A n n o L X I I I - S e t t e m b r e 20 1 6 - € 2 ,0 0
n o t I Z I A r I o de l la
M ARINA
CINQUANT’ANNI dal numero di:
FA . . .
La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti
S ETTEMBRE 1966
Copertina del Notiziario della Marina: le unità della squadra navale ormeggiate a La Spezia. In primo piano le fregate “Rizzo” e “Margottini”.
In alto: gli allievi dell’Accademia Navale a bordo della nave scuola San Giorgio in sosta a Trondheim per la campagna d’istruzione. In basso da sinistra: lo sbarco del plotone mortai da 81 m/m durante un’esercitazione del Battaglione “San Marco”, a seguire un’esercitazione di rifornimento laterale.
inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com
MARINA N O T I Z I A R I O
T E S TATA
M A R I N A M I L I TA R E 1954
GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L
I SCRIZIONE :
R EGISTRAZIONE :
Tribunale di Roma
n. 396/1985 dell’8 agosto1985
PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE
Antonio COSENTINO
REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE
E
R EDAZIONE :
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LA COLLABORAZIONE A QUESTO NUMERO SI RINGRAZIA :
per i testi ed i contributi fotografici: Alessandro Busonero, Alessandro Boggio Tomasaz, Andrea Clemente, Carlo Disma, Giulio Guazzini, Marco Maccaroni, Alessandro Lentini, Desirée Tommaselli, Gruppo Operativo Incursori, Andrea Brai, Fincantieri, Paolo Giannetti. Stampa: Tipografia Facciotti - Roma
chiuso in redazione il 19 settembre 2016
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Notiziario della Marina
Sommario
della
2 4 6 8 10 12 23 36 38 40 42 44 48
A N N O L XIII -
Editoriale
SETTEMBRE
2016
di Antonio Cosentino
Sitrep
Renzi, Hollande e Merkel a Ventotene di Alessandro Busonero
Operazione Atalanta: continua l’attività di nave Euro di Alessandro Boggio Tomasaz
Nave Libeccio: operatività e addestramento di Andrea Clemente
Le Campagne d’istruzione 2016 di AA.VV.
Il Gruppo Navi a Vela della Marina Militare di C.D.
Barcolana 2016 di Giulio Guazzini
In memoria dei marinai scomparsi in mare di Marco Maccaroni
U 212-A Pietro Venuti: un nuovo sommergibile per la Marina di Emanuele Scigliuzzo
La sicurezza in mare, la manutenzione dei motori e l’attrezzatura di bordo di Alessandro Lentini
Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina: Francesco Gallinaro di Desirèe Tommaselli Un fisico “speciale”
a cura del Gruppo Operativo Incursori
50
56° Salone Nautico di Genova
52
Il mese in immagini
di Pasquale Prinzivalli e Luciano Regina di Emanuele Scigliuzzo
M ARINA M ILITARE
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In copertina: nave Stella Polare in navigazione a vela, di bolina mure a dritta.
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Editoriale A
nno dopo anno, mese dopo mese, la Marina sta confermando la propria posizione di primissima linea nella difesa e sicurezza del Paese. In uno scenario estremamente complesso come quello attuale, la difesa avviene lungo i confini invisibili tracciati in mezzo al mare, lontano dalle coste, dove solo le convenzioni internazionali permettono di imporsi sui traffici di esseri umani, sulla pirateria e sulla minaccia terroristica. Su tutte queste rotte, la Marina c’è: con nave Euro, da sei mesi im-
di Antonio Cosentino
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pegnata nell’ambito dell’Operazione di antipirateria Atalanta, così come con nave Libeccio, inserita nell’Operazione Mare Sicuro che nel frattempo ha accolto gli allievi dell’Accademia Navale permettendogli di misurarsi per la prima volta con la vita operativa reale. Ma di difesa e sicurezza si discute anche sui tavoli della politica internazionale, così a Ventotene la Marina ha accolto, a bordo
di nave Garibaldi, il vertice ItaliaFrancia-Germania, giocando un ruolo di primissimo piano in questo incontro così importante per la politica europea. Tutto ciò è frutto dell’indiscussa professionalità del grande equipaggio della Marina e della conoscenza profonda del mare dei suoi Comandanti, costruita anche attraverso le campagne d’istruzione che vedono i giovani allievi dedi-
care buona parte del proprio addestramento sulle navi a vela. L’attività velica resta infatti, ancora oggi, il modo più naturale di solcare le onde e rappresenta spesso un’occasione di scambio tra i marinai con le stellette e chi ama il mare per passione. Ciò avviene, per esempio, durante il Salone nautico di Genova e in occasione della “regata delle regate”, la Barcolana, che vi raccon-
tiamo in questo numero. Non mancano poi le ultimissime sulla Forza Armata, come l’entrata in servizio del terzo sommergibile U212, le rubriche tecniche, storiche e di sport. In sintesi, anche questo mese vi regaliamo uno spaccato esclusivo della Marina permettendovi di vederla con gli occhi di chi la vive quotidianamente e ci auguriamo così di farvi sentire parte di questo nostro grande equipaggio. Buona lettura!
Campagna d’istruzione 2016. Allievi della prima classe impegnati nel carteggio.
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oceano atlantico
SITREP settembre
2016
mar
mar mediterraneo
CAMPAGNE
D’ISTRUZIONE
Allievi Accademia Navale e Scuola Sott.li M.M. Navi Scuola VESPUCCI e PALINURO Navi a vela ORSA MAGGIORE, STELLA POLARE, CAROLY, CAPRICIA, CORSARO II, CHAPLIN
BONIFICHE
RILIEVI
IDRO-OCEANOGRAFICI
Attività di monitoraggio Navi idro-oceanografiche ARETUSA, GALATEA
ORDIGNI IN MARE
Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare
OPERAZIONE MARE SICURO Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali
Personale Gruppo Operativo Subacquei in T.I. su Nave Crotone, Nave Porto Fossone, Nave Gaeta
Cacciatorpediniere DURAND DE LA PENNE, MIMBELLI Fregate FASAN e MARGOTTINI (flagship), BERSAGLIERE, AVIERE, GRECALE Pattugliatori BETTICA, BORSINI, CIGALA FULGOSI,
JOINT OPERATION TRITON Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX Personale MM presso ICC Pratica di Mare
VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori
MCCID MALTA Missione italiana di collaborazione nel campo della Difesa
1 Pattugliatore/Corvetta: SFINGE, SIRIO, ORIONE, LIBRA
Personale Marina Militare
EUNAVFOR - MED EUROPEAN UNION NAVAL FORCE
ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA
Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo Portaeromobili GARIBALDI (flagship) mare terra
n
ar
UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON
Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare
OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico Gruppo Operativo Incursori
COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)
n ero
Personale Marina Militare
OPERAZIONE RESOLUTE SUPPORT Missione NATO di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO, Gruppo Operativo Incursori
M.F.O. golfo arabico
MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS
Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA, Personale Brigata Marina SAN MARCO
oceano indiano
SNMCMG 2 STANDING NATO MINE CONTERMISURES GROUP 2
Gruppo navale permanente Nato di contromisure mine Cacciamine Gaeta
BMIS GIBUTI BASE MILITARE ITALIANA DI SUPPORTO IN GIBUTI
Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta Personale Marina Militare
EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA EUROPEAN UNION NAVAL FORCE
Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Fregata EURO
EUCAP NESTOR
Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles) Personale Marina Militare
M ARINA
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con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina
Renzi, Hollande e Merkel a Ventotene
Si è svolto a bordo della portaeromobili Garibaldi presso l’isola di Ventotene il vertice Italia-Francia-Germania.
“G
G
di Alessandro Busonero
razie a tutti voi, per quanto fatto oggi, in questa giornata importante per l’Italia e per l’Europa tutta.” Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine del vertice tra Italia, Francia e Germania ha voluto ringraziare il personale della portaeromobili Giuseppe Garibaldi, dal contrammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, al capitano di vascello Antonio Galiuto (comandante della nave) a l’intero equipaggio. Mollati gli ormeggi dal porto di Napoli nella mattina del
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22 agosto e con a bordo oltre 160 giornalisti della stampa nazionale ed estera, soprattutto francese e tedesca, la portaeromobile è giunta nelle acque antistanti le isole Pontine di Ventotene e Santo Stefano. Di fronte a queste due isole i tre leader a bordo degli elicotteri EH 101 della Marina Militare, dall’aeroporto di Capodichino sono appontati sul ponte di volo del Garibaldi. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha accolto la cancelliera tedesca, Angela Merkel e il presidente della Repubblica francese, François Hollande e raggiunto la sala consiglio è avvenuto il confronto su temi di primaria importanza per il presente e futuro dell’Unione Europea.
Al termine dell’incontro, sul ponte di volo i tre leader hanno tenuto una conferenza stampa in uno scenario suggestivo e simbolico con lo sfondo delle due isole Pontine simbolo della nascita dell’Unione Europea. Proprio questa particolare location voluta dal presidente del Consiglio italiano, ha rappresentato il cosiddetto spirito di Ventotene. “Scegliere di fare questo incontro in un luogo simbolico come Ventotene è anche un grande messaggio ai giovani. Alle mie spalle vedete il carcere in cui fu recluso tra gli altri Sandro Pertini. Ora diventerà una scuola per formare le nuove classi dirigenti europee” ha dichiarato il presidente Renzi. A Ventotene ci fu un carcere a cielo aperto, una sorta di arena su cui si affacciavano le celle dei confinati politici messi in disparte dal fascismo. In questa prigione Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con l`aiuto di Eugenio Colorni, redassero "Il Manifesto di Ventotene" la cui finalità politica era: «La definitiva abolizione della divisione dell`Europa in Stati nazionali e sovrani», così da cancellare «la linea di divisione fra i partiti progressisti e i partiti reazionari». Il fine della politica non doveva più essere la conquista del potere in ambito nazionale, ma «la crea-
zione di un solido Stato internazionale». Un’ Europa ben diversa da quella di oggi e che non dobbiamo mai smettere di voler costruire [1]. Una giornata storica quindi, dove il destino di nave Garibaldi, il cui nome riporta immediatamente all’Unità d’Italia ed a quanto la strada per unificare popoli e culture diverse sia stata ardua e non scevra da difficoltà, si è incrociato con un evento storico di alto livello politico. L’incontro ha avuto il fine di rendere forte il concetto di una Europa unita e capace di affrontare e superare le difficili sfide d’oggi; come ad esempio maggior coordinamento, più mezzi e più risorse nel settore della - difesa europea - e non ultimo la “questioni migranti” che vede fortemente impegnata la Marina Militare nel Mediterraneo con i suoi equipaggi e i suoi mezzi aeronavali nell’ operazione nazionale Mare Sicuro e quella europea Sophia (Eunavfor Med).
Ponte di volo nave Garibaldi, 22 agosto 2016. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi accoglie la Cancelliera Angela Merkel ed il presidente Francois Hollande a bordo del portaeromobili Garibaldi per l’apertura del vertice. Foto di Cosimo Sabia.
[1] Cfr Il Messaggero, “Lo spirto di Ventotene che l’Europa deve ritrovare” di Giulio Sapelli, 18 agosto 2016.
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Operazione Atalanta continua l’attività di nave Euro
Prosegue l’attività di contrasto alla pirateria nell’area del Corno d’Africa (Golfo di Aden e bacino Somalo) che rappresenta una minaccia per la libertà di navigazione del traffico mercantile ed in particolare, per il trasporto degli aiuti umanitari del World Food Programme.
L
di Alessandro Boggio Tomasaz a fregata Euro, salpata dal porto di Taranto lo scorso 19 Marzo, si trova attualmente impegnata da circa 6 mesi nell’Operazione Antipirateria “Atalanta”, a largo delle coste del Corno d’Africa, con la missione di proteggere e scortare i mercantili e le navi del WFP (World Food Programm) che transitano tra il mar Rosso, il golfo di Aden e l'Oceano Indiano. L’Unità, dopo aver attraversato il lungo canale di Suez, è entrata a far parte della Task Force 465 (TF-465), la Forza Navale Europea assegnata all’operazione, venendo impiegata fin da subito in differenti attività operative, come le
Nave Euro in navigazione insieme all’unità giapponese ( JS ) Yuudachi.
