Marco, basato su tre step: modulo addestrativo basico per acquisire la capacità “non coopera-
tive”, modulo addestrativo avanzato per acquisire la capacità “obstructed” ed infine modulo “opposed” presso COMSUBIN. Da oltre un anno, il 2° Rgt. oltre a garantire i numerosi impegni operativi, sta sviluppando tale programma al fine di far conseguire a tutto il proprio personale la capacità obstructed; contestualmente seleziona i migliori operatori che vengono inviati presso le strutture del COMSUBIN per integrare ed incrementare ulteriormente l’addestramento e raggiungere l’ultimo livello di preparazione professionale nel campo delle MIO, ricevendo la qualifica di operatori “opposed”. Ad oggi tutti i Boarding Team (BT) del
2° Rgt. hanno acquisito la capacità non cooperative. E’ attualmente in corso il 2° modulo obstructed e sono già stati formati i primi 2 BT opposed. Questi notevoli progressi sono stati possibili
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sia grazie all’impegno di tutto il personale coinvolto, sia grazie all’acquisizione di nuovi materiali ed equipaggiamenti, più performanti ed adeguati ai moderni contesti operativi.
Il 3° Rgt. San Marco di Roldano Lamberti
ell’ambito della radicale riorganizzazione della Forza da Sbarco della Marina Militare lo Stato Maggiore con l’O.d.G. nr. 99 del 23 gennaio 2013 delinea le esigenze di:
- incrementare le capacità di Force Protection, Harbour Protection e difesa installazioni sensibili; - efficientare le operazioni di emergenza, difesa e sicurezza sul territorio nazionale (tipo Operazione
“Strade Sicure”); - conseguire la massima sinergia tra il personale della Forza da Sbarco e il personale SDI (Servizio Difesa Installazioni) ed ottimizzare la possibilità di impiego del personale più anziano. Nasce quindi, il 1° marzo 2013, il 3° Rgt. San Marco per esplicita volontà dello Stato Maggiore che, con il medesimo documento, ne dispone l’atto formale. Il 3° Rgt. San Marco dipende dal comandante della Brigata Marina San Marco. E’ responsabile attraverso i battaglioni dipendenti, del concorso alla difesa installazioni sensibili. E’ un reparto operativo a vocazione anfibia composto da personale Fuciliere
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I mezzi e la tecnologia avanzano e la Marina Militare si aggiorna costantemente
di Marina o con pregressa esperienza nella difesa installazioni e ad esso sono assegnati uomini, mezzi e materiali impiegati in attività operative ed addestrative secondo le direttive del Comando Brigata ed in coordinamento con i Comandi Supportati, nei confronti dei quali il 3° Rgt. San Marco funge da force provider. Il Reggimento prende parte ad operazioni di emergenza, difesa e sicurezza e concorre ad attività di sicurezza/ordine pubblico/vigilanza disposte con apposite direttive. Concorre anche alla diffusione dell’immagine di Forza Armata tramite l’espletamento dei Servizi Onore della Capitale. Fino al 23 aprile 2014, il reparto ha
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partecipato all’operazione “Strade Sicure” impiegando il personale in forza alla Compagnia Emergenza Nazionale nei siti del Centro Identificazione ed Espulsione (CIE) di Brindisi e Centro Accoglienza Richiedenti Asilo (CARA) di Bari. A seguito dell’hand-over con il personale dell’Esercito Italiano e la definitiva uscita del personale Marina dall’operazione, la citata compagnia è stata soppressa ed il personale reimpiegato nell’ambito delle varie articolazioni del Reggimento. Il 2014 ha rappresentato l’anno di una parziale riorganizzazione sul territorio di alcune articolazioni del reparto. Nel dettaglio, il 10 febbraio 2014 il comando del 3° Rgt. San Marco è
Il 3° Rgt. San Marco è un reparto operativo a vocazione anfibia composto da personale Fuciliere di Marina o con pregressa esperienza nella difesa installazioni
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stato trasferito dalla caserma “E. Carlotto” di Brindisi alla caserma “G. Lante” di Roma. Il 1° agosto 2014 anche il comando del Btg. SDI SUD è stato trasferito da Brindisi alla caserma “Castrogiovanni” di Taranto. Il 3° Rgt. San Marco dispone di una forza tabellare di 1.150 fucilieri ed è articolato in: - Reparto Comando con sede a Roma; - Reparto Supporto Caserma Lante
con sede a Roma; - Btg. SDI NORD con sede a La Spezia; - Btg. SDI CENTRO con sede a Roma; - Btg. SDI SUD con sede a Taranto. I battaglioni sono le unità operative del Reggimento che attraverso le loro articolazioni compagnie/plotoni, sono deputati a supportare i comandi/enti nell’area di competenza (NORD/CENTRO/SUD).
Sin dalle fasi embrionali della costituzione del 3° Rgt., è stata posta particolare attenzione alla formazione ed all’addestramento individuale e di reparto del personale dipendente con il preciso intento di incrementare il livello professionale degli addetti alla sicurezza per meglio fronteggiare le minacce che gli odierni mutevoli scenari nazionali ed internazionali propongono. A tal proposito sono stati organizzati:
- moduli addestrativi integrativi presso il COMSUBIN per gli operatori che operano nei siti di particolare rilevanza strategica; - esercitazioni di reparto a difficoltà crescente denominate SDIEX atte a favorire l’integrazione con tutti gli elementi dell’organizzazione posta a difesa di un sito e ricercare la standardizzazione delle procedure tecnico/tattiche mirate alla ricerca, localizzazione, identificazione, ingaggio e neutralizzazione della minaccia; - moduli addestrativi per l’impiego dei battelli pneumatici per la difesa di specchi d’acqua prospicienti i siti svolti presso il COMSUBIN e il battaglione “CAORLE”.
Veicolo Corazzato Anfibio (AAV-7) in navigazione verso la spiaggia.
