A n n o L X I I - o t t o b r e 2 01 5 - € 2,0 0
n o t I Z I A r I o
della
M ARINA
dal numero di:
OTTOBRE 1965
La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti
CINQUANT’ANNI
FA . . .
A sinistra: Dakar (Senegal). Marinai del Doria in una foto ricordo durante la franchigia.
Copertina del Notiziario della Marina: la V divisione navale composta dal CTC San Giorgio, la fregata Fasan e la fregata Margottini in un quadro di A. Barelli.
In alto: nave Doria. Posto di manovra generale per la partenza dal Pireo.
In alto: Rio de Janeiro, Brasile. Marinai del Doria in visita al Concorvado. A destra: l’incrociatore lanciamissili Caio Duilio in navigazione.
inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com
MARINA N O T I Z I A R I O
T E S TATA
della
M A R I N A M I L I TA R E 1954
GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L
I SCRIZIONE :
R EGISTRAZIONE :
Tribunale di Roma
n. 396/1985 dell’8 agosto1985
PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE :
Antonio COSENTINO
REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:
Antonio DOVIZIO
Cristopher SCARSELLA Pasquale PRINZIVALLI
Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE
E
R EDAZIONE :
NOTIZIARIO DELLA MARINA Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina Militare Piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.3680.5556
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Per la collaborazione a questo numero si ringraziano: Alessandro Lentini, Carlo Disma, Rosario Naimo, Paolo De Stefano, Angelo Luca Lombardo, Giampaolo Trucco, Flavia Niscola, Seila Di Luca, Fabio Maggiore, Maria Cuccia, Maurizio Fischetti, Luca Marra, De Simone Michele.
Per i contributi fotografici di questo numero si ringraziano: Silvio Scialpi, Massimo Stotani, Gabriele Lenzi, Fabio Carella, Samantha Spinelli, Giuseppe Micolani, Corrado Carrubba, Carmine Gravina, Giancarlo Cadeddu, Maurizio Flamini, Ivano Morelli, Daniele Messercola,Archivio Barcolana/studio Borlenghi.
Stampa: Tipografia Facciotti - Roma
chiuso in redazione il: 29 ottobre 2015
A N N O LXII - OTTOBRE 2015
Sommario
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Editoriale - di Antonio Cosentino
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Le Marine del Mediterraneo a Venezia - di Alessandro Lentini
4 12 14 16 20 24
Sitrep
Nave Maestrale saluta l’Italia - di Antonio Cosentino
Un “ottobre blu” per nave Maestrale - di Valentino Palma Nave Libeccio rientra in patria - di Cristopher Scarsella Nave Carabiniere entra in azione - di C. D.
Cinque unità in meno tra le nostre navi -
di Rosario Naimo
28
La Marina e il cuore di Taranto - di Paolo De Stefano
32
Le Forze Anfibie si addestrano -
30
Cambio al vertice della Guardia Costiera - di Antonio Cosentino di Angelo Luca Lombardo
40
Deep Divex 2015 - di Giampaolo Trucco
50
La portaerei Cavour tra presente e passato - di Seila Di Luca
44 54 58 60 62 64
I volti della sofferenza - di Flavia Niscola
La Marina in festa a Messina - di Fabio Maggiore Barcolana - di Maria Cuccia
Il mese in immagini - di Pasquale Prinzivalli
Clims e campi giovani internazionali - di Maurizio Fischetti Ironman di Marina
In copertina: Nave Maestrale in navigazione. L’unità, impegnata nella sua ultima campagna navale, toccherà numerosi porti italiani per salutare la popolazione.
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1
Editoriale N
el percorrere una rotta, di tanto in tanto è necessario fare un punto-nave, un bilancio tra gli obiettivi raggiunti e quelli ancora disposti sull’orizzonte, in modo da trovare il giusto slancio per raggiungerli. Per esempio, recentemente abbiamo assistito ad un importante momento di bilancio e di confronto intorno ai temi più complessi della sicurezza marittima con la decima edizione del “Regional Seapower Symposium del Mediterraneo e Mar Nero” di Venezia, al quale hanno partecipato ben 38 marine da tutto il
di Antonio Cosentino
mondo. Non è un caso che un evento di tale portata, che lega tutti i principali attori della sicurezza marittima internazionale, sia stato organizzato dalla nostra Marina, sempre in prima linea nei teatri di interesse. Così, mentre nave Libeccio rientra in Italia dopo 134 giorni di antipirateria in Oceano Indiano, la sua capoclasse, nave Maestrale, viene salutata dalla Squadra Navale dopo oltre trent’anni di onorato servizio e nave Carabiniere, nuovissima fregata della classe Bergamini, entra finalmente in azione dopo una visita a bordo del Comandante Generale dell’Arma. Com’è noto, la questione dello svecchiamento della nostra flotta è di grande attualità, portando la Marina a radiare ben 51 delle 60 unità attual-
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mente in servizio nell’arco di soli 15 anni; è chiaro che, per evitare una contrazione drammatica, sarà necessario adottare sin da adesso il piano di ammodernamento previsto dalla “Legge Navale”.
Allo stesso modo, è comprensibile che sarà necessario ripensare presto al rapporto tra le diverse istituzioni impegnate sul mare, riflettendo sul ruolo centrale affidato alla Marina per mandato. L’argomento è stato affrontato anche in occasione del cambio del Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, che per l’appunto è un corpo della Marina e in quanto tale non può che operare in modo armonico al resto della Forza Armata. Quel che può essere oggetto di interpretazione sono le relazioni tra componenti di una stessa realtà, definite dalla politica e pertanto da discutere nelle sedi opportune, come ha sottolineato il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi.
giche più che mai nel perseguimento del comune obiettivo della salvaguardia della vita umana in mare, dei “volti della sofferenza”: Mare Nostrum, Triton ed Eunavfor Med, operazione europea raccontata al Notiziario dalla sua cabina di regia, direttamente dall’ammiraglio Enrico Credendino.
Ma lo sforzo della Marina non si esaurisce sulla superficie del mare, come hanno mostrato ancora una volta le forze anfibie, proiettate verso terra, ed i palombari del GOS, impegnati nelle profondità degli abissi, questa volta nell’importante esercitazione Deep Divex 2015; nemmeno possiamo dimenticare il grande sport, che si mischia alla tradizione in occasioni uniche come la Barcolana di Trieste o la Festa della Marineria, completando anche questo mese il quadro di una Forza Armata viva e dinamica.
Non è facile citare e ringraziare, in poche righe, tutte le persone che hanno contribuito alla nascita di questo numero ed allo sviluppo del Notiziario della Marina: c’è chi lo ha fatto con una collaborazione costante, chi con “sole” parole di incoraggiamento, chi con consigli e suggerimenti... persone di ieri e di oggi. La mia gratitudine va a voi tutti.
D’altronde, soprattutto nell’ultimo biennio, l’azione delle Capitanerie e della Squadra Navale sono state siner-
Trieste, 2 novembre 2015. Nave Maestrale ormeggiata nel porto friuliano in occasione della sua ultima campagna navale (foto Silvio Scialpi).
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ESERCITAZIONE JOINT WARRIOR/ AT SEA DEMONSTRATION 15
oceano atlantico
SITREP
Attività addestrativa complessa multinazionale Cacciatorpediniere ANDREA DORIA
ottobre
2015
ESERCITAZIONE TRIDENT JUNCTURE 15 Attività addestrativa complessa multinazionale Fregata ZEFFIRO
BONIFICHE
ORDIGNI IN MARE
Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare
ma r
Personale Gruppo Operativo Subacquei Personale Nucleo SDAI
EUNAVFOR - MED EUROPEAN UNION NAVAL FORCE
Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo Portaerei CAVOUR (flagship) Nr. 2 EH-101 imbarcati
OPERAZIONE MARE SICURO Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali Fino a 5 unità navali: Cacciatorpediniere LUIGI DURAND DE LA PENNE Fregate BERGAMINI (flagship), FASAN (flagship), EURO Pattugliatori di sqaudra BERSAGLIERE, AVIERE Pattugliatori BETTICA, CIGALA FULGOSI
mar mediterraneo
VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori 1 Pattugliatore/Corvetta: ORIONE, FENICE
RICERCA/RECUPERO
ESERCITAZIONE MEDEX 15 Attività addestrativa complessa ambito cooperazione bilaterlale Italia-Algeria
RELITTO
Attività di ricerca e recupero del relitto dell’imbarcazione affondata nello Stretto di Sicilia il 18 aprile 2015 Cacciamine TERMOLI, MTC TREMITI Personale Gruppo Operativo Subacquei
JOINT OPERATION TRITON Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX Personale MM presso ICC Pratica di Mare
Pattugliatore BORSINI
ATTIVITÀ
DI PATTUGLIAMENTO
Attività in supporto al Ministero dello Sviluppo Economico Cacciatorpediniere ANDREA DORIA Rifornitrice di sqaudra ETNA Fregata GRECALE Pattugliatori FULGOSI, BETTICA, SIRIO, ORIONE Corvetta DRIADE, Cacciamine TERMOLI, MTC GORGONA Navi idro-oceanografiche ARETUSA, GALATEA
RILIEVI
MCCID MALTA
IDRO-OCEANOGRAFICI
Attività in supporto al Ministero dello Sviluppo Economico
Missione italiana di collaborazione nel campo della Difesa
Navi idro-oceanografiche ARETUSA, GALATEA
Personale Marina Militare
ISPEZIONI ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA
SUBACQUEE
Attività condotta con mezzi a comando remoto su installazioni energetiche in supporto al Ministero dello Sviluppo Economico Cacciamine VIAREGGIO mare terra
n
ar
UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON
Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare
OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico Gruppo Operativo Incursori
COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)
n er o
Personale Marina Militare
OPERAZIONE RESOLUTE SUPPORT Missione NATO di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO, Gruppo Operativo Incursori
M.F.O. golfo arabico
MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS
Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA, Personale Brigata Marina SAN MARCO
oceano indiano
ESERCITAZIONE RISING STAR 15 Attività addestrativa complessa ambito cooperazione bilaterlale Italia-Israele Nave ANTEO
BMIS GIBUTI BASE MILITARE ITALIANA DI SUPPORTO IN GIBUTI
Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta Personale Marina Militare
EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA EUROPEAN UNION NAVAL FORCE
Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Fregate LIBECCIO/CARABINIERE (flagship)
EUCAP NESTOR
Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles) Personale Marina Militare
M A RIN A
N O T I Z I A R I O della
con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina
Le Marine del Mediterraneo a Venezia Nel capoluogo veneto si sono incontrate 38 Marine, 7 organizzazioni internazionali e varie industrie private: la sicurezza marittima nel Mediterraneo il tema principale.
