Notiziario della Marina gennaio 2018

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M ARINA

n o T i Z i A R i o d el l a

A n n o LXV - G e n n A i o 20 1 8 - € 2,0 0 C o p i A o m A G G i o


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di Antonio Cosentino

L’anno concluso è stato intenso per la Marina che ha confermato il continuo impegno operativo e addestrativo anche in aree al di fuori del bacino mediterraneo. I risultati ottenuti sono frutto di un intenso addestramento, ne è un esempio quello svolto dai palombari della Marina Militare, formati e addestrati all’interno della base del Varignano, come l’ufficiale palombaro Emanuele Lo Schiavo.

“Ora sii all’altezza di chi ti ha preceduto”. Queste parole potrebbero sembrare una sfida, un duello tra vecchi e giovani, tra chi rappresenta il nuovo. Invece no, sono parole pronunciate dalla medaglia d’argento al Valor Militare, Andrea Gianoli, al giovane ufficiale palombaro della Marina, Emanuele Lo Schiavo, il primo giorno del suo brevettamento. Lui le ha fatte sue, parole rimaste scolpite dentro di sè. Emanuele, in una inedita intervista al Notiziario, ci racconta: “Non è semplice parlare delle emozioni provate durante la mia prima missione operativa che mi vedeva impegnato, tra l’altro, nella ricerca e recupero delle persone che erano rimaste vittime del crollo della torre piloti nel porto di Genova. Solo la guida esperta dei palombari anziani mi ha permesso di affrontare, così presto, una delle prove più impegnative alle quali può essere sottoposto un operatore di Comsubin”. Dopo impegnativi corsi di specializzazione e diverse missioni a supporto delle operazioni fuori area delle Unità navali della Marina, l’ufficiale è stato selezionato per frequentare la scuola dei palombari della US Navy il corso “Joint Diving Officer”. “Mi tremavano le gambe all’idea di quella nuova avventura! Dovevo tornare ancora una volta allievo per misurarmi con decine di altre persone provenienti da Paesi diversi, in uno dei corsi per operatori subacquei più prestigiosi al mondo”. Così, sostenuto dagli insegnamenti ricevuti a Comsubin, il 28 maggio 2017 il palombaro di Marina, varcava i cancelli del Naval Diving and Salvage Training Center. Sottoposto a un complesso, durissimo e impegnativo addestramento, quello promosso dalla US Navy - finalizzato ad acquisire le capacità per dirigere operazioni subacquee militari in ambito internazionale nel complesso delle attività condotte dai paesi Nato, che solo in pochi sono in grado di completare, Lo Schiavo non si è mai arreso dando il massimo in ogni occasione. “Ho cercato di non lasciare mai qualcuno indietro, sono stato educato fin da piccolo a tendere sempre la mano alle persone in difficoltà”, così è successo quando si è accorto che durante il test di nuoto su un miglio di lunghezza, a metà percorso un collega americano era in grande difficoltà. Emanuele non ci ha pensato due volte, è tornato indietro prodigandosi per aiutare il collega in affanno sostenendolo fino al traguardo. E così ha mancato il record, seppure è entrato nell’olimpo della US Navy, conseguendo in Florida la seconda migliore prestazione della storia della Marina statunitense. “Un risultato, ragguardevole che rende onore non solo alla Marina Militare, ma a tutta l'Italia”, sottolinea il comandante Giampaolo Trucco, direttore della Scuola Subacquei all’epoca in cui Lo Schiavo svolgeva il corso ordinario Palombari. Nel frattempo, anche in Italia e nel bacino mediterraneo le attività si sono svolte rapidamente su più fronti: da una parte nave Carabiniere impegnata in un’attività addestrativa con la marina egiziana, dall’altra nave Espero in esercitazione con la marina cipriota. Altri argomenti che hanno caratterizzato il numero, è il ritorno al Polo Nord, fra i mari d’Islanda e Groenlandia della nave polivalente Alliance e del suo equipaggio con a bordo il Centre for Maritime Research and Experimentation della Nato per sostenere le attività di ricerca a supporto dell’organizzazione internazionale Woods Hole Oceanographic Institution, una missione che vede ancora una volta lavorare in sinergia la Marina con i centri di ricerca.

