Notiziario della Marina ottobre 2016

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M ARINA n o t I Z I A r I o de l la

A n n o L X I I I - o t t o b r e 20 1 6 - € 2 ,0 0


dal numero di:

OTTOBRE 1966

CINQUANT’ANNI

FA . . .

La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti

Copertina del Notiziario della Marina: Elicotteri pronti all’impiego.

In alto: l’incrociatore Giuseppe Garibaldi nelle acque di Taranto, a seguire personale della Marina Militare in soccorso alla popolazione di Firenze, colpita dall’alluvione. A sinistra: marinaio di nave Vespucci legge il Notiziario della Marina, durante una sosta della crociera.

inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com

In alto: personale a bordo di nave Aldebaran al termine di una esercitazione di periodo.


MARINA N O T I Z I A R I O

T E S TATA

M A R I N A M I L I TA R E 1954

GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L

I SCRIZIONE :

R EGISTRAZIONE :

Tribunale di Roma

n. 396/1985 dell’8 agosto1985

PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE

Antonio COSENTINO

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Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE

E

R EDAZIONE :

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LA COLLABORAZIONE A QUESTO NUMERO SI RINGRAZIA :

per i testi ed i contributi fotografici: Simone Fojanini, Giampaolo Trucco, Marco Maccaroni, Carlo Disma, Giovanni Tongiorgi, Ilaria Cerra, Desirée Tommaselli, Gruppo Operativo Incursori, Paolo Giannetti, Corrado Carrubba, Silvio Scialpi, Rosario Caruso, Dino Vanni, Stampa: XXXX XXXX

chiuso in redazione il 28 ottobre 2016

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Notiziario della Marina

Sommario

della

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A N N O L XIII -

Editoriale

OT TO B R E

2016

di Antonio Cosentino

Sitrep

L’Europa si addestra di Antonio Cosentino

Northern Challenge 2016 di Giampaolo Trucco

Operazioni di bonifica subacquea di Emanuele Scigliuzzo

Addestramento in montagna con i vigili del fuoco di Giampaolo Trucco

Tender to Nave Italia di Lucianoo Regina

Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia di Marco Maccaroni

Una flotta competitiva, la soluzione per il comparto marittimo italiano di Antonio Cosentino

Nave Alpino è in Squadra di Carlo Disma

Nave Aliseo, una lunga carriera in mare di Giovanni Tongiorgi

La Marina in musica di Ilaria Cerra

28 ottobre 1928: Inaugurazione del Ministero Marina di Desirèe Tommaselli

Un giorno lungo un anno di Emanuele Scigliuzzo

Sicurezza in mare: Il codice Internazionale dei Segnali di Paolo Giannetti

Un fisico “speciale”

a cura del Gruppo Operativo Incursori

In breve

di Emanuele Scigliuzzo

M ARINA M ILITARE

App NewsMM

www.marina.difesa.it

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ItalianNavy

@ItalianNavy

ItalianNavy

In copertina: un mezzo del 1° reggimento San Marco impegnato nell’esercitazione ERMO 2016. Vai alle pagine del Notiziario della Marina

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Editoriale di Antonio Cosentino

Mar Tirreno, Capo Teulada, 3 ottobre 2016. Esercitazione Emerald Move, la portaerei Cavour sede di comando e controllo della costituita forza anfibia. (foto di Silvio Scialpi).

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Il mese di ottobre della Marina è stato ricco di attività addestrative, prima tra tutte la Emerald Move/ERMO 2016, esercitazione anfibia complessa ospitata nelle acque del Tirreno. Sviluppata nell’ambito dell’Iniziativa anfibia europea (EAI), la ERMO è stata l’occasione per ben dieci Paesi europei per addestrare le rispettive forze anfibie al fine di verificarne l’interoperabilità e la capacità expeditionar y in uno scenario che comprendeva unità navali, aeree e subacquee. Nel frattempo, fuori dal Mediterraneo, più precisamente nel Mare del Nord, i palombari del Gruppo Operativo Subacquei sono stati impegnati in

una grande esercitazione anti-ordigni marittimi tra dodici Paesi appar tenenti alla NATO ed al Partenariato per la Pace. Proprio alle delicate operazioni di bonifica subacquea, capacità pregiata dei nostri operatori GOS, dedichiamo in questo numero un approfondimento esclusivo. Volgeremo poi lo sguardo alla situazione della Squadra Navale, con l’arrivo di nave Alpino e la dismissione di nave Aliseo, quindi vi racconteremo l’inaugurazione dell’anno accade-


mico dell’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia e parleremo delle interessanti proposte di Confitarma per ottenere una flotta commerciale competitiva, comparto trainante della nostra economia. Anche nel sociale , la Marina si mantiene in primissima

linea, con i propri operatori GOS in addestramento congiunto con i Vigili del Fuoco, le navi a vela al centro di numerosi progetti di solidarietà e la premiatissima Banda Centrale della Marina, ambasciatrice di pace nel mondo, motivo di orgoglio per la nostra Forza Armata. Per finire, anche questo mese non manca l’approfondimento storico, centrato sul Ministero della Marina, la rubrica di tecnica nautica e quella dedicata ai consigli degli esperti del Gruppo

Operativo Incursori sull’addestramento del fisico. A margine degli argomenti “di Marina”, non possiamo non volgere un pensiero ai tragici fatti del Centro Italia, ai quali dobbiamo garantire la pronta risposta di tutte le Istituzioni, nessuna esclusa, affinché le popolazioni colpite continuino a sentirsi par te integrante del Paese. Le Forze Armate si preparano 365 giorni l’anno ad affrontare situazioni di emergenza e rappresentano una risorsa unica dalla quale attingere capacità e professionalità. La Marina è presente. Senza dover aggiungere altro, vi auguriamo buona lettura.

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oceano atlantico

SITREP ottobre

2016

ma r

mar mediterraneo

BONIFICHE

ORDIGNI IN MARE

Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare

RILIEVI

IDRO-OCEANOGRAFICI

Attività di monitoraggio

Personale Gruppo S.D.A.I. TA (Bonifica ordigni Torre GAvetone Molfetta - BA), S.D.A.I. AU (Bonifica Ordigni Marchesa di Cassibile- SR), S.D.A.I. AN (bonifica Ordigni Chioggia), S.D.A.I. SP (Bonifica Ordigni Marina di Campo), S.D.A.I. CA (Bonifica Ordigni Golfi di Cagliari)

Navi idro-oceanografiche GALATEA

OPERAZIONE MARE SICURO Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali Cacciatorpediniere MIMBELLI Fregate MARGOTTINI (flagship), BERSAGLIERE, GRECALE Pattugliatori BETTICA, BORSINI, ORIONE, LIBRA.

JOINT OPERATION TRITON Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX Personale MM presso ICC Pratica di Mare

VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori

MCCID MALTA Missione italiana di collaborazione nel campo della Difesa

1 Pattugliatore/Corvetta: SFINGE, CHIMERA, SIRIO, LIBRA

Personale Marina Militare

EUNAVFOR - MED EUROPEAN UNION NAVAL FORCE

ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA

Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo Portaeromobili GARIBALDI (flagship) - SAN GIORGIO mare terra

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ar

UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON

Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare

OPERATION INHERENT RESOLVE Operazione di contrasto del terrorismo islamico Gruppo Operativo Incursori

COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)

n er o

Personale Marina Militare

RESOLUTE SUPPORT MISSION

Missione NATO di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO, Gruppo Operativo Incursori

M.F.O. golfo arabico

MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS

Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA, Personale Brigata Marina SAN MARCO

oceano indiano

BMIS GIBUTI BASE MILITARE ITALIANA DI SUPPORTO IN GIBUTI

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta Personale Marina Militare

M A RIN A

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con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina


L’Europa si addestra

PER UNA DIFESA EUROPEA COMUNE, CONCLUSA L’ESERCITAZIONE EMERALD MOVE di Antonio Cosentino

La ERMO 2016 ha aggiunto un altro importante tassello al progetto strategico del programma anfibio europeo, che è quello di raggiungere una piena integrazione e operatività in grado di esprimere una forza anfibia europea entro il 2020

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e Marine delle nazioni che aderiscono alla European Amphibious Initiative (EAI) sono state protagoniste dell’esercitazione addestrativa Emerald Move svoltasi nel mar Tirreno presso il poligono di Capo Teulada. È qui che dal 3 al 14 ottobre scorso è stata costituita una forza anfibia europea per lo svolgimento dell’esercitazione ERMO 2016, sotto il coordinamento della Marina Militare Italiana, al comando del contrammiraglio Salvatore Vitiello, comandante della terza Divisione Navale, che a bordo

della portaerei Cavour ha condotto e coordinato la forza anfibia per l'intero periodo. Tremila uomini e donne provenienti da Francia, Olanda, Spagna, Turchia, Regno Unito, Portogallo, Belgio, Fin-

landia, Svezia e Italia sono stati coinvolti nell’esercitazione con mezzi da sbarco e una componente aerea composta da 9 velivoli AV8B Plus (3 italiani e 6 spagnoli) e 16 elicotteri di vario tipo imbarcati sulle unità Personale del 1° Reggimento San Marco a bordo del mezzo cingolato AA.V 7, durante la fase di sbarco. (foto di Corrado Carrubba).