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Il plotone Alta Rappresentanza
Novembre 2014, baionette cromate inastate sul vecchio fucile M1 John GARAND tirato a lucido. I battiti del cuore accelerano, il petto si gonfia, il respiro si accorcia. Si ripassano velocemente i momenti della coreografia, la mente rimane lucida.Andrà bene. Si sentono le parole del presentatore in lontananza. E’ il momento. Ultimi controlli prima di fare ingresso nella splendida cornice di Piazza Italia a Trieste. Guanti nastrati, solino e cordino bianco in ordine, sottogola tirato e aderente. Uno sguardo al Leone Alato ricamato sul polsino della divisa prima di entrare. Ci siamo, un ultimo sospiro e si parte
per l’esibizione. “Plotone Avanti, March…”. Inizia in questo modo poco più di un anno fa l’avventura di un gruppo di uomini della 1^ compagnia del 3° Rgt. San Marco che con impegno e duro lavoro ha imparato e perfezionato nuove tecniche di marcia e di movimento. Il plotone Alta Rappresentanza è costituito da Fucilieri di Marina, comandato da un sottotenente di vascello e si esibisce ove richiesta la sua presenza sull’intero territorio nazionale. Brindisi, Roma, Trieste, Venezia, Ravenna, Chioggia, sono solo alcune località in cui il plotone si è esibito
davanti ad autorità nazionali e gente del luogo accorsa per le occasioni. L’ addestramento non è stato semplice, prendere confidenza con un fucile della Seconda Guerra Mondiale del peso di quasi 4,5 Kg e completamente restaurato per l’esigenza, ha messo a dura prova nervi e muscoli dei Fucilieri. L’intero addestramento è affidato ad una squadra di istruttori guidati da un capo istruttore, forgiati presso le scuole USA dei Marines dell’istituto Barracks di Washington D.C.; 2 mesi di intenso addestramento a stretto contatto con i Marines che dal 1948 si addestrano e si esibiscono in patria e all’estero dai quali si è appreso il Know-How. E’ il capo istruttore che studia e propone al comandante la coreografia per l’esibizione e la selezione dei 24 uomini che la eseguiranno. La giornata tipica del Fuciliere del plotone Alta Rappresentanza inizia presto, al fine poter garantire le 10
Il Leone Alato ricamato sul polsino del Fuciliere di Marina del plotone Alta Rappresentanza. (foto Maurizio Lapera).
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ore di addestramento necessarie per curare la forma fisica, indispensabile per sviluppare una struttura muscolare armonica in grado di poter sostenere gli sforzi e le evoluzioni con l’arma, l’espressione fiera ed impenetrabile del viso, la postura e la marzialità dei movimenti. Il silenzio è il protagonista indiscusso, nessun ordine verbale o cadenza durante le esibizioni; la sincronia nei movimenti e la posizione da assumere nelle varie coreografie vengono garantite dai colpi sull’arma che fungono da metronomo e guida per tutti. La coesione e la consapevolezza di essere gli eredi e testimoni delle antiche tradizioni della Marina e della Fanteria di Marina sono il valore aggiunto che accomuna ogni Fuciliere senza distinzione di grado o anzianità e permette loro di mostrare con solidità, durante ogni esibizione, la fierezza di essere Marinai e Fucilieri.
Uno sguardo al Leone Alato ricamato sul polsino della divisa prima di entrare. Ci siamo, un ultimo sospiro e si parte per l’esibizione. “Plotone Avanti, March…”.
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“ Forgiare i giovani Leoni”
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Fucilieri di Marina impegnati in addestramento anfibio.
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Il Btg. scuole “Caorle” di Alessandro Scalinci
l battaglione “Caorle” è l’istituto di formazione del San Marco posto alle dirette dipendenze dell’ammiraglio comandante la BMSM, composto da uno staff di istruttori altamente qualificato, alcuni dei quali specializzati presso lo US Marine Corps, avente il delicato incarico di “forgiare i giovani leoni” da cui il motto “Fucina Leonis”. Attraverso un percorso formativo a step con difficoltà crescente, della durata di circa 6 mesi, il Fuciliere di Marina acquisisce le conoscenze e le capacità per assolvere i successivi incarichi ope-
rativi. L’iter formativo spazia da moduli di formazione basica (Force Protection) fino ad arrivare al modulo finale di addestramento avanzato, passando per il Corso di Abilitazione Anfibia. Il Fuciliere di Marina durante la sua vita operativa, transita dal Btg. Caorle per acquisire ulteriori specializzazioni che ne elevano la professionalità, quali il modulo Boarding Team, Tiratori Scelti Anfibi, Recon, Osservatori del Fuoco di Supporto, Missilisti, Mortaisti e Pionieri. Inoltre, il Btg. Caorle è l’unico ente preposto alla certificazione dei Soccorritori Militari e all’abilitazione del personale sanitario in Medicina da Combatti-
mento. Questa fondamentale attività formativa, mirata allo sviluppo delle qualità psico-attitudinali dei frequentatori attraverso il rafforzamento del carattere, dell’entusiasmo, dell’interiorizzazione dei valori etico-militari quali l’onore, il coraggio e lo spirito di sacrificio, oltre ad una meticolosa cura della forma fisica, ha fatto sì che il Btg. Caorle divenisse il punto di riferimento della Forza Armata per la formazione di tutto il suo personale, a partire dai corsi Force Protection per gli allievi Ufficiali, gli Allievi Marescialli, il personale delle unità navali fino ad arrivare ai VFP1, rivestendo così un ruolo strategico assoluto.
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Il soccorso agli equipaggi dei sommergibili
Assetti per immersioni profonde di Nave Anteo utilizzati nelle operazioni di Soccorso Sommergibili. A sinistra il Sc 3^ Pa Luigi Messina ed il Sc 3^ Pa Giuseppe De Lorenzo con le attrezzatture subacquee per le immersioni profonde (fino a 250 metri) condotte attraverso l’impianto integrato residente su Nave Anteo. A destra uno scafandro rigido articolato A.D.S. (Atmospheric Diving System) pilotato dal TV (AN) SUB Giorgio Marella. (foto Massimo Sestini).
