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n o T I Z I A r I o d el l a
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di Antonio Cosentino
Novembre è spesso un momento di transito, un veloce passaggio tra un anno ormai trascorso ed il nuovo dietro l’angolo. Così non è stato per la Marina. Anzi, c’è tanto da ricordare, punti di arrivo per alcuni e punti di partenza per altri. Primo tra tutti, il grande obiettivo raggiunto dai subacquei del corso Poseidon, che hanno ottenuto il brevetto dopo aver superato il duro corso che li ha formati e resi operativi. Questo è un traguardo che in realtà rappresenta un punto di partenza verso un lavoro colmo di impegno ma ripagato da altrettante soddisfazioni. Punto di partenza anche per i più giovani, gli allievi dei corsi di tutte le Scuole della Marina - dall’Accademia Navale alla Scuola Navale Morosini - che insieme hanno partecipato all’apertura dell’anno Accademico 2017/18 con una cerimonia congiunta presso la Scuola Sottufficiali di Taranto. Così come, nel 2017 ha svolto il suo primo anno al servizio della Forza armata il nuovo elicottero da trasporto tattico e assalto marittimo MH-90, già apprezzatissimo da piloti ed operatori, che vi presentiamo con un apposito approfondimento. Punto di arrivo, invece, per nave Fasan, che nell’ambito dell’operazione Atalanta ha svolto e concluso una Focused Operation, sulle coste orientali somale, finalizzata a migliorare il quadro di sicurezza nella regione. Due altri interessanti punti di arrivo, quello raggiunto dalla Campagna di avvistamento cetacei a bordo della nave scuola Palinuro, giunta alla sua terza edizione, e l’allineamento delle linee d’asse di nave Vulcano, che vi raccontiamo in queste pagine. Vi proponiamo poi l’importante messaggio lanciato nella Giornata delle Donne ed i focus sulla riserva selezionata, sui mestieri di Marina, sul Museo storico navale di Venezia e sull’Istituto Andrea Doria. Non mancano, come di consueto, le rubriche di sport, gergo marinaresco, i “dis…corsi” di navigazione e gli avvenimenti in breve. Cos’altro aggiungere, se non “buona lettura”? I nostri migliori auguri di Buone Feste a tutti i lettori!
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SOMMARIO
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica della Marina Militare fondata nel 1954
NOVEMBRE
Registrazione Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985
2017
Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa
DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO
In copertina:
Momento della cerimonia della consegna dei brevetti da Palombaro. (foto di fabrizio Agrifogli)
REDAZIONE:
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO
4 D IREZIONE E R EDAZIONE : Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina - Notiziario della Marina piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
PER LA COLLABORAZIONE
La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.
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Situation Report
Nome in codice Aeolus
di Michele Angelicchio
Al via l’anno accademico 2017/2018
di Giuseppe Lucafò
Alla scoperta del Multi-Mission Helicopter MH-90 di Giovanni Colla e Remo Guidi I Palombari del corso Poseidon entrano nei ranghi del G.O.S.
di Nicola Bertassi
Campagna di avvistamento cetacei
di Roberto Carlucci
Allineate le linee d’asse di nave Vulcano
di Varo Benucci
La riserva selezionata
di Elisabetta Gramolini
La Giornata delle Donne
di Elisabetta Gramolini
I mestieri di Marina: il radarista
di Emanuele Scigliuzzo
Il Museo Storico navale di Venezia
di Desirèe Tommaselli
Finalità e azioni dell’Istituto Andrea Doria Il gergo marinaresco
di Alessandro Lentini
Minitransat: impresa riuscita!
di Emanuele Scigliuzzo
Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti Orientasicilia di Alberto Gusmano In breve di Emanuele Scigliuzzo
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oceano atlantico
m ar nero
mar mediterraneo
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Situation Report novembre 2017
con la collaborazione della sala monitoraggio 3° Reparto - Stato Maggiore Marina Unifil - Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Personale Marina Militare.
Operation Inherent Resolve - Operazione di contrasto del
terrorismo islamico. Gruppo Operativo Incursori.
Combined Maritime Forces - Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain). Personale Marina Militare.
Resolute Support Mission - Missione Nato di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan. Gruppo Operativo Incursori e personale Brigata Marina San Marco.
golfo arabico
M.F.O. - Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran. Grupnavcost 10: pattugliatori Esploratore, Sentinella e Vedetta, personale Brigata Marina San Marco.
Eunavfor-Med Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Fregata: Zeffiro.
Atalanta - Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’U.E. Fregata: Fasan.
BMIS Gibuti - Base Militare Italiana di Supporto in Gibuti.
Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta. Personale Marina Militare.
Operazione Mare Sicuro - Operazione di presenza, sorve-
glianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali. Cacciatopediniere: Duilio (flagship), Doria; Fregate: Bergamini, Euro, Aviere; Pattugliatori: Borsini, Libra.
Vi.Pe. Costant Vigilance - Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori. Fregate: Aviere; Pattugliatore: Foscari, Sirio, Spica.
Joint Operation Triton - Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della U.E. sotto l’egida dell’agenzia Frontex.
SNMCMG 2 - Gruppo navale permanente Nato di contromisure mine. Cacciamine Crotone. SEA GUARDIAN - Attività di sorveglianza, lotta al terrorismo e sviluppo delle capacità marittime regionali. Cacciatopediniere: Doria.
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La Focused Operation a guida italiana dell’Operazione Atalanta
Nome in codice Aeolus
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di Michele Angelicchio
a fine del mese di ottobre ha sancito il termine del terzo mese di presenza di nave Virginio Fasan nelle acque del Corno d’Africa ed è stata caratterizzata da una particolare attività svolta dalle forze navali europee dell’EU NAVFOR Somalia – Operazione Atalanta. L’operazione, nome in codice Aeolus, è stata pianificata e diretta dal Force Commander, contrammiraglio Fabio Gregori e ha visto le Unità Navali europee focalizzare la loro attenzione da qui il termine Focused Operation - per circa venti giorni sulle coste orientali somale, in particolare su quelle del Galmudug, a Nordest di Mogadiscio. Affacciate su quella parte dell’oceano Indiano costantemente interessata da traffici marittimi sia del Programma Alimentare Mondiale, vettore di aiuti umanitari verso l’Africa, sia da compagnie di navigazione che operano tra l’Africa australe e l’Europa, esse sono state, negli ultimi 15 anni, covo di organizzazioni criminali che avevano trovato nel dirottamento dei mercantili e nella succes-
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siva richiesta di riscatto, una cospicua fonte di guadagno: la nuova pirateria. È su questa zona quindi che il Force Commander ed il suo staff europeo, da bordo di nave Fasan, hanno deciso di concentrare le forze in una missione dai diversi intenti. In primis quello agire come effetto deterrente nei confronti della pirateria, manifestando la presenza sotto costa delle tre navi che attualmente costituiscono il dispositivo Task Force 465, nave Virginio Fasan (Marina Militare Italiana), nave Rotterdam (Marina Militare Olandese) e nave Rayo (Marina Militare
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Spagnola), con i propri assetti imbarcati quali gommoni, elicotteri e mezzi anfibi. Spingendosi sino a poche miglia dalla costa, sono state condotte attività di controllo e monitoraggio delle imbarcazioni tipiche di questa parte dell’oceano Indiano, chiamate dhow imbarcazioni adibite ai carichi e skiff piccoli barchini, generalmente utilizzati per la pesca ma che in passato, si sono rivelate essere anche i mezzi preferiti dai pirati. Per altro, ancora oggi, non è difficile trovare tale tipo di imbarcazioni coinvolte nelle numerose attività illecite che da sempre interessano quest’area: traffici di uomini, droga e armi. Ma oltre a ricercare “l’effetto deterrente” nei confronti di organizzazioni criminali, l’Operazione Aeolus ha voluto anche avvicinare l’altra parte della popolazione somala. Quella maggioranza genuina e
volenterosa che spesso, dai villaggi costieri flagellati dalla crisi umanitaria, osserva le navi battenti bandiera europea, magari ignorandone anche il ruolo. Le forze navali di Atalanta hanno quindi “teso la mano” alla popolazione di Hobyo, cittadina del Galmudug, invitando a bordo una rappresentanza della comunità locale, tra cui il sindaco, il dottore e giovani insegnati. L’obbiettivo di queste attività è quello di informare la popolazione circa la missione e il mandato dell’Operazione Atalanta, promuovendo l’impegno europeo in Somalia e favorendo così l’accettazione della presenza dei militari stranieri - spesso non chiara da parte della comunità locale. Un ulteriore obiettivo perseguito da Aeolus è stato quello di fornire addestramento alle nascenti forze di polizia marittima somale, la Guardia Costiera
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in primis. I marinai europei, infatti, da bordo delle navi di Atalanta, hanno messo a disposizione la propria professionalità e conoscenza per fornire nozioni di base riguardanti i più disparati aspetti della lotta alla criminalità in mare: dalla condotta dei mezzi minori, alle prove pratiche di Basic Life Support (BLS), curando in particolare le procedure per il controllo del traffico mercantile boarding operations e le procedure per intervenire contro una minaccia da ordigno improvvisato (IED). Tutto ciò, con la speranza che, un giorno, le forze di polizia locali possano riuscire in autonomia ad evitare che le organizzazioni criminali ancora attive in Somalia adeschino la parte più giovane e povera della popolazione con il miraggio di un guadagno facile e consistente e, arman-
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dola di AK-47, ripropongano una nuova generazione di pirati. Nel contesto focused, non è stato ovviamente tralasciato il fondamentale aspetto di raccolta informazioni di tipo intelligence. Genere di attività che le nostre forze svolgono costantemente in tutta l’area d’operazione ma che, attraverso l’operazione Aeolus, si sono potute concentrare in una zona più ristretta e sensibile, amplificando così i risultati. L’osservazione e il monitoraggio costante della situazione su costa, al
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fine di rilevare possibili focolai di attività sospette, unite alla raccolta di informazioni mediante l’incontro con figure chiave del difficile scacchiere geopolitico somalo, hanno consentito di accrescere notevolmente la conoscenza dell’area, rendendo possibile la comprensione e la previsione di una possibile rinascita del fenomeno pirateria. L’assenza di una qualsiasi attività sospetta riscontrata in mare per tutto il periodo dell’operazione, è stato sintomo che le attività di presenza e deterrenza poste
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in essere dall’Operazione hanno raggiunto il risultato prefissato. Inoltre, il notevole numero di 101 agenti della Guardia Costiera somala a cui è stato fornito addestramento di base dai militari EU durante tutto il periodo, ha costituito decisamente un ottimo risultato e può essere considerato un altro importante passo in avanti verso una Somalia più stabile e sicura. A corollario della missione vi è stata senza dubbio anche la raccolta del ricco database di nuove informazioni da analizzare, ovvero tutto ciò che gli esperti del settore stavano aspettando. Si può dunque affermare con certezza che l’operazione Aeolus sia stata un’altra mission accomplished all’interno del periodo di comando italiano dell’Operazione Atalanta.
Abitanti della cittadina di Hobyo a bordo di Nave Fasan.
