Notiziario della Marina - Ottobre 2018

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di Antonio Cosentino

Viviamo in tempi in cui l’Italia, le Forze armate e in particolare la Marina, sono chiamate a dare un contributo concreto, efficace e responsabile alla tutela della sicurezza, fattore determinante per esercitare, a livello europeo e nelle relazioni transatlantiche, il proprio ruolo internazionale. Il peso delle insidie deve essere fronteggiato con strategie complesse, alle quali, le Forze armate, devono contribuire con preparazione e addestramento adeguati. Il ciclo delle esercitazioni Mare Aperto rappresenta uno dei momenti addestrativi più importanti, per la Marina, dove la Forza armata è in grado di impiegare le molteplici capacità possedute nell’ambito delle attività duali e complementari a favore della collettività, volte a garantire la sicurezza degli interessi nazionali. L’addestramento, finalizzato al mantenimento degli elevati standard di interoperabilità delle unità della Squadra Navale nonchè a livello interforze, e al raggiungimento di una piena integrazione tra gli equipaggi tra le diverse Marine, è stato mirato nelle principali forme di lotta sul mare e dal mare, nella difesa antiaerea, antinave e antisommergibile, alle operazioni di embargo, controllo del traffico mercantile, nella gestione delle emergenze di bordo, nelle attività idrografiche e di cacciamine e nella proiezione della forza anfibia dal mare su terra. Per contrastare la pirateria e assicurare la libera navigazione e la protezione agli aiuti umanitari del World Food Programme continua l’impegno dell’Italia nell’Operazione Eunavfor dove la Marina contribuisce al successo dell’Operazione Atalanta, con la presenza di nave Martinengo nell’area del Corno d’Africa. Nell’ambito dell’Operazione Atalanta si è svolta la prima esercitazione congiunta tra militari della base cinese di Gibuti e Eunavfor che ha visto protagonista la fregata italiana. Ma l’impegno della Marina prosegue nelle acque a noi più familiari e, per rispondere in modo efficace alle moderne esigenze della Difesa del Paese, gli Incursori di Marina nel mese di ottobre hanno svolto un’importante attività addestrativa, condotta alle porte di Roma, nel lago di Furbara che, oltre a confermare l’efficacia degli assetti operativi, ha evidenziato la loro elevata capacità di interagire ed interoperare con tutti i Comandi e i Reparti del Comparto Operazioni Speciali Interforze, nonché con gli assetti convenzionali delle altre Forze armate.

La panoramica delle attività del mese continua con la cerimonia che si è svolta a Milazzo con la consegna della Bandiera di Combattimento a nave Rizzo, un gioiello di tecnologia militare della cantieristica italiana, che ha sancito ufficialmente l’ingresso della nuova fregata nella Squadra Navale. Una cerimonia importante e al contempo emozionante, che ha racchiuso in sé il forte legame storico e affettivo tra la Marina militare e la città siciliana, fatto di tradizioni e valori etici che continuano ancora oggi a ispirare i marinai italiani. “Questa moderna FREMM (fregata europea multi missione, ndr.) è un simbolo di innovazione tecnologica, frutto del sapiente lavoro delle nostre industrie nazionali grandi e medio piccole, elementi di assoluto pregio del cluster marittimo nazionale”, ha sottolineato, nel suo intervento alla cerimonia, il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, che ha poi aggiunto: “difendere il mare non vuol dire solo proteggerne gli interessi commerciali, vuol dire anche svolgere tutte quelle funzioni secondarie ma che rivestono particolare valore quali: la prevenzione e la lotta all’inquinamento marino, la salvaguardia dei beni archeologici sommersi, la neutralizzazione degli ordigni rinvenuti in mare, la salvaguardia dell’ambiente marino e costiero, solo per citarne alcuni”. L’attività della Marina non si esaurisce nei mari, scoprite nelle nostre pagine gli eventi a cui ha partecipato. Buona lettura.

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SOMMARIO

Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

Ottobre

2018

Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa

Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

Mediterraneo centrale, una fase dell’esercitazione interforze Mare Aperto 2018.

DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO

REDAZIONE

Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME

PER LA COLLABORAZIONE

La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione. © Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore. COME ABBONARSI

Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com oppure per fax al numero 06.36803396, con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale e mail).

Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli

Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel. 03311783010 amministrazione@necmedia.eu

chiuso in redazione il 7 novembre 2018

Allegato il fumetto storico dal titolo “Luigi Rizzo: ricordati di osare sempre.

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Europa e Cina si addestrano di Emanuele Scigliuzzo

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Esercitazione Mare Aperto: le sfide nel Mediterraneo di Antonio Cosentino

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Consegnata la Bandiera di Combattimento a nave Rizzo di Giuseppe Lucafò

Gli incursori si proiettano dal cielo di Giampaolo Trucco Un imbarco “speciale” a bordo di nave Italia

di Antonello Ferrara

Naples Shipping Week di Giuseppina Maria Greco Geopolitica e Geoeconomia del Mare

di Desirèe Tommaselli

La Marina responsabile della bonifica bellica sistematica subacquea di Valentina Tortelli

50ª Barcolana, la regata dei record di Antonello Lorusso

Il Museo Tecnico Navale di La Spezia di Giosuè Allegrini 31° Trofeo Mariperman di Roberta Talamoni

Trofeo del Mare Città di Taranto di Luciano Regina

Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina, Salvatore Todaro di Desirèe Tommaselli Il gergo marinaresco di Alessandro Lentini

Dis...Corsi di navigazione, i Fusi Orari di Paolo Giannetti

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Europa e Cina si addestrano Cooperazione internazionale:

di Emanuele Scigliuzzo

Nave Martinengo ha svolto con il personale medico del Chinese PLA Support Base di Gibuti un’esercitazione denominata Medex. L’attività addestrativa costituisce un’eccezione perché è la prima esercitazione congiunta tra militari della base cinese e le forze di Eunavfor N OT I Z I A R I O

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’attività addestrativa bilaterale Medex, che si è svota all’inizio di ottobre, costituisce la prima esercitazione congiunta tra la Cina e l’Europa nell’area del golfo di Aden. Questa prima apertura costituisce un fattore di eccezionalità e l’auspicio che si possa arrivare gradualmente, a una sempre maggiore cooperazione volta a garantire una stabilità in tutta l’area. L’esercitazione, che ha previsto attività di natura no combat, ha riguardato il trattamento di sei pazienti a bordo di un mercantile simulato da nave Martinengo e l’evacuazione di uno di essi; il personale medico cinese ha trasferito

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il paziente con l’ausilio dell’elicottero SH90 imbarcato sulla fregata italiana presso la struttura di Gibuti. La base, costruita dalla Cina nel 2017, è un’importante struttura di supporto logistico con capacità sanitarie avanzate e una pista di atterraggio con torre di controllo e rappresenta, inoltre, la prima base militare all’estero voluta da Pechino. La recente esercitazione


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conferma i crescenti interessi economici nell’area del golfo di Aden da parte del governo cinese. L’esercitazione Medex ha comunque attivato un nuovo dialogo bilaterale, da considerare in un contesto di sviluppo di partnership con tutte le nazioni attive in area. Proprio in quest’ottica, l’equipaggio di nave Martinengo ha condotto un’attività di Local Maritime Capacity Building a favore della forza aerea della Guardia Costiera della Marina delle Seychelles e delle forze speciali locali, nell’ambito del progetto Maritime Security (Ma.Se.), che vede le Seychelles e il Madagascar partner in grado di contribuire alla Maritime Situational Awarness (MSA).

Operazione Atalanta un impegno europeo

ontinua l’impegno dell’Italia nell’operazione Eunavfor Atalanta, la risposta europea alla pirateria nell’area del Corno d’Africa, dove opera un dispositivo europeo, in virtù della Council Joint Action 2008/251 del 10 novembre del 2008, per assicurare la libera navigazione e la protezione delle unità impegnate nel World Food Programme. Recentemente, il consiglio Europeo ha prorogato fino al 31 dicembre 2020 il mandato affidato all’Operazione Atalanta, prevedendo fondi per i costi comuni pari a 11.777 milioni di euro per il periodo dal 1 gennaio 2019 a fine 2020. Approvato inoltre, lo spostamento della sede operativa dell'Unione europea per la forza navale (EU NAVFOR) da Northwood (Regno Unito) a Rota (Spagna) e a Brest (Francia ) per il Centro di sicurezza marittima Corno d'Africa (MSCHOA) dal 29 marzo 2019. Nella stessa seduta il Consiglio ha nominato il Vice Admiral della Marina spagnola, Antonio Martorell Lacave, come prossimo Operational Commander al posto del Major-general Charlie Stickland attualmente in carica. Nave Martinengo è impegnata dal 12 agosto in questo ambito internazionale che prevede impegni continui non solo in mare con attività di controllo, ma anche con diverse cooperazioni militari e civili, con scopo di capacity building a favore delle marine dei Paesi che si affacciano sul bacino interessato. Diversi anche i progetti di assistenza umanitaria portati avanti nell’ambito di questa missione, come quello rivolto ai ragazzi del centro di Mahali Pa Usalama di Mombasa, che accoglie cento ragazzi con situazioni familiari problematiche, in attesa di essere affidati ad altre famiglie, che ha visto coinvolto l’equipaggio di nave Margottini.