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Si è svolta lo scorso ottobre, nelle acque antistanti Haifa, un’esercitazione di soccorso a un sommergibile sinistrato nell’ambito della cooperazione bilaterale tra la Marina italiana e quella israeliana
di Giampaolo Trucco
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no dei compiti istituzionali che la Marina Militare ha affidato ai Palombari è quello di condurre le attività subacquee tese al salvataggio del personale rimasto all’interno di un sommergibile che, per qualsiasi motivo, non sia più in grado di tornare in superficie. L’acquisizione di tale capacità operativa nasce dalle esperienze
maturate nel tempo, ma soprattutto si consolida e diventa reale ed efficace esclusivamente grazie all’addestramento continuo, approfondito e meticoloso. Per questa ragione i nostri operatori sono stati protagonisti dell’esercitazione italo-israeliana Rising Star 2015, verificando così l’interoperabilità tra i mezzi di salvataggio imbarcati su nave Anteo ed il sommergibile Dolphin. Tale attività ha consentito al personale del Comando Subacquei e Incursori (Comsubin) di addestrarsi nella pianificazione, conduzione ed analisi di un’operazione di soccorso che comprendesse anche il trattamento e la gestione sanitaria di eventuali traumatizzati. La particolarità dell’evento è stata quella di confron-
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Il minisommergibile SRV 300 appontato sul portello di fuoriuscita del sommergibile israeliano Dolphin;
in basso: immagine di repertorio dell’interno del SRV 300 nella fase immediatamente precedente alla chiusura del portello. Pilota CC SUB Therry Trevisan, copilota TV SUB Angelo Pistone;
tarsi con una Marina che non aveva mai partecipato ad un’esercitazione che prevedeva il reale transito di parte dell’equipaggio dal battello immerso ai mezzi subacquei dell’Anteo. Per questo motivo la fase operativa dell’attività è stata preceduta da un’intensa opera di coordinamento, condotta sia in Italia che in Israele, tesa a verificare la compatibilità dei sistemi di soccorso e la validità delle procedure d’intervento già consolidate in ambito NATO. Le operazioni subacquee, svolte alla profondità di circa 60 metri, si sono protratte dal 18 al 22 ottobre ed hanno permesso di trasferire, senza alcun problema, 42 membri dell’equipaggio del Dolphin attraverso il minisommergibile SRV 300 e la campana di salvataggio McCann. Particolare soddisfazione è stata rappresentata al personale dell’Anteo dal comandante di Comsubin, amm. Francesco Chionna. Questa attività ha rappresentato un unicum per la Marina israeliana che, affidandosi all’esperienza dei Palombari italiani, ha confermato la volontà di stabilire, come interlocutore privilegiato per il salvataggio dei propri sommergibili, la Marina Militare italiana.
Vai alla notizia web sul sito www.marina.difesa.it
Parla il pilota del minisommergibile SRV 300, tenente di vascello Daniele Bazzali
L’esperienza mi diceva che le operazioni sarebbero state, come al solito, frenetiche da lasciare poco spazio alle emozioni. L'intensità e la direzione della corrente mutano di continuo, la visibilità è un'incognita, per cui quando inizia l'immersione la concentrazione è sempre e solo rivolta verso gli strumenti di bordo e i controlli della propulsione. Anche nel caso della Rising Star è stato così, finché la sagoma del Dolphin, posata sul fondo e avvolta da una leggera sospensione, non si è mostrata in tutta la sua maestosità. E allora ho avvertito nascere in me una serie di emozioni diverse: è stato esaltante appontare su questo sommergibile, esaurire gli
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spazi allagati dal mare, aprire i portelli e trasferire il personale, ma in me stava crescendo un sentimento nostalgico determinato dal fatto che quelle erano le mie ultime ore come pilota del SRV, al rientro avrei cambiato incarico… Ho condiviso queste sensazioni con i miei colleghi e con i sommergibilisti israeliani che, per la prima volta nella storia della Israeli Navy, avevano vissuto l'esperienza di “portello aperto” a 60 metri. La loro prima volta nel minisom ha rappresentato per me l'ultima missione come pilota, un ricordo che porterò nel cuore con orgoglio per il resto della mia vita.
Il relitto dello Scirè, un sacrario italiano da tutelare di Giampaolo Trucco
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l termine del conflitto, forse per l’umana necessità di doversi lasciare alle spalle i dolori della guerra, i marinai del sommergibile Scirè vennero annoverati tra gli innumerevoli caduti che l’Italia ebbe in mare. Soltanto nel settembre del 1984, a seguito di un accordo tra i governi di Italia e di Israele, ai Palombari di Comsubin venne dato il compito di tornare ad Haifa per recuperare le loro spoglie mortali affinché potessero essere onorate e tumulate nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari. Tale attività condotta attraverso il supporto di nave Anteo, si è ripetuta nel tempo per ulteriori due volte allo scopo di preservare il relitto dello Scirè dagli effetti di un tentativo di recupero avvenuto nel 2002 ad opera delle Marine americana ed israeliana. Un’ulteriore immersione nei pressi del relitto è stata fatta lo scorso ottobre, nell’ambito della cerimonia di commemorazione dei caduti dello Scirè durante l’esercitazione italoisraeliana Rising Star 2015. Descrivere asetticamente una simile esperienza non avrebbe dato al lettore l’opportunità di comprendere le sensazioni e le emozioni che si provano durante tali operazion. Per questo motivo si è pensato di dare la parola a chi queste emozioni le ha provate in prima persona.