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Al via l’Anno Accademico 2017/2018
di Giuseppe Lucafò
La cerimonia si è svolta per la prima volta in maniera congiunta per tutti gli Istituti di Formazione della Marina
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i è svolta lo scorso 16 novembre, presso l'Aula Magna della Scuola Sottufficiali di Taranto, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, l'inaugurazione dell'Anno Accademico 2017/2018. Per la prima volta quest’anno la cerimonia ha coinvolto in maniera congiunta tutti gli Istituti di Formazione della Marina Militare, collegati in video conferenza dalle rispettive sedi e rappresentati, per l'occasione a Taranto, dalle delegazioni formate dai frequentatori e dai Comandanti dell'Accademia Navale di Livorno, delle Scuole Sottufficiali di Taranto e La Maddalena, della Scuola Navale Francesco Morosini e dell’Istituto N OT I Z I A R I O
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di Studi Militari Marittimi di Venezia e della Scuola Telecomunicazioni delle Forze Armate di Chiavari. Alla cerimonia erano presenti anche gli esponenti del mondo accademico, tra i quali il professor Antonio Uricchio, Magnifico Rettore dell’Università di Bari Aldo Moro, a dimostrazione dell’importanza che la formazione riveste per la Marina, e della proficua sinergia esistente tra la Forza armata e il mondo accademico. Realtà confermata soprattutto dalla pluriennale collaborazione tra la Marina e diverse università italiane, tra le quali, oltre a quella pugliese, anche quelle di Pisa, Genova, Trieste, Venezia, Modena, Reggio Emilia, Parma e Roma “Tor Ver-
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gata”. La Marina infatti offre, grazie al contributo dei suoi docenti e dei suoi Istituti di formazione, un percorso di studi completo che va dall’istruzione di base alla preparazione di livello universitario. Il tutto è al passo con l'evoluzione tecnologica rappresentata dalle nuove costruzioni navali e con le nuove sfide che la Forza armata è chiamata ad affrontare quotidianamente in ambito nazionale e internazionale. Gli Istituti di Formazione della Marina offrono tra l'altro una educazione improntata sui valori etici e morali che da sempre contraddistinguono tutti i marinai. Dopo il conferimento di alcuni riconoscimenti, tra cui i distintivi d'onore
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Gli istituti di formazione sono molto importanti, perché le sfide del futuro dovranno essere affrontate, risolte e vinte da tutto il personale della forza armata, che siano questi volontari in ferma breve, sergenti, marescialli, ufficiali...
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ammiraglio Valter Girardelli capo di Stato Maggiore della Marina
agli allievi di tutti gli Istituti che, nel corso del precedente anno, si sono distinti particolarmente per attitudine professionale e rendimento negli studi, ha preso la parola l'ammiraglio Girardelli che ha sottolineato come "le capacità di impiegare lo strumento militare marittimo sono capacità che non risiedono in una persona sola, ma in uno spirito molto più ampio, in un approccio siste-
mico. È per questo che gli Istituti di Formazione, le scuole e i centri di addestramento devono operare in maniera sinergica, complementare e interattiva per portare il loro contributo in maniera determinante e per far sì che tutti i frequentatori siano in grado un giorno di assolvere ai compiti e alle sfide che sono là, oltre l'orizzonte, dove è presente la Marina. Nell'augurare ai Comandanti degli Istituti e delle scuole, ai Magnifici Rettori, ai presidi, al personale docente e del quadro permanente degli Istituti, ai frequentatori e agli allievi una proficua attività di docenza e di apprendimento, dichiaro aperto l'Anno Accademico 2017-2018".
Taranto, 16 novembre 2017. Alcuni dei momenti più significativi della cerimonia dell’apertura dell’Anno Accademico, svoltosi presso l’aula magna della Scuola Sottufficiali.
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Alla scoperta del Multi-Mission Helicopter MH-90
Entra in scena il nuovo elicottero da trasporto tattico ed assalto marittimo della Marina Militare
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di Giovanni Colla e Remo Guidi
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l 23 gennaio del 2017 la Marina Militare ha ricevuto il primo dei dieci elicotteri MH-90 (Multi-Mission Helicopter), unica variante “navalizzata” derivata dalla versione da trasporto tattico di NH-90, prodotto dalla NH Industries. La macchina è stata assegnata al Quinto Gruppo Elicotteri di Maristaeli-Luni/Sarzana, che ha già nella sua linea di volo l’SH-90 (Anti-Submarine Helicopter), ed opera accanto all’Agusta Westland EH-101 del Primo Gruppo Elicotteri. L’MH-90, di cui ci stiamo occupando, ha lo scopo di completare le capacità della
linea degli elicotteri medi della MM, specificatamente per le missioni di eliassalto marittimo e trasporto tattico a favore delle Forze Speciali e della Brigata Marina San Marco, garantendo la piena capacità di operare sul mare e dal mare. L’MH-90 diventa parte integrante del sistema di combattimento della nave, incrementandone la capacità di operare in scenari brown-water e littoral (in prossimità e nella fascia costiera), senza la limitazione di dover ricorrere ad un aeroporto o una FOB (Forward Operating Base). In poche parole - ci ha spiegato il Primo Maresciallo Ivan Pinchera, tecnico avionico sulla linea SH-90/MH-90 - la variante realizzata esclusivamente per la Marina è ot-
timizzata per operare da bordo in ogni condizione e per lunghi periodi, grazie all’applicazione delle caratteristiche fondamentali che deve avere un elicottero imbarcato: i galleggianti di emergenza, il ripiegamento automatico del trave di coda e del rotore principale, un carrello d’atterraggio rinforzato, un ruotino anteriore orientabile, le predisposizioni sulle ruote posteriori (spurs) per consentire una maggiore flessibilità per la movimentazione a bordo delle Unità navali. L’elicottero condivide con l’SH-90 la struttura ed i motori (GE T700-T6E1), ma l’equipaggiamento di missione differisce in maniera sostanziale rendendo le due macchine specificatamente attagliate alle
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missioni primarie che devono svolgere. Infatti, mentre l’SH-90 nasce per scopi prioritari di sorveglianza/ricerca/identificazione e contrasto della minaccia sopra e sotto la superficie del mare, essendo equipaggiato di un sistema integrato di missione composto da RADAR, FLIR, SONAR, Sonoboe ed un apparato di riconoscimento di emissioni su radiofrequenza (ESM – Electronic Support Measurement), la variante MH-90 è ottimizzata per supportare le missioni di eliassalto e trasporto tattico. Per questo motivo è dotata di un FLIR di pilotaggio e di un sistema di riconoscimento degli ostacoli (OWS – Obstacle Warning System), che possono essere vi-
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sualizzati sulla speciale visiera del casco (HMSD) unitamente ai parametri di volo e agli NVG quale efficace ausilio ai piloti nel volo a bassissima quota, tranciacavi e di una suite di autoprotezione integrata contro minacce missilistiche, tutti elementi che rendono l’MH-90 un elicottero adatto ad operare in condizioni estreme e in ambiente non permissivo. L’elicottero è inoltre equipaggiato di un radar meteorologico e può installare supporti per rilasci rapidi di operatori dall’hover con Fast Rope, per le operazioni di inserzione, e fino a 2 mitragliatrici gatling a 6 canne rotanti tipo M134D, sistemi di cui può essere dotata anche la variante SH-90.
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Infine, l’MH-90, a differenza dell’SH-90, è dotato di una rampa di carico posteriore che permette il rapido imbarco e sbarco di personale (fino a 14 soldati equipaggiati) e materiali (fino a 2500 kg).
Un’altra caratteristica della versione navale, introdotta sull’MH-90, è il sistema di guida del carrello anteriore, (NWSS - NoseWheel Steering System) - come ci spiega il comandante del 5° Gruppo elicotteri, capitano di fregata Lorenzo Bonicelli della Vite: “Nell’MH-90, come sull’SH-90, c’è un comando sul collettivo che consente di cambiare la direzione del carrello anteriore, o, se necessario, di bloccarlo ruotato a 90
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gradi permettendo all’elicottero di girare sul posto. Questo sistema consente di movimentare agevolmente la macchina senza ingaggiare il rotore, anche in spazi ristretti, caratteristica fondamentale per operare agevolmente sulle Unità sia single-spot (fregate, caccia) che multi-spot (portaerei – navi anfibie). Per quanto riguarda, invece, la formazione e l’istruzione del personale, il 5° Gruppo Elicotteri addestra prima tutti i suoi piloti su SH-90, in modo tale che abbiano la preparazione basica necessaria ad impiegare sensori quali Radar, ESM, Sonar e Sonoboe (SONICS) negli scenari aeronavali peculiari della FA, che caratterizzano la competenza
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basica fondamentale di un pilota di Marina. Al compimento di questo iter iniziale, alcuni piloti vengono poi selezionati e specializzati nelle missioni di eliassalto marittimo e supporto alle Forze Speciali e alla Brigata Marina San Marco. L’idea è di avere un numero di piloti preparati per entrambe le missioni, continua il comandante Bonicelli, fondamentalmente creiamo un nocciolo duro di piloti dal quale è facile, in una fase successiva, far perfezionare gli stessi in uno o nell’altro dei due ruoli. Siamo abituati ad esercitarci per effettuare operazioni speciali, attività condotta dapprima su SH-90, in attesa dell’arrivo dell’MH-90, su cui abbiamo riversato l’esperienza già maturata sulle varianti eliassalto marittimo di EH-101, AB212 e SH-3D. Ogni mese siamo coinvolti in un numero elevato di esercitazioni: dal lancio di paracadutisti su terra ed in mare, alla ricognizione, interdizione, l’infiltrazione ed esfiltrazione di operatori con l’utilizzo del Fast-Rope (FRIES) e supporto Sniper.
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Oltre a ciò, per al peculiarità di componente aerea imbarcata dell Squadra Navale, il nostro quotidiano è volare su mare e sulle Unità, ambienti impegnativi ed esigenti che ci richiedono un elevato livello di addestramento. Coloro che hanno fatto un appontaggio di notte per la prima volta, su un ponte in mezzo al mare poco più grande dell’elicottero stesso e che si muove, sanno di cosa sto parlando. Ci viene in aiuto, in queste fasi, il bagaglio professionale di marinai, l’addestramento specifico e l’ottima capacità di manovra dell’elicottero, in quanto la famiglia NH-
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90 ha tra i suoi punti di forza un sistema di comandi di volo tipo fly-by-wire, estremamente preciso, che, insieme al sistema di avvicinamento automatico in velocità e quota, e ad un radar altimetro, controllano in maniera estremamente precisa la posizione dell’elicottero rispetto alla superficie. I sistemi automatici sono un utile ausilio durante le fasi di volo, ma il pilota e la sua esperienza resta comunque l’elemento fondamentale nella condotta delle fasi più complesse. Ne è un esempio l’atterraggio sul ponte di una nave: la manovra inizia con un avvicinamento automatico e, quando si è in contatto visivo con il ponte di volo, il pilota svolge il ruolo chiave di fare appontare l’elicottero sul ponte, valutando contemporaneamente i movimenti del ponte e dell’elicottero, ed i parametri di volo (gli
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strumenti), in una manovra coordinata. In estrema sintesi, l’obiettivo dell’Aviazione di Marina è garantire la capacità di poter effettuare ogni tipologia di missione in ambiente marittimo e costiero, sfruttando le specificità combinate di SH-90 ed MH90 operando dalla stessa nave in un ambiente tattico convenzionale e non. Un elicottero - conclude il Comandante del 5° Gruppo Elicotteri - con le prestazioni dell’MH-90, garantisce alla Marina la disponibilità di un assetto efficace nelle situazioni in cui viene chiamata ad operare in una zona di sbarco anfibio o in supporto alle Forze Speciali in prossimità della costa, quando non si può ricorrere all’utilizzo di FOB o basi in vicinanza dell’area di operazioni, ma sfruttando appieno la proiettabilità dalle unità della Squadra Navale”.
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L’ MH-90 è il risultato di una forte e proficua collaborazione tra cliente ed industria, esso è parte integrante del programma di ammodernamento della Marina Militare Italiana che ha, tra i suoi obiettivi, quello di far fronte agli evoluti requisiti di missione e ai mutati scenari operativi utilizzando la più avanzata tecnologia oggi disponibile
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I Palombari del corso Poseidon entrano tra i ranghi del G.O.S.
