Notiziario della Marina Settembre 2019

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M ARINA

n o t I Z I A r I o d el l a

A n n o LXV I - S e t t e m b r e 20 1 9 - € 2,0 0


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di Antonio Cosentino

E’ difficile non provare tenerezza quando si sfoglia un album di famiglia. Le immagini che vengono dal passato, se è un nostro passato e ci appartiene così profondamente, suscitano emozioni crescenti man mano che scorre il tempo. E’ come se si rendessero sempre più accessibili alla nostra memoria. Il nostro dovere è quello di non soccombere alla nostalgia, ma di ricercare e di trovare nella nostra storia, nei volti e nelle gesta degli uomini che l’hanno nobilitata, le ragioni che rendono le nostre radici e la nostra identità sempre più solide e forti. Non sempre, e comunque non necessariamente, questa storia si compone di grandi eventi e di episodi memorabili, anche se di essi abbonda la storia della Marina. C’è però anche una storia solo apparentemente minore, fatta di impegno tenace e rigoroso, di piccoli e grandi sacrifici, di dura quotidianità, una storia che costituisce il prezioso tessuto connettivo della vita di una Forza armata i cui uomini sono abituati a lavorare in operoso silenzio, solcando mari difficili e scrutando orizzonti. Questa quotidianità non è dunque mai scontata e merita di essere conosciuta e ricordata perché è una fonte inesauribile di esempi di: dedizione, generosità, coraggio e senso profondo del dovere. Un giorno chi vorrà davvero conoscere la Marina non potrà fare a meno, che ripercorrere e scorrere attraverso le pagine del “Notiziario della Marina”, la vita di una Forza armata come la Marina. In questo numero campeggiano le immagini delle Campagne d’Istruzione, un momento formativo importante che segna il passaggio “dalla terra al mare” per gli allievi di oggi e ufficiali di domani. La più emozionante tra le diverse fasi formative, che accompagna questi giovani marinai inesperti fino all’agognato “giro di bitta”, simbolo di esperienza e maturità. Il Notiziario è anche uno strumento di autorappresentazione della Forza armata, e come tale è un naturale e necessario punto di riferimento per la comunicazione esterna. In questo sta la sua originalità. Per questo, abbiamo ripercorso i passi salienti dell’intervento del capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che ha tenuto in seduta congiunta alle Commissioni Difesa di Senato e Camera, dove ha tracciato le linee programmatiche della Marina. Vari gli argomenti che ha trattato l’ammiraglio, ha spaziato dall’importanza e controllo delle S.L.O.C. (Sea Lines of Comunication) dell’area del Mediterraneo, all’esperienza che ha maturato la Marina con il Dispositivo Interministeriale Integrato di Sorveglianza Marittima e con l’Operazione Mare Sicuro. Ha analizzato, tra l’altro, anche altri aspetti identificativi della Forza armata, come l’attività che svolge a supporto ai cittadini e alla collettività ma anche aspetti sociali e la tutela dell’ambiente. Infatti, la Marina di oggi è sempre più protesa per il sociale e per la tutela dell’ambiente marino. In questo numero non potevano mancare due testimonianze di articoli, il primo sull’attività svolta dal Gruppo Operativo di Comsubin a favore di 71 subacquei disabili, in immersione a porto Venere, l’altro sulla missione scientifica che racconta l’ambiente attraverso le immagini, “il progetto WonderFull – le 7 coste d’Italia” a bordo della nave scuola Palinuro. Lo scopo della spedizione scientifica, da parte dei ricercatori del progetto WonderFull, è quello di monitorare le acque, i mari, la ricerca sulla fauna marina e lo stato delle nostre coste.

Come sempre in queste pagine proviamo a trasmettervi quel misto di spirito d’avventura e poesia marinaresca che solo chi va per mare conosce. Buona lettura.

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SOMMARIO

Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

Settembre

2019

Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa

Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

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DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO

REDAZIONE

Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME

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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli

chiuso in redazione il 30 agosto 2019

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L’editoriale

di Antonio Cosentino

L’Ammiraglio Cavo Dragone traccia le linee programmatiche della Marina

di Antonio Cosentino

Operazione mare Sicuro

di Michele Manzari

L’avvicendamento al Comando tattico dell’Oerazione Mare Sicuro

di Antonello Lorusso

L’Italia al comando della Forza Anfibia italo-spagnola

di Pasquale Prinzivalli

La Brigata Marina San Marco addestra la Guardia Costiera gibutiana

di Antonello Lorusso

Campagne d’istruzione

di Antonello Lorusso

La Campagna idrografica 2019

di Ilaria Cattafi e Annamaria Stucci

Nave Galatea

di Lia Pasqualina Stani

Insieme in immersione a Portovenere

di Giampaolo Trucco

WonderFull, la missione scientifica che racconta l’ambiente

di Antonio Cosentino

Curiosità e tradizioni di nave Vespucci

di Fabio Vespucci

Dis...Corsi di navigazione

di Paolo Giannetti

Il gergo marinaresco

di Pasquale Prinzivalli

I pittori di Marina

di Paolo Bembo

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In seduta congiunta, le Commissioni Difesa di Senato e Camera hanno svolto al Senato, lo scorso 30 luglio, l’audizione del capo di Stato Maggiore della Marina. Nell’articolo ripercorriamo i passi salienti dell’intervento dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone

L’ammiraglio Cavo Dragone traccia le linee programmatiche della Marina

L

’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, durante l’audizione congiunta delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, che si è tenuta il 30 luglio ha sottolineato l’importanza e il controllo, sempre più crescente, delle

di Antonio Cosentino

S.L.O.C. (Sea Lines Of Communication), dell’area del Mediterraneo allargato da parte di attori globali quali Stati Uniti, Cina e Russia e regionali come i Paesi del Consiglio di Cooperazione del golfo Persico, Iran, Egitto,Turchia. L’ammiraglio

ha spiegato che il controllo delle SLOC, è indispensabile per la proiezione delle forze militari e degli interessi economici, nonchè per la deterrenza nei confronti di fenomeni di instabilità, quali pirateria, traffici illeciti, movimenti jihadisti e ter-


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rorismo in generale. “Per l’Italia la dimensione strategica del mare assume dunque una valenza del tutto particolare – precisa il capo di Stato Maggiore - questa corsa degli attori internazionali a garantirsi posizioni

chiave si sviluppa proprio in una area per noi di primario interesse, il cosidetto Mediterraneo allargato che, oltre al tradizionale Mare Nostrum, comprende il mar Rosso, il mar Arabico, il golfo di Guinea, in quanto accessi fondamentali al

bacino Mediterraneo e arterie essenziali del commercio internazionale tra l’Europa e l’Asia”. “Il nostro Paese – ha proseguito l’ammiraglio Cavo Dragone - scambia l’80% delle merci via mare, quindi circa 232,5 milioni di tonnellate, ha l’11ª flotta mercantile del mondo e la terza flotta peschereccia europea, con oltre 12.700 battelli e più di 60.000 addetti ai lavori che operano in questo settore; è interessato da flussi illegali, dalla sempre incombente minaccia terroristica, nonché da una forte pressione migratoria proveniente dal nord Africa, che tuttavia costituisce soltanto l’effetto immediato del più cogente problema dello squilibrio demografico nord/sud che prima o poi dovremo affrontare. L’Italia quindi non può esimersi dal giocare un ruolo importante sul mare, per agire a tutela del libero movimento delle merci e dei suoi legittimi interessi strategici, aspetti fondamentali per la sicurezza e l’economia del Paese”. Nel sottolineare come nel dibattito europeo e internazionale vi è quindi la creazione di una governance del mare, una regia istituzionale che si occupi degli


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affari marittimi e garantisca una migliore gestione del dominio marittimo – l’ammiraglio ha dichiarato – “la Marina militare, è pronta ad offrire la propria esperienza come quella maturata con il Dispositivo Interministeriale Integrato di Sorveglianza Marittima (D.I.I.S.M.), attraverso un sistema di compilazione e condivisione di tutto ciò che accade sul mare”. Analizzando gli scenari marittimi nel Mediterraneo e nell'area del golfo Persico, - ha affermato Cavo Dragone – “stiamo assistendo a un diffuso rafforzamento dello strumento navale come non accadeva da molto tempo. Francia, Spagna, Turchia, Algeria, Egitto, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi hanno programmato ed effettuato importanti investimenti nell'industria navale e subacquea della difesa: la legge navale del 2014 dell'ammiraglio De Giorgi mantiene l’Italia allineata sul piano dello strumento militare, a una tendenza oramai più che generalizzata nel cosiddetto Mediterraneo allargato”. “Nel corno d’Africa, - ha proseguito l’ammiraglio - la Marina militare è parte integrante della European Naval Force – Somalia, operazione Atalanta, che fu autorizzata con la risoluzione delle Nazioni Unite 1814 del 2008 e ha il

compito di contrastare gli atti di pirateria nell’area di operazioni. La Libia, la Tunisia, la Somalia e Gibuti sono altrettanti teatri di operazioni bilaterali e multilaterali, sotto l’egida della Unione Europea, della NATO e delle Nazioni Unite, dove la Marina offre un contributo importante e qualificato – ha evidenzianto che - nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro, ex operazione Nauras, una nave militare italiana staziona in maniera permanente nel porto di Tripoli per dare assistenza alla guardia costiera libica e favorire la formazione del personale locale. Ricordo che, da quando abbiamo iniziato, abbiamo messo in mare ben 11 pattugliatori, motovedette della Guardia Costiera, della marina libica, con questo supporto di squadra, a contatto di squadre tecniche che la Marina ha inviato presso la nostra nave ancorata a Tripoli”. Analizzando un altro aspetto identitario della Marina militare, la sua vicinanza ai cittadini e alla collettività, le parole del capo di Stato Maggiore della Marina sono state: “La Marina svolge attività di supporto a seguito di situazioni di straordinaria necessità e urgenza, come eventi sismici, atmosferici di particolare gravità o antropici, come spesso gli incendi boschivi: in tale ambito, sempre la

