M ARINA n o t I Z I A r I o de l la
A n n o LXI V - S e t t e m b r e 2 01 7 - € 2,0 0 - C o p I A o m A g g I o
di Antonio Cosentino
Il mese di settembre per la Marina è stato ricco di attività e, in uno scenario estremamente complesso, come quello attuale, la Forza armata sta confermando la propria posizione di primissima linea nella difesa e sicurezza del Paese. In questa quotidiana lotta contro la barbaria umana, la Marina militare è impegnata anche lontano dalle nostre coste, dove solo le convenzioni internazionali permettono di imporsi sui traffici illeciti e sul fenomeno della pirateria. Su tutte queste rotte la Marina c’è: ad essa è affidata oltre il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali e internazionali per assicurare la difesa degli interessi vitali del Paese contro ogni possibile minaccia al nostro territorio, anche il supporto dei concittadini all’estero, alle linee commerciali di traffico marittimo; all’opera a salvaguardia degli spazi euro-atlantici attraverso il contributo alla difesa collettiva della Nato. La Marina concorre anche all’addestramento, è questo uno degli scopi legati alla missione Sophia, che vede appunto tra gli obiettivi, l’addestramento della Guardia Costiera libica per il controllo dei propri confini marittimi, come anche il ruolo svolto dalla fregata Virginio Fasan impegnata nell’Operazione Atalanta, con a bordo i Fucilieri della Brigata Marina San Marco che addestrano un nucleo della polizia marittima somala. Nel frattempo, a Roma, ai piani alti del Palazzo, non si parla solo di difesa e sicurezza e, alla presenza dei capi di Stato Maggiore della Difesa e della Marina si è svolta la conferenza stampa di chiusura della Campagna di geofisica marina in Artico condotta da nave Alliance, che ha visto impegnato in attività di ricerca, oltre il personale di bordo, venticinque ricercatori. Ruolo tutt’altro secondario è l’ultima tappa delle Campagne d’istruzione. Portoferraio prima e Livorno poi, hanno accolto gli equipaggi, gli allievi ufficiali e sottufficiali imbarcati sulle navi Vespucci, Durand de La Penne, Palinuro, Caroly, Corsaro II e Orsa Maggiore giunti al termine delle Campagne d’istruzione. Per i marinai del domani si tratta spesso del primo impatto con la vita di mare, il primo appuntamento con le difficoltà che dovranno imparare ad affrontare giorno dopo giorno, con passione e umiltà. Sono questi i due elementi fondamentali che la vita di bordo permette di rinforzare in un giovane che sarà chiamato ad assumere presto incarichi di responsabilità; dall’istruzione all’attività operativa il passo è breve. Poi non mancano gli approfondimenti di cultura marittima, raccordo essenziale tra marinai di ieri e di domani e un’anteprima del glossario dei termini marinareschi. Tra gli altri argomenti di spicco, ripercorriamo insieme la nascita, la storia e le curiosità del velivolo da pattugliamento Breguet Br 1150 Atlantic, protagonista di tante memorabili imprese: ha sorvolato il Polo Nord, ha volato oltre l’equatore, ha toccato quattro dei cinque continenti, è stato campione di endurance (ha volato per ben 19 ore e 20 minuti continuativi), ha partecipato a innumerevoli esercitazioni nazionali e internazionali. Dopo 45 anni di attività il velivolo lascia la scena operativa al nuovo pattugliatore marittimo P-72A. Parlando poi di unità navali, volgeremo lo sguardo alla situazione della Squadra Navale con la dismissione di nave Aliseo giunta al termine della vita operativa, con il solenne momento dell’ultimo ammaina bandiera, quindi, vi racconteremo poi il “primo giorno per gli allievi ufficiali della prima classe” che hanno varcato il cancello dell’Accademia Navale di Livorno. Anche nella valorizzazione del brand e nel sociale la Marina si mantiene in primissima linea, con un evento unico, dedicato per presentare partner e associazioni accreditate da Difesa Servizi che contribuiscono al costante sviluppo e alla promozione della Forza armata. Per finire una nuova rubrica nautica con i consigli del nostro esperto, curiosità e aneddoti spesso tralasciati e non approfonditi dai “sacri testi”. Buona lettura.
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SOMMARIO
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica della Marina Militare fondata nel 1954
SETTEMBRE
Registrazione Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985
2017
Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa
DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO
In copertina:
suggestiva immagine dell’ultimo sorvolo del pattugliatore marittimo BR-1150 Atlantic che passa il testimone al P-72A
REDAZIONE:
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO
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Situation Report
Nome in codice: Operazione “Sophia” di Emanuele Scigliuzzo
Operazione Atalanta, la missione continua di Lorenzo Tavella
High North 17 di Giampaolo Roberto Raffa
Livorno: ultima tappa delle Campagne d’istruzione di Giuseppe Lucafò
A lezione di “marinaio” di Alessandro Lentini
Symposium: le Marine internazionali fanno tappa a Venezia Il Br-1150 Atlantic lascia il posto al nuovo P-72A di Giuseppe Catapano Ricordare e commemorare di Giuseppina Maria Greco
Nave Aliseo, 35 anni di onorato servizio di Giuseppina Maria Greco
Primo giorno per gli allievi ufficiali della prima classe. di Emanuele Bianchi
Un anno insieme di Emanuele Bianchi Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti
Alla scoperta del Castello Aragonese di Viviana Passalacqua
Rubrica in breve di Emanuele Scigliuzzo
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oceano atlantico
mar
mar mediterraneo
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Situation Report
settembre 2017
con la collaborazione della sala monitoraggio 3° Reparto - Stato Maggiore Marina Unifil - Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Personale Marina Militare.
Operation Inherent Resolve - Operazione di contrasto del
terrorismo islamico. Gruppo Operativo Incursori.
Combined Maritime Forces - Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain). Personale Marina Militare.
Resolute Support Mission - Missione Nato di assistenza e
supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan. Gruppo Operativo Incursori e personale Brigata Marina San Marco.
golfo arabico
M.F.O. - Controllo e verifica della libertà di navigazione nello
Stretto di Tiran. Grupnavcost 10: pattugliatori Esploratore, Sentinella e Vedetta, personale Brigata Marina San Marco.
Eunavfor-Med Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Fregata: Zeffiro.
Atalanta - Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’U.E. Fregata: Fasan.
BMIS Gibuti - Base Militare Italiana di Supporto in Gibuti.
Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta. Personale Marina Militare.
Operazione Mare Sicuro - Operazione di presenza, sorve-
glianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali. Cacciatopediniere: Doria (flagship), Duilio; Fregate: Alpino, Espero, Libeccio, Carabiniere, Scirocco; Corvette: Driade; Pattugliatori: Cigala Fulgosi, Borsini,
Vi.Pe. Costant Vigilance - Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori. Pattugliatore: Foscari, Orione, Sirio, Cassiopea, Spica.
Joint Operation Triton - Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della U.E. sotto l’egida dell’agenzia Frontex.
SNMCMG 2 - Gruppo navale permanente Nato di contromisure mine. Cacciamine Crotone. Post-Campagna d’istruzione 2017 - Nave Scuola Amerigo Vespucci
Nome in codice:
di Emanuele Scigliuzzo
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’Operazione Eunavfor Med è la risposta Europea alla rete messa in piedi dai trafficanti di uomini, favorita anche dall’instabilità politica della Libia. L’Unione Europea decide di scendere in campo in maniera energica, dopo l’affondamento avvenuto il 18 aprile del 2015 di un peschereccio in cui persero la vita oltre 800 migranti. Una tragedia definita dall’Agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR), come il più grande disastro della storia recente. Due giorni dopo l’affondamento dell’imbarcazione con il suo carico di vite umane, su proposta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, il Consiglio europeo definisce un piano d’azione nel quale è inclusa l’Operazione Eunavfor Med. A due mesi dalla tragedia, il Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea dava il via ufficialmente all’operazione militare, definendo i compiti assegnati alla task force
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Operazione “Sophia”
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composta da assetti aereonavali europei. Prendono quindi il largo la portaerei Cavour, la nave idrografica inglese Enterprise, la fregata tedesca Schleswig-Holstein e la nave ausiliaria tedesca Werra che costituiscono la prima task force dell’europa. Eunavfor Med oltre a svolgere un ruolo di primo piano, sarà anche un supporto alle azioni già intraprese dall’Italia con le navi impegnate nell’operazione Mare Sicuro e dei dispositivi dell’agenzia Frontex impegnati nell’Operazione Triton. Eunavfor Med, viene denominata ufficialmente operazione Sophia il 26 ottobre 2015 dal nome di una bimba nata a bordo di un’unità tedesca che aveva tratto in salvo la madre. Recentemente il Consiglio dell’Unione Europea ha esteso il mandato dell’Operazione Sophia fino al 31 dicembre del 2018 e ne ha incrementato i compiti con attività addestrativa da svolgere a fa-
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vore del personale della Guardia Costiera della Marina libica. Le attività congiunte dei partner europei hanno lo scopo di trasferire il knowhow alle forze di difesa libiche per lo sviluppo di capacità proprie. In una conferenza stampa che si è tenuta a bordo di nave Cantabria, unità della Marina Spagnola attuale flag-ship di Eunavfor Med, il comandante dell’Operazione, ammiraglio Enrico Credendino, ha evidenziato nel suo intervento i risultati positivi ottenuti dalle attività della task force:“Abbiamo constatato una riduzione del numero di persone che partono dalla Libia, dirette in Europa quest’anno del 20%, in rapporto allo stesso periodo del 2016”.
Lo scorso 4 luglio, l’ammiraglio Credendino ha firmato presso la Direzione Nazionale Antimafia il primo “Osservatorio europeo sul traffico di migranti e sulla tratta di essere umani”, un accordo che prevede la raccolta sistematica di notizie e dati attraverso un sistema informatizzato di nuova generazione, finalizzato all’analisi dei metodi di approccio alle organizzazioni criminali. Questo nuovo impegno che vede l’Italia in primo piano, ha lo scopo di favorire i processi investigativi e di identificazione dei criminali. I dati raccolti saranno resi disponibili presso le procure nazionali in una prima fase, per essere condivisi successivamente con altri organismi europei coinvolti nel contrasto all’immigrazione. L’Operazione Eunavfor Med Sophia, che definita dall’ammiraglio Credendino un “successo dell’Unione Europea” rientra nelle numerose cooperazioni internazionali a cui l’Italia aderisce e opera attraverso la Marina, per la tutela della sicurezza della navigazione e degli interessi nazionali.