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Consegnata la Bandiera di Combattimento a nave Rizzo La cerimonia, svoltasi in porto a Milazzo l’8 ottobre, ha sancito ufficialmente l’ingresso della nuova fregata nella Squadra Navale

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di Giuseppe Lucafò

a Fregata europea multi missione Luigi Rizzo (Fremm) ha ricevuto lo scorso 8 ottobre in porto a Milazzo la Bandiera di Combattimento, il vessillo distintivo che simboleggia il senso d’appartenenza alla Patria e il senso del dovere al servizio della collettività da parte di ogni nave militare. Una cerimonia molto importante per il futuro del Paese e della sua sicurezza marittima, che ha visto così l’ingresso ufficiale nella Squadra Navale di questo gioiello di tecnologia militare e della cantieristica italiana. Momenti al contempo molto emozionanti, che hanno racchiuso in sé il forte legame storico e affettivo tra la Marina militare e la

Acque antistanti Milazzo (ME). La Fremm Luigi Rizzo in navigazione dirige per il porto della città siciliana. (foto Fabio Maggiore)

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città siciliana, fatto di tradizioni e valori etici che continuano ancora oggi ad ispirare i marinai italiani: a testimonianza di questi aspetti, infatti, tra le autorità civili e militari presenti in tribuna per l’occasione vi era il sottosegretario alla Difesa, l’onorevole Raffaele Volpi, il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli e il sindaco di Milazzo, l’avvocato Giovanni Formica. "All'equipaggio e al suo Comandante, oggi vi consegniamo qualcosa di più della Bandiera... vi consegniamo il cuore dell'Italia", queste le parole dell'onorevole Volpi durante il suo discorso, che ha voluto proprio sottolineare la vicinanza del Paese alla Marina militare ed in particolare agli uomini e alle donne di nave Luigi Rizzo. “Questa moderna Fremm è un simbolo di innovazione tecnologica, frutto del sapiente lavoro


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Questa moderna Fremm è un simbolo di innovazione tecnologica, frutto del sapiente lavoro delle nostre industrie nazionali grandi e medio-piccole, elementi di assoluto pregio del cluster marittimo nazionale

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il capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio Valter Girardelli

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delle nostre industrie nazionali grandi e medio-piccole, elementi di assoluto pregio del cluster marittimo nazionale”, ha ribadito l’ammiraglio Girardelli che ha poi aggiunto: “l’Italia considera gli spazi marittimi come elementi essenziali per il benessere e la prosperità collettiva, non solo nazionale. Ne deriva che assicurare il libero e pacifico utilizzo delle vie marittime non è solo un’esigenza vitale sotto il profilo economico, considerato che la maggior parte del commercio marittimo è costituita dai prodotti petroliferi e dai minerali, ma una necessità globale. Ma difendere il mare non vuol dire solo proteggerne gli interessi commerciali, vuol dire anche svolgere tutte quelle funzioni secondarie ma che rivestono particolare valore quali: la prevenzione e lotta all’inquinamento marino, la salvaguardia dei beni archeologici sommersi, la neutralizzazione degli or-


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digni rinvenuti in mare, la salvaguardia dell’ambiente marino e costiero, solo per citarne alcuni”. Madrina dell’evento la contessa Maria Guglielmina Rizzo, figlia del capitano di corvetta Luigi Rizzo, valoroso marinaio nato e vissuto proprio a Milazzo che, il 10 giugno 1918, condusse l’impresa di Premuda, un’azione leggendaria, ardita, divenuta il simbolo del valore e delle azioni dei marinai italiani nella Grande Guerra - tanto che la Forza armata già dal 1939 decise di far coincidere la “Giornata della Marina” con la data della storica azione – che, al tempo, gli valse il riconoscimento di Medaglia d’Oro al Valor Militare. In quell’occasione infatti, Luigi Rizzo al comando di due MAS armati di siluri, sferrò un attacco lungo la costa dalmata in Mare Adriatico per bloccare la veemenza della flotta austro-ungarica. Nonostante la disparità delle forze

Milazzo (ME), 8 ottobre 2018. Momenti della cerimonia di consegna della Bandiera di combattimento alla Fremm Luigi Rizzo. In alto a sinistra il capo di Stato Maggiore della Marina amm. Girardelli incontra la contessa Guglielmina Rizzo, figlia di Luigi Rizzo. (foto di Massimo Stotani)

messe in campo, Luigi Rizzo affondò la corazzata Santo Stefano e contribuì così al successo sul mare e su terra, della Prima Guerra Mondiale. In questo contesto di rinnovamento e di profondo sentimento della marineria italiana, dopo le allocuzioni delle autorità il gruppo di Messina dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia ha donato all’unità navale il cofano della Bandiera, mentre la città di Milazzo ha consegnato al comandante, il capitano di fregata Vincenzo Pullez, la Bandiera di Combattimento. Ventuno salve di saluto hanno poi accompagnato l’”alza bandiera” di Combattimento sull’albero della Fremm Luigi Rizzo, con-

sacrando così l’unità al suo destino di servizio alla Nazione e alla collettività. Un rito, seguito dalla formula del giuramento da parte del comandante Pullez, che il suo equipaggio ha sentito con particolare emozione e partecipazione. “Ricordare il passato per costruire il futuro” , questo è quello che oggi e soprattutto nel prossimo futuro consentirà a nave Rizzo, 5^ unità del programma Fremm della Marina militare, di navigare nei mari del mondo per assolvere i propri compiti e doveri portando con sé il nome dell’eroe impresso sulla fiancata poppiera e sventolando fieri il vessillo tricolore sull’alberata.

Guarda il video sul canale YouTube della Marina militare.

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Esercitazione Mare Aperto: le sfide nel Mediterraneo

Condotta dal comando in capo della Squadra Navale, l’esercitazione interforze, è mirata al mantenimento di elevati standard di interoperabilità e di integrazione delle Forze nazionali e Nato, per la sicurezza marittima comune dell’Italia, dell’Europa e dell’Alleanza Atlantica. Marinai, piloti, marines simulano scenari di rischio nel Mediterraneo

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di Antonio Cosentino

i è svolta dall’8 al 12 ottobre nel Mediterraneo centrale l’esercitazione Mare Aperto 2018. Sono stati protagonisti dell’addestramento congiunto, tra le diverse Marine, 3600 uomini e donne, unità di altura, sommergibili, aerei, elicotteri delle Forze aeree e un'aliquota di fucilieri della Brigata Marina San Marco. Un’esercitazione a carattere seriale, mirata ad addestrare gli equipaggi delle unità della Squadra Navale nelle principali forme di lotta. Le serie a difficoltà crescente, sono culminate in un evento “multiminaccia”, della durata di due giorni, servito a consolidare l’addestramento, mettendo gli equipaggi alla prova in un ambiente complesso e realistico. «Il nostro

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La Mare Aperto un’attività addestrativa a carattere seriale per garantire elevata prontezza operativa al servizio del Paese

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compito è quello di assicurare la sicurezza in mare, contrastare l'attività terroristica e le attività illecite nel Mediterraneo». Ha dichiarato l'ammiraglio di squadra Donato Marzano, comandante in capo della Squadra Navale, che ha condotto in mare l’esercitazione. L’obiettivo dell’addestramento, è stato mirato alla ripresa e al mantenimento degli elevati standard di interoperabilità delle unità della Squadra Navale e al raggiungimento di una piena integrazione tra

gli equipaggi nelle principali forme di lotta sul mare e dal mare (difesa antiaerea, antinave e antisommergibile), nelle Maritime Interdiction Operations (operazioni di embargo, controllo del traffico mercantile, compilazione della Maritime Situational Awareness), nella gestione delle emergenze di bordo, nelle attività idrografiche e di cacciamine e nella proiezione della forza anfibia dal mare su terra. Le esercitazioni del ciclo Mare Aperto rappresentano i momenti addestrativi più importanti per la Marina, dove la Forza armata è in grado di impiegare anche le molteplici capacità possedute nell’ambito delle attività duali e complementari a favore della collettività, volte a garantire la sicurezza delle

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Lo scopo di addestrarsi in uno scenario il più realistico possibile

vie di comunicazione, a sviluppare la conoscenza scientifica dell’ambiente marino e della biodiversità. A bordo delle navi della Marina militare sono stati presenti come osservatori ingegneri e funzionari delle principali società dell’industria nazionale della Difesa, mentre, gli studenti universitari degli Atenei Aldo Moro di Bari, Cà Foscari di Venezia e Sapienza di Roma sono stati inquadrati negli staff a bordo delle navi della Forza Armata nei diversi ruoli in ragione

degli oramai collaudati e proficui rapporti di collaborazione tra la Marina Militare e gli Atenei.

Guarda il video sul canale YouTube della Marina militare.

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Gli incursori si proiettano dal cielo Le innovative capacità operative del reparto che, nel tempo, si accrescono rendendolo sempre più efficace e rispondente alle moderne esigenze della difesa del Paese

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testo a cura di Gianpaolo Trucco foto di Rosario Caruso

’alone di leggenda che avvolge gli incursori del Comando subacquei incursori (Comsubin), molto spesso non rappresenta appieno le innovative capacità operative del reparto che, nel tempo, si accrescono rendendolo sempre più efficace e rispondente alle moderne esigenze della difesa del Paese. Il Gruppo operativo incursori (Goi), fin dalle origini, è stato caratterizzato dallo sviluppo di materiali, mezzi e sistemi d’arma innovativi, che nel tempo, gli hanno consentito di mantenere capacità di proiezione ed intervento, esclusive dei più evoluti reparti forze speciali al mondo. In particolare, quale erede dei mezzi d’assalto della Regia Marina, il

Goi ha storicamente sviluppato capacità che, nell’ambito del combattimento in ambiente marittimo, sono uniche e per le quali gode a livello internazionale di fama indiscussa. I compiti istituzionali del reparto, prevedono la condotta dell’intero spettro delle operazioni speciali anche in contesti di controterrorismo e controinsorgenza, per il conseguimento di obiettivi politico, strategico oppure operativo militare. Tali missioni sono condotte prevalentemente all’estero, nell’ambito di dispositivi interforze posti alle dipendenze del Comando interforze per le operazioni delle forze speciali (Cofs). In tale ambito, il Goi opera anche sul territorio nazionale, in concorso alle Unità di intervento speciale (Un.i.s) del ministero degli Interni, per operazioni di controterrorismo e più specificatamente, azioni di liberazione ostaggi (Hostage release operations – Hro), sia a terra che sul mare. Nell’ambito dei piani di contingenza, il reparto è costantemente in elevata prontezza per la salvaguardia degli interessi e della sicurezza nazionale in situazioni di crisi all’estero o sul territorio nazionale. Nel merito, il Goi ha recentemente acquisito la capacità Maritime craft air delivery (Mcad), ossia l’inserzione con aviolancio di una forza di intervento costituita da operatori incursori e battelloni da assalto (tipo Zodiac Hurricane), da velivolo C130J dell’Aeronautica miUn incursore del Goi si lancia con la tecnica della caduta libera da un C130J dell'Aeronautica militare.