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diverse Focused Operation Aether e Minerva, incentrate sulla raccolta informativa di gruppi di pirati ancora attivi lungo la costa somala. Attraverso i circa 80 friendly approaches effettuati a bordo di imbarcazioni situate nell’area di operazione, è stato possibile sia ottenere importanti informazioni sulle attività sospette legate alla pirateria, in mare e sulla costa, che migliorare sensibilmente i rapporti di collaborazione con la popolazione locale, grazie alla distribuzione di speciali kit, comprensivi di generi alimentari, medicinali e beni di prima necessità, in grado di migliorare le condizioni dei pescatori locali e delle loro famiglie. Tra gli obiettivi dell’Operazione Atalanta, vi è anche quello infatti di contribuire alla crescita e ad allo sviluppo dei Paesi dell’area. Gli uomini e le donne di nave Euro hanno portato a termine numerosi interventi di supporto e assistenza sociale ad alcune fasce disagiate della popolazione presso scuole, orfanotrofi ed ospedali in Tanzania e a Gibuti. In aggiunta, la fregata è stata in grado di scortare con successo due mercantili del WFP e di intensificare la collaborazione con marine estere tra cui quella Omanita,
Giapponese, Tanzaniana e Gibutina. Questi ultimi due Paesi continuano a rappresentare un “Regional Partner” fondamentale nel contrasto al fenomeno della pirateria nel Corno d’Africa. Nel corso dell’Operazione, nave Euro ha ricevuto la visita di molte figure istituzionali, come quella dell’ambasciatore d’Italia in Tanzania, dottor Roberto Mengoni, il quale ha sottolineato l’importanza dei successi raggiunti grazie al contributo dell’equipaggio nel contrasto al fenomeno della pirateria nel bacino somalo e nel golfo di Aden. Una testimonianza concreta e di sicuro stimolo per i marinai di nave Euro a continuare ad operare con professionalità, sacrificio e dedizione verso il successo dell’Operazione UE Atalanta.
vai alla pagina web dell’operazione Atalanta sul sito: www.marina.difesa.it
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Nave Libeccio: operatività e addestramento
Nave Libeccio inserita nel dispositivo navale impegnato nell’Operazione “Mare Sicuro” .
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È
di Andrea Clemente
ormai giunta al termine per gli allievi della 2ª classe dell’Accademia Navale, dopo un lungo ed intenso mese caratterizzato da ritmi frenetici e duro lavoro, la prima vera esperienza di attività operativa in mare a bordo di nave Libeccio, comandata dal capitano di fregata Cristo Salvatore Traetta e inserita nel dispositivo navale impegnato nell’Operazione Mare Sicuro che opera in un’area di mare di circa 160.000 Km², per salvaguardare e tutelare gli interessi nazionali e la sicurezza marittima, la protezione dei mercantili e dei pescherecci in area, nonché dei mezzi di soccorso e delle piattaforme per l’estrazione petrolifera. Un’esperienza unica per i giovani cadetti, i quali hanno vissuto in prima persona le operazioni di questo dispositivo di sorveglianza e sicurezza che effettua deterrenza e contrasto alle organizzazioni criminali dedite ai traffici illeciti. Durante questo mese gli allievi hanno potuto vivere dal vivo quelli che sono i veri aspetti della vita di bordo, tra esercitazioni con elicottero, messa a mare di mezzi per il recupero naufraghi, esercitazioni antincendio per la sicurezza dell’equipaggio dell’Unità, ronde tecniche nei locali di propulsione come parte integrante della Centrale Operativa di Piattaforma e condotta nave. Hanno inoltre ammirato con occhi pieni di stupore e di ammirazione quelle che sono le capacità dei team funzionali di bordo. “Aver vissuto all’insegna dell’operatività durante l’attività di Mare Sicuro, insieme ad un equipaggio unito come quello di nave Libeccio, mi ha permesso di vivere un’esperienza unica che mi ha fatto crescere sia umanamente che professionalmente. Vedere dal vivo tutte le operazioni tecniche mirate alla salvaguardia della vita umana e alla protezione di mezzi e installazioni, fa davvero capire quanto sia importante effettuare un’operazione come questa. In questo mese mi sono sentito parte di un equipaggio
che, collaborando con le altre Unità Navali partecipanti all’operazione, si è impegnata costantemente per rappresentare quel simbolo di professionalità che contraddistingue la Marina Militare Italiana” sono le parole dell’allievo Miggiano allo sbarco dall’Unità. E ancora l’allievo Giocondo aggiunge “Essere catapultati dai banchi dell’Accademia alla vita reale che si conduce a bordo di una Unità Navale operativa mi ha fatto davvero capire quanto sia importante far parte di un equipaggio in cui ognuno dà continuamente il massimo. Qui tutti si sono impegnati senza mai ri-
sparmiarsi in qualunque situazione e circostanza, creando quell’atmosfera che solo una grande famiglia come quella della Marina Militare, caratterizzata da antiche tradizioni, può dare. Mi sono integrata davvero bene con il resto dell’equipaggio, mi sono sentita a casa e sono contentissima di aver fatto questa prima esperienza in mare a bordo di Nave Libeccio”. Parole forti, profonde e piene di significato, cariche di ricordi che permarranno per sempre nel cuore e nella mente dei giovani cadetti, lanciati verso una luminosa carriera in Marina.
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Il legame indissolubile tra la Marina e la vela risulta centrale nella formazione di ogni marinaio, testimonianza sono le campagne d’istruzione che ogni anno, a bordo delle navi a vela, formano le donne e gli uomini di Marina, facendo assimilare loro i valori sui quali ruoterà la loro carriera in forza armata
Per i futuri Ufficiali, questo periodo a bordo continua a rappresentare un insieme di sensazioni ed esperienze formative davvero unico: ciò che si trovano ad affrontare non è soltanto un accrescimento professionale, ma anche una crescita di vita, di rapporti interpersonali, intensa ed a stretto contatto con la natura. capitano di vascello Curzio Pacifici
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Le Campagne d’istruzione 2016
F
acciamo il punto di situazione su una Campagna d’istruzione, quella del 2016, a favore dei futuri “Marinai”, siano essi allievi dell’Accademia Navale di Livorno o allievi marescialli della Scuola Sottufficiali di Taranto. La Campagna, ancora in itinere, sta vedendo le nostre unità toccare moltissimi porti: il Vespucci, Port Mahon, Lisbona, Cadice, Dublino, Oslo, Copenaghen, Anversa e Valencia; il Palinuro: Souda,Varna, Odessa, Costanza, Leros e Ortona; nave Italia: Genova, S. Margherita, Livorno,
Civitavecchia, Cagliari, Olbia, La Spezia e Salerno. Molte miglia percorse e molte ancora da farne. Navigazioni, raccontate dagli allievi, piene di emozioni, fatiche, impegno e ritmi di bordo incalzanti ma anche momenti di gratificazione in cui ognuno di loro ha riconosciuto il proprio limite e a come superarlo con il lavoro di squadra come solo un vero equipaggio sa fare. Giornate scandite ora dopo ora da momenti che rimarranno indelebili nelle loro menti.
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a bordo della nave scuola di Roberto Carnevale
L
o scorso 7 luglio è iniziata, dal porto di Livorno, la “Campagna di Istruzione 2016” a favore degli allievi della 1^ Classe dell’Accademia Navale. “Sarà un periodo molto intenso che vedrà gli allievi dell’Accademia cimentarsi, per la prima volta ed in maniera intensa, con la vita di mare”- ci racconta il Comandante di nave Vespucci, capitano di vascello Curzio Pacifici “. A bordo, gli allievi verranno impiegati, nel corso dell’intera giornata, ovvero anche durante le guardie notturne, in tutti quei lavori caratterizzanti la vita del marinaio: dal rassetto dei locali di pertinenza, alle manovre alle vele, alle piccole manutenzioni; a tutto questo vanno aggiunti i servizi di guardia quotidiani, le attività di alta rappresentanza, con gli allievi che diventano “parte integrante ed attiva dell’Unità”. Non dimentichiamoci i periodi di studio: lezioni di navigazione ed astronomia, briefing a carattere professionale e storico-culturale, il tutto accompagnato da forti emozioni, che solo la “Nave più bella del mondo” riesce a trasmettere a coloro che hanno la fortuna di viverla appieno. Mollati gli ormeggi, i 100 cadetti imbarcati, tra cui 70 uomini e 22 donne, oltre 8 allievi di nazionalità straniera provenienti da Algeria, Kuwait, Malta, Perù, Qatar e Ucraina, sono per la prima volta saliti a riva sugli alberi di maestra e mezzana, “un’emozione indescrivibile”, ci racconta qualcuno di loro, che “rimarrà per sempre scolpita nella nostra mente”. L’Unità composta da un equipaggio di oltre 360 militari, ha fatto rotta verso il Mar Balearico, raggiungendo la località di Port Mahon (Minorca), 1ª tappa
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Amerigo Vespucci ...
della Campagna prima di attraversare Gibilterra fino al Nord Europa. Successivamente il Vespucci ha fatto tappa nell’affascinante città di Lisbona, per ricongiungersi, con alcuni tra i più bei velieri del mondo, alla Tall Ships Races 2016. Nel corso della navigazione, in occasione del passaggio dello Stretto di Gibilterra, è stato celebrato il “Battesimo del Mare” di tutti i novelli marinai. Dopo quattro giorni
densi di attività il Vespucci ha fatto rotta verso Cadice dove si è tenuta, a bordo dell’Unità, la cerimonia per la consegna dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (O.M.R.I.) all'ammiraglio di squadra Santiago Bolibar Pineiro, che ha permesso alla Marina Militare di dare concretezza e riconoscimento al costante e proficuo lavoro di partnership e sostegno ai valori fondanti dell’Europa, dell’Italia e della Forza Armata. A Dublino gli Allievi hanno avuto l’opportunità di visitare il Trinity College, la più prestigiosa università d’Irlanda, la National Gallery of Ireland e la sede irlandese della Google. Salpata da Dublino, la Nave ha fatto rotta verso il Mare del Nord, costeggiando il suggestivo panorama offerto dalla Scozia, dalle isole Ebridi, Shetland ed Orcadi, per dirigere poi, attraverso la frastagliata costa norvegese e l’omonimo fiordo, verso la città di Oslo. “Il mare insegna a crescere, a diventare uomini e donne, a saper affrontare qualsiasi difficoltà: credo che sia un laboratorio di vita unico, capace in breve tempo di dare quella formazione altrimenti impossibile da raggiungere in tempi accademici. Il fascino senza tempo del Vespucci - continua il Comandante, risiede nei valori fondanti che da sempre custodisce e tramanda, che rimangono immutabili, nonostante il trascorrere del tempo: valori quali l’etica, la fedeltà, la disciplina, l’onore ed il coraggio, a cui l’ufficiale di Marina deve sempre tendere durante l’intero arco della propria carriera.”