Tutto questo e tant’altro, è stato raccontato nel Notiziario, per scoprirlo vi auguro una Buona lettura!

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SOMMARIO

Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica della Marina Militare fondata nel 1954

GENNAIO

Registrazione Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

2018

Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa

DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO

In copertina: suggestiva immagine di nave Alliance ripresa durante il fenomeno dell’aurora boreale.

REDAZIONE:

Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO

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D IREZIONE E R EDAZIONE : Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina - Notiziario della Marina piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME

PER LA COLLABORAZIONE

La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione. © Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore. COME ABBONARSI

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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana Tivoli chiuso in redazione il 1 febbraio 2018 Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel. 03311783010 amministrazione@necmedia.eu

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Situation Report

Un’attività addestrativa congiunta

di Antonio Cosentino

Nave Espero: interoperabilità con la marina cipriota Nave Alliance torna in Mar Artico

di Giiuseppe Lucafò

Emanuele Lo Schiavo, cuore e grinta del palombaro che entra nel gotha della U.S. Navy Al servizio del Paese

di Giiuseppe Lucafò

Palazzo Marina, il racconto dell’Italia sul mare

di Desirèe Tommaselli

Porte aperte al futuro

di Elisabetta Gramolini

Vespucci, donato il modellino alla Marina

di Elisabetta Gramolini

Museo navigante

di Desirèe Tommaselli

Romanzo Famigliare

di Moira Adiutori

L’infermiere di bordo, competenze e responsabilità di Giuseppe Papaccioli

Dis...Corsi di navigazione

di Paolo Giannetti

Il gergo marinaresco

di Alessandro Lentini

La Marina incontra i giovani

di Luigi Garau

In breve

di Emanuele Scigliuzzo

Medagliere ricco ai campionati di fondo di canottaggio di Emanuele Scigliuzzo

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oceano atlantico

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mar mediterraneo


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Situation Report

gennaio 2018

con la collaborazione della sala monitoraggio 3° Reparto - Stato Maggiore Marina Unifil - Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Personale Marina Militare.

Operation Inherent Resolve - Operazione di contrasto del

terrorismo islamico. Gruppo Operativo Incursori.

Combined Maritime Forces - Forza marittima multinazio-

nale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain). Personale Marina Militare.

Resolute Support Mission - Missione Nato di assistenza e

supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan. Gruppo Operativo Incursori e personale Brigata Marina San Marco.

golfo arabico

M.F.O. - Controllo e verifica della libertà di navigazione nello

Stretto di Tiran. Grupnavcost 10: pattugliatori Esploratore, Sentinella e Vedetta, personale Brigata Marina San Marco.

Eunavfor-Med Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Rifornitrice: Etna.

BMIS Gibuti - Base Militare Italiana di Supporto in Gibuti.

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta. Personale Marina Militare.

Operazione Mare Sicuro - Operazione di presenza, sorve-

glianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali. Cacciatopediniere: Durand de La Penne (flagship); Fregate: Bergamini, Espero, Libeccio; Pattugliatori: Borsini, Libra, Spica.

Vi.Pe. Costant Vigilance - Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori. Pattugliatore: Sirio, Cassiopea, Orione.

Joint Operation Triton - Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della U.E. sotto l’egida dell’agenzia Frontex.

Iceland-Greenland Seas Project (IGP) - attività di ricerca a supporto dell’organizzazione internazionale Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), nell’ambito del programma multidisciplinare Iceland-Greenland Seas Project (IGP): Nave Alliance


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di Antonio Cosentino ’stata condotta nel golfo di Taranto un’attività addestrativa congiunta tra la fregata multimissione Carabiniere e la nave scuola egiziana Shalatein, tesa a rafforzare la collaborazione bilaterale tra le due marine. Un breve ma intenso evento addestrativo che ha visto le due Unità impegnate in manovre cinematiche ravvicinate, navigazione di precisione in acque ristrette e difesa da attacchi asimmetrici. L’esercitazione è proseguita con una operazione di boarding da parte di un team di specialisti della Brigata Marina San Marco, imbarcati su nave Carabiniere, che hanno simulato il controllo e l’ispezione di un mercantile sospetto, abbordando la nave egiziana. L’esercitazione rientra in un piano addestrativo finalizzato alla crescita professionale e umano degli equipaggi delle unità nonchè, ha rappresentato un’occasione formativa per un’aliquota di allievi ufficiali egiziani imbarcati a bordo di nave Carabiniere. Parole di apprezzamento sono state espresse dal contrammiraglio egiziano Nihad Shahin Aly, imbarcato su nave Shalatein, per l’assistenza ed il supporto ricevuto durante la sosta dell’Unità nel porto di Taranto.