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... STV Bertossi Nicola, brevetto da Palombaro n° 1522... Ho risposto “Comandi”. Anzi ho urlato! Sono al centro del piazzale del Varignano, tutto il Raggruppamento è schierato intorno a me ed ai miei compagni. Fa freddo ma non lo percepisco. Di fronte a me il capo di Stato Maggiore della Marina ed il Comandante di Comsubin. Davanti ai miei occhi scor-
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rono le immagini di un anno di fatiche e sacrifici, corroborati però da un sentimento strano, mai provato prima, che mi faceva sentire, per la prima volta, parte di qualcosa di importante. Sento pronunciare il mio nome dal Capo istruttore, lo associa ad un numero progressivo tratto dal ruolo Palombari, l’elenco di tutti gli
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di Nicola Bertossi, foto di Fabrizio Agrifogli
operatori subacquei della Marina alcuni dei quali hanno segnato la storia della nostra Forza Armata. Mi immedesimo in loro, ripercorrendo questo momento come fosse un déjà-vu: “Capo 3^cl. Marino Mario, brevetto da Palombaro n°20”, “Sgt Schergat Spartaco, brevetto da Palombaro n°90”, “Capo 3^cl. Bianchi Emilio, brevetto da Palombaro n°162”…
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o le gambe pesanti dall’emozione, ma corro verso il mio Comandante per ritirare il segno che rappresenta quel senso di appartenenza sperimentato durante il corso. Saluto, ringrazio, ritiro i brevetti ed il mio basco. Ora sorrido. Raggiungo l’istruttore più anziano della Scuola che ritira il mio berretto da allievo, mi calza il basco e, applicando la patch della categoria sulla mia spalla sinistra, mi dà una forte pacca a significare il mio cambiamento di stato: ora sono un Palombaro della Marina! Soltanto 10 mesi fa, al termine dell’Accademia Navale, è iniziata la mia avventura al Varignano, la base che custodisce la memoria di uomini che, con il loro esempio e le imprese compiute, hanno scritto pagine gloriose della storia della Marina Militare. Con questa consapevolezza non è possibile non emozionarsi e provare una sorta di timore reverenziale per questo luogo così leggendario. Spaesato ed intimidito ho conosciuto quelli che sarebbero stati i miei istruttori ed i miei 16 compagni di viaggio, altri ragazzi con storie completamente diverse dalla mia, ma che provavano esattamente le mie stesse emozioni. Ufficiali e sottocapi, alcuni con un mese di Marina, un gruppo eterogeneo di persone che, in altri contesti, difficilmente avrebbe potuto fare amalgama. Eppure Comsubin è speciale anche in questo perché scopri, quasi immediatamente, che il corso non lo puoi superare da solo, ma è frutto d’impegno e sacrifici che condividi con i tuoi compagni ai quali affidi la tua vita durante ogni immersione. Dopo alcune ore dal mio arrivo a Comsubin mi sono trovato all’interno di una grande vasca, una specie di acquario per subacquei, dove il capo istruttore ha verificato la mia acquaticità attraverso delle semplici procedure, tramandate negli anni, che consentono di appurare se un candidato allievo abbia timore d’immergersi. Superato questo primo ostacolo è iniziato il vero corso ordinario dove la fisica applicata alle attività subacquee, le tecniche ed i materiali per l’immersione, la medicina iperbarica e l’impiego degli esplosivi sono diventate il nostro pane quotidiano, mentre l’acqua è divenuta il nostro nuovo ambiente. I giorni passano, le attività si susseguono a ritmo incalzante e, purtroppo, anche la
Il sottotenente di vascello Nicola Bertossi chiede il permesso di entrare nei ranghi al Comandante del GOS, CF Bruno Rocca.
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Momenti della cerimonia della consegna del brevetto. Il Com. 1^ Miccoli Ivan mentre saluta il CaSMM ed a sinistra nel momento in cui gli viene calzato il basco blu da palombaro. In basso: ingresso degli allievi del corso Poseidon nel piazzale di Comsubin con la tradizionale bandiera del corso Ordinario Palombari.
stanchezza: sveglia alle 05:30, ginnastica, immersione, teoria fino alle 17.00 e alcuni giorni attività subacquea in notturna che si protrae oltre la mezzanotte. L’immersione in notturna è una sensazione stranissima. Ti sembra di essere nel nulla, attorno a te un nero cosmico. Sei spaesato e non hai punti di riferimento, ma ti ripeti l’antico adagio che ti ha insegnato il tuo Capo Istruttore:“Ricorda che di notte gli occhi del palombaro sono le mani”. Così, fidandoti, riesci a superare le tue paure affrontando, con rinnovato entusiasmo, le nuove sfide alle quali sei sottoposto. Arrivano però i primi traumi, a cui seguono piccoli incidenti subacquei, le prime rinunce ed allontanamenti dal corso. Ma serve anche questo. Il gruppo si compatta, si rafforza lo spirito di corpo ed aumenta la fiducia in te stesso, tanto che le prove più complesse ed impegnative diventano affrontabili. Questo è il momento nel quale intuisci che, quello del palombaro, sia proprio il mestiere adatto a te. Fai appena a tempo a goderti questo piccolo momento d’euforia, che subito arriva il tempo dei test da effettuarsi per ogni apparecchiatura subacquea alla quale vieni addestrato. Sono prove sbarranti. Se le superi continui il corso, altrimenti torni alla tua vecchia destinazione. In quei momenti ho visto la delusione sui volti dei miei compagni, quando ad alcuni di loro gli veniva comunicato la loro inidoneità a proseguire il corso. Situazioni dure da affrontare, soprattutto per la familiarità che si crea, ma che vengono superate coalizzandoti ancora di più col gruppo, la chiave di volta per giungere fino al conseguimento del brevetto. Oggi, dopo 40 settimane d’immersioni e studio, siamo rimasti in 9 nel piazzale del Varignano ed i palombari del Gruppo Operativo Subacquei ci stanno dando il benvenuto nella categoria. E’ appena finita la cerimonia di brevettamento e l’impegno ed i sacrifici spesi durante il corso sono diventati solo ricordi. Da pochi giorni sono destinato al Reparto Pronto Impiego di Comsubin per frequentare il corso integrativo, dove mi verranno insegnate le procedure operative per poter essere impiegato con team dei palombari del GOS. Da quel poco che ho potuto capire ho la sensazione positiva che questo nuovo capitolo della mia carriera in Marina sarà avvincente ed entusiasmante ma, come accade per tutte le cose importanti della vita, richiederà sempre maggior impegno e sacrificio. Cominciamo questa nuova avventura: “Tre, due, uno…inizio immersione!”
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Campagna di avvistamento cetacei A bordo della nave scuola Palinuro i ricercatori dell’università di Bari
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di Roberto Carlucci
aggiù! Soffia!... Così gridavano concitati gli uomini del Pequod, cercando lo sguardo implacabile del capitano Achab. E così abbiamo gridato noi, allorquando, nel mezzo del Tirreno meridionale su un fondale di circa 3000 metri, è stato avvistato il più grande predatore del Mediterraneo: il capodoglio (Physeter macrocephalus). La gioia di questo incontro fortunato premiava, finalmente, i ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro (ULR CoNISMa), dell’Istituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per l’Automazione (CNRISSIA) di Bari e della Jonian Dolphin Conservation (JDC), imbarcati sulla nave Scuola Palinuro, durante la campagna annuale di istruzione degli allievi sottufficiali, lungo la rotta in acque italiane da Civitavecchia a Taranto e successivamente, in acque internazionali, da Brindisi a La Valletta (Malta) proseguendo fino in Grecia, ad Atene. Molte le ore passate ad osservare il mare in ogni sua piccola increspatura, tanti gli istanti spesi in laboratorio ad assemblare il network di sensori prototipali che operano come un occhio elettronico per la visione in 3D. Ed ecco che in pochi e preziosi minuti si consuma documentato il primo “incontro” della III Campagna di avvistamento Cetacei, coordinata dal responsabile scientifico dott. Roberto Carlucci, Ricercatore in Ecologia del Dipartimento di Biologia UNIBA e realizzata in dual-use con la Marina Militare Italiana.Ma la fortuna assiste gli audaci e l’incontro avviene di nuovo! Una pinna in lontananza, un soffio diverso, i ricercatori increduli alla vista di uno zifio (Ziphius cavirostris), specie segnalata come schiva e rara a vedersi! E poi, ancora, due balenottere (Balaenoptera physalus) scivolare immense nelle acque calme al tramonto e, al mattino seguente, gruppi di tursiopi (Tursiops truncatus) e stenelle (Stenella coeruleoalba) accompa-
gnare la navigazione affiancandosi a prua della nave Scuola Palinuro. La passione e la dedizione per questa attività scientifica trasuda dalle parole dei ricercatori che, al motto di Faventibus ventis, chiedono di poter ritornare per una nuova campagna di avvistamento! Anche in virtù dell’eccellente ospitalità offerta dalla Marina Militare Italiana che si è dimostrata sempre sensibile ai temi della conservazione della biodiversità marina, a partire dagli imbarchi a fini di ricerca scientifica concessi in dual-use sulle più belle navi scuola del mondo: Pali-
nuro e Vespucci. Non a caso la Marina Militare Italiana ha sottoscritto con l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro un protocollo di stretta collaborazione, identificando nell’Ateneo di Bari il riferimento nazionale per la formazione universitaria in convenzione con la Scuola Sottufficiali della Marina Militare in Taranto.
Una ricercatrice a bordo della nave Scuola Palinuro durante la Campagna di avvistamento Cetacei.
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Personale tecnico di UTNAV Genova presenzia e certifica le operazioni di allineamento degli assi di propulsione della nuova rifornitrice di squadra
Allineate le linee d’asse di nave Vulcano
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di Varo Benucci elle notti dell’11 e 12 luglio scorsi, presso il Cantiere navale militare di Riva Trigoso, il personale tecnico di Fincantieri, assieme a quello di UTNAV (Ufficio Tecnico Territoriale Costruzioni ed Armamenti Navali) Genova ha effettuato le operazioni di allineamento delle strutture dello scafo destinate ad accogliere gli assi di propulsione di nave Vulcano, la nuova unità rifornitrice di squadra destinata alla Marina Militare Italiana. L’obiettivo dell’attività era quello di allineare tutte le boccole presenti su ciascuna linea asse (astuccio, braccetto intermedio e braccetto portaelica, visibili in figura 2) con il rispettivo riduttore, in modo che fossero pronte a ricevere gli assi di propulsione. Nel dettaglio si è proceduto a posizionare le boccole in bronzo all’interno dei rispettivi braccetti in acciaio saldati a scafo (figura 3) e ad allineare, a mezzo strumentazione ottica di precisione, il centro di dette boccole con il centro virtuale della flangia di uscita del ridutN OT I Z I A R I O
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tore. Gli assi sono organi particolarmente delicati ed importanti in quanto devono essere in grado di spingere la nave, lunga oltre 170 metri e con un dislocamento a pieno carico di oltre 23000 tonnellate, fino alla rispettabile velocità
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di 20 nodi. A tale scopo, ciascun asse progettato per sopportare la spinta dell’elica, è collegato ad un proprio riduttore, il quale può ricevere potenza sia da un motore elettrico (per le basse velocità), sia da un motore diesel (per figura 2: foto delle boccole della linea.