foto Andrea Brai
...il viaggio continua 15
Le emozioni degli Allievi “Lo scopo della Campagna di Istruzione a bordo di nave Vespucci è quello di alimentare in noi Allievi 1^ Classe la passione per il mare, facendoci conoscere la vita in navigazione, con i sacrifici che comporta ma anche con le tante gratificazioni. Credevo che il Veliero più bello del mondo mi avrebbe “solo” insegnato l’arte di essere marinaio, di arrampicarmi sui pennoni e di manovrare le vele dalla coperta. Oggi, arrivati a metà della Campagna, mi rendo conto che questa esperienza si sta arricchendo di ulteriori profondi significati. La Tall Ships Races 2016, in cui abbiamo partecipato nella navigazione da Lisbona a Cadice, mi ha fatto vivere momenti di grande intensità, stimolando i limiti della mia resistenza e facendomi superare ostacoli che prima credevo insormontabili. Nel corso dei dieci giorni di navigazione fino a Dublino, ci siamo messi
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in gioco affrontando per la prima volta il vasto ed impegnativo Oceano. Tutto l’impegno profuso è controbilanciato da altrettante ricompense, che ritrovo durante i numerosi posti di manovra alle vele che, dall’alto dei pennoni dell’albero di Maestra, mi regalano ogni giorno lo spettacolo del mare, del sole che tramonta all’orizzonte, del paesaggio delle coste scozzesi e di tutta la fauna marina che ci accompagna nel solcare le limpide acque dell’Atlantico.” All.vo 1^ cl. (SAN) Leo Lacitignola “Navigare a bordo di nave Vespucci, attraverso mari che a volte ci mettono a dura prova è una emozione unica. Il ritmo serrato della navigazione è ricompensato dai suggestivi paesaggi che finora si sono susseguiti. Il ricordo delle coste scozzesi, con le sue infinite distese di prati verdi, brughiere e promontori a strapiombo, solcati da ripide cascate, per non parlare delle spiagge bianche spagnole e dei cetacei che ogni giorno ci salutano con qualche spruzzo che ci restituiscono sempre grandi emozioni. Anche quando la mia avventura volgerà al termine sono convinto che questi ricordi rimarranno indelebili nel mio cuore.” All.vo 1^ cl. Gianluca Pattaro
foto Andrea Brai “Sto vivendo un’esperienza unica di carattere non solo marinaresco, ma anche storico – culturale. Durante le serrate e frenetiche attività a bordo sono due le parole che mi rendono sempre desideroso di nuove esperienze ed emozioni: curiosità ed entusiasmo. È con questo stato d’animo che ho attraversato lo Stretto di Gibilterra, nella piena consapevolezza di navigare in un braccio d’acqua che ha fatto la storia, simbolo del limite del mondo una volta conosciuto. Oggi, quel limite, noi Allievi 1^ Classe lo abbiamo superato e, abbiamo intrapreso il viaggio verso il nord Europa che ci permette di conoscere ed apprezzare valori e particolarità di tanti popoli, dai portoghesi, agli spagnoli, agli irlandesi ed a tanti altri che ancora ci attendono. Il mare, il Veliero e le tappe della Campagna di Istruzione entusiasmano la mia voglia di scoprire città e genti lontane, accrescendo in me quel senso di appartenenza che unisce tutti i marinai. Al termine potrò raccogliere il frutto di ciò che ho seminato: un bagaglio di esperienze che per sempre mi assisterà sia nella vita professionale che in quella privata.” All.vo 1^ cl. (CM) Federico Paolini “Vivere a bordo di nave Vespucci è un’esperienza impegnativa ed al
tempo stesso ricca di stimoli. Imbarcata da più di un mese, ho ormai familiarizzato con la vita di bordo e con le difficoltà nonché le sfide quotidiane. Le salite in alberata, le attività marinaresche, le visite nei porti, sono solo la parte tangibile della Campagna che noi Allievi dell’Accademia Navale stiamo vivendo. Se da un lato solcare i mari con l'Amerigo Vespucci significa diventare uomini e donne di mare, di riflesso significa anche andare alla scoperta di se stessi per capire di ritrovarsi cambiati. Sono partita con l'aspettativa di confrontarmi per la prima volta con una realtà a me sconosciuta, desiderosa di mettere in pratica le nozioni apprese in Accademia. Con il tempo ho preso coscienza di come la Campagna a bordo di Nave Vespucci sia l’occasione per mettermi alla prova, misurando e sperimentando i miei limiti e confrontandomi con le difficoltà quotidiane. Vivere giorno dopo giorno a stretto contatto gli uni con gli altri, sacrificandosi a vicenda per il raggiungimento di un obiettivo comune, ci ha permesso di acquisire quel senso di appartenenza al “Corso” che abbiamo tanto desiderato fin dal giorno del nostro ingresso in Accademia Navale.” All.vo 1^ cl. (SAN) Ilaria Di Rella
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a bordo del
Palinuro ...
Per molti degli Allievi del Corso “Prometheus“ si tratta del primo periodo di imbarco su Unità della Marina Militare durante il quale saranno impegnati in attività formative che interesseranno i diversi aspetti della vita di bordo.
L
o scorso 25 luglio Nave Palinuro è salpata, dalla Stazione Navale Mar Grande, per la campagna d’istruzione estiva degli allievi della prima classe normale marescialli della Scuola Sottufficiali di Taranto. I 33 allievi del corso “Prometheus” imbarcati hanno partecipato con entusiasmo ed emozione al loro primo ruolo di manovra confrontandosi, durante la navigazione verso il porto greco di Souda Bay, con numerosi eventi formativi. Sono stati trattati ed approfondititi tematiche afferenti la conoscenza del mare, la navigazione a vela e le pratiche marinaresche. Molte anche le attività pratiche come quelle in quota, ginnico-sportivo a corpo libero e l’eser-
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citazione di tiro a caldo con le armi portatili. Immancabile anche la cerimonia dell’ammaina bandiera solenne. Gli allievi marescialli, sospinti da forte motivazione e supportati da un sempre più crescente spirito di corpo, hanno dato prova di essersi inseriti velocemente, in maniera convinta e coesa, nell’articolato e dinamico contesto di bordo. Durante la sosta a
Souda, gli allievi hanno preso parte alle attività protocollari e di rappresentanza. Entusiasmo e curiosità ha destato la visita alla base NMIOTC (NATO Maritime Interdiction Operational Training Center), occasione unica per visitare il centro di formazione ed addestramento per le attività di controllo e interdizione del traffico marittimo. Nave Palinuro si accinge adesso ad affrontare una nuova navigazione che condurrà gli allievi, per la prima volta nella storia dell’Unità, attraverso gli Stretti dei Dardanelli e del Bosforo, a solcare le acque del Mar Nero per far sosta a Varna.
All.vo Bibbò Laura
C
on l’arrivo a Varna gli allievi hanno visitato la Scuola Navale Bulgara, per gli allievi sono state preziose occasioni di confronto e scambio con la cultura bulgara non solo la visita all’Accademia Navale ed al suo modernissimo simulatore di plancia e di difesa passiva, ma anche al luogo di formazione ed addestramento navale della Marina Bulgara. Questa Accademia è particolarmente moderna poiché da sempre orientata anche al mondo civile oltre che militare. A suscitare vivo interesse in noi è stata la visita all’antica città di Nesebar che, nonostante le ridotte dimensioni, si è distinta come ultimo baluardo dell’avanzata turca in Bulgaria grazie alla sua privilegiata posizione geografica. Dopo questa indimenticabile sosta è giunto il momento di ripartire con le vele spiegate in direzione dell’Ucraina: prossima tappa Odessa.
All. vo Masini Marta, All.vo Moro Stella
L
a navigazione per Odessa è stata un’ottima occasione per esercitarsi nelle manovre alla vela. Un intenso vento di scirocco ha consentito l’apertura delle vele quadre e di poter raggiungere velocità ragguardevoli per questa bella Signora dei mari. Gli aspiranti marescialli hanno dato prova non solo di affiatamento ed adattamento alla vita di bordo, ma anche di aver acquisito padronanza dei fondamentali, nelle attività marinaresche ed alla vela. Un’accoglienza senza precedenti ha atteso la nave al comando del capitano di fregata Gabriele Belfiore al
porto di Odessa; più di 40 le testate giornalistiche hanno preso parte alla conferenza stampa sul cassero, più di 7.900 cittadini hanno avuto modo di visitare la nave con entusiasmo e coinvolgimento. Non sono mancate poi le occasioni per consolidare le relazioni tra le Marine Militari, l’Unità è stata infatti la sede di un expert meeting Italia – Ucraina, e la visita all’Università dell’Accademia Marittima di Odessa, Istituto deputato all’addestramento e la formazione degli Ufficiali e con quella operativa, con la visita alla fregata ucraina SAGAJDACHNY. Con la salita in alberata degli allievi durante il ruolo di manovra, giunge il giorno della partenza cadenzata dalle musiche della banda musicale della marina ucraina schierata in banchina.Tra gli applausi ed i cappelli che sventolano la nave lascia il porto per dirigere verso Costanza.
All.vo Mastrofilippo Mauro
L’esperienza marinaresca che gli Allievi matureranno al termine della Campagna, accrescerà in maniera sostanziale il proprio bagaglio professionale che li accompagnerà per tutta la loro carriera in Marina.
...il viaggio continua 19
a bordo di nave
Italia ...
C’era una volta…. un sogno
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di Daniele Tappari
n sogno che comincia in Olanda, e passa per la Cina. Nelle grandi risaie un armatore olandese trova il motore di una pompa, utilizzata per bonifiche e irrigazioni. Un grande motore, che potrebbe servire per la nave sognata: un veliero, un brigantino per la precisione. Il sogno si realizza, e nasce “Swann fan Makkum”, ossia il “Cigno di Makkum”, paese di origine dell’armatore: ad oggi il più grande brigantino del mondo, contraddistinto a prua, proprio sotto il bompresso, da un bel cigno dalle ali spiegate. Il volo del Cigno continua in maniera imprevista. Lo Yacht Club Italia vuole infatti dare la possibilità di provare la navigazione a persone “svantaggiate”. Il “Cigno” si presta benissimo, ed il suo proprietario è disponibile a venderlo. Così, il 9 ottobre 2006 il brigantino approda a Genova, e cambia nome, diventando “Nave Italia”. Il 10 gennaio 2007 a bordo del brigantino viene costituita la Fondazione Tender To Nave Italia ONLUS, improntata a valori forti:“Crediamo che gli esclusi e gli emarginati, i bambini, gli adolescenti e gli adulti resi fragili da disagio o disabilità, non siano solo «oggetti di tutela», ma «soggetti» capaci di risposte attive, espressione di energie inattese e di nuove consapevolezze sul proprio valore di persone. Viene siglato poi un contratto di comodato d’uso alla Marina Militare Italiana, e comincia un’avventura che – come recita il sito della Fondazione - ha permesso ad oltre 3000 “passeggeri speciali” di vivere l’esperienza di una “metodologia educativa straordinaria per efficacia, capacità di incidere sui processi formativi, abilitativi, riabilitativi, dedicati a bambini, ragazzi, adulti, anziani in situazioni diverse di disagio fisico, psichico, familiare o sociale”. Ogni anno “Nave Italia” si apre ad una ventina di progetti, presentati da associazioni e cooperative di tutta la penisola. Tre gli ambiti di intervento: disabilità fisica, disagio sociale e malattia mentale. Un progetto può rivolgersi anche a più di un ambito, come è il caso di un gruppo della Comunità Papa Giovanni XXIII – associazione fondata da don Oreste Benzi - che, a fine luglio 2016, ha preso il largo da Olbia. Dopo una sosta nell’arcipelago della Maddalena, rotta verso l’Elba e da lì, per Lerici e per il porto militare di La Spezia, meta conclusiva. Ma niente soste e passeggiate sulle bellissime coste, non è permesso sbarcare, se non per gravi necessità. Scopo del progetto è trasmettere il senso del viaggio, del navigare come occasione per vivere in comune, sviluppare la socialità e condividere l’unicità di un progetto educativo. Adolescenti di case famiglia piemontesi, sarde, romagnole; ospiti del centro diurno “Girasole” della cooperativa sociale “San Damiano” di Sorso (in provincia di Sassari), e la mascotte del gruppo, Karim, un ragazzino affetto da una disabilità gravissima, insieme con i loro educatori ed anche genitori, creano un gruppo composito, vario, caratterizzato da un clima familiare. I 21 “passeggeri” entrano a far parte dell’equipaggio, insieme
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con i marinai che con pazienza li accompagnano nel viaggio, illustrando le caratteristiche della nave e delle attrezzature di bordo, insegnando i nodi, condividendo chiacchierate e momenti di festa. Due mondi molto lontani, così, si avvicinano, si incontrano e donano qualcosa di sé l’uno all’altro. Momento più atteso delle giornate è il bagno in alto mare, a cui partecipa – con tutte le precauzioni del caso - anche Karim. L’evento più emozionante è l’apertura delle vele, durante la traversata dalla Sardegna all’Isola d’Elba. Tutto (compresi i momenti di convivialità improvvisata, con canti e balli, o la pesca del pesce serra con la canna, alla fonda di Lerici) contribuisce a creare lo spirito di squadra, aiutando a superare le difficoltà di condividere spazi ristretti, mansioni e regole non abituali. Non è facile creare il clima giusto, che coinvolga tante persone con caratteristiche di vita così diverse, ma alla fine il risultato è raggiunto. Un ruolo determinante è stato svolto da Karim, la mascotte. Caterina, che lo segue da oltre due anni e per lui si definisce “zia”, racconta: “Credo che tutti insieme abbiamo vissuto un'esperienza indimenticabile. Karim ha potuto vivere sensazioni che solo li poteva sentire. Ha aiutato tutto il gruppo ad unirsi e capirsi, nella nostra condivisione umile e silenziosa con i piccoli. Il mare, il vento, i marinai, i fratelli della comunità e i nostri ragazzi... un mix perfetto per vivere cinque giorni da sogno, perfetti in tutte le loro parti”. Ma la partenza per questa avventura non è stata facile o scontata, aggiunge Caterina:“Karim ha difficoltà a mangiare, quindi temevo fortemente di non riuscire a preparare il cibo adatto a lui ... vive con me ormai da due anni, ha 12 anni, non vede, sente poco, e ha un autismo importante. È sempre alla ricerca di cose che lo stimolino... cosi che il vento, il mare, il rumore hanno creato in lui solo sensazioni positive. Dormiva come un sasso per 14 ore al giorno, cose che nemmeno a casa accadono. Insomma, anche per lui un vero successo!”. Molto contento della spedizione è anche Fabio Gallo, responsabile del progetto per la Comunità Papa Giovanni XXIII: “Questi cinque giorni erano una sfida, con il tentativo di creare gruppo fra persone molto diverse che in buona parte non si conoscevano. Siamo riusciti, tutti insieme, a creare questa unione, che accresce la gioia di aver fatto provare a questi giovani un’esperienza unica. E intanto nascono idee per un prossimo progetto…”. Appena rientrato, il Cigno riprende a volare….