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Venezia, 22 ottobre 2015. Una foto di gruppo durante i lavori del Simposio. Al centro il ministro della Difesa, sen. Roberta Pinotti, alla sua sinistra il capo di Stato Maggiore della Difesa, gen. Claudio Graziano, alla sua destra il capo di Stato Maggiore della Marina, amm. Giuseppe De Giorgi (foto Massimo Stotani).
L
di Alessandro Lentini a sicurezza marittima del Mediterraneo è stata al centro del X Regional Seapower Symposium del Mediterraneo e Mar Nero che si è svolto a Venezia dal 21 al 23 ottobre e che ha visto la partecipazione di 38 Marine internazionali, 7 organizzazioni internazionali e industrie private. “Il Mediterraneo Allargato è un complesso e cruciale crocevia di commerci e flussi economici globali; è un’aerea, centrata nel Mar Mediterraneo, che si estende a est attraverso Suez fino al
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Mar Arabico e all’Oceano Indiano e a ovest, attraverso Gibilterra, fino al Golfo di Guinea. Cinque dei nove punti cruciali del pianeta sono qui e la loro sicurezza è importante come non mai: il 19% del traffico mondiale di merci, il 30% del petrolio e il 65%
delle risorse energetiche trasportate verso l’Europa, passano da qui”. Con queste premesse il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio De Giorgi, ha presentato le due sessioni del Simposio: la prima “Le Marine quali strumento chiave per l'implementazione della politica nazionale sul mare” e la seconda “Alimentare la
sicurezza marittima attraverso il dialogo e la collaborazione”. “Molti Paesi nella regione stanno modernizzando i propri strumenti marittimi con l’obiettivo di accrescere la propria capacità e influenza militare: il numero dei sottomarini convenzionali sta aumentando, gruppi navali provenienti da aree esterne alla regione sono regolarmente dislocati nell’area del Mediterraneo allargato come Russia, Cina e India. Minacce ibride e cibernetiche sono imminenti e aggiungono complessità alle
Venezia, 21 ottobre 2015. Il plotone Alta Rappresentanza della Marina Militare durante l’esibizione in Piazza San Marco (foto Gabriele Lenzi).
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La Marina Militare, con un pregevole quanto amorevole sforzo di recupero, ha saputo restituire al patrimonio urbano un gioiello di architettura unico nel suo genere.
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La Sala degli Squadratori, parte dell’omonimo edificio, rappresenta un esempio di architettura veneziana tra i più mirabili. Con i suoi 85 metri di lunghezza e 26 di larghezza, si presenta come la più vasta sala senza colonne d’Europa. I suoi magnifici finestroni a lunetta donano una luce particolare al piano in legno ed alle lunghissime travature del soffitto, che non possono non lasciare meravigliati tutti coloro che la visitano per la prima volta. Oggetto di un profondo quanto accurato lavoro di restauro da parte della Marina Militare, in stretto coordinamento con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Venezia e Laguna, la Sala Squadratori è stata inaugurata recentemente, in occasione del X Simposio delle Marine del mediterraneo e del Mar Nero.
Prima della parziale demolizione e rimaneggiamenti subiti nel corso dell'Ottocento, l’edificio costituiva la più imponente costruzione di tutto l'Arsenale: lungo metri 147, largo metri 28, alto metri 16,80 alla gronda e metri 22 al colmo, esso consisteva in un unico, grandioso vano limitato sul fronte ovest da tredici arcate. Al suo interno vi lavoravano gli squadradori, ovvero gli arsenalotti specializzati nello squadro delle tavole che venivano segate dai tronchi di rovere, acacia, abete, larice, faggio e noce, tutte essenze arboree che servivano alla costruzione delle navi.
operazioni militari. Inoltre la significativa quantità di risorse energetiche scoperte recentemente, ad esempio dalla compagnia energetica italiana Eni nelle acque prospicenti l’Egitto, stanno facendo aumentare la competizione tra i paesi che si affacciano in questa Regione”. L’ammiraglio De Giorgi ha concluso il suo intervento auspicando l’aumento della cooperazione internazionale marittima tra le nazioni, riconoscendo l’importanza della sicurezza nell’area per la prosperità dei paesi interessati. Al Simposio è intervenuta anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti che ha ricordato: “Siamo di fronte a sfide globali e la possibilità di confronto, di mettere a fuoco i problemi e di capire quali possono essere le soluzioni è un elemento fondamentale per poter procedere a rendere più sicuro e stabile un mondo sempre più insicuro. Di fronte a una situazione dove i mari diventano i terminali di tensioni e conflitti, l’opera delle Marine è quanto mai importante per poter avere un profilo di stabilizzazione”.
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Nave Maestrale saluta l’Italia
di Antonio Cosentino
D
opo le corvette Minerva e Sibilla, i cacciamine Lerici e Sapri ed il pattugliatore Granatiere, la fregata Maestrale sarà la sesta unità della Marina Militare che in pochi mesi sarà dismessa. Il Maestrale fu il primo risultato della legge navale del 1975, proposta dall’allora capo di Stato Maggiore della Marina Gino De Giorgi. Grazie a questa legge, il Parlamento autorizzò una spesa straordinaria di mille miliardi
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di lire per la costruzione e ammodernamento dei mezzi navali permettendo così alla Marina Militare di sopravvivere e rinascere per affrontare le sfide dell’ultima parte del XX secolo e quelle dei primi anni del nuovo millennio. La costruzione e l'entrata in servizio, oltre trenta anni fa, rappresentò il rilancio operativo della nostra flotta e testimoniò inoltre, al mondo, l'eccellenza della cantieristica navale ita-
liana. Ha rappresentato, insieme alle altre unità, la vera spina dorsale della Squadra Navale, partecipando con successo a numerose operazioni a tutela degli interessi nazionali nei mari del mondo e missioni umanitarie, l’ultima Mare Nostrum. Prima di far ritorno verso la base navale della Spezia, nave Maestrale solcherà per l’ultima volta i nostri mari fermandosi in numerosi porti. Da Chioggia è iniziata l’ultima mis-
Una foto storica dell’ammiraglio Gino De Giorgi, capo di Stato Maggiore della Marina dal 5 maggio 1973 al 31 luglio 1977. Nel novembre del 1973 la situazione politico-militare nel Mediterraneo era caratterizzata da una presenza sovietica sempre più pesante. L'ipotesi di un conflitto globale che coinvolgesse i due blocchi sembrava abbastanza remota; si prospettava invece uno stato di conflittualità permanente caratterizzato da confronti regionali sul mare, con la Marina in prima linea tra le Forze Armate. Ai compiti che tradizionalmente spettavano alla Marina, inoltre se ne aggiungevano altri, come la protezione dei pescherecci nazionali, il rifornimento idrico delle isole minori, operazioni di ricerca e soccorso ed attività di ricerca idroceanografica.Tutti questi compiti richiedevano una flotta diversificata ed efficiente nonostante la carenza dei bilanci ordinari. Queste esigenze vennero pubblicate in un documento noto come Libro Bianco della Marina, nel quale l’allora capo di Stato Maggiore della Marina, amm. Gino De Giorgi evidenziava la necessità di rinnovamento dello strumento navale di quel periodo. Tale documento portò di lì a qualche anno alla Legge Navale del 1975, presupposto di un sostanziale ammodernamento della flotta della Marina Militare. Nei successivi dieci anni entrarono in servizio nave Garibaldi, due sommergibili classe Sauro, le otto fregate classe Maestrale, sei aliscafi classe Sparviero, i primi quattro cacciamine della classe Lerici, il secondo rifornitore di squadra tipo Stromboli e la nave salvataggio Anteo.
sione, che toccherà i porti di Ortona, Trieste, Venezia, Ancona, Bari, Catania, Napoli, Gaeta, Civitavecchia, Livorno e La Spezia. Le soste, oltre a sottolineare la vicinanza della Forza Armata alla popolazione, danno la possibilità alla cittadinanza di visitare per l'ultima volta la nave e di conoscerne l'equipaggio. Ci saranno convegni, conferenze a favore degli istituti scolastici locali incentrate sulla Grande
La fregata Maestrale sulla via del ritorno verso la base navale della Spezia. Prima unità ad essere varata dopo la promulgazione della legge navale del 1975, ha rappresentato una parte di storia della Marina Militare.