La Marina è testimone, contemporaneamente, della cultura italiana e dei valori della Costituzione Il presidente delle Repubblica Sergio Mattarella

centrale operativa del Comando in Capo della Squadra Navale, assicura, quando richiesto, anche l'attivazione e l'esecuzione dei piani di emergenza per l'evacuazione della popolazione in zone pericolose. Grande attenzione prestiamo anche agli aspetti sociali, svolgiamo attività a bordo di imbarcazioni a vela favore di persone affette da disabilità o che vivono condizione di disagio psichico e emotivo, collaboriamo con onlus per interventi clinici a favore di bambini e adolescenti affetti da gravi malformazioni”. Il capo di Stato Maggiore ha parlato poi della Marina militare come elemento integrante del Sistema Paese e strumento diplomazia marittima ed economica. Le campagne navali e la nostra nave scuola, l’Amerigo Vespucci, sono un efficace strumento di penetrazione all'estero, perché riflettono e valorizzano l'imprenditoria, la cultura, le eccellenze industriali e tecnologiche del nostro Paese. Altri argomenti chiave sono stati: la Marina e l’industria della Difesa, l’impiego dual-use e la tutela ambientale, queste le sue parole: “La crescita della nostra presenza nel mercato internazionale attiva il volano virtuoso per l’intero cluster tecnologico nazionale, quindi l'industria della Difesa, i centri di ricerca universitari, il ministero della Difesa e tutte le altre amministrazioni interessate che concorrono al posizionamento dell'Italia nei mercati terzi di interesse strategico. La Marina militare sarà proattiva nel promuovere l'industria della Difesa, la ricerca e l'innovazione tecnologica,


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anche in una chiave di rinnovata attenzione, a sfide di grande attualità quali lo sviluppo digitale per la sicurezza dello spazio cibernetico e il concreto impiego dual-use delle tecnologie e dei mezzi a favore della collettività nazionale. La tutela dell'ambiente marino costituisce una priorità da tutti condivisa, la Marina non mancherà di ampliare il suo contributo, approfondiremo l'attività di monitoraggio dei parametri ambientali marini, di supporto alla strategia ambientale marittima, ricorrendo anche ai nostri enti tecnici e specialistici, quali l'Istituto Idrografico della Marina militare e del Centro di Supporto e Sperimentazione Navale”. Parlando del personale ha evidenziato: “l’obiettivo sarebbe di giungere a 26.800 unità entro il 1 gennaio 2025, un obiettivo fissato in una fase storica diversa da quella attuale e, oggi, non appare realistico alla luce delle attuali esigenze della Marina e degli impegni in materia di sicurezza e stabilizzazione che l'Italia è chiamata a sostenere. Facendo una comparazione con Turchia, Regno Unito, Francia e Spagna, la Marina militare italiana oggi sarebbe la più piccola in termini relativi, ovvero noi siamo il 17% del totale delle Forze Armate e siamo gli unici a essere a livelli così bassi. Altro fattore fondamentale è il personale civile, rappresenta un asset fondamentale per la Marina nonché un patrimonio di competenze e professionalità, le attuali 9.000 unità, già oggi insufficienti, sono destinate a ridursi ulteriormente, nella prospettiva di una contrazione dell'organico a 20.000 unità per tutta la Difesa”. Circa le nuove capacità della Marina mi-

litare l’ammiraglio ha evidenziato i vantaggi derivanti dalla piena disponibilità della Portaerei Cavour, da equipaggiare con i 15 F-35B previsti per la Marina. “Si tratta di una realtà operativa comune a gran parte dei Paesi alleati ed è quindi una componente fondamentale per assicurare l’integrazione e l’interoperabilità dello strumento navale nelle

dinamiche atlantiche, nonché la difesa della flotta navale. Gli F-35B sono un elemento indispensabile per il conseguimento della capacità operativa della Portaerei, che rappresenta una base operativa avanzata, disponibile sempre e ovunque, un “aeroporto in mare aperto” dal quale proiettare capacità della Difesa ovunque sia necessario”.

Le parole del Presidente esprimono un sentimento che noi Comandanti della Marina sentiamo come nostro, che ci guida nelle scelte e che ci rende orgogliosi Il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone


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Nave Doria Flagship in Mediterraneo centrale

Operazione Mare Sicuro

di Michele Manzari

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nche in questa stagione estiva, alle porte di un periodo di generale riposo, le navi e i velivoli del dispositivo aeronavale dell’Operazione Mare Sicuro continuano a svolgere incessantemente la loro missione nel Mediterraneo Centrale. Si tratta di assicurare presenza e sorveglianza per tutelare gli interessi nazionali, garantire la sicurezza delle attività marittime italiane, la

protezione delle linee di comunicazione, delle attività di pesca e delle navi commerciali in transito, nonché la salvaguardia di fonti energetiche strategiche per il nostro Paese. Questi sono i compiti assegnati agli uomini e ai mezzi della Marina militare che dal 2015 sono impegnati, senza soluzione di continuità, in questa missione nazionale di sicurezza marittima. Un mandato che si sviluppa in

un’area da sempre particolarmente critica per gli equilibri geopolitici mediterranei ed europei, con ripercussioni di carattere globale, che negli ultimi anni sta vivendo una pericolosa fase di perdurante instabilità. Oggi, in questo contesto opera il cacciatorAl centro nave Doria in navigazione, flagship dell’Operazione Mare Sicuro.

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pediniere Andrea Doria, al comando del capitano di vascello Gianguido Manganaro, nel ruolo di unità di bandiera del Gruppo Navale con a capo l’ammiraglio di divisione Aurelio De Carolis, Comandante tattico in mare, alle dipendenze del Comandante in Capo della Squadra Navale, l’ammiraglio di squadra Donato Marzano. Concepita per essere impiegata principalmente nell’ambito della difesa

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aerea, nave Doria è idonea a fronteggiare molteplici minacce e ad assolvere numerose tipologie di missione, grazie alle capacità dei moderni sensori di scoperta, tracciamento e ingaggio, nonché ai sistemi all’avanguardia di cui è dotata nel campo delle telecomunicazioni e del supporto al comando. In particolare, l’Unità ha continuato costantemente a incrementare la conoscenza sulle

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dinamiche caratterizzanti le attività marittime in aree – tecnicamente nota come Maritime Situational Awareness (MSA) –, impiegando anche il personale specialistico della Brigata Marina San Marco, componente della Marina militare dedicata alle operazioni anfibie ed alla proiezione di forza sul mare e dal mare, per la condotta di visite a bordo dei mercantili e dei motopesca in transito nell’area


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di operazioni. In questo delicato contesto operativo le navi della Squadra Navale colgono ogni possibile occasione anche per addestrarsi e continuare nella incessante opera di affiatamento delle capacità di intervento, dei team e degli equipaggi di bordo. In quest’ottica, si riconosce anche la continua ricerca di eventi addestrativi e interazioni con navi delle altre Marine quando le

Un mandato che si sviluppa in un’area da sempre particolarmente critica per gli equilibri geopolitici mediterranei ed europei, con ripercussioni di carattere globale, che negli ultimi anni sta vivendo una pericolosa fase di perdurante instabilità

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Operatore della Brigata Marina San Marco, impegnato in operazioni per la condotta di visite a bordo dei mercantili e dei motopesca in transito nell’area di operazioni.