...il viaggio continua 21
a bordo di nave di Giovanni Antonio Tedeschini
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Italia ...
u nave Italia, partita il 3 maggio dalla base Navale di La Spezia, ogni settimana si respira aria nuova con un nuovo progetto che vede imbarcare ragazzi o adulti a completare l’equipaggio della Marina Militare per aprire le vele ed esplorare insieme le bellezze delle nostre coste, vivere l’energia che si genera nel lavorare insieme e scoprire nuove abilità. Abbiamo riscontrato grande forza, voglia di crescere e vivere pienamente in tutti i nuovi marinai che sono imbarcati fin ora. Le persone che ogni giorno combattono con autismo, sindrome di down, disagio sociale, diabete, neoplasie, disturbi dell’apprendimento, a bordo di nave Italia, lontano da casa e dalle famiglie, hanno scoperto la loro passione per la vita marinara fatta di regole buone, aiuto reciproco ed inclusione, dove vale il gruppo ma il singolo è importante. Tutti si sono portati a casa le raffiche di vento nelle vele, il cielo stellato che si vede solo in mare, ma soprattutto la consapevolezza del proprio valore.
Ecco alcune impressioni dei ragazzi raccolte durante l’ultimo imbarco: siamo Antonio, Alessandro, Aurora, Carmela, Elisa, Flavio, Gianfranco, Giuseppina, Janira, Laura, Sabrina, Virginia … con grande sorpresa siamo noi i veri protagonisti di questo viaggio. Il Comandante dichiara che loro, i marinai sono solo 20 e non è possibile governare la nave senza il nostro aiuto, saremo parte integrante dell’equipaggio, ma di primo acchito non ci crediamo.Abbiamo appena sistemato le nostre borse nelle cabine e ci aspettano 5 giorni in mare in cui la gestione dello spazio, la collaborazione e la condivisione appaiono inevitabili… Cielo, dove sono lesigarette? La conferenza sulla sicurezza è tra cinque minuti e poi molleremo gli ormeggi, l’addestramento alla navigazione inizia subito. Non ci conosciamo, ma già ci sembra di essere un gruppo, ci accomunano momenti di nostalgia, di malessere, ma poi sono seguite le risate, la gioia di stare insieme e di aiutarsi reciprocamente, come uno strumento da tanto tempo fermo che finalmente è riuscito ad accordarsi. Con il supporto dello staff educativo dello IAL Sardegna e della nostra Project Manager TTNI Angela, abbiamo portato a termine le attività previste dal progetto presentato al Comitato Scientifico, il diario di bordo, con raccolta di foto e videointerviste, il laboratorio estetico e termoidraulico alternato da momenti di addestramento con l’equipaggio della Marina Militare, per farci conoscere la nave sotto gli aspetti marinaresco, organizzativo, logistico e di sicurezza, essenziali per essere un agente attivo in questo viaggio. Ebbene ce l’abbiamo fatta, nave Italia l’abbiamo portata noi fino ad Olbia, abbiamo aperto le vele, navigato di notte e poi gettato l’ancora in posti meravigliosi come Villasimius, dove abbiamo fatto anche lo Stand-up-Paddle, o il Golfo di Orosei dove abbiamo esplorato il fiordo di Porto Cuau (porto nascosto). Tutto questo è quanto si è fatto… ma soprattutto abbiamo stretto belle amicizie tra noi, siamo adesso una squadra forte… sicuramente rimarremo in contatto anche con l’equipaggio, un saluto speciale ai cuochi Tonino e Davide Manzo, che ci hanno deliziato instancabilmente ogni giorno, nonostante il gran caldo. Quindi ragazzi che altro dirvi… Bravi ed avanti tutta!!
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Il Gruppo Navi a Vela della Marina Militare di C. D. foto archivio Marina MIlitare
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i presentiamo in questo servizio il Gruppo Navi a Vela della Marina Militare formato da: Artica II, Capricia, Caroly, Chaplin, Corsaro II, Italia, Orsa Maggiore, Sagittario e Stella Polare. Il Gruppo si prefigge di contribuire alla formazione dei futuri ufficiali della Marina Militare, trasmettendo l’arte marinaresca che solo su imbarcazioni a vela, dove il tempo sembra essersi fermato conservando gesti e tradizioni immutati,
può essere appresa senza la distrazione della comoda tecnologia. Ma l’istruzione è solo uno dei tanti compiti a cui è chiamata questa eccellenza della Forza Armata, che attraverso le sue imbarcazioni risponde alle numerose richieste di solidarietà. A seconda delle esigenze, queste Unità, ciascuna per le propria peculiarità, si possono con-
siderare dei veri e propri gioielli, capaci di trasformarsi in basi di associazioni dedite a ricerche scientifiche o di tutela dell’ambiente marino. Trascorsi gloriosi, palmares di tutto rispetto, anime sensibili e abili velisti, tutto questo è racchiuso nelle imbarcazioni del Gruppo Navi a Vela della Marina Militare.
ARTICA II
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n’imbarcazione concepita e realizzata per gareggiare, l’Artica II nasce dall’ingegno dell’architetto John Illingworth e dalla passione del colonnello Gianni Pera. E’ stata realizzata nei cantieri Sangermani e la caratteristica principale doveva essere quella di poter affrontare, in qualsiasi condizioni metereologiche, tutte le regate d’altura. Pensata per vincere, il suo segreto era l’innovazione nel dislocamento leggero, grazie alla realizzazione in un sapiente mix tra mogano e lega leggera, ed un piano velico slanciato. Il battesimo nel mondo delle regate d’altura per Artica II si presenta nel 1956, quando senza timore reProgettista: John J. Illingworth (Yawl! Marconi) Impostata il: 20/04/1954 Varata il: 20/04/1956 Cantiere: Sangermani (Lavagna) Dislocamento: 7 t
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verenziale si impone alla regata Torbay-Lisbona, battendo la concorrenza delle navi scuola che parteciparono a quell’edizione. Si ripete nel 1958 alla regata “Brest-Las Palmas” e nel 1960 alla “Cannes-Ischia”, la regata organizzata per festeggiare le Olimpiadi di vela che si sarebbero svolte a Napoli. Le vittorie continuano negli anni a seguire trasformando la giovane imbarcazione in leggendaria, oggi annoverata tra le vele d’epoca di cui la Marina Militare può vantarsi.
Larghezza: 3,04 m Lunghezza da poppa a bompresso: 12,94 m Velatura: 81 mq Potenza: 26,1 KW (35 HP )
CAPRICIA
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ave Capricia entra a far parte del Gruppo Navi a Vela della Marina Militare nel gennaio del 1993, grazie ad una donazione della Fondazione Agnelli. E’ una barca a vela armata a Yawl tipo Marconi, realizzata per partecipare alle regate veliche d’altura secondo la formula R.O.R.C. (Royal Ocean Racing Club). Disegnata dallo studio Sparkman & Stephens di New York, è stata costruita nei cantieri di Bengt-Plym in Svezia con scafo realizzato in mogano su struttura in quercia bianca, coperta in teak e alberi in spruce canadese verniciato di bianco. L’imbarcazione appena realizzata, di proprietà di Einar Hansen di Malmoe, si classificò al primo posto in tempo reale nella Regata del Fastnet, nel New York YC Trophy Race. Progettista: Sparkman
& Stephens
Dislocamento: 55 t Lunghezza: 22,5 m Larghezza: 5 m Velatura: 254 mq Immersione: 3,5 m Apparato motore: General Motors, diesel, 2 tempi
Apparato Elettrico: ONAN, diesel, 4 tempi Potenza: 120 KW (160,92 HP ) Velocità: 6 nodi Autonomia: 1000 NM Armamento:Yawl tipo Marconi
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CAROLY
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ealizzata nei Cantieri Baglietto di Varazze, nave Caroly è stata varata nel 1948 ed è stata di proprietà della famiglia Preve fino al 1982 quando fu donata alla Marina Militare. E’ un’imbarcazione di tipo Yalw a due alberi con struttura in legno. Tra l’anno del varo ed il 1955 l’imbarcazione compie due traversate dell’Atlantico arrivando fino al sud America per poi rientrare in Italia. Da quando appartiene alla Marina Militare nave Caroly è sempre stata impiegata in regate e raduni di vele d’epoca oltre che come palestra per i futuri ufficiali.
Dislocamento: 56 t Lunghezza: 23,66 m Larghezza: 4,80 m Velatura: 210 mq Apparato motore: 1 motore diesel AIFO 8061M Apparato Elettrico: Onan Marine 120 MDKAD Potenza: 82,03 KW (110 HP ) Velocità: 8 nodi a 2900 g/m – 9 nodi completamente invelata Autonomia: 550 miglia a 2900 g/m
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CHAPLIN
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orse non sarà l’imbarcazione del Gruppo Navi a Vela della Marina Militare con il palmares migliore, ma sicuramente sale sul podio delle più belle. Nave Chaplin è stata varata nel 1974 dai cantieri Sangermani, donata nel 2008 dalla famiglia Novi, l’unità fù progettata da Carlo Sciarelli che la descrive come “uno yacht di classe, concepito per crociere e regate”. Equilibrato, elegante con i suoi rivestimenti in teak, è un’imbarcazione maneggevole grazie al limitato dislocamento. La filosofia che ne ha ispirato il disegno è quella di prediligere la vita dell’imbarcazione stessa e non
quella delle competizioni sportive. Il Chaplin, seppur non concepita come imbarcazione da gara ha comunque ottenuto un sedicesimo alla Giraglia nel 1975, si è classificata due volte quarta nel 1976 e 1977. Arriva al successo vincendo il trofeo Dipartimento Alto Tirreno nel 1989 gruppo B1 riservato alle vele d’Epoca. Nel 2009, primo anno di attività con l’insegna della Marina MIlitare, il Chaplin vinse diverse tappe del trofeo Panerai ed il “Panerai Classic Yacht Challenge” nella categoria Classici. Gusto eleganza e grinta gli elementi che caratterizzano questo cutter della Marina Militare. Progettista: Carlo Sciarelli Cantiere: Sangermani (Lavagna) Impostata il: 10/05/1973 Varata il: 20/09/1974 Cantiere: Sangermani (Lavagna) Dislocamento: 15 t Larghezza: 4,20 Lunghezza da poppa a bompresso: 16,75 m Velatura: 115,28 mq Immersione: 2,40 m Potenza: 55,93 KW (75 HP )
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CORSARO II
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ave Corsaro II è una barca a vela d’altura con le caratteristiche della prima classe R.O.R.C. (Royal Ocean Racing Council) commissionata dalla Marina Militare e progettato da uno dei più noti studi di architetti navali: Sparkman & Stephen. Realizzata presso il Cantiere di Costaguta di Genova Voltri, è stata consegnata alla Marina il 5 gennaio del 1961. Al comando dell’allora capitano di fregata Agostino Straulino, uno dei più importanti personaggi della Marina Militare legati al mondo della vela, partecipa alla “Transpacific Race” durante la prima campagna di addestramento, percorrendo i 2.225 miglia previsti dal tratto Los Angeles-Honolulu giungendo quarta Cantiere: Costaguta Genova Voltri Dislocamento: 47 t Lunghezza: 20,9 m Larghezza: 4,7 m Velatura: 205 mq Immersione: 2,9 m
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all’arrivo su tredici imbarcazioni partecipanti. Nel corso degli anni numerose sono le vittorie importanti registrate, citiamo quella del 1964 quando taglia per prima il traguardo della Lisbona-Bermuda con il distacco di un giorno sulla seconda classificata. Il Corsaro II è una palestra di vita e di carattere, esente da elettronica dove ogni manovra viene ancora eseguita a mano, preservando le tradizioni dell’arte marinaresca.