Cambio al vertice dell’Operazione Sophia
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ella cornice della Stazione Navale Mar Grande di Taranto, si è svolta la cerimonia del passaggio di consegne tra l’ammiraglio Andrea Romani e l’ammiraglio spagnolo Javier Moreno. La cerimonia, che ha avuto luogo a bordo di nave San Giusto, ha visto la presenza del ministro della Difesa Sen. Roberta Pinotti, e dell’omologo Maria Dolores de Cospedal Garcia, il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Valter Girardelli, e del capo della missione europea ammiraglio Enrico Credendino. “Tra gli obiettivi della missione Sophia c'è anche l’addestramento della Guardia Costiera libica, questo si concilia con il nostro intervento teso a ripristinare i mezzi navali libici perché c’è la volontà della Libia di controllare di nuovo i propri confini marittimi", queste le parole del ministro della Difesa italiano durante il suo intervento. di E.S.
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Operazione Atalanta, la missione continua
di Lorenzo Tavella
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ul ponte di volo della fregata Virginio Fasan ferma di fronte a Mogadiscio, le pale dell’elicottero NH90 frullano l’aria. Si scrollano di dosso l’umidità del monsone che ci ha accompagnato durante i sei giorni di trasferimento dall’Oman: mare 4 sul muso e 25 nodi di vento costanti da Sud. Ad un paio di miglia, a dritta dell’Unità, il profilo della capitale somala. Dalla nave ammiraglia della missione europea Atalanta non si notano le ferite inferte alla città da oltre 25 anni di guerra
civile. Eleganti costruzioni coloniali punteggiano il sinuoso lungomare, orlato da spiagge color ocra schiaffeggiate dall’Oceano Indiano. Di molti edifici rimangono le sole facciate. Ricordano quelle di legno sui set dei film western anni ’60. Correva il 1991 quando il regime di Siad Barre crollò e la Somalia sprofondò nell’anarchia. Le missioni della comunità internazionale fallirono e il Paese finì ben presto in balia dei Signori della guerra e delle loro milizie. S’imposero le Corti Islamiche e su di esse l’ala più radicale e violenta: Al Shabaab. Il movimento estremista arrivò a controllare per anni anche l’intera Mogadiscio. Solo il risoluto intervento della missione AMISOM (African Union Mission in Somalia), formata in gran parte da truppe ugandesi, costrinse Al
Shabaab a ritirarsi dalla capitale ed a riparare negli altri suoi baluardi sparsi nel Paese. Da lì il movimento jihadista alimenta però, ancora oggi, una feroce guerriglia fatta di attacchi suicidi, ordigni improvvisati e autobombe che quasi giornalmente sfregiano Mogadiscio. “Gunny”, nomignolo del nostro elicottero, finalmente decolla. A bordo il comandante della missione Atalanta, l’ammiraglio Fabio Gregori con parte del suo staff. Qualche minuto di volo e raggiungeranno l’aeroporto di Moga-
discio. In programma incontri con importanti autorità politiche locali ed i vertici delle missioni europee e delle Nazioni Unite che già operano sul territorio somalo. Contemporaneamente verrà trasferito a bordo del Fasan, via mare, un nucleo di militari della polizia marittima somala che riceverà, nel corso della giornata, un addestramento basico da parte dei nostri Fucilieri della Brigata Marina S. Marco. Nel turbolento Corno d’Africa, l’Unione Europea ha individuato nella stabilizzazione della Somalia un obiettivo strategico per incrementare la sicurezza e la solidità della regione. Tra i compiti della missione Atalanta, nata quasi dieci anni fa per sconfiggere la pirateria, ora quindi rientra anche quello di contribuire a rafforzare la sicurezza marittima
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dell’ex colonia italiana, attraverso la formazione della sua Marina e della sua Guardia Costiera. La Somalia, con pochi ed obsoleti mezzi navali, deve infatti confrontarsi, da tempo, con traffici illeciti marittimi di ogni tipo che trovano terreno fertile nel caos somalo e gioco facile nello sfidare uno Stato fragilissimo se non talvolta inesistente. Per fortuna la pirateria segna il passo, grazie alle missioni militari di scorta ai convogli ed alle sempre più efficaci misure di prevenzione messe in atto dalle navi mercantili. Ma i clan somali della costa si sono immediatamente riciclati in altri lucrosi affari illegali. Carichi di eroina ed hashish, a bordo di compiacenti “dhow”, approdano negli incontrollati porti somali per poi proseguire il loro viaggio verso il Nord Africa e l’Europa. Ingenti trasporti di armi viaggiano dalla Somalia da e verso lo Yemen, squassato da una spietata guerra civile di cui non parla nessuno. Le armi meno sofisticate vengono indirizzate verso il più povero ma sempre insaziabile mercato africano. Un AK-47 da queste parti non si nega a nessuno. Infine il traffico di esseri umani. Il golfo di Aden come il canale di Sicilia. Qui il tour operator propone la rotta Corno d’Africa - Penisola Araba: vicina, ricca e affamata di forza lavoro a basso costo. I mezzi sono carrette del mare del tutto simili a quelle utilizzate nel Mediterraneo. Come molte di loro, purtroppo, incontrano troppo spesso la medesima sorte. Sullo sfondo la pesca illegale, alimentata da grandi pescherecci oceanici privi di scrupoli e qualche volta anche di bandiera. La Somalia non è in grado di controllare le proprie acque territoriali ed i bracconieri del mare la depredano indiscriminatamente delle sue risorse ittiche più pregiate. I mercati di Shangai, Tokyo e Bangkok ringraziano. “Verde al ponte”: Gunny si appresta ad appontare. Gli incontri si sono conclusi e la delegazione rientra. Un altro mattone per stabilizzare la fragile impalcatura di questo tormentato Paese è stato posto dall’Unione Europea. Mentre la fregata Virginio Fasan lascia la rada, le potenti onde oceaniche continuano ad infrangersi senza sosta sulla imponente diga foranea del porto di Mogadiscio. Le nascenti istituzioni somale stanno cominciando a camminare da sole ma dovranno essere solide almeno quanto quella barriera se vorranno resistere ed essere in grado di far risorgere questo Paese. N OT I Z I A R I O
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A bordo del Fasan un nucleo di militari della polizia marittima somala ha ricevuto un addestramento basico da parte dei Fucilieri della Brigata Marina San Marco
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Dopo 89 anni la Marina ritorna in Artide con la Campagna
High North 17 di Giampaolo Roberto Raffa
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ight North 17, questo il nome della missione scientifica, condotta da nave Alliance, e coordinata dall’Istituto Idrografico della Marina. L’Unità polivalente di ricerca, varata nel luglio 1986, per svolgere principalmente attività nel campo ambientale e dell'acustica subacquea a favore del Centro di Ricerca e Sperimentazione Marittima (Centre for Maritime Research and Experimentation – CMRE) della NATO, dal 2016 è equipaggiata con personale della Marina Militare grazie ad un'intesa fra il ministero della Difesa ed il CMRE. Al suo interno circa 400 mq di laboratori, sistemi di navigazione e comunicazione all'avanguardia, gru, verricelli, argani ed una struttura poppiera "a portale" che permette all'unità di effettuare movimenti di carico e, contestualmente, manovre di messa a mare e recupero di apparecchiature subacquee. Le capacità tecniche di nave Alliance, di operare nelle regioni polari, unite alle sinergie interministeriali tra la Marina Militare, il ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, il ministero dello Sviluppo Economico, il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e tutti i più importanti enti di ricerca nazionali (CNR, OGS, ENEA), hanno permesso il 9 luglio a Reykjavik di dare il via alla campagna “High North 17”. La regione artica, un mare circondato da terra, un Mediterraneo del nord, - come lo definisce il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli – “sta assumendo sempre più un’importanza strategica rilevante non solo per gli otto Paesi facenti parte del Consiglio Artico, N OT I Z I A R I O
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ma anche per l’intera comunità internazionale, grazie ai profili di natura commerciale, di tutela dell’ecosistema e di sicurezza che essa implica”, ed è in questo contesto che il sistema paese si è dotato di una “Strategia Artica” indispensabile per poter svolgere un ruolo attivo in tale area. Questo quanto emerso nella conferenza stampa tenutasi nella biblioteca di Palazzo Marina che ha visto la presenza del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano - “Il fatto che l’Italia sia entrata come osservatore nel Consiglio Artico, è significativo della necessità di partecipare a questa attività di essere presenti in questo contesto di grandi dal punto di vista scientifico, della ricerca, economico”. Le attività di ricerca, che hanno interessato una superficie di circa 650 kmq per la maggior parte inesplorata, a sud delle isole Svalbard, hanno permesso l’acquisizione di dati di geofisica marina relativi all’atmosfera, alle masse d’acqua, al fondo ed al sottofondo marino, fornendo informazioni di un fondale che ha subito le variazioni causate dell’azione del ghiaccio durante gli ultimi 20.000 anni; in particolare sono state intercettate correnti d'acqua più fredda e più calda. I cambiamenti climatici ed il riscaldamento globale rappresentano un’impegnativa sfida internazionale, e per la sua conformazione, l’Artico riveste un ruolo fondamentale quale “motore” del clima del pianeta. “High North 17” terminata il 29 luglio a Tromso (Norvegia), dopo una navigazione di oltre 2000 miglia nautiche, ha visto impiegato personale di bordo e venticinque ricercatori fondersi in un unico equipaggio coeso e consapevole dell’importanza scien-
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tifica e strategica della campagna e del particolare significato che essa ha rivestito per il sistema Paese. “Insieme in sistema si può, anzi si deve”.
Si è tenuta presso lo Stato Maggiore della Marina a Roma, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano e del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, la conferenza stampa di chiusura della Campagna di Geofisica marina in Artico “High North 17â€? Roma, 20 settembre 2017. Momenti della conferenza stampa tenutasi nella biblioteca di Palazzo Marina sui risultati raggiunti nella campagna Hight North 17.