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Il reparto è costantemente in elevata prontezza per la salvaguardia degli interessi e della sicurezza nazionale in situazioni di crisi all’estero e/o sul territorio nazionale

litare. In tale contesto, la forza di intervento può essere velocemente rischierata in alto mare grazie alle elevate capacità di trasporto del Super Hercules, per interventi di contingenza su obiettivi di interesse nazionale quali: installazioni costiere, unità navali o piattaforme di estrazione idrocarburi. Ovviamente la Maritime craft air delivery comporta un impegno a livello interforze che coinvolge oltre alla Marina, il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali e le altre Forze armate. Per quanto di competenza della Marina, la capacità in parola è frutto di un’importante ed impegnativo lavoro di squadra che, sviluppatosi all’interno dell’ufficio studi di Comsubin, è oggi mantenuto dal Goi grazie ad un continuo e meticoloso addestramento. Nel merito, tale capacità è stata esercitata anche nell’ambito dell’esercitazione interforze per forze speciali denominata “Notte Scura”, ossia la major exercise che il Comando interforze per le operazioni delle forze specialiil organizza e conduce con cadenza biennale, allo scopo di esercitare e mantenere la piena capacità di pianificare, organizzare e condurre, l’intero spettro delle operazioni speciali in un ambiente joint e combined, nonché di costituire il framework di uno Special operation component command (Socc) nell’ambito di un’operazione Nato. Tale importante attività addestrativa, condotta al lago di Furbara (Roma) nel mese di ottobre, oltre a confermare l’efficacia degli assetti operativi degli incursori di Marina, ha confermato la loro elevata capacità di interagire ed interoperare con tutti i comandi e reparti del Comparto operazioni speciali interforze, nonché con gli assetti convenzionali delle altre Forze armate.

Le diverse fasi dell'inserzione con aviolancio di una team di incursori di Comsubin e di un battellone d'assalto.

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Un imbarco “speciale” a bordo di nave Italia di Antonello Ferrara

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a Campagna di Solidarietà 2018 di nave Italia ha fino a oggi imbarcato gruppi di ragazzi che rientrano nelle tre macroaree di intervento della disabilità, del disagio sociale e della salute mentale. Per questo su nave Italia ogni settimana è speciale e richiede all’equipaggio una grande preparazione umana oltre a quella professionale. Particolarmente interessanti, all’interno dell’intensa Campagna Estiva della Fondazione Tender del 2018, sono state le settimane dove ci sono stati degli ospiti davvero speciali, come 15 ragazzi provenienti da Praga e alcuni ragazzi non vedenti e ipovedenti dell’Emilia Romagna. Per dei ragazzi non vedenti l’ambiente di una nave potrebbe apparire come il meno indicato per sperimentare la propria autonomia e capacità di muoversi nello spazio, invece è stato il luogo ideale per superare i limiti anche in una situazione non confortevole. Il progetto “vivere l’avventura” si è sviluppato nella tratta tra La Spezia e Livorno e ha avuto come processo educativo l’adventure therapy. Questo consente ai ragazzi di sperimentare un ambiente molto diverso dal quotidiano, imparando giorno dopo giorno. L’imbarco a bordo di una nave a vela, il Brigantino nave Italia, è stato ideale per i ragazzi con questa inabilità soprattutto per andare oltre le loro esperienze pregresse, superare le nuove difficoltà, crescere nell’autostima e nella consapevolezza di poter affrontare problemi anche fuori da un luogo protetto. Lo scorso anno per la prima volta il progetto di nave Italia ha varcato i confini nazionali, ospitando a bordo bambini provenienti dalla Repubblica Ceca. Un’esperienza estremamente positiva, che si è rinnovata

anche quest’anno in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Praga coadiuvata dall’Associazione Chance4Children, che dal 1997 è uno dei maggiori operatori benefici in Repubblica Ceca, e grazie al sostegno della fondazione Nadace CEZ, l’ambasciatore italiano in Repubblica Ceca, Aldo Amati, nel sostenere questo progetto, ha evidenziato: “è un risultato straordinario perché offre un’opportunità unica per i bambini che meritano di vivere un’esperienza gioiosa dopo sofferenze di vario genere. Sono particolarmente orgoglioso che l’iniziativa abbia assunto una cadenza annuale entrando di fatto nella panoplia degli eventi bilaterali che si ripetono e arricchiscono i rapporti tra l’Italia e la Repubblica Ceca”. Durante il viaggio gli ospiti a bordo sono stati coinvolti nella realizzazione di uno spettacolo, messo in scena per altri piccoli malati. Dopo lo sbarco infatti, in sintonia con lo spirito di solidarietà e condivisione che anima nave Italia, gli ospiti della Repubblica Ceca hanno visitato l’Ospedale Istituto Giannina Gaslini di Genova dove si sono esibiti di fronte ai bambini ricoverati e hanno portato ai meno fortunati alcuni regali preparati durante la navigazione. Chi è stato ospite di nave Italia è stato al centro di un percorso che vuole far crescere nuovi marinai attraverso un'esperienza speciale, capace di far ritrovare un atteggiamento positivo e propositivo nell'affrontare i piccoli ostacoli quotidiani, accrescendo la loro autostima.

Alcuni momenti delle attività svolte a bordo

Guarda il video-diario del progetto "InOnd@Lab" realizzato dalla Fondazione Tender to Nave Italia.

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di Giuseppina Maria Greco

ignificativo l'apporto della Marina militare al successo della terza edizione della manifestazione Naples Shipping Week. Con la presenza della Fremm Rizzo e di nave Vespucci, accessibili alla cittadinanza, e organizzando una serie di eventi culturali sia a bordo che a terra, la Forza Armata ha riscosso ampio successo di pubblico, rinsaldando in tal modo lo storico legame con il territorio partenopeo. Sono stati 23.952 i visitatori che non hanno voluto perdere l'opportunità di salire a bordo della fregata di ultima generazione e del veliero "più bello del mondo". N OT I Z I A R I O

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Un grande successo, anche mediatico, che conferma l'importanza della Marina militare per il cluster marittimo. La manifestazione, svoltasi dal 24 al 29 settembre 2018, ha visto la presenza di oltre 4000 ospiti che hanno partecipato ai 40 eventi del palinsesto, affrontando temi legati alla risorsa mare e al cluster marittimo, nell'ambito di una edizione speciale dedicata a Genova e al suo porto per dare un forte segnale di comunione nazionale. Una settimana intensa che ha visto coinvolti 300 relatori e l’intera città con eventi speciali e iniziative culturali organizzati fra la Stazione Marittima, il Molo San Vincenzo, il Porto di Napoli, e altri luoghi simbolo del capo-

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luogo campano. Oltre 3.000 gli studenti che hanno preso parte ai numerosi appuntamenti e 32 gli Istituti Scolastici della Campania e della Sicilia che hanno aderito all'evento, dimostrando di comprendere l’importanza di avvicinare i giovani alla risorsa mare. Di spicco, sulle unità della Marina, il seminario “La ricerca marina a supporto della sostenibilità blu”, organizzato in collaborazione con l’Istituto idrografico della Marina militare, la Stazione zoologica “Anton Dohrn” ed il cluster tecnologico nazionale per la crescita blu. Il dibattito “Blue Jobs, dall’archeologia subacquea alla tutela ambientale”, con il contributo di Marevivo e del comune di Napoli, ha posto l'accento sulle nuove figure professionali che operano per la tutela del mare e per la crescita sostenibile della Blue Economy. Grande adesione di studenti e giovani, sempre più interessati a considerare il mare come scelta prioritaria per il proprio percorso di formazione e lavoro. Anche in tale contesto la Marina conferma il suo fondamentale ruolo al fianco di centri di studio e di ricerca nazionali nonché del mondo dell’università e delle


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associazioni ambientaliste, sottolineando in tal modo la storica propensione della Forza Armata alle attività duali e complementari a favore dei tutta la collettività. La "Geopolitica del Mare" è stata protagonista di un interessante dibattito che ha visto la partecipazione di armatori e ricercatori durante la presentazione del volume omonimo edito da Mursia: definire gli interessi nazionali e sviluppare strategie marittime e di controllo del mare è di vitale importanza per il futuro dell’Italia. "La Storia Navale Italiana nel contesto geopolitico globale" è stato il tema del convegno organizzato dall'Ufficio Storico della Marina militare. Apprezzata dal

folto pubblico presente anche la mostra storica sulla prima guerra mondiale allestita nelle sale della Stazione Marittima. Efficienza energetica, governance dei porti, tecnologie disruptive, nuovi mercati e sicurezza alcuni dei temi della 10^ edizione di Port&ShippingTech, main conference della manifestazione che ha messo a confronto 150 relatori alla presenza del segretario generale IMO Kitack Lim, a cui è seguita la sessione di chiusura con la partecipazione del capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Valter Girardelli, una ottima occasione per ribadire che “il rilancio economico del nostro Paese non può prescindere dal

potenziamento del settore marittimo e da una rinnovata strategia". Non sono mancati eventi a scopo benefico, tra i quali il coinvolgente concerto della Banda musicale della Marina che ha animato la città all'ombra del Vesuvio. Prossima edizione della Shipping Week nel 2019 a Genova.

Guarda il video sul canale YouTube della Marina militare.

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La Marina Militare ospite d’onore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

Geopolitica e Geoeconomia del Mare di Desirèe Tommaselli

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na giornata dedicata al mare quella organizzata il 18 ottobre dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, che ha ospitato nell’Auditorium “Ennio Morricone” della macroarea di Lettere e Filosofia il convegno “Geopolitica e geoeconomia del mare”. L’incontro, coordinato dal prof. Franco Salvatori, ha voluto affermare, attraverso un dibattito scientifico multidisciplinare, la rinnovata centralità del mare a livello globale. Articolato in due qualificate tavole rotonde, l’evento è stato aperto dalla lectio del comandante in capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano. A dare il benvenuto è stato il Magnifico Rettore, professore Giuseppe Novelli, che ha voluto ricordare i consolidati rapporti di collaborazione tra l’Università e la Marina militare, “l’autorità N OT I Z I A R I O