Apparato motore: Iveco AIFO Apparato Elettrico: D/G Fischer Panda Potenza: 71,59 KW (96 HP ) Velocità: 7 nodi Autonomia: 500 NM (solo motore) Equipaggio: 16
NAVE ITALIA
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on i suoi 61 metri di lunghezza ed i suoi 9,20 metri di larghezza, 1300 mq e la possibilità di ospitare 24 persone a bordo, nave Italia è il Brigantino a vela più grande del mondo. Varata nel 1993 nei cantieri Wiswa di Danzica, realizzata per conto di una compagnia olandese fu battezzata con il nome di “Swan fan Makkum”. Nel 2007 è stata acquistata dalla Fondazione Tender to nave Italia, una onlus costituita dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano diventando ambasciatrice di solidarietà. Iscritta nel naviglio militare, condotta da personale della Marina, l’incantevole brigantino è protagonista di innumerevoli progetti finalizzati alla ricerca, all’educazione, alla terapia di persone affette da patologie o disagi sociali, regalando emozioni importanti ed esperienze uniche ad ogni imbarco.
Cantiere: Danzica (Polonia) Dislocamento: 404 t Lunghezza: 49,5 m Larghezza: 9,20 m Lunghezza da poppa a bompresso: 61 m Velatura: 1300 mq Immersione: 3,90 m Apparato motore: 1 motore termico principale Caterpillar D353 1 asse con elica a pale fisse 2 gruppi elettrogeni Mitsubishi (da 57 KWT) Bow thrust Potenza: 357,94 KW (480,01 HP ) Velocità: 6,5nodi Autonomia: circa 15 giorni a motore con condimeteo favorevoli
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ORSA MAGGIORE
’Orsa Maggiore è l’imbarcazione a vela più grande di cui la Marina Militare dispone. Commissionata dalla forza armata, è stata progettata dal noto yacht designer Andrea Vallicelli e realizzata nei Cantieri Tencara di Venezia. Consegnata alla Marina nel 1995, l’imbarcazione è uno yacht oceanico da regata armato a ketch, ovvero con l’albero di mezzana a proravia del timone, ed essendo unico nel suo genere è considerato un “Maxi Yacht-Prototipe”. L’Orsa Maggiore realizzata con materiali moderni come il carbonio, il kevlar e la vetroresina, ha uno scafo più leggero e resistente rispetto alle altre imbarcazioni realizzate in legno. L’Unità è l’unica ad aver effettuato due volte il giro del mondo, la prima nel biennio 1996/1998 stabilendo in quell’occasione il record ancora imbattuto di 3 giorni 23 ore 40 minuti e 23 secondi per percorrere la traversata Brisbane (Australia)-Noumea (Nuova Caledonia) di 823 miglia. Il secondo periplo del globo l’ha effettuato nel biennio 2000/2002 dove ha partecipato alla regata Sidney Hobart in occasione delle Olimpiadi. Cantiere:Tencara Venezia Dislocamento: 80 t Lunghezza: 28,3 m Larghezza: 6,5 m Velatura: 802 mq Immersione: 4,5 m Apparato motore: IVECO AIFO 8361 Apparato Elettrico: 13,5 Kw/h Potenza: 268,45 KW (360 HP ) Velocità: 8 nodi Autonomia: 2.200 NM (a velocità di crociera di 7 nodi)
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SAGITTARIO
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nserita nel naviglio dello sport velico della Marina militare, il Sagittario nasce su richiesta della forza armata nel 1970 dal famoso progettista navale Carlo Sciarrelli. Lo yacht è stato costruito in tempi record, solo 78 giorni dal cantiere Craglietto. Ogni anno l’unità partecipa ai raduni di vele d’epoca e, soprattutto, è impiegata per l’addestramento degli allievi. È uno degli scafi che concorre alla Sciarrelli Cup, regata nata in onore del suo famoso progettista. Ha preso parte nel 1972, alla O.S.T.A.R (Original Singlehanded Transatlantic Race), arrivando a Newport 7° su 59 iscritti. Negli anni Ottanta ha partecipato a diverse edizioni della regata Middle Sea Race, vincendola nel 1980 e 1981. Durante gli anni ‘90 si è distinta alla Barcolana
di Trieste con a bordo l’ammiraglio Agostino Straulino. Nel 2009, condotta da un equipaggio di allievi della Scuola Navale Militare Morosini di Venezia, ha vinto nella propria categoria il Trofeo Città di Trieste e la Barcolana Classic. Progettista: Carlo Sciarrelli Varata il: 11/04/1972 Cantiere: Mariano Craglietto (Trieste) Dislocamento: 15,74 t Larghezza: 3,66 m Lunghezza : 15,74 m Velatura: 85 mq Potenza: 55,93 KW (75 HP )
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STELLA POLARE
Cantiere: Sangermani Dislocamento: 48 t p.c. Lunghezza: 21,47 m Larghezza: 4,89 m Velatura: 205 mq Immersione: 3,01 m Apparato motore: 1Diesel Fiat AIFO da 136 Hp Apparato Elettrico: 1Dieselalternatore ONAN da 7 Kw. Potenza: 71,59 KW (96 HP ) Velocità: 7 nodi Autonomia: 500 NM
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econda unità della Marina Militare interamente realizzata in legno. Progettata da Olin Stephens, uno degli architetti più famosi dell’epoca dello studio “Sparkman & Stephens di New York, è stata realizzata nei cantieri Sangermani di Lavagna, ed è stata varata e consegnata alla Marina nel 1965. Una nave con un palmares di tutto rispetto, che ha iniziato ad accrescere fin dalla prima competizione d’altura a cui ha partecipato, vincendo la “Giraglia” nel 1966 stabilendo il record di percorrenza rimasto imbattuto per diciotto anni. Due anni dopo, nel 1968 partecipa per la prima volta ad una regata transatlantica affrontando la rotta tra Hamilton e Travemude con passaggio a nord delle isole britanniche trionfando anche in questa occasione. Nel 1970 vince ancora questa volta alla classica “Palma de Maiorca – Cabrera – Palma de Maiorca”. Le vittorie più recenti risalgono al 2011 quando si impone al “Panerai Classic Yachts Challenge” nella categoria classici.
BARCOLANA 2016
di Giulio Guazzini
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a regata delle regate, meglio nota come come Coppa d'Autunno. Occorre porre lo sguardo alla sua storia ma soprattutto alla scorsa edizione. Questa è storia di marinai, storia di uomini e donne stregati dal mare, dalle regate e dalla voglia di navigare. Una sorta di rito collettivo che si consuma nel segno del vento e della libertà. Quel bisogno risaputo di partire mollare gli ormeggi e prendere il largo per partecipare alla festa della vela per eccellenza: la Barcolana. La 47ma edizione rimarrà nella storia. Se non altro per il fatto dell' orario della partenza. Per la prima volta infatti, in quasi 50 anni di regate, il via è stato posticipato alle 12.30 del mattino. Decisione presa dagli organizzatori a causa del forte vento di bora, oltre 50 nodi, spirato durante tutta la notte e sino a poche ore dalla partenza. Qualcosa che per il sottoscritto, impe-
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gnato come telecronista nella diretta TV di RAISPORT,( manifestazione raccontata da 18 anni) ha naturalmente significato una rivoluzione di palinsesti ma soprattutto poter contare su degli ascolti record. Un autentico evento mediatico che ha portato i suoi frutti, richiamando un'attenzione smisurata anche durante il prima ed il dopo gara. Una strategia messa in atto dal giovane e intraprendente Mitjia Gialluz, presidente della Società Velica Barcola Grignano, deciso a creare un evento-manifestazione a lungo termine, per la durata record di ben 10 giorni. La vela insomma come grande opportunità, chiave di lettura di molteplici esperienze. Un'iniziativa lodevole che tende a utilizzare il più possibile la manifestazione triestina come cartina di tornasole come occasione per far conoscere e far parlare anche d'altro sempre seguendo quel filo continuo con il pianeta mare. Al riparo dalle tentazioni, dai rischi di trasformare una storica regata, autentica festa della vela, solo in baraccone
macina soldi preda di sponsor dell'ultima ora in cerca di facile promozione, la Barcolana mantiene il passo riuscendo a contemperare business e cultura del mare facendo attenzione a non trascurare i valori veri e propri dell'agonismo velico, della regata in quanto tale. Dal momento che, credo la vela da un punto di vista mediatico, abbia bisogno anche di farsi conoscere, con la sua dignità, per quello che è come disciplina sportiva complessa, espressione di grandi valori che dovrebbe essere conosciuti, nel senso del gesto sportivo, allo stesso modo di altri sport come la più famosa F1 o il motociclismo per esempio, come insegna il mondo dorato della Coppa America !! Ad aggiudicarsi la Coppa d'Autunno, a proposito, il 72 piedi ultratecnologico Robertissima III dell' armatore Roberto Grinover, l'ex Ran di Niklas Zennstrom patron di Skype. Imbarcazione velocissima guidata dal fuoriclasse triestino Vasco Vascotto soddisfatto per aver colto il successo giocandosela con tenacia sino all'ultima boa senza fortuna, senza sbagliare una mossa o una ma-
novra ma soprattutto senza concedere nulla agli avversari diretti. Vittoria in tempo reale e nella categoria super maxi districandosi a fatica fra le 1681 imbarcazioni partecipanti. Dalle banchine al campo di regata, la Barcolana di quest'anno, ha entusiasmato per le condizioni meteo impreviste. Dalla bora della vigilia sino a poche ore dalla partenza poi per questo posticipata, al vento debole e ballerino, a volte intenso delle fasi successive. Una regata non facile, con un golfo di Trieste battuto vento irregolare e per questo molto insidioso, dove tutto può succedere, vedi alla prima boa il piccolo Share Zerstoren che gira sesto nonostante i suoi soli 6 metri e mezzo di lunghezza! La solita Jena degli esperti Benussi-Cherin-Cosmina che pagano caro il fatto di essersi attardati ad issare al via il Jennaker, creando un distacco apparso subito impossibile da colmare. In terza posizione l'ottimo Pendragon di Lorenzo Bodini e subito dopo il celebratissimo Anywave Onboard con il mitico Paul Cayard da sempre innamorato di Trieste e del suo Golfo. 1 ora, 18 minuti e 25 secondi ci sono voluti a RobertissimaIII per vincere la 47 ma edizione della Coppa d'Autunno, ma per il comitato organizzatore, il cir-
colo Vela Barcola Grignano con il suo Presidente Gialuz, Claudio De Martis e tutti gli altri attori della manifestazione non saranno stati sufficienti, o quasi, i 365 giorni a disposizione per ripensare, innovare, preservare e varare la prossima edizione. Macchina complessa e affascinante, la Barcolana numero 48, manterrà il format apprezzato da tutti ma presenterà anche molte novità come ci ha confermato recentemente e in anteprima, il presidente Mitja Gialuz. Confermato innanzitutto il percorso con l'arrivo proprio di fronte a Piazza dell'Unità. Questo per enfatizzare lo spettacolo, la possibilità per il grande pubblico di essere vicini ai propri beniamini, alle barche e agli equipaggi che entrano in simbiosi scatenando quella emozione unica e irripetibile. Un set naturale dunque che sembra fatto quasi apposta per le riprese televisive! E' per questo che rispettando la tradizione, la regata con il prima e con il dopo sarà oggetto di diretta Raisport. Uno studio con postazione telecronaca ed ospiti sarà presente sul molo trasformando piazza dell'Unità e le rive in un teatro del mare. Ad accompagnare il colpo di cannone che sancirà l'avvio della prossima edizione della regata più popolata del mondo, saranno 10 giorni di inizia-
Giulio Guazzini, velista e giornalista RAI.
tive e tante novità. In primo piano eventi legati alla cultura, quella del mare e delle barche a vela, protagonista il vento. Una lunga passerella dedicata alla presentazione di letteratura curata da Feltrinelli. Incontri con personaggi, autori di libri che racconteranno le loro opere. Seguiranno mostre fotografiche ed una maratona treatrale legate al mare. Per i bambini, in acqua, ci sarà una Barcolana Youth mentre il 1° ed il 2 ottobre ci sarà una manifestazione dedicata alla pesca ed alla subacquea.Tutto il pescato sarà portato in piazza dell'Unità e selezionato da uno staff di cuochi stellati che la mattina in barca si sfideranno in una gara culinaria. Novità attesissima sarà anche la regata "Fincantieri Cup" riservata alle facoltà d'ingegneria navale Europea. Una kermesse, insomma per tutti i gusti, un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati della vela ma anche per chi preferisce godersi lo spettacolo dalle Rive, lasciarsi riempire gli occhi di immagini uniche, con i piedi per terra!