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Livorno: ultima tappa delle Campagne d’istruzione
Prima l’incontro a Portoferraio alla presenza del ministro della Difesa e poi il tradizionale ormeggio in porto a Livorno per l’incontro dei familiari con gli allievi ufficiali e sottufficiali e gli equipaggi imbarcati su nave Vespucci, de La Penne, Palinuro, Orsa Maggiore, Caroly e Corsaro II di Giuseppe Lucafò
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l 23 settembre la città di Livorno è tornata nuovamente ad ospitare i familiari e i conoscenti degli equipaggi, degli allievi ufficiali e sottufficiali in formazione della Marina Militare che quest’anno, a bordo di nave Vespucci, de La Penne, Palinuro, Caroly, Corsaro II e Orsa Maggiore, hanno svolto le Campagne d’istruzione estive. Gli itinerari delle Campagne d’istruzione hanno infatti portato, dallo scorso aprile, le sei navi della Marina Militare a toccare
numerosi porti, nel Mediterraneo, in oceano Atlantico, in nord America, nel Mar Egeo e nel Mar Nero, dove gli equipaggi e i militari in formazione presenti a bordo, tra cui oltre agli allievi ufficiali e sottufficiali anche i volontari in ferma prefissata quadriennale e gli allievi della Scuola Militare Navale Francesco Morosini di Venezia, hanno preso parte ai numerosi eventi culturali e promozionali, organizzati in collaborazione con le rappresentanze diplomatiche nazionali dei Paesi visitati, per portare l’eccellenza italiana e il prestigio
delle nostre Forze Armate all’estero. Sono stati circa 70.000 i visitatori che nel corso delle varie soste in porto hanno avuto modo di salire sulle navi scuola della Marina ed è stato enorme il successo di pubblico soprattutto tra la comunità italiana all’estero che, una volta a bordo, ha potuto respirare con entusiasmo il “profumo di casa” e incontrare tra gli equipaggi i propri connazionali, conterranei e concittadini. E’ con altrettanto entusiasmo che il personale delle Unità navali è tornato in Italia, dapprima per svolgere all’insegna della tradizione l’incontro davanti a Portoferraio e poi a bordo delle rispettive unità navali per dirigere in formazione navale, come un unico equipaggio, verso Livorno per incontrare i propri cari, portando con sé, negli occhi e nel cuore, tanti ricordi e soprattutto un bagaglio professionale, ricco di espe-
Le navi Vespucci, de La Penne e Palinuro in navigazione verso il porto di Livorno, tappa conclusiva delle Campagne addestrative 2017.
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rienze. La sosta alla fonda dell’Isola d’Elba è stato un momento molto importante caratterizzato dalla visita del ministro della Difesa, sen. Roberta Pinotti, accompagnata dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano e dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, che hanno voluto salutare personalmente gli uomini e le donne della Marina Militare rientrati dalle rispettive campagne d’istruzione. Dopo aver ricevuto gli onori dagli equipaggi schierati a riva delle Unità navali in una cornice di autentico splendore, le autorità sono salite a bordo di nave Vespucci che ha disormeggiato in prossimità del tramonto e ha diretto a vele spiegate verso Livorno con Palinuro e de La Penne in formazione all’appoggio. Mentre il sole tramontava sull’orizzonte, ad attendere a poppa il ministro Pinotti
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l’equipaggio del prestigioso veliero e gli Allievi ufficiali in formazione schierati per la lettura della preghiera del marinaio, un momento unico come espresso dalla stessa senatrice, rimasta poi a bordo fino a Livorno per vivere in prima persona l’esperienza di un giorno di navigazione sulla nave più bella del mondo. Nave Vespucci, infatti, dopo aver svolto una impegnativa traversata atlantica spinta dagli Alisei che ha visto anche il transito a vela dello Stretto di Gibilterra, è tornata a distanza di 16 anni negli Stati Uniti e in Canada, dove a Montreal ha ospitato a bordo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della confederazione canadese. Il cacciatorpediniere Durand de La Penne è tornato ad essere protagonista di una campagna d’istruzione e gli allievi della 2^ classe dell’Accademia Navale presenti a bordo, prima di raggiungere
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il mar Nero, hanno avuto l’opportunità di svolgere il proprio addestramento cimentandosi in un contesto operativo reale, nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro nel Canale di Sicilia. Nave Palinuro ha navigato e raggiunto alcuni dei principali porti del mar Egeo e del mar Nero, ed è stata protagonista a Trieste del Forum sui Balcani Occidentali ospitando a bordo alcuni dei più importanti capi di governo europei. Le unità a vela Caroly, Corsaro II e Orsa Maggiore, con a bordo la terza classe dell’Accademia Navale, hanno svolto le campagne d’istruzione in Oceano Atlantico e in Mediterraneo fornendo ai giovani ufficiali la possibilità di approfondire tra l’altro le conoscenze marinaresche attraverso la partecipazione a regate veliche di livello internazionale talvolta vinte, come nel caso della XXIII edizione della regata Illes Baleares Classics
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Credo che sia fondamentale che la Marina Militare offra queste opportunità al personale in formazione sulle navi scuola. E’ uno sguardo verso le professionalità del futuro, mantenendosi molto ancorati alle tradizioni del passato. A questi ragazzi e a queste ragazze dico di fare sempre del vostro meglio! Perché se ognuno lavora sul merito, i risultati arrivano! ministro della Difesa sen. Roberta Pinotti
e come l’aggiundicazione del prestigioso trofeo "Mare Nostrum". Le Campagne d’istruzione, caratterizzate dalle continue esercitazioni, dall’applicazione dei principi di navigazione anche astronomica per la determinazione della posizione, dalle attività operative e dai ritmi incalzanti dei servizi di guardia, rappresentano un elemento cardine
nella formazione del personale della Marina Militare e contribuiscono a trasferire quei valori fondanti che contraddistinguono gli uomini e le donne della Forza Armata quali l'amore per il mare, l'etica, la fedeltà, la disciplina e l'onore ma anche lo spirito di corpo, il fare squadra, il creare l’equipaggio. Il significativo contributo di uomini e
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Suggestiva immagine della rada di Portoferraio con le sei unità impegnate nella Campagna addestrativa 2017, alla fonda nella splendida cornice di mare dell’isola d’Elba
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mezzi della Marina Militare nella condotta di tutte le Campagne appena concluse sono la miglior testimonianza di quanto la Forza Armata investa sulla formazione dei futuri “professionisti del mare”, come sottolineato in occasione della visita a bordo del Vespucci dal capo di Stato Maggiore della Marina, “per il personale in formazione - queste le sue parole - è un’occasione unica per sco-
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prire che i propri limiti fisici sono superati. Faccio riferimento a quei limiti che gli allievi pensavano di avere prima di partire per le rispettive Campagne d’istruzione perché con l’opportunità di conoscere meglio il mare, le onde, gli astri e se stessi, ora sono pronti per il futuro della forza armata”.
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Il termine delle Campagne d'istruzione e dell'intenso periodo in mare per gli Allievi ufficiali e sottufficiali preannuncia l'inizio del nuovo Anno Accademico (2017/18), che li vedrà presto affrontare al meglio e con maggior consapevolezza l'iter educativo e formativo che li attende.
Nave Vespucci, nave de La Penne e nave Palinuro in formazione all’appoggio durante la tradizionale cerimonia dell’ammaina bandiera con la presenza a bordo del Vespucci del ministro della Difesa Roberta Pinotti.
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Il reparto marinaresco di nave Vespucci incontra il
Direttore di Maricorderia
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Alessandro Lentini
opo una campagna lunga cinque mesi svolta per la maggior parte del tempo dall'altra parte dell'Oceano Atlantico, nave Vespucci è ancora in attività per gli appuntamenti istituzionali previsti fino ai primi di novembre tra i quali l'importante evento del Simposio Regionale delle Marine Militari del Mediterraneo e del Mar Nero a Venezia. Tra le soste che l'hanno portata a Venezia nave Vespucci si è fermata anche a Castellammare di Stabia, cogliendo l'occasione di ospitare a bordo il direttore di Maricorderia, il capitano di vascello Guglielmo Pignataro, e scambiare impressioni sull'utilizzo dei prodotti dell'azienda della Difesa che produce cime e cordami per la Signora dei Mari dal 1931, anno in cui è stata varata proprio a Castellammare. L'azienda, che ha sede nella città stabiese, ha una produzione diversificata che comprende materiali sintetici come il nylon o il poliestere e materiali in fibra vegetale come manilla e canapa. Proprio le varianti in fibra vegetale sono quelle fornite a nave Amerigo Vespucci che grazie agli oltre 30 km di cime e cordami imbarcati apre, chiude e orienta al vento le sue vele, componente essenziale per l'attività d'istruzione a favore degli allievi che imbarcano. Quest'anno, oltre alla prima classe dell'Accademia Navale, anche i Volontari in Ferma Prefissata (VFP1) delle scuole di Taranto e La Maddalena hanno completato l'istruzione con la Campagna estiva di nave Vespucci. L'utilizzo ininterrotto delle cime a bordo a partire da marzo, con un emblematico 70% di navigazione a vela per la traversata oceanica di rientro durata 28 giorni, ha dato al servizio Marinaresco di nave Vespucci l'occasione di fornire un riscontro tecnicopratico sull'utilizzo e sull'usura delle cime. Questo riscontro sarà utile al personale addetto alla preparazione di cime e cordami a Maricorderia consentendo loro di avere sempre un prodotto eccellente e rispettoso dell'ambiente.
Il direttore di Maricorderia C.V. Guglielmo Pignataro insieme al comandante di nave Vespucci, C.V. Roberto Recchia.
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Il gergo marinaresco dalla “A” alla “Z”
A lezione da “marinaio” di Alessandro Lentini
Alberatura L’alberatura è l'insieme di tutti gli alberi, del cordame, sartiame e tutti quegli accessori che vengono utilizzati per poterli fissare allo scafo della nave. Le imbarcazioni a vela fanno della forza del vento la fonte di propulsione principale, motivo per il quale non esistono dettagli inutili quando si parla dei materiali da utilizzare e del loro fissaggio corretto per una corretta velatura. A bordo delle navi scuola a vela della Marina Militare i futuri ufficiali, sottufficiali e marinai vengono addestrati all’utilizzo e alla manutenzione delle vele, fino alla “salita a riva” nelle navi più grandi. Propulsione. La vela è sempre stata usata come sistema di propulsione in acqua di navi ed imbarcazioni. In tempi recenti e a fini commerciali, la vela è stata sostituita da altri sistemi di propulsione, come i motori a combustione interna che agendo sull’elica trasforma il moto rotante dell’asse in variazione della quantità di moto di un fluido per generare la propulsione.