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più importante nel mare”, come ha egli stesso affermato nei suoi saluti iniziali. “Le sfide mondiali del XXI secolo si giocano sui cosiddetti Global Commons, ossia sui beni comuni dell’umanità, spazi non nazionalizzabili e non territorializzabili, come l’aerospazio, il cyberspazio e gli spazi marittimi internazionali”, ha sottolineato il sottosegretario alla Difesa, onorevole Raffaele Volpi, che ha voluto far giungere il suo saluto ai presenti e il suo plauso per il convegno, auspicando che esso “possa essere di stimolo per la diffusione della cultura della marittimità e contribuire a rinnovare il pensiero marittimo con lo sguardo rivolto al futuro” di cui i giovani saranno protagonisti. E proprio a loro, ai giovani, è stato principalmente rivolto il convegno che, oltre ad essere una proficua occasione di confronto di specialisti di settori diversi su un medesimo tema, ha contribuito a infondere nelle nuove leve la consapevolezza della vocazione marittima della Penisola. Infatti, come ha affermato l’ammiraglio Marzano, il mare ha una importanza strategica per l’Italia, essendo proiettata al centro del Mediterraneo, ossia al centro dei flussi commerciali mondiali. Inoltre, “la sopravvivenza del nostro Paese, non solo del sistema economico, ma anche del sistema sociale, è garantita dalla protezione delle vie di comunicazione, dei gasdotti…”. L’Italia possiede la prima flotta di Navi Ro-Ro, la tredicesima flotta mercantile del mondo, la terza flotta peschereccia europea; 500.000 posti di lavoro interessano l’indotto del cluster marittimo nazionale. “Tutto questo presuppone la sicurezza delle vie di comunicazione e degli interessi strategici nazionali che la Marina garantisce attraverso attività di presenza, sorveglianza e capacity building”, ossia l’addestramento della Marina e della Guardia Costiera dei paesi rivieraschi nelle aree di crisi. E proprio questa “Sicurezza Marittima è la missione della Squadra Navale, braccio operativo della Marina militare”. L’ammiraglio ha fornito inoltre il quadro generale dell’attuale contesto geopolitico e geostrategico del cosiddetto “Mediterraneo allargato”, illustrando la complessa, articolata e variegata attività della Marina. I lavori sono poi proseguiti con le due tavole rotonde dedicate alla geopolitica del mare: unità o disunità del mondo

e alla geoeconomia del mare: flussi globali, connessioni e competizione che hanno visto alternarsi negli interventi i professori dell’Ateneo Beniamino Quintieri, Claudio Corradetti, Gianluca Fiocco, Elda Turco Bulgherini, Alessandro Ricci, Daniela Felisini e Salvatore Santangelo, e il dottor Luca Sisto, direttore generale di Confitarma. La geopolitica del mare nella riflessione giuridica e politica moderna, la crisi e la riscossa del potere marittimo, la centralità del predominio del mare nell’attuale contesto geopolitico, il progetto cinese della via marittima della seta, i rapporti tra mare e globalizzazione, il commercio marittimo e il protagonismo cinese, la Momenti del convegno di geopolitica e geoeconomia del mare; in alto: l’intervento dell’ammiraglio Donato Marzano, a destra: il magnifico rettore dell’Università Tor Vergata, prof. Giuseppe Novelli e l’ammiraglio Fabio Agostini.

cultura marittima come fondamento della geopolitica, l’economia del mare e l’industria marittima sono stati i temi intorno ai quali i relatori hanno sviluppato le proprie riflessioni. A conclusione delle tavole rotonde, gli interventi rispettivamente dell’onorevole Donatella Tesei, presidente della commissione Difesa del Senato, e dall’onorevole Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri del Senato. L’onorevole Tesei ha esortato i numerosi giovani in sala a formarsi e a crearsi sulla scorta degli spunti offerti dall’incontro - delle competenze, anche nuove, di cui il Paese ha bisogno. L’onorevole Petrocelli ha enucleato i caratteri del “nuovissimo contesto geopolitico mondiale” e ha affermato la valenza fortemente identitaria del Mediterraneo per il nostro Paese, un mare piccolo ma centralissimo, “pieno di traffici economici, commerciali, ma anche di vita, di storia e di storie di vita”.

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Il comando logistico della Marina impegnato nel recupero degli ordigni residuati bellici inesplosi

La Marina responsabile della bonifica bellica sistematica subacquea di Valentina Tortelli

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arantire la sicurezza del sito e delle maestranze impegnate in attività di scavo sui fondali. È questo l’obiettivo della Bonifica sistematica subacquea (Bss). Si tratta dell’insieme di attività di ricerca, individuazione e scoprimento di ordigni esplosivi residuati bellici che hanno interessato (e tutt’ora interessano) le nostre coste e i corsi d’acqua, aree pesantemente coinvolte soprattutto nel secondo conflitto mondiale. L’eliminazione di questi ordigni, che rappresentano un rischio potenziale per l’incolumità pubblica e un ostacolo allo sviluppo socio – economico di porti e infrastrutture è eseguita sotto la superficie di mari, laghi, fiumi e altri corsi d’acqua, dal personale della Marina militare. Il comando logistico è ufficialmente delegato, quale ente periferico, alla gestione dell’intero procedimento, in virtù della GEN-BSS_001, la direttiva tecnica sulla bonifica bellica sistematica subacquea emanata dalla direzione dei Lavori e del Demanio in vigore dal 23 ottobre 2017. Ciò segna sicuramente una responsabilità totale della Marina militare su tutto il territorio nazionale per quello che concerne la Bonifica sistematica subacquea, compresa la facoltà di poter temporaneamente bloccare progetti del calibro di uno sviluppo portuale o di infrastrutture, opere spesso legate anche a finanziamenti e scadenze. L’obiettivo non è certo quello di ostacolare, quanto quello di facilitare – nel rispetto della

legge - l’operato della committenza e dell’appaltatore, per agevolare e favorire lo sviluppo delle aree interessate dalla bonifica. Dall’entrata in vigore della direttiva tecnica, un anno fa, sono già state 88 le verifiche tecniche effettuate in situ e 61 le istanze concluse su 77 presentate. Tra queste vi sono la bonifica di una parte del tracciato della pista ciclabile del lago di Garda, quelle operate a Venezia e Gorizia e nei porti di Napoli, Livorno e Taranto, ma anche attività di risonanza internazionale, come la bonifica di un tratto della Trans adriatic pipeline (Tap). “Ci adoperiamo per produrre output tecnicamente idonei e al contempo tempestivi - spiega il comandante Fabrizio Gaeta, capo del reparto Infrastrutture

e Servizi Generali – “Come comando logistico ci sentiamo responsabilmente coinvolti in un processo di ammodernamento infrastrutturale dei sedimi oggetto delle istanze, che nella maggior parte dei casi confluisce nella riqualificazione socio economica del territorio e, quindi, del Paese.” La competenza assoluta in fatto di Bonifica sistematica subacquea segna dunque la capacità della nostra Forza armata di svolgere anche in questo ambito attività non prettamente militari, ovvero quelle attività duali e complementari a servizio della collettività. La Marina militare è quindi pienamente custode delle acque interne e della dimensione marittima, in un terreno come le aree prospicienti alla costa che è spesso conteso.

COME FUNZIONA

E’ la Marina militare, grazie al personale ad elevata specializzazione, ad essere stata individuata dal ministero della Difesa quale Forza armata deputata alla gestione della bonifica sistematica subacquea da ordigni residuati bellici inesplosi. Sul campo operano imprese specializzate iscritte in uno specifico albo del dicastero, preventivamente autorizzate dal comando logistico della Marina. Sulla scorta di un progetto di bonifica revisionato dal personale militare competente. A chiusura dell’iter, con l’obiettivo di verificare e validare il lavoro svolto dall’impresa, il presidio invia i propri uomini sul campo, coadiuvati dalle professionalità del Comando subacquei ed incursori. L’esito favorevole della verifica sancisce, per quelle società private o enti pubblici che ne hanno avanzato richiesta, l’autorizzazione a procedere con i lavori post-bonifica.

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50ÂŞ Barcolana la regata dei record di Antonello Lorusso

Dal 5 al 14 ottobre 2018 la regata piĂš attesa dell'anno con oltre 2.000 imbarcazioni pronte a navigare il mare di Trieste

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all’8 al 14 ottobre, la Marina militare è stata presente alla 50ª edizione della Barcolana di Trieste con lo stand istituzionale, allestito con la partecipazione dell’Istituto idrografico della Marina e con la presenza di nave Vespucci. L’edizione della Barcolana di quest’anno, definita dei record, ha avuto un imponente numero di iscrizioni facendola diventare la regata velica più partecipata in tutta Europa.Tale record è stato raggiunto anche grazie alla presenza dello storico veliero della Marina, che per l’occasione è stato iscritto ad honorem

con l’ultimo numero (2689) ed ha ricevuto la visita di quasi 21.000 triestini interessati a conoscerne la storia, vederne le bellezze e le peculiarità. Durante la sosta nel capoluogo giuliano, sui ponti di nave Vespucci si sono svolti tantissimi eventi partiti con la presentazione della 25ª edizione di “Vienna sul Lago”, evento di solidarietà e cultura culmine di un percorso formativo che coinvolge gli allievi ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno, organizzato dall’omonimo comitato senza scopo di lucro e dal consorzio per la valorizzazione della Venaria Reale. Successivamente, è stato presentato il calendario 2019 dal titolo “Palombari e Incursori nella Marina militare” e, per finire, la presentazione della Settimana Velica Internazionale

Accademia Navale Città di Livorno, prevista per la primavera del prossimo anno. Grosso interesse è stato registrato anche per la narrazione del “Progetto 100” di Romano Sauro, nipote dell’ammiraglio Nazario, durante la quale il protagonista ha raccontato la sua esperienza di vita con una barca a vela di 9 metri, durante la quale ha toccato 100 porti circumnavigando l’Italia e percorrendo quasi 4000 miglia. Tra le note di colore, vanno segnalate sia la visita di Marina, la bambola sirena dei bambini, assieme al suo forziere, che attraverso l’Istituto comprensivo divisione Julia ha potuto portare il messaggio di speranza e solidarietà in tutte le città italiane affacciantesi sul mare, che quella di Fulvio Biasutti, uno dei primi fotografi dell'Amerigo Vespucci, tornato a bordo del veliero dopo aver partecipato alla Campagna d’Istruzione del 1954 per far dono di alcuni scatti storici e di tanti aneddoti. Veduta panoramica, a bordo di nave Vespucci, del golfo di Trieste in occasione della 50ª edizione della Barcolana.