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loro rotte di transito nel “Mare Nostrum” incrociano l’area di gravitazione dell’Operazione Mare Sicuro. Nelle acque a sud della Sicilia, nave Doria ha effettuato attività bilaterali con le marine statunitense e turca, conducendo in particolare un rifornimento laterale con la USNS Medgar Evers, unità logistica della US Navy. Sono state svolte le manovre cinematiche di avvicinamento e navigazione

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affiancata per tutti i giovani ufficiali di vascello di bordo. Il battle rhythm giornaliero dell’unità è stato nuovamente adattato per interagire con il Tcg Bayraktar – nave scuola della Marina Turca impegnata nella campagna d’istruzione degli allievi ufficiali dell’Accademia Navale di Istanbul – durante il suo passaggio lungo l’area di operazione. L’occasione ha dato modo di effettuare ulteriori at-


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tività addestrative di carattere marinaresco, come manovre cinematiche ravvicinate ed esercitazioni per il personale di plancia, radio e della centrale operativa di combattimento (COC). Un breve ma intenso incontro per mare che ha riscosso pieno apprezzamento anche dalla controparte turca, riconosciuto come valido momento di accrescimento professionale per gli equipaggi di entrambe le unità e

utile occasione per rafforzare lo spirito di cooperazione bilaterale esistente tra i due Paesi. Anche in questo caso l’attività addestrativa ha visto il coinvolgimento degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno, imbarcati a bordo del Doria per il loro tirocinio estivo sulle unità della Squadra Navale, che ne hanno colto un’importante occasione formativa sul campo.

Il mare calmo e i venti caldi del Mediterraneo centrale, in queste lunghe giornate estive, regalano anche queste piacevoli esperienze, che offrono grandi soddisfazioni agli equipaggi delle unità della Marina militare italiana. Uomini e donne orgogliosi della propria professione, consapevoli di compiere quotidianamente un‘importante missione per la difesa e la sicurezza marittima del nostro Paese.

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L’avvicendamento al comando tattico dell’Operazione

Operazione Mare Sicuro

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di Antonello Lorusso

a fregata Luigi Rizzo, il 6 agosto durante la sosta nel porto di Siracusa, ha ospitato la cerimonia di avvicendamento tattico dell’Operazione Mare Sicuro (O.M.S.). Alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano, l’ammiraglio di divisione Aurelio de Carolis, Comandante della Seconda Divisione Navale di Taranto, ha ceduto l’importante incarico al contrammiraglio Alberto Sodomaco, Comandante della Terza Divisione Navale di Brindisi. Il dispositivo aeronavale di Mare Sicuro, dal 24 maggio a oggi, ha pattugliato A sinistra: il momento della Cerimonia dell’avvicendamento al Comando tattico dell’Operazione Mare Sicuro a bordo della fregata Luigi Rizzo. Nelle altre immagini foto di repertorio dell’Operazione Mario Sicuro. N OT I Z I A R I O

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ininterrottamente le acque del Mediterraneo Centrale, impiegando diversi mezzi, ma anche nuclei di fucilieri della Brigata Marina San Marco, specializzati negli abbordaggi e ispezioni alle navi mercantili. Durante il suo intervento, l’ammiraglio Marzano ha voluto sottolineare come una tipica operazione di sicurezza marittima diventi fondamentale per un Paese come l’Italia, con un'economia di trasformazione, che ha nel mare la fonte primaria di approvvigionamento di materie prime e il principale canale per le esportazioni. Lo stesso ha più

volte richiamato l’attenzione sull’importante lavoro di squadra che da sempre la Marina militare porta avanti, assicurando una costante presenza e sorveglianza degli spazi marittimi, in piena sinergia con le diverse istituzioni internazionali, sia dell’Unione Europea (con le operazioni Sophia, dell’European External Action Service, e Themis dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera agenzia, nota come FRONTEX) che della NATO (con l’operazione Sea Guardian). L’ammiraglio De Carolis, nel passare il testimone, ha rimarcato come l’Opera-

zione Mare Sicuro consenta di concorrere, in pieno spirito interforze, anche alla protezione del personale italiano operante in Libia, in particolare i contingenti dislocati nelle località di Tripoli e Misurata, ed esercitare un credibile e costante monitoraggio dell’area. Utile ricordare come le Unità d’altura incluse nel dispositivo aeronavale operano in un’area di mare ampia circa 160.000 km quadrati, situata nel Mediterraneo centrale, che si estende al di fuori dalle acque territoriali di stati terzi ed è delimitata a sud dal limite delle acque territoriali libiche.

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L'Italia al comando della Forza Anfibia italo-spagnola di Pasquale Prinzivalli

Nella Base Navale di Rota in Spagna si è svolta la cerimonia di avvicendamento biennale al comando della Forza Anfibia italo–spagnola (SIAF) e della Forza da Sbarco Italo-Spagnola (SILF)

Rota (Spagna), 29 luglio. Cambio al vertice della Forza Anfibia e della Forza da Sbarco Italo – Spagnola

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i è svolta, a bordo della nave anfibia spagnola Juan Carlos I, ormeggiata nella Base Navale di Rota in Spagna, la cerimonia di avvicendamento al comando della Forza Anfibia italo–spagnola (SIAF) e della Forza da Sbarco Italo-Spagnola (SILF), presieduta dall’ammiraglio Manuel Garat Caramé. Il contrammiraglio Alberto Sodomaco, comandante della Terza Divisione Navale della Marina militare italiana, ha assunto l’incarico di ComSIAF, ceduto dal contrammiraglio Ricardo Atanasio Hernandez Lopez, comandante del II Gruppo Navale iberico. Contestualmente il contrammiraglio Cesare Bruno Petragnani, comandante della Brigata Marina San Marco, ha assunto l’incarico di ComSILF, ceduto dal generale Rafael Roldan Tuleda, Generale Comandante del Tercio de Armada.

Compiti e funzioni delle componenti SIAF e SILF

La SIAF è stata creata dai Ministeri della Difesa dei due Paesi per dare vita a una forza d’intervento che possa far fronte a particolari esigenze, come previsto dagli accordi bilaterali delle due Nazioni. In ambito NATO, la creazione della Forza Anfibia Italo-Spagnola costituisce il terzo polo anfibio, che si pone al fianco di quelli già esistenti: il Gruppo Anfibio Statunitense e la Forza Anfibia Anglo – Olandese. La SIAF può realizzare: operazioni anfibie propriamente dette, presenza strategica, dispiegamenti preventivi, operazioni di peace-keeping e peace-enforcement e ancora, operazioni di aiuto umanitario e di protezione civile. La componente navale della SIAF è responsabile dell’imbarco e della protezione della Forza imbarcata, del trasferimento verso l’Amphibious Objective Area (AOA), nonché dello sbarco della Forza e del supporto, di combattimento e logistico, dell’operazione anfibia a terra. Le navi anfibie, quelle combattenti e gli aeromobili imbarcati necessari per il supporto delle operazioni sono fornite dalle componenti organiche delle due marine, su base di necessità. La SILF è responsabile delle parte di operazione anfibia condotta a terra ed è dimensionata in funzione della missione assegnata. E’ strutturata a livello di brigata anfibia con un proprio Comando, mentre le unità combattenti vengono fornite dal Tercio de Armada, per la Spagna e dal 1° Reggimento San Marco della Marina Militare, per l'Italia.

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La Brigata Marina San Marco addestra la Guardia Costiera gibutiana

di Antonello Lorusso

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Si è concluso a Gibuti, il 31 luglio scorso il 1° modulo addestrativo V.B.S.S. (Visit, Board, Search and Seizure) in scenari “Compliant” (non ostili) a favore della Guardia Costiera gibutiana

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l 31 luglio scorso si è concluso a Djibouti il 1° modulo addestrativo di Visit Board Search and Seizure (V.B.S.S.), organizzato a cura del 2° Reggimento San Marco della Brigata Marina San Marco, in scenari cosiddetti “Compliant” (non ostili) a favore del Groupe d’Intervention Rapide de la Garde-Cotes (G.I.R.G.C.) gibutina al quale hanno partecipato 22 militari. Il corso, della durata di circa tre settimane, ha fornito ai due boarding teams gibutini le capacità necessarie per poter operare in maniera coordinata a bordo di navi mercantili cooperanti, metterle in sicurezza e procedere alla loro ispezione. La cerimonia di consegna dell’attestato ha avuto luogo presso la sala delle cerimonie della Base della Guardia Costiera di Doroleh, dove il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha incontrato il personale istruttore e frequentatore e ha espresso soddisfazione per il momento addestrativo appena concluso. Al contempo ha auspicato a una sempre più fruttuosa e stretta collaborazione tra la Marina militare italiana e la Guardia Costiera gibutina. Presenti, per l’occasione, il comandante della Garde-Cotes di Gibuti, colonnello Wais Omar Bogoreh, il co-

mandante la Base Militare italiana di Supporto, capitano di vascello Liborio Francesco Palombella, e altre autorità politiche e militari locali. Il modulo addestrativo V.B.S.S., condotto da un Mobile Training Team (M.T.T.) del 2° Reggimento San Marco della B.M.S.M., è composto da professionisti che, sfruttando le competenze e l’esperienza acquisita nelle Maritime Interdiction Operations (M.I.O.), hanno pianificato e condotto un addestramento mirato all’impiego delle armi, alla conduzione di esercitazioni a fuoco (svolto presso il poligono di Artà), alla capacità di nuoto operativo, al movimento tattico di ispezione di unità navali, all’acquisizione delle necessarie tecniche per la salita a bordo di un mercantile e alla relativa messa in sicurezza. A bordo della FREMM Antonio Marceglia, infine, è stata organizzata una dimostrazione statica degli equipaggiamenti in dotazione al 2° Reggimento San Marco. A sinistra operatore della Brigata Marina San Marco. (foto di Fabio Micolani). In basso alcuni dei momenti dell’addestramento condotto dal personale della Brigata Marina San Marco a favore della Guardia costiera gibutiana.