Guerra e sulla sicurezza marittima e uscite in mare dedicate alle scolaresche, alla Lega Navale Italiana ed all'Associazione Nazionale Marinai d'Italia. Particolare attenzione sarà rivolta al sociale e alla beneficenza: a bordo di nave Maestrale sarà possibile acquistare i "cuori di cioccolato" di Telethon, i cui ricavati saranno devoluti alla ricerca e alla cura delle malattie genetiche. E per finire, sarà possibile anche ade-
rire alla sottoscrizione dell’abbonamento al “nostro” Notiziario. Benvenuti a bordo.
Segui la campagna navale sul sito www.marina.difesa.it
Trieste, 2 novembre 2015. Nave Maestrale ormeggiata nel porto friuliano in occasione della sua ultima campagna navale (foto Silvio Scialpi).
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Un “ottobre blu� per nave Maestrale di Valentino Palma
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Nave Maestrale, capoclasse delle otto omologhe unità classe “Venti” della Marina Militare, dal 21 al 25 ottobre ha partecipato a Chioggia alla manifestazione “ottobre blu”.
L
a manifestazione “ottobre blu”, organizzata dall’Azienda Speciale per il porto di Chioggia, dalla Camera di Commercio di Venezia, dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e dal Comune di Chioggia, si pone come una vera e propria “festa del mare”. “Ottobre blu” ha lo scopo di promuovere la vocazione marinara della città e del suo territorio. La Marina, con la Banda Musicale, il plotone Alta Rappresentanza e con nave Maestrale, ha confermato l’interesse per la manife-
stazione, ormai giunta alla settima edizione. Il 24 ottobre scorso, presso l’auditorium San Nicolò, l’ammiraglio De Giorgi è intervenuto come relatore al convegno “La Marina Militare, una opportunità per le imprese” illustrando agli imprenditori le opportunità che la Marina offre al mondo
delle aziende in un momento difficile per l’economia. Nave Maestrale, ha ospitato alcuni tra gli eventi centrali della manifestazione come la cerimonia di premiazione delle regate. In occasione di “ottobre blu”, la Marina Militare ha ribadito l’impegno nel sociale partecipando alla campagna Telehon 2015. Durante tutte le giornate, grande è stato il successo registrato dalle visite a bordo, oltre alle visite programmate con le associazioni A.N.M.I e con gli istituti scolastici locali.
Vai alla notizia web sul sito www.marina.difesa.it Porto di Chioggia, 23 ottobre 2015. Nave Maestrale ormeggiata di fianco nel porto veneto in occasione della settima edizione della manifestazione “ottobre blu” (foto Silvio Scialpi).
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Nave Libeccio rientra in patria
L’unità ha operato per 134 giorni nell’Oceano Indiano (Golfo di Aden, Bacino Somalo, Mar Arabico) totalizzando circa 2488 ore di moto e 26688 miglia nautiche percorse.
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della
di Cristopher Scarsella
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opo oltre quattro mesi di permanenza nelle acque del Corno d’Africa e dell’Oceano Indiano, lo scorso 20 ottobre nave Libeccio, a largo del porto di Djibouti, ha terminato il suo impegno nell’operazione europea Atalanta. A darle il cambio è stata la nuova fregata multi-missione Carabiniere con la quale, qualche giorno prima, con il supporto dei mezzi organici minori, era avvenuto il passaggio di materiali.
Nave Libeccio, al comando del capitano di fregata Daniele Paolo Maria Martinuzzi, era entrata a far parte della task force 465 il 10 giugno scorso, diventando parte del dispositivo navale multinazionale Atalanta, operazione nata per il contrasto della pirateria a favore Oceano Indiano, 14 agosto 2015. La prua di nave Libeccio in presenza di condizioni meteorologiche avverse durante le operazioni di soccorso all’equipaggio del mercantile Focomar (foto Samantha Spinelli).
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della sicurezza e della libertà del traffico marittimo. Nel lungo periodo trascorso fuori area, la fregata italiana ha condotto numerosi friendly approach sulle piccole imbarcazioni locali dedite alla pesca, accrescendo così sensibilmente le conoscenze sulla comunità marittima somala e favorendo notevolmente il consenso nei confronti della forza navale europea. Più volte è stata fornita assistenza tecnica e medica al naviglio mercan-
tile in transito, come nel caso dell’equipaggio del mercantile panamese Focomar soccorso lo scorso 14 agosto sull’isola di Samhah, piccola isola yemenita nell’Oceano Indiano. Le 24 persone dell’equipaggio erano state costrette infatti ad abbandonare la loro nave a causa di un problema tecnico e, nonostante le difficili condizioni meteorologiche dovute ai venti monsonici, grazie all’impiego dell’elicottero organico, nave Libeccio ha prestato assistenza con viveri e generi di prima necessità. Rilevanti sono state poi l’intensa attività di cooperazione e addestramento (local maritime capacity building) svolta a favore delle marine dei paesi rivieraschi dell’area di operazione, l’assistenza continua alle comunità cristiane presenti in zona e alla comunità di Djibouti in ambito CIMIC (Civil-Mi-
All’attività umanitaria e operativa si è affiancata quella di rappresentanza e diplomatica che si è articolata in numerosissimi incontri con le autorità locali, rafforzando il legame di amicizia che lega l’Italia ai paesi che si affacciano sul Golfo di Aden.
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litary Cooperation). Proprio a tal riguardo, lo scorso 5 ottobre, nave Libeccio, con la collaborazione della Base Militare di Supporto Italiano (BMIS), ha contribuito al progetto di manutenzione e ristrutturazione di una struttura scolastica nel cuore della città (sostituzione di porte, pavimentazione dei locali, ripristino inferriata delle scale e del portone principale), donando un sorriso e una speranza ai bambini del luogo, futuro di questo stato africano. Una missione ricca di impegni e soddisfazioni, dunque, che ha visto ben due avvicendamenti importanti in itinere. Il primo è avvenuto il 6 ottobre ed ha riguardato il comandante dell’unità, che ha lasciato il prestigioso incarico al capitano di fregata Cristo Salvatore Traetta. Il secondo, invece, ha interessato il comando della task
force 465, che in data 8 ottobre è stato assunto dal contrammiraglio Stefano Barbieri, che a sua volta qualche anno prima era stato comandante proprio di questa fregata (dal 1 agosto 2005 al 31 luglio 2006). Orgoglioso dei risultati raggiunti, l’equipaggio dell’unità si appresta a tornare in patria per un meritato abbraccio da parte di familiari ed amici. Buon rientro ragazzi!
Suez, 14 ottobre 2015. La fregata multi-missione Carabiniere durante l’attraversamento del Canale di Suez, in prossimità del Mubarak Peace Bridge. L’unità ha rilevato la fregata Libeccio il 20 ottobre.
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Nave Carabiniere entra in azione
Il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette, a bordo della nuova fregata multi-missione Carabiniere, alla vigilia della suo impegno in antipirateria.
M
Nave Carabiniere, 14 ottobre 2015. Il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di sqaudra Giuseppe De Giorgi e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette seguono l’esercitazione navale dall’aletta di plancia della nuova fregata multi-missione (foto Giuseppe Micolani).
di C. D.
otivo di orgoglio per la Marina quanto per la “Benemerita”, nave Carabiniere suggella una vicinanza tra le due Istituzioni che affonda le radici nella storia del nostro Paese e che, oggi più che mai, accomuna queste due realtà impegnate a contrastare la criminalità, in mare così come sulla terraferma. Questo particolare aspetto della realtà attuale è stato sottolineato con enfasi proprio dall’ammiraglio Giuseppe De Giorgi e dal generale Tullio Del Sette, rispettivamente capo di stato maggiore della Marina Militare e comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, in occasione della visita svolta a bordo della nuovissima fregata italiana lo scorso 14 ottobre. Nave Carabiniere, distintivo ottico F593, è infatti la più recente delle unità della classe Bergamini/FREMM entrate nella Squadra Navale, seconda della versione antisommergibile e quarta della classe di fregate multimissione italiane. Nel corso del proprio intervento, l’ammiraglio De Giorgi ha affermato
che nave Carabiniere sarebbe subito partita per la sua prima operazione in antipirateria, “portando con orgoglio il nome dei Carabinieri” nelle attività a tutela dei più importanti interessi nazionali. Per l’appunto, sono state proprio le recenti operazioni internazionali ad aver ridimensionato il fenomeno della pirateria, scongiurando il rischio di abbandono dei porti mediterranei di Trieste, Genova e Gioia Tauro verso snodi olandesi, francesi e tedeschi. Ed è ciò che sarebbe presto accaduto se il flusso mercantile avesse definitivamente abbandonato la rotta per Suez, preferendo la circumnavigazione dell’Africa al rischio di perdere merci ed utili in dirottamenti e riscatti. Un aspetto, quest’ultimo, che non è sfuggito al generale Del Sette, il quale ha esordito complimentandosi con la Marina per la capacità di essersi fatta apprezzare “operando in contesti internazionali ed in ambiti particolarmente complessi e delicati” anche da quanti fossero meno
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Nelle foto sopra, a sinistra: Nave Carabiniere, 14 ottobre 2015. Il comandante della nuova fregata multi-missione, capitano di fregata Francesco Saladino illustra al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri le principali capacità dell’unità nella centrale operativa di combattimento. (foto Giuseppe Micolani). A destra: Il capo di stato maggiore della Marina riceve un presente da parte del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Sullo sfondo: la fregata multi-missione Carabiniere durante un’esercitazione con l’impianto di artiglieria principale in una foto di repertorio.