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Gli scrigni della storia:

il Museo Tecnico Navale di La Spezia

Il polo museale, attraverso i suoi 3000 metri quadrati di superficie espositiva, ha il prestigioso e oneroso compito di custodire la cultura marinara e tramandarne la storia in generale

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L’ingresso del Museo Navale accanto alla porta principale dell’Arsenale.

di Giosuè Allegrini

e origini del Museo Navale risalgono alla casa Savoia; Amedeo VII realizzò la prima base navale sabauda a Villafranca di Provenza (Francia) al finire del XV secolo e qui raccolse oggetti rappresentativi della vita marinaresca e della sua evoluzione, oltre a cimeli di importanti battaglie. La tradizione proseguì con il successore Emanuele Filiberto che vi accentrò i cimeli provenienti dalla battaglia di Lepanto (1571). La collezione verrà ordinata in Museo Navale nel 1775, affidata alle cure del guardiama-

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rina Felix De Costantin e trasferita nel periodo napoleonico a Cagliari; successivamente, con la restaurazione, a Genova. Il museo divenne istituto della Regia Marina nel 1861, e trasferito nel 1870 presso il neo costruito Arsenale di La Spezia, sede del primo dipartimento militare marittimo. L’inaugurazione del “Museo Tecnico Navale” avvenne l’8 giugno 1924 mentre l’ufficializzazione si concretizzò il 23 maggio 1925 con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regio Decreto 659 a firma Vittorio Emanuele III. L’attuale sede, situata in prossimità della porta principale dell’Arsenale,


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è stata inaugurata il 12 maggio 1958. Organizzato in un avvincente itinerario, il patrimonio da ammirare consta di circa 18.000 reperti inventariati suddivisi tra cimeli, medaglie, modelli di navi e imbarcazioni, oltre a numerosi documenti d’archivio. Accolto in un ampio salone che descrive lo sviluppo della città seguito alla costruzione dell’Arsenale, il visitatore potrà ammirare le vetrine poste intorno all’imponente ottica rotante del faro dell’isola del Tino, e ripercorrere l’evoluzione delle costruzioni navali, attraverso una galleria di splendidi modelli di imbarcazioni (dalle zattere preistoriche, passando per le navi egizie, alle navi greche e romane fino a giungere alle caravelle Niña, Pinta e la nao Santa María, con le quali Cristoforo Colombo effettuò la prima spedizione verso “le Indie”). Si può ammirare la raccolta dedicata alle esplorazioni polari avvenute tra il XIX e il XX secolo, che hanno visto la partecipazione della Marina italiana, passando poi all’ampia sezione dedicata ai “mezzi d’assalto” e agli eroi della Regia Marina delle due guerre mondiali. Sono esposti cimeli emblematici come la bandiera di navigazione del MAS 96, il motoscafo armato silurante con cui l’11 febbraio 1918 Costanzo Ciano, insieme a Luigi Rizzo e Gabriele D’Annunzio compì la cosiddetta “Beffa di Buccari”. L’audacia dell’impresa ebbe l’importante effetto di ridare fiducia alle truppe demoralizzate dopo Caporetto. Sul gagliardetto del MAS si leggono ancora le parole che vi scrisse il poeta in quelle ore di coraggiosa follia: “Memento Audere Semper” (Ricorda di osare sempre). Una vetrina narra invece l’impresa di Premuda effettuata dal comandante Luigi Rizzo, (di cui sono esposti il calco in bronzo del viso oltre ad oggetti personali) che affrontò con il guardiamarina Aonzo la squadra navale austriaca e affondò con i propri siluri la

La sala delle Polene

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na collezione straordinaria e unica è quella raccolta nella sala al primo piano: la splendida Sala delle Polene. Inaugurata nel 2017 è dedicata a quelle figure lignee che tra il 1500 e il 1800 venivano poste a proravia delle navi per esorcizzare la forza del mare o per ostentare ricchezza e potenza. La scenografia che accoglie il visitatore è di particolare suggestione: le 28 polene sono state infatti issate su grosse travi curve in legno, che evocano il dritto di prua dei velieri, e dalla loro posizione dominante emanano lo stesso fascino di quando sfidavano il vento e le onde marine. Provenienti da diverse marinerie preunitarie e dalla marina austro-ungarica, hanno partecipato – anche su fronti opposti - agli eventi del Risorgimento italiano. Due sono state trovate in mare e non sono attribuibili ad imbarcazioni note. Tutte però hanno una storia da raccontare. Da Minerva (1783), la più antica della collezione, appartenente alla fregata della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, che combatté insieme alla flotta inglese di Nelson contro quella napoleonica, alla polena Atalanta, rinvenuta alla deriva nel 1867 in Atlantico, che secondo la leggenda, farebbe impazzire d’amore chi la guarda troppo a lungo. Dalle aggressive polene Drago e Salamandra, rispettivamente delle corazzate austro-ungariche Drachen e Salamander che parteciparono nel 1866 alla battaglia di Lissa, alla polena Italia (1860), della pirofregata della Marina Italiana, rappresentata nell’atto di spezzare le catene della dominazione straniera. Il Museo conserva, difende, valorizza, promuove e divulga la cultura del mare. Lo fa grazie allo straordinario patrimonio iconografico e documentario unico nel suo genere che rappresenta la straordinaria vicenda vissuta dalla Marina militare nelle acque, nei cieli, nelle basi, sopra e sotto le onde, nel solco delle secolari tradizioni dell’Italia sul mare.

modernissima corazzata Szent Istvan il 10 giugno 1918 - la Marina non a caso celebra la giornata commemorativa in occasione di questa ricorrenza. Segue l’unico esemplare esistente della torpedine semovente Rossetti detta “Mignatta”, primo mezzo d’assalto subacqueo della storia realizzato dal capitano del Genio navale Raffaele Rossetti, progettata e costruita nell’Arsenale di La Spezia. Fu lo stesso Rossetti, insieme all’ufficiale medico Raffaele Paolucci, a forzare l’inviolabile porto di Pola affondando la corazzata Viribus Unitis nella notte del 31 ottobre 1918.Lo spazio espositivo

Veduta della sala Polene; sotto: il cilindro di contenimento per SLC (Maiale) del SMG Sciré collocato nel giardino del Museo; a sinistra: un modello di trireme romana.

della Seconda Guerra Mondiale si apre con un evocativo “barchino esplosivo” originale e prosegue con una porzione di scafo dello Scirè, il famoso sommergibile assegnato alla X Flottiglia MAS, con il quale vennero compiute 14 missioni di guerra, tra le quali la nota impresa di Alessandria. Punto focale dell’esposizione è il siluro a lenta corsa, detto “maiale”, evoluzione della “mignatta” di Rossetti installato con i simulacri di due “opera-

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tori” della X MAS, indossanti cioè muta autorespiratore ARO (ossigeno a circuito chiuso che non emette bolle d‘aria). Nella teca è in mostra anche l’orologio subacqueo Panerai Radiomir n. 01, appartenuto al comandante Ernesto Notari, autore dell’operazione BG 6 che a Gibilterra, nel 1943 portò all’affondamento di tre navi inglesi. Recentemente realizzata, la sala Marconi, attigua al salone principale, custodisce la più importante collezione al mondo di apparati originali relativi alle prime esperienze di radiotelegrafia navale svolte da Guglielmo Marconi per conto della Marina italiana. Di grande interesse sono le zone telegrafiche originali che riportano i messaggi di prova scambiati tra la terraferma e la nave San Martino proprio nel golfo di La Spezia, nel luglio 1897. La sala delle Armi Subacquee accoglie il visitatore in una suggestiva galleria che rievoca lo scafo di un sommergibile e narra l’evoluzione tecnologica del siluro. A seguire lo spazio dedicato all’attività dei palombari, corpo scelto della Marina, rinomato a livello internazionale. Una carrellata di sca-

A sinistra, statua di Francesco Messina raffigurante Costanzo Ciano; in basso a sinistra porzione dello scafo del SMG Scirè, che eseguì 14 missioni di guerra durante il secondo conflitto mondiale. In basso: la veduta del giardino del museo, sotto: lo specchio di poppa della nave cisterna Olterra.

fandri tedeschi in acciaio, migliorati dallo spezzino Roberto Galeazzi, porta alla sala Artiglieria dove gli appassionati di armi individuali e di squadra potranno perdersi tra una florilegio di modelli di cannoni del 1700 e 1800, pistole e fucili utilizzati dalla Marina dal Risorgimento a oggi, spingarde, bombarde e colubrine, mortai e cannoni, oltre a poter apprezzare la sofisticata quanto mastodontica Centrale di tiro Galileo della corazzata Vittorio Veneto (1937), che utilizzava la tecnologia più avanzata dell’epoca. Il Sacrario dedicato ai sommergibilisti caduti in guerra e in pace per la Patria è ospitato nel giardino del Museo, circondato da una collezione di ancore monumentali, e altri cimeli di grande impatto come il cilindro trasportatore dei “maiali” del sommergibile Scirè e la grande statua di Costanzo Ciano, eroe pluridecorato della prima guerra mondiale, opera dello scultore Francesco Messina (1939). Più avanti ad attirare lo sguardo è la sagoma del minisottomarino MSM1 (1984), utilizzato fino al 2004 per il recupero e l’assistenza a sommergibili in difficoltà.

visita la pagina web del Museo Tecnico Navale di La Spezia sul sito www.marina.difesa.it


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31° Trofeo Mariperman di Roberta Talamoni

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l progetto per l’edizione 2018 è stato caratterizzato da un più rilevante coinvolgimento delle Istituzioni territoriali che si affacciano sul Golfo a partire dalla Regione Liguria e dai comuni di La Spezia, Lerici e Porto Venere, dall’Autorità di sistema portuale del mar Ligure orientale, oltre che del comando marittimo nord, dei centri di ricerca e delle realtà industriali legate allo sviluppo di scienza e tecnologia connesse all’ambiente marino. La manifestazione si è svolta dal 21 al 23 settembre 2018 ed è stata preceduta da una serie di eventi culturali volti ad enfatizzare la vocazione marinaresca del N OT I Z I A R I O

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Un appuntamento tradizionale per la città di La Spezia, il Trofeo è da oltre trent’anni organizzato dalla Marina militare nel fantastico scenario del Golfo dei Poeti

territorio che si declina tra scienza, arte, tecnologia, innovazione, economia, sport, solidarietà, paesaggio. Per il settore cultura: sono state organizzate mostre e conferenze: “ La Regia Marina e la Grande Guerra, il mare, la terra, il cielo e l’arte”, “ Nautilus viaggio tra rotte immaginarie” carte nautiche dipinte da Concetta de Pasquale, “Forban 5 il racconto di una Signora” sul restauro dell’imbarcazione e “Le vele della marina vista dagli artisti”. Largo alla scienza presso la sezione velica della

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Marina militare di La Spezia dove il 21 e il 22 settembre si sono svolti i laboratori scientifici, volti ad avvicinare i più giovani alla scienza e al mare, che hanno ospitato oltre 150 ragazzi delle scuole spezzine di diversi gradi. I laboratori, organizzati di concerto con il distretto ligure delle tecnologie marine, l’Istituto nazionale di geofisica e di vulcanologia e il progetto “Percorsi nel Blu”. La cerimonia d’inaugurazione del 31° Trofeo Mariperman che ha avuto luogo il 21 settembre nella baia delle