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La testimonianza del comandante del Raggruppamento Subacquei e Incursori, contrammiraglio Francesco Chionna
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ave Anteo ha sistemato alla perfezione il campo boe e ora si trova esattamente sulla verticale del relitto. [...] Mentre indosso la muta subacquea e faccio il check dell’attrezzatura avverto nel petto un’emozione sottile e nella testa pensieri che si rincorrono e mi distraggono. [...] Sto per presentarmi al cospetto della leggenda. Sto per bagnarmi nelle stesse acque che custodiscono gli assaltatori e i sommergibilisti della Decima. Coloro ai quali dobbiamo tutto! Quasi intuissero il mio stato d’animo e forse condividendolo, gli uomini del GOS, che parimenti si stanno preparando ad immergersi, parlano sottovoce, i gesti professionali ma quasi riverenti. Ieri hanno rimosso la vecchia targa posta sullo Scirè nel 1984 quando gli uomini di Comsubin si immersero per evacuare dal relitto i resti dell’equipaggio per salvarli dalla profanazione. La nuova targa è accanto a me, adagiata sul ponte dell’Anteo, pronta ad essere portata sul fondo insieme ad una corona di foglie e rami di alloro e quercia: valore e forza. Finalmente ci sono dunque! [...] Ultime verifiche all’equipaggiamento e mi tuffo. I colori alterati dalla profondità nulla tolgono alla bellezza della nostra bandiera che è stata distesa su quanto rimane della vela del sommergibile. Intorno il silenzio. C’è solo il rumore dei pensieri. [...] Mi colpisce la dignità: il relitto porta i segni della violenta reazione avversaria, ma è ancora in assetto di navigazione, diritto e orientato sul bersaglio; i siluri pronti nei tubi di lancio. Un cavaliere caduto con la spada in pugno. Appoggio una mano sulle lamiere per un attimo di raccoglimento. [...] In quella dello Scirè nulla è uguale alle precedenti immersioni, qua il coinvolgimento è totale, quasi spirituale. Oltre alla nostra, una targa della Marina israeliana ed una posta da mano ignota, spezzata ma sulla quale si leggono chiaramente le parole inglesi “heroes” e “meditate” sanciscono definitivamente che la gloria dello Scirè ed il coraggio dei suoi uomini non sono patrimonio solo italiano. Mi tornano in mente i versi di una poesia composta da un anziano marinaio anni fa: “ma tu glorioso Scirè sei rimasto solo in quelle acque dove incontrasti la morte, intorno c’è solo il ricordo che corre a tempi lontani, di quando anche il nemico temuto, ai marinai d’Italia rendeva gli onori”.
“
La gloria del sacrificio si era sostituita alla gloria del successo. Scompariva con lo Scirè il miglior equipaggio di sommergibili della storia bellica al mondo. Junio Valerio Borghese
”
Il comandante di Comsubin, contrammiraglio Francesco Chionna, in immersione davanti a ciò che resta della vela del relitto dello Scirè. Sullo Sfondo il SC 3^ Pa Davide Massarenti.
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17 novembre 1860:
“I
di Marco Sciarretta
l sottoscritto, preposto all’amministrazione delle cose di mare di uno Stato collocato in mezzo al Mediterraneo, ricco di invidiabile estensione di coste e di una numerosa popolazione marittima, sente il dovere di dare il più ampio sviluppo alle risorse navali del Paese”. Così scrive il presidente del Consiglio, Camillo Benso Conte di Cavour, nella nota preliminare al bilancio della Marina del 1860. Il Primo Ministro, il 18 marzo dello stesso anno, distacca, anche fisicamente, l’amministrazione della Marina dal dicastero della Guerra, costituendo un autonomo Mini-
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stero della Marina di cui assume personalmente la guida. Questi sono i presupposti che consentiranno di sancire ufficialmente la nascita della Marina Militare italiana con i Regi Decreti n. 4419, 4420 e 4421. È Il 17 novembre 1860, esattamente quattro mesi prima del Decreto 4671 di assunzione del titolo di Re d’Italia da parte di Vittorio Emanuele II e della proclamazione dell’Unità nazionale. Lo stesso Esercito unitario, di suo, nascerà solo il successivo 4 maggio 1861, in esito alla Nota n. 76 del Ministro della Guerra Fanti che, in applicazione al precitato Decreto 4671 che sancisce l’Unità d’Italia, “rende noto a tutte le Autorità, Corpi e Uffici militari che d'ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere nome di Esercito Italiano,
la nascita della Marina Militare, primo passo dell’Unità d’Italia
rimanendo abolita l'antica denominazione di Armata Sarda”. La Marina, definita nei decreti del 17 novembre 1860, registrati il giorno successivo presso la Corte dei Conti, come “Marina Militare”, “Regia Marina” e “Marina Militare dello Stato”, mantiene invece in essere (Art. 35 del R.D. 4419) “le leggi e i regolamenti in vigore nelle antiche Province dello Stato per la Marina Militare”, senza differenziare la Marina Sarda dalle altre Marine preunitarie, che quindi si fondono in un unicum che assume in sé, anche formalmente, tutte le tradizioni plurisecolari della precedente storia navale italiana. Saranno quindi avviati, sotto la guida di Cavour, una serie
In alto: P. De Luca. Re Vittorio Emanuele II passa in rassegna la flotta italiana nelle acque del golfo di Napoli. Biblioteca Nazionale - Napoli.
di programmi che vedranno la confluenza dei Ministeri di Marina di Napoli e di Sicilia in quello nazionale, la riorganizzazione di tutto il personale militare e civile, mantenendo i pregressi gradi ed anzianità maturati nelle rispettive Marine, la costituzione di tre dipartimenti marittimi (Genova, Napoli, Ancona) e la costruzione, a La Spezia, di un moderno ed efficiente arsenale.