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Le prime luci dell’alba hanno suggellato il termine delle operazioni e la discreta soddisfazione di tutti gli attori coinvolti per quello che è un passo piccolo, ma vitale, per il successo futuro di questa nuova Unità Navale
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figura 3: boccole linea asse di sinistra.
spingere la nave fino alla massima velocità). Come si evince dalla figura 1, dato il posizionamento dei vari organi di propulsione, le due linee asse hanno lunghezze diverse fra loro, in particolare quella di sinistra misura circa 50 metri
mentre quella di dritta circa 32. Alla luce delle ragguardevoli dimensioni e delle masse in gioco, le operazioni di allineamento, il cui margine di errore consentito da progetto è dell’ordine dei centesimi di millimetro, si sono
svolte durante la notte per minimizzare gli effetti delle dilatazioni termiche dovute alle alte temperature estive sulle strutture dello scafo. La Direzione delle Armi e degli Armamenti Navali (NAVARM) ha alle proprie dipendenze e si avvale del personale degli Uffici Tecnici Territoriali (UTNAV) per il controllo e la sorveglianza delle nuove costruzioni. Il personale di UTNAV Genova, (figura 4) ha pertanto presenziato a tutte le attività allo scopo di certificare il rispetto di tutti gli standard di qualità attesi per l’esecuzione della delicata ma essenziale attività di allineamento e collaudo. Le prime luci dell’alba hanno suggellato il termine delle operazioni e la discreta soddisfazione di tutti gli attori coinvolti per quello che è un passo piccolo, ma vitale, per il successo futuro di questa nuova Unità Navale.
figura 4: personale di UTNAV in attività.
figura 1: sistemazione generale propulsione
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Una risorsa preziosa e utile per la Marina
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La riserva selezionata di Elisabetta Gremolini
n principio fu Guglielmo Marconi. E’ proprio grazie all’inventore della radio, premio Nobel per la fisica nel 1909, che gli ufficiali della riserva selezionata della Marina Militare hanno la possibilità di lavorare nella Forza armata. A lui è intitolata infatti la norma (regio decreto n. 819 del 16 maggio 1932) che consentiva la nomina di quei cittadini che per particolari competenze avessero dimostrato “ampio affidamento di prestare opera proficua alla Regia Marina”. In particolare il “Comandante Marconi” collaborò a lungo, mettendo a disposizione la sua conoscenza e gli studi sulle onde radio, soprattutto durante il Primo conflitto mondiale. Oggi l'Istituto della riserva selezionata è previsto e disciplinato dal combinato disposto dell'articolo 674 del Decreto Legislativo n. 66 del 15 marzo 2010, integrato dal Decreto Ministeriale 15 novembre 2004 e dell'articolo 987 del medesimo Decreto Legislativo (ex art. 25 del D.Lgs 8 maggio 2001, n. 215). Il quadro normativo dà la possibilità di creare un bacino di professionisti che nei propri ambiti lavorativi abbiano acquisito le competenze e l’esperienza N OT I Z I A R I O
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che mancano alla Forza armata. Sarebbe infatti costoso per la Marina formare, tramite i percorsi canonici dell’Accademia navale o della scuola sottoufficiali, un esperto di lingua araba, un medico anestesista o un giornalista televisivo. Entrare a far parte della riserva significa mettere a disposizione le proprie capacità di specialista e vestire la divisa per particolari periodi di impiego.
Tre “nipotini” di Marconi raccontano la loro esperienza da ufficiali della riserva. Il primo è Mauro Casinghini, direttore nazionale del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM), esperto di Protezione Civile e, dal 2014, anche ufficiale della riserva selezionata. Con il grado di capitano di corvetta ha prestato più volte servizio in Marina presso il 3° Reparto Piani, Operazioni e Strategia Marittima. La seconda è una mediatrice culturale siciliana, Francesca Morando, che come sottotenente di vascello ha partecipato tra l’altro all’operazione EUNAVFOR MED. L’ultima è Letizia Lombezzi, anche lei sottotenente di vascello, esperta di lingua araba, con alle spalle già tre richiami in servizio, di
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cui due a bordo.
Mauro Casinghini - direttore, perché ha chiesto di far parte della riserva selezionata? Ho fatto domanda nel 2012 spinto da un carissimo amico ammiraglio e sono stato nominato ufficiale due anni dopo. Quale funzionario del Dipartimento della Prote-
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II richiamo in servizio per un esperto della riserva selezionata rappresenta una risorsa al servizio della Marina da cogliere appieno. Mauro Casinghini
zione Civile conoscevo molto bene l’attività svolta dal Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, con la quale il CISOM collabora dal 2008 per le operazioni umanitarie in mare nell’ambito di un accordo quadro del 2007, con medici ed infermieri. Essere stato inserito nel Corpo di Stato Maggiore mi permette certamente di avere una visione più completa della capacità di
risposta della Marina in caso di necessità derivanti da esigenze di Protezione civile. Dal febbraio 2016 siamo impegnati nel progetto PASSIM (Primissima Assistenza Sanitaria In Mare), promosso dal ministero della Salute insieme alla Marina militare. Un professionista che viene richiamato porta con sé un bagaglio inestimabile e prezioso per la Forza armata. Questo si-
gnifica essere di supporto agli uffici già competenti, rafforzandoli con professionalità provenienti dall’esterno e, proprio per questo, continuamente aggiornate e portatrici di un entusiasmo prezioso. Così come assolutamente prezioso è, per un professionista esterno, confrontarsi con un’organizzazione strutturalmente molto diversa e di grande solidità. Deve poi essere considerato l’orgoglio di vestire la divisa della Marina, orgoglio che, in molti casi, ripaga una remissione economica e la lontananza dalla propria famiglia.
Ha un ricordo particolare legato a qualche richiamo? Mi piace ricordare una missione ricognitiva delle potenzialità che due anni fa ho compiuto a Taranto e a Brindisi. Stando a contatto con le persone, con le strutture per cui lavorano e con le loro problematiche apprezzi il potenziale enorme della Marina sul piano tecnico e operativo e le professionalità importantissime. In particolare mi viene in mente la Brigata Marina San Marco e l’Arsenale di Taranto. Ho conosciuto persone che, vista la loro esperienza, hanno inquadrato le problematiche spicciole che la Forza armata dimostra nell’attivarsi per le esigenze di Protezione civile. Sono problematiche che non possono sfuggire a livello centrale. Questo evidenzia quanto sia importante una figura tecnica dedicata che possa rappresentare un faro su problematiche apparentemente secondarie ed un trait d’union con le strutture di coordinamento nazionale. Voglio ricordare anche l’esperienza del terremoto del centro Italia e l’emergenza neve dell’inverno
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Questo particolare tipo di lavoro mi ha dato fermezza, consapevolezza delle mie capacità e del mio vissuto, fiducia, autostima, forza e senso di unità. Per questa grande crescita professionale e umana non posso che essere grata alla Marina.
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Francesca Morando
scorso. Anche in questo caso la Marina ha dato un contributo importante proprio con la Brigata Marina San Marco.
Lei ha avuto la possibilità di fare da collettore e proporre alcune soluzioni? Certamente. Innanzitutto ho trovato un ambiente molto professionale e familiare che mi ha permesso di esprimere al meglio la mia funzione. Trattare una materia che non rientra, anche se apparentemente, nella missione primaria della Forza armata significa essere continuamente di stimolo per nuove proposte e nuovi ambiti di miglioramento. Inoltre c’è da sottolineare come il tema della Protezione civile interessa trasversalmente tutti i reparti della Marina, non solo quello presso il quale presto servizio durante i periodi di richiamo. Un esempio è rappresentato dalla formazione specifica, essenziale specialmente perché ci si deve interfacciare con un sistema nazionale in cui concorrono strutture ad ordinamenti completamente diversi, come quelli militari e quelli civili. Ha rilevato in questi periodi di richiamo nella Marina militare delle criticità o dei punti di debolezza del sistema di richiamo dei professionisti esterni? Gli ufficiali della riserva selezionata rappresentano delle professionalità nuove ed assai preziose. Crearle ex novo sarebbe troppo dispendioso per la Marina e, proprio N OT I Z I A R I O
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per questo motivo, andrebbero probabilmente inquadrate meglio, iniziando dai limiti di età dettati dalla norma. La legge, infatti, stabilisce un tetto per gli ufficiali superiori fissato a 55 anni. Un limite anacronistico visto che un professionista a quell’età è nel pieno delle proprie conoscenze tecniche. Poi esistono limiti burocratici che, di fatto, complicano l’impiego di figure professionali come la mia. Per portare avanti un lavoro di crescita e programmazione, come quello relativo all’impiego della Forza armata nel campo della Protezione Civile, è necessario garantire una continuità anche al di là del formale richiamo in servizio. Se c’è una riunione o un’emergenza che, come noto, richiede un’immediata mobilitazione, è importante che l’esperto possa partecipare nel pieno della sua funzione, sentendosi parte della Forza armata. Nel mio caso ho chiesto di poter prestare servizio gratuitamente ma costantemente, senza la necessità di poter essere attivato solo dopo la trafila del richiamo in servizio. Ma sembra che non sia possibile. Il richiamo in servizio per un esperto della riserva selezionata non deve essere una presenza da “smarcare”, bensì una risorsa al servizio della Marina da cogliere appieno.
Francesca Morando - Qual è la sua specialità? Dopo la profonda conoscenza del mondo arabo, acquisita con anni di studi e soggiorni prolungati in Tunisia, Libia ed Egitto per un periodo complessivo di oltre due anni e
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dopo gli studi specifici per specializzarmi come mediatrice culturale, ho cominciato a intraprendere questo lavoro dal 2012 in maniera saltuaria, mentre adesso sono impiegata stabilmente presso un centro di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati da più di un anno e presso un centro di seconda accoglienza per MSNA (minori stranieri non accompagnati, ndr) da pochi mesi. Ho svolto questa delicata mansione presso vari enti della Sicilia occidentale, principalmente nel territorio palermitano e trapanese. Perché ha fatto domanda per entrare nella riserva selezionata? Per via del mio lavoro, è capitato più volte di assistere i migranti appena sbarcati dalle navi militari europee al porto, quindi mi è sembrato opportuno fare domanda per entrare a far parte della riserva selezionata della Marina, perché immaginavo che fosse indispensabile tale figura anche a bordo delle navi militari italiane. L'idea di potere essere utile in una Forza armata, fornendo nel mio piccolo un contributo mi ha spinto a richiedere di entrare nella riserva selezionata della Marina, quasi in contemporanea all'Esercito, dopo avere intrapreso il percorso di specializzazione come mediatrice culturale. Attualmente è impiegata in un secondo richiamo, a quale attività è stata assegnata?
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Nel 2016 sono stata chiamata sulla nave anfibia San Giorgio per supportare il personale di bordo italiano, per la migliore accoglienza degli equipaggi della Marina e della Guardia Costiera Libica, imbarcati per l’addestramento nell’ambito di EUNAVFOR MED operazione SOPHIA, la missione europea a guida italiana, lanciato nel 2015 per il contrasto delle organizzazioni criminali che lucrano sul traffico di esseri umani. Adesso, opero sempre nell’ambito della citata missione, e mi trovo a Taranto per accogliere i militari della Marina e della Guardia Costiera Libica. In questa occasione, svolgo i miei consueti e svariati compiti (fra i quali interviste, supporto linguistico-culturale durante le visite mediche, piccole traduzioni, cultural advising sulle lezioni proposte e all’occorrenza, ecc...). Inoltre, avendo esperienza di docenza universitaria come insegnante di italiano per stranieri (tra cui anche un anno presso l’ex Università Garyounis di Bengasi, in Libia) sto tenendo, per due volte la settimana, un corso informale di lingua italiana, richiesto dagli stessi libici. Cosa le ha trasmesso finora l’esperienza nella Forza armata?