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Nave Carabiniere nel golfo di Taranto si esercita con la marina egiziana

Un’attività addestrativa congiunta

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Nave Espero: interoperabilità con la marina cipriota

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ave Espero, che sta operando nel dispositivo aeronavale “Mare Sicuro”, in occasione della sosta operativa a Larnaka (Cipro), è stata impegnata in attività istituzionali e di rappresentanza nell’isola. Il comandante dell’unità, capitano di fregata Giorgio Occhetto, accompagnato da una delegazione di bordo, ha fatto visita presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia a Cipro, dott. Andrea Cavallari, ringraziandolo per l’attenzione e il supporto fornito nelle fasi di pianificazione e approntamento della sosta dell’unità a Cipro. Successivamente, il contrammira-

glio Andrea Cottini, Comandante delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera (COMFORPAT), giunto a Larnaka, si è recato, accompagnato dal comandante Occhetto e da una rappresentanza di bordo, in visita alla base navale cipriota di Mari. Ad accogliere la delegazione il chief of defence, comandante della Guardia Nazionale Lt. Gen. Ilias Leontaris ed il Comandante della Marina, capt. Charalampos Charalampous. Nel corso

L’esercitazione ha costituito una preziosa occasione per entrambe le Marine di incrementare le proprie capacità operative nella condotta di operazioni S.A.R. e rafforzare il rapporto di cooperazione e collaborazione tra i due Paesi

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dell’incontro è stata ribadita l’importanza della condivisione dei dati relativi al traffico mercantile e la cooperazione tra i due Paesi, nell’ottica di migliorare sempre più la Maritime Situational Awareness, elemento fondamentale in uno scenario complesso come quello rappresentato dal Mediterraneo Orientale. Dopo un briefing introduttivo inerente l’organizzazione, la missione e le


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capacità della Guardia Nazionale cipriota è stata effettuata una visita presso la Centrale Operativa della Marina cipriota; dotata di tutti i sistemi di interconnessione delle marine occidentali compresi il Virtual-Regional Maritime Traffic Centre (V-RMTC) ed il Maritime Surveillance (MARSUR), per il controllo dell’ambiente marittimo. Il contrammiraglio Cottini, è stato poi ricevuto dal ministro della Difesa cipriota Christoforos Fokaides, il quale ha espresso parole di apprezzamento per la presenza della Marina Italiana a Cipro, augurandosi di implementare sempre più i rapporti tra le forze armate dei due Paesi mediterranei. ll ricco programma di incontri è continuato con la visita presso il Joint Re-

scue Coordination Centre (JRCC) di Larnaca: tecnologicamente molto avanzato, che ha dipendenza diretta dal ministero della Difesa, avvalendosi della Guardia Nazionale quale principale force provider di uomini e mezzi nel campo della ricerca e soccorso aeromarittimo. La visita è stata una opportunità di scambio di conoscenze reciproche, oltre ad essere stata la sede primaria in cui si sono definite le modalità di coordinamento dell’esercitazione bilaterale di Search and Rescue (S.A.R.) CYPITA 01-18. Lo scopo dell’esercitazione è stato quello di implementare e testare le procedure internazionali nel campo del soccorso aeromarittimo, nell’ottica di migliorare l’addestramento e le capacità di reazione delle forze. Altra attività di rilievo, in occasione della festività dell’Epifania, è stata la visita a Zygi con la partecipazione alla cerimonia religiosa e della santificazione dell’acqua, officiate dall’arcivescovo di Nuova Giustiniana e