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connotano gli eventi in programma. La manifestazione è continuata con la cerimonia del taglio del nastro da parte della senatrice Stefania Pucciarelli. La 31° edizione del Trofeo ha ospitato come sempre numerosi eventi velici: oltre 150 imbarcazioni si sono disputate i prestigiosi trofei. Il campionato italiano Classe 2.4 mR – imbarcazione su cui possono regatare anche le persone con disabilità motorie, nello spirito di sportività e solidarietà che caratterizza il mondo della vela e della manifestazione ha visto conquistare la vittoria da Nicola Redavid. I ragazzi della neuropsichiatria infantile di La Spezia accompagnati da genitori, alcuni volontari e dalla dottoressa Alessandra Carnacina dell’Asl 5I, hanno assistito alle procedure di imbarco della classe 2.4 mentre il presidente della classe ha illustrato le caratteristiche di questa barca che consente la pratica dello

Grazie di Porto Venere è stata aperta dall’esibizione della Banda di Presidio del comando marittimo nord della Marina militare, diretta dal maestro luogotenente Vito Ventre. Ha quindi preso la parola il comandante di Marina nord, ammiraglio di divisione Giorgio Lazio, che ha sottolineato il connubio esistente tra mare e sport, in particolare quello della vela. Un connubio che ha il compito di affratellare la nazione con il mare, compito di cui la Marina si fa carico ogni giorno. A seguire il direttore del centro di supporto di sperimentazione navale, l’ammiraglio ispettore Rosario Gioia Passione, ha ringraziato la Regione Liguria e i comuni del Golfo per il patrocinio concesso alla manifestazione, ha quindi sottolineato la vocazione di solidarietà e sviluppo che

sport velico a tutti. Per i ragazzi la giornata è proseguita in mare, a bordo della goletta Pandora, dalla quale hanno potuto assistere alle regate. La regata zonale ed il raduno della classe Optimist – per i giovani velisti – base logistica sezione velica della Marina militare hanno portato in mare oltre 60 giovanissimi. Le signore del mare, le vele d’epoca e quelle storiche, hanno poi affrontato un percorso di regata che le ha portate a darsi elegante battaglia nelle acque

prospicienti l’isola del Tino. La veleggiata delle vele storiche è stata vinta da Midva. Per le vele d’epoca: nel raggruppamento Classici si è imposto Grifone della Marina militare, mentre tra gli scafi d’epoca dopo una dura battaglia sul gradino più alto del podio è salito Margaret. Il VII Trofeo del Centro di supporto e sperimentazione navale Autorità di sistema portuale per il migliore tempo compensato è andato a Grifone in forza alla Marina. Per il Trofeo Mariperman, dedicato alle imbarcazioni moderne, prove molto tecniche e dinamiche con un cambi di percorso.Tra i Meteor il primo posto è di Avance de Galere, tra i J24 vince Argento Vivo. Nella classe Gran Crociera il gradino più alto del podio è occupato da Sound of Silence, tra gli ORC A vince X-Press e nel gruppo B Valhalla che si aggiudica il 31° Trofeo Mariperman, assegnato dalla classifica riunita delle classi ORC. La veleggiata della Vela Cup patrocinata dal “Giornale della Vela”, ha visto una nutrita partecipazione d’imbarcazioni provenienti da diverse parti d’Italia. Si conferma il buon connubio che vede in mare le imbarcazioni più performanti e competitive assieme ai neofiti. Le vele latine hanno gareggiato lungo la diga foranea con lieve vento da Sud e mare formato, il gozzo Beigua vince il Trofeo San Giuseppe. Premiazione a sorpresa per Jacopo Azzolini, giovane laserista spezzino che proprio in questi giorni ha vinto, con il racconto “Infinito”, il premio letterario Massimo De Nardis, concorso nazionale per giovani scrittori delle scuole medie e superiori. L’attrice Jole Rosa ha letto alcuni estratti del racconto di Jacopo, che frequenta la quarta Liceo Classico “Lorenzo Costa” di La Spezia, e che ha scritto un racconto ambientato durante un allenamento che ben descrive, oltre l’ambiente, tutte le componenti emotive legate alle esperienze di un giovane che si appresta al mondo sportivo della vela. Le Auto d’Epoca del Cams degli anni 1929-1959 hanno sfilato a La Spezia, Lerici e Le Grazie. L’ammiraglio ispettore Rosario Gioia Passione, direttore del centro di supporto e sperimentazione navale, dopo aver ringraziato patrocinatori, autorità, istituzioni militari e civili, associazioni, sponsor e tutti coloro che hanno consentito la realizzazione della manifestazione ha dato appuntamento alla prossima edizione.

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Trofeo del Mare Città di Taranto

Apertura straordinaria del Ponte Girevole per permettere il defilamento delle imbarcazioni a vela, delle lance a remi, delle canoe e delle tavole di stand up partecipanti alla seconda edizione

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di Luciano Regina

unedì 8 ottobre ha avuto luogo l’apertura straordinaria del Ponte Girevole del capoluogo ionico per permettere il defilamento delle imbarcazioni a vela, delle lance a remi, delle canoe e delle tavole di stand up partecipanti al Trofeo del Mare Città di Taranto – seconda edizione. Più di 500 studenti dei 16 istituti superiori di Taranto e provincia, coinvolti nella seconda edizione del Trofeo che è proseguito fino al 14 ottobre tra regate in mare e momenti di studio. Studenti, istruttori delle associazioni sportive dilettantistiche e dei circoli velici, ciascuno con il proprio gagliardetto d’istituto, partendo da piazza Maria Immacolata, hanno sfilato per la via D’Aquino, per giungere su corso Due Mari in corrispondenza del monumento ai Marinai. Il defilamento è stato accompagnato dalle note musicali e dalle marce della Fanfara del comando marittimo sud della Marina militare e della Fanfara del liceo “Archita”, per l'occasione annessa a quella dei bersaglieri.

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Taranto, città natale di questa manifestazione sportiva, diventa così il prezioso punto di incontro tra tradizione, storia e passione per il mare, così come evidenziato dalla cittadinanza accorsa numerosa per assistere alla cerimonia di apertura. Dopo l’allocuzione del comandante del comando marittimo sud, capitano di vascello Fabio Farina, e la solenne lettura delle formule del giuramento dell’atleta, degli istruttori e del giudice di gara, il cappellano capo, mons. Renato Pizzigallo, ha impartito la benedizione agli atleti. L’obiettivo della manifestazione sportiva, frutto di un’intensa collaborazione tra la Forza armata, il comune di Taranto, il comitato provinciale del Coni, l’ufficio scolastico provinciale del ministero dell’Istruzione, le federazioni sportive (Fiv, Fic, Fick, Ficsf), i circoli velici e le associazioni dilettantistiche sportive locali, è quello di avvicinare i giovani, veri protagonisti di questo evento, al mare attraverso le attività sportive velico-marinaresche, insegnando loro i principi etici

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ed i valori che quotidianamente animano la Marina, insegnando loro a far parte di un equipaggio, per lavorare in team, veleggiando con il puro spirito sportivo e di solidarietà. La Marina, costantemente impegnata nella sensibilizzazione dei gio-


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Il canale navigabile di Taranto è oggi testimone ancora una volta del secolare sodalizio tra la città dei Due Mari e la Marina militare con lo sguardo rivolto ai giovani, vero futuro del nostro Paese

vani verso una cultura sempre più rispettosa dell’ambiente marino e delle tematiche ambientali ad esso connesse, mette a disposizione le sue realtà “più naturalmente marinare ed ecologiche” quali le barche a vela e le navi scuola.

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Salvatore Todaro Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina

Marinaio del cielo e degli abissi

di Desirée Tommaselli, foto dell’Ufficio Storico della Marina Militare

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eggendario è l’aggettivo che si affaccia subito alla mente ogni qual volta si menzioni o si pensi a Salvatore Todaro; egli è leggendario per le sue gesta, leggendario per il suo carisma, leggendario per i suoi particolari interessi culturali, leggendario per tutta quella messe di aneddoti che si ritrovano nei numerosi testi a lui dedicati. “Gentiluomo del mare”,“Don Chisciotte del mare”, “Mago Baku”: comunque sia stato definito dai contemporanei e dai biografi,Todaro è uno dei miti dell’arma subacquea. Ottimo “marinaio” e grande esempio di umanità, nell’immaginario collettivo egli è identificato con i sommergibili, nonostante abbia avuto i suoi esordi come osservatore aereo ed abbia concluso la sua vita come comandante di mezzi d’assalto. Todaro ama il volo e neanche l’invalidante incidente occorsogli a bordo di un aerosilurante nel 1933 gli fa abbandonare il cielo e il servizio. Armato di un busto che gli sostiene la schiena “provata” dalla frattura alla colonna vertebrale riportata nell’incidente, Todaro viene destinato ai sommergibili, nel cui studio si getta a capofitto. Con il suo battello, il Cappellini, è tra i primi a passare il controllato Stretto di Gibilterra e a raggiungere la base sommergibili atlantici di Bordeaux. Riscuote successi nella Battaglia dell’Atlantico, tesa a tagliare le linee di comunicazione marittime tra Usa e Gran Bretagna. Ma se da un lato il comando tedesco lo apprezza per gli obbiettivi affondati, dall’altra lo rimprovera fortemente per una pratica che l’alleato proprio non comprende e non Il comandante Salvatore Todaro a bordo del sommergibile Cappellini.