Salire a riva La “riva” è il termine con cui si indicano tutte le parti più alte della nave dove, con attrezzature o manovre, si possano far salire uomini o cose (vele, segnali, bandiere, ecc.) sugli alberi e sui pennoni. Si può portare a riva una bandiera o un segnale di sicurezza, ma possono salire a riva anche i marinai per aprire le vele.
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Symposium, le Marine internazionali fanno tappa a Venezia Dalla minaccia del terrorismo allo sviluppo sostenibile. La cooperazione marittima lungo 20 anni di incontri nella Laguna veneta
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La rilevanza acquisita negli anni dal Simposio di Venezia è testimoniata dalla crescita esponenziale del numero delle delegazioni partecipanti. Dalle 24 Marine della prima edizione del 1996 alle 38 dell’ultima svoltasi nel 2015
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’idea di istituire un forum marittimo per le Marine Militari operanti nelle acque del Mediterraneo e del Mar Nero nasce nel 1995, al termine dell’International Seapower Symposium (ISS) di Newport (USA). All’Italia fu proposto di dar vita ad un’iniziativa analoga ma regionale. La proposta venne accolta l’anno dopo dalla Marina Militare Italiana che organizzò la prima edizione del “Regional Seapower Symposium del Mediterraneo e del Mar Nero" a Venezia, dal 5 all’8 novembre. Da allora, con cadenza biennale, il Simposio viene organizzato nell’antico Ar-
senale della Laguna. La scelta di ospitare l’evento nel capoluogo veneto è legata alla secolare tradizione della città, già Repubblica Marinara e forza presente su tutto il Mediterraneo e il Mar Nero. La rilevanza acquisita negli anni dal Simposio è testimoniata dalla crescita esponenziale del numero delle delegazioni partecipanti. Dalle 24 Marine della prima edizione del 1996, alle 38 dell’ultima svoltasi nel 2015. A partecipare oggi sono anche le Organizzazioni Internazionali, le agenzie, le industrie, le autorità politiche e tutti quegli attori interessati alla marittimità. Scopo primario è rafforzare il dialogo e la cooperazione sotto molteplici aspetti, tra i quali la sicurezza, la sorveglianza, il contrasto alle attività illecite e la salvaguardia dell’ecosistema marittimo. Il Simposio di Venezia dura dai tre ai quattro giorni ed ogni edizione è incentrata su un tema, scelto in relazione al contesto geostrategico regionale. I lavori, preceduti dagli interventi iniziali delle autorità presenti, si articolano su tre sessioni, ognuna contraddistinta da uno argomento, presiedute da un Chairman, di norma individuato tra i Capi delle Marine. Con un breve excursus storico, esaminiamo quello che è stato l’evolversi del Simposio di Venezia dalle sue origini fino ad oggi.
LO SCENARIO POST-GUERRA FREDDA Il Simposio Regionale di Venezia prende avvio in un contesto internazionale caratterizzato da un assetto multipolare, dopo la fine del confronto che ha opposto il blocco occidentale, imperniato sull’Alleanza Atlantica, a quello sovietico del Patto di Varsavia. Gli Stati Uniti, unica superpotenza rimasta in gioco dopo la dissoluzione dell’URSS, si accreditavano come Paese guida nella risoluzione dei conflitti armati, attraverso la condotta di operazioni multinazionali, poste sotto l’egida delle Nazioni Unite e della NATO. Nel nuovo scenario, il Mediterraneo, insieme con l’appendice del Mar Nero, da teatro geostrategico marginale ritornava a presentarsi al centro delle dinamiche internazionali. Il crollo dell’Unione Sovietica aveva consentito ai paesi rivieraschi del Mar Nero, Ucraina, Bulgaria, Romania e Georgia, precedentemente sotto il controllo del Cremlino, di riacquistare una propria
autonomia sul piano politico e il nuovo quadro regionale venutosi a creare rendeva quindi necessaria una qualche forma di coordinamento transnazionale per meglio garantire la stabilità e la sicurezza nel Mar Nero. Il Simposio di Venezia divenne l’occasione per le Marine dell’area di entrare in una comunità più ampia di paesi partner, presentando le dinamiche e le problematiche del bacino. Questo processo di cooperazione intrapreso dalle Marine del Mar Nero a partire dalla seconda metà degli anni Novanta porta all’istituzione nel 2001 di una task force multinazionale, denominata BLACKSEAFOR, attiva in operazioni di assistenza umanitaria, ricerca e soccorso e di protezione ambientale. Nel 2000 partecipa infatti per la prima volta al Simposio anche la Russia che, fatta eccezione per le successive due edizioni del 2002 e del 2004, vi prenderà parte fino al 2012, per poi essere nuovamente assente nel 2015. Nel 1996 alla prima edizione del Simposio di Venezia aderiscono inizialmente 24 Marine. Oltre a quelle rappresentative del Mediterraneo e del Mar Nero, partecipano anche gli Stati Uniti, presenza in seguito fissa in tutte le edizioni. Da segnalare in questi primi anni anche il contributo dell’Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO), in assoluto la prima organizzazione internazionale a prendere parte all’evento, che nell’ambito del Simposio esporrà sempre importanti novità nello studio e nella produzione della cartografia nautica, condotta a supporto della navigazione marittima e delle operazioni navali. Alla seconda edizione del 1998, cui partecipano 24 Marine, si aggiunge la Gran Bretagna, protagonista di un intervento sul FOST (Flag Officer Sea Training), responsabile dell’addestramento operativo in mare per le navi di superficie della Royal Navy. Nel 2000, alla sua terza edizione, il numero delle Marine partecipanti (22) è sostanzialmente immutato e l’evento si conclude con ampi consensi e una forte e condivisa intenzione di portare avanti l’iniziativa negli anni a seguire. DOPO L’11 SETTEMBRE Il nuovo millennio si apre con gli attacchi terroristici della cellula qaedista agli Stati Uniti nel 2001, da cui scaturiscono le operazioni militari in Afghanistan e in Iraq. A livello marittimo una delle risposte più immediate, presa in sede
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multilaterale, è stata l’attivazione dell’operazione NATO Active Endeavour, con il dispiegamento di una forza navale nel Mediterraneo al fine di prevenire e contrastare potenziali minacce di natura terroristica provenienti dal mare. A partire dal Simposio del 2002 il terrorismo diventa dunque una delle questioni di primo piano e, in virtù del suo carattere transnazionale ed asimmetrico, si discute nell’ambito delle sessioni su come contrastarlo efficacemente. Altro grande tema di quel periodo è la possibile proliferazione delle armi di distruzione di massa, sulla base dell’accusa sostenuta dall’amministrazione americana Bush e dal governo inglese di Tony Blair contro l’Iraq di Saddam Hussein di essere in possesso di armi chimiche. Si inizia a discutere altresì di pirateria marittima, particolarmente attiva in quegli anni nel Golfo di Aden con numerosi attacchi da parte di pirati somali diretti contro le navi mercantili. Al fine di contrastare il fenomeno, vengono attivate missioni multinazionali a livello europeo, Missione Atalanta, e NATO, Operazione Ocean Shield, che contribuiscono nel tempo a far diminuire drasticamente gli atti legati alla pirateria nelle acque prospicenti il Corno d’Africa. Alla quarta edizione del 2002 sono 26 le Marine partecipanti e per la prima volta prende parte ai lavori anche la Marina tedesca, assente illustre alle precedenti edizioni. Nel 2004, le 25 Marine partecipanti si dedicano al tema della sicurezza del traffico marittimo sia dal punto di visto operativo sia nell’ambito del diritto internazionale. Due anni dopo, il numero sale a 29 Marine e 11 organizzazioni internazionali. Il Simposio assume una dimensione transregionale, oltre la cornice mediterranea, con l’aggiunta delle Marine di India, Messico, Singapore e Sud Africa. In particolare Singapore, quell’anno, illustra l’attività di pattugliamento trilaterale di concerto con Indonesia e Malesia nello Stretto di Malacca, vitale check point del Sud-Est asiatico dove transita il 40% del traffico commerciale a livello globale. Per la prima volta anche la componente industriale entra nel novero delle delegazioni invitate, con la partecipazione esclusiva di Fincantieri, azienda italiana leader nel settore cantieristico, rappresentata dall’amministratore delegato N OT I Z I A R I O
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Giuseppe Bono. In questa edizione viene conseguito uno dei risultati più importanti e concreti con la sottoscrizione dell’accordo che dà avvio alla fase operativa del V-RMTC (Virtual Regional Maritime Traffic Centre). Presentato come progetto pilota nel 2004 dalla Marina italiana, il V-RMTC è una rete virtuale in cui vengono scambiate informazioni sul traffico mercantile dalle Marine aderenti che passano negli anni da 17 alle attuali 36. Nel 2008 lo spazio geografico del Simposio si allarga all’Estremo Oriente, con l’adesione della Marina Giapponese che utilizza il palcoscenico veneziano per presentare le attività di cooperazione internazionale effettuate dalle Forze di Autodifesa Marittima Giapponese (Japan Marittime Self-Defence Force - JMSDF), e al Sud America rappresentato dal Brasile. Inoltre partecipano all’evento le Marine di Belgio, Olanda e Senegal come osservatrici. Il 2008 è stato l’anno della crisi finanziaria globale. Gli effetti hanno riguardato anche il settore della difesa con una riduzione sostanziale del budget. Da questo punto di vista la cooperazione tra le Marine, a livello di partnership e nella condivisione di informazioni ed assetti, può costituire un’adeguata soluzione per superare l’ostacolo economico.