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Campagne d’istruzione

nave Vespucci

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iunge al giro di boa la 83ª Campagna d’istruzione della nave scuola Amerigo Vespucci a favore dei 121 allievi ufficiali che, con il periodo a bordo del veliero, stanno proseguendo il loro battesimo del mare. Oggi come ieri la Signora dei mari continua a ripercorrere quelle antiche rotte di scambi commerciali e culturali, solcando l’Oceano Atlantico fino ad arrivare nel Mare del Nord e Mar Baltico, tramandando le tradizioni marinare ai

di Antonello Lorusso futuri ufficiali della Marina militare per allargare i loro orizzonti. La Campagna d’istruzione 2019 ha attraversato le Colonne d’Ercole, che separano il continente europeo da quello africano, per veleggiare verso i porti di Lisbona (Portogallo), Dublino (Irlanda), Bergen (Norvegia), Rostock (Germania) e approdare a fine agosto ad Amsterdam (Olanda). Durante le soste nei vari porti europei, cadetti ed equipaggio hanno potuto arricchire il loro bagaglio culturale e professionale visitando le città e partecipando, per la loro prima volta, ad appuntamenti istituzionali e protocollari con le diverse ambasciate, autorità portuali, organi istituzionali e prestigiosi istituti di formazione come il Trinity College dell’Università d’Irlanda ovvero l’antica Università di Rostock. Tali visite rappresentano un opportunità Allievo di prima classe al ripetitore di girobussola della plancia di nave Vespucci, durante la campagna d’istruzione 2019. (foto di Claudio Giuffrida)

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per le attività di naval diplomacy nonchè un importante confronto tra culture per gli allievi dell’Accademia Navale. Di particolare importanza la sosta, dopo 64 anni di assenza, a Bergen dove l’incantevole e ridente cittadina norvegese ha accolto la nave scuola. Anche il porto di Rostock ha rappresentato un’importante tappa dove il professor Wolfgang Schareck, rettore dell’ateneo più antico della regione, ha donato all’ammiraglio Marzano, che ha voluto incontrare gli allievi in occasione del giro di boa, una fedele riproduzione

delle tre copie della lettera Mundus Novus, scritta nel 1502 dal navigatore fiorentino Amerigo Vespucci per divulgare la scoperta delle nuove terre (l’America). La campagna continuerà con le soste di Alicante (Spagna) prima di far rientro in Mediterraneo verso Portoferraio per giungere a Livorno il 21 settembre. Alcune immagini degli allievi dell’Accademia navale impegnati durante la campagna d’istruzione 2019 a bordo di nave Vespucci. (foto Claudio Giuffrida)


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Bergen, la visita del capo di Stato Maggiore Nave Vespucci conclude la 3^ tappa della Campagna dopo avere percorso in 7 giorni di navigazione 882 miglia, la metà esclusivamente a vela.

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di Pasquale Prinzivalli

i è conclusa a Bergen, in Norvegia, dopo avere percorso in sette giorni di navigazione quasi 900 miglia, metà delle quali navigando esclusivamente a vela, la terza tappa della Campagna d’Istruzione 2019 della nave Scuola Amerigo Vespucci. A distanza di 64 anni dall’ultima volta, nave Vespucci ha toccato il porto dell’incantevole cittadina norvegese. Quattro giorni di sosta molto graditi dall’equipaggio, che oltre a rappresentare un importante ritorno del veliero, ha dato modo ai giovani ufficiali di partecipare a una serie di visite istituzionali e culturali e di apprezzare l’architettura tipica della città dei fiordi, caratterizzata da case dai tetti rossi a capanna sparsi nel verde, tra paesaggi mozzafiato, da canali e montagne imponenti. La visita del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha conferito maggiore spessore e valore alla sosta in Norvegia e al percorso formativo degli allievi. Al termine della sosta, solcando le acque dei Mari del Nord, nave Vespucci, ha fatto rotta, a vele spiegate, verso Rostock, in Germania, dove parteciperà, durante la quarta tappa della campagna d’istruzione, a un evento velico internazionale, l’edizione 2019 della “Hanse Sail Rostock”.

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nave Palinuro

Nave Palinuro, che partecipa alla campagna d’istruzione con gli allievi marescialli del primo anno Themis, si appresta a effettuare il giro di boa, prima di rientrare a Livorno a settembre

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nche la nave scuola a vela Palinuro, impegnata nella campagna d’istruzione con gli allievi normali marescialli del primo anno Themis, si appresta a effettuare il giro di boa, prima di rientrare a Livorno a settembre. Come già fatto lo scorso anno, la nave continua a portare con sé la bandiera del Gaslini, donata dal presidente dell’Ospedale Pediatrico di Genova. Per gli allievi della Scuola Sottufficiali di Taranto, l’esperienza a bordo della goletta della Marina è un’occasione per cimentarsi con le scienze nautiche, ma, soprattutto, con le dinamiche, i ritmi e le consuetudini marinaresche che “regnano” a bordo delle navi militari. Fin dalla partenza dalla città ionica, i futuri sottufficiali si sono messi alla prova con tanta voglia e curiosità. Attitudini queste che hanno trovato una giusta e pronta risposta da parte dell’equipaggio, che assiste gli allievi per travasare l’esperienza e il metodo di

approccio al lavoro, consolidando in loro il senso di responsabilità e rafforzando lo spirito di corpo. Tante le sfide che hanno affrontato gli allievi, dal doversi adattare all’utilizzo delle amache, antica tradizione e logistica tipica delle navi a vela, montate e smontate quotidianamente fino alla conoscenza dei nodi, fondamentali per i marinai. La sfida maggiore è stata, però, quella della salita in alberata. Questa pratica consiste nell’effettuare la salita e la discesa delle sartie (chiamato giro di barra, ndr) ed è propedeutica alle operazioni sui pennoni. Durante le soste in porto, la nave ha avuto ruoli da protagonista in occasioni importanti come l’uscita in mare organizzata nell’ambito della XI edizione di Messina in Festa sul Mare quando è stato simulato lo storico sbarco di don Giovanni d’Austria per la battaglia di Lepanto. La goletta della Marina militare Palinuro in navigazione con le vele di prora spiegate.

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119 cadetti del corso Akraton, consolideranno quanto giĂ appreso sul Vespucci a bordo di un nave grigia che, per la prima volta, assolve il ruolo di nave scuola

Suggestiva immagine dell’ammaina bandiera sul ponte di volo di nave Etna. (foto di Marco Pietro Guercio)


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l termine del secondo anno di studi a Livorno e dopo aver sostenuto un addestramento presso la Brigata Marina San Marco a Brindisi, i 119 cadetti del corso Akraton, assieme a 17 frequentatori provenienti da Arabia Saudita, Kuwait, Malta, Perù, Tunisia e Ucraina, consolideranno quanto già appreso sul veliero Vespucci a bordo di un nave grigia che, per la prima volta, assolve il ruolo di nave scuola. Questo grazie alla flessibilità e capacità di supporto logistico che nave Etna riesce a garantire.

nave Etna La campagna a favore degli allievi della 2ª classe è volta a predisporre in loro l’apertura al dialogo con altre culture facendogli sviluppare flessibilità e capacità di adattamento e promuovere la cooperazione multinazionale e la naval diplomacy tra paesi con cui l’Italia, anche attraverso la Marina militare, da sempre intrattiene importanti rapporti economici e di collaborazione militare. Durante le soste a Tangeri (Marocco), Barcellona (Spagna), Tunisi (Tunisia), Pireo (Grecia) e Istanbul (Turchia) i futuri ufficiali della Marina hanno potuto

vivere tante esperienze che porteranno loro a un’importante crescita professionale, oltre che consolidare l’educazione etica e morale dei giovani che scelgono di servire il Paese attraverso la Forza armata. Questo era quanto si auspicava alla partenza il Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio Marzano. Le soste continueranno, durante il mese di settembre, nei porti di Haifa (Israele), Limassol (Cipro) e Portoferraio per concludersi a Livorno il prossimo 21 settembre.