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Dopo la sosta a Larnaka, nave Espero ha ripreso il suo impegno nell’Operazione Mare Sicuro svolgendo attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo Centrale

Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II, alla presenza del presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades. La mattina dell’8 gennaio nave Espero, lasciata Larnaka, ha effettuato l’esercitazione congiunta CYPITA 01-08. In uno scenario pre-pianificato, una chiamata via radio simulante un’imbarcazione in affondamento, innescava gli eventi: il JRCC nominava immediatamente il comandante di nave Espero quale On Scene Coordinator (O.S.C.), assegnandogli in tal modo la condotta delle operazioni di soccorso e il coordinamento e l’impiego dei due assetti aerei: l’eli AB 212 organico di nave Espero ed un AW 139 della Polizia cipriota, messo a disposizione dal JRCC, ordinando ad entrambi l’effettuazione di pattern di pattugliamento all’interno di due aree di probabile presenza di naufraghi. Individuati gli uomini in N OT I Z I A R I O

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mare, simulati da due manichini, gli elicotteri procedevano con il recupero dei due infortunati, la loro stabilizzazione a bordo dell’unità navale e la successiva evacuazione medica (medevac) verso struttura ospedaliera a terra, a mezzo eli AW 139 cipriota. L’intera sosta cipriota ha rappresentato, un pieno successo, a dimostrazione degli ottimi rapporti tra i due Paesi mediterranei. L’ambasciatore d’Italia a Cipro, dott. Cavallari e il comandante di nave Espero capitano di fregata Occhetto; a sinistra: il contrammiraglio Cottini a colloquio con il Comandante della Marina cipriota, capt. Charalampos Charalampous; in alto: l’arcivescovo di Nuova Giustiniana e Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II con la delegazione di nave Espero; sopra una fase dell’esercitazione.


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Nave Alliance torna in Mar Artico La Marina Militare ritorna al Polo Nord, fra i mari d’Islanda e Groenlandia, a distanza di 90 anni dalla missione del comandante Nobile e dopo la recente spedizione nell'estate scorsa denominata "High North"

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di Giuseppe Lucafò ’ partita da La Spezia il 17 gennaio la nuova missione scientifica della nave polivalente di ricerca Alliance e del suo equipaggio con a bordo il Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) della NATO che, dopo l’ultima esperienza vissuta durante la scorsa estate con “High North”, ritorneranno a distanza di sei mesi al Polo Nord. Sarà la prima volta questa che nave Alliance navigherà, oltre il Circolo Polare Artico, fra i mari d’Islanda e Groenlandia, nel periodo invernale artico

per sostenere le attività di ricerca a supporto dell’organizzazione internazionale Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), nell’ambito del programma multidisciplinare Iceland-Greenland Seas Project (IGP). L’equipaggio, al comando del capitano di fregata Daniele Cantù e composto da 47 militari della Marina Militare e da 22 scienziati provenienti da diverse organizzazioni internazionali, ha ricevuto il saluto da parte del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano, il quale rivolgendosi ai presenti durante la tradi-

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zionale assemblea pre-navigazione ha dapprima sottolineato come, a distanza di 90 anni dall’impresa del comandante Nobile, questa rappresenti nuovamente “Una missione in acque non usuali, che però vede ancora una volta lavorare insieme le forze armate, quindi la Marina Militare, con i Centri di ricerca. E’ inoltre il sogno di ogni marinaio, animato da spirito di avventura, il poter navigare in mari sconosciuti” e ha poi aggiunto che “la partecipazione a questa missione di studio e salvaguardia dell’ambiente marino