Il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri ha espresso il suo apprezzamento per le numerose operazioni condotte dalla Marina, spesso in contesti internazionali particolarmente complessi e delicati
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inclini a condividere l’operato delle Forze Armate. L’allocuzione del generale Del Sette si è poi spostata sulle novità che interessano anche le forze di polizia, auspicando una sempre maggiore coesione tra le Forze Armate e la valorizzazione dello status di militare, tradotto in un “orgoglio di indossare le stellette” che possa concorrere ad un progressivo riavvicinamento del comparto sicurezza a quello della difesa. Visibilmente compiaciuto per l’efficienza dell’equipaggio, il generale Del Sette non ha potuto fare a meno di ricordare di essere già salito a bordo della precedente nave Carabiniere, una delle prime unità entrate in servizio dopo la
Seconda Guerra Mondiale. Ad un rapido e sobrio scambio di presenti è quindi seguita la significativa esercitazione navale, con a bordo i due alti Ufficiali, volta a dimostrare la prontezza operativa dell’equipaggio ed articolata in diversi moduli: uno antinave ed altri di difesa aerea, tiro navale, difesa passiva ed abbordaggio. L’incontro delle due autorità e la sessione addestrativa non potevano che concludersi con l’invito che l’ammiraglio De Giorgi ha rivolto al generale Del Sette al fine di tornare nuovamente a bordo in occasione del rientro in Italia dell’unità, al termine delle operazioni, mostrando chiaramente la volontà di far incontrare sempre più queste due anime del Paese, araldi di valori e tradizioni secolari.
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Cinque unità in meno tra le nostre navi
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di Rosario Naimo
uest’anno sono andate in pensione cinque unità della Marina Militare: le due corvette Minerva e Sibilla, i due cacciamine Lerici e Sapri, il pattugliatore di squadra Granatiere. Tutte con oltre vent’anni di “onorata” carriera.
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La cancellazione dai ruoli del naviglio militare è avvenuto nelle sedi di assegnazione delle rispettive unità: ad Augusta il 14 maggio per Minerva e Sibilla, alla Spezia il 24 settembre per Lerici e Sapri, a Taranto il 30 settembre per il Granatiere. Tutte con la classica cerimonia dell’ultimo ammaina bandiera, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giu-
Si tratta di un atto che deriva dall’invecchiamento della nostra flotta, che nei prossimi quindici anni vedrà radiate ben 51 delle attuali 60 navi in forza alla squadra navale.
seppe De Giorgi che, nel salutarle, ha ricordato che nei prossimi due anni altre navi gloriose, quali Maestrale, Aviere, Danaide, Urania, Fenice, Sfinge, Driade, Chimera ed Espero per citarne solo alcune, termineranno la loro vita operativa al servizio del paese. L’ammiraglio De Giorgi ha sottolineato poi che “Governo e Parlamento hanno voluto procedere
con urgenza ad un provvedimento per avviare il rinnovamento della flotta con il programma della cosiddetta Legge Navale. Investire in navalmeccanica – ha aggiunto - vuol dire che per ogni euro investito c'è un moltiplicatore di ri-
Base navale della Spezia, 19 settembre 2015. I cacciamine Lerici e Sapri ormeggiati di fianco in una foto notturna (foto Silvio Scialpi).
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Il rinnovamento della flotta “ sarĂ avviato con la costruzione di
dieci nuovi pattugliatori, una nave anfibia, una nave rifornitrice e due di supporto per operazioni subacquee. Navi tutte ecosostenibili
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Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi
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torno di 3.6, in assoluto l'investimento nel mondo militare più redditizio per la comunità. Un ritorno generale per l'economia del Paese. Perché se pensiamo ad un investimento di 6 miliardi, circa 2 miliardi e 8 ritornano in tasse e contributi vari allo Stato oltre il mancato ricorso alla cassa integrazione. Come sapete – ha concluso - la nostra cantieristica attualmente è impegnata al 50% delle sue
potenzialità''. Nel salutare il Granatiere, “il nostro pattugliatore di squadra più anziano”, il ministro della Difesa, senatrice Roberta Pinotti, ha confermato che “con il finanziamento di oltre 5 miliardi previsto nella Legge Navale doteremo la flotta di nuovi mezzi moderni e daremo ossigeno al settore della cantieristica navale, che vedrà un aumento dei posti di lavoro”.
Augusta, 14 maggio 2015. Particolare della cerimonia dell’ultimo ammaina bandiera delle corvette Minerva e Sibilla. (foto Corrado Carrubba).
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Riproponiamo in queste pagine l’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Si ringrazia per la concessione, il direttore responsabile Giuseppe De Tomaso e l’autore dell’articolo prof. Paolo De Stefano.
La Marina e il cuore di Taranto
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di Paolo De Stefano
uando la nave, trainata da un forte rimorchiatore, ha attraversato il Canale, dall’una e dall’altra sponda della città, dal borgo e dall’antica isola si è prodotto, attraverso un caloroso applauso, un momento di partecipazione così vivo e profondo come ho potuto constatare in tanti cittadini, non privo di una profonda commozione. Qualcuno alzava, perché vedesse il transito della nave, il proprio figlioletto che, a sua volta, batteva le mani con una letizia fanciullesca e commovente. In quel momento mi sono ricordato di alcuni versi dannunziani su Taranto, sul Canale Navigabile, sul ponte
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ferrato e sulle navi che erano pronte a navigare verso lo ionico orizzonte. Ma, mi si consenta altro momento della memoria, che non solo riguarda la mia fanciullezza, ma l’intero corso della mia ed anche dell’altrui esistenza; che si rinnovellava. Ed era il passaggio delle navi un tempo dopo azioni di guerra e poi dopo conquiste di pace. Lo scenario così militarmente affettuoso e, al tempo stesso orgogliosamente cittadino, mi ha riportato ad una pagina del libro di Edmondo De Amicis, il “Cuore”. È il padre che scrive al figlio Enrico: “Lo sentirai quell’amor di patria quando, dopo una lunga assenza, affacciandoti al parapetto di un bastimento, vedrai all’orizzonte le montagne del tuo paese, lo sentirai quell’amore di patria e di fami-
Nave Granatiere attraversa il canale navigabile di Taranto che collega il Mar Grande con il Mar Piccolo.
glia”.Non è retorica questo affetto civico ed italiano; effettivamente quella partecipazione così piena di entusiasmo ma anche di sentimento legato a ricordi di famiglia da parte di tanti tarantini, mi riportava a quelle parole così calde di amore del proprio suolo che è la patria, oltre che la città, e che nel libro deamicisiano una volta si leggeva nelle nostre scuole.Avrà difetti di tempo quell’opera del De Amicis, ma ha, ancora oggi, pregi da recuperare o riscoprire in questa nostra caotica epoca. Oggi misconosciuti; ma da quelle pagine, e da certi racconti, vien sempre fuori un sentimento appassionato di chi lega il proprio cuore non solo alla propria città ma alla propria nazione. Quel giorno, transitata la nave e ripreso il flusso
della vita comune, tornavo alla mia abitazione con un sentimento pieno di fraterna solidarietà non solo perché avevo notato che nulla era cambiato nel cuore dei tarantini a fronte delle navi che tornavano in patria, e nel mare della città ma anche perché, riflettevo, che certe pagine della letteratura esaltano valori dello spirito pur nel variare degli uomini e degli avvenimenti. Il miglior passato prepara il miglior futuro. Quel giorno tra la Marina Militare e Taranto, la mia città, c’era un abbraccio di fede e di reciproco affetto; un sentimento vivo e cordiale di una speranza mai perduta. La speranza, soprattutto per i giovani, di un risorgimento morale, civile ed italiano nel senso pieno del suo valore umano ed umanistico.
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Comando Generale delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera
Cambio al vertice
L’ammiraglio ispettore Melone assume il comando delle Capitanerie di Porto subentrando all'ammiraglio ispettore capo Angrisano, che termina il servizio attivo.