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Raffaele Paolucci
Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina
“L
di Desirée Tommaselli
o scopo che io mi prefiggo è quello di colpire con ogni mezzo la flotta nemica, e per raggiungerlo mi servo di coloro che se ne mostrano capaci”, disse perentoriamente Thaon di Revel al giovane ufficiale medico Raffaele Paolucci durante il loro
primo colloquio, il 2 agosto 1918, a bordo dell’Emanuele Filiberto. L’ammiraglio, per tutto il conflitto, sostenne lo sviluppo di nuove idee e invenzioni, investendo sui suoi uomini, a prescindere dal corpo di appartenenza. Paolucci aveva presentato al suo Comando, nel mese di maggio, un progetto che prevedeva il tra-
sporto a nuoto di cariche esplosive da posizionare sotto le carene delle navi nemiche ormeggiate nella base di Pola. L’idea si era affacciata alla sua mente quando, dopo Caporetto, “…notizie apocalittiche giungevano da un minuto all’altro”, “sull’orizzonte di Venezia apparvero i fumi degli incendi lontani”, e “si cominciava già a parlare dell’eventuale evacuazione” della città. (R. Paolucci, Il mio piccolo mondo perduto, Bologna 1947). In quei giorni l’apparecchio radiotelegrafico dell’Emanuele Filiberto, sul quale Paolucci prestava servizio come secondo medico, “riceveva dalle antenne della Viribus Unitis, nave ammiraglia austriaca, parole di dileggio e di scherno. Dicevano nei loro radiotelegrammi: «Italiani, stiamo per arrivare a Venezia, tra poco saremo a Roma […] Arrendetevi, ogni resistenza è vana. Noi vi daremo buone condizioni di pace, perché avremo pietà di voi.» […] Poi venne la difesa del Piave […] Ma l’onta di Caporetto pesava ancora […] come una ossessione crudele. E per lavarla bisognava dimostrare che il valore italiano era estraneo a quella misteriosa tragedia”. Per verificare e provare la fattibilità del suo proposito, in cui forse riviveva “il ricordo dei libri di Emilio Salgari, di quel marinaro che nel porto di Vera Cruz portando a nuoto un brulotto appiccò il fuoco alla capitana del nemico”, Paolucci aveva condotto uno “studio lungo e minuzioso” sulle torpedini e i siluri e si era sottoposto ad un prolungato, costante e impegnativo allenamento notturno nelle acque della laguna veneta. Il trasporto di cariche esplosive sotto le carene delle navi nemiRaffaele Paolucci con la divisa da tenente medico. (foto Ufficio Storico della Marina Militare)
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che, senza che Paolucci lo potesse immaginare, era da anni oggetto di studio sia di Giovanni Belloni sia di Raffaele Rossetti, ufficiale della riserva il primo, ufficiale del genio navale in servizio permanente il secondo, ma entrambi sostenuti nella ricerca da Thaon di Revel, che decise di affiancare Paolucci a Rossetti. La scelta dell’ammiraglio fu dovuta a motivi di ordine sia tecnico sia psicologico. L’allenamento di Paolucci era di fondamentale importanza nelle prove in acqua della “mignatta” e del superamento delle ostruzioni retali, da compiere insieme a Rossetti. Inoltre durante le lunghe nuotate notturne dei mesi precedenti, Paolucci aveva condotto “un autostudio” sulla resistenza alla fatica
In alto:Tommaso Cascella, Attacco alla Viribus Unitis. Venezia, Museo Storico Navale. Il quadro reca in basso la data 1934 e la dedica a Paolucci, cui il famoso pittore era legato da amicizia, sia per le comuni origini abruzzesi sia per la condivisa esperienza in Marina. (Foto Museo Storico Navale).
del nuoto e del trasporto di pesi in acqua fredda, verificando tutte le reazioni del fisico e provvedendo a contrastare medicalmente il congelamento. L’apporto delle conoscenze mediche risultava importante così come lo sarà per la nuova generazione di incursori – quella di Bocca di Serchio – di cui faranno parte i medici Bruno Falcomatà e Giorgio Spaccarelli. L’impiego di una pomata spalmata su tutto il corpo, l’iniezione della canfora ed il progetto della tuta impermeabile furono gli accorgimenti sanitari con cui Paolucci contribuì sostanzialmente alla riu-
scita dell’affondamento della Viribus Unitis, dopo circa 7 ore trascorse in acqua, all’alba del 1° novembre 1918. Il giovane medico era fortemente motivato: quando nell’aprile del 1917 fu destinato alla Piazza Militare Marittima di Venezia, Paolucci era già stato due volte al fronte, ma con la divisa dell’Esercito, da lui lasciato nel 1916 per vestire la divisa della Marina, quella di suo padre, “proprio quella, ritagliata dal sarto per la minore misura”. Il padre Nicola, ufficiale commissario della Marina, fu e sarà sempre un esempio, un faro per Raffaele che, sotto la protezione del papà pose anche l’impresa di Pola: al momento della partenza per il porto nemico, Paolucci attaccò alla mignatta “una piccola bandiera di seta”, che il padre gli
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aveva donato il 20 maggio 1915, giorno in cui Raffaele lasciò Napoli per il fronte terrestre. Era un “fazzolettino di seta tricolore [...] che egli possedeva da anni, che gli aveva tenuto compagnia in tutte le
La vita in poche righe...