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navi Orsa Maggiore, Corsaro II e Stella Polare

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sperienza diversa, sulle unità a vela minori, per gli Aspiranti Guardiamarina appartenenti alla 3ª classe dell’Accademia Navale in quanto l’imbarco è propedeutico a consolidare gli insegnamenti teorici acquisiti durante gli anni trascorsi in Istituto e per acquisire maggiore esperienza marinaresca che servirà loro per rafforzare lo spirito di squadra tipico degli equipaggi della Marina quando, sulle navi

“grigie”, andranno a ricoprire gli incarichi da Ufficiale. Nave Orsa Maggiore, a causa di alcuni problemi tecnici, ha dovuto modificare molte tappe estere veleggiando verso porti nazionali. Partita da La Spezia, ha dapprima effettuato una lunga sosta nel porto di Gaeta per poi continuare la sua rotta verso Augusta e Taranto per poi toccare Corfù (Grecia) e Trieste. Il Corsaro II ha dato ai cadetti delle

grandi emozioni che iniziano con il passaggio dallo Stretto di Gibilterra, dopo ben 17 anni dal precedente attraversato dalla stessa nave, che li ha portati a prendere parte alla XXVma edizione della Regata “Iles Balears Classics – Vela Classica Mallorca”. Competizione questa che vede confrontarsi le più belle e importanti imbarcazioni d’epoca e classiche del Mediterraneo. Da segnalare l’ottimo risultato conseguito dalla nave scuola a vela della Marina in quanto su un campo di gara dimostratosi alquanto tecnico e difficile si è piazzata al secondo gradino su 11 imbarcazioni partecipanti provenienti da diverse parti d’Europa. Nave Corsaro non è nuova a risultati del genere visto che, nella sua storia, ha partecipato a regate transoceaniche di grande importanza come la Los Angeles – Honolulu nel 1961, Newport – Bermuda nel 1962, Annapolis – Newport nel 1963, Lisbona – Bermuda nel 1964, Fastnet e Sydney – Hobart. Continua anche il viaggio della nave scuola Stella Polare che, dopo l’esperienza spagnola di Valencia, è tornata a veleggiare lungo la costa italiana. Durante la sosta iberica, gli aspiranti guardiamarina hanno avuto modo di apprezzare una città che rappresenta un giusto connubio tra l’antico e il moderno, dove è possibile vivere l’arte, la cultura e la scienza. Successivamente l’unità a vela, dopo aver navigato con condizioni meteo marine alquanto inclementi che hanno messo a dura prova sia l’equipaggio che i cadetti, ha visitato Cagliari.

Le unità a vela minori impegnate nella Campagna d’istruzione 2019. In alto a sinistra nave Stella Polare, in basso nave Corsaro II, accanto nave Orsa Maggiore.

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La Campagna idrografica 2019

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L’Istituto Idrografico della Marina, avvalendosi del suo “braccio armato”, le navi idrografiche, assolve il suo compito istituzionale, garantire la sicurezza della navigazione attraverso l’aggiornamento costante della documentazione nautica di Ilaria Cattafi e Annamaria Stucci

in dalla sua istituzione, l’Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana (IIM) ha garantito la sicurezza della navigazione attraverso l’aggiornamento costante della documentazione nautica; per assolvere al suo compito istituzionale, l’IIM si è sempre avvalso del suo “braccio armato”, le navi idrografiche. Col passare degli anni, grazie alla spiccata professionalità del personale idrografo e all’impiego di strumentazione all’avanguardia, agli originari compiti istituzionali se ne sono aggiunti altri come, ad esempio, lo studio della conformazione e della composizione dei fondali marini e dei parametri chimico-fisici delle acque, sino ad arrivare

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a compiti ancora più specifici, in collaborazione con enti e istituti di ricerca, nazionali ed internazionali, volti alla preservazione dell’ambiente marino. Questa moltitudine di compiti e impieghi, vede tra i tasselli più significativi le “Campagne Idro-Oceanografiche annuali della squadriglia idrografica. Proprio da Genova, storica sede dell’IIM, quest’anno ha avuto inizio la Campagna Idro-Oceanografica 2019 di nave Ammiraglio Magnaghi. Prima tappa Scoglio d’Africa, per valutare l’entità e l’origine delle emissioni di gas e dei geyser di fango presenti nell’arcipelago toscano. L’interesse per il fenomeno ha portato a bordo per-

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sonale dell’Università degli Studi di Ferrara, dell’Università La Sapienza di Roma, del Centro Nazionale di Ricerca e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, oltre ai militari idrografi dell’IIM. Portata a termine la missione, sbarcati i ricercatori, nave Magnaghi ha fatto rotta verso Palinuro, per la mappatura dei fondali; ospiti di eccezione le vincitrici del Premio Majorca 2019, prestigioso riconoscimento accademico alle laureate delle facoltà italiane di biologia marina che si sono particolarmente distinte nel loro percorso di studi. L’esperienza a bordo di nave Magnaghi è stata notevolmente apprezzata dalle ragazze che hanno colto La nave idro-oceanografica ammiraglio Magnagni in navigazione.


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l’occasione per diventare parte integrante dei team di bordo. Le tappe successive vedranno l’Unità impegnata nello Stretto di Sicilia e lungo le coste orientali sarde, dove è necessario aggiornare i rilievi dei fondali. Parteciperanno all’attività i tirocinanti dell’IIM che, nel corso dei loro studi, avranno la possibilità di approfondire la metodica scienza dell’idrografia in una zona di mare che è sempre al centro dello scenario geopolitico internazionale. Sulla scia della Unità Idrografica maggiore, da Venezia, sono salpate le due unità minori appartenenti alla classe “Ninfe”. La Campagna Idrografica 2019 di Nave Galatea è iniziata ad aprile 2019 con i rilievi idro-oceanografici nel Golfo di Taranto; un complesso e ampio rilievo che copre una superficie di oltre 700 km quadrati e che richiederà oltre 4 mesi di attività, per aggiornare il database dell’IIM, ormai risalente agli anni ‘80. Al termine delle attività, nave Galatea proseguirà alla volta del litorale calabro del Mar Jonio, dove effettuerà attività idrografica e topografica. A seguire, nave Galatea attraverserà ancora il Mar Jonio e si riaffaccerà sulle coste pugliesi dove eseguirà rilievi lungo il litorale salentino fra Gallipoli e Leuca. Nave Aretusa, a similitudine della gemella, ha mollato gli ormeggi lo scorso 26 aprile, per dare inizio a una variegata campagna idro-oceanografica che la vedrà impegnata lungo l’intera costa adriatica per circa sei mesi. Una piacevole parentesi è stata per l’equipaggio la Festa di Santa Maria di Pennaluce nella città di Vasto, presenza fortemente voluta dalla locale delegazione ANMI, dall’Amministrazione Comunale e dall’Ufficio Locale Marittimo. La sosta è stata un’occasione per aprire le porte alla popolazione civile e mostrare le attività svolte da questa nave militare un po’ atipica. Dopo una breve sosta tecnica presso l’Arsenale di Brindisi, durante la quale è stato effettuato uno studio dei fondali interni all’Arsenale, nave Aretusa si è recata a Venezia dove ha eseguito i rilievi batimetrici dei delicati fondali della città lagunare, partecipando al Salone Nautico, all’interno dell’Arsenale Marina di Venezia, attività che ha permesso ancora una volta l’avvicinamento dei cittadini alle attività della Forza armata, richiamando grande attenzione e interesse. A seguire, le Isole Dall’alto: alcune pubblicazioni edite dall’Istituto idrografico della Marina; a seguire: personale dell’Istituto impegnato durante le loro attività. In basso a destra: la sede dell’Istituto Idrografico della Marina a Genova. N OT I Z I A R I O

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Tremiti per controllare l’efficienza del mareometro ISPRA, per poi proseguire, nei mesi a venire, la propria attività nelle acque di Otranto, Ancona e Porto Nogaro ed in quelle albanesi antistanti la città di Saranda. Nave Alliance, invece, partecipa a vari programmi di navigazione e ricerca scientifica al Circolo Polare Artico, con campagne denominate High North. L’attività High North, rappresenta la chiave per consolidare la presenza italiana in una regione, quella artica, al centro da anni dell’agenda internazionale per i rilevanti mutamenti (e connesse opportunità), sia di natura climatico-ambientale

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che di tipo geo-politico, che persistono e hanno luogo in misura sempre crescente. Le campagne, volute fortemente dalla Marina Militare, dal punto di vista scientifico gestite dall’Istituto Idrografico della Marina (IIM), si svolgono in collaborazione con i più importanti enti di ricerca italiani, che stanno concentrando in Artico una parte rilevante delle loro attività. I programmi scientifici sono caratterizzati dall’impiego di sensori all’avanguardia, rimorchiati e non, come il posizionamento di boe e gliders oceanici in modo da studiare la propagazione acustica in mare e campionare, tramite sonda CTD, sensore che misura Conduttività elettrica (C), Temperatura


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(T) e Profondità (D) dell'acqua del mare, la colonna d’acqua. Infine, con l’utilizzo di mezzi unmanned subacquei (AUV), sensori ADCP, ecoscandaglio Multibeam, ScanFish, ed altra apparecchiatura si contribuisce alla definizione delle caratteristiche dell’ambiente artico/oceanico. Con l’arrivo della stagione estiva, nave Leonardo ha dato inizio alla Campagna di ricerca scientifica DPAA. DPAA è l'acronimo di the U.S. Department of Defense, Prisoner of War/Missing in Action Accounting Agency. Questa operazione rappresenta il secondo step di un progetto congiunto tra NATO CMRE e US Defense POW / MIA Accounting Agency, la cui missione è l’individuazione

dei militari delle forze armate statunitensi scomparsi nel corso della seconda guerra mondiale, tramite la ricerca in mare di relitti di velivoli militari. Le operazioni di ricerca si svolgono mediante l’utilizzo di sonar acustici e imaging ottico per localizzare relitti di aeromobili che si trovano sott'acqua lungo le coste della porzione meridionale del Mare Adriatico. Le aree di ricerca sono state selezionate sulla base dei dati storici e delle testimonianze dirette che riportano la presenza di aerei associati a MIA. In tale contesto, nave Leonardo rappresenta una piattaforma scientifica flessibile e adatta alle operazioni su bassi fondali. Sfruttando la tecnologia di bordo, il personale e l'esperienza che la Marina militare può fornire nello studio

dell'ambiente sottomarino a sostegno della missione DPAA, si possono individuare e restituire alla memoria le storie delle tante persone scomparse, nel teatro delle operazioni Europa-Mediterraneo. L’unità è attualmente impegnata nell’indagare una dozzina di siti che coprono centinaia di miglia per quasi sei settimane di attività. Parte di un progetto internazionale pluriennale iniziato nel 2017, di cui rappresenta come detto il secondo step, l’attività del 2019 non potrà certamente essere esaustiva, ma costituirà un’ulteriore tessera di un puzzle che mira a rimpatriare tutti i militari americani dispersi nella Seconda Guerra Mondiale nelle acque dei mari di tutto il mondo.