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navali. Gli uomini ed i mezzi messi in campo, sono stati impegnati a bordo delle unità navali ed a terra, l’Italia ha partecipato con nave Cavour, sede di comando e controllo della costituita forza anfibia, nave Carabiniere, nave San Giorgio, il sommergibile Venuti, una aliquota di circa 400 fucilieri della Brigata Marina San Marco e 71 lagunari del Reggimento Serenissima di Venezia. La Francia con la LHD FS Mistral e 200 marines, l’Olanda con la LPD HNLMS Rottherdam e 117 marines, la Spagna con la LHD SPS Juan Carlos I, la FFG SPS Numancia e 400 marines, la Turchia con la LST Osmangazi e 80 marines, il Regno Unito con 28 marines, il Portogallo con 90 marines, il Belgio con 121 marines e Finlandia e Svezia con uomini di staff. Tra le finalità della ERMO 2016, è stata quella di testare la capacità expeditionary richiesta alla forza da sbarco dell'European Amphibious Initiative e allo stesso tempo la capacità di una forza anfibia di sostenersi facendo leva proprio sul supporto fornito dalle navi in mare, mentre l'obiettivo finale dell'addestramento congiunto tra le diverse Marine e diverse forze da sbarco è stato

quello di raggiungere una piena integrazione ed operatività in grado di esprimere una forza anfibia europea. Il programma addestrativo, sviluppato con difficoltà crescenti, ha visto impegnati gli equipaggi in mare in operazioni navali complesse, come la difesa da attacchi di aerei sulla flotta, minaccia di sommergibile e sorveglianza. È stata poi garantita la sorveglianza e il controllo della fascia di mare intorno all’area dell’esercitazione. Per le truppe da sbarco l’addestramento è stato invece improntato sull’esecuzione di assalti anfibi dal mare, movimenti tattici sul terreno e la neutralizzazione di una minaccia in territorio ostile. Il tutto è stato reso ancor più realistico dalle condizioni meteorologiche impegnative che hanno accompagnato gli ultimi giorni dell’esercitazione. L’addestramento ha poi testato le capacità di reagire alle emergenze simulando delle operazioni di NonCombattant Evacuation Operation (NEO - evacuazione a favore di personale civile) e di Casualities Evacuation Care (CASEVAC - evacuazione a favore di personale militare ferito).

Elicottero NH-90 in volo da nave San Giorgio con a bordo personale del Reggimento San Marco durante una fase dell’esercitazione. (foto di Corrado Carrubba).

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L’INTERVISTA

di Simone Fojanini

Incontriamo il comandante di nave Carabiniere, Francesco Pagnotta impegnato nell’esercitazione ERMO 2016

Comandante quale è stato il ruolo di nave Carabiniere all’interno dell’esercitazione ERMO 2016? La forza navale anfibia che ha preso parte all’esercitazione era costituita da una portaerei e cinque unità da sbarco. Quando queste tipologie di navi si trovano ad operare in mare è necessaria la protezione della flotta da parte di unità con spiccate capacità di difesa an-

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tiaerea ed antisommergibile. Questo ruolo è stato svolto dalla fregata Carabiniere e dalla fregata spagnola Numancia a cui è stato assegnato il compito di garantire protezione dalla minaccia subacquea, costituita dal sommergibile Venuti, e difesa da attacchi aerei “nemici” anche con l’impiego dei velivoli AV8 posizionati a protezione della forza anfibia e controllati

grazie ai sistemi di comando e controllo di cui sono datate queste Unità.

Quali sono le capacità delle nuove fregate multimissione consegnate alla Marina Militare? Nate dal programma di cooperazione internazionale tra Italia e Francia, le FREMM sono caratterizzate da elevata flessibilità di impiego e si distinguono in due tipologie: le General Purpose (GP) e le Antisommergibile (ASW). Hanno una base progettuale comune, ma si differenziano per alcune peculiarità, tra le quali i sistemi


e mezzi imbarcati. Il tipo General Purpose può operare in scenari differenti, fornire supporto di fuoco contro-costa e trasportare un elevato numero di forze speciali, mentre le FREMM della tipologia ASW, dotate di una spiccata capacità sonar, sono specializzate nella ricerca subacquea e nella caccia ai sommergibili. Inoltre, proprio per la peculiarità dei sistemi di cui sono equipaggiate, le FREMM possono fornire assistenza umanitaria in caso di calamità naturali mettendo a disposizione un’infermeria e personale medico specializzato anche per interventi in telemedicina; con i sistemi di dissalazione di bordo possono fornire acqua potabile con una produzione di circa 25.000 litri

al giorno e 80.000 litri imbarcati; pussono confezionare fino a 500 pasti caldi al giorno e produrre 1.2 mega watt di potenza elettrica, sufficienti per alimentare un paese di 12.000 abitanti. Ci racconti la sua esperienza a bordo di nave Carabiniere Ho assunto il comando della nave lo scorso 5 agosto al termine dei lavori di fine garanzia, a circa un anno dalla consegna alla Marina Militare. La nave da quando è stata consegnata ha trascorso un periodo di attività addestrativa e ha partecipato alla missione di antipirateria EUNAVFOR Somalia – Operazione Ata-

lanta. Nonostante l’intenso periodo di attività, con un solo mese e mezzo di sosta lavori, ho trovato la nave in perfette condizioni, tanto che il giorno dopo la cerimonia di assunzione del comando eravamo già in Mediterraneo aggregati all’operazione antiterrorismo Active Endeavour. Oggi, al termine dell’ERMO 2016, ci attende un breve periodo di lavori e di manutenzioni. Ci teniamo comunque addestrati, visto che si prevede un altro anno intenso e ricco di soddisfazioni per l’equipaggio, composto in buona parte da personale che ha seguito la nave fin dal taglio della prima lamiera, fiero di poter condurre uno strumento così evoluto per i mari del mondo.

Truppe di assalto anfibie si apprestano ad imbarcare su elicotteri per il successivo sbarco a mezzo barbettone. (foto di Silvio Scialpi).

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Nelle foto alcune delle fasi salienti dell’esercitazione; il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli a bordo di nave Cavour.

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(foto di Corrado Carrubba).


No r thern Chall enge 2016 di Giampaolo Trucco, foto di Rosario Caruso.

Sottoporre gli artificieri a situazioni reali, durante le quali avrebbero dovuto cimentarsi nella ricerca di un ipotetico ordigno esplosivo, alcune volte nascosto nell’ambiente circostante, nella sua identificazione e nel relativo intervento di disinnesco, questo lo scopo della Northern Challenge 2016.

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eflavik, Islanda. Da qualche anno molte Nazioni appartenenti alla NATO e Partnership for Peace (PfP) partecipano alla Northern Challenge, un’esercitazione che ha l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione sulle più attuali minacce IED (Improvised Explosive Device) e sulle operazioni EOD (Explosive Ordnance Disposal) in ambito subacqueo e marittimo (Underwa-

ter/Maritime EOD operations). Così 22 team, per un totale di 250 operatori provenienti da 12 differenti Paesi (Italia, Islanda, USA, UK, Germania Francia, Norvegia, Svezia, Danimarca, Olanda, Belgio, Polonia), si sono confrontati nello svolgimento di scenari addestrativi, a complessità crescente, nell’ambito dei quali è stato possibile condividere le esperienze e valutare i progressi raggiunti sulle procedure, sulle tecniche e sugli equipaggiamenti necessari ad intervenire in queste pericolose situazioni. L’intervento sulle diverse minacce terroristiche è stato gestito dalla Un Palombaro EOD-Navy del Gruppo Operativo Subacquei durante la neutralizzazione di un ordigno inesploso. Sullo sfondo il wheelbarrow per gli interventi EOD e IEDD in dotazione al Reparto Pronto Impiego del GOS.