sue campagne in Africa ed in Asia” sulle navi della Marina e che Nicola consegnò al figlio, quattro mesi prima di morire, quale talismano e monito ad assolvere sempre il proprio dovere. di Desirée Tommaselli
In alto: Nave da battaglia Emanuele Filiberto su cui Raffaele Paolucci fu imbarcato come secondo medico da agosto a dicembre 1918. (foto Ufficio Storico della Marina Militare)
Nato a Roma il 1° giugno 1892, si laureò in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Napoli il 3 aprile 1916, mentre prestava servizio quale richiamato nell’Esercito. Vincitore di concorso nel Corpo Sanitario Militare Marittimo, nel luglio 1916 entrò in Marina quale sottotenente medico di complemento. Destinato all’Ospedale Militare Marittimo di Napoli fino al 17 aprile 1917, fu promosso tenente e passò nel servizio permanente. Trasferito alla Piazza Militare Marittima di Venezia, fu destinato quale medico alla batteria di Marina di Forte San Felice presso Chioggia. Dopo reiterate richieste d’imbarco, nel mese di agosto fu destinato come secondo medico sulla nave da battaglia Emanuele Filiberto, dove rimase fino al 18 dicembre 1918. A seguito dell'azione contro la Viribus Unitis (1° novembre 1918), fu decorato di Medaglia d'Oro al Valore Militare e promosso capitano per merito di guerra. Ritornato all’Ospedale Militare Marittimo di Napoli nel dicembre 1918, dietro sua richiesta, fu dispensato dal servizio attivo e iscritto nel ruolo degli ufficiali medici di complemento nel novembre 1919. Dedicatosi all’attività medica e politica, fu deputato per cinque legislature, docente universitario e ottimo chirurgo, attivo nella ricerca scientifica nell’ambito della batteriologia, anatomia patologica, fisiologia, patologia sperimentale e microchimica applicata alla clinica. Promosso maggiore in congedo nel 1931 e tenente colonello nel 1935 per meriti eccezionali, domandò e ottenne di partire per l’Africa Orientale, venendo richiamato temporaneamente in servizio attivo. Ritornato in Italia nel maggio 1936, fu promosso al grado di colonnello medico della Riserva per meriti eccezionali ed, esonerato dal temporaneo richiamo in servizio e promosso maggiore generale, tornò a dedicarsi all’attività chirurgica e agli studi. Rientrato in servizio col grado di generale medico nel giugno 1940 e assegnato alla Direzione Generale di Sanità presso il Ministero Marina a Roma, svolse importanti compiti ispettivi fino all’8 settembre 1943. Esonerato dal richiamo in servizio dal 5 agosto 1944, fu congedato col grado di tenente generale il 12 settembre 1947. Inserito nel ruolo degli ufficiali della Riserva di Complemento del Corpo Sanitario nel 1954 e collocato in congedo assoluto nel 1957, fu eletto senatore nel 1953 e deputato nel 1958. Morì a Roma il 4 settembre 1958.
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i nostri lettori ci segnalano...
D Bandiera della Regia Marina donata dall’ufficiale di Marina commissario Nicola Paolucci al figlio Raffaele che, al momento della partenza per il forzamento di Pola, la appose sulla “mignatta”. Roma, Vittoriano, Museo Sacrario delle Bandiere della Marina Militare (Foto Maurizio Lapera).
La notte tra il 31 ottobre ed il 1° novembre 1918 Raffaele Rossetti e Raffaele Paolucci compirono l’impresa e la piccola bandiera di seta venne ritrovata dopo la guerra sotto la poppa del Wien, il piroscafo affondato dalla mignatta, lasciata in moto, ma con lecariche attivate, da Rossetti e Paolucci dopo aver agganciato l’esplosivo sotto la Viribus Unitis. La bandiera è oggi conservata al Museo Sacrario delle Bandiere della Marina Militare presso il Vittoriano in Roma, sopra al siluro a lenta corsa, sviluppo della “mignatta” di Rossetti e Paolucci. Conclusa la guerra, Paolucci intraprese una brillante carriera di chirurgo e, parallelamente, di politico. In entrambe le attività non dimenticò mai di essere “figlio di un ufficiale di Marina e marinaio egli stesso”; divenuto deputato, memore della sua esperienza personale, si interessò al problema del ricongiungimento delle famiglie; richiamato in servizio nel 1935, ideò e diresse una speciale ambulanza chirurgica mobile che operò in Africa orientale a favore dei militari e della popolazione civile. Durante il secondo conflitto, mise a disposizione della Forza Armata le sue alte competenze mediche, compiendo numerose ispezioni al fronte e fornendo utili suggerimenti per un ottimale impiego di uomini e mezzi.
per non dimenticare
ando voce ad un bisogno che è rimasto silenzioso per tanti decenni, lo scorso anno è nata a Porto Torres un'associazione che riunisce gli ultimi reduci ed i familiari delle tantissime vittime dell'affondamento della corazzata Roma e delle navi Vivaldi e Da Noli, avvenuto nel lontano 9 settembre 1943, ma il cui ricordo è ancora vivissimo tra gli uomini di mare. Non è solo un episodio di guerra, il più tragico della marineria italiana, non è solo la fine di un simbolo, una delle più potenti a grandi navi di allora, è una storia di uomini questi dimenticata. Ed i numeri parlano da soli: 1.700 caduti, oltre 600 naufraghi, 2.000 uomini di altre 7 navi italiane che soccorrono i superstiti e che poi andranno per un anno e mezzo internati in Spagna. Sono perciò coinvolte in queste vicende migliaia di famiglie di centinaia di paesi sparsi per tutt'Italia. Il presidente dell'Associazione, Nicola Puggioni*, nipote di un caduto e concittadino (Carloforte) di Fortuna Novella (la donna che a Mahon aiutò i naufraghi e che per questo ricevette onorificenze da Luigi Einaudi e da Papa Pio XII), insieme all'amministrazione di Porto Torres ed all'Associazione Marinai d'Italia ha fortemente voluto la realizzazione di un Memoriale ai Caduti a Porto Torres, il punto geografico più vicino all'affondamento. L'inaugurazione del Memoriale, lo scorso 9 settembre 2015, è stata l'occasione per straordinari e commoventi incontri: tra reduci (il novantacinquenne sardo Aldo Baldasso), familiari come Maria Bergamini nipote del comandante della Flotta, tanti testimoni come il farista dell'Asinara Gianfranco Massidda, tanti anziani marinai e tanti sindaci come l'alcalde di Caldes de Malavella, il paese spagnolo, sopra Barcellona, dove i naufraghi passarono molti mesi nel 1944 prima del ritorno a casa. Il Memoriale è liberamente visitabile e l'idea dell'associazione è di arricchirlo di testimonianze e documenti già in vista del raduno nazionale dei reduci e familiari per il prossimo anno. * dipendente del ministero della Difesa in servizio presso il Distaccamento Aeroportuale di Alghero La Corazzata Roma
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1N
OVEMBRE
n occasione della sosta a Napoli di Isono nave Garibaldi e di nave San Giorgio, saliti a bordo gli studenti delle
scuole superiori, che hanno visitato le unità, osservato i mezzi e le attrezzature e incontrato i membri degli equipaggi. Con loro anche alcune ONLUS che operano nel sociale, in favore di ragazzi a rischio di devianza minorile. Migliaia i cittadini napoletani che nel week-end si sono messi in fila per salire a bordo e osservare da vicino gli aerei, gli elicotteri e i mezzi cingolati imbarcati. La sosta, organizzata dal Comando Logistico di Nisida, rientra tra le celebrazioni del 4 novembre, giornata delle Forze Armate.