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In memoria dei marinai scomparsi in mare A
di Marco Maccaroni
Brindisi, presso il Monumento Nazionale al "Marinaio d'Italia", la Marina Militare, ha voluto solennemente ricordare e commemorare il sacrificio di tutti i marinai, civili e militari, che hanno sacrificato la loro vita al servizio della Patria, facendo del mare il loro sacrario. Data simbolo, il 9 settembre di ogni anno, per ricordare la tragedia dell'affondamento della corazzata Roma e dei cacciatorpediniere De Noli e Vivaldi avvenuta il 9 settembre 1943 all'indomani dell'armistizio, al largo della Sardegna e durante la quale persero la vita quasi 1.700 marinai tra cui il comandante della corazzata Roma, capitano di vascello Adone Del Cima e il comandante delle Forze Navali da Battaglia della Regia Marina, l'ammiraglio Carlo Bergamini. La cerimonia, presenziata dal sottosegretario di stato alla Difesa, onorevole Domenico Rossi, accompagnato dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ha visto la partecipazione di autorità civili e militari locali, delle rappresentanze della Forza Armata e delle associazioni ex combattentistiche. "Celebriamo quest’oggi la Giornata della memoria dei Marinai scomparsi in mare, che richiama significati profondi ed emozioni intense per chi vive nel mare il proprio
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mestiere e per chi, nel mare, piange i propri caduti. Portare loro il nostro deferente omaggio è atto doveroso e giusto. Nel nostro pensiero li ricordiamo tutti, senza distinzione di grado, di epoca, di gesta e di status, scomparsi in tempo di guerra o di pace e che hanno offerto la propria vita al mare per salvaguardare l’interesse collettivo. Verso di loro ne conserviamo un debito di riconoscenza che non potrà mai essere estinto”. Queste le parole dell'ammiraglio Girardelli, nel ricordare i marinai scomparsi in mare. Prima delle allocuzioni delle autorità intervenute, è stata accesa l’Ara Votiva e deposta una corona d’alloro all’interno della Cripta del Monumento al Marinaio, a cui è seguita la “Liturgia della Parola”, celebrata dall’arcivescovo di Brindisi-Ostuni, S.E. Mons. Domenico Caliandro.
In alto: Brindisi 9 settembre 2016, il sottosegretario di stato alla Difesa, onorevole Domenico Rossi, accompagnato dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, presenziano la cerimonia in memoria dei marinai caduti in mare. A destra: momenti della cerimonia. foto di Bruno Antonino
La Marina, attraverso una solenne cerimonia, ricorda e commemora il sacrificio di tutti i marinai, civili e militari, che hanno perso la loro vita al servizio della Patria
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U 212-A Pietro Venuti: un nuovo sommergibile per la Marina
di Emanuele Scigliuzzo, foto Fincantieri
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i è svolta presso i cantieri di Fincantieri del Muggiano a La Spezia il 6 luglio scorso, la cerimonia della consegna del sommergibile intitolato a Pietro Venuti. La nuova Unità è stata realizzata nell’ambito del progetto italo tedesco firmato il 22 aprile del 1996 che prevede la fabbricazione di sei sommergibili gemelli: quattro per la Germania e due per l’Italia che si era riservata l’opzione per ulteriori due sommergibili esercitata il 3 agosto del 1999. I primi battelli di quest’intesa costituiscono la classe Todaro, già in servizio da diversi anni, mentre la seconda serie costituita dal sommergibile Venuti appunto, e dal Romeo Romei già varato il 4 luglio dell’anno scorso. I battelli della serie U212-A, sono dotati di moderni equipaggiamenti che li rendono efficaci in termini di
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silenziosità, aspetto fondamentale per l’attività operativa di questi mezzi, e sono costruiti interamente con materiale amagnetico. Come ha evidenziato durante il suo discorso l’ammiraglio di divisione Dario Giacomin, comandante dei sommergibili della Marina Militare, i battelli rivestono un ruolo strategico per la salvaguardia degli interessi nazionali e per la sicurezza del paese. Il programma U212-A, ha sottolineato l’ammiraglio ispettore Matteo Bisceglia, costituisce “una preziosa occasione di crescita per le realtà industriali di riferimento nel settore, per l’indotto di piccole e medie imprese ed anche per il
sistema universitario italiano impegnato in diversi programmi di ricerca nel settore dell’underwater, nonché per diversi centri di ricerca nazionali”. Importante anche la cooperazione tra i due paesi che non prevede l’intesa solo per la costruzione dei nuovi sommergibili, ma anche il mantenimento in vita degli stessi, creando presupposti per un’occupazione cantieristica nazionale prevedendo una durata d’impiego di circa 40 anni. Durante il suo intervento l’ing. Angelo Fusco, vice direttore Navi Militari e direttore Navi Italia di
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i battelli rivestono un ruolo strategico per la salvaguardia degli interessi nazionali e per la sicurezza del paese
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Fincantieri S.p.A., visti gli investimenti fatti dalla propria azienda per la progettazione e realizzazione della 1^ e della 2^ serie dei sommergibili U212-A che terminerà con la consegna del “Romeo Romei”, ha preannunciato l’intenzione di voler continuare la sinergia con la Marina Militare per la realizzazione anche della 3^ serie
della classe. Al capitano di corvetta Antonio Salvatore D’Amico, comandante del sommergibile Pietro Venuti, e al primo equipaggio di questa nuova Unità alla quale diamo il benvenuto in famiglia, auguriamo mare calmo e vento in poppa.
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La sicurezza in mare
La manutenzione dei motori e le attrezzature di bordo testo di Alessandro Lentini vignette di Paolo Giannetti
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e dotazioni di sicurezza di bordo di un natante o imbarcazione impegnata in una navigazione sono legate alla distanza dalla costa in cui questa si svolgerà e secondo il principio per cui "la sicurezza della navigazione comincia in banchina, prima della partenza". Entro 300 metri dalla costa non sono obbligatori mezzi di salvataggio o particolari dotazioni di sicurezza mentre fra i 300 metri ed un miglio (1.852 metri) è obbligatoria una cintura di salvataggio per ogni persona e un salvagente anulare con cima. Le imbarcazione senza marcatura CE devono avere a bordo una pompa o altro attrezzo di esaurimento e mezzi antincendio o estintori (già presenti nelle imbarcazioni con marcatura CE) Fino alle 3 miglia dalla costa le dotazione aumentano, con la presenza obbligatoria di una boetta fumogena, due fuochi a mano a luce rossa, fanali regolamentari e apparecchi di segnalazione sonora, come un fischietto. Fino a sei miglia dalla costa, oltre a quelle già citate, bisogna avere anche una boetta luminosa, due (anzichè una) boette fumogene, due razzi a paracadute a luce rossa.
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Come per una macchina anche il motore di una imbarcazione deve essere regolarmente controllato, in particolare prima dell’invernaggio: sostituire l’olio e il filtro dell’olio e far andare il motore con acqua dolce di raffreddamento; smontare la girante (lasciandola smontata per l’inverno) e verificare la cinghia del motore, controllando le fascette e i manicotti; ingrassare tutte le parti del motore che necessitano di ingrassaggio. Regolarmente farlo girare “a mano” o con un semplice e brevissimo colpo d’avviamento.
Le dotazioni obbligatorie per le imbarcazioni che navigano fino a dodici miglia dalla costa comprendono tutte le precedenti con l'aggiunta di una zattera di salvataggio per tutte le persone a bordo, un apparato vhf e bussola con relative tabelle di deviazione vistate dall'Autorità Marittima: la bussola installata a bordo deve essere sottoposta a compensazione da parte di personale autorizzato delle Capitanerie di Porto (giri di bussola) che al termine rilascerà la tabella delle deviazioni. Per l'apparato vhf, installato dopo aver ottenuto la licenza di esercizio, deve far parte dell'equipaggio anche un operatore munito del certificato limitato di radiotelefonista. Orologio, barometro, binocolo e carte nautiche della zona in cui si effettua la navigazione con strumenti di carteggio (anche elettronici, purchè a bordo ci sia un apparato ausiliario) fanno parte della dotazione obbligatoria per la navigazione fino a 50 miglia. A questi si aggiungono una cassetta di pronto soccorso, strumenti di radio-posizionamento, riflettore radar e segnale conico per barche a vela da mostrare, vertice in basso, quando si procede contemporaneamente a vela e motore. Per le imbarcazioni che effettuano la navigazione senza limiti sono previste tutte le dotazioni già descritte precedentemente con un aggiunta sulle boette, fuochi a mano e razzi a paracadute (rispettivamente 3, 4 e 4) e la presenza anche di un E.P.I.R.B. (trasmettitore di soccorso di posizione). Tutte le informazioni e le tabelle con le “capacità” delle attrezzature di sicurezza obbligatorie possono essere richieste alla Guardia Costiera in quanto regolamentate da decreti legislativi del Ministero dei Trasporti.
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La sicurezza della navigazione comincia in banchina, prima della partenza
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Francesco Gallinaro Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina dal Mediterraneo al Mar Nero e ritorno
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di DesirĂŠe Tommaselli
a storia dell’ammiraglio Gallinaro è certamente comune a quella di tanti altri uomini di Marina che hanno combattuto il secondo conflitto mondiale e la Guerra di Liberazione; è una storia che assurge, quindi, a giusto titolo a rappresentare quella di coloro che, pur non essendo passati agli onori delle cronache o venendo menzionati solo fugacemente nella saggistica, hanno con il loro impegno,
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abnegazione e sacrificio contribuito comunque a fare la storia della Marina. Questo vale ancor più se si considera come la guerra renda inevitabilmente “straordinarie” le esistenze di coloro che la vivono e che ad essa sopravvivono. Chi non torna o torna dalla guerra è protagonista e/o testimone di qualcosa “fuori dall’ordinario” che lega indissolubilmente la sua esistenza alla storia di tutti. Chi torna racconta anche di chi non è tornato, racconta per ricordare e racconta coll’intimo desiderio che la propria esperienza sia di monito per le generazioni future. Francesco Gallinaro ha raccontato per anni i suoi ricordi alle figlie Antonella e Vanda; ricordi che, ormai novantenne, ha messo per iscritto, esaudendo il desiderio della famiglia, che ha poi voluto condividerli con la Marina Militare. Sono storie accattivanti e ben scritte, che offrono uno spaccato della vita di bordo sui sommergibili nonché di una guerra condotta sotto le onde, senza centraline di lancio, radar o satellite e fatta di lunghe immersioni di agguato, inseguimenti e tentati speronamenti. “Volontario” nella guerra di Spagna,
a bordo del sommergibile Ferraris, Gallinaro partecipa all’affondamento di tre mercantili (Navarra, Ciudad de Cadiz e Armuru) che trasportano materiale bellico. Dopo quel primo imbarco, “desiderare di proseguire il mestiere di sommergibilista e farlo per quasi dieci anni è stato un misto di coraggio, incoscienza, passione per il mare e per la Marina, amor di Patria, senso del dovere…” ricorda Gallinaro, che passa circa 4 anni a bordo dello Jantina, destinato a Lero, la base italiana nel Dodecaneso. Durante il suo servizio su quel battello, l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale. Egli descrive le “missioni di guerra intervallate da soste alla base sommergibili, soste caratterizzate da continui bombardamenti aerei per rispondere ai quali le unità navali davano il loro contributo, supportando la contraerea e l’armamento della base. La vita, in pratica, consisteva in un’alternanza di missioni di guerra, di circa venti giorni, e di soste alla base di durata più o meno analoga… Il “riposo” non era affatto tale e le condizioni di vita rischiose quanto le missioni”. Sullo Jantina Gallinaro trascorre il primo Natale di guerra, quando non
Nella pagina accanto: il sottotenente di vascello Gallinaro sulla torretta del sommergibile tascabile CB 6, la piccola unità di cui è comandante dal settembre 1941 al dicembre 1942 (Foto Famiglia Gallinaro); in alto: il sommergibile Ferraris a Messina (Foto Ufficio Storico Marina Militare).
potendosi “organizzare alcuna cerimonia religiosa… affamati, sferzati dal vento, senza informazioni e abbastanza sfiduciati” gli uomini dell’equipaggio leggono la Preghiera del Marinaio. Ma ricominciano presto gli agguati:“dopo diciotto ore sott’acqua l’ossigeno era ormai da tempo esaurito … e l’aria si era condensata all’interno dello scafo sulle pareti di freddo acciaio e gocciolava già da una decina di ore infilandosi nel collo, nelle orecchie, tra i capelli … dove più poteva dare fastidio! All’emersione, arrivato in plancia ancora grondante di acqua, mentre davo un rapido sguardo in giro per assicurarmi della mancanza di pericoli, inspiravo a grandi boccate l’aria fresca e iodata espirando quel misto di respiri, nafta e acido di accumulatori che avevo inalato tanto a lungo!”. Nei ricordi di Gallinaro torna sempre il gusto dell’aria fresca, “il sapore dell’aria pura, dopo aver respirato per tanto tempo quella che odorava ormai di umido, di fiatone e sudore dei cinquanta compagni di viaggio chiusi nel
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sigaro d’acciaio”; un equipaggio “meraviglioso, un gruppo affiatato, preparato professionalmente, unito da sentimenti di affettuoso rispetto, pronto a dare tutto per la propria nave e per il bene comune”, che convince Gallinaro a restare per un’ultima missione quando già per l’Ufficiale si profila un nuovo e diverso impiego, da lui stesso promosso. Egli, infatti, insieme al tenente Conte, Direttore di macchina di un altro battello, chiede e ottiene di modificare uno dei minisommergibili CA che giacciono inutilizzati lungo la banchina dell’Arsenale di La Spezia. L’intento è quello di impiegarlo come mezzo d’assalto contro Malta. La macchina organizzativa a sostegno dell’impresa si muove; i due ufficiali, destinati a co-
stituire i soli membri dell’equipaggio del piccolo battello, sono fiduciosi della riuscita dell’operazione. Ma viene loro concesso di effettuare un’ultima missione sui rispettivi sommergibili di provenienza. Gallinaro imbarca sullo Jantina, ma una serie di imprevisti fa sì che egli non sia più su quel battello quando viene affondato con quasi tutti i suoi uomini il 5 luglio 1941.