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Il 5 gennaio 1941 il Cappellini affonda il piroscafo armato inglese Shakespeare da 5.029 tonnellate; Todaro recupera i 22 superstiti e li conduce in salvo sulle coste dell'isola di Capo Verde 1 condivide: il recupero dei naufraghi. L’episodio, il primo, che fa passare alla storia l’ufficiale italiano, avviene il 16 ottobre 1940 quando il Cappellini, a 700 miglia a ovest di Madera e a 1000 miglia di distanza dalla costa africana, incrocia di notte il piroscafo belga, ma requisito dalla Marina Britannica, Kabalo. Il battello italiano si pone all’inseguimento del mercantile che apre il fuoco per primo con il suo cannone di dotazione da 102 mm. Il Cappellini lo colpisce con una dozzina di proiettili, che lo destinano all’affondamento. Todaro dà ordine di recuperare i cinque uomini che sono stati avvistati in acqua. Verificate poi le condizioni dei naufraghi a bordo di una lancia, tra i quali è anche il comandante del Kabalo, e considerata la difficoltà per quel piccolo equipaggio di raggiun-

gere incolume la terra ferma, lontana centinaia di miglia, con quel mezzo di fortuna, in quella stagione, dall’Oceano Atlantico,Todaro decide di rimorchiare l’imbarcazione verso la costa più vicina. Il giorno dopo, per procedere più velocemente, prende a bordo tutti e 26 i naufraghi. Il 19 ottobre li può far sbarcare sani e salvi nella Cala di Santa Maria, nelle Azzorre. Il Comandante del Kabalo, prima di congedarsi, confida a Todaro di avere quattro figli a casa, ad attenderlo, e gli chiede quale sia il suo nome, affinché possano ricordarlo nelle loro preghiere; l’ufficiale italiano risponde dando il suo nome di battesimo: “Salvatore Bruno”. Rientrato alla base di Bordeaux,Todaro viene ripreso per la propria condotta, con cui ha esposto al pericolo di inter-

Nelle foto: 1. Il comandante Salvatore Todaro nelle trincee avanzate di Sebastopoli; 2. L’Equipaggio del sommergibile Cappellini nel novembre del 1940; 3. Il piropeschereccio Cefalo in navigazione, Todaro comandò l’unità appoggio durante le azioni dei nostri mezzi d’assalto nelle operazioni più ardite; 4. Il comandante Todaro in Crimea, al comando di un reparto della 10^ Flottiglia Mas, partecipò con successo alle azioni con i motoscafi d’assalto durante l’assedio di Sepastopoli; 5. Il Comandante Todaro ai tempi del Comando del sommergibile Cappellini. N OT I Z I A R I O

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la vita in poche righe di Desirée Tommaselli


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ato a Messina il 16 settembre 1908, entra all'Accademia Navale di Livorno nel 1923, all’età di 15 anni. Nominato guardiamarina nello Stato Maggiore Generale nel 1928, imbarca sul Brindisi. Promosso sottotenente di vascello l'anno successivo, viene destinato in Mar Rosso, prestando servizio sul Lepanto (1929-1930). Concluso il corso superiore presso la Regia Accademia Navale (1930-1931), frequenta a Taranto il Corso di osservazione aerea (luglio-settembre 1931) e viene imbarcato sul Cantore (ottobre-dicembre 1931) per compiere il tirocinio di tiro e lancio. Nominato “Osservatore di Aeroplano” il 10 febbraio 1932, è assegnato alla 187^ Squadriglia Idrovolanti, dove rimane fino all’ottobre 1934. II 27 aprile 1933, durante una esercitazione, ha un incidente aereo a La Spezia, a bordo dell’aerosilurante S.55: Todaro ri-

porta una importante lesione alla colonna vertebrale per la quale gli verrà concesso nel 1936 il distintivo d’onore di mutilato per causa di servizio. Tenente di vascello nel 1933, consegue il brevetto di abilitazione al servizio T a bordo nel 1935. Imbarcato sul Duilio (luglio settembre 1935), è destinato alla 146^ Squadriglia Idrovolanti di Cagliari Elmas. Nel 1937 presta servizio su un sommergibile operante nelle acque spagnole. Promosso capitano di corvetta nel 1940, riceve il comando del sommergibile Manara e poi quello del sommergibile atlantico Cappellini con il quale, operando alle dipendenze di Betasom, dalla base di Bordeaux, partecipa alla battaglia dell’Atlantico, conducendo missioni di tale rilevanza bellica da meritarsi ben tre citazioni sui bollettini di guerra e una medaglia d’argento al valore militare. Nel novembre 1941 è destinato

alla 10^ Flottiglia Mas con l’incarico di formare i nuovi equipaggi e di perfezionare i mezzi d’assalto di superficie. Nella primavera 1942 partecipa alla preparazione della “Colonna Moccagatta” e prende parte come comandante di sezione Mas all’assedio di Sebastopoli, in mar Nero, venendo insignito di medaglia d’argento al valore militare sul campo. Rientrato in Italia (settembre 1942), riceve il comando di mezzi speciali d’assalto operanti nelle acque della Tunisia; in questo teatro pianifica le operazioni "BO.G.1" e "Beta", dirette contro la base nemica di Bona ma interrotte poi per difficoltà tecniche; al rientro da quest'ultima operazione, muore il 13 dicembre 1942 a La Galite (Tunisi), a bordo della nave appoggio Cefalo, fatta segno di mitragliamento aereo britannico. È decorato di medaglia d’oro al valore militare alla memoria.

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Gentiluomo del mare, Don Chisciotte del mare, Mago Baku: comunque sia stato definito dai contemporanei e dai biografi, Todaro è uno dei miti dell’arma subacquea

Guarda il video della impresa del C.te Todaro a bordo del Cappellini nell’Oceano Atlantico. N OT I Z I A R I O

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cettazione un battello militare e tutto il suo equipaggio impegnato in operazione di guerra. Gli viene fatto notare che un comandante tedesco non avrebbe mai anteposto la sorte dei naufraghi allo svolgimento della missione. È allora che Todaro esprime fieramente il suo pensiero; le parole da lui pronunciate, come sempre avviene per gli eventi leggendari, si conoscono con diverse varianti. La “vulgata” è quella più sintetica, lapidaria ed efficace: “Gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà sulle spalle”. È una dichiarazione che testimonia identità culturale e senso di appartenenza a quel bacino del Mediterraneo in cui vige da sempre, prima della legge scritta, la legge del mare. La storia di questo salvataggio fa il giro del mondo, penetra nell’immaginario collettivo e viene riproposto negli anni Cinquanta, anche se in forma romanzata, nel film “La grande speranza” di Duilio Coletti, con la sceneggiatura di Mar-

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c’Antonio Bragadin, ufficiale di Marina, uomo di cinema e saggista. Il 5 gennaio 1941 il Cappellini affonda il piroscafo armato inglese Shakespeare da 5.029 tonnellate;Todaro recupera i 22 superstiti e li conduce in salvo sulle coste dell'isola di Capo Verde. Dopo la morte del suo secondo ufficiale durante il combattimento ingaggiato contro la nave trasporto truppe britannica Eumaeus da 7.472 tonnellate, poi affondata dal Cappellini,Todaro chiede e ottiene di passare ai mezzi d’assalto. “Morirò quando il mio spirito sarà lontano da me”, dice in più occasioni. Molti gli riconoscono doti di preveggenza, forse per quella sua “strana” passione per la filosofia orientale e la parapsicologia. Il 13 dicembre, al termine di un attacco aereo inglese contro la nave appoggio dei motoscafi d’assalto Cefalo, dislocata in Tunisia, Todaro viene trovato morto da un marinaio; sembra che dorma, invece una scheggia lo ha colpito alla testa.


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Il gergo marinaresco di Alessandro Lentini

Scopriamo i segreti del linguaggio di bordo, la lettera “L” come: latidudine, longitudine, lossodromia e lanciasagole

Latitudine e Longitudine

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e coordinate geografiche di un punto qualsiasi sulla Terra vengono calcolate tramite la latitudine e la longitudine, misurazioni che hanno come riferimenti il meridiano di Greenwich e l’Equatore. La latitudine infatti è la distanza angolare di un qualsiasi punto sulla Terra dall'equatore, il parallelo di riferimento; la longitudine invece è la distanza angolare di un punto da un meridiano di riferimento misurati entrambi lungo lo stesso parallelo. Dal 1884 il meridiano fondamentale di riferimento è quello che passa da Greenwich, presso Londra, e ne prende anche il nome. La sua longitudine è quindi 0°.Tra le coordinate geografiche viene presa in considerazione anche l’altitudine, la distanza del punto considerato sulla superficie terrestre misurata lungo la verticale dal livello del mare.

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Lossodromia

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n navigazione le coordinate geografiche servono a tracciare la rotta per gli spostamenti in mare e a rilevare la propria posizione (punto nave) o di determinati punti di riferimento o bersagli. La rotta lossodromica è una particolare curva tracciata sulla carta che unisce due punti sulla superficie terrestre tagliando i meridiani che si incontrano tutti con lo stesso angolo. La rotta che ne risulta non sarà la più breve tra i due punti considerati a meno che non si trovino entrambi sull’equatore o su un meridiano.

Lanciasagole

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l lanciasagole è un’attrezzatura di forma e dimensioni simili a una pistola, a un fucile o a un cannoncino che viene utilizzato nelle operazioni di ormeggio, di salvataggio e anche nelle operazioni di passaggio posta o rifornimento in mare tra due navi. E’ in grado di lanciare ad alcune decine di metri uno speciale proiettile al quale è legata una sagola, una piccola cima. L’altra estremità della sagola viene legata al cavo di ormeggio o a quello ai cavi utilizzati per il rifornimento in mare e passaggio posta.

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Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti

I fusi orari, introdotti da una convenzione internazionale nel 1884, stabiliscono che la variazione di tempo tra Stato e Stato sia indicata da multipli interi di ora, senza la loro applicazione, sarebbe difficile calcolare l’ora esatta di ogni luogo

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I fusi orari

fusi orari sono porzioni longitudinali della superficie terrestre comprese fra due determinati meridiani, all’interno delle quali gli Stati adottano, per scopi legali, economici e sociali, la stessa ora esatta. Precedentemente alla loro adozione (Conferenza di Washington del 1884) (1), nelle varie zone della Terra era in uso l'ora solare che forniva un orario diverso da luogo a luogo. Per fare un esempio quando in una certa località il sole si trovava esattamente a “mezzogiorno” (alla sua massima altezza) e lo si notava osservando gli orologi solari e le meridiane, nelle località più a levante della prima, il sole (il mezzogiorno) aveva già oltrepassato il meridiano superiore mentre in quelle a ponente il mezzogiorno doveva ancora avvenire. Parliamo ovviamente del moto apparente del sole sulla sfera celeste visto che, in realtà, è la terra che ruota. Considerando che una rotazione completa della terra si compie in 24 ore, dividendo i 360° della sfera per 24 (360°: 24 =15°) possiamo immaginare la superficie terrestre divisa in 24 spicchi di 15° di longitudine ciascuno che vengono “sorvolati” dal sole, nel suo moto apparente intorno alla terra, ciascuno in un'ora. Queste porzioni vengono chiamate fusi orari, e per convenzione all’ interno di ciascuno di questi tutti gli orologi sono impostati sull'ora (detto tempo del fuso) del meridiano situato al centro dello “spicchio”. (Figura 1) In questo modo un evento come il mezzogiorno solare sopra accennato, potrà avvenire al massimo (in località poste ai due estremi del fuso) + /- 30 minuti rispetto all’istante dello stesso evento sul meridiano centrale. I fusi orari sono perciò