IL CONTESTO ATTUALE Le ultime tre edizioni del Simposio, che a partire dal 2010 ha assunto la denominazione di Regional Seapower Symposium (RSS), si incentrano sul tema della sicurezza marittima (Maritime Security), essenziale requisito per preservare la libertà di navigazione. Lo scenario regionale è fortemente destabilizzato in seguito allo scoppio delle cosiddette Primavere Arabe. In Libia, dopo la deposizione del rais Gheddafi, la lotta al potere che ne consegue porta alla proclamazione di due governi opposti: uno con sede a Tripoli, guidato dal premier Serraj, sostenuto dalle Nazioni Unite, e l’altro insediato a Tobruk, sotto il controllo del generale Haftar. In Siria, le proteste contro il Presidente Bashar al-Assad si trasformano in una sanguinosa guerra civile su larga scala, con il coinvolgimento diretto di Russia e Stati Uniti, tra le forze lealiste, e un variegato fronte di opposizione composto anche da organizzazioni jihadiste. Ad aggravare la situazione concorrono
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la crisi migratoria verso il continente europeo e la recrudescenza della minaccia terroristica di matrice islamica che dopo al-Qaeda è rappresentata dall’Isis, protagonista di una lunga serie di attentati in Europa e negli Stati Uniti. Si assiste poi ad un incremento della presenza navale, in particolar modo della Russia che, in supporto alle attività belliche in Siria, ha aumentato il dispositivo di unità di superficie e di som-
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Il 90% del traffico commerciale globale viene trasportato attraverso il mare. La distribuzione geografica della popolazione mondiale è molto elevata lungo le coste dei mari e degli oceani
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Le ultime tre edizioni del Simposio si incentrano sul tema della sicurezza marittima (Maritime Security), essenziale requisito per preservare la libertà di navigazione
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mergibili della flotta nel Mediterraneo. Anche la Cina ha fatto il suo ingresso, motivata da ragioni economiche e commerciali piuttosto che militari. La strategia di Pechino è quella di fare del Mediterraneo il terminale (forse…) della cosiddetta Via della Seta marittima, scaricando le merci dal Pacifico nei porti europei. Tutto ciò contribuisce a rendere il Mare Nostrum un bacino estremamente complesso per la vasta gamma di fenomeni che lo caratterizzano e la molteplicità di attori. In queste edizioni del Simposio emerge come le Marine Militari debbano dimostrare una grande flessibilità operativa, oltre a una serie di attività collaterali di non stretta competenza, tra cui le operazioni di salvataggio di vite umane e di
polizia marittima, come l’operazione Mare Nostrum nel 2103-14. Viene dunque dibattuto l’aspetto dual use degli assetti navali per assolvere alle nuove esigenze e si discute della formazione del personale a bordo impegnato nelle emergenze. Oltre alla flessibilità, alle Marine Militari è richiesto un approccio inclusivo (comprehensive approach), ossia di collaborazione multisettoriale con altre realtà, attori governativi, ONG o organizzazioni internazionali. Il RSS del 2010, settima edizione, intitolato “Dialogo e Cooperazione: fattori abilitanti per la sicurezza marittima”, vede la partecipazione record di 43 Marine Militari, con le novità rappresentate dalla Danimarca, gli Emirati Arabi Uniti, la Norvegia, la Svezia e
dalla Somalia in qualità di osservatore, e di 20 Organizzazioni Internazionali. Nell’ambito dello stesso da annoverare la firma dell’accordo operativo del TRMN (Trans-Regional Maritime Network) da parte di 25 Marine, nel corso di una suggestiva cerimonia realizzata a bordo della Nave Scuola Amerigo Vespucci, ormeggiata per l’occasione in Riva San Biagio, nella laguna veneziana. Il TRMN collega il V-RMTC con analoghi sistemi controllati dalle Marine del Singapore e del Brasile, espandendo la Maritime Situational Awareness oltre la regione mediterranea. Alla nona edizione del 2012, dal titolo “Dai ruoli tradizionali alle sfide emergenti della sicurezza marittima” sono 39 le Marine presenti fra cui, per la prima volta, anche quella libica. L’ultimo RSS
invece che svolgersi nel 2014, come da prassi, slitta all’anno successivo. In maniera del tutto inedita il Simposio viene allestito presso la Sala Squadratori dell’Arsenale, riportata all’originaria bellezza a seguito di un importante restauro realizzato dalla Marina Italiana in collaborazione con la Sovraintendenza alle Belle Arti. L’edizione intitolata “Enhancing Maritime Security in the Wider Mediterranean”, vede la partecipazione di 38 Marine Militari e di 7 Organizzazioni Internazionali. All’evento si aggiungono anche le Marine dell’Angola, della Colombia, dell’Ecuador, della Nigeria, del Perù e del Qatar. Occorre menzionare la firma che dà il via alla fase operativa dell’Iniziativa Adrion, mediante la costituzione di una Forza operativa On Call (On Call Maritime Force – OCFM), a conferma di come il Simposio, oltre ad essere un momento di dibattito e di confronto, sia anche un’opportunità per intraprendere iniziative sul piano concreto.
CONCLUSIONE Il Regional Seapower Symposium di Venezia, che quest’anno si appresta ad inaugurare la sua undicesima edizione, costituisce un’occasione per discutere di marittimità a tutto tondo. L’importanza dello spazio marittimo è confermata dal fatto che il 90% del traffico commerciale globale viene trasportato attraverso il mare e che la distribuzione geografica della popolazione mondiale è molto elevata lungo le coste dei mari e degli oceani. Pertanto, assicurare che le rotte marittime siano libere da minacce e pericoli è compito che soltanto le Marine sono in grado di assolvere efficientemente. Riallacciandoci quindi alla prima edizione del Simposio di Venezia del 1996, possiamo senz’altro ricordare le parole, ancora oggi più che mai valide, pronunciate dall’allora Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, l’ammiraglio Angelo Mariani, nell’ambito del suo discorso conclusivo: “Le Marine rappresentano non solo uno degli strumenti operativi di maggior valenza per attuare efficaci politiche di sicurezza, esse si propongono anche quale elemento propulsivo di un processo di stabilizzazione nei rapporti internazionali, al cui raggiungimento concorrono giorno dopo giorno, operando nell’ambito di sempre più strette attività di cooperazione”.
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Symposium, le Marine internazionali fanno tappa a Venezia Si ringraziano per la collaborazione a questo articolo Andrea Grelloni, Elisabetta Gramolini
Si è svolta nella base aerea di Sigonella, ai piedi dell’Etna, la cerimonia di saluto del glorioso Breguet 1150 Atlantic e di ben arrivato al nuovo P-72A
Il BR-1150 Atlantic lascia il posto al nuovo P-72A di Giuseppe Catapano
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foto Davide Calasanzio
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i è svolta il 21 settembre nella base aerea di Sigonella, ai piedi dell’Etna, la cerimonia di saluto del glorioso Breguet 1150 Atlantic e di ben arrivato al nuovo P-72A, suo successore ad interim fino all’acquisizione di un nuovo pattugliatore marittimo ASW a lungo raggio. La cerimonia è stata presieduta dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, e dal capo di
Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale di squadra aerea Enzo Vecciarelli, con la partecipazione di diverse autorità militari e civili, nonché dei “veterani” della specialità Antisommergibile di entrambi gli Stormi AS: il 30° di Elmas – in posizione quadro dal 31 luglio 2002 – e il 41° di Sigonella. Un grande aeroplano l’Atlantic. Nel lontano 1958 la NATO formulò una esigenza operativa per un Maritime Patrol Aircraft
capace di pattugliare a bassa quota sul mare, anche con un solo motore, per lunghi periodi, dotato di una velocità di crociera elevata, di un’endurace da 12 a 18 ore di volo, ma soprattutto in grado di scoprire, tracciare e neutralizzare la minaccia subacquea. Fra i tanti progetti sottoposti al vaglio dell’Alleanza, quello della ditta francese Breguet si distinse per soddisfare tutti i requisiti: così nacque il programma “BR1150 Atlantic”, a cui l’Italia aderì nel 1968, che produsse il primo e unico velivolo progettato e realizzato interamente per pattugliare sul mare e “cacciare” i sommergibili. L’Atlantic, attualmente il velivolo turboelica più anziano dell’Aeronautica militare, si accinge a lasciare la scena operativa dopo 45 anni di servizio – il primo fu consegnato il 27 giugno 1972 – e dopo aver volato per quasi 260.000 ore. Innumerevoli le
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Sussiste la necessità di continuare a poter disporre di mezzi capaci di condurre le attività di difesa, anche dalla minaccia subacquea e, allo stesso tempo, di non disperdere il prezioso know how così unico e difficile da ricostruire come quello faticosamente conseguito e gelosamente custodito dal personale dell'aviazione antisom grazie a un addestramento specifico e costante, nonché all'esperienza maturata in migliaia di ore di volo nei cieli, in pattugliamento sul mare, in operazioni e in attività operative e addestrative
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Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio Valter Girardelli
esercitazioni nazionali, NATO e internazionali a cui ha partecipato: dalla “Dawn Patrol” nel 1973, battesimo operativo per il neo arrivato, alle recenti “Noble Manta” ultimo canto del cigno di un glorioso aereo. Ma l’Atlantic non ha volato solo in esercitazioni; è stato protagonista di circa diecimila missioni di impiego reale, fornendo ancora oggi il suo prezioso contributo nelle operazioni di controllo dei flussi migratori. Infine ha garantito il suo prezioso contributo in quasi mille operazioni di supporto alla salvaguardia della vita in mare, in molte delle quali ha concorso al salvataggio di diversi naufraghi come, ad esempio, i due membri dell’equipaggio dello yacht Esmeralda che il 7 luglio 1990 affondò al largo della Sardegna. Inoltre l’Atlantic è stato protagonista di tante memorabili imprese: ha sorvolato il Polo Nord in occasione della commemorazione dell’impresa del Dirigibile Italia, ha volato oltre l’equatore, ha toccato quattro dei cinque continenti ed è stato un campione di endurance (ha volato per ben 19 ore e 20 minuti continuativi) e soprattutto, di sicurezza e affidabilità, non tradendo mai la fiducia dei sui equipaggi e dei sui tecnici. Sebbene l’Atlantic sia dotato di eccezionali caratteristiche e aerodinamiche, senza i suoi uomini non avrebbe mai raggiunto tali mete. I
Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli e il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Enzo Vecciarelli.
due stormi su cui ha operato sono, dal lontano 1957, un esempio di jointness tra Marina e Aeronautica, precursori di una dottrina che solo negli ultimi decenni ha preso piede. È stato l’impegno discreto e silente, l’abnegazione e la professionalità, la motivazione forte e radicata di questi uomini che hanno consentito di realizzare le tante imprese compiute in questi 45 anni. Lo sostituirà il P-72A, derivato dal diffusissimo bi-turboelica ART-72 600, pattugliatore dall’endurance inferiore a quella del suo predecessore, ma capace, grazie alla modernissima suite di sensori e sistemi operativi, di soddisfare il pattugliamento in vaste aree del Mare Nostrum. A breve sarà impiegato in diversi settori della sorveglianza marittima, della lotta sopra la superficie, offrendo un valido contributo nella compilazione della Maritime Picture e un efficace supporto alle operazioni SAR. Inoltre il P-72A lascia intravedere nuove possibilità d’impiego a favore di diverse Istituzioni/Agenzie dello Stato, nell’ottica più ampia della Difesa degli interessi Nazionali e della Homeland Security.