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Prosegue il viaggio a bordo delle navi idro-oceanografiche. Dopo aver parlato di nave Aretusa in questo numero conosceremo le caratteristiche di nave Galatea

Nave Galatea

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di Lia Pasqualina Stani

ave Galatea porta il nome di una delle cinquanta ninfe del mare, le Nereidi, figlie di Nereo e di Dionide, la cui abituale residenza è in fondo all’oceano, con il compito di assistere i marinai. Appartenente alla classe Ninfe della Marina militare, l’Unità idro-oceano-

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grafica costiera, lunga quarantasei metri e larga quasi tredici, solca i mari per acquisire dati relativi alle batimetrie delle zone assegnate, per poter aggiornare le carte nautiche dell’Istituto Idrografico, le uniche carte ufficiali dello Stato. Dati da utilizzare anche per studiare modelli di correnti e circolazioni

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delle onde. Tramite l’utilizzo di onde acustiche, nave Galatea può essere impiegata per la ricerca dei relitti e di scafi affondati o di altri ostacoli sommersi pericolosi per la navigazione. Per la caratteristica struttura a catamarano possiede cinque ponti. La plancia di comando è doppia, una a prua e una a poppa. Ha due barche di servizio, un gommone e un idrogetto, attrezzata come un laboratorio scientifico. Il cuore di nave Galatea, è la centrale operativa idro-oceanografica, allocata a poppavia della plancia, dove vengono pianificati i compiti operativi affidati all’unità, al comando del tenente di vascello Luca Pezzucchi.


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L’intervista al comandante di nave Galatea Comandante come si compone l’attività di acquisizione dati dei fondali? Inizia con la fase di pianificazione; dopo aver identificato lo scopo del rilievo, ovvero l’uso finale cui saranno destinati i dati, si preparano e calibrano tutti gli strumenti, configurandoli a bordo del vettore più idoneo da impiegare in funzione della profondità del fondale. Le unità classe Ninfe possono impiegare come vettori, oltre alle navi stesse, un’imbarcazione idrografica e un gommone interferometrico. Durante la fase di acquisizione, i sensori ci permettono di acquisire i dati batimetrici di un profilo lineare trasversale al moto del vettore usato; una serie di più profili associati all’avanzamento del vettore ci permette di definire una striscia di copertura chiamata swath. Più serie di swath affiancate e parzialmente sovrapposte ci consentono di acquisire la batimetria del fondale oggetto del rilievo. Al termine dell’acquisizione il rilievo viene valorizzato tramite uno studio accurato di post-processing a mezzo di software specifici, al termine del quale l’ufficiale idrografo, valida il lavoro svolto certificando il rilievo idrografico secondo gli standard internazionali e assegnandogli un ordine in funzione dell’accuratezza raggiunta. Il rilievo, associato a una dettagliata relazione tecnica, viene infine inviato all’Istituto Idrografico della Marina a Genova, dove i dati potranno

essere impiegati per l’aggiornamento della documentazione nautica. Quali sono gli strumenti in dotazione all’Unità, per le attività idrografiche? I sensori di tipo acustico sono gli strumenti che più vengono impiegati per i rilievi. Tali strumenti, in generale, ricavano la distanza dalla chiglia al fondale moltiplicando la metà del tempo impiegato da un impulso acustico riflesso dal fondale con la velocità del suono in acqua. Conoscere la velocità del suono alle diverse profondità è quindi fondamentale per il corretto settaggio degli strumenti. Per poter misurare direttamente o indirettamente tale parametro e le caratteristiche chimicofisiche della colonna d’acqua, vengono impiegate diverse sonde, quali la CTD, XBT o la Mini-SVP. Una sonda multiparametrica può anche essere installata sulla “rosette”, strumento composto da una serie di campionatori dell’acqua dette bottiglie Niskin, che consente di analizzare i parametri chimico-fisici della colonna d’acqua. Per lo studio della batimetria il sensore principale è l’ecoscandaglio a scafo multibeam (multifascio), un sistema composto da più trasduttori angolati tra di loro, in grado di generare un set di fasci acustici trasversali al moto del vettore impiegato, che definiscono la distanza dal fondo per ogni trasduttore. Il profilo del fondale viene ricostruito digitalmente

sulla base delle distanze trasduttore-fondale, noto l’angolo di ogni piccolo trasduttore che compone l’ecoscandaglio. L’interferometro, strumento installato sulla chiglia del gommone, sfrutta invece la misurazione della fase di un unico fronte d’onda sonoro di ritorno con un campionamento temporale. Tra i sensori acustici va annoverato infine il Side Scan Sonar, strumento in grado di acquisire il fondale mediante dei fasci laterali ad altissima frequenza, che viene trainato da poppa e fatto “planare” a circa 5 metri dal fondale, restituendoci un’immagine acustica del fondale.Tale sensore è fondamentale per la ricerca di relitti o di oggetti archeologici sul fondale ma anche per studiare eventuali forme geologiche marine particolari. Un altro strumento importante da citare è la Benna Van Veen, che permette di effettuare il campionamento di sedimenti a diverso grado di compattezza del fondale marino, da sabbie costiere a fanghi di mare aperto, impiegata in particolare per aggiornare la tipologia di fondale sulla documentazione nautica. Tale moltitudine di sensori consente allo specialista idrografo della Marina di ottenere uno studio a 360 gradi dello spazio marino analizzato, fornendo un prezioso e fondamentale contributo sia al navigante che alla comunità scientifica.

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Insieme in immersione a Porto Venere

Il 26 e 27 luglio 2019 si è svolta la tredicesima edizione dello stage intitolato “Insieme in immersione a Porto Venere” alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina

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di Giampaolo Trucco

l 26 e 27 luglio 2019 si è svolta la tredicesima edizione dello stage intitolato “Insieme in immersione a Porto Venere”, patrocinato dalla locale Amministrazione Comunale, durante la quale 71 subacquei disabili, le loro 170 guide e 100 uomini dei Gruppi Operativi di Comsubin si sono incontrati per condividere la loro comune passione: il mare. Questo sentimento condiviso e i tredici N OT I Z I A R I O

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anni trascorsi insieme hanno fatto nascere un profondo rapporto di amicizia tra gli operatori del Raggruppamento e le persone della HSA Italia (Handicapped Scuba Association) e del Gruppo Sub Ospedale della Spezia, che dagli anni 80’ s’impegnano per superare le diversità, eliminare le barriere fisiche e mentali, aumentare l’autostima e migliorare il benessere psico-fisico e sociale delle persone con disabilità, at-

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traverso lo sport subacqueo. È continuata, inoltre, la bellissima, toccante iniziativa di avvicinare all’acqua alcuni bambini disabili coordinata dalle sezioni della Spezia del Lions Club International, dal Sovrano Militare Ordine di Malta e dalla HSA Italia. Quest’anno sono stati in 19 a fare il bagno, insieme agli operatori di Comsubin, calandosi nel mare della Grotta Byron di Porto Venere dai battelloni d’assalto degli Incursori. Le attività subacquee, sempre vissute in amicizia e professionalità, hanno permesso di portare sott’acqua 18 team d’immersione al giorno, per un totale di 341 operatori, facendo probabilmente del XIII° stage una delle operazioni subacquee più grandi della storia del Comando Subacquei ed Incursori. Grazie alla sezione di Fisiologia Subacquea dell’Ufficio Studi del Comsubin è stato poi avviato uno progetto di ricerca insieme ad HSA Italia che, attraverso il monitoraggio di alcuni subacquei effettuato mediante diversi sistemi di analisi condotti prima e durante l’immersione, consentirà di verificare i benefici psico-fisiologici offerti dalle attività subacquee ai portatori di disabilità. L’ammiraglio Paolo Pezzutti, Comandante di Comsubin, ha voluto ricordare quanto sia importante per i Palombari e per gli Incursori mettersi al servizio della comunità, offrendo le loro capacità per far vivere esperienze straordinarie a persone che nel mare trovano la forza e l’aiuto per superare i propri limiti. Ma questa edizione ha riservato una sorpresa in più, perché il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, ha voluto essere presente al Varignano, prendendo parte alle attività in prima persona con tutti i partecipanti allo stage. Una grande sorpresa per i molti subacquei disabili che lo avevano conosciuto e apprezzato durante il suo periodo di Comando di Comsubin. “Ho voluto essere presente a questa tradizionale manifestazione con la mia famiglia”, ha dichiarato l’ammiraglio Cavo Dragone, “perché ogni volta rinfranca il cuore, ma soprattutto permette di valorizzare il quotidiano operato degli uomini di Comsubin, che con umanità, esperienza e professionalità svolgono il loro servizio per la collettività”. N OT I Z I A R I O