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di Antonio Cosentino
iumicino - 29 ottobre 2015. Si è tenuta, presso la sede della Capitaneria di Porto di Roma-Fiumicino, il cambio al vertice del Comando Generale delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera. L'ammiraglio ispettore Vincenzo Melone proveniente dalla Direzione Marittima della Liguria con sede in Genova subentra all'ammiragiio ispettore capo Felicio Angrisano che lascia l’incarico. La cerimonia si è svolta alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Delrio, del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio De Giorgi e delle massime autorità militari e civili. L’evento ricorre nell’anno del 150° anniversario dell’istituzione del Corpo delle Capitanerie di Porto. Nei discorsi pronunciati entrambi i comandanti generali, il cedente e il subentrante, hanno evidenziato come il servizio reso a favore della collettività e della Nazione da parte del personale delle Capitanerie di Porto abbia conquistato l’affetto, l’apprezzamento ed il rispetto dei cittadini italiani. Durante il suo saluto l’ammiraglio Angrisano ha sottolineato: "mai il
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Corpo potrà abdicare alle richieste di bisogno provenienti dalla comunità" mentre, l'ammiraglio Melone ha evidenziato: "la vocazione marittima mercantile dell'Italia trova risposta nell'attività del Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera". Entrambi gli ammiragli hanno enfatizzato i tanti successi e le attività svolte dal Corpo alle dipendenze funzionali dei vari Ministeri come: il soccorso, la polizia demaniale/ambientale, il controllo della filiera del pescato, la sicurezza alla navigazione, la security portuale, la polizia giudiziaria ecc.. L’ammiraglio Melone ha puntualizzato: “ringrazio il CSMM della cui organizzazione il Corpo fa parte per l’espletamento dei compiti militari che l’ordinamento gli affida. Assicuro nella lealtà dell’agire forme condivise di collaborazione con l’intento di ottimizzare le risorse e fornire ove previsto il reciproco concorso nell’assolvimento delle rispettive funzioni. Sono certo di poter contare su altrettanta lealtà da parte della Forza Armata e sul suo convinto sostegno a far sì che il Corpo delle Capitanerie di Porto continui ad essere
per gli usi civili del mare ciò che la Forza Armata nel suo complesso è per la Difesa degli interessi nazionali”. Il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio De Giorgi, ha invece posto l’accento sulle difficili e complesse operazioni marittime condotte negli ultimi anni, potenziate notevolmente a seguito del fenomeno biblico dell’immigrazione dalle terre d’origine, per fuggire da guerre e carestie che ha modificato sensibilmente l’impiego dello strumento marittimo nazionale. In questo scenario così drammatico evidenzia l’ammiraglio De Giorgi - “si sovrappone un degrado della sicurezza in Mediterraneo, degrado che parte dal mar Nero, con la ricomparsa della flotta russa, mi verrebbe da dire sovietica perché ci riporta ai tempi della guerra fredda, con la ricomparsa dei sommergibili della flotta del mar Nero in Mediterraneo, non solo davanti alla Siria, ma in tutto il Mediterraneo; quindi si sovrappongono due situazioni che rendono l’una e l’altra ancora più complesse da gestire: la sicurezza e il soccorso. Si tratta di situazioni che non sono divise né nel tempo né geograficamente e, mentre alcune navi della Marina, delle Capitanerie o dei mercantili stanno salvando persone dal mare, a poche miglia di distanza è in corso una operazione di cattura degli scafisti che può prevedere l’impiego delle armi e, a sud, dei sommergibili stanno sorvegliando un’altra area, il tutto mentre, come è capitato qualche mese fa, un aereo libico sorvola le navi in mare”. Il capo di Stato Maggiore evidenza inol-
marittimo “Lodelstrumento futuro non potrà essere uguale a quello di oggi, lo impone la realtà e lo scenario mondiale
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Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi A sinistra momento della cerimonia del passaggio di consegne tra l’ammiraglio ispettore capo Felicio Angrisano – cedente – e l’ammiraglio ispettore Vincenzo Melone – accettante. (foto di Fabio Carella).
tre, che lo strumento marittimo del futuro non potrà essere uguale a quello di oggi, lo impone la realtà e lo scenario mondiale. L’ammiraglio De Giorgi mette in risalto: “se il Parlamento dovrà esaminare, su richiesta del Governo, un riassetto di questa situazione e organizzazione, evidentemente vuol dire che dobbiamo migliorare ed ottimizzare; ma questo non vuol dire che comporti misure punitive o perdite di capacità, questo vuol dire che dobbiamo trovare il giusto coordinamento e quella complementarità che ha sempre caratterizzato la struttura della Marina, laddove alcuni corpi hanno delle funzioni civili e queste si integrano nella più ampia capacità della Forza Armata”. “Mi riferisco al supporto tecnico logistico alle basi, alle basi aeree, alle basi navali, alla coesistenza d’impiego degli ufficiali. Per esempio perché in futuro l’ufficiale del Corpo non potrebbe essere il capo di Stato maggiore della Marina? Perché il cambiamento avviene in entrambe le strade, in tutte e due le vie. Così come ieri la Marina era essenzialmente un corpo combattente che si teneva pronto per quella guerra massiccia oggi ci troviamo in un mondo di non guerra e di non pace dove immediatamente, istantaneamente si può passare da una situazione di quiete, di soccorso umanitario, ad una situazione di terrorismo, di ferocia e di combattimento ad altissimi livelli tecnologici”. L’ammiraglio De Giorgi mette in evidenza che il cambiamento non è solo un aspetto di tipo organizzativo, si tratta anche di capacità di formazione degli ufficiali del futuro e
allora se questa formazione dovesse cambiare e dovrà cambiare, non c’è motivo perché gli ufficiali delle Capitanerie di Porto rimangano confinati in un corpo tecnico e questo vale anche per gli altri corpi della Marina, ma per il Corpo delle CP lo vedo come una cosa più facile ed immediata”. “Non è un cambiamento - puntualizza il CSMM - che deve far paura né d’altra parte potremmo assorbire ciò che è già nostro, non è possibile assorbire le Capitanerie di Porto in Marina perché esse sono già della Marina”. “ll problema non è né un cambio di status né un cambio di dipendenza radicale che privi i ministeri che beneficiano del supporto delle Capitanerie, ma così come in altre organizzazioni dello Stato si tratta di calibrare queste relazioni facendo sì che il Corpo della Forza Armata, insieme la gran parte, la massa della Forza Armata, possa assorbire e supportare tutte quelle attività coordinandole; quindi, che non sono direttamente legate alla funzione di supporto”. Il capo di Stato Maggiore ha infine aggiunto: “ tranquillizzo l’ammiraglio Melone non intendiamo distruggere le Capitanerie e non intendiamo stravolgerle, e del resto, non siamo noi a deciderlo ecco perché sono riluttante nell’affrontare in pubblico questo argomento, perché non voglio alimentare con proclami o promesse, in un senso o nell’altro, questo tema perché è sopra le nostre teste, cioè non siamo noi militari che dobbiamo, come dei
tribuni, arringare le folle cercando consenso nelle claque e negli uomini, loro sanno che noi operiamo per il bene dello stato e della Nazione. E’ nel silenzio, che caratterizza da sempre la nostra Forza Armata, la nostra forza; silenzio e coesione, obbedienza alle istituzioni del Governo e del Parlamento il resto crea solo rumore, confusione e disaffezione qualunque sarà la scelta che i nostri governanti assumeranno la seguiremo e la porteremo avanti come se fosse la nostra. Dopo avere espresso nelle sedi e nei luoghi opportuni, i nostri pareri e le nostre opinioni”. Infime, l’ammiraglio De Giorgi ha concluso portando il saluto della Marina Militare alla marina mercantile ai comandanti, agli equipaggi delle navi mercantili che in tutto il mondo contribuiscono all’economia nazionale e alla presenza marittima dell’Italia nel mondo. “A tutti voi marinai, graduati, sottufficiali e ufficiali delle Capitanerie di Porto rinnovo qui, il mio saluto e l’apprezzamento personale, vi garantisco che senza il vostro supporto la Marina Militare non potrebbe operare. Con l’invito a riconoscervi, con immutata fedeltà, nella guida del nuovo Comandante Generale”. All’ammiraglio Angrisano, ancora grazie e buona fortuna! All’ammiraglio Melone, complimenti e buon lavoro! Vai alla notizia web e guarda il video della cerimonia su www.marina.difesa.it
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Le Forze Anfibie si addestrano di Angelo Luca Lombardo
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e forze anfibie della Marina sono state protagoniste di un addestramento finalizzato all’incremento dello stato di prontezza operativa e delle capacità di pianificazione di una missione. I reparti in addestramento sono stati il 2° Battaglione Assalto Venezia nell'esecuzione delle attività sul terreno, mentre la pianificazione dell'operazione anfibia è stata eseguita congiuntamente dallo staff del Comando del Terzo Gruppo Navale di Brindisi nella funzione di CATF (Commander Amphibious Task Force) e dal
Acque antistanti Teulada, 17 ottobre 2015. L’unità anfibia San Giorgio si prepara al recupero dei veicoli anfibi d’assalto AAV-7 durante una fase dell’esercitazione.
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Il 1°reggimento San Marco ha condotto, presso il poligono di Teulada e acque antistanti, un'attività anfibia complessa.
Teulada, 17 ottobre 2015. Il 2° Battaglione Assalto Venezia durante un’operazione di assalto anfibio. Il supporto terrestre è stato garantito dai veicoli anfibi d’assalto AAV-7 (foto Corrado Carrubba).