Mi ha insegnato e continua a insegnare moltissimo sia dal punto di vista lavorativo che umano. Infatti imparo ogni giorno certi comportamenti e procedure, che, supportati dalla collaborazione e dalla pazienza da parte dei colleghi, fanno si che delle belle soddisfazioni si concretizzino. Chiaramente l’ambiente militare non è paragonabile a quello civile, inoltre l'esperienza di bordo è differente rispetto a quella di terra. Questo particolare tipo di lavoro mi ha dato fermezza, consapevolezza delle mie capacità e del mio vissuto, fiducia, autostima, forza e senso di unità . Per questa grande crescita professionale e umana non posso che essere grata alla Marina.
Letizia Lombezzi - Da quanto tempo svolge la professione di arabista? Dal 2009 in maniera piÚ intensa ma già dal 2006, al termine dei miei studi, ho avuto l’idea di perseguire questa strada. Non lavoro per aziende, tanto meno per onlus, ma sono impegnata nel settore pubblico attraverso collaborazioni con il ministero dell’Istruzione e della Difesa. PerchÊ ha fatto la domanda per entrare nella riserva selezionata? Mi sono ispirata a tradizioni di altri Paesi
L’esperienza in Marina mi ha trasmesso un senso di attaccamento via via maggiore. E poi impegno, buonumore e nervi saldi
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Letizia Lombezzi
occidentali che valorizzano le competenze linguistiche nel contesto della Difesa.
In questi periodi di richiamo che attività ha svolto? Ho finito il terzo richiamo il 20 settembre come interprete e traduttrice di arabo. É stato il secondo a bordo.
Cosa le ha trasmesso fino ad oggi l’esperienza in Marina? Un senso di attaccamento via via maggiore. E poi impegno, buonumore e nervi saldi.
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La Marina militare colora palazzi e sedi per la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”
La Giornata delle Donne di Elisabetta Gramolini
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olo chiacchiere, anzi, arlecchinate. I fatti sono altri, si dirà. Ma non è così. La sensibilizzazione di una cittadinanza, il riportare l’attenzione sul tema della violenza contro le donne è per tutti in Italia una priorità. I modi possono essere tanti, anche illuminare di arancione le sedi istituzionali per una notte, il 25 novembre, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. La Marina Militare ha risposto a questo appello. Per una volta, i romani che sono passati per Lungotevere delle Navi hanno visto le solide mura di Palazzo Marina colorate d’arancio. Stessa cosa per la caserma Grazioli Lante della Rovere, sempre nella Capitale, oppure l’entrata dell’Arsenale di La Spezia e poi le ancore dell’ingresso del Comando Scuole ad Ancona, il Palazzo allievi e il Palazzo studi dell’Accademia Navale di Livorno, l’entrata delle Scuole Sottufficiali di Taranto e La Maddalena, la Palazzina comando della Scuola Teleco-
municazioni di Chiavari, i Circoli ufficiali e sottufficiali di Ancona e l’infermeria di Augusta. La Giornata indetta dall’ONU già dal 1999 vuole ricordare le aggressioni, le percosse, gli stupri e gli omicidi commessi ai danni del genere femminile. Solo nel nostro Paese, in base alle stime del ministero dell’Interno, negli ultimi cinque anni sono state uccise 774 donne, in media, 150 l’anno. Le uccisioni per mano di mariti, fidanzati, compagni e uomini respinti fanno spavento ma non dovrebbero essere le uniche. Ci sono morti morali che non fanno rumore o notizia. Sono le regole
Suggestiva immagine di Palazzo Marina “tinto d’arancione” in occasione della Giornata delle Donne. N OT I Z I A R I O
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non scritte che le donne ricevono da piccole su ciò che è bene o giusto fare. Le scelte draconiane che toccano sempre e solo loro: o il lavoro o la famiglia. Le umiliazioni sul lavoro e la frustrazione di essere considerate meno dei colleghi nonostante i meriti conquistati. Nelle Forze armate le donne sono entrate solo 17 anni fa. La legge ha dato finalmente loro il diritto di lavorare per difendere il proprio Paese. In Marina militare se ne
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contano 1700, di cui 400 ufficiali. Da pochissimo, sono entrate anche nel reparto sommergibilisti. Il rispetto del principio che ogni violenza vada abolita si conferma oggi nella considerazione che hanno gli altri compagni di sommergibile o di nave, quando dicono: “Non ti considero come donna ma come sommergibilista o marinaiaâ€?. PerchĂŠ siamo uguali ma le nostre particolaritĂ possono essere un vantaggio per tutti.
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RIFORNIMENTI IN MARE: PROFESSIONALITÀ E QUALITÀ La Hepburn Italiana S.r.l., con sede a Genova, è l’unico rappresentante e distributore italiano della multinazionale canadese Hepburn Engineering Inc., leader riconosciuto nella progettazione e fornitura di impianti R.A.S (replenishment at sea), quindi rifornimenti in mare, per la Marina Militare Italiana, così come per marine europee e del Medio ed Estremo Oriente, nonché Australia. La Hepburn Engineering Inc. Toronto progetta e fornisce componenti strutturali, meccanici, idraulici ed elet ǡ ϐ ϐ ǡ ϐ Ǥ L’agenzia italiana, che detiene rapporti di lavoro e di fornitura esclusiva con la Marina Militare e Fincantieri, si occupa delle attività di import-export di impianti di rifornimento di liquidi e solidi alle navi di supporto logistico e della costruzione e assemblaggio degli impianti stessi prodotti dalla Hepburn Engineering Inc. Toronto. Il titolare di Hepburn Italiana Srl Elvidio Canepa spiega come si attua la collaborazione con la Marina italiana e con quali tipi di rifornimento. Da quanto tempo collaborate con la Marina Militare Italiana e con quali tipi di rifornimento? “Collaboriamo con la Marina Militare Italiana da più di 45 anni, precisamente dal 1970. Forniamo impianti di rifornimento in mare (R.A.S.) a marchio Hepburn per navi rifornitrici di squadra. In partico-
lare abbiamo iniziato per la nave denominata “Stromboli”, poi con “Vesuvio” ϐ Dz dz ȋ ǯ ϐ ǯͻͲȌdzǤ Quali sono i progetti attualmente in corso? “Attualmente c’è una nuova costruzione LSS (Logistic Support Ship) in realizzazione presso la Fincantieri di Riva Trigoso/Muggiano denominata “Vulcano”. Nave LSS è un’unità di sup ϐ di capacità ospedaliera e sanitaria. La nave è in grado di coniugare capacità di trasporto e trasferimento ad altre unità navali di carichi liquidi (gasolio, combustibile avio, acqua dolce) e solidi (parti di rispetto, viveri e munizioni) e di effettuare in mare, a favore di altre unità, operazioni di riparazione e manutenzione. Ovviamente gli impianti di rifornimento di Vulcano sono forniti da Hepburn”.
Elvidio Canepa
titolare di Hepburn Italiana SRL intervistato da Maria Eva Virga te al Governo per aiutarvi a rimanere saldi sul mercato? Chiediamo solo di poter continuare nel nostro lavoro, che riteniamo di grande qualità e per il quale riceviamo continui attestati di stima. La Marina Militare Italiana è decisamente soddisfatta dei nostri prodotti e non considera altri concorrenti perché, diversamente da altri, i nostri impianti possono fare rifornimento anche con mare in condizioni estreme. E’ fondamentale questo fattore, perché grazie alle navi rifornitrici di squadra della M.M.I., anche le navi Nato possono essere approvvigionate”.
Ci sono altre costruzioni in essere? “Sì, si tratta di una LHD (Landing Helicopter Dock) Porta Elicotteri, che ha la sua missione principale nel trasporto di personale, veicoli e carichi e nel trasferimento a terra degli stessi in aree portuali tramite i sistemi di bordo e, in zone non attrezzate, tramite imbarcazioni di varia tipologia. La nave LHD è dotata, come le altre navi, di impianti di rifornimento Hepburn”.
Le navi rifornite La classe Stromboli è costituita da due navi da rifornimento in mare e trasporto, ordinate dalla mMarina italiana negli anni ’70 per operazioni d’altura. Nave Vesuvio è la seconda unità della classe Stromboli. La nave, come l’unità gemella Stromboli, assolve il compito di rifornimento di combustibile e materiali vari, incluso viveri, a gruppi operativi di unità navali utilizzando un I costi d’acquisto sono molto elevati, sistema di rifornimento in mare comsoprattutto per una piccola-media patibile sia con le unità navali della Maimpresa come la vostra. Cosa chiede- rina Militare che con gli standard Nato e di numerose altre marine militari. Nella seconda metà degli anni ’90 è stata costruita la classe Etna, ingrandita rispetto alle precedenti e con maggiori capacità operative. Stromboli e Vesuvio hanno capacità di trasporto di 4.000 tonnellate di gasolio, 400 tonnellate di carburante avio, 300 tonnellate di altri rifornimenti. La capacità di carico di Etna è di 5795 tonnellate di gasolio, 1585 di carburante avio, 2100 metri cubi di materiali vari e munizioni.