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Il 25 luglio 2019, si sono riuniti gli esponenti della Regione Liguria e tutti Enti, per firmare il protocollo del Distretto Ligure della subacquea

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Il distretto ligure della subacquea di Giampaolo Trucco

l 25 luglio 2019, in occasione del 170° anniversario dalla fondazione della prima scuola palombari, nata a Genova il 24 luglio 1849, si sono riuniti a Comsubin gli esponenti della Regione Liguria e gli Enti, pubblici e privati che orbitano intorno al mondo della subacquea per aderire al protocollo che ha sancito la nascita del Distretto Ligure della subacquea. Alla presenza del Governatore della regione, dott. Giovanni Toti e dell’Ammiraglio Paolo Pezzutti, Comandante del Raggruppamento Subacquei ed Incursori della Marina Militare, si è svolto un interessante dibattito, moderato dal dott. Paolo Ferraro, al quale ha partecipato anche il recordman Umberto Pelizzari, che ha permesso di comprendere quanto sia grande il patrimonio culturale e professionale custodito dalla Liguria in questo particolare settore. Dagli incerti primi passi dei palombari della Marina che si avventuravano a 10 metri di profondità nei fondali del porto di Genova, il coraggio e la voglia di

osare di quell’epoca ha permesso alla Liguria di compiere un balzo enorme in termini tecnologici e di capacità. Gli autorespiratori, la muta per immersioni, la maschera e le pinne sono tutte invenzioni militari che, grazie all’ingegno di persone come Angelo Belloni e Luigi Ferraro, ora sono oggetti di uso comune. Con la sottoscrizione del Distretto Ligure della Subacquea si avvierà quindi un percorso di condivisione che permetterà di generare progetti d’interesse collettivo che favoriranno lo sviluppo economico del territorio. Non esiste, infatti, regione in Italia che abbia un così complesso e vasto parterre di competenze e capacità in quest’ambito, come quello reso disponibile da Comsubin e dagli operatori subacquei delle altre Forze armate e forze di Polizia, dai produttori di materiali per l’immersione della Liguria, dal mondo Universitario e della Ricerca, dalla diverse aree marine protette e dai numerosi operatori del settore della subacquea ricreativa.

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la missione scientifica che racconta l’ambiente di Antonio Cosentino

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l progetto "WonderFull - Le 7 coste d’Italia" ha preso il via il 31 maggio scorso, percorrerà tutta l’Italia, isole maggiori comprese: ben 7.000 chilometri lungo le sette coste italiane per più di 50 giorni di viaggio. Una spedizione scientifica via mare e via terra, raccontata per immagini, che ha come obiettivo documentare il nostro territorio e le aree protette e di avvicinare e sensibilizzare le persone sui temi della sostenibilità e della responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle risorse. Coinvolte nel progetto istituzioni e personalità del mondo militare e scientifico. Il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), la direzione scientifica del CNR Irsa (Istituto di Ricerca sulle Acque), in collaborazione con la Marina militare, l’Arma dei Carabinieri, l’Università degli studi di Bari Aldo Moro, l’ARPA Puglia,

Jonian Dolphin Conservation e la “Fondazione Città della Speranza” con la produzione italiana di Voodoo. La Marina militare ha accolto favorevolmente la richiesta di adesione al progetto a carattere scientifico e sociale, a testimonianza delle attitudini duali-complementari della Forza armata, a supporto della comunità scientifica e della ricerca. Il progetto ha trovato accoglienza a bordo della nave scuola Palinuro, coniugando i vari aspetti in campo, i ricercatori

scientifici del team WonderFull, imbarcati sulla goletta, hanno effettuato attività di monitoraggio scientifico dello stato di salute dei mari, il controllo dell’inquinamento da microplastiche e dell’erosione costiera. E’ proprio la presenza di microplastiche, anche in profondità, che allarma il mondo dei ricercatori e degli scienziati. Tra le attività svolte anche quella di ricerca sulla fauna marina, con il monitoraggio dei delfini e dei cetacei presenti nel Mediterraneo. “Siamo i primi amanti del mare e della natura – afferma Andrea De Natale comandante di nave Palinuro - per questo ogni occasione è buona per infondere nei nostri marinai, e non solo, l’importanza della cultura scientifica e ambientale”.

A bordo della nave scuola Palinuro i ricercatori del progetto WonderFull,una spedizione scientifica che ha lo scopo di monitorare le acque, i mari, le coste e l’entroterra della nostra penisola

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curiosita’ e tradizioni

Nave Vespucci Siamo giunti al quarto appuntamento dedicato alle curiosità e alle tradizioni legate a nave Vespucci. In questo articolo parliamo di arte con i dipinti a bordo e della “pazienza”, il fulcro della nave di Fabio Vespucci

L’arte a bordo Nella sala consiglio della nave scuola sono custoditi due preziosi dipinti, rappresentanti due importanti eventi che hanno segnato la fine del Medioevo. Il primo quadro raffigura l’arrivo sull’isola di San Salvador del navigatore genovese Cristoforo Colombo (la scoperta dell’America), mentre il secondo rappresenta il suo rientro in Spagna, che aveva finanziato la campagna esplorativa. I quadri appartenevano alla nave Cristoforo Colombo (la gemella di nave Amerigo Vespucci) e furono sottratti prima che la nave fosse ceduta all’ex U.R.S.S. come preda di guerra a seguito del secondo conflitto mondiale. La pazienza: il fulcro della nave Nell’antica Grecia vi era l’agorà, punto di ritrovo per gli abitanti della polìs; anche su nave Vespucci vi è una piccola agorà, chiamata “pazienza”, punto di ritrovo dei nocchieri di bordo. La “pazienza” è composta da un asse orizzontale e da due assi verticali che sorreggono quest’ultimo (in legno). Al di sopra delle pazienze di bordo sono ubicate le “caviglie mobili”, pezzi di legno a forma cilindrica utilizzate per fissare le manovre

Foto di Silvio Scialpi

(cime utilizzate per aprire o chiudere le vele e per bracciare i pennoni degli alberi). Al di sotto delle “pazienze” vi sono dei “rulli” in ottone, utilizzati per far scorrere le manovre mentre si ala (tirare) e mentre si fila (lasciar scorrere). Il nome di questa struttura deriva, con probabilità, dalla clemenza (pazienza per l’appunto) posseduta dai nocchieri durante l’utilizzo delle manovre.

Al di sopra delle pazienze di bordo sono ubicate le caviglie mobili, pezzi di legno a forma cilindrica utilizzate per fissare le manovre

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Dis...Corsi di navigazione

I simboli delle boe

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di Paolo Giannetti

n questa puntata parleremo dei simboli impiegati nella cartografia nautica (sia convenzionale che elettronica) che, secondo gli standard internazionali IHO, individuano le boe e gli altri segnalamenti come le mede e i dromi. Supponiamo che uno skipper, nel pianificare la propria navigazione, rilevi che la rotta rappresentata dal plotter/cartografico oppure quella da lui tracciata sulla carta, si trovi in prossimità del simbolo che vediamo rappresentato in figura 1. Cosa si aspetterà di incontrare una volta arrivato a distanza visiva? Si tratta di un pericolo per la navigazione? E’ qualcosa da evitare? A quale distanza si potrà navigare in sicurezza? Quali eventuali accortezze dovrà adottare? Come accennato, il simbolismo delle carte nautiche segue in maniera rigorosa degli standard tali da far individuare sinteticamente e inequivocabilmente ogni informazione utile alla sicurezza della navigazione. Tanto per fare un esempio, i simboli delle boe, a differenza di quelli di altri manufatti presenti in prossimità della costa, sono illustrati in maniera “inclinata”: questo per richiamare l’attenzione che N OT I Z I A R I O

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una boa, pur essendo un corpo ancorato al fondo, è libero di oscillare entro dei limiti dati dal suo vincolo (catena o cavo) figura 4: boa sferica figura 1