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Il Breguet Br.1150 Atlantic è un velivolo da pattugliamento "ognitempo" prodotto in Europa, caratterizzato da elevate autonomia e raggio d'azione e specificamente realizzato per operare nell'ambiente marittimo. E’ dotato di radar di scoperta di superficie, sensore MAD (rilevatore di anomalie magnetiche originate dai metalli ferrosi), radio-boe acustiche attive e passive per la scoperta e tracciamento dei sommergibili, siluri leggeri, bombe di profondità e dispositivi fumo-luce di segnalazione per un totale di 3.500 kg di carico utile. Il Br.1150 è dotato di battello pneumatico aviolanciabile utile per il soccorso in mare. Nelle operazioni SAR (Ricerca e Soccorso) sul mare spesso sono stati determinanti l’autonomia e le capacità di scoperta degli Atlantic. Gli Atlantic dell’Aviazione per la Marina in dotazione al
41° Stormo A/S di Sigonella (Catania), sono impiegati con equipaggi misti della Marina militare e dell’Aeronautica militare. Lo stesso Stormo è posto alle dipendenze operative della Marina e svolge compiti di ricerca antisommergibile (ANTISOM), pattugliamento marittimo, ricognizione fotografica ed elettronica e ricerca e soccorso.
Caratteristiche tecniche:
Apertura alare: 36,30 m - lunghezza: 37,71 m - altezza: 11,33 m - peso massimo al decollo: 43.500 kg - impianto propulsivo: due turboelica Rolls-Royce Tyne RTy20 Mk.21 da 6.100 HP - velocità massima: 658 km/h - tangenza: 9.200 m - autonomia: 8.000 km (18 ore) - equipaggio: 2 piloti, 1 flight engineer, 1 coordinatore tattico, 5 operatori, 1-3 osservatori - armamento: fino a 3.500 kg di carico (siluri, cariche di profondità, mine, bombe e boe sonar).
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Il velivolo P-72A
è un pattugliatore marittimo “ognitempo” sviluppato dall’ATR72-600 civile con l'aggiunta di apparati e sensori di ultima generazione. La suite del sistema d’arma che costituisce il “core” del velivolo garantisce l’utilizzo dello stesso nelle più diversificate missioni. I diversi sistemi di scambio di informazioni ad alta velocità fra Enti militari diversi (Link 16, Link11, comunicazioni satellitari, VORTEX, VMF, capacità ESM e ELINT), la suite di autodifesa avanzatissima, il sensore elettro-ottico e il radar a scansione elettronica (SAR/ISAR) garantiscono una flessibilità d’impiego e una capacità multiruolo. Il velivolo sarà in grado di poter operare efficacemente sul mare a bassa quota, anche in vicinanza della costa, a varie latitudini, con fattori climatici anche considerevolmente differenti, indipendentemente dalle condizioni di luce (H24) ed in condizioni meteorologiche marginali nell’assolvimento delle seguenti funzioni capacitive: • sorveglianza marittima, indipendentemente e/o in sup-
porto alle forze aeronavali, per la scoperta delle minacce di superficie; • concorso nelle attività di comando e controllo, nella gestione o nel rilancio di informazioni derivanti da determinate attività condotte da altri assetti/sensori nell’area in operazione; • concorso alla ricerca e soccorso, per la salvaguardia della vita umana; • concorso con altre Istituzioni dello Stato, in particolare ai fini della “Homeland Security”, attività, questa, svolta in maniera residuale rispetto alle missioni precedentemente citate.
Caratteristiche tecniche:
Apertura alare: 27,05 m - lunghezza: 27,16 m - altezza: 7,65 m - peso massimo al decollo: 23.000 kg – Impianto propulsivo: due turboelica Pratt & Whitney 127m da 2.475 SHP con elica esapala Hamilton Standard - velocità massima: 480 km/h - autonomia: 3.240 km a 15.000 piedi (10h ore a 5.000 piedi).
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Si è celebrata il 9 settembre a Brindisi la “Giornata della Memoria dei Marinai scomparsi in mare”
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Ricordare e commemorare di Giuseppina Maria Greco
icordare e commemorare con orgoglio il sacrificio dei marinai militari e civili scomparsi in mare a favore della Patria. E’ il senso della “Giornata della Memoria dei Marinai Scomparsi in Mare”, celebrata ogni anno il 9 settembre. A Brindisi, anche quest’anno è stato ricordato l’elevato tributo di vite che le guerre sul mare hanno nel tempo preteso, con una cerimonia presso il Monumento Nazionale al “Marinaio d’Italia” alla presenza del capo di Stato
nel piazzale superiore, si trovano due ancore appartenute alle corazzate austriache Viribus Unitis e Teghetoff, e due cannoni provenienti da altrettanti sommergibili austriaci. Alla base si apre l'accesso ad una cripta votiva ad arcate ogivali con navata centrale ed otto nicchie. Sull'altare si erge una statua in bronzo della Madonna Stella Maris. Dopo l’accensione dell’Ara Votiva, una corona di alloro è stata deposta all’interno della Cripta osservando poi un minuto di rac-
Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Valter Girardelli, e delle autorità militari, civili e religiose. Il monumento “Marinaio d’Italia” è stato costruito nel 1933 per iniziativa della Lega Navale Italiana in occasione del conferimento dell’onorificenza della Croce di guerra alla città pugliese. Brindisi ha infatti svolto un ruolo importante in qualità di base navale del Basso Adriatico della Regia Marina. Realizzato in pietra di carparo di Trani, ha la forma di un gigantesco timone di nave, alto 54 metri dal piazzale superiore su cui sorge e 68 metri dal piazzale sottostante. Sulla porta d'accesso è posta una lapide che ricorda il sacrificio dei marinai italiani caduti. Ai lati del Monumento,
coglimento in memoria dei marinai scomparsi in mare. “Ricordiamo tutti i marinai, militari e civili, senza distinzioni di grado, di epoca, di gesta, morti in tempo di guerra o di pace, che hanno offerto la propria vita al mare per salvaguardare l’interesse collettivo – commenta l’Ammiraglio Valter Girardelli – verso di loro conserviamo un debito di riconoscenza che non potrà
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mai essere estinto. Tra i partecipanti alla cerimonia la presenza di diversi rappresentanti che appartengono al cosiddetto “cluster marittimo”. La passione di questi uomini e donne consente alla marittimità di occupare un posto centrale nella trattazione degli aspetti nazionali connessi all’economia, al commercio, alla politica, alla cultura, al turismo e all’interscambio. Lo sviluppo e la crescita dell’Italia passano
quindi dal mare – continua – ed è pertanto necessario sottolineare l’importanza strategica della marittimità del nostro Paese e l’esigenza di tutelare e salvaguardare il mare, sia come habitat naturale, sia quale mezzo di interconnessione e scambio con il resto del pianeta”. La scelta della data del 9 settembre ha un preciso significato storico. Un giorno
simbolico legato all’affondamento della corazzata Roma, colpita e affondata nelle acque dell’Asinara da un aereo tedesco. Quel tragico 9 settembre il mare inghiottì oltre 1393 marinai insieme al comandante della nave, capitano di vascello Adone Del Cima, e al comandante delle Forze Navali da Battaglia della regia Marina, l’ammiraglio Carlo Bergamini. Sempre nello stesso giorno, nelle acque dell’arcipelago della Maddalena, i cacciatorpedinieri Da Noli e Vivaldi venivano colpiti e affondati causando 270 vittime. Una enorme perdita di vite umane. Nel Golfo dell'Asinara nel 2012 è stata identificata,
dopo decenni di ricerche, una parte del relitto della Corazzata Roma, adagiata a circa 1000 metri di profondità ed a circa 16 miglia dalla costa sarda. Fierezza e audacia, un binomio che ha accompagnato i nostri marinai durante le imprese belliche, sentimenti sempre vivi protagonisti di un evento solenne, che si rinnova ogni anno, e che testimonia il perenne ricordo degli innumerevoli atti di valore dei marinai civili, di esempi di profondo coraggio dei marinai militari che hanno servito con orgoglio la Forza Armata ed hanno onorato fino in fondo il loro giuramento sacro alla Patria.
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Nave Aliseo, 35 anni di onorato servizio di Giuseppina Maria Greco
Lo scorso 8 settembre nella Stazione Navale Mar Grande di Taranto, nave Aliseo al termine della propria vita operativa dopo ben 35 anni di attività, ha vissuto un momento solenne ed emozionante: l’ultimo ammaina Bandiera
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erimonia dell’ultimo ammainabandiera della fregata lanciamissili Aliseo della Marina Militare. Lo scorso 8 settembre nella Stazione Navale Mar Grande di Taranto, nave Aliseo al termine della propria vita operativa dopo ben 35 anni di attività, ha vissuto un momento solenne ed emozionante. Alla presenza di un folto pubblico, per l’ultima volta la Bandiera è stata ammainata sotto lo sguardo partecipe del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, del comandante in capo alla Squadra Navale, ammiraglio Donato Marzano e di numerose autorità militari, civili e religiose presenti alla cerimonia. Dopo gli onori militari e la lettura del dispositivo del disarmo, le donne e gli uomini della Marina Militare hanno recitato la Preghiera del Marinaio, parole intense e significative che tante volte hanno accompagnato i marinai lungo le traversate nei mari del mondo e che risuonano nella memoria di chi le ha pronunciate con orgoglio, tenendo alto e saldo il prestigio dell'Italia sul mare. La Bandiera è stata poi ammainata mentre l’Inno nazionale coinvolgeva i presenti. “Questa breve ma emozionante cerimonia viene svolta nella città che ha generosamente ospitato la nave e i suoi equipaggi, a Taranto, maggiore base della Forza Armata, città che ha visto nascere la componente delle fregate classe Maestrale e che adesso ne segue l’avvio N OT I Z I A R I O
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della fine operativa. E’ un momento di riflessione per il marinaio - commenta l’ammiraglio Girardelli -, è un omaggio a nave Aliseo ma con lo sguardo rivolto al futuro perché le nuove unità navali sono entrate in servizio, assicurano gli stessi compiti e continueranno a mantenere il collegamento di quella lunga linea blu che per mare, da parte della Marina Militare, garantisce sicurezza in Mediterraneo e fuori dalle acque nazionali. E’ in atto un progressivo avvicendamento tra queste unità, che lasciano il servizio attivo, e le fregate eu-
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ropee multimissione della classe Bergamini che, successivamente al loro ingresso operativo nella Squadra Navale, vengono assegnate alle basi di Taranto e di La Spezia”. La gente del mare ha sempre mantenuto
Stazione Navale Mar Grande di Taranto, 8 settembre 2017. Momenti della cerimonia dell’ultimo ammaina bandiera di nave Aliseo. In basso il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli. riceve la Bandiera dal Comandante in Capo della Squadra Navale ammiraglio Donato Marzano.