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due Palombari EOD della Marina Militare, inseriti nel “ Directing staff EOD Control Team, hanno costruito i manufatti esplosivi, preparato le diverse situazioni d’emergenza e curato il piazzamento delle cariche con le quali si sarebbero confrontati i team degli altri Paesi

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Multinational EOD Coordination Cell (al cui interno vi era anche il Capo Reparto Pronto Impiego del Gruppo Operativo Subaquei), che aveva il compito di coordinare i team EOD/IEDD a disposizione, sulla base delle loro capacità, assegnandogli i compiti giornalieri (task) e le relative priorità d’intervento. Gli ideatori degli scenari, nonché i controllori dello svolgimento delle diverse attività di bonifica, erano individuati tra il personale più esperto delle diverse Nazioni. Tra questi vi erano anche due Palombari EOD della Marina Militare che, inseriti nel Directing staff EOD Control Team, hanno costruito i manufatti esplosivi, preparato le diverse situazioni d’emergenza e curato il piazzamento delle cariche con le quali si

sarebbero confrontati i team degli altri Paesi. Lo scopo dell’esercitazione era quello di sottoporre gli artificieri a situazioni reali, durante le quali avrebbero dovuto cimentarsi nella ricerca di un ipotetico ordigno esplosivo, alcune volte nascosto nell’ambiente circostante, nella sua identificazione e nel relativo intervento di disinnesco. Gli ordigni, corredati di tutti i sensori di attivazione ma privi di esplosivo, manifestavano l’avvenuta detonazione qualora le operazioni di bonifica fossero state errate. Nei 17 giorni di esercitazione il

team italiano ha condotto un totale di 14 tasks, effettuati sia in ambientazioni terrestri che marittime, raggiungendo brillanti risultati, in quanto, a differenza di altre Nazioni, sono stati disinnescati tutti i congegni esplosivi, senza mai determinarne l’attivazione accidentale. Attraverso la partecipazione al-

Un operatore del GOS con il wheelbarrow EOD in procinto di iniziare una ricerca di eventuali ordigni esplosivi lungo una banchina della base di Keflavik

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italiano ha condotto un totale di 14 tasks, effettuati “ilsiateamin ambientazioni terrestri che marittime, raggiungendo brillanti risultati, in quanto, a differenza di altre Nazioni, sono stati disinnescati tutti i congegni esplosivi, senza mai determinarne l’attivazione accidentale.

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Un Palombaro del GOS durante la ricerca di ordigni esplosivi effettuata mediante metaldetector.

l’esercitazione Northern Challenge i Palombari EOD di Comsubin hanno potuto confrontarsi con le Êlite mondiale del settore della neutralizzazione degli ordigni esplosivi improvvisati, accrescendo cosÏ la loro esperienza e preparazione al solo scopo di essere sempre pronti ad intervenire contro ogni minaccia possa essere arrecata al nostro Paese.

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Operazioni di bonifica subacquea A

ttraverso una delicata operazione subacquea iniziata lo scorso 29 marzo, i Palombari EOD della Marina hanno concluso lo scorso 23 settembre la bonifica dei fondali dell'isola del Trimelone (lago di Garda), attività che ha permesso di rimuovere 24.700 ordigni esplosivi residuati bellici.

Lago di Garda , 23 settembre 2016. I Palombari EOD della Marina durante una fase della bonifica dei fondali dell'isola del Trimelone. (foto di Rosario Caruso)

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di Emanuele Scigliuzzo

Per la sua collocazione strategica, a poco più di 300 metri dalla frazione di Assenza lungo la costa orientale del lago di Garda, nel corso dei secoli l'isola di Trimelone ha sempre avuto una forte connotazione militare, fino a diventare nel dopoguerra una polveriera. L'evento che portò alle cronache quell'area risale alla notte del 5 ottobre del 1954: un terribile boato, seguito da un devastante incendio che durò tre giorni, distrusse più di metà dell'isolotto. L'onda d'urto fu talmente violenta da proiettare rocce e manufatti nelle acque del lago


di Garda, depositando su tutto il fondale migliaia di ordigni e casse di esplosivi di ogni tipo. Solo nel 1997 si avviò una prima fase di bonifica dell'isola che, per quanto riguarda gli ordigni proiettati in mare, coinvolse i Palombari di Comsubin dislocati presso il Nucleo S.D.A.I. di Ancona (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi). L'intervento, riproposto nel 2006/2007, permise di recuperare e distruggere quasi 100 mila ordigni di ogni forgia e tipo, risalenti alla Prima e Seconda Guerra Mondiale. A quella data, sebbene la superficie dell'isola si potesse considerare completamente bonificata, i fondali compresi tra i 10 ed i 39 metri presentavano ancora 149 punti con possibilie presenza di ordigni esplosivi. Su richiesta dell'Ufficio territoriale del Governo – pre-

fettura di Verona, il 29 marzo 2016 sono riprese le operazioni di bonifica subacquea condotte dai Palombari EOD del Gruppo Operativo Subacquei, attività che hanno permesso di rimuovere un totale di 753 ordigni, tra i quali 24 casse contenenti 1.000 detonatori ciascuna. Le 198 ore di immersione, condotte con l'Apparecchiatura Subacquea Alimentata dalla Superficie (A.S.A.S.) e con le strumentazioni necessarie all'individuazione dei manufatti ferromagnetici, si sono svolte in condizioni di visibilità molto scarsa e con temperature dell'acqua che spesso non superavano i 10°C. Gli ordigni esplosivi e parti di essi, individuati e rimossi dai Palombari di Comsubin, sono stati successivamente consegnati al personale dell'8° Reggimento Genio Guastatori dell'Esercito Italiano per la loro distruzione.

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Addestramento in montagna con i vigili del fuoco Un valido addestramento che ha permesso di consolidare il rapporto operativo con i Sommozzatori dei Vigili del Fuoco

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di Giampaolo Trucco

palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) della Marina hanno partecipato ad uno stage d'immersione con i Sommozzatori dei Vigili del Fuoco, per testare le procedure adottate dagli operatori di COMSUBIN nelle immersioni in alta montagna. Simulando un intervento di ricerca di un disperso nelle acque del lago Rotondo - ubicato a 2.427 metri nel gruppo montuoso Vegaia Tremenesca (Trentino Alto Adige) sono state utilizzate le piĂš moderne apparecchiature per l'investigazione subacquea in dotazione alla Marina, tra le quali un sonar portatile ad alta definizione che permette ai Palombari del GOS di vedere sott'acqua anche in totale


assenza di luce o in caso di limitata visibilitĂ .Questa attivitĂ addestrativa ha permesso di consolidare il rapporto operativo con i sommozzatori dei Vigili del Fuoco che, negli ultimi anni, hanno operato a fianco dei palombari della Marina in importanti e complesse operazioni subacquee come l'attivitĂ sul relitto della Costa Concordia, la Torre del Porto di Genova e il naufragio dell'isola dei Conigli a Lampedusa.

Palombari del Reparto Pronto Impiego del GOS e i Sommozzatori dei Vigili del Fuoco durante un ciclo di immersioni condotte nelle fredde acque del lago Rotondo in Trentino Alto Adige. (foto Dino Vanni).

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Continua il progetto vincente tra la Marina Militare e Yacht Club Italiano per la Fondazione Tender To Nave Italia

Tender to nave Italia

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di Luciano Regina

sorrisi e gli abbracci ai compagni mentre si riceve l'attestato di “marinaio” dalle mani della ministra della Difesa, Roberta Pinotti: una mattinata emozionante, quella di 12 giovanissimi dai 9 ai 16 anni, una “ciurma” di fratelli di ragazzi con disabilità che per quasi una settimana ha navigato a bordo della nave Italia, il brigantino della Marina Militare.