Muore, invece, il tenente Conte e l’azione contro Malta è annullata. Gallinaro, con il grado di sottotenente di vascello, viene però destinato a comandare il CB 6, uno dei nuovi minisommergibili appena consegnati a La Spezia. Questi battelli, che imbarcano 4 persone di equipaggio, vengono organizzati in una squadriglia di 6, destinata a proteggere il traffico mercantile, in in-
Il sommergibile Jantina, sul quale Gallinaro è imbarcato dal dicembre 1937 all’aprile 1941; in alto: un sommergibile “tascabile” CB in navigazione lungo le coste della Crimea nell’estate del 1942. (Foto Ufficio Storico Marina Militare).
La vita in poche righe... di Desirée Tommaselli
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ato a Gaeta il 27 novembre 1914, dopo aver conseguito la patente di capitano di lungo corso, nel 1935 entra in Accademia Navale come Ufficiale di Complemento. Nel giugno 1936, col grado di aspirante guardiamarina, imbarca sul sommergibile Ferraris, a bordo del quale prende parte alla guerra di Spagna. Decorato con Croce di Guerra al Valor Militare, è promosso guardiamarina nel mese di ottobre. A dicembre passa, come Ufficiale di Rotta, sul battello Jantina su cui resta fino all’aprile 1941. Sottotenente di vascello dall’ottobre 1940, nel maggio 1941 riceve il comando del sommergibile tascabile CB 6, impegnato prima in operazioni antisom nelle acque
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di Napoli e Salerno (settembre 1941-aprile 1942) e poi in attività offensiva in Mar Nero (giugno-dicembre 1942). Decorato di Medaglia di Bronzo al Valore Militare e passato in servizio permanente effettivo (ottobre 1942), nell’aprile 1943 è in forza al Comando Scuola Sommergibili di Pola e imbarca sul sommergibile Jalea, unità addestrativa di detto istituto. Addetto ai corsi Aspiranti Guardiamarina (aprile-agosto 1943) e comandante di un distaccamento per l’allestimento dei nuovi tascabili CB, nonché responsabile dell’addestramento dei comandanti e degli equipaggi di queste nuove unità, dopo la proclamazione dell’armistizio lascia Pola per raggiungere il sud Italia. Nel maggio 1944 prende servizio presso il Comando Sommergibili di Taranto, imbarcando come Ufficiale in 2^ sul sommergibile Da Procida (maggio-luglio 1944) e sul Nichelio (luglio 1944-gennaio 1945). Promosso tenente di vascello nel novembre 1944, è
Accanto: il sottotenente di vascello Gallinaro a prora del Ferraris, il sommergibile su cui imbarca a Messina nel giugno 1936 col grado di aspirante guardiamarina e a bordo del quale resta fino al dicembre 1941 (Foto Famiglia Gallinaro).
gresso e in uscita dai porti di Napoli e Salerno, dagli agguati dei sommergibili nemici. Per esigenze connesse alle operazioni in Mar Nero, i piccoli battelli sono poi impiegati come mezzi d’assalto nell’ambito della Flottiglia comandata dal capitano di fregata Francesco Mimbelli. La loro dislocazione si rivela decisiva per la caduta di Sebastopoli. Dopo l’attività in Mar Nero, che gli vale la Medaglia di Bronzo al Valore Militare, Gallinaro è destinato a Pola per seguire l’allestimento della nuova serie di CB. Dopo l’armistizio, “dinanzi al dissolvimento del vecchio Stato ed alla riorganizzazione di uno nuovo”, lascia rocambolescamente la città e inizia un lungo e avventuroso viaggio per raggiungere, dopo mesi, il Comando Sommergibili di Taranto. Negli anni ’50 è impegnato nel dragaggio dei campi minati in Sardegna e all’isola d’Elba; un’attività, questa, tanto pericolosa quanto necessaria, un grande contributo personale e di Forza Armata indispensabile a far ripartire l’Italia dopo il dramma della seconda guerra mondiale. destinato al Comando Scuola Sommergibili di Taranto come Istruttore (gennaio 1945-aprile 1946). Ufficiale Addetto alle armi subacquee sul cacciatorpediniere Legionario (settembre 1946-gennaio 1948) e Ufficiale in 2^ sulla corvetta antisom Sibilla (gennaio 1948-luglio 1949), dopo un periodo nei Servizi Informativi delle Forze Armate (dicembre 1949-marzo 1953), è al comando delle corvette antisom Farfalla (marzo-aprile 1953) e Flora (aprile-giugno 1953), della 33^ Squadriglia Dragamine (giugno 1953-agosto 1953) e della corvetta antisom Ibis (dicembre 1953-ottobre 1954). Promosso capitano di corvetta nel giugno 1954, ricopre l’incarico di Ufficiale in 2^ e di Ufficiale alle Operazioni del 1° Gruppo Dragamine di Taranto (ottobre 1954-gennaio 1956). Destinato allo Stato Maggiore della Difesa (gennaio 1956-febbraio 1961), è nominato capitano di fregata nel dicembre 1960. Comandante della torpediniera Libra (marzo 1961-ottobre 1962),
presta servizio allo Stato Maggiore Marina (dicembre 1962-novembre 1970). Capitano di vascello dal dicembre 1966 e contrammiraglio dal novembre 1970, è a disposizione del Comar fino al gennaio 1971, quando lascia il servizio attivo. Ammiraglio di divisione della Riserva Navale dall’ottobre 1980 e ammiraglio di squadra dal giugno 1981, muore a Gaeta il 26 maggio 2016.
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Un fisico “speciale”
testi e foto a cura del Gruppo Operativo Incursori
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n questo nuovo appuntamento il focus verrà rivolto nei confronti di uno dei movimenti principali della ginnastica a corpo libero, i piegamenti sulle braccia, conosciuti nel gergo anglofono come push-up. Come consuetudine prima di immergerci all’interno di un profilo allenante andremo a visualizzare la muscolatura coinvolta e la corretta rappresentazione biomeccanica esecutiva che è alla sua origine. Abbiamo ribadito nei precedenti articoli che la teoria e la tecnica devono essere il faro conduttore che guida ogni gesto muscolare. Pur correndo il rischio di essere pleonastici non ci stancheremo di ribadire che la corretta pratica d’esecuzione rappresenta quell’ineludibile punto d’incontro tra le performance e la sicurezza. L’industria del fitness in questi decenni si è concentrata nella costruzioni di macchine scintillanti sempre più tecnologiche che tuttavia non hanno nulla a che vedere con il movimento e la fatica nella sua essenza. Il nostro obiettivo è quello di riappropriarci di movimenti essenziali che sono trasferibili alla vita di tutti i giorni. Il nostro cervello possiede tutte le istruzioni per far muovere il proprio corpo all’interno di processi biomeccanici precisi e funzionali, di conseguenza non c’è nessun motivo per farsi imprigionare da macchine o aggeggi all’ultima moda. Il push-up attiva tutta la muscolatura superiore del tronco in funzione di abduzione/spinta (ogni volta che con l’ausilio delle braccia allontaniamo qualcosa dalla sezione busto/tronco, che sia un oggetto con cui interagiamo nella nostra quotidianità o un peso libero impiegato per il training stiamo applicando un movimento di spinta/abduzione). I muscoli principali coinvolti sono
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fase 1
1) Il set-up di partenza va effettuato sdraiandosi con la pancia e il petto completamente stesi a terra. 2) Poggiare i palmi delle mani a terra ruotati leggermente all’infuori, in linea o di poco più basse rispetto alla muscolatura del petto. 3) Con le mani ben poggiate a terra spostare lo sguardo a destra e a sinistra per rivolgere l’attenzione alle braccia che devono acquisire un’ampiezza tale affinché vengano rispettate le regole posturali: avambraccio perpendicolare rispetto al terreno; omero a 90° o poco meno rispetto all’avambraccio e di circa 45° rispetto al tronco. 4) I gomiti devono essere rivolti all’indietro e mantenuti per tutta l’esecuzione del movimento vicino al tronco. 5) Attivare tutta la muscolatura: contrarre il core, attivare la muscolatura delle gambe spostando il peso sui piedi che acquisiscono un angolo di 90° rispetto alle tibie. 6) Da questa posizione di partenza (concentrarsi per attivare il tricipite e il gran pettorale) iniziare la fase positiva di spinta (fase concentrica) fino ad arrivare al blocco articolare dei gomiti. 7) Il nostro corpo deve assumere una posizione di plank o asse da stiro (bacino anteroposto, cioè arrotondato; schiena leggermente arrotondata; scapole abdotte, come se volessero tra di loro allontanarsi. Questa postura delle scapole consente alle spalle di non incassarsi ma mantenersi attive affinché non si gravi sul complesso della cuffia dei rotatori). tutti quelli superiori che chiamano in causa la catena muscolare anteriore superiore in fase di spinta. Gran pettorale, deltoidi e i tricipiti. Ovviamente ad essere stimolate saranno anche la catena centrale anteriore (retto dell’addometrasverso dell’addome), quella po-
steriore (lombari-quadrato dei lombi-erettori spinali) e quella altaposteriore (trapezi-romboide-gran dorsale-lunghissimo del dorso) in funzione principalmente di stabilizzazione/propriocezione. Il sovraccarico è dato dal peso del nostro corpo, un aspetto che non
fase 2
1) Iniziare la fase negativa di discesa (fase eccentrica) avendo cura di controllare il movimento senza lasciarsi “cadere”. Finire il movimento cercando di far toccare contemporaneamente a terra il complesso petto/pube/quadricipiti. 2) Cercare di evitare, soprattutto quando si è affaticati, di incurvare la schiena (perdita della muscolatura erettrice del core con conseguente aumento della curvatura fisiologica della schiena in lordosi). Questo errore posturale è confermato se nella fase di discesa tocchiamo a terra prima con il binomio gambe/pube e poi con il petto. 3) Con questo assetto continuare a eseguire le ripetizioni in modo fluido e controllato senza inserire pause. Applicare una sequenza tempo sotto tensione (tut: time under tension) di 2:0:3 (due secondi per la fase positiva- zero secondi per la fase di pausa al petto- tre secondi per la fase negativa).
Versione per atleti principianti
Chi trovasse difficoltoso la versione base potrà optare per una variante alleggerita realizzabile sostituendo il punto di appoggio dei piedi con quello delle ginocchia.
Versione per atleti allenati
Come abbiamo già accennato può essere inserita nel momento in cui si effettuano un buon numero di serie e ripetizioni continuative una tecnica di intensificazione conosciuta nel mondo della preparazione atletica come “piegamenti sulle braccia con rilascio delle mani” (push-up hand release) o anche come ”fermo al petto”. Lo scopo di questa metodologia è quello di introdurre un sovraccarico o quello che può essere considerato come un deficit muscolare.