vivo e forte il legame con la Patria ed ha affermato il senso d’appartenenza nazionale, considerando il proprio bastimento parte viva della Nazione. Nave Aliseo non farà più parte del naviglio militare dello Stato, ma il suo nome ri-
marrà tuttavia vivo ed indelebile nella memoria dei comandanti e di tutti coloro che hanno fatto parte dei suoi equipaggi: “Ricorderò i miei ragazzi, ricorderò le migliaia di persone che abbiamo salvato dal mare”, – commenta
il tenente di vascello Luca Gullotti, ultimo comandante di nave Aliseo. Tra le numerose attività operative e addestrative portate a termine con successo dalla nave, figurano: la partecipazione ai dispositivi navali di reazione rapida della Nato; la missione “Golfo Persico a protezione del naviglio mercantile; le operazioni “Maritime Monitor” e “Sharp Fence” per far rispettare l’embargo alle armi alla ex Jugoslavia; l’operazione “Enduring Freedom” in risposta agli attentati dell’11 settembre negli Stati Uniti; l’operazione “Active Endeavour” per assicurare il controllo del traffico mercantile nel Mediterraneo orientale; l’operazione “Mimosa” per contribuire all’evacuazione dei nostri connazionali in fuga dagli aspri combattimenti in Libano; le operazioni “Costans Vigilance” e “Mare Nostrum” per pattugliare le zone di mare aperto interessate ai flussi migratori. La Bandiera di combattimento della fregata Aliseo, realizzata con tessuto di pregio e decorata con ricami preziosi, è stata consegnata al capo di Stato Maggiore della Marina, per essere conservata a Roma nel Sacrario delle bandiere delle Forze Armate, all’interno dell’Altare della Patria.
L’unità navale Aliseo fa parte della classe “Venti”. Realizzata nei Cantieri Navali Riuniti di Riva Trigoso e varata nel 1982, è la terza unità a portare il nome “Aliseo”. Dal giorno della consegna ha percorso oltre 600.000 miglia nautiche , che corrispondono a circa 28 volte la lunghezza dell’equatore, ed ha visitato 70 porti diversi, di cui 48 stranieri, in tre continenti.
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115 allievi ufficiali della Prima Classe 2017-2018 dei Corsi Normali hanno varcato il cancello San Jacopo dell'Accademia Navale di Livorno
Primo giorno per gli allievi ufficiali della prima classe
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di Emanuele Bianchi
l 25 agosto 115 allievi ufficiali della Prima Classe 2017-2018 dei Corsi Normali hanno varcato il cancello San Jacopo dell'Accademia Navale di Livorno, muovendo così il primo passo verso la realizzazione di un sogno che si conferma tra i più ambiti dai giovani liceali italiani, quello di diventare ufficiale della Marina Militare. I numeri degli ammessi alla selezione concorsuale - 5.392 - confermano che la carriera militare in Marina è un desiderio sempre più ricorrente fra le nuove generazioni del Belpaese. Per 36 ragazze e 79 ragazzi inizia così un percorso che durerà cinque anni,
definita dagli stessi allievi come il periodo più impegnativo, ma anche il momento in cui si stabiliscono legami indissolubili: amicizia, lavoro di squadra, supporto reciproco e condivisione diverranno ben presto certezze su cui fonderanno la loro esperienza umana e professionale. In Accademia, i futuri comandanti impareranno come in Marina sia importante la professionalità del singolo, ma scopriranno anche l’efficacia del gruppo. La vita in Accademia sarà caratterizzata anche dalle numerose attività sportive. Nell'Istituto infatti sorge un vero e proprio centro polifunzionale composto
scandito tra formazione, addestramento e attività sportive. Nelle prime tre settimane del cosiddetto "pre-corso" gli allievi saranno istruiti sulle regole militari e le norme di vita dell'Accademia. Contemporaneamente svolgeranno attività professionali e didattiche, compresi corsi di sicurezza sul lavoro, in materia antincendio e su attività in quota. Storicamente la Prima Classe viene
da campi da rugby, pallavolo, pallacanestro e tennis, una pista di atletica, palestra, piscina coperta, sala per le arti marziali, vasca per gli allenamenti indoor di canottaggio, poligono di tiro, centro d'equitazione oltre a due porticcioli per le attività veliche che rappresentano lo strumento fondamentale per insegnare il concetto di "equipaggio" ai futuri ufficiali di Marina. Una volta concluso il periodo d'istru-
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zione a terra, al termine della Prima Classe e dopo il giuramento solenne salperanno a bordo di nave Vespucci per un'affascinante e impegnativa campagna addestrativa della durata di circa tre mesi. A bordo della nave scuola oltre a mettere in pratica le tante nozioni teoriche apprese per acquisire capacità e conoscenze marinare gli allievi determineranno, durante il loro battesimo del mare, la nascita del corso. È infatti a bordo dell'unità
navale che verrà deciso il nome che li rappresenterà, il motto ed il simbolo della loro bandiera. Una tradizione che si ripete dal 1881, anno di fondazione dello storico Istituto. Due settimane fa i colleghi più anziani della Seconda Classe, a bordo del Vespucci per la campagna addestrativa nell'Oceano Atlantico, hanno concepito il Corso Dunatos, salutato a distanza dall'augurio del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli.
65 allievi faranno parte del Corpo dello Stato Maggiore e avviati al percorso accademico in "Scienze della Difesa e della Sicurezza"; 22 al Genio Navale e frequenteranno la facoltà di "Ingegneria Navale, Civile o Ambientale"; i 7 del Corpo Sanitario Militare Marittimo conseguiranno la laurea in "Medicina e Chirurgia" mentre i 6 destinati al Commissariato Militare Marittimo frequenteranno la facoltà di "Giurisprudenza". Per i 15 del Corpo delle Capitanerie di Porto è previsto il percorso di studi in “Scienze del Governo e dell'Amministrazione del Mare”.
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“Un anno insieme”
di Emanuele Bianchi
Partner privati e associazioni civili accreditate da Difesa Servizi contribuiscono al costante sviluppo e alla promozione del brand della Marina
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l 27 settembre scorso si è tenuto l'evento organizzato dallo Stato Maggiore Marina, "Un anno di comunicazione e valorizzazione del brand Marina militare", presentato all'interno del circolo sottufficiali di Roma. L'incontro, presieduto dal contrammiraglio Fabio Agostini - che dirige l'Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina militare ha visto la partecipazione del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli che, nel corso del suo in-
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tervento, ha ricordato lo stretto legame che unisce la storia della Forza armata, all'identità, all'immagine e al prestigio che la contraddistinguono. L'evento è stato occasione per presentare partner privati e associazioni civili accreditate da Difesa Servizi S.p.A. che contribuiscono al costante sviluppo e alla promozione del brand della Forza armata con iniziative editoriali e non, come nel caso delle imprese coinvolte nella creazione e nella produzione della nuova linea d'abbigliamento “Marina militare Sportswear” e "Aviazione Navale", delle start-up attive nel campo della tecnologia digitale e delle realtà associative che affiancano la Marina. Durante la serata è sta ricordata la recente conclusione delle Campagne ad-
destrative condotte su nave Amerigo Vespucci e sull'innovativa fregata Carabiniere - esempi della secolare eccellenza della nostra cantieristica navale - e confermata l'apertura delle campagne di arruolamento rivolte ai giovani che desiderano entrare a far parte della Forza armata. E' stato inoltre ribadito l'incessante impegno della Marina nelle iniziative per il sociale, come nel caso di nave Italia che ha ospitato decine di bambini meno fortunati - per far vivere loro l'avventura di apprendere in mare l'arte marinaresca e di nave Cavour, il cui ospedale di bordo è stato messo a disposizione per salvare decine di persone colpite dalle conseguenze delle catastrofi naturali. La Marina militare sarà nuovamente partner istitu-
zionale per la raccolta fondi Telethon in occasione del concerto della Banda della Marina che si terrà all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Durante l'avvenimento è stato presentato il nuovo Calendario Storico ispirato alle celebrazioni dei cent'anni dall'impresa di Premuda dove, nel 1918, il capitano di corvetta Luigi Rizzo e il guardiamarina Giuseppe Aonzo condussero un'azione navale terminata con l'affondamento di unità nemiche austriache, ottenendo una
vittoria sul mare che contribuì alla capitolazione degli Imperi Centrali. Scatti del passato e fotografie dell'attuale Marina descrivono le immutate abilità specialistiche e il senso del dovere dei marinai di ieri e di oggi. La Forza armata ha inoltre rinnovato la collaborazione con università e istituti di ricerca italiani, stabilendo nuovi obiettivi da raggiungere con il contributo delle migliori risorse militari e civili del nostro Paese.
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T.M.F. SRL Via N. Machiavelli n.149, 74123 Taranto www.tmftaranto.it
DEMOLIZIONI, BONIFICHE, TRATTAMENTI NAVALI E INDUSTRIALI Nata nel 1977 la T.M.F. s.r.l. si occupava principalmente della raccolta e trasformazione dei metalli ferrosi e non ferrosi, portando a compimento l’intero processo di demolizione con il trasporto e lo stoccaggio dei materiali. A fronte di un’esperienza trentennale maturata nel settore dei metalli, la T.M.F. s.r.l. ha saputo fronteggiare le nuove esigenze del mercato specializzandosi nel settore delle d
talia Spa) e dei bacini e unità navali. Oggi, pur conservando le sue radici, l’azienda tarantina è in grado di sfruttare ogni occasione per evolversi attraverso nuovi servizi da fornire, in linea con le normative ecologiche e antinfortunistiche vigenti: oltre alle demolizioni nel settore siderurgico, navale e petrolifero sia per enti pubblici che privati, si occupa anche di bonifiche navali ed industriali e dei siti inquinati, del t d
BUON LAVORO
MARINA MILITARE
Dis...Corsi di navigazione
Inizia, con questo numero, una serie di puntate dedicate alla navigazione che, partendo da semplici osservazioni e curiosità affronteranno alcuni argomenti spesso tralasciati o non approfonditi dai “sacri testi” ma che, derivando dalla esperienza, possono costituire utile bagaglio di conoscenza per affrontare in sicurezza la navigazione Facciamo il Punto
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di Paolo Giannetti
er identificare la posizione di un punto sulla superficie terrestre, compreso il mare, ci serviamo di due coordinate geografiche che sono la latitudine, che indica la sua distanza dall'equatore, e la longitudine che è la distanza da un meridiano di riferimento. Il meridiano di riferimento è convenzionalmente fissato a Greenwich, nei pressi di Londra (fig.1).