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Un progetto vincente, fatto di grande impegno e solidarietà civile, in cui la cultura e la passione per il mare di cui la Marina Militare ne è regina, diventano strumenti di educazione, formazione, riabilitazione e inclusione sociale. La collaborazione tra la Marina Militare e Yacht Club Italiano, nata nel 2007, promuove progetti di solidarietà a favore di associazioni non profit, ONLUS, scuole, ospedali, servizi sociali, aziende pubbliche o private che promuovano


La ministra della Difesa, onorevole Roberta Pinotti, accompagnata dal capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Valter Girardelli a bordo di Nave Italia, ormeggiata nel porto antico di Genova.

azioni inclusive verso i propri assistiti e le loro famiglie. Il progetto “Ragazzi all’arrembaggio” – promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – ha visto protagonisti i giovani disabili che si sono imbarcati a bordo di nave Italia il 4 ottobre scorso da Genova per una navigazione che si è conclusa l’8 ottobre. Per i ragazzi a bordo è stata senza dubbio un'esperienza indimenticabile: «Per la prima volta, invece di portare i ra-

gazzi malati, abbiamo deciso di fare salire a bordo i loro fratelli e le loro sorelle sane, che condividono a casa il grosso problema della disabilità - spiega il professor Carlo Dionisi, primario dell'ospedale padiatrico Bambin Gesù di Roma, - nave Italia ci ha permesso di stare a contatto con loro, permettendoci di capire quanto sono più grandi della loro età, ma senza dimenticare il diritto a essere bambini. Il mare è un elemento di magia, ci stacca dalla terra

per un'avventura straordinaria, ma ha le sue regole: i ragazzi hanno imparato, con questo progetto educativo, a condividere gli spazi, a preparare da mangiare e a pulire, senza dimenticare la conoscenza dei nodi. Ora sono marinai a tutti gli effetti». Il veliero, costruito nel 1993 per crociere di lusso, acquisito nel 2007 dalla Onlus Tender to Nave Italia accogliere 24 ospiti oltre all'equipaggio formato da personale della Marina Militare; nella sua nuova veste viaggia ed attraversa il Mediterraneo ed i mari a noi più vicini offrendo la cultura del mare al servizio del sociale, affrontando la formazione di chi opera a contatto con il disagio, un’università del mare che si affianca alle strutture a terra quale nodo di scambio di esperienze anche internazionali. La stagione 2016 di nave Italia, partita lo scorso 3 maggio, si concluderà il prossimo 21 ottobre, con una score di primissimo livello, ben 22 sono stati i progetti realizzati, 13 dedicati a persone con disabilità fisica o cognitive, 2 a persone con disagio mentale e 7 a persone con problemi familiari, sociali e scolastici. Ne hanno beneficiato ben 440 persone provenienti da 22 enti italiani. Questi sono numeri importanti che rafforzano agli occhi di tutti, non solo di chi quotidianamente vive una vita “normale”, ma anche chi l’affronta con una visione del tutto diversa, che la Marina Militare c’è sempre, in ogni campo, pronta ad abracciare tutte le esigenze della popolazione italiana. "La vita sul mare è l’ambiente ideale perchè ciascuno dia il meglio di sè, viva l'avventura come apprendimento, impari attraverso esperienza e regole condivise, conosca i propri limiti e la forza del gruppo, che include tutti, arricchendo ognuno nella capacità di affrontare la vita. nave Italia è il simbolo di una convivenza possibile, una scuola di vita che promuove sviluppo ed integrazione, senza mai escludere i più deboli".

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Aperto ufficialmente l’Anno Accademico 2016-2017 presso l’Istituto di Studi Militari Marittimi

Si studia per il futuro della Marina Militare

di Marco Maccaroni

A

lla presenza del Capo di Stato Maggiore delle Marina Militare, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, si è aperto ufficialmente l’Anno Accademico 2016-2017 presso l’Istituto di Studi Militari Marittimi. La tradizionale cerimonia, tenutasi alla presenza di numerose personalità cittadine, tra cui il prefetto Cuttaia, la vice sindaco Colle e il procuratore d’Ippolito, assieme alle massime autorità militari, è stata introdotta dall’ammiraglio Bernard che ha voluto innanzitutto ringraziare il Capo di Stato Maggiore per aver onorato con la sua presenza questo evento, portando così un segnale

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concreto dell’attenzione che il vertice della Marina ripone nel personale e in particolare nella sua formazione. All’ammiraglio Bernard ha fatto seguito un indirizzo di saluto da parte del procuratore aggiunto e coordinatore antimafia e antiterrorismo D'Ippolito che, introducendo il tema di discussione della giornata, ha sottolineato come solo con un approccio integrato, che coinvolga tutte le componenti del comparto sicurezza - civili, militari, d’intelligence - si possa far fronte unito contro la minaccia concreta del terrorismo che arriva anche dal mare, una minaccia cui Venezia, città portuale e dalle caratteristiche peculiari, deve fronteggiare con un’azione preventiva, piuttosto che repressiva. È stato poi il turno della consueta lectio magistralis, a cura del prof. Andrea Margelletti, presidente del Centro di Studi Internazionali di Roma, sul tema “Il ruolo della Sicurezza Marittima per il futuro geopolitico del Pianeta nella dimensione dei global commons”: un’av-

vincente trattazione sulle correnti incertezze, instabilità e minacce, poste anche dal terrorismo, nonché le conseguenti nuove, interessanti opportunità che da questo scenario derivano, in particolare per tutto ciò che concerne il mare e le attività ad esso collegate. Il successivo intervento dell’ammiraglio Girardelli ha presentato un excursus dello scenario d'interesse nazionale e oltre, caratterizzato da una cosiddetta “liquidità” dei sistemi, in un mondo che, più che multipolare, molti definiscono ormai a-polare: “Oggi, condizioni come la difesa del Paese e la sicurezza dei suoi cittadini assumono una valenza molto


Il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Valter Girardelli all’apertura dell’anno accademico dell’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia

più estesa che nel passato, interessando quindi la politica, la diplomazia, il diritto, l’istruzione, l’economia, la finanza, il commercio, l’assistenza umanitaria e sanitaria, l’informazione e lascio ai frequentatori trovare anche gli altri settori che possono arricchire queste mie prime riflessioni”. In tali scenari è sempre più necessario rispondere alle numerose sfide alla sicurezza con un’azione interforze e internazionale intelligente, laddove ogni componente possa mettere a sistema il meglio delle proprie competenze, dirette ad uno sforzo in totale sinergia. Tutto ciò, ovviamente, senza dimenti-

care la rilevanza strategica della componente marittima legata a tali sfide, come confermato sia a livello di Unione Europea che dell’Alleanza Atlantica, in quello che oramai viene spesso chiamato il “Blue Century” per l’importanza – economica, ma non solo – dell’elemento marino, fattore abilitante per la crescita di un paese, in particolare per l’Italia. Prima di chiudere, l’ammiraglio Girardelli ha rivolto un sentito pensiero ai frequentatori della 72^ Sessione del Corso Normale di Stato Maggiore (CNSM): "Il futuro della Marina Militare e, più in generale, del nostro strumento

militare nazionale poggia sul senso di organizzazione, e come tale passa anche in misura ragguardevole dall’impegno di tutti. Dall’impegno dei frequentatori. Dal vostro impegno. Sappiate quindi sfruttare appieno questa importante opportunità formativa, per approfondire la conoscenza delle forze armate della difesa, nel suo insieme, per sviluppare la capacità di anticipare gli eventi, per coltivare una visione innovativa dei rispettivi ruoli”. L’ultimo appello, nuovamente, alla necessità di acquisire sin da subito un approccio e una mentalità interforze e internazionale: “interforze significa andare a conoscere quelle che sono le competenze, le specificità, le peculiarità, la preparazione che connota l’esperienza pregressa di chi impiega lo strumento terrestre, di chi impiega lo strumento marittimo, di chi impiega lo strumento aereospaziale e poter rappresentare un moltiplicatore di potenza”, con l’auspicio di far proprio il leitmotiv che “Solo chi non ha idee, non le cambia". L’Anno Accademico, appena cominciato presso Maristudi, come ricordato dall’ammiraglio Bernard nel suo discorso d’apertura, "vedrà lo svolgimento di 3 sessioni per un totale di circa 100 frequentatori militari, a cui vanno aggiunti alcuni frequentatori civili interessati alla sicurezza e agli studi strategici, in base all’accordo stipulato nel 2014 con l’Università Ca’ Foscari, grazie al quale il CNSM viene riconosciuto come Master di II Livello in Studi Strategici e Sicurezza Internazionale." Nel corso dell’anno si terranno poi anche tre Giornate di Studio – seminari monotematici con presenza di esperti di fama internazionale.