Le cosiddette “super boe” sono invece rappresentate con il simbolo in figura 5

Le forme delle boe

I tipi di boe sono molteplici. Possono essere coniche, cilindriche, sferiche ma anche ad asta e a barile. Per ogni tipo esiste il relativo simbolismo. (figure 2, 3 e 4)

figura 2: boa conica

figura 3: boa cilindrica

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figura 5: super boa

Colori e miragli delle boe

Nelle carte è indicato, sotto il simbolo, il colore della boa (con le iniziali del colore in lingua inglese). In bianco e nero le boe di colore verde o nero sono disegnate con il simbolo riempito di nero (figura 6) mentre per tutti gli altri colori la forma è vuota (figura 7). Per quanto riguarda i miragli, anch’essi sono riferiti al tipo di boa e al suo significato. Nella figura 8 seguente sono riportati


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esercitazioni o zone protette. (figure 12, 13 e 14 ). Un altro tipo di boa è quella desinata alla segnalazione temporanea di un relitto affondato e pericoloso per la navigazione. E’ realizzata con una boa a fuso o ad asta con colorazione a strisce verticali blu e gialle. Il miraglio, se presente, è una croce gialla verticale. La luce notturna è bicolore blu/gialla alternata con periodo di 3 secondi. (figura 15).

figura 6

figura 7

figura 8

alcuni miragli per boe del Sistema IALA. Come già detto i miragli sulle boe sono rappresentati inclinati mentre sulle mede sono rappresentati “dritti”.

figura 12: boa in area di tiri (zona pericolosa)

Segnali luminosi

Sulla carta, in prossimità del simbolo della boa, si possono leggere le caratteristiche del segnale luminoso di cui la boa può essere eventualmente provvista. Le informazioni riportate sono frequenza (esempio “Fl” - Flashing), il colore della luce (esempio “G” – Green, “R” – Red…ecc), il numero dei lampi ed eventualmente anche la portata luminosa (nominale) in miglia. (figure 9, 10 e 11).

figura 13: boa segnalante un’ area di degaussing

figura 14: boa ocean data acquisition system

figura 9

al rilevamento per la condotta della navigazione costiera. Costituito generalmente da un pilastrino in muratura edificato sulla terraferma e impiegato come punto di riferimento e come segnale di allineamento. La meda è un segnale posto in mare, per lo più fisso, di forme e di colori varî posizionato in corrispondenza di punti pericolosi come scogli affioranti e secche, come punti di riferimento (per l’atterraggio, per l’imboccatura di un canale di accesso al porto, ecc.), per indicare, in acque ristrette, il tratto di mare navigabile con sicurezza. Può essere luminosa, quella sormontata da un fanale, generalmente rosso o verde, e dipinta dello stesso colore; semielastica,quando ancorata al fondo del mare per mezzo di una asta di ormeggio, in grado di galleggiare e di oscillare (anche verticalmente) per mantenere visibile il segnale in presenza di moto ondoso; sonora, se dotata di avvisatore acustico (nautofono, ecc.).

figura 16: meda colorata (bianca e nera) senza miraglio

figura 17: mede colorate con miraglio

Infine, per rispondere al quesito iniziale, il simbolo in figura rappresenta un segnale di pericolo isolato posizionato su un azzardo di limitata estensione e circondato da acque navigabili. Può trattarsi di una secca, uno scoglio, o ingombro di mezzi per lavori temporanei. E’ di colore nero con una banda rossa. Il miraglio è composto da due sfere nere sovrapposte.

figura 10

figura 11

figura15: boa temporanea di un relitto affondato

Usi speciali

Vale la pena di ricordare alcune boe di uso speciale. Sono tali, ad esempio, quelle destinate a segnalare aree di

Dromi e mede

Il dromo è una costruzione che viene eretta sulla costa ove non esistono altri punti notevoli utili al riconoscimento ed

figura 18: meda su scoglio sommerso Per ogni ulteriore approfondimento si rimanda alla carta della serie internazionale (1111 INT 1) edita dall’Istituto Idrografico della Marina.

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Il gergo marinaresco

Scopriamo i segreti del linguaggio di bordo, la lettera “T� come: trapezio, timone e tangone di Pasquale Prinzivalli

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Trapezio

Il trapezio è un sistema utilizzato sulle piccole derive a vela come gli skiff, o le classi 420, 470 e la maggior parte dei catamarani per controbilanciare la forza sbandante del vento sulle vele. Costituito da un cavo in acciaio, agganciato all'albero poco sopra l'attacco delle sartie che arriva fino al bordo libero della barca e termina con una maniglia ed un gancio ad anello. La parte terminale, prima dell'anello, ha un piccolo paranco che permette al prodiere di regolarne la lunghezza. L'atleta indossa una particolare imbragatura, che permette di agganciarsi al cavo e poggiando i piedi sul bordo della barca, si sporge orizzontalmente fuori bordo, aumentando notevolmente quindi la forza raddrizzante della barca. Pur essendo una posizione “acrobatica”, quella “al trapezio” risulta particolarmente comoda e può essere mantenuta anche per periodi lunghi. Durante una regata tra le boe, con vento sostenuto, si regata tranquillamente al trapezio in modo costante per tutta la durata della prova.

Tangone

Il tangone è un'asta, generalmente in alluminio o in carbonio, usata nelle barche a vela per fornire un punto di mura variabile alla vele di prua come gli spinnaker o i gennaker. E’ usato nelle andature portanti dalla poppa piena fino al traverso. Il tangone viene disposto, idealmente, perpendicolarmente all'albero della barca (ovvero in un piano sostanzialmente orizzontale), è fissato alla parte anteriore in modo da essere orientato verso il lato di prua, ovvero dalla parte opposta al boma. Alle due estremità del tangone sono presenti dei sistemi meccanici che servono a fissare l'asta all'albero ed a far passare la manovra corrente detta braccio, che determina il punto di mura dello spinnaker o del gennaker. Il fissaggio del tangone all'albero è tale che l'asta possa ruotare liberamente nel piano orizzontale da ciascuna parte dello strallo e nel piano verticale.

Timone

Il timone è l’organo meccanico di governo di una nave composto da una o più pale di vario profilo e dimensioni incernierate a poppavia dell’elica. La sua azione è dovuta alla spinta della velocità del flusso dell’acqua sotto lo scafo dell’imbarcazione. Più il flusso e

forte, cioè più l’imbarcazione va veloce, maggiore sarà la forza che si sviluppa sul timone Manovrato da una barra, da una ruota o, sulle navi, da servomeccanismi, serve a mantenere o a cambiare la rotta. La rotazione della pala infatti provoca il cambio di rotta verso dritta o verso sinistra.

A sinistra prodiere al trapezio a bordo di un 470 in andatura di bolina. A destra dall’alto, allievi dell’Accademia Navale di Livorno ai timoni della nave scuola Amerigo Vespucci. A seguire, giro di boa, durante una regata della classe J24. Le imbarcazioni, terminata la bolina, lascano le vele e con il tangone a segno si preparano ad issare lo spinnaker.

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I pittori di Marina di Paolo Bembo

a Seconda Guerra Mondiale ha avuto inizio. L’Ufficio Propaganda dello Stato Maggiore Marina capisce la necessità di comunicare alla gente a casa

la gravosità dell’impegno che la Forza Armata porta avanti sul mare e nelle retrovie. È altresì percepita come importante l’attività di archiviazione di una serie di im-

magini pittoriche relative a quei momenti. Già in occasione del Primo Conflitto Mondiale, come avevamo ricordato in precedenza, si erano sentite queste esigenze ma le collaborazioni dei pittori erano state episodiche e non organiche. È così che invece, ora, alcuni fra i pittori più noti del momento vengono arruolati. E quando dico arruolati, intendo proprio arruolati; i pittori ricevono un inquadramento nella sezione “Corrispondenti di Guerra”, a cui sono equiparati; essi percepiscono uno stipendio ed hanno una divisa studiata apposta per loro. E sono un gruppo abbastanza numeroso. Vorrei ricordarne alcuni a cominciare da quelli che avevano già fatto il “Pittore di Guerra” nel conflitto precedente. Essi sono Crema, Bucci e Cascella. Di quest’ultimo proponiamo una tavoletta relativa alla Prima Guerra Mondiale, conservata al Museo di Storia del Risorgimento, a Roma, in cui un MAS si evidenzia in primo piano; di Giovan Battista Crema, invece, ecco un’unità in banchina dietro un primo piano di ancora e catene… un dipinto di una luminosità commovente. Ultimo, non certo in ordine d’importanza, Anselmo Bucci. Creatore del movimento “Il 900” egli seguì le operazioni di quello che lungo la costa da Venezia al fronte, sarebbe divenuto il glorioso “San Marco”, per poi tornare, durante la Seconda Guerra Mondiale a ritrarre navi e basi. Proprio di un “Fante da mar” proponiamo l’immagine.Tre astri di prima grandezza della pittura del ‘900 temporaneamente prestati all’arte di marina, nella quale non furono meno ai livelli già raggiunti al di fuori di questa specifica area d’indagine artistica. Tre dipinti dei “pittori di guerra” da sinistra in senso antiorario: Anselmo Bucci, Giovan Battista Crema e Michele Cascella.

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