Esempio: 41°53'24" N 012°29' 32" E Gradi Decimali (DD) di solito fino alla 4a cifra decimale. Esempio: 41°.8902 N, 012°.4922 E Gradi Minuti Decimali (DM) Esempio: 41°53.4138' N, 012°29.5335' E
L'indicazione degli emisferi Nord(N)/Sud (S) ovvero Est (E)/Ovest (W)a volte è sostituita dal segno + o -. In particolare, si usano valori negativi per latitudini nell'emisfero Sud e longitudini ad Ovest del meridiano di riferimento. Pur disponendo delle più avanzate tecnologie per il posizionamento, è fondamentale saper riconoscere i diversi formati rappresentati nei display degli apparati e dei sistemi di bordo e, soprattutto, sapere o ricordare come passare (effettuare la conversione) da un formato ad un altro. Gli errori nella lettura e il posizionamento sulla carta nautica delle coordinate del punto fornito dal GPS, a meno che non si disponga di un plotter cartografico, sono assai frequenti anche tra i naviganti più esperti. Il contesto può essere la prova di carteggio per il conseguimento della patente nautica oppure, nel caso più estremo, il lancio di un messaggio di soccorso dove è richiesta la posizione in latitudine e longitudine. In questo ultimo caso l’errore di lettura indotto dallo stress, dalla stanchezza, al buio e magari con il fumo, (facile confondere il segno di apice [‘] dei minuti con una virgola [,]….!!!) può compromettere la sicurezza dell’unità, portare agli estremi di un sinistro e alla perdita di vite umane dovuta a ritardi negli interventi. Vengono mostrate, come esempio (fig.2),
Fig. 1 - Le latitudini e le longitudini non sono grandezze lineari e pertanto non si parla né di chilometri né tantomeno di miglia bensì di angoli e come tali sono misurati in gradi e relativi sottomultipli (primi e secondi) e decimali in diversi formati.
I formati di rappresentazione e scrittura più comuni sono: Gradi Minuti Secondi (DMS) in base “sessagesimale”.
Fig. 2 - Il punto A “sembra” ma non è uguale a B - Il punto C “sembra” ma non è uguale a D.
quattro coppie di coordinate latitudine e longitudine riferite a quattro punti A, B, C e D così come potrebbero apparire, secondo i diversi formati, nel display di un qualsiasi ricevitore GPS. Cerchiamo di individuare tra i quattro punti (apparentemente simili) quali sono coincidenti e quali, invece, distinti. Inoltre, per i distinti, a che distanza si trovano tra loro? Osserviamo che il punto A e il Punto D (fig.3) sono rappresentati in Gradi Decimali (DD) mentre i punti B e C sono espressi in Gradi Minuti Secondi (DMS) in base “sessagesimale”. Operando con le opportune conversioni per rendere omogenee tutte le misure angolari (scegliamo per tutti il DMS Fig. 3
sessagesimale) si ricava che i punti B e D sono in realtà la stessa posizione mentre i punti A e C si trovano ben distanti dai primi due anche se apparentemente i “numeri” delle coordinate di A sono analoghi a quelli delle coordinate di B e quelli di C analoghi a D. Il grafico illustra la posizione relativa dei quattro punti riportando per ognuno di essi le coordinate in entrambi i formati. Si evince chiaramente che, se nella concitazione dell’emergenza o della urgenza fosse erroneamente letto e comunicato il punto D (sul display in Gradi Decimali DD) in Gradi Minuti Secondi (DMS) “sessagesimali” si sarebbe indirizzato l’eventuale ricerca e soccorso in un punto C posizionato a circa 20 (venti!) miglia dalla vostra posizione. In questo ragionamento non è stato volutamente considerato il terzo formato dei Gradi Minuti Decimali (DM), che pure è in uso per la cartografia tradizionale, per dar modo ai lettori di esercitarsi.
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Scopriamo il gioiello architettonico del Rinascimento simbolo di Taranto
Alla scoperta del Castello Aragonese
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di Viviana Passalacqua
unnel segreti, gallerie oscure. Un groviglio di passaggi si rincorre fra le celle anguste dei sotterranei fino alle cannoniere delle casamatte sommitali, penetra i torrioni e conduce in alto alle feritoie difensive. Siamo nelle viscere del Castello Aragonese, gioiello architettonico del Rinascimento sbocciato sul Mar Grande, restituito alla città di Taranto dall’opera di restauro e tutela intrapresa dalla Marina Militare. Guida d’eccezione in questo viaggio “verticale”, l’ammiraglio (ris) Francesco Ricci, esperto conoscitore di un maniero dalle molte anime. La struttura in pietra a forma d’aquilone racconta infatti tre millenni di strategie militaresche: dagli attacchi normanni, svevi e angioini sferrati in cima a torri affusolate per la difesa piombante, alla solidità delle costruzioni circolari quattrocentesche, basse e imponenti contro gli urti delle palle di cannone. Non più lanci di massi, frecce e colate d’olio bollente lungo le pareti, dunque, ma finestre ad arco ricavate di sbieco nei muri per garantire un tiro incrociato sul nemico e rendergli impossibile la fuga. “A segnare il passo tra l’epoca medievale e quella rinascimentale, forgiando l’estetica del Castello così come oggi appare – spiega l’ammiraglio Ricci –
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il re Ferdinando II d’Aragona, che nel 1486 incaricò l’architetto senese Francesco Di Giorgio Martini di irrobustirlo per ricavarne nuove postazioni d’artiglieria, in seguito alla rivoluzionaria scoperta della polvere da sparo. Cortine murarie alte 20 metri e spesse 8, tali da massimizzarne la solidità esterna e consentire lo scavo
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di passaggi interni, che fiancheggiano i locali di acquartieramento truppe e le antiche cucine”. Di qui, l’intima trama di corridoi da combattimento, scivoli e rampe per gli spostamenti rapidi fra le 4 torri, rispettivamente intitolate a San Cristoforo, San Lorenzo, all’Annunziata e alla Bandiera. Un quinto torrione, quello di San-
t’Angelo, è stato demolito nel 1800 in favore del Ponte Girevole, cordone ombelicale fra l’acropoli antica e il borgo nuovo, che insieme al Castello tesse il dna identitario e profondamente marinaresco della Città dei due Mari. Nel ‘500 gli spagnoli ne fanno una prigione, il cui mito leggendario aleggia tra le pagine del Conte di Montecristo, che narrano la tremenda reclusione del generale Thomas-Alexandre Dumas, condottiero napoleonico e padre dell’omo-
A sinistra: le visite turistiche al Castello Aragonese; in alto una veduta aerea del sito, simbolo della città di Taranto; in basso, una foto panoramica che riprende dal Monumento ai marinai fino al famoso ponte girevole.
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Quasi 100.000 i turisti accorsi al Castello lo scorso anno, il 75% di altre nazioni o provenienti da altre regioni
nimo romanziere. Fortezza difensiva prima e carcere duro poi, è oggi una splendida tenuta aperta ai visitatori tutti i giorni fino a notte fonda grazie all’impegno del personale militare e civile della Marina, che con pazienza ha smantellato pavimenti, scrostato intonaci, rimosso centinaia di metri cubi di terra, riportando in luce i pa-
diglioni sepolti e le originarie pareti in carparo d’epoca bizantina. Quasi 100.000 i turisti accorsi al Castello lo scorso anno, il 75% dei quali stranieri o provenienti da altre regioni. Per una cultura gratuita e alla portata di tutti, portabandiera di quell’italianità che affonda le sue radici in una tradizione artistica unica al mondo.
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di Emanuele Scigliuzzo
avvenimenti e curiosità in breve
Ultimo ammaina bandiera nave Mitilo
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Si è svolta lo scorso 5 ottobre, la cerimonia dell’ultimo ammaina bandiera di nave Mitilo, presso la banchina Giovannini del Comando delle Forze di Contromisure Mine di La Spezia. Presente all’atto solenne, il Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio Donato Marzano, che nel suo intervento ha voluto ringraziare gli equipaggi per il loro operato prezioso, seppur silenzioso. L’attività di nave Mitilo, unità della classe Aragosta, è stata fondamentale al termine della seconda guerra mondiale, quando ha contribuito allo sminamento delle coste nazionali. Nel 1985, l’Unità è stata trasformata in nave ausiliaria per la formazione degli ufficiali durante le sessioni di scuola comando. (foto 1) D E L L A
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Operation Smile torna a bordo di nave Cavour
Ritorna a bordo di nave Cavour l’operazione “un mare di sorrisi”, che ha visto coinvolti i medici volontari della fondazione Operation Smile, le infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana e il personale della Marina. Nel week end dal 29 settembre al 1 ottobre sono stati operati nel reparto sanitario dell’Unità quattro piccoli pazienti affetti da labio palatoschisi. (foto 2)
Master di Judo al Comsubin
Non solo attività operativa presso il Raggruppamento Subacquei Incursori “Teseo Tesei” che ha fatto da cornice a uno stage di judo, al quale ha preso parte anche la locale scuola di arte marziali Novasconi. Tra gli ospiti presenti Elio Verde, atleta
classe 1987, icona nazionale del Judo e sportivo di livello mondiale che ha partecipato ai giochi olimpici di Londra. (foto 3)
Dynamic Monarch 2017
In un’ottica di cooperazione internazionale, si è svolta dal 8 al 22 settembre l’esercitazione Dynamic Monarch 2017 (DYMH17), dedicata al soccorso dei sommergibili sinistrati. L’attività ha visto coinvolti assetti della Marina turca, spagnola, americana, norvegese, inglese e francese insieme a nave Anteo e i palombari di bordo. L’attività addestrativa, che si svolge con cadenza triennale, ha visto anche l’impiego del minisottomarino di soccorso SRV 300. La DYMH17 è servita per testare le capacità di Submarine Escape and Rescue (SMER) della Nato. (foto 4)
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