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CONFITARMA

Una flotta competitiva, la soluzione per il comparto marittimo italiano

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di Antonio Cosentino

a salvaguardia dell’occupazione dei marittimi italiani, competitività della flotta, formazione di nuove risorse, sicurezza degli equipaggi, intermodalità marittima, queste le sfide lanciate da Emanuele Grimaldi, presidente della Confederazione Italiana Armatori, nel corso dell’Assemblea di Confitarma del 24 ottobre. Successivamente si è soffermato anche sul coinvolgimento di unità mercantili nelle operazioni SAR che, dal 2014 ad oggi, hanno contribuito a salvare circa 70.000 persone. Presenti all’assemblea il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, numerose autorità civili e militari e tutto il cluster marittimo. L’assemblea ha visto la cospicua presenza anche di alti ufficiali della Marina Militare, tra questi: il sottocapo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra Paolo Treu, il capo del 3 Reparto Piani Operazioni e Strategia Marittima e capo Reparto Anfibio e comandante delle Forze Anfibie ammiraglio Aurelio De Carolis e l’ammiraglio Enrico Cre-

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Nella immagine a fianco, a destra il sottocapo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Paolo Treu accompagnato dall’ammiraglio Aurelio De Carolis.

dendino comandante dell’Operazione EUNAVFOR Med Sophia. Il presidente Grimaldi ha ribadito che dal 2007, a fronte dell’aumento del commercio via mare, lo shipping ha ridotto di oltre il 10% le sue emissioni totali di CO2. Intermodalità marittima, questa è la risposta per ridurre l’impatto ambientale e rendere sostenibile il trasporto - queste le parole del presidente - il settore delle navi traghetto per il trasporto di merci e passeggeri trasporta annualmente a livello mondiale 2,1 miliardi di passeggeri via mare, poco meno di

quelli trasportati via aereo. Ha poi aggiunto: lo short sea shipping è un successo tutto europeo: dei 40 milioni di camion imbarcati sulle navi nel mondo ogni anno, il 75% viaggia su rotte europee. In Italia, il sistema delle autostrade del mare continua a svilupparsi rispetto al 1999.


Salvaguardia dell’occupazione, competitività della flotta, formazione di nuove risorse, sicurezza degli equipaggi sono solo una parte dei temi trattati all’assemblea di Confitarma, che ha visto la presenza di numerose autorità civili e militari e tutto il cluster marittimo.

In primo piano l’ammiraglio Enrico Credendino..

L’altro aspetto rimarcato è stato “la riforma della portualità e della logistica”. Il presidente di Confitarma ha evidenziato che la maggiore autorità della nuova governance dei porti certamente potrà agevolare la semplificazione di alcuni processi decisionali dell’Autorità di Sistema Portuale (AdSP) che allo stesso

tempo avranno maggiore responsabilità. D'altra parte, occorrerà verificare se la maggiore autonomia della AdSP possa tradursi in migliori livelli di competitività e di efficienza dei nostri porti, oltre al fatto che nell'ambito del “Tavolo di Partenariato”, il ruolo dei rappresentanti di categoria è meramente consultivo mentre il loro contributo avrebbe potuto essere importante per le decisioni strategiche che interessano i nostri porti. L’ultima parte del discorso il presidente Grimaldi lo ha dedicato all’Atto n.321

del Governo, “i cui effetti sono ben chiari ed evidenti a tutti coloro che conoscono il settore”. Le modifiche contenute nell’Atto non sono affatto marginali e non tengono conto delle normative comunitarie che regolano differenziandoli chiaramente, i traffici di cabotaggio continentale, insulare e di short sea shipping, imponendo l’obbligo di imbarcare personale esclusivamente italiano/comunitario su tali tratte, con perdita di competitività della bandiera italiana e l’inevitabile trasferimento della flotta traghetti sotto altra bandiera comunitaria. Infine, ha lanciato un segnale di allarme a nome di tutto l’armamento italiano “abbiamo bisogno di regole certe e di continuità delle scelte di politica marittima” ed ha quindi concluso il suo discorso rivolgendo al ministro la domanda “se la sua Amministrazione intenda intervenire per riprendere la rotta che ci ha visti protagonisti di un successo comune” in termini di flotta e occupazione. “Vogliamo stare al fianco delle imprese e non vogliamo creare loro complicazioni”. Ad assicurarlo è stato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, che ha preso la parola dopo la relazione del presidente degli armatori, Emanuele Grimaldi, che ha chiesto al Governo di invertire rotta sul decreto legislativo, all’esame del Parlamento, in materia di riordino delle disposizioni legislative vigenti in materia di incentivi fiscali, previdenziali e contributivi in favore delle imprese marittime. “Cerchiamo – ha detto Delrio – di valutare fino in fondo gli effetti” del provvedimento. Le vostre critiche sono molto puntuali.Valuteremo tutte le implicazioni e cercheremo soluzioni anche con il Parlamento”.

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Nave Alpino è in Squadra C

di Carlo Disma

ome da programma, anche la quinta Fregata Europea Multi Missione è stata consegnata alla Marina. Questa moderna nave, quarta ed ultima in configurazione antisommergibile, è anche la quarta unità a fregiarsi del nome della gloriosa specialità dell’Arma di Fanteria. La nuova fregata Alpino è stata preceduta da due cacciatorpediniere delle rispettive classi Soldato, nella prima metà del ‘900, quindi dalla fregata capoclasse Alpino, dismessa dieci anni fa, da cui ha ereditato il motto delle Penne Nere: “Di qui non si passa”. Un nome ed un motto impegnativi che, in ossequio alle migliori tradizioni marinaresche, non potranno che far

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aumentare l’affiatamento dell’equipaggio e l’orgoglio di appartenere ad un’unità contemporaneamente espressione di innovazione e custode di valori. La cerimonia di consegna alla Squadra Navale è avvenuta lo scorso 30 settembre nei cantieri navali spezzini del Muggiano alla presenza della madrina, Maria Rosa Solimano, cugina della medaglia d’oro al Valor Militare degli Alpini Francesco Solimano, e di numerose autorità,

tra le quali il Direttore di NAVARM, ammiraglio ispettore Matteo Bisceglia. Nel corso della cerimonia, il capitano di fregata Marcello Grivelli ha assunto il primo comando dell’unità soffermandosi sul senso di responsabilità derivante dal servizio per la Marina e per il Paese. Un concetto, questo, condiviso da equipaggi professionalmente all’avanguardia e in prima linea sul difficile fronte rappresentato oggi da un mare sempre più di confine, crocevia di traffici illeciti, interessi nazionali e teatro drammi umanitari per i quali le navi italiane costituiscono un deterrente, mezzo di protezione e baluardo di sicurezza, tutti compiti dei quali la fregata Alpino sarà presto protagonista.


Nave Alpino è la quinta di dieci navi della Marina che fanno parte del programma italo-francese “FREMM”. Lo scorso 30 settembre l'unità è entrata a far parte della Squadra Navale

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Una lunga carriera in mare

Nave Aliseo

È

di Giovanni Tongiorgi

il 7 settembre 1983, porto di La Spezia, quando la fregata lanciamissili antisom Aliseo (F574), quinta unità della classe Maestrale, viene consegnata alla Marina Militare, al termine della fase di allestimento durata quasi un anno (varata il 29 ottobre 1982). Da quel giorno, l’unità ha incessantemente operato al servizio della Squadra Navale e del Paese svolgendo con professionalità tutte le attività operative ed addestrative che nel corso degli anni è stata chiamata a condurre. Il 23 giugno 1984, nel porto di Ancona, l’unità veniva insignita della bandiera di combattimento, donata dall’Associa-

zione Nazionale Marinai d’Italia, sezione di Riva del Garda.Nella sua lunga carriera, l’unità ha partecipato alle importanti operazioni Golfo Persico I (1988, a protezione del naviglio mercantile nazionale durante la guerra Iran-Iraq), Enduring Freedom (2002-2003, in supporto alle operazioni contro l’Afghanistan), Active Endeavour (20042006-2007-2008-2009-2013-2015-201 6, unica operazione “Articolo 5” dell’Alleanza Atlantica di contrasto al terrorismo), Mare Nostrum (2013-2014, a supporto dell’emergenza migratoria in sud Mediterraneo) e Mare Sicuro (2015-2016, a difesa degli interessi nazionali nelle acque antistanti la Libia),prendendo parte per otto volte ai Gruppi Navali Permanenti della

Constant et Indomitus, costante ed indomito, come il vento di cui porta il nome, come la dedizione del suo equipaggio, che nel corso degli anni ne ha onorato lo spirito

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NATO (prima NAVOCFORMED, quindi STANAVFORMED ed infine SNMG2), nonché partecipando a numerosissime esercitazioni ed addestramenti, sia in ambito nazionale che internazionale. Nel corso dei 33 anni di servizio ha operato prevalentemente nel Mare Nostrum, conducendo attività di naval diplomacy in tutti i Paesi che affacciano su detto bacino, dal Nord Africa all’est Adriatico, dal Medio Oriente al Mar Nero. Ha operato tuttavia anche nel Golfo Persico, in Oceano Indiano e nel Mar del Nord, avendo modo di visitare Paesi molto lontani dalla madrepatria e portare un po’ di italianità in quelle terre lontane e così diverse dalla nostra. Nel corso della sua lunga carriera, l’Unità ha per-