VIA VINCENZO RICCI N.5, 16122 GENOVA - Tel +039 010 540796 / Fax +39010 585024 / hepburnitaliana@gmail.com - CCIAA GENOVA 339840
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I mestieri di Marina: il radarista di Emanuele Scigliuzzo
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e volessimo paragonare una nave a un corpo umano, potremmo tranquillamente considerare il radar come l’occhio che permette di navigare in sicurezza portando al minimo i rischi di collisione di ogni genere. "Come venne per la prima volta mo-
strato da Hertz, le onde elettriche possono essere completamente riflesse dai corpi conduttori. In alcune mie esperienze ho rilevato effetti di riflessione e rivelazione di tali onde da parte di oggetti metallici a distanza di miglia. Io ritengo che dovrebbe essere possibile progettare apparati per mezzo dei quali una nave possa irradiare un fascio di tali onde in una direzione voluta, le quali onde, ove incontrino un oggetto metallico, quale un'altra nave, siano riflesse su un ricevitore schermato ri-
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Radio Detection And Ranging: il RADAR spetto al trasmettitore della nave trasmittente e quindi immediatamente diano la presenza ed il rilevamento dell'altra nave nella nebbia o nel cattivo tempo", cosi si esprimeva Guglielmo
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Marconi, uno dei padri più importanti di questa invenzione, durante un discorso tenuto all’ Institute of Radio Engineers negli Stati Uniti nel 1922. Dal giorno in cui Marconi pronunciò quel discorso, passarono ancora circa quindici anni prima che venisse realizzato un apparato simile a quello descritto. Sarà il secondo conflitto mondiale a far comprendere l’importanza del radar segnando una netta differenza tra le nazioni che potevano impiegarlo e quelle che non ne disponevano. Oggi il radar è regolarmente impiegato su tutte le unità navali della Marina, ovviamente la tecnologia ha fatto enormi passi avanti rispetto a quel lontanissimo 1922. Il radarista, ovvero lo specialista della Marina Militare che opera sugli apparati radar, acquisisce durante i corsi di formazione, una preparazione di base per quanto riguarda il personale del ruolo truppa che diventa sempre più approfondita salendo nella scala gerarchica. Il personale specialistico sarà impegnato a bordo, su apparati cosiddetti di navigazione, di superficie e di scoperta aerea e sull’European Multifunction Phased Array Radar. Un costante monitoraggio di tutti gli elementi che sono attorno alla nave, con la capacità di distinguere “l’eco” di una grossa unità da quello un’imbarcazione più piccola, riuscendo anche a comprenderne direzione e velocità: questi i compiti di un radarista durante la navigazione. N OT I Z I A R I O
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Il Museo Storico navale di Venezia Storia di uno dei più antichi musei militari del mondo
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di Desirèe Tommaselli
l Museo Storico Navale di Venezia viene costituito con Regio Decreto l’8 febbraio 1923. Nonostante la data di nascita piuttosto avanzata, l’istituto è riconosciuto dagli studi museologici come uno tra i più antichi prototipi di museo militare. Esso trae origine, infatti, dalla seicentesca “Casa dei modelli” (lo spazio dedicato ad accogliere i modelli delle unità navali costruite nell’illustre cantiere arsenalizio veneziano) e dal “museo dell’artiglieria”, istituito nel 1772 con lo scopo di conservare le armi da fuoco e le munizioni della Serenissima, ormai in disuso. Il provvedimento del 1923, quindi, formalizza uno stato di fatto, tanto più che il Museo è attivo già dal 1919. Come la maggior parte dei musei militari, quello Storico Navale nasce ufficialmente negli anni immediatamente successivi alla Grande Guerra, nel periodo di vero e proprio boom di questi istituti culturali, ai quali viene affidato il compito di custodire i N OT I Z I A R I O
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ricordi del recente e vittorioso conflitto. Il Museo Storico Navale vede allora arricchire il proprio patrimonio - fino ad allora afferente alla storia, alla tradizione e alla cultura marinara della Serenissima - con materiali relativi alla guerra appena conclusa. Il percorso di visita, articolato all’epoca su tre piani, intende evidenziare la continuità tra presente e passato attraverso un itinerario cronologico à rebours che parte dalla Grande Guerra sul mare - i cui trofei sono esibiti, subito, al piano terra - e che risale fino alle gesta marinare della Serenissima tra il XV e il XVIII secolo esposti al II piano. Il percorso fisico risponde alla missione comunicativa affidata dalla Marina al Museo “di dimostrare agli italiani quale fu in ogni tempo il nostro spirito navale ed attestare le nostre glorie sul mare nel corso della storia”, messaggio
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sotteso anche al progetto iconografico del Ministero Marina a Roma, allora in costruzione. Il forte nesso con il passato è sottolineato anche dalla scelta di confermare la sede dell’istituto all’interno dell’Arsenale, il “glorioso stabilimento” che “costituisce di per sé un monumento
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storico-navale della più alta importanza” (M. Nani Mocenigo). Dopo il secondo conflitto mondiale, però, il museo viene trasferito nell’edificio che occupa oggi, su Riva San Biasio, all’esterno dello stabilimento; la maggiore accessibilità della nuova sede ha come
fine sia far conoscere a larghe masse di visitatori, nazionali e stranieri, l’operato della Marina Militare, sia “avvicinare, i giovani, alla vita del mare ed alla conoscenza di quelle tradizioni che ne costituiscono la vera essenza e la più bella legge morale”. Inaugurato nel 1964, consente, con i suoi spazi più ampi, di acquisire nuovi materiali, attraverso i quali viene approfondito il tema della navigazione, compresa quella da trasporto e quella da pesca. Artefice del nuovo allestimento è il primo capitano commissario Giovanni Battista Rubin de Cervin, nominato conservatore dell’istituto culturale subito dopo la guerra. Sotto la direzione dell’Ammiraglio Carlo Gottardi, il Museo Storico Navale si arricchisce, nel 1977, dei suggestivi locali del Padiglione delle Navi, in cui vengono collocate, tra le altre, la Scalea Reale, la MS 473 e la sezione motrice di nave Elettra, il laboratorio galleggiante di Guglielmo Marconi. Tra gli anni ’80 e ’90, sempre sotto la direzione di Gottardi, nel museo vengono inaugurate nuove sale al piano terra (tra cui quella dedicata ai mezzi d’assalto della seconda guerra mondiale) e all’ultimo piano. Museo storico e militare, marittimo e navale, l’istituto veneziano è un insieme estremamente ricco e complesso, frutto di una stratificazione di significati, oggetti e finalità diversi che si riflette nell’attuale allestimento. Oggi interessato da importanti lavori, presenta delle raccolte
A sinistra il Padiglione delle navi, in alto la faccia del Museo storico navale di Venezia. In basso: foto storiche del piano terra del Museo in Arsenale.
straordinarie, un patrimonio variegato fatto anche di libri, documenti e fotografie, che riserva sempre nuove sorprese, come le poco conosciute opere di Tommaso Cascella, Aldo Carpi e Lulo de Blaas, pittori imbarcati durante la Grande Guerra.
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Finalità e azioni dell’Istituto Andrea Doria Incontriamo l’ammiraglio Claudio Gaudiosi, presidente dell’Andrea Doria, che traccia un bilancio dell’Istituto, cosa rappresenta, quali sono gli scopi e come interviene a favore del personale che si trova in particolari situazioni di bisogno Presidente, cosa rappresenta oggi l’Istituto Andrea Doria? Parlare dell’Istituto Andrea Doria vuol dire raccontare una storia di solidarietà, iniziata il 23 dicembre del 1917, data di approvazione dello Statuto dell’allora Istituto Principe di Piemonte, che dura ormai da cent’anni. L’Andrea Doria rappresenta un riferimento ed una presenza confortante per gli oltre 100 orfani, figli di marinai della Marina Militare e delle Capitanerie di Porto deceduti per varie cause mentre erano in servizio. Si tratta di ragazzi e ragazze che abbiamo preso a carico ed assistiamo fino al compimento del loro 26° anno di età. Inoltre, quotidianamente, aiutiamo tutti i marinai e le loro famiglie che vivono situazioni di particolare disagio o che sono vittime di eventi improvvisi ed inaspettati, per i quali si rendono necessari interventi di supporto economico.
In cosa consistono e come sono organizzati gli interventi a cui ha accennato? La nostra opera si concretizza innanzitutto attraverso i sussidi trimestrali, annuali ed i premi per profitto scolastico che distribuiamo agli orfani assistiti. Si tratta di oltre 400 mila euro che annualmente vengono destinati ai nostri ragazzi, come a me piace chiamarli, sulla base del reddito famigliare e dei risultati scolastici o universitari. Inoltre, da qualche anno, grazie ad una modifica dello Statuto, abbiamo cercato di andare incontro ai colleghi in servizio ed in quiescenza che si trovano in particolari condizioni di bisogno, erogando aiuti economici per un totale di oltre 100 mila euro all’anno. Ci tengo a sottolineare che si tratta di erogazioni immediate senza moduli da compilare o particolari documenti da esibire.
Abbiamo letto sui canali informativi della forza armata che da qualche tempo avete ampliato l’orizzonte del vostro intervento anche ad altre realtà. Ci può spiegare meglio? Sì, ha ragione. Abbiamo deciso con il Consiglio N OT I Z I A R I O
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di Amministrazione di guardare anche al futuro ed alle nuove generazioni. Infatti, da due anni a questa parte, consapevoli che la nascita di un figlio incide significativamente sull’economia di numerose famiglie dei nostri marinai, abbiamo rivolto l’attenzione anche ai neonati ed a coloro i quali hanno a proprio carico un figlio disabile. Per queste ragioni è stato istituito un contributo di 500 euro, denominato “bonus bebè”, che tra il 2016 ed il 2017 ha interessato 677 famiglie, mentre per il 2018 prevediamo di soddisfare circa 250 richieste. Ammiraglio, quali sono i vostri principali canali di finanziamento e chi sostiene l’Istituto? Tutti questi interventi, ai quali si aggiungono anche le borse di studio istituite a seguito di specifiche donazioni, sono resi possibili grazie a percentuali sugli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti dei musei navali di La
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Spezia e Venezia e da alcune residuali contribuzioni legate alle decorazioni della Bandiera della Marina. Ma la principale fonte di finanziamento dell’Istituto resta il contributo che ufficiali, sottufficiali e graduati volontariamente versano all’Andrea Doria autorizzando il prelievo mensile dal proprio stipendio di piccole somme, che variano da 0,52€ a 3,10€, secondo il grado rivestito (vedasi tabella in calce). Si tratta di un importo davvero piccolo, ma per noi importantissimo. Purtroppo non tutti hanno scelto di partecipare a questa gara di solidarietà. Infatti solo il 26% del personale in servizio contribuisce regolarmente, mentre la maggior parte di colleghi, forse per distrazione o forse perché non pienamente a conoscenza delle finalità e delle azioni concrete svolte dall’Istituto, non ha ancora compiuto questo piccolo gesto. In conclusione, Presidente, lasciamoci con un auspicio in occasione delle
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La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai!
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(Henry David Thoreau)
prossime festività L’ambizione di tutti noi che lavoriamo per l’Andrea Doria è quella di continuare ad essere un punto di riferimento ed un approdo sicuro per tutti i colleghi della Marina Militare e delle Capitanerie di Porto colpiti dalle traversie della vita. Per continuare l’opera di assistenza, che rappresenta per noi un preciso dovere che non deve essere disatteso e che ha un motivato significato morale e materiale, l’Istituto Andrea Doria ha bisogno della partecipazione convinta e consapevole di tutti gli appartenenti alla Marina Militare affinché con slancio concorrano al raggiungimento del nobile scopo di portare conforto materiale a quanti, appartenenti alla grande famiglia marinara, si trovano in stato di necessità. L’auspicio, pertanto, è che quest’anno tutti gli uomini e le donne in divisa della Marina Militare in occasione del Natale decidano di far sentire la propria corale vicinanza ai compagni di lavoro meno fortunati facendo trovare sotto l’albero degli orfani e delle famiglie dell’Istituto Andrea Doria la propria adesione al contributo volontario. Sarebbe un gesto non solo di solidarietà ma anche di conferma dei valori che uniscono e guidano gli uomini e le donne della Marina Militare che, da sempre, non hanno mai lasciato nessuno indietro. Grado
Importi trattenute volontarie
ammiraglio di squadra, divisione, contrammiraglio
Importo mensile € 3,10
capitano di vascello, capitano di fregata, capitano di corvetta
€ 1,55
2º capo, sergente
€ 0,77
tenente di vascello, sottotenente di vascello, guardiamarina, 1º mar. Lgt., 1º mar., capo di 1ª, 2ª e 3ª cl.
€ 1,03
sottocapo 1ª, 2ª e 3ª cl., comune di 1ª e 2ª cl.
€ 0,52
Modalità di donazione all’Istituto Andrea Doria: C/C Bancario: Unicredit – Agenzia 213 M.M. – IBAN: IT74V02008 05114 000400981950 C/C Postale: Conto BancoPosta – Roma Prati – Bollettino Postale nr. 59190009 – IBAN: IT08Z0760103200000059190009
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Scopriamo i segreti del linguaggio di bordo
Il gergo marinaresco di Alessandro Lentini
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La Coperta
l ponte di coperta è la struttura che separa gli spazi interni di una nave dall’esterno, preservandoli dalle onde e dagli agenti atmosferici. In questo caso si parla di ponte di coperta stagno. Nelle piccole imbarcazioni a vela il ponte è continuo, le navi a vela più grandi hanno delle sovrastrutture con diversi nomi a seconda della loro forma. Il cassero a poppa e il castello a prora si estendono per tutta la larghezza della nave, da dritta a sinistra. Se le sovrastrutture sono meno larghe si chiamano tughe. Sulle “navi grigie” della Marina Militare, come le fregate europee multi-missione o i pattugliatori d’altura, sul ponte di coperta si trova lo spazio dedicato al decollo e atterraggio degli elicotteri detto anche ponte di volo, l’hangar dentro al quale ripararli per le manutenzioni e alcuni armamenti. Sulle grandi navi a vela come il Vespucci e il Palinuro il ponte di coperta è caratterizzato anche dalle “manovre”, ovvero le cime e il cordame utilizzato per l’apertura e la chiusura delle vele.