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rientra nell’interesse della Marina Militare”. Un particolare ringraziamento all’equipaggio di nave Alliance, per il lavoro svolto nell’approntamento della nave, è stato inoltre espresso dalla dott.ssa Warner, direttrice del CMRE. Lo scopo principale di questa spedizione è infatti lo studio dell’interazione tra aria e acqua e la relativa ventilazione che si viene a creare nel Mare Artico, con l'obiettivo

di poter ottenere una migliore comprensione della circolazione delle correnti marine. L’attività scientifica della spedizione sarà caratterizzata da due periodi di navigazione di circa venti giorni ciascuno durante i quali i ricercatori effettueranno rilievi speditivi e approfonditi dei parametri di conduttività elettrica, temperatura, profondità, analisi geochimiche e velocità del suono in acqua,

rilievi bati-termografici, misurazione della batimetria e misurazioni meteorologiche (marine e aeree), effettuando la correlazione e la raccolta statistica tra i dati acquisiti, nello stretto di mare che separa l'Islanda dalla costa orientale della Groenlandia. Il responsabile della missione scientifica è il dottor Robert Pickart, scienziato del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), il quale sarà assistito dal Capo Missione della Marina, capitano di vascello Massimiliano Nannini, fino alla prima decade del mese di aprile 2018, quando nave Alliance rientrerà in Italia. Durante la missione si alterneranno due team scientifici che si avvicenderanno durante le soste nei porti islandesi di Reykjavik e di Isafjordur, rispettivamente nella prima e ultima decade di febbraio. Momenti salienti dell’assemblea pre-navigazione di nave Alliance in partenza per la missione in Mar Artico in collaborazione con l’istituto CMRE della Nato; a sinistra: il Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano insieme alla dott.ssa Warner, direttrice del CMRE. (foto Silvio Scialpi).

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on vuole essere chiamato eroe. Con la sua stazza da gigante e il sorriso bonario, il guardiamarina Emanuele Lo Schiavo ha conquistato i media, dopo il salvataggio del compagno statunitense in difficoltĂ durante la prova di nuoto per il superamento del corso "Joint Diving Officer" alla United States Naval

Diving and Salvage Training Center di Panama City Beach in Florida. Per il gesto, l'ufficiale del Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare ha perso l'occasione di superare il record registrato dal suo mito, il palombaro afroamericano Carl Brashear. ÂŤSono stato educato fin da piccolo a tendere sempre la mano alle persone in diffi-

Emanuele Lo Schiavo

cuore e grinta del palombaro che entra nel gotha della U.S.Navy

L'ufficiale ha visto sfumare il sogno di superare il record perchĂŠ ha sorretto un compagno in affanno N OT I Z I A R I O

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coltà», ha dichiarato Lo Schiavo che è tornato indietro ad aiutare il compagno, sorregendolo fino al traguardo. Il corso ha avuto la durata di quattro mesi ed è servito ad acquisire le capacità di condurre e dirigere operazioni subacquee militari anche in Oceano, come la ricerca ed il recupero di oggetti sul fondo o lavori pesanti, saldature o tagli termici e meccanici. Lo standard e la preparazione richiesta è di altissimo livello, tanto è vero che su 28 partecipanti (fra cui quattro non statunitensi) solo 20 sono stati in grado di completarlo. Chi è riuscito ad ultimare il corso, rappresenta solo una piccola parte degli oltre 1600 aspiranti che ogni anno si presentano alle selezioni per accedere a Panama City Beach. I risultati raggiunti da Lo Schiavo lo inseriscono nel gotha della storia della Us Navy. «Il corso – ha spiegato il palombaro - rappresenta per gli ufficiali palombari non solo italiani, un prestigioso obiettivo di carriera». La marina statunitense ha conferito al guardiamarina anche il titolo di Honor Graduate, riconoscimento che viene rilasciato a chi si classifica al primo posto nel corso. «Tra le tante difficoltà incontrate lungo il mio cammino a Panama City Beach – ha raccontato -, sicuramente la “Pool Week” è stato l’ostacolo più impegnativo. Una settimana in piscina con gli istruttori che ci hanno costante-

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Durante il corso non mi sono mai arreso dando il massimo in ogni occasione e, come mi è stato insegnato, ho cercato di non lasciare mai indietro nessuno