4N
ave Palinuro è’ approdata a RocN cella Jonica, proprio nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle OVEMBRE
Forze Armate, al termine di un’intensa attività di formazione e istruzione svoltasi nel 2015. Le scolaresche, i membri delle associazioni nautiche, il sindaco della città e la popolazione di Roccella Jonica hanno effettuato una visita a bordo, mostrando grande calore ed interesse per questa bellissima nave. Il 4 novembre ha reso l’evento ancor più significativo ed intriso di valore simbolico. Ciò che ha reso speciale la tappa di Roccella Jonica è stato il contributo fornito dalla Lega Navale Italiana, che si è resa promotrice di questa iniziativa,
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ave Libeccio, al comando del capiN tano di fregata Cristo Salvatore Traetta, con un equipaggio di 205 maOVEMBRE
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IL
rinai tra uomini e donne, è rientrata nella sede della Spezia dopo circa cinque mesi di impegno fuori area nell’operazione Atalanta. Dopo il saluto del comandante del 1° Gruppo Navale, contrammiraglio Francesco Sollitto, l’equipaggio ha potuto riabbracciare le proprie famiglie. Prima di raggiungere il porto della Spezia, l'unità ha fatto una breve sosta nella base navale di Taranto, dove è stata raggiunta dal comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi.
MESE
IN
IMMAGINI
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N
OVEMBRE
ave Ticino è partita da Augusta diretta verso Messina per intervenire sull'emergenza idrica che ha colpito la città siciliana. Giunta a Messina ha rifornito il serbatoio dell'acquedotto con 2.400.000 litri di acqua in due missioni. La Marina ha in servizio due "motocisterne trasporto acqua": nave Tirso, che dà il nome alla classe e l'unità gemella, nave Ticino. Sono navi destinate al rifornimento idrico delle isole e delle zone costiere. Le unità navali sono in grado di trasportare fino a 1.200 metri cubi di acqua, e vengono impiegate per il rifornimento idrico delle isole minori e delle zone costiere prive di sufficienti risorse idriche.
17 N
Grado, i palombari della Marina A mettono in sicurezza il relitto di un bombardiere B-24 americano apOVEMBRE
partenente al 449° Bomb Group, abbattuto nel 1944 dalla contraerea tedesca nell’Adriatico settentrionale durante il rientro da una missione sui cieli della Germania. All’interno dello scafo inabissato, gli uomini del nucleo S.D.A.I. di Ancona (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) hanno trovato bombe, 173 munizioni da 12,7 mm appartenenti alle dieci mitragliatrici Browning M2. Alcuni proiettili traccianti e quindi pericolosi se esposti all’atmosfera, sono stati distrutti in alto mare.
19 N
OVEMBRE
Marina Militare e Marevivo siLperaglano un accordo di collaborazione la sicurezza ambientale.
di Pasquale Prinzivalli
Il fine è quello di sensibilizzare i giovani nei confronti dell'ambiente e del territorio, per aiutarli a comprendere la natura ed il rispetto dell’ambiente del quale tutti facciamo parte, stimolando così in loro il senso civico facendoli sentire parte di una comunità che preserva e gestisce importanti risorse. Marevivo e Marina Militare, ormai da tempo uniti nella difesa del mare, portano avanti un progetto culturale mirato ad educare gli italiani alla marittimità del Paese.
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Al via la prima edizione della Marisicilia Cup, regata velica con la quale la Marina ha voluto rilanciare e incentivare l’amore ed il rispetto per il mare
Marisicilia Cup
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Augusta, 4 ottobre 2015. In basso: nave Palinuro alla fonda in attesa della partenza di una delle prove della Marisicilia Cup. In alto: alcuni scatti durante le prove disputate. (foto Fabio Maggiore).
di Nicola Lombardo
S
i è svolto ad Augusta il “I Trofeo Regata Velica Marisicilia Cup” organizzato dal Comando Marittimo Sicilia per diffondere la cultura del mare, per dare risalto alla città ed al cluster marittimo augustano e della provincia di Siracusa. La regata disputata nel golfo Xifonio di Augusta ha visto primeggiare, nella classe Crociera, la barca Giulia che si è aggiudicata il Trofeo Overall Marisicilia Cup, consegnato dal Comandante Marittimo Sicilia, contrammiraglio Ni-
cola De Felice. Nella “Classica” ed “Open” hanno rispettivamente vinto le unità della Marina Militare “Sagittario”e “Clio”. Gli oltre tremila visitatori presenti al tradizionale “Open Day” di Marisicilia hanno potuto ammirare gli stand istituzionali e partecipare a 2 convegni tematici, visitare i pattugliatori e le corvette di Comforpat ormeggiate in banchina T. Marcon, nave Palinuro alla fonda nella rada di Augusta e l’elicottero AB-212 M.M. di MaristaeliI Catania nella piazzola dell’eliporto di Terravecchia.