Nella foto accanto si apprezza la coperta di nave Carabiniere, in navigazione vista dall’alto. N OT I Z I A R I O
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Cime e cordami Su nave Vespucci gli oltre 30 km di cime utilizzate per aprire e chiudere le vele ed orientare i pennoni per raccogliere vento come propulsione della nave, sono prodotti fin dal
varo dall’azienda della Difesa Maricorderia, con sede a Castellammare di Stabia, proprio dove la Signora dei Mari è stata varata il 22 febbraio del 1931.
Cazzare Il verbo cazzare indica l’azione di tirare a sè una vela, agendo sulla relativa “scotta” e cioè la cima che ne permette la tesatura. Questo movimento serve a far si
che la vela, tesa, catturi il vento utile alla propulsione dell’imbarcazione. Il contrario di cazzare è “allascare”.
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Minitransat: impresa riuscita!
Andrea Pendibene, dopo gli ammiragli Straulino e Faggioni, ha scritto una nuova pagina di storia nella vela della Marina militare di Emanuele Scigliuzzo
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lla fine Andrea Pendibene è riuscito nell’impresa di portare a termine la Minitransat, una regata transoceanica in solitaria, a bordo di Pegaso ITA 883. Una competizione durissima che il timoniere della Marina ha concluso al 20° posto della classifica generale della categoria “serie”, con un tempo complessivo di 27 giorni, 22 ore, 40 minuti e 44 secondi. "Sono stanco ma felice – così il velista della Marina subito dopo il suo arrivo a Le Marin – attraversare l'Oceano non è stato semplice ma sono contento di aver portato a termine un progetto così importante". Dopo aver tagliato la linea di arrivo, allo skipper italiano e a tutto lo sport velico della Forza armata, sono arrivati anche i complimenti del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, che ha sottolineato così l’importanza del risultato raggiunto. Andrea Pendibene entra cosi di diritto, tra i grandi nomi della vela della Marina militare, dopo personaggi del calibro dell’ammiraglio Straulino e dell’ammiraglio Faggioni, gli unici che prima di lui hanno concluso regate transoceaniche.Andrea l’ha fatto con coraggio a bordo di Pegaso ITA 883, un’imbarcazione di 6,50 metri. Un successo, raggiunto grazie ad un complesso lavoro di squadra che ha visto coinvolta anche un’altra velista della Marina, Giovanna Valsecchi, che nel ruolo di co-skipper, ha supportato Andrea accompagnandolo fino al traguardo finale. Dopo tanta fatica, la velista ci ha confidato di essere molto contenta di come sia andata, “Andrea è stato molto bravo a non mollare mai e ha affrontato questa regata, diventata ormai N OT I Z I A R I O
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A destra l’imbarcazione classe Mini 650, Pegaso ITA 883 Marina Militare di bolina mure a destra. A fianco Andrea Pendibene al suo arrivo a Le Marin, isola di Martinica, al termine dell’edizione 2017 della Minitransat.
una sfida per lui, con molta determinazione". Ripercorriamo brevemente le circa 4.000 miglia della 21^ edizione di questa straordinaria regata. Partito da La Rochelle in Francia, con il gruppo degli 84 migliori velisti al mondo lo scorso primo ottobre, Andrea Pendibene, dopo aver condotto in maniera cauta la prima tappa di circa 1.350 miglia in 10 giorni, 14 ore, 33 minuti e 30 secondi, chiude al 23° posto della classifica generale, categoria serie. In questa prima parte si toglie la soddisfazione di giungere al traguardo come secondo degli italiani in gara e di precedere, seppur di una sola posizione, il “rivale” della Marina francese. Dopo una pausa di qualche giorno sfruttata per eseguire verifiche tecniche, ma soprattutto per recuperare energie, i timonieri hanno affrontato la seconda tappa di 2.700 miglia circa. La seconda parte, condotta attraverso l’oceano Atlantico, ha visto i timonieri impegnati nella rotta per i Caraibi, verso il traguardo nell’isola di Martinica a Le Marin. Non sono mancati gli imprevisti tecnici e fisici durante questa difficilissima regata, ma nonostante tutto, Andrea Pendibene, velista classe 1981, è riuscito a portare a termine un’impresa epica.
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Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti
La velocità delle navi viene misurata in “nodi”. La parola “nodo” deriva dal sistema usato in passato per misurare la velocità delle imbarcazioni I NODI
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l nodo è una unità di misura di velocità usata in navigazione navale ed aerea e anche in meteorologia. Un nodo equivale alla velocità che permette di coprire un miglio marino in un’ora. Il miglio marino è 1852 metri e deriva dalla misura della circonferenza massima terrestre dell’Equatore (40 000 000 di metri). Partendo da un angolo al centro della terra di ampiezza pari a 1 primo (1⁄60 di grado) si intercetta sulla superficie della terra proprio un arco di 1852 metri (40 000 000 m : 360° = 60’ : 1852 m). La sua abbreviazione inglese è kts (da knots, nodi). Anticamente sulle navi la velocità veniva misurata lanciando a mare da poppa un solcometro. Il solcometro era formato principalmente da una sagola alla cui estremità era legata una tavoletta sagomata di legno (per creare opposizione all'acqua e chiamata barchetta) e lungo la quale venivano fatti dei nodi posti a distanze prestabilite e fisse di circa 15,4 metri Perché questa misura? Perché corrispondono esattamente ad 1⁄120 di miglio marino. Anche per il tempo, si prendeva la medesima frazione (1/120) di un’ora equivalente a 30 secondi. La misura veniva quindi effettuata da due marinai. Uno lanciava la sagola contando quanti nodi attraversavano le sue dita, mentre un altro contava 30 secondi usando una clessidra. Il numero dei nodi passati tra le dita del primo marinaio, in quei trenta secondi, corrispondeva alla velocità della nave. N OT I Z I A R I O
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Accade spesso di sentire dire "nodi all'ora" per indicare una velocità. E’ ovviamente sbagliato essendo già il nodo una unità di misura per la velocità, pari per definizione a un "miglio nautico/ora".
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Tale definizione errata corrisponderebbe infatti a "miglia l'ora per ogni ora" (miglio nautico/ora²), che a rigore sarebbe invece una misura di accelerazione. In seguito i solcometri furono costruiti
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Accade spesso di sentire dire nodi all'ora per indicare una velocità. E’ ovviamente sbagliato essendo già il nodo una unità di misura per la velocità, pari per definizione a un miglio nautico/ora
con elichette (solcometro meccanico o a elica) immerse accoppiate a trasduttori che trasformano la rotazione in impulsi elettrici (maggiore il numero di giri, maggiore la velocità) oppure con piccoli tubi che misurano la variazione
di pressione (e quindi di velocità) dell’acqua messa in movimento dall’imbarcazione. Ricordiamo che questi metodi forniscono la velocità rispetto alla superficie del mare (Vs), ma non quella effettiva
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rispetto al fondo (Veff). Quest’ultima infatti può essere molto diversa per esempio in caso di correnti. Quest’ultimo dato, invece, si ottiene oggigiorno con i sistemi di navigazione satellitare.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
AL.MA.RI.NA.SOC.COO.P.A.
ÂŞ XQD $]LHQGD FHUWLČ´FDWD Î&#x2013;62 operante nel settore navalmeccanico con profonda esperienza nellâ&#x20AC;&#x2122;allestimento, manutenzione e riparazione di apparati, componenti ed impianti, navali ed industriali. /D &RRSHUDWLYD ÂŞ VWDWD FRVWLWXLWD QHO da ventiquattro ex dipendenti di una storica societĂ spezzina che, per sue ragioni di ristrutturazione aziendale, aveva deciso di porre in mobilitĂ una parte delle sue maestranze. Lâ&#x20AC;&#x2122;Azienda è conosciuta nella cantieristica navale ed industriale per lâ&#x20AC;&#x2122;elevata professionalitĂ che deriva dalla preparazione ed esperienza di quegli stessi operai e WHFQLFL DG RJJL SHUVRQH FKH DYHYDQR contribuito in gran parte allâ&#x20AC;&#x2122;immagine di serietĂ e competenza dellâ&#x20AC;&#x2122;azienda da cui provenivano. Î&#x2013;O QRVWUR VWDELOLPHQWR VL WURYD D )ROOR LQ /RFDOLW¢ *UHWL GL 6DQ 0DUWLQR QHOOČ&#x2021;HQWURWHUUD GL /D 6SH]LD /Č&#x2021;LPPHGLDWD YLFLQDQ]D FRQ OČ&#x2021;HQWUDta autostradale posta sullo svincolo ParmaGenova-Livorno, consente rapidi collegamenti con i Cantieri Navali dei Committenti, permettendo tempestivitĂ di intervento e celeri forniture. Altra unitĂ operativa sita in 0DVVD SUHVVR 3DUFR SURGXWWLYR DSXDQR ORWto 34 dove si dispone di macchine utensili di grosse dimensioni a controllo numerico. $OOČ&#x2021;LQWHUQR GHOOR 6WDELOLPHQWR GL )ROOR GHOOD &RRSHUDWLYD VL WURYDQR OČ&#x2021;2É?FLQD 0HFFDQLFD H JOL 8É?FL $PPLQLVWUDWLYL H 7HFQLFL PDQWHnendo cosĂŹ in stretto collegamento i processi produttivi con quelli gestionali. Lo stabiliPHQWR GL )ROOR KD XQD VXSHUČ´FLH FRSHUWD GL PHWUL TXDGUDWL H GLVSRQH GL XQD VXSHUČ´FLH LPSHUPHDELOH GL PT PHQWUH OR 6WDELOLPHQWR GL 0DVVD KD XQD VXSHUČ´FLH FRSHUWD GL PT La progettazione iniziata con semplici apparati quali sistemi di movimentazione portelloni poppieri â&#x20AC;&#x201C; porte laterali â&#x20AC;&#x201C; alette laterali apribili per manovra nave, timoneria essen]LDOL GL SLFFROD GLPHQVLRQH SHU 0RWRU <DFKW GL DOWD JDPPD FL KD SRUWDWR Č´QR DOOD SURgettazione di apparati piĂš complessi quali portelloni poppieri per unitĂ militari, sistemi di alaggio battelli militari in condizioni particolari di mare, movimentazioni di grossi portelloni in sincronia con le movimentazioni di tender e accessori nautici vari. Nel SHULRGR OČ&#x2021;$O 0D 5L 1D VL ÂŞ DJJLXGLFDWD GDOOD 0DULQD 0LOLWDUH GXH LPSRUWDQWL FRQWUDWWL GL SURJHWWD]LRQH GHOOD 1DYH 6FXROD A. Vespucci per la trasformazione dellâ&#x20AC;&#x2122;appaUDWR SURSXOVLYR JRYHUQR H ORFDOL GL YLWD PD in particolare abbiamo realizzato i manufatWL LPSRUWDQWL SHU 0DULQD GHJOL (PLUDWL $UDEL F R )LQFDQWLHUL 0DULQD 5XVVD XQD XQLW¢ SRUWD VFRULH QXFOH-