Dopo 33 anni di attività Nave Aliseo, fregata classe Maestrale lascia il servizio attivo corso quasi 710.000 miglia nautiche, pari a circa 32 volte il giro della Terra all’Equatore, navigando per 60.000 ore di moto, pari a 2.500 giorni in mare (quasi 7 anni di navigazione). Il 7 settembre 2016, in occasione del passaggio di consegne tra il titolare cedente, capitano di fregata Giovanni Tongiorgi e l’accettante, capitano di corvetta Paolo Grasso, a pochi giorni dal rientro dalla sua ultima attività operativa (sesto turno nell’ambito dell’Operazione Mare Sicuro), l’unità lascia il servizio attivo e viene collocata nella posizione di disarmo, seconda della classe Maestrale a

circa sei mesi di distanza dalla capoclasse. La giornata dedicata al passaggio di consegne, solitamente di festa, è invece un giorno triste per l’equipaggio della nave, che nei prossimi mesi verrà lentamente ma inesorabilmente smembrato a causa della nuova posizione amministrativa dell’unità. L’equipaggio, forza e cuore pulsante della nave, che nel corso degli anni è cambiato nelle persone ma non nell’attaccamento al mezzo e di cui ha mantenuto inalterato lo spirito, ha continuato a rappresentare il punto di forza dell’unità, svolgendo in tutte le circostanze il proprio

mestiere in maniera professionale e dimostrando dedizione e encomiabile spirito di sacrificio. In particolare, nel corso dell’ultimo anno di servizio dell’unità, l’ultimo equipaggio ha operato incessantemente a supporto delle operazioni nazionali e NATO, navigando per 4.300 ore di moto (200 giorni in mare), compiendo 30 salvataggi di natanti in difficoltà e traendo in salvo quasi 4.000 naufraghi. Onore a nave Aliseo ed al suo ultimo equipaggio. Buon ultimo viaggio verso la meritata pensione, gloriosa signora del Mare! Constant et Indomitus, costante ed indomito, come il vento di cui porta il nome, come la dedizione del suo equipaggio, che nel corso degli anni ne ha onorato lo spirito.

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La Marina in musica di Ilaria Cerra

Sul prossimo numero un servizio dedicato al Concerto di beneficenza della Banda Musicale della Marina Militare

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a Banda della Marina Militare è un’istituzione a livello nazionale e internazionale, nata poco dopo l’Unità d’Italia da un piccolo gruppo musicale imbarcato su nave ammiraglia, nel 1979, come “Ruolo Musicanti della Regia Marina”. La sua prima sede fu nella città di La Spezia per poi arrivare a Roma, ove tutt’ora è l’attuale sede. Negli anni è diventata, per tutti gli amanti della musica, un punto importante d’incontro per concerti e opere umanitarie. E’ composta da un Maestro direttore, un Maestro vicedirettore e

102 orchestrali, tutti provenienti dai migliori conservatori della penisola. Il vasto repertorio della Banda Centrale della Marina Militare permette di spaziare dal classico al rock, dove la qualità del suono e la duttilità degli orchestrali sono il cuore di ogni concerto. Il Direttore Maestro Capitano di Fregata Antonio Barbagallo, nato a Catania, ha conseguito vari corsi e studi per tutta la sua vita professionale e ad oggi ha diretto più di 400 concerti con la Marina Militare. Tra la Svezia e gli Stati Uniti d’America, la Banda della Marina Militare ha eseguito, negli ultimi anni, numerosi concerti. Ricordiamo quello in Belgio, nel 2009, presso il Comando Supremo della Nato, e prima a New York, in occasione del Columbus day del 2006. In Madrepatria, si è

esibita in tutti i palcoscenici più importanti tra cui Il Teatro della Scala, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Teatro della Fenice di Venezia. Un aspetto poco conosciuto - ma in realtà uno dei più importanti e significativi - è l’impegno nel sociale che la nostra Marina Militare ha promosso e continua a promuovere sia a livello nazionale che internazionale. Nel 2004, come riconoscimento di questo significativo impegno, alla Banda della Marina è stato consegnato il “Cavalierato di Pace” dal Centro Internazionale per la Pace fra i popoli d’Assisi, ma non si può non citare anche la sua partecipazione al disco dal titolo “The Man with the Mac” per aiutare i bambini di Haiti dopo il tragico terremoto del 2010. Non solo tradizioni, quindi, in ogni azione della Marina Militare: che sia “per mare, per terram" o nella musica, la solidarietà rimane al centro di ogni equipaggio della nostra Forza Armata.

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28 ottobre 1928:

inaugurato il Ministero della Marina

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di Desirée Tommaselli

in dal primo progetto del 1911, ad opera del Genio Militare, l’edificio del nuovo Ministero della Marina fu concepito in modo da dichiarare, fin dall’esterno, la sua destinazione d’uso: una bella Vittoria alata su una prora di nave, sospinta da un gruppo di cavalli marini avrebbe coronato la sommità della facciata, a similitudine delle quadrighe del Vittoriano o del palazzo di Giustizia. Del resto i modelli più prossimi, dal punto di vista sia stilistico sia cronologico, erano proprio i cantieri monumentali postunitari. La data d’inaugurazione del palazzo non deve indurre in errore. Il nuovo Ministero rientrava infatti nel programma edilizio governativo di Roma Capitale, attraverso il quale la città venne gradualmente dotata dei necessari ministeri. Tra i tanti, quello della Marina aveva una certa urgenza, diviso com’era tra il convento di Sant’Agostino, il convento di sant’Andrea delle Fratte e palazzo Parisi in Via Cola di Rienzo. Nel febbraio 1912 venne dato mandato all’architetto Giulio Magni della progettazione artistica del nuovo edificio da erigere appositamente per la Marina; da qui l’insistito rimando al mare e alla marineria che conferisce al palazzo la sua originalità e l’unicità decorativa. Magni, nipote di Giuseppe Valadier e collaboratore di Giuseppe Sacconi nel cantiere del Vittoriano, non solo si occupò della progettazione strutturale ma anche di quella decorativa, adattandole alle diverse esigenze dei “committenti”: il Ministero dei Lavori Pubblici, il Genio Civile e il Ministero della Marina. Ogni proposta doveva essere infatti approvata da questi tre “attori”, compresa quella degli artisti e dei loro bozzetti per le decorazioni interne: Giuseppe Rivaroli, Antonino Calcagnadoro, Pio e Silvio Eruli, Pieretto Bianco, Umberto Bellotto furono tutti scelti dall’architetto. Dal canto suo, il Ministero Marina, rappresentato dal battagliero ammiraglio Giuseppe Sirianni, intervenne chiedendo anche delle modifiche ad alcune opere pittoriche, a volte già poste in opera, e imponendo un pittore austriaco di mare e battaglie navali destinato a grande fama nell’ambito della Marina Militare: Rudolf Klaudus. Magni, soprattutto, dovette fare i conti con il mutare del clima storico e delle condizioni economiche. Il progetto iconografico, incentrato inizialmente su ideali quali il valore, la forza, il trionfo delle armi, dopo la conclusione favorevole della Grande Guerra doveva avere un nuovo focus, la celebrazione della vittoria, tema progressivamente amplificato e strumentalizzato dalla propaganda degli anni successivi al 1922. Nel 1925, su suggerimento dello scultore Pietro Canonica, membro della Commissione centrale per l’Antichità e Belle Arti e sodale di Thaon di Revel (ne realizzerà la tomba nel 1950), fu studiata l’ipotesi di eseguire, sui pilastri dell’avancorpo centrale di ingresso sul Lungotevere, 4 bassorilievi La facciata del Ministero della Marina sul Lungotevere con le ancore collocate all'ingresso del Palazzo solo dal maggio 1929.

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raffiguranti atti di valore della Marina nella Grande Guerra: l’impresa di Premuda, il salvataggio dell’Esercito e del popolo serbo, la difesa di Venezia e la protezione del traffico mercantile. Altra proposta quella di rappresentare, invece, quattro azioni o battaglie significative della Marina italiana o delle

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marine preunitarie, del resto gli architravi delle tre grandi finestre del piano nobile erano destinati a recare i nomi di Genova, Roma e Venezia, i simboli dell’imperium maris italiano nella storia. Il giorno dell’inaugurazione, però, i pilastri si presentarono perfettamente lisci: nessuna scultura, nessun basso-


rilievo. Neanche le ancore, l’elemento che oggi identifica con maggior immediatezza il palazzo e la sua funzione, erano al loro posto attuale. La data, il 28 ottobre 1928, venne scelta dal Ministero dei Lavori Pubblici, materiale finanziatore del palazzo. L’inaugurazione coincideva, infatti, anche con la consegna dell’edificio alla Marina. Il 28 ottobre, per il VI anniversario della marcia su Roma, venne inaugurata in tutta l’Italia una moltitudine di opere pubbliche (2802). Solo nella Capitale ne furono programmate ventidue. Un numero piuttosto cospicuo perché fossero tutte presenziate dall’allora Capo del Governo Mussolini. Infatti, secondo il quotidiano romano Il Giornale d’Italia del 30 ottobre 1928, la cerimonia a palazzo Marina si svolse il mattino del 29 ottobre 1928 e non, come tramandato, il pomeriggio del 28. Le ancore giunsero diversi mesi dopo, nel 1929. Magni ne studiò la collocazione. Le due ancore delle corazzate austroungariche Viribus Unitis e Tegetthoff sarebbero state poste come trofei di guerra, in sostituzione di qualsiasi soluzione artistica, per connotare la facciata del palazzo del Ministero Marina come manifesto della vittoria italiana della Grande Guerra sul mare.