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Capo Teulada, 20 ottobre 2015. Elicottero EH101 decollato da nave Garibaldi in supporto alla manovra verso l’obiettivo. (foto Corrado Carrubba)
1° Reggimento San Marco in qualità di CLF (Commander Landing Force). L'esercitazione si è svolta contestualmente a terra, nel poligono di Teulada in Sardegna, e in mare, a bordo della nave anfibia San Giorgio e della portaeromobili Garibaldi, utilizzata quale LHA (landing helicotper assault). L’attività è stata caratterizzata da attività di fuoco reale, nonché raid ed assalti anfibi, tutti giocati nell’ambito di un comune contesto esercitativo basato sugli attuali scenari operativi reali; il culmine finale dell’attività è stato un assalto a fuoco di battaglione: le unità operative hanno condotto il proprio movimento supportate dal fuoco reale dei mortai 120 mm thompson, dal fuoco delle armi di reparto 12,7
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L'esercitazione si è svolta contestualmente a terra, nel poligono di Teulada in Sardegna, e in mare. L’attività è stata caratterizzata da attività di fuoco reale, nonché raid ed assalti anfibi.
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Capo Teulada, 20 ottobre 2015. Veicoli corazzati anfibi AAV7 raggiungono la spiaggia “touch down”. (foto Corrado Carrubba).
mm predisposte a bordo dei veicoli anfibi d’assalto AAV-7 e dei veicoli tattici leggeri multiruolo Lince. Il supporto aereo è stato ottenuto invece per mezzo di sortite degli AV8B in ruolo CAS (Close Air Support) e AI (Air Interdiction). Il poligono di Teulada è una delle poche aree addestrative italiane in grado di garantire la possibilità di sviluppare scenari complessi, tali da mettere in relazione movimenti di truppe a terra con il contestuale supporto navale ed aereo. Grazie a queste particolari caratteristiche è stato infatti possibile sviluppare assalti anfibi complessi come appunto l'attività addestrativa finale che è stata svolta alla presenza del comandante in capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi.
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Deep Divex 2015 di Giampaolo Trucco
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Norvegia: viaggio nel mondo degli abissi. La prestazione del Gruppo Operativo Subacquei.
ra le numerose capacità possedute dai Palombari del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin (G.O.S.), si annoverano anche quelle di condurre immersioni profonde “in libera” attraverso l’impiego di particolari autorespiratori che utilizzano una miscela sintetica denominata heliox, cioè costituita da elio ed ossigeno. Per il mondo militare svolgere un immersione “in libera” significa svincolarsi dalle predisposizioni normalmente attuate per un’operazione subacquea in alto fondale che, nello specifico, prevedrebbe la presenza di un’unità navale dedicata, come ad esempio nave Anteo. Tali apparati, comunemente noti col termine di rebreathers, già utilizzati nell’ambito della subacquea ricreativa con lo scopo di aumentare la profondità dell’immersione riducendo nel contempo i tempi decompressivi, raggiungono il massimo della loro complessità e performance quando sono realizzati anche per condurre attività di bonifica degli ordigni esplosivi. Gli uomini del G.O.S. hanno in dotazione gli autorespiratori Viper Plus che, essendo realizzati con speciali materiali amagnetici e specifici accorgimenti tecnici che ne riducono sensibilmente la segnatura acustica,
Un’operatore subacqueo durante una fase dell’esercitazione.
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gli permettono di raggiungere la profondità di 81 metri e di intervenire su qualsiasi ordigno esplosivo, anche ad elevata tecnologia. Com’è facile intuire, per mantenere efficace nel tempo tale assetto è necessario che i Palombari AF (Alto Fondale) partecipino a periodiche esercitazioni che gli consentano di assicurare ed accrescere il loro addestramento. L’ultima attività di questo genere è stata la “Deep Divex” organizzata dalla Marina Militare norvegese e svoltasi nello specchio acqueo anti-
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Gli uomini del G.O.S., grazie agli autorespiratori Viper Plus in dotazione, possono raggiungere la profondità di 81 metri e intervenire su qualsiasi ordigno esplosivo, anche ad elevata tecnologia.
stante la base navale di Haakonsvern, sita vicino alla città di Bergen. Ad essa hanno preso parte i Palombari del Belgio, Canada, Danimarca, Italia, Norvegia, Olanda e Svezia che svolgendo operazioni subacquee su diverse tematiche hanno affinato la loro interoperabilità in ambito Nato e PfP (Partnership for Peace). Tale attività, svoltasi dal 5 al 18 settembre 2015, ha permesso di testare il team di Comsubin
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all’impiego degli autorespiratori Viper Plus in acque decisamente più fredde di quelle del Mediterraneo e nei diversi scenari addestrativi che sono stati organizzati dalla Marina norvegese. Le impegnative attività subacquee sono state rese possibili grazie ad un rilevante assetto sanitario costituito dai medici ed infermieri che erano al seguito di ciascuna nazione e dalle unità navali dotate di camere di de-
compressione rese disponibili dai norvegesi. In particolare lo staff sanitario di Comsubin, composto da personale abilitato in medicina subacquea ed iperbarica, ha collaborato in tutte le attività connesse allo studio dei fenomeni fisiologici imputabili alle immersioni altamente stressanti alle quali erano sottoposti gli operatori subacquei. Gli scenari nei quali sono state svolte le attività subacquee hanno visto impegnati gli operatori del G.O.S. in attività di ricerca, nell’ambito del soccorso sommergibili ed in operazioni I.E.D.D. (Improvised Explosive Device Disposal, ordigni esplosivi improvvisati), il tutto svolto su di un relitto della Seconda Guerra Mondiale, in un simulacro di sommergibile ed all’interno di automobile posizionata ad 80 metri di profondità. In due settimane di esercitazioni i subacquei di Comsubin hanno effettuato 38 immersioni a profondità comprese tra i 50 e gli 81 metri, conducendo brillantemente tutte le attività che gli sono state proposte e classificandosi secondi per numero e tempi di immersione. L’esperienza, l’addestramento del
Bergen, 1 ottobre 2015. Il capo di 2^ cl. Pa/AF/EOD Navy Biddeci Nicola ed il sottocapo di 3^ cl. PA/AF/EOD Sub Fabio Mascia durante le diverse fasi inerenti ad una immersione a 80 metri di profondità con l’autorespiratore a miscela sintetica Viper Plus.
personale e le moderne apparecchiature assegnate al Reparto hanno permesso, ancora una volta, di far ben figurare in campo internazionale i Palombari del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” che, come i vecchi palombari insegnavano, hanno potuto ripetere la comunicazione che determinata il termine di un immersione operativa: “Lavoro eseguito! Sono pronto a lasciare il fondo”.
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I volti della sofferenza di Flavia Niscola immagini di Carmine Gravina
Guarda il video su www.webtv.marina.difesa.it
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icurezza e soccorso in mare: attività di cui “tutto il Paese deve essere grato a coloro che si sacrificano per portare in salvo persone in pericolo di vita”, queste le parole del ministro Delrio. Un’immensa gioia giunta a coronamento di un impegno senza sosta. Con un grande esempio di squadra, il 13 settembre 2015, nave Mimbelli, impegnata nello stretto di Sicilia nell’operazione Mare Sicuro, ha soccorso un peschereccio con 284 uomini, tra cui 45 bambini e 54 donne, di cui due al 9° mese di gravidanza. Volti tirati, corpi esausti, così i migranti vengono trasferiti sulla nave Mahorovicic, impegnata nell’operazione Triton di Frontex per il trasferimento verso un porto
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Le immagini parlano, fanno conoscere e servono forse anche a vincere qualche paura. Ăˆ la tragedia del Mar Mediterraneo. Proponiamo in queste pagine alcuni scatti fatti dal nostro personale
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italiano. È una lotta alla sopravvivenza. Uomini, donne, donne incinte e bambini provenienti da luoghi da cui non si può far altro che fuggire o perdere le speranze, rassegnarsi alla morte o ad essa come ad una costante, imminente, possibile eventualità. Le immagini parlano. Fanno conoscere. E servono forse anche a vincere qualche paura. È la tragedia del Mar Mediterraneo, la temuta “invasione” dalla costa della Libia a quella italiana. Ci sono i volti degli uomini della Marina
Militare e quelli dei migranti soccorsi al largo della Sicilia. È così che “comincia l’intervento a volte di 24, altre anche di 48 ore continue, frenetiche. Una corsa per salvare persone esauste, disidratate, in ipotermia. Per l’equipaggio non c’è sonno, né riposo fino a quando tutto è finito” racconta una delle persone a bordo. “Medici e personale del Corpo Sanitario della Marina usano guanti, tute, mascherine e copriscarpa sterili” spiegano gli esperti del Comando in Capo della
Squadra Navale della Marina Militare, “in più durante i soccorsi ad ogni passaggio dall’imbarcazione alla terraferma viene usata una vaschetta con candeggina per disinfettare le calzature”. Un impegno quotidiano, svolto con passione dalla Marina Militare che “conquista l’ammirazione della comunità internazionale”, queste le parole del presidente Mattarella per la professionalità espressa nell’affrontare l’estenuante situazione dei flussi migratori via mare.