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centrati sui meridiani con longitudine multipla di 15°; ma i confini delle zone di fuso risultano a volte irregolari, in quanto seguono solitamente i confini politici degli Stati. (Figura 2) Il riferimento per i fusi orari è il primo meridiano (Longitudine 000°) che passa attraverso l'Osservatorio di Greenwich, a Londra. Per questo motivo, per indicare l'"orario di riferimento" rispetto al quale sono definiti gli altri fusi orari veniva usato il termine Tempo Medio di Greenwich (GMT). Nel tempo il GMT è stato ribattezzato UTC (Universal Time Coordinated). Solamente per eliminare da uno standard internazionale il nome di una località specifica (Greenwich), l’UTC è, attualmente, il termine ufficiale per l'odierno orario misurato con gli orologi atomici, distinto da quello determinato dall'osservazione astronomica. UTC è una variabile del tempo universale (UT). Ritroviamo questa ultima sigla negli almanacchi astronomici (Effemeridi Nautiche) e viene modificata con il suffisso C (che sta per "coordinato") per richiamare l'idea che è quello adottato da tutti. La maggior parte dei fusi si discostano dal Tempo Coordinato Universale (UTC) per un numero di ore intero (da UTC - 12h a UTC+12h) e a questo fanno riferimento le ore dei luoghi. Ad esempio: • Roma: UTC+1h (ovvero se sono le 12:00 UTC, allora sono le 13:00 a

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Roma) • Los Angeles: UTC-8h (ovvero se sono le 12:00 UTC, allora sono le 04:00 a Los Angeles) Quando l'aggiustamento dovuto ai fusi orari dà un'ora che oltrepassa la mezzanotte, allora la data locale è spostata al giorno dopo. Esempio: • Il Cairo: UTC+2h (ovvero se sono le 23:00 UTC di lunedì 15 marzo, allora l'ora del Cairo è la 01:00 di martedì 16 marzo) Se invece l'aggiustamento dà un'ora che precede la mezzanotte, allora la data locale è spostata al giorno prima. Esempio: • Honolulu: UTC-10 h (ovvero se sono le 06:00 UTC di lunedì 1º maggio, allora l'ora di Honolulu è le 20:00 di dome-

figura 1


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nica 30 aprile) Alcuni fusi hanno uno scostamento di 30 o 45 minuti (ad esempio il fuso orario di Terranova (Canada) è UTC -3h 30m e quello del Nepal UTC+5h 45m). Molti Stati usano l'ora estiva per parte dell'anno e solitamente cambiano (spostano in avanti) l'orario di un'ora. In ambito militare si usa indicare i fusi orari usando una singola lettera. La "Z" (Zulu) viene usata per indicare l'UTC, i fusi orari in avanti rispetto all'UTC usano le lettere della prima metà dell’alfabeto A (Alfa), B (Bravo), C (Charlie) …ecc. mentre quelli indietro rispetto all'UTC sono designati usando la seconda metà dell’ alfabeto N (November),O (Oscar), P (Papa), Q (Quebec)…... Una curiosità: non esistono territori abitati che adottino l'ora del fuso indicato dalla lettera "Y" (UTC12), ma quel particolare fuso orario viene comunque riconosciuto per comodità. Il fuso Y inoltre, insieme al fuso M contiguo, sono ampi solamente 15° gradi ciascuno anziché 30° perche insieme costituiscono l’”antifuso” di Zulu. La linea che li separa è la “Linea di Cambio Data” coincidente con l’antimeridiano di Greenwich. In questo particolare luogo di posizione, quando attraversato, è effettuato il cambio della data e non dell’ora come quando si passa da un fuso ad un altro (2). Il calendario di bordo viene quindi spostato

di un giorno: in avanti attraversando la Linea da Est verso Ovest ed indietro per il transito da Ovest verso Est. Ma a questo curioso particolare dedicheremo prossimamente un altro dis..corso. L'attribuzione del fuso orario ad un certo territorio segue anche scelte politiche/economiche e quindi ci sono casi in cui il fuso di un territorio non segue perfettamente lo spicchio fisico definito dai meridiani, un esempio su tutti è quello UTC+1 che è molto più largo del meridiano. (Figura 3) In questo fuso ci sono tutti i paesi del centro Europa dalla Spagna fino alla Polonia ed hanno lo stesso fuso orario sebbene non appartengano alla stessa fascia longitudinale. La motivazione è quella di facilitare i rapporti commerciali tra i paesi o non creare un doppio fuso in paesi relativamente piccoli. L'effetto per il navigante è che le giornate sembrano più lunghe visitando i paesi più a ovest dello spicchio, in quanto l'orario del tramonto è ritardato (per il moto di rotazione della terra/ovvero di quello apparente del sole). Per il fuso dove è presente l’Italia, il fenomeno si registra in particolare per la Spagna occidentale. Come esempio Vigo, ad Ovest della Spagna (Long. 008°43’ W), adotta lo stesso orario di Varsavia, in Polonia (Longitudine 21° E), che si trova ad una distanza in linea d'aria di quasi 2.500

figura. 2

chilometri (differenza di longitudine di quasi 30°!)

Curiosità La Cina con il suo esteso territorio che attraversa quattro fasce di meridiano ha scelto di utilizzare un unico fuso orario, l'UTC + 8. L'Australia è il Paese più complicato nella gestione dell'orario. Per ragioni commerciali la fascia centrale (che include tutta l'area di Adelaide) ha un fuso di soli 30 minuti invece della canonica ora; inoltre la gestione dell'ora estiva è differente tra Nord e Sud. Il risultato è che qui all'interno dello stesso paese l'ora cambia non solo andando da Est ad Ovest ma anche da Nord a Sud! Se navighiamo verso Est, dalla Cina (UTC + 8) verso la Russia, per esempio Vladivostock (UTC +10), dovremo spostare il nostro orologio avanti di due ore (come vuole la norma andando da Ovest verso Est). Ma se adesso continuiamo, sempre verso Est, ed arriviamo in Giappone, per esempio Hakodate (UTC +9), contrariamente alla norma, dovremo rimettere indietro il nostro orologio di un'ora! • Dal 30 ottobre 2016 la Turchia ha

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cambiato fuso orario passando dall'UTC +2 all'UTC +3. In tale data in occasione del ritorno all'ora legale il governo ha deciso di lasciare l'ora in più. In tal modo la Turchia adotta lo stesso orario di paesi orientali come la Russia, la Grecia, la Romania, la Bulgaria, il Libano, l'Iraq, la Siria e l'Arabia Saudita. Dietro la motivazione energetica c'è anche un significato religioso in quanto l'orologio turco sarà così sempre allineato con l'ora della Mecca. Molti fusi orari terrestri sono spostati verso Ovest rispetto ai corrispondenti fusi orari marini; questo crea anche un effetto di ora estiva permanente.

figura. 3

Note: 1. L'Italia adottò il sistema dei fusi orari ad ottobre del 1893 assegnando l'ora riferita al meridiano passante per l'asse Termoli - Etna. 2. Per effetto dell’ adozione dei fusi orari, muovendosi da un meridiano all'altro, se navighiamo da Est ad Ovest dobbiamo portare indietro l'orologio di tante ore per quanti sono i fusi orari attraversati, viceversa in avanti spostandoci da Ovest verso Est.

Le sigle UTC, PST, MST, CST, EST, CET

Un modo alternativo per indicare il fuso in relazione all'UTC è quello delle sigle principalmente utilizzate negli Stati Uniti. Partendo da Ovest, considerando anche la differenza di orario con l'Italia: PST - il Pacific Standard Time pari all'UTC – 8h (-9 ore dall'Italia) ed è l'orario che troviamo negli Stati della costa del Pacifico, ma anche in alcune aree del Canada e del Messico; MST - Mountain Standard Time pari all'UTC – 7h (- 8 ore dall'Italia), è l'orario delle zone montagnose nella parte Ovest degli Stati Uniti; CST - Central Standard time uguale all'UTC – 6h (-7 ore dall'Italia), sono le zone al centro degli Stati Uniti, su questo fuso si trovano anche il Canada, Messico, Guatemala, Honduras, ecc.; EST - Eastern Standard Time pari all'UTC – 5h (-6 ore dall'Italia), è l'orario della Costa est degli Stati Uniti, l'ora di New York e di altri Paesi sudamericani come Peru, Cuba, Equador, ecc.; Il CET (Central Europe Time) è l'ora dell'Europa centrale ed equivale all'UTC+1h quindi include tutti i Paesi come l'Italia, la Francia, la Germania, ecc. N OT I Z I A R I O

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L’ora “legale”

Si definisce impropriamente ora legale la convenzione di avanzare di un'ora le lancette degli orologi durante il periodo estivo (dalla primavera all’ autunno), in modo da aumentare la luce solare nel tardo pomeriggio a scapito del primo mattino. La parola “legale” è impropria in quanto, per definizione, la stessa si riferisce all’ora adottata da un determinato Stato all’interno del suo territorio, sempre, sia in inverno sia in estate. Dovremmo invece usare più precisamente il termine di ora estiva come in molti altri Paesi.. Di contro, l'orario di base usato da ogni paese, quando l'orario coincide con quello del fuso orario di riferimento, prende il nome di «ora solare» o «ora civile convenzionale». In alcuni paesi l'ora solare di fatto è sospesa, valendo l'ora “legale” per tutto l'anno. Una denominazione sarebbe più accurata, imitando quella americana, è quella di «orario di risparmio della luce diurna» («daylight saving time»), ove viene tralasciato il riferimento estivo. Lo scopo

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dell'ora legale è quello di produrre un risparmio energetico dovuto al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica. L’adozione dell’ora estiva (legale) non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre ad un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente "sprecate" a causa delle abitudini orarie. Considerando, ad esempio, una persona che dorma ogni giorno dalle 23 alle 7, d'estate con l'”ora legale” costui guadagna un'ora di luce alla sera, da sveglio, mentre non utilizza comunque l'ora persa al mattino, perché ancora dorme. Il vantaggio è di utilizzare l'illuminazione elettrica per un'ora in meno. D'inverno, invece, sorgendo il sole dopo le 7 l'ora persa al mattino andrebbe a compensare quella guadagnata alla sera, quindi senza alcun vantaggio (nè svantaggio). E’ in corso un dibattito sull’abolizione o meno dell'ora solare e la soluzione prospettata di adottarla per tutto l'anno non permetterà comunque nessun ulteriore risparmio energetico ma semplicemente di eliminare i due cambi di ora stagionali.


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Guarda il video sul canale YouTube della Marina militare.


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PIÙ VALORE AGLI INVESTIMENTI.


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