Nella pagina precedente, in alto: Alzabandiera nel piazzale della nuova sede del Ministero della Marina, sul lato prospiciente la via Flaminia. In basso: l'architetto Giulio Magni presenta la nuova sede del Ministero della Marina sul Lungotevere al Capo del Governo il giorno dell'inaugurazione.

In questa pagina, a destra: l'ingresso della prima sede del Ministero della Marina a Roma, il convento di Sant'Agostino, oggi palazzo dell'Avvocatura di Stato. In basso: l'Ammiraglio Giuseppe Sirianni, sottosegretario di Stato per la Marina, con alcuni ospiti nel Salone dei marmi del nuovo Ministero della Marina, il giorno dell'inaugurazione.

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di Emanuele Scigliuzzo

nche quest’anno la Marina non manca l’appuntamento con il calendario. Il titolo scelto per il 2017 è “Un giorno lungo un anno”, i protagonisti sono le donne e gli uomini della nostra Forza Armata che quotidianamente vivono la professione in maniera intensa, con passione e dedizione, immortalata nelle dodici immagini che ci accompagneranno per il prossimo anno. Un giorno lungo anno fotografa i momenti della giornata partendo da una meravigliosa alba, di quelle che solo il mare può regalare, con nave San Giorgio che sicura af-

fronta la rotta verso il sole. Nei dodici mesi si alternano immagini che ritraggono tutti gli aspetti di una Forza Armata che opera in mare, sopra e sotto l’ambiente marino. Il calendario esalta la tradizione della Marina attraverso la nave più bella del mondo, ancora oggi protagonista nel creare i veri uomini di mare del domani, protesi versi l’innovazione, aspetto su cui la Forza Armata investe da sempre. Eroi noti o silenziosi, tutela dell’ambiente e simboli importanti come il tricolore, dodici scatti che trasmettono emozioni, e che racchiudono l’essenza di una professione.

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La sicurezza in mare

Il codice internazionale dei segnali

Sembra davvero incredibile come un linguaggio così antico e simbolico sia ancora così attuale e vale la pena di ricordarne l'importanza della sua conoscenza per conseguire la patente nautica

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testo e vignette di Paolo Giannetti

ivendo in questa era, caratterizzata dall’uso massivo di tecnologie di comunicazione ad altissima velocità, si dimentica che in mare è spesso necessario usare un linguaggio chiaro, sintetico, e soprattutto comprensibile. Insomma, un linguaggio universale che non lasci adito a dubbi o diverse interpretazioni soprattutto di fronte ad eventuali barriere linguistiche. Questo linguaggio esiste, oramai dal 1965 quando fu adottato, ed è gestito dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO). Parliamo del C.I.S. ovvero l’INTERCO (dall'inglese International Code of Signals), un codice di segnalazione utilizzato dalle navi mercantili e militari per comunicare messaggi importanti relativi allo stato della nave ed alle intenzioni del suo comandante. I segnali INTERCO possono essere trasmessi di giorno per mezzo di bandiere di segnalazione, mentre di notte è necessario ricorrere a segnali visivi come fari, luci o torce utilizzando l'alfabeto morse. In caso di nebbia, invece, sono idonei i segnali acustici come sirene o corni sempre utilizzando il morse. Il codice è costituito da 40 segnali così suddivisi: 26 lettere alfabetiche, 10 numeri, 3 ripetitrici e 1 segnale speciale chiamato “intelligenza” Ognuno di questi corrisponde a una precisa comunicazione che va da semplici frasi fino ad informazioni importanti sulle condizioni della nave e dell’equipaggio o richieste di soccorso e segnalazioni di pericolo. Il segnale di intelligenza” indica l’inizio di una comunicazione secondo codice CIS. Quindi è la prima bandiera che sale a riva per essere seguita dalle altre. Ma questo segnale ha anche altre funzionalità: a metà altezza, da solo, significa che il messaggio è stato ricevuto e compreso mentre quando è posizionato

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tra numeri rappresenta un punto o una virgola. Le ripetitrici, invece, ripetono l'ultima comunicazione o l'ultima lettera in ordine di esposizione in modo da non dover usare due stesse bandiere. Oltre al Codice Internazionale dei Segnali, che semplifica le comunicazioni in mare, anche in porto è tradizione esporre le bandiere secondo le regole dell’ “Etichetta Navale”. Per questo è bene ricordare alcune bandiere importanti da esporre. La bandiera di cortesia è la bandiera dello Stato visitato che va issata a riva sia in porto che in navigazione a prora per le imbarcazioni a motore e sulla crocetta principale

Il Codice è costituito da 40 segnali così suddivisi: 26 lettere alfabetiche, 10 numeri, 3 ripetitrici e 1 segnale speciale chiamato “Intelligenza”

Il codice internazionale dei segnali o INTERCO (dall'inglese International Code of Signals) è un codice di segnalazione utilizzato dalle navi mercantili e militari per comunicare messaggi importanti relativi allo stato della nave ed alle intenzioni del suo comandante o armatore quando vi siano barriere linguistiche.

per le imbarcazioni a vela. La bandiera libera pratica, corrispondente alla lettera Q, è la famosa bandiera gialla con la quale si chiede il permesso di ormeggiare in un porto estero. Il guidone sociale è la bandiera del circolo nautico al quale è iscritta l'imbarcazione e va issato sull'asta di prua nelle imbarcazioni a motore, mentre internamente a dritta dell'albero centrale o in testa all'albero di maestra nelle imbarcazioni a vela. All'estero deve essere posto a fianco della bandiera di cortesia. La bandiera dell'armatore è il simbolo scelto dall’armatore dell'imbarcazione e va issata quando è a bordo. Viene ammainata solo quando un ospite o un'autorità salgono a bordo lasciando il posto a quella dell'ospite stesso. Il gran pavese, infine, è l'insieme di tutte e 40 le bandiere che vengono issate in occasione del varo e di feste nazionali del paese ospitante. Lettere e numeri hanno anche un utilizzo fonetico con pronuncia in inglese che attraverso lo spelling può facilitare la comprensione dei messaggi anche via radio.

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Un fisico “speciale”

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testi e foto a cura del Gruppo Operativo Incursori

ella vita quotidiana, come nel lavoro, è impossibile non imbattersi nel gesto di dover alzare da terra oggetti di qualsiasi forma, dimensione e peso! Questo gesto, chiamato “stacco da terra” o “deadlift” (DL), è una delle azioni più primordiali che l’uomo conosca! Il DL nella sua essenza non è altro che venire su da terra e mettersi in piedi con un peso in mano. È uno degli esercizi fondamentali nel weightlifting ma ha moltissimi punti in comune con qualsiasi altro sport poiché permette di migliorarne le abilità. I risultati che si ottengono potenziando lo “stacco da terra” possono essere trasformati e trasferiti facilmente al gesto sportivo specifico o, nel nostro caso, all’ambito lavorativo. La semplicità del movimento, la capacità di coinvolgere quasi tutti i muscoli del corpo e la relativa sicurezza lo rendono un esercizio unico nel mondo dei pesi. Il DL è un esercizio multi articolare che attraverso la “semplice” esecuzione di un movimento complesso affina le capacità neuromuscolari andando a migliorare il reclutamento (imparare ad utilizzare più fibre muscolari), la coordinazione intermuscolare (imparare ad usare più muscoli per una stessa azione), la sincronizzazione (imparare a contrarre all’unisono le fibre) e la massa muscolare. Il DL, nella sua esecuzione, coinvolge tre articolazioni (caviglie, ginocchia e bacino), quattro segmenti ossei (la spina dorsale, il bacino, femore e tibie) e i muscoli di gambe, schiena, trapezi, deltoidi e braccia. Sollevare da terra un carico non può non sollecitare la schiena. Lo stacco può essere pericoloso per la colonna vertebrale ed è per questo necessario minimizzare, curando la