Tecnica di esecuzione
Una volta conclusa la fase eccentrica (fase negativa discendente) si devono sollevare le mani da terra per circa un secondo. Il peso del corpo nel frangente della pausa poggerà sul petto con conseguente azzeramento di forza elastica accumulata dalla muscolatura durante la fase di discesa. Al termine della pausa, si potranno nuovamente poggiare le mani a terra per riniziare dalla fase di spinta. Ogni ripetizione dovrà essere caratterizzata da questa piccola ma significativa modifica.
deve essere interpretato con accezione negativa o limitante. Per i principianti il peso dato dalla nostra struttura corporea può rappresentare già di per sé un ostacolo non indifferente e proprio per venire incontro alle specifiche esigenze e livelli di maturità muscolare differenti presenteremo alcune varianti da applicare a quella che è l’esecuzione standard. Allo stesso modo anche per chi volesse rendere l’esercizio più difficoltoso e performante saranno prospettate modifiche estremamente funzionali. Per esigenze di spazio in questo specifico articolo verranno prospettate solo due varianti, una appunto per principianti e una per chi ha già un sufficiente livello di forza che permette di eseguire un buon numero di ripetizioni senza pause.
Allenamento proposto:
1) Effettuare 5 serie di ripetizioni ad esaurimento (tutte quelle che vengono mantenendo la corretta tecnica di esecuzione) con recupero di 2 minuti. 2) Come workout -1 ma inserendo la tecnica di rilascio delle mani. 3) 10’ di Amrap (quante più ripetizioni possibili nell’arco di 10’ effettuando tutte le pause che si vuole). 4) Super-set: push-up + air squat a) effettuate 5 serie di 15 pushup + 20 air squat con 2’ di recupero tra le serie b) Amrap di 15’; 10 push-up + 15 air squat per 10’ senza pausa tra le serie
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na 56° edizione tutta da scoprire, accoglierà i tanti protagonisti e amanti del mare e della nautica. Genova è il Salone, un connubio indissolubile, un appuntamento unico e irrinunciabile, punto di riferimento per l’intero settore della nautica da diporto in Europa e nel Mediterraneo. Un evento speciale per le sue caratteristiche, che consente di mettere in mostra in un unico contesto espositivo le ultime novità della produzione cantieristica, i motori, l’elettronica, gli accessori, il turismo e tutti i servizi. Quest’anno, numerose le novità e, tra queste, il Salone ha deciso di puntare su una grande protagonista del mare: la pesca sportiva. Un vero e proprio mondo da scoprire, considerando che in Italia i pescatori
di Pasquale Prinzivalli
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sportivi sono oltre 1.250.000. Numerose sono le novità anche nelle imbarcazioni pneumatiche in una delle aree più interessanti e vivaci del Salone, che rispecchia un mercato che sta ripartendo in Italia anche in questo segmento: un vero e proprio concentrato di tecnologia e di made in Italy. Nel 2015 i visitatori sono stati oltre 115.000, gli espositori 760 e oltre 1.000 le imbarcazioni esposte tra terra e mare con oltre 1.800 prove in mare e 481 incontri. La Marina Militare nell’ambito del Salone Nautico presenta il calendario 2017. Il tema è “un giorno lungo un anno”, nato dall’idea di coinvolgere in maniera diretta gli uomini e le donne della Marina, con i propri scatti illustrati in un viaggio “dall’alba al tramonto,” attraverso i dodici mesi
dell’anno. Dodici immagini inedite, che ritraggono momenti di vita e di professionalità dei nostri equipaggi durante il lavoro quotidiano sulle navi, sommergibili, aerei, elicotteri e nelle basi della Marina. Anche quest’anno il calendario della Marina Militare volge lo sguardo oltre l’orizzonte, tra innovazione e tradizione, rappresenta un grande spaccato
della Marina e il suo ambiente naturale: i marinai, le navi e il mare.
Sarà possibile acquistare il calendario 2017 presso lo stand della Marina presente al Salone o tramite la home page del sito Internet della Forza Armata www.marina.difesa.it.
6 ragioni per visitare il Salone
di Luciano Regina
Diversi i motivi per cui non si può mancare a tale appuntamento:
“Sea experience” ossia la possibilità di provare in mare le imbacazioni e gli sport acquatici in modo gratuito ed in totale sicurezza (sup, flyborad, lampuga) in una location unica. rivivere l’emozione delle olimpiadi con la possibilità di incontrare e conoscere gli atleti azzurri che hanno partecipato ai giochi di rio 2016. l’opportunità unica di volare sui catamarani m32; per la prima volta, il salone nautico ospita una tappa del circuito m32 mediterranean series. immergersi nel mondo della pesca sportiva con due giornate interamente dedicati a eventi, incontri, esperienze dirette insieme ai più famosi pescasportivi italiani. gustare eataly e l’eccellenza della cucina italiana. l’accoglienza di un salone senza barriere con particolare risalto alle attività sportive dedicate a persone disabili a bordo di imbarcazioni senza barriere, insieme ad atleti e sportivi.
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l Consiglio dell’Unione Europea Il’operazione oltre ad estendere il mandato delSophia ha aggiunto due GOSTO
compiti: l’addestramento della Guardia Costiera della Marina Libica e l’implementazione dell’embargo di armi in accordo con la risoluzione ONU n. 2292 del 14 giugno 2016. Sulla base di questi nuovi impegni, è stato siglato a Roma un Memorandum of Understanding tra la forza Europea e la Guardia Costiera Libica che prevede una cooperazione per la tutela della vita in mare e la lotta alle organizzazioni criminali. L’accordo, siglato dall’ammiraglio Enrico Credendino, comandante dell’operazione e dal comandante della Guardia Costiera Libica, commodoro Abdalh Toumia, prevede l’addestramento degli equipaggi libici da parte degli assetti europei di Eunavoformed. L’ammiraglio Credendino lo definisce “un atto concreto dell’Unione Europea nel quale si definiscono le linee programmatiche della cooperazione di Eunafor Med con la Guardia Costiera e la Marina Libica”.
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i è svolta nel Mediterraneo cenSItaliana trale un’esercitazione tra la Marina con la fregata Carabiniere, la
Marina Canadese con la nave Charlottetown e la Marina Giapponese impegnata in una campagna addestrativa per ufficiali di sei mesi in transito nelle acque del Mare Nostrum con i due cacciatorpediniere Asagiri e Setoyuki e la nave scuola Kashima. Proprio a bordo di quest’ultima Unità, è avvenuto un incontro tra i comandanti delle nave italiana, capitano di fregata Francesco Pagnotta, il comandante dell’unità canadese ed il comandante del Japan Training Squadron, l’ammiraglio Hidetoshi Iwasaki per un confronto sulle operazioni che si stanno svolgendo nel Mediterraneo. L’ammiraglio ha dimostrato interesse al Virtual Regional Maritime Traffic Centre (V-RMTC), un sistema di controllo del traffico marittimo, nato su iniziativa italiana e che coinvolge diversi paesi europei. Anche gli equipaggi hanno potuto vivere un momento addestrativo.
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n oro, un argento ed un bronzo, questo è il bottino U conquistato dagli atleti della Marina Militare che hanno partecipato con la nazionale italiana ai CampioGOSTO
nati Mondiali di Canottaggio di Rotterdam - Olanda, riservati alle categorie Under 23, Juniores e alle specialità non incluse nel programma Olimpico. Conquista il terzo posto Gabriel Soares a bordo del “quadruplo”, mentre si aggiudica l’argento Raffaele Giulivo prodiere del “quattro con”, entrambi nella categoria Under 23. Sale sul gradino più alto del podio
Andrea Benetti, un oro significatico considerando che il giovane atleta categoria juniores, è nato e cresciuto sportivamente nel Centro Sportivo Remiero di Sabaudia. Particolarmente soddisfatto Franco Sancassani, 10 volte campione del mondo ed allenatore della sezione giovanile che commenta i risultati ottenuti come una “conferma dell'ottimo lavoro che la Marina Militare sta compiendo nel settore remiero e pongono buone basi di lavoro per il quadriennio olimpico appena iniziato."
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’equipaggio di nave Fasan, flagship Lvissuto dell’Operazione Mare Sicuro, ha emozioni importanti acco-
di Maria Giuseppina Pepe
gliendo tra le proprie braccia una neonata come Noa Mery. La stanchezza, lo stress e neppure il caldo di quei giorni non ci faranno mai dimenticare due occhioni di neonata che sono riusciti a dire “grazie” senza neppure sapere cosa le stesse capitando intorno. Il momento più emozionante è stata la celebrazione del rito Battesimale richiesto dalla madre della piccola, di religione cattolica, al cappellano di bordo don Vincenzo Caiazzo. Un desiderio che è stato subito preso a cuore dal Comandante della Nave, Giancarlo Ciappina, e da tutto l’equipaggio del Fasan. Per l’occasione l’aletta di plancia si è trasformata in una piccola cappella, il Comandante dell’ Operazione Mare Sicuro, il contrammiraglio Alberto Maffeis, è stato scelto come padrino della piccola, madrina la dottoressa di bordo T.V. Ottavia Balbi che si è presa cura di Noa sin dal suo primo ingresso a bordo. di Emenuele Scigliuzzo
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i è solta presso la banchina GioSSpezia vannini nella base navale di La la cerimonia di passaggio di
consegne al vertice del Comando delle Forze di Contromisure Mine alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio Filippo Maria Foffi. L’ammiraglio Vianello che lascia Maricodrag dopo tre anni di comando, nel suo discorso ha ripercorso la storia dell’ente che definisce come una “componente poco conosciuta che lavora in disparte, tuttavia ha una grande storia, antica quanto quella della Forza Armata costellata di importanti imprese e primati”. Il contrammiraglio Enrico Pacioni, che ha lasciato l’incarico di Capo Ufficio Pubblica informazione e Comunicazione, nel discorso di insediamento si è detto orgoglioso di assumere il comando ed ha espresso la propria fiducia nei suoi uomini. L’ammiraglio Foffi, in chiusura della cerimonia nel proprio in-
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ella base navale di Napoli si è N svolta la cerimonia di avvicendamento al vertice del Maricomlog
(Comando Logistico della Marina). Dopo oltre 18 mesi l’ammiraglio di squadra Donato Marzano, ha passato le consegne all’ammiraglio di squadra Raffaele Caruso. Questo importante evento dà continuità alla storica presenza della Marina nella città partenopea, da sempre legata alla marittimità, come testimoniano le numerose autorità civili, militari e gli ospiti intervenuti. Alla cerimonia ha partecipato il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli che ha sottolineato: “La Campania è una regione a forte propensione marittima, con una realtà cantieristica importante come quella di Castellammare di Stabia, che ci sta particolarmente a cuore e con Napoli, città capoluogo e portuale di valenza internazionale”. Come ricordato dall'ammiraglio Girardelli, l’azione del Comando Logi-
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tervento dichiara “le nostre navi non sono moderne, ma sono il nostro hardware, ma senza il software non si fa nulla e gli equipaggi effettivamente sono il software perchè fin dall’inizio devono garantire il funzio-
namento continuo, sicuro, senza bachi ed in grado di affrontare e risolvere tutti i problemi in qualunque situazione”; ha poi concluso dicendo “di voi siamo particolarmente orgogliosi”.
stico è stata indirizzata “a creare una vera e propria squadra tecnicologistica che potesse assicurare alla Squadra Navale il necessario supporto, avvertendo ciò come una
funzione primaria, funzione di quella operativa data dal Comando in Capo della Squadra Navale, assicurando il Comando e Controllo della catena logistica”.
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ul ponte di volo della portaerei Cavour, ormeggiata nella Stazione Navale Mar Grande di Taranto, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ha avuto luogo la cerimonia di cambio al vertice del Comando in Capo della Squadra Navale e del Comandante della Forza Marittima Europea tra l'ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi (cedente) e l'ammiraglio di squadra Donato Marzano (subentrante). L'ammiraglio Foffi ha ceduto l'incarico dopo quasi quattro anni di Comando, durante i quali le unitĂ e gli equipaggi della Squadra Navale hanno partecipato a numerose e diversificate missioni nazionali e internazionali, tra le quali il periplo dell'Africa del trentesimo Gruppo Navale, la collaborazione nell'ambito della Macroregione AdriaticoIonica; l'operazione Mare Nostrum; l'operazione Mare Sicuro; l'operazione Active Endeavour per la sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo sotto egida NATO; le operazioni Ocean Shield e Atalanta,
di Emanuele Scigliuzzo
per il contrasto alla pirateria marittima, le operazioni europee Triton ed Eunavformed Sophia, nonchĂŠ le numerose esercitazioni nazionali, NATO, EU. L'ammiraglio Marzano
assume il comando della Squadra Navale dopo aver assolto l'incarico di comandante del Comando Logistico della Marina Militare con sede a Napoli.
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