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Incontriamo l’ammiraglio Enrico Credendino Operation Commander di Eunavfor Med
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di Rosario Naimo
li eventi in crescendo legati al fenomeno immigrazione e il traffico di esseri umani nel Mediterraneo hanno convinto l’Unione Europea a lanciare Eunavfor Med. Decisa dal Consiglio Europeo lo scorso 18 maggio e partita attivamente il 22 giugno, la nuova missione vede protagonista la Marina Militare. “Si tratta di una missione che rientra nella strategia globale dell’UE allo scopo di interdire il network delle reti criminali associato al traffico e sfruttamento di migranti attraverso il Mediterraneo e ridurre il flusso migratorio via mare, combattendo sia i sintomi che le cause quali i conflitti, le persecuzioni, la povertà e i cambiamenti climatici in conformità al diritto
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internazionale applicabile, incluse la United Nations Convention of the Law of the Sea (UNCLOS) e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” ha spiegato l’Ammiraglio di Divisione Enrico Credendino, Operation Commander di Eunavfor Med. “L’Italia – ha sottolineato l’ammiraglio -, nel contesto dell’Unione Europea, è nazione leader dell’ope-
razione che è condotta al livello strategico-operativo dal Quartier Generale Europeo Italiano (IT EUOHQ), presso la sede del Comando Operativo di vertice Interforze (COI, a Roma Centocelle)”. Il dispiegamento degli assetti partecipanti nell’area di operazioni è invece al comando del contrammiraglio Andrea Gueglio quale Force Commander (FCdr), imbarcato sulla portaerei Cavour, flagship dell’operazione che vede coinvolte attivamente 14 nazioni europee (Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Slovenia, Grecia, Lussemburgo, Belgio, Finlan-
dia , Ungheria, Lituania, Paesi Bassi e Svezia) con unità navali e aromobili. “Eunavfor Med – ha continuato l’ammiraglio Credendino - dal giorno del via, il 22 giugno, ha conseguito tutti gli obiettivi previsti nella prima fase in termini di schieramento in area di operazione degli assetti, training e, soprattutto, raccolta di informazioni. Oltre a salvare più di 3000 migranti nel corso di attività di soccorso in mare e, a seguito di tali attività, 16 sospetti trafficanti sono arrestati dalle autorità italiane, raccogliendo una notevole mole di informazioni sulle reti del business dei trafficanti”. Così, come concordato dagli ambasciatori dell’Unione Europea del Political and Security Committee lo scorso 28 settembre, l’operazione europea per il contrasto del traffico e contrabbando di esseri umani nel Mediterraneo è entrata ad inizio ottobre in Fase 2.“Una fase – ha affermato il comandante della missione in cui sono previste anche attività di abbordaggio, ispezione e sequestro
delle imbarcazioni utilizzate o sospettate di esserlo, dai trafficanti e contrabbandieri di esseri umani. E al fine di rendere possibile tale fase pienamente operativa della missione, gli Stati membri hanno concordato il potenziamento della Forza Navale attraverso il dispiegamento di ulteriori mezzi navali ed aerei”.Alla flagship Cavour, alle 2 navi tedesche, alla fregata francese e a quella spagnola, e ai 7 aeromobili è prevista l’integrazione di ulteriori tre navi. Alla luce dei risultati ottenuti nella prima fase di Eunavfor Med, l’ONU ha dato il proprio via libera all’Unione europea purché l’operazione si limiti alle acque internazionali del Mediterraneo al largo della Libia. Il benestare è arrivato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con l’approvazione della risoluzione. Il testo ha ricevuto 14 voti a favore. La risoluzione ricade sotto l’ombrello del Capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite e
non esclude, ma solo come risorsa estrema, l’uso della forza militare. Nel dettaglio la risoluzione autorizza l’Ue e i singoli Stati per un periodo iniziale di un anno ad “ispezionare e sequestrare i barconi che si trovano in acque internazionali al largo delle coste libiche quando vi siano fondati motivi di credere che sono o saranno utilizzati per il traffico di migranti”. In audizione, davanti al Comitato Schengen, l’ammiraglio Credendino ha spiegato che “la nostra é una missione di polizia, non di guerra”. Ad oggi, le forze navali italiane e Ue, con le operazioni Mare Nostrum, Mare Sicuro e Triton, hanno salvato in mare oltre 300 mila immigrati clandestini.
Guarda l’intervista sul canale ufficiale Youtube della Marina Militare (ItalianNavy)
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La Marina in festa a Messina
L’evento, organizzato dal Comando Marittimo della Sicilia, ha messo in risalto le opportunità di crescita della regione, cogliendo quel volto “blu” dell’economia e della sicurezza sul quale la Marina Militare, il Comune e l’Università degli Studi di Messina si sono soffermati. di Fabio Maggiore
Messina, 10 ottobre 2015. Nave Palinuro ormeggiata nella base navale siciliana. Lo spettacolo pirotecnico chiude le premiazioni finali delle regate disputate nelle acque dello Stretto (Foto Corrado Carrubba).
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i è conclusa la prima edizione della “Festa della Marineria”, svoltasi dal 7 all’11 ottobre a Messina con lo scopo di diffondere la cultura del mare e dare risalto alle tradizioni marinare della città. Il progetto rientra nel più ampio scenario degli obiettivi della Marina, tesi ad incentivare l’amore ed il rispetto per il mare da parte dei giovani e contribuendo al rilancio dell’economia e del turismo, nell’ottica di una maggiore tutela del territorio. Tra le varie iniziative promosse per l’evento rientra il “VIII Trofeo della Marina e città di Messina”, ovvero una serie di regate veliche disputate nelle acque dello Stretto e organizzate dai circoli nautici, le FIV e le sezioni veliche del luogo. Il risultato di questa iniziativa è stato quello di valorizzare gli aspetti innovativi legati al rilancio della città di Messina, delle sue acque e delle sue coste, oltre che diffondere la cultura del mare, dello sport, della medicina e dell’archeologia subacquea, la tutela del territorio. Sono stati poi organizzati convegni
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Durante l’evento la base navale ha ospitato circa 12.000 visitatori e curiosi di ogni età, provenienti dalle diverse province siciliane e calabresi, i quali hanno potuto ammirare e visitare nave Palinuro, le navi a vela minori e pattugliatori della Marina Militare ormeggiati in banchina. e dibattiti su temi legati al mare, concordati con l’Università e con giornalisti dei quotidiani locali a cui hanno partecipato personalità di rilievo; sono state effettuate visite guidate alle navi a vela della Marina (Orsa Maggiore, Caroly e Corsaro II), alle navi del Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera e a nave Palinuro, ormeggiata nella città siciliana per l’occasione. La Federazione Italiana Vela (FIV) ha
Messina, 9 ottobre 2015. Suggestiva immagine del Tricolore a bordo di nave Palinuro ormeggiata nella base navale. Sullo sfondo la Madonna della Lettera che s’innalza sulla punta estrema del braccio di S. Raineri del porto di Messina. (Foto Corrado Carrubba).
assicurato il regolare svolgimento della competizione in mare tra le barche della Marina Militare e dei diversi circoli velici siciliani. L’imbarcazione Kika si è aggiudicata la classe overall al termine di una ventosa e spumeggiante bagarre con il Sagittario, quest’ultimo equipaggiato da uomini e donne del Comando Marittimo della Sicilia. Anche le altre unità della Marina hanno ottenuto ottimi piazzamenti al termine di un’intensa regata che ha regalato grandi soddisfazioni e generale entusiasmo, seguita in mare dalle massime autorità regionali e locali a bordo di nave Palinuro. Il primo premio per la classe regata overall è stato consegnato al sig. Domenico Sciva dal Comandante Marittimo della Sicilia, contrammiraglio Nicola De Felice. Per gli studenti sono state organizzate uscite in mare didattiche con le unità a vela nonché visite guidate al Forte San Salvatore ed alle preziose opere del Montorsoli, nel suggestivo panorama tra Scilla e Cariddi. La Fanfara del Comando Marittimo Sud ha inoltre assicurato una serie di appuntamenti musicali di notevole livello sia presso l’aula magna dell’ateneo cittadino – al seguito della lectio magistralis a facoltà riunite del Comandante Marittimo – sia in base mentre i palombari ed i subacquei hanno svolto attività dimostrative in mare, di fronte ad una miriade di entusiasmati studenti.
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di Maria Cuccia
Il Maxi di 24 metri “Ancilla Domini” con a bordo l’equipaggio formato dai componenti della trasmissione televisiva “Linea Blu”, timonato dallo skipper Mauro Pelaschier, durante la 47 ^ edizione della Barcolana. (foto Archivio Barcolana/studio Borlenghi)
“C
Istituita nel 1969, la storica regata velica riunisce annualmente circa duemila imbarcazioni nella splendida cornice del Golfo di Trieste.
’è un unico posto dove puoi navigare la seconda settimana di ottobre: quel luogo è Trieste” – ha spiegato il presidente della Società Velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz. Come il palio per Siena o il carnevale per Venezia, in questo mese ogni triestino è un fiero lupo di mare, pronto a stringere il vento e a governare il timone. Non a caso la regata non è che la punta di diamante di una serie di eventi tematici che si susseguono a Trieste dal 2 all’11 ottobre. Il mare si trasforma, così, in uno spazio di gioia e condivisione. In un momento storico in cui “il Mediterraneo è teatro di tensioni geopolitiche – conclude il presidente Gialuz - la Barcolana vuole sottolineare il valore d’attrazione di una città di mare come Trieste.” A crescere, in questa edizione, è soprattutto l’evento a terra che si “allunga” fino al Molo IV del porto di Trieste, dove spicca un punto info della Ma-
rina Militare adibito alla vendita del Calendario 2016 Un’opera corale interamente costruita sugli scatti fotografici inviati dagli uomini della Marina e dedicata al suo elemento naturale: il mare. Una narrazione visiva che racconta le navi, i sommergibili, gli elicotteri, gli aerei e le profondità del Mare nostrum. “Spettacolare” è l’unico aggettivo che ben si addice a questa manifestazione, che ha anche riscosso una grande eco mediatica grazie alla diretta su Rai Sport 1, la diretta di Rai Radio 2, lo streaming sul sito internet www.barcolana.it. Grande successo, in particolar modo, si è ottenuto con la diretta della trasmissione televisiva Linea Blu, in cui il testimonial e velista olimpionico della Marina Militare Andrea Trani ha donato una copia del calendario alla conduttrice Donatella Bianchi. Ancora una volta il mare è stato protagonista di un’esperienza da ricordare!