L’ufficiale Emanuele Lo Schiavo ci racconta la sua storia

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manuele Lo Schiavo esordisce: ricordo, come fosse accaduto ieri, il momento in cui sono entrato a far parte del Gruppo Operativo Subacquei, una squadra di persone che hanno fatto del loro servizio il senso della loro vita. Questo attaccamento al reparto, così particolare, permette di condividere le fatiche, le paure, ma anche le comuni speranze e le grandi gioie che un mestiere impegnativo come quello del palombaro sa regalare. Essere un palombaro della Marina Militare non è una scelta come le altre, tutt’altro. Deve nascere da una profonda convinzione, basata su di una grandissima passione e forza di volontà che ti danno la capacità di metterti in gioco con gli stessi sentimenti ed emozioni provati durante la prima immersione. “Ora sii all’altezza di chi ti ha preceduto” mi aveva detto la Medaglia d’Argento al Valor Militare com.te Andrea Gianoli il giorno del mio brevettamento. Parole che sono rimaste scolpite dentro di me e che, ancora oggi, sono il metro attraverso

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il quale misuro ogni mia azione. Mi furono da guida quando nel maggio del 2013, a soli 6 mesi dal termine del corso ordinario, sono stato catapultato a Genova insieme ad un team del Reparto Pronto Impiego del GOS a seguito del crollo della torre piloti del porto. Non è semplice raccontare le emozioni provate durante la mia prima missione operativa che mi vedeva impegnato, tra l’altro, nella ricerca e recupero delle persone che erano rimaste vittime di quell’incidente. Solo la guida esperta dei palombari anziani mi ha permesso di affrontare, così presto, una delle prove più impegnative alle quali può essere sottoposto un operatore di Comsubin. Dopo questo impegnativo inizio, ho

svolto alcuni corsi di specializzazione e sono stato assegnato in diverse missioni a supporto delle operazioni fuori area delle Unità Navali della Marina, tra le quali la campagna di Nave Carabiniere in Australia e sud est asiatico, al termine della quale ho appreso che sarei partito per l’America per frequentare il corso Joint Diving Officer (JDO) presso la scuola palombari della US NAVY! Mi tremavano le gambe all’idea di quella nuova avventura! Dovevo tornare ancora una volta allievo per misurarmi con decine di altre persone provenienti da Paesi diversi, in uno dei corsi per operatori subacquei più prestigiosi al mondo. Così, sostenuto dagli insegnamenti ricevuti a Comsubin, il 28 maggio 2017 varcavo i cancelli del Naval Diving and Salvage Training Center. Terminati i convenevoli rituali di inizio corso, sono stato proiettato, già dal primo giorno, in quello che sarebbe stata la mia vita professionale per i successivi 7 mesi: insieme ad altri 28 ufficiali (25 americani ed altri 3 internazionali) sono stato sottoposto ad addestramento continuo sempre più complesso ed impegnativo, molte volte condotto sotto un fortissimo


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mente messi alla prova sottoponendoci a diversi test fisici subacquei di varia intensità, estremizzando l’assetto delle nostre apparecchiature per la verifica, la reazione e la prontezza dell’operatore in condizioni di emergenza». Al suo rientro in Italia, il palombaro è stato ricevuto dal capo di Stato Maggiore, ammiraglio Valter Girardelli, che si è congratulato con lui sottolineando «l’importanza dell’iter formativo seguito dalla Scuola Subacquei di ComIl capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli si congratula con l’ufficiale palombaro Emanuele Lo Schiavo per il prestigioso riconoscimento; a sinistra: il GM Lo Schiavo al termine di una gravosa immersione tra le macerie della torre piloti del porto di Genova.

stress psicofisico indotto dagli istruttori, allo scopo di mettere in difficoltà i frequentatori per valutarne le loro reazioni. L’apice di questa particolare didattica ha avuto il suo culmine durante la “Pool Week”. Questa celebre fase, che caratterizza i corsi subacquei svolti negli Stati Uniti, dalle 04.30 a sera inoltrata di un’intera settimana sottopone gli allievi ad un continuo susseguirsi di test fisici e prove in acqua ad alto impatto emotivo. Con la pool week era iniziata, di fatto, la selezione del corso che ha portato ad allontanare 3 subacquei internazionali e 6 statunitensi. Durante il corso non mi sono mai arreso dando il massimo in ogni occasione e, come mi è stato insegnato, ho cercato di non lasciare mai qualcuno indietro. Come è successo verso la fine del corso quando mi sono accorto che un collega americano era in grande difficoltà durante il test di nuoto sul miglio. Non ci ho pensato due volte, sono tornato indietro e