DUL LQ FODVVH JKLDFFL FRVWUXLWD F R )& 0DULQD GHJOL (PLUDWL $UDEL XQ XQLW¢ VLPLOH DOOH 1DYL FODVVH &LJDOD )XOJRVL GHOOD 00Î&#x2013; )LQFDQWLHUL 7LPRQL GHL 6PJ FODVVH 6FLUÂŞ OD ODYRUD]LRQH delle lamiere di scafo resistente dei nuovi battelli, il sistema di movimentazione eliFRWWHUL &KLQRRN GHOOH )UHJDWH 1DWR &ODVVH )UHPP 3URJHWWD]LRQH H FRVWUX]LRQH YDUL &DQWLHUL $]LPXW Č&#x201A; %HQHWWL Č&#x201A; 3HULQL 5RGULJXH] Č&#x201A; 6DQ /RUHQ]R )HUUHWWL VSD &DQWLHUH GL /D 6SH]LD HFF 3URJHWWD]LRQH FRVWUX]LRQH ed installazione di rampe e portelloni poppieri di unitĂ Navali di vario tonnellaggio, Progettazione della trasformazione dellâ&#x20AC;&#x2122;apparato propulsivo e governo e locali di vita di N.Vespucci, . REFITTING NAVE SCUOLA â&#x20AC;&#x153;A. VESPUCCIâ&#x20AC;? $O0D5L1D KD ULFRSHUWR LO UXROR GL PDQGDWDULD DOOČ&#x2021;LQWHUQR GHOOČ&#x2021;$7Î&#x2013; 9HVSXFFL SHU WDQWR KD avuto la responsabilitĂ di coordinamento GHOOH D]LHQGH YHULČ´FD GHOOD SURJHWWD]LRQH H sua applicabilitĂ a bordo della nave, nonchĂŠ progettazione diretta dellâ&#x20AC;&#x2122;impianto di propulsione, governo e impiantistica generale. /H DWWLYLW¢ GL UHČ´WWLQJ VL VRQR HVWHVH GD ODvorazioni tecnologicamente superate ma QHFHVVDULH DO PDQWHQLPHQWR GHOOD FRQČ´JXrazione â&#x20AC;&#x153;storicaâ&#x20AC;? della Nave Vespucci, quali chiodatura delle lamiere di scafo, rifacimento di parte in carpenteria con lavorazioni manuali, e restauro di componenti che YDQQR GDO OHJQR DOOD PHFFDQLFD Î&#x2013;Q VLQHUJLD a queste lavorazioni si sono utilizzate nuoYH WHFQRORJLH WLSR Č´EUH RWWLFKH SHU LPSLDQWL HOHWWULFL VLVWHPL LQ SUHVVČ´WWLQJ FXQLSUHVV per le linee idrauliche, isolamenti e trattamenti protettivi per ponti e sovrastrutture tecnologicamente avanzati. LAVORAZIONI SPECIALI 6IUXWWDQGR OD SURSULD ČľHVVLELOLW¢ DGDWWDELOLtĂ aziendale, pur essendo specializzati nel VHWWRUH QDYDOH VLDPR SUHVHQWL FRQ LO GHOOD QRVWUD SURGX]LRQH QHO VHWWRUH 2LO *DV 3URGX]LRQH (QHUJLD UHDOL]]DQGR SDUWLcolari attivitĂ di meccanica specializzata per lavorazioni on-job dâ&#x20AC;&#x2122;asportazione di truciolo per mezzo di attrezzature portatili di nostra SURJHWWD]LRQH FRVWUX]LRQH 6LDPR LQROWUH in grado di realizzare opere di carpenteria e tubisteria sia in pre-fabbricazione ed in opera su varie tipologie di impianti compresi acciai speciali. 3HU OLYHOOR GL DÉ?GDELOLW¢ H TXDOLW¢ GHO SURdotto raggiunto dalla nostra azienda, siamo VWDWL DQQRYHUDWL TXDOL IRUQLWRUL PRQWDWRUL GL DSSDUDWL VRWWRDVVLHPL LQVWDOODWL VXL VRPPHUJLELOL GHOOD 0DULQD 0LOLWDUH LQ FRVWUX]LRQH SUHVVR OD )LQFDQWLHUL GL /D 6SH]LD QHO VHWtore Difesa - UnitĂ subacque.
1HOOR VSHFLČ´FR DEELDPR UHDOL]]DWR OD ODYRrazione meccanica delle lamiere di scafo GHL GXH EDWWHOOL L WLPRQL ; UXGGHU HG Î&#x2013;GURplane, valvole sfoghi aria e prese a mare, sotto assiemi supporti timoni e linea asse, argani di tonneggio, fondazioni strutturali di scafo Garbage, smontaggio e rimontaggio linee assi ed eliche, lavorazioni meccaniche a bordo. /D $O 0D 5L 1D KD VFHOWR FRPH VWUDWHJLD SURGXWWLYD QHJOL XOWLPL DQQL GL UDÎ?RU]DUH LO SDUFR PDFFKLQH FRQ DWWUH]]DWXUH GL PHGLR grandi dimensioni a CNC per garantire conWLQXLW¢ GL ČľXVVR GL ODYRUR DOOČ&#x2021;RÉ?FLQD H SRWHU realizzare lavorazioni specialistiche per i vari committenti ampliando la progettazioQH H GLYHUVLČ´FDQGR OH SURSULH DWWLYLW¢ LQ PDniera da dare al cliente un prodotto sempre piĂš chiavi in mano con un unico interlocutore dalla progettazione alle prove Una parte importante del Core Business della nostra azienda, oltre alla velocitĂ di intervento è la capacitĂ di risolvere i problemi dei nostri FOLHQWL Î&#x2013;Q TXHVWD GLUH]LRQH HUHGLWDWH GDOOD YHFFKLD D]LHQGD GD FXL VLDPR QDWL 0DFFKLQH 6SHFLDOL SHU ODYRUD]LRQL LQ VLWR DG DVSRUWDzione di truciolo, tipo alesatura, tornitura, fresatura, foratura, ed altro, le abbiamo UHČ´WWDWH H DPPRGHUQDWH VLQR D UHQGHUQH alcune simili a macchine CNC portatili in grado di realizzare lavorazioni con elevati standard di precisione su manufatti grandi GLPHQVLRQL 6LDPR LQ JUDGR FRQ VWUXPHQWL ottici di nostra proprietĂ , di eseguire misurazioni con tolleranze centesimali su lunJKH]]H VLQR D PW Î&#x2013;Q VRVWDQ]D DWWUDYHUVR la nostra ingegneria e lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza in campo dei nostri tecnici, siamo in grado di soddisfare tutte le richieste dei nostri clienti.
Al.Ma.Ri.Na Soc.Coop.P.A.
UNA VELOCE SOLUZIONE AD OGNI GRANDE PROBLEMA www.almarina.it
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A Palermo, al polo fieristico Aster, La Marina militare incontra gli studenti alla più grande manifestazione sull’orientamento scolastico
Orientasicilia
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di Alberto Gusmano
Palermo, 17 ottobre 2017. Alcuni dei momenti della XV edizione dell’Orientasicilia presso il polo fieristico Aster.
a Marina ha incontrato i giovani siciliani presso il polo fieristico Aster di Palermo nell’ambito della XV edizione dell’Orientasicilia 2017, la più grande manifestazione sull’orientamento scolastico che annualmente attira decine di migliaia di studenti. Dal 17 al 19 ottobre, durante le giornate dedicate ai ragazzi degli ultimi anni delle scuole superiori, la Marina è stata presente con un proprio stand e con il personale del nucleo pubblica informazione di Marisicilia, all’interno dell’area interforze coordinata dallo Stato Maggiore Difesa. In tre giorni migliaia di giovani si sono avvicinati agli stand delle Forze armate ed in particolare a quello della Marina militare consentendo ai giovani siciliani di conoscere le proprie capacità duali, le molteplici professionalità e la fondamentale attività svolta al servizio del Paese, per il benessere e la sicurezza dei cittadini italiani ed europei. Molti, con un sentimento di alto gradimento verso la Forza armata, hanno fatto domande sulle missioni all’estero. Altri, invece, erano interessati ai concorsi ed alle prospettive di carriera ovvero ad ascoltare le testimonianze del personale militare presente. Durante la giornata di apertura, la presenza del comandante Marittimo Sicilia contrammiraglio Nicola de Felice ha suscitato l’interesse e stimolato le curiosità degli studenti presenti alla fiera. "La presenza delle Forze armate a Orientasicilia è molto importante perché diamo informazioni ai ragazzi per avvicinarli alla carriera militare – ha così commentato l’ammiraglio de Felice - e ci facciamo conoscere illustrando le missioni e le attività che svolgiamo sul territorio italiano e all'estero. Il riscontro di questa attività di orientamento c'è ed è dato dal numero elevato di domande che arrivano ogni anno ai vari concorsi. I ragazzi capiscono che da noi c'è spazio per la meritocrazia. Nelle Forze armate le capacità di ognuno vengono valorizzate".
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avvenimenti e curiosità in breve di Emanuele Scigliuzzo
Visita al polo scientifico tecnologico di Taranto Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, ha visitato il polo scientifico tecnologico “Magna Grecia” di Taranto. La struttura, nata per affrontare l’emergenza ambientale della città, oggi è una realtà con competenze consolidate e dotata di sofisticate attrezzature. Cinque i laboratori che caratterizzano il polo scientifico I cinque laboratori presenti nel polo: chimica dell'ambiente, monitoraggio e misure, osservazione della terra e scienze del mare. (foto 1)
Il Comsubin diviso tra premi e attività solidali I Palombari della Marina lo scorso 4 novembre hanno fatto “scuola d’immersione” per 195 bambini e 20 ragazzi. Una giornata indimenticabile per le famiglie che hanno portato i propri ragazzi a vivere un’esperienza emozionante. I numerosi piccoli aspiranti subacquei, che hanno aspettato il proprio turno in fila, hanno toccato con mano il mondo delle immersioN OT I Z I A R I O
ni provando emozioni uniche, mentre il personale della Marina militare è rimasto soddisfatto per avergli regalato un momento di gioia. Ancora protagonista il Raggruppamento Subacquei e Incursori, premiata, in occasione della 29^ edizione della giornata del Mare, dalla Società Dante Alighieri. La motivazione del riconoscimento inizia così: “In quest'ultimo decennio, in cui la situazione internazionale ha mostrato una crescente instabilità, gli operatori del Raggruppamento Subacquei ed Incursori "Teseo Te-
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M A R I N A
4 sei" della Marina militare sono stati un punto saldo per la nostra società, soprattutto per l'instancabile opera meritoria condotta sul mare e nel mare a favore della collettività, dimostrando così un profondo senso del dovere ed un'infinita umanità”. (foto 2)
278^ Scuola di Comando Navale Si è chiusa presso il Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera, la 278^ sessione della Scuola di Comando Navale. Sono tredici i tenenti di vascello che hanno superato il tirocinio di manovra (Tir. Ma.) e il tirocinio di manovra e impiego tattico (TIR.M.I.T.) ottenendo l’abilitazione al comando navale. Si apre cosi per i nuovi giovani coman-
danti un nuovo capitolo della loro carriera dopo questo importante giro di boa. (foto 3)
Il Centro Remiero della Marina apre agli studenti Alcuni studenti di due istituti comprensivi di Terracina e Monte San Biagio hanno trascorso una giornata all’interno del Centro Remiero della Marina sulle sponde del lago di Pola a Sabaudia. La visita rientra nell’iniziativa “Momenti Emozionali” portata avanti da Coni Lazio e dalla Regione. Gli studenti hanno avuto l’occasione di conoscere da vicino gli sport remieri attraverso i campioni della Marina militare della canoa e del canottaggio, e hanno provato in prima persona gli strumenti di allenamento assistiti dai tecnici della Marina militare.(foto 4)
00 3ª copertina.qxp_Layout 2 27/12/17 12:24 Pagina 1
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