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fase 1

Posizionare il bilanciere ad una altezza di circa 20cm dal suolo (22,5cm standard), utilizzando appositi dischi o collocando dei rialzi sotto gli stessi. Una altezza inferiore non permette una corretta esecuzione del movimento (sportivo).

fase 2 Posizionarsi di fronte al bilanciere con i piedi ad una distanza pari alla larghezza delle spalle o lievemente più larghi e afferrare il bilanciere con presa prona, mista (consente di annullare l’effetto di rotolamento del bilanciere) o con hook grip (chiudendo il pollice sotto l’indice). La presa nello stacco è fondamentale poiché non si può sollevare ciò che non si riesce a trattenere. Flettendo le ginocchia con i piedi posizionati correttamente ed il bilanciere in presa solida si assume la posizione di setup. Le tibie risultano essere generalmente perpendicolari al terreno o leggermente inclinate in avanti. Il busto e le gambe formano un angolo acuto. Le spalle sono sopra il bilanciere (o appena avanti) e la schiera è mantenuta in curvatura neutra. Lo sguardo è rivolto in avanti e il petto sollevato.


fase 3 Adducendo le scapole si inarca la colonna vertebrale contraendo trapezio, gran dorsale ed erettori spinali. Spingendo sul piede, i glutei e le spalle salgono contemporaneamente garantendo la solita curvatura neutra della spina dorsale. Gli angoli “tibia-femore” e “femore-schiena” dovrebbero rimanere pressoché costanti in questa fase.

Allenamento proposto: curando la tecnica, 6 rounds 5-5-3-3-2-2 reps fase 4

Il passaggio del ginocchio costituisce la fase più critica dell’alzata, sticking point (SP) ed è quel passaggio che determina la differenza tra un atleta e l’altro. Lo SP è il momento in cui inizia la rotazione del bacino per assumere la posizione eretta. La rotazione del bacino avviene grazie all'uso dei glutei, muscoli monoarticolari (si inseriscono sul bacino e sul femore facendolo ruotare intorno all'anca) e dei femorali, muscoli biarticolari (si inseriscono sul bacino e sulla tibia, connettendo fra loro due articolazioni a differenza del caso precedente). I femorali estendono l'anca ma contemporaneamente flettono le tibie. La contrazione dei femorali contrasta quella dei quadricipiti che invece estendono le tibie. Questo fenomeno è inevitabile ed è la famosa co-contrazione che protegge i legamenti crociati anteriori in questi movimenti. La rotazione del bacino deve così avvenire in contemporanea con la rotazione delle ginocchia, usando muscoli antagonisti: quadricipiti e femorali. Queste due azioni contrastanti sono compiti complessi per il sistema nervoso che deve coordinare sotto carico muscoli con funzionalità opposte. Al ginocchio vi è il passaggio da uno schema motorio “ginocc hio-dominante” dove prevale il ginocchio a uno “anca-dominante” dove prevale il bacino. Si riscontra la maggiore difficoltà meccanica, da cui un rallentamento del movimento

tecnica, la probabilità di farsi male per portare questo esercizio al livello delle attività più comuni. Un aspetto importante, connesso alla sicurezza del gesto, riguarda la respirazione. Il DL è un esercizio che va eseguito in apnea. Lo scopo è creare un cuscinetto interno su cui la spina può appoggiare quando il carico vi graverà. La pressione addominale ha la funzione di alleviare parte del peso dalla colonna vertebrale. Occorre quindi respirare di diaframma e bloccare l’aria. Un ausilio può essere ottenuto con l’utilizzo della cintura: sotto sforzo il ventre tenderà ad espandersi in avanti diminuendo la compressione lombare e toracica. La cintura stretta impedisce invece che questo accada e il palloncino interno rimane in pressione. La cintura deve essere posizionata alta sul ventre e non dietro sui lombari perché non ha nulla da sostenere sul retro!

fase 5

Continuare la spinta per chiudere l’anca, le ginocchia e raddrizzare la schiena per portarsi in posizione eretta.

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in breve...

avvenimenti e curiosità raccontate in “poche righe Una nuova pista per la Stazione Aeromobili di Grottaglie

di Emanuele Scigliuzzo

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’ stata inaugurata il 20 ottobre presso la Stazione Aeromobili di Taranto una pista di decollo e atterraggio realizzata in sinergia con il corpo dei Marines. Il simulatore, il primo realizzato in Europa ed il quarto esistente al mondo, riproduce in maniera fedele anche nella

segnaletica e nell’illuminazione il ponte di volo delle portaeromobili. Ideata per l’addestramento dei piloti di AV8b Plus “Harriers” per decollo corto e atterraggio verticale permetterà, agli equipaggi di volo, di testare il proprio grado di prontezza operativa in maniera efficace.

DSA, un brevetto per veri atleti

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cquaticità, resistenza aerobica e muscolare, forza, velocità e potenza esplosiva sono queste le caratteristiche fisiche necessarie per conseguire il Deutsches Sportabzeichen, conosciuto anche come Brevetto Sportivo Tedesco (DSA). Istituito nel 1913 e nato dall’evoluzione di un brevetto già presente negli Stati Uniti d’America fin dal 1904 (Athletic Badge), e da un riconoscimento simile presente in Svezia dal 1907, il DSA nel corso degli anni ha subito una continua crescita e nel 2003 sono 25 milioni i brevetti concessi. Nell’edizione del 2016 che si è svolta lo scorso due ottobre a Sira-

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cusa ha partecipato un gruppo di “uomini di mare”, non tutti sono arrivati a conseguire l’ambito riconoscimento, ma tutti sono stati fieri di averci provato e siamo sicuri che non si sono arresi. L’evento è stato reso possibile grazie ad una sinergia messa in atto dalla Marina Militare

con pubbliche istituzioni come il comune di Siracusa e realtà private come l’Associazione Sportiva Dilettantistica di Palermo che hanno dimostrato come lo sport costituisca sempre un modo per superare ostacoli e creare importanti momenti di aggregazione.


NATO, per formare la diplomazia

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ondato nel 1951 per promuovere la formazione di ufficiali e funzionari, il Nato Defense College nasce da un’idea del generale Dwight D. Eisenhower festeggia il 65° anniversario della fondazione, ed il 50° dell’insediamento dell’istituto formativo nella sede di Roma. Il primo corso si svolse nella sede di Parigi, dove il Nato Defense College fu istituito fino a quando la Francia non decise di lasciare struttura militare integrata dell’Alleanza nel 1966. Alla cerimonia che si è svolta nella citta militare della Cecchignola, dove oggi il collegio ha sede, hanno partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che al suo arrivo è stato accolto dal Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg e dal comandante del Nato Defense College, Janusz Bojarski. Dopo il tributo degli onori militari al capo dello Stato, si è svolta la cerimonia dell’alza bandiera sia italiana che Nato alla presenza della ministra della Difesa, Roberta Pinotti, del presidente del Comitato Militare

A vela senza limiti

della NATO, Petr Pavel e del capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano. Successivamente il presidente Mattarella ha inaugurato un cippo commemorativo di questa importante ricorrenza insieme al segretario generale della Nato Stoltenberg. Durante la conferenza che si è tenuta a favore dei 129 Senior Course attualmente impegnati presso il Collegio Nato e degli ospiti presenti, si è affrontato il tema “Nato cooperation with Partners in the Mediterranean and Middle East”. Gli interventi tenuti tra gli altri dal ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni ed il segretario Stoltenberg, sono stati

inerenti la cooperazione dell’Alleanza Atlantica con i Paesi del bacino Mediterraneo e del Medio-Oriente. Hanno partecipato in qualità di relatori anche l’on. Andrea Manciulli, presidente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della NATO, lo Sceicco del Kuwait Thamer Ali Sabah Al-Salem Al-Sabah, presidente del National Security Bureau dello Stato del Kuwait, il principe Rashid bin al-Hasan di Giordania. In contemporanea si è svolto il meeting annuale degli ex allievi del collegio incentrato sul tema “projecting Stability and Nato Corporation White partners in the Mediterranean area and Midle east”.

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i è conclusa la seconda edizione del corso “A vela senza limiti” promosso dal Centro Remiero della Marina in collaborazione con la Scuola Vela Sabaudia. Dieci i disabili che si sono messi alla prova insieme ai loro accompagnatori affrontando le acque del lago di Paola a bordo di imbarcazioni Access. In una cerimonia svolta a margine dell’evento sono stati consegnati dal comandante del Centro accompagnato da alcuni atleti, i diplomi di partecipazione al corso. Una nuova iniziativa che abbatte le barriere della disabilità motoria, e permette a dei ragazzi di realizzare i propri sogni.

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