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ETTEMBRE
l poligono di addestramento di Torre Iun’esercitazione Veneri (LE), è stato teatro di dei reparti della Bri-
gata Marina San Marco. Preparazione e formazione fanno di questi reparti una delle eccellenze della forza armata. Il comandante della BMSM, contrammiraglio Rosario Walter Guerrisi ha sottolineato che “l’addestramento è fondamentale perché amalgama insieme le diverse componenti di terra, di mare e aeree” ottenendo coesione e sinergia. Ad assistere all’esercitazione il capo di Stato Maggiore, ammiraglio De Giorgi, che ha salutato le truppe con un “BZ”, codice bilettera che significa ben fatto.
29 S
n occasione dell’11° Congresso EuIBerlino, ropeo per la Protezione Civile a è stato consegnato alla MaETTEMBRE
rina il 1st European Award for Humanitarian Aid and Disaster Management. Il premio internazionale, assegnato per il supporto dell’azione umanitaria e la gestione delle catastrofi, è stato istituito dal periodico tedesco Behörden Spiegel, ed attribuito con la motivazione: “La Marina Militare Italiana ha dimostrato al mondo una reazione straordinaria nel settore dell’aiuto umanitario e della gestione delle catastrofi soccorrendo e salvando più di 150.000 persone in occasione dell’operazione Mare Nostrum”.
30 S
rosegue nell'arsenale della Spezia P l’ammodernamento della nave Amerigo Vespucci impegnata in una
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IL
ETTEMBRE
sosta lavori unica nella sua storia. Personale di bordo, maestranze dell'arsenale e dell’industria privata lavorano in sinergia per riportare presto il veliero in navigazione. Superata l’importante tappa dell’accensione del nuovo quadro elettrico, la timeline del programma prevede per il 26 ottobre la HAT (Harbour Acceptance Trials), inizio accensione selettiva degli apparati in porto, il 14 dicembre prove a caldo dei motori, il 3 marzo 2016 le SAT (Sea Acceptance Trials), prove di tutti i sistemi ed apparati con l’unità in mare.
MESE
IN
IMMAGINI
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ave Libeccio, nell’ambito dell’attiN vità di sorveglianza e contrasto della pirateria nell’Oceano Indiano, TTOBRE
durante il friendly approach di alcuni dhow, ha prestato soccorso medico ad alcuni membri degli equipaggi. Dopo aver effettuato i dovuti controlli, ed aver accertato che gli equipaggi delle imbarcazioni erano intenti esclusivamente alla pesca, si è provveduto alla distribuzione di materiale informativo per il contrasto alla pirateria, aumentando il consenso della Comunità marittima nei confronti della Forza Navale Europea (EUNAVFOR) a cui l’Italia partecipa con nave Libeccio in qualità di flagship del CTF 465.
13 O
TTOBRE
è svolta in islanda l’edizione 2015 Szioneidella Northern Challenge, l’esercitapiù importante della Nato sulla
neutralizzazione degli esplosivi improvvisati (C-IED - Counter Improvised Explosive Devices). L’edizione islandese è stata la più grande mai realizzata con la partecipazione di oltre 230 operatori provenienti da undici nazioni. Tre i palombari impegnati del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) di COMSUBIN, che hanno valutato l'operato delle squadre di intervento impiegate in numerosi interventi in ambito terrrestre e marino.
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di Pasquale Prinzivalli
TTOBRE
odici nazioni NATO partecipanti, 28 unità navali, 4 sommergibili, truppe terrestri, elicotteri e velivoli ad ala fissa, uno scenario simulato di crisi crescente tra più attori internazionali, questo il quadro ricostruito per l’esercitazione Joint Warrior, svoltasi al largo delle isole Ebridi (Oceano Atlantico). Partiti dal porto di Faslane per giungere all’interno del Canale del Minch, la task force di cui faceva parte anche nave Doria, è stata impegnata in attività di difesa contro minacce aeree, di superficie, subacquee e asimmetriche, con l’impiego realistico di regole d’ingaggio che hanno contribuito ad aumentare il livello di complessità dell’attività.
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Clims e campi giovani internazionali Una opportunità di esperienze mondiali
Nel 2015 si celebra il 40º anniversario della costituzione del CLIMS, da allora migliaia di giovani europei hanno avuto l’opportunità di incontrarsi e di creare delle amicizie consolidatesi nel tempo.
I
di Maurizio Fischetti
l Comité de Liaison Internationales des Organismes Militaires Sociaux (Comitato di Collegamento Internazionale degli Organismi Militari Sociali), noto anche con l’acronimo di CLIMS, ha festeggiato, durante il meeting autunnale tenutosi a Praga dal 22 al 25 settembre, il 40° anniversario della costituzione ed altresì l’elezione del rappresentante interforze della Difesa in ambito CLIMS, dr. Marco Sargenti, capo del Servizio Provvidenze di Persomil, quale presidente del Comitato per il prossimo biennio dopo ben 19 anni dall’ultima presidenza italiana. Ad oggi partecipano al Comitato 12 nazioni: Germania, Belgio, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Polonia,
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Portogallo, Repubblica Ceca, Bulgaria, Romania e Grecia. Il fine del CLIMS è accomunare gli organismi sociali e militari, per fornire alle famiglie del personale militare e civile della Difesa una più ampia ed accessibile opportunità di vacanza ma, soprattutto, sviluppare l’integrazione tra le giovani generazioni, attraverso l'organizzazione di campi internazionali della gioventù per ragazzi e ragazze di età compresa tra i 15 ed i 17 anni. Come l’Erasmus per gli studenti universitari, così il Clims per i figli dei dipendenti della Difesa: un progetto volto a formare ed integrare i nuovi cittadini europei, attraverso l’opportunità di incontrarsi e trascorrere in-
sieme una vacanza che resterà impressa a lungo nei loro cuori. Il 2015 l’Italia è stata nuovamente protagonista in quanto ha ospitato, presso la Base Logistica di Colle Isarco, il XII International Clims Camp, a cui hanno partecipato 220 ragazzi e ragazze di 9 nazioni: Italia, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Romania e Spagna. Un avvenimento che ha richiesto ed ottenuto un deciso e convinto impegno organizzativo della Direzione Generale per il Personale Militare, dello Stato Maggiore della Difesa, degli Stati Maggiore di Forza Armata (SME – SMM – SMA) e del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Per lo Stato Maggiore della Marina Militare, le funzioni di rappresentante nazionale al CLIMS sono svolte dalla Sezione Supporto al Personale dell’Ufficio Benessere e Supporto al Personale, che contribuisce fattivamente a fornire, con le strutture logistiche di Forza Armata, un ampio interscambio con i Paesi aderenti nell’interesse del personale dipendente – militare e civile – sia nazionale che europeo.
Ironman di Marina P assione, motivazione, tenacia, sacrificio, abnegazione, equilibrio interiore e forza di volontà. Queste le doti che caratterizzano l’atleta che si confronta con la disciplina più dura al mondo: l’ironman, versione estrema del triathlon. E lo sa benissimo il capitano di fregata Luca Marra, pilota del 41° Stormo anti sommergibile di Sigonella (CT) che domenica 27 settembre ha portato i colori della Marina sino negli Stati Uniti pren-
è stata una sofferenza ed il successo è frutto dei tanti chilometri percorsi durante i mesi di allenamento, uniti alla disciplina mentale ed alla concentrazione sull’obiettivo. Tagliare il traguardo con la bandiera della Marina è stata una sensazione unica e guadagnare la qualificazione per rappresentare l'Italia e la Marina ai campionati del mondo rappresenta la giusta ricompensa di tanti sacrifici
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dendo parte al Superfrog 70.3. La gara, disputatasi presso la Naval Amphibious Base di Coronado (California), è una forma di Ironman nata come addestramento per gli allievi della Basic Underwater Demolition School (BUD/S) ovvero i futuri incursori della Marina americana (più noti con l'acronimo di SEAL SEa, Air, Land). Giunta alla sua 35ª edizione, dalla precedente è entrata a far parte del “circuito internazionale Ironman”, una serie di gare disputate in tutto il mondo, che
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culmina con la finale del campionato del mondo che si svolge ogni anno nell’isola di Kona (Hawaii). La finale di Kona vedrà i triatleti qualificatisi contendersi il titolo mondiale. Il comandante Marra, grazie ad un una
buona frazione di nuoto e ad un'ottima prestazione in bici, è salito sul podio della categoria riservata ai militari, guadagnandosi così la qualificazione di diritto alla finale delle Hawaii.