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Merak, un Dolphin vincente Il Dolphin 81 è un’imbarcazione da regata monotipo, studiato per un equipaggio che può variare da 3 a 5 componenti con un regolamento di classe piuttosto rigido, per favorire l’uniformità di scafi ed attrezzature. di Pasquale Prinzivalli
C
hi va per mare e soprattutto chi va in barca a vela è stato da sempre oggetto d’invidia e chi usa le barche a motore andrebbe volentieri a vela se solo ne fosse capace. Il mare calmo, il vento leggero di una calda giornata estiva, la pace, il silenzio, il contatto con la natura, ma andare a vela è solamente questo? Con le condizioni meteo favorevoli cosa c’è di meglio di una bella domenica in mare con gli amici, il ritrovarsi in banchina, preparare la barca, mollare gli ormeggi, la sicurezza nel condurre l’imbarcazione con il timone tra le mani ed infonderla all’equipaggio, dare in quei momenti il meglio di te, mettere in opera quanto hai imparato nel tempo che hai trascorso per mare. Semplice essere dei
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buoni marinai, o non è proprio così? Andare a vela è altro, è riconoscere i propri limiti perché la natura a volte sembra non averne, è precisione e concentrazione, è allenamento fisico e mentale, è affiatamento con l’equipaggio, è tempo trascorso in barca in condizioni difficili, giornate intere in banchina e a bordo a controllare attrezzature affinché siano efficienti. Questo è stato lo spirito con il quale l’equipaggio del Merak, un Dolphin 81 della sezione velica della Marina Militare della Spezia, imbarcazione da regata il cui progetto è nato nel 1993 dalla penna di Ettore Santarelli, ha affrontato ogni regata, riscuotendo importanti successi. Imbarcazione performante e molto tecnica, sul lago di Garda
Limone sul Garda,14 giugno 2015. Campionati italiani assoluti classe Dolphin 81, in cui l'imbarcazione della Marina Militare Merak si è classificata al quinto posto. Fase iniziale di una regata in cui Merak dopo la partenza mure a sinistra mette la prua davanti a tutto il gruppo che risale mure a sinistra.
ve ne è una nutrita flotta che compete ad alti livelli anche con equipaggi professionisti. Con questi presupposti in accordo con Marisportvela Roma, si è pensato di avviare un progetto sperimentale di impiego del Merak proprio sul lago di Garda. Le attività agonistiche in un circuito di livello elevato ed uniforme, come quello dei monotipi, offrono divertimento ed opportunità di crescita enormi per i velisti che vi partecipano. Così il promotore del progetto e timoniere Marcello Colosio, ha formato un vero e proprio team composto da una rosa di dieci velisti che si sono specializzati nei vari ruoli a bordo e alternati nelle varie trasferte. Grazie ai duri ed intensi allenamenti e dopo le vittorie alle regate zonali, non sono mancati i ri-
sultati a levello nazionale come il 1° posto nella classifica zonale Cruise, il 1° posto nella classifica zonale ODJ, il 3° posto al campionato italiano minialtura, il 3°alla Centomiglia del Garda, il 4° al Trofeo Gorla, il 5° al campionato italiano di classe. In basso da sinistra: Limone sul Garda,14 giugno 2015. Merak al giro di boa in manovra per l’issata di gennaker dopo il lato bolina. A seguire equipaggio in assetto al lasco con gennaker mure a dritta. Sotto l’equipaggio al termine di una premiazione: Marcello Colosio, Direttore Sportivo della Sezione Velica della Spezia e timoniere, Filippo Morville, tailer, Alessio Pignoli, nostromo della Sezione Velica della Spezia, Fortunato Ontario, Francesca Fonti Sportiello, prodiere.
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Al via il primo corso Full-D
Con la preparazione del corso Full-D, l’operatore può effettuare rapidamente un intervento di rianimazione cardiopolmonare a favore di adulti, bambini e infanti.
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di Salvo Consoli l Comando Marittimo della Capitale, in coordinamento con l’Ispettorato di Sanità M.M., ha dato il via dallo scorso settembre ad una serie di sessioni formative per il conseguimento del brevetto Full-D (basic and pediatric life support - defibrillation), che comprende le manovre da adottare in caso di arresto cardiaco e di ostruzione delle vie aeree nonché le modalità di utilizzo del defibrillatore. L’intento è quello di formare il personale militare e civile che presta servizio presso Maricapitale ed i Comandi/Enti del Presidio, divulgando la cultura della sicurezza sul lavoro e mettendo sempre al centro la salva-
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guardia della vita dell’essere umano. Ad aprire la prima sessione del corso è stato il comandante di Maricapitale, capitano di vascello Crescenzo Enrico Sancilio che ha salutato i docenti provenienti da diversi ispettorati locali e ringraziato il corpo delle infermiere volontarie della C.R.I. per il nobile impegno formativo assunto a beneficio del Comando. Il comandante Sancilio, rivolgendosi ai partecipanti, ha puntualizzato poi quanto sia importante che il nostro personale sia efficacemente formato per confrontarsi positivamente con tutte le emergenze, specialmente quelle di natura sanitaria. Il corso Full-D viene tenuto esclusivamente dal personale del corpo delle infermiere volontarie della C.R.I. e, in virtù del loro impe-
gno e disponibilità, si protrarrà con diverse sessioni di partecipanti fino alla fine dell’anno. Le lezioni si svolgono coinvolgendo i partecipanti in una parte teorica, strutturata secondo gli ultimi standard internazionali, e in un parte pratica consistente in manovre di rianimazione cardiopolmonare su diversi tipi di manichini (adulto, bambino e infante), il tutto con un continuo addestramento all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico. Il direttore del corso e le istruttrici del corpo delle infermiere volontarie della C.R.I. hanno reso le loro lezioni interessanti e coinvolgenti, ottenendo grande partecipazione e coinvolgimento da parte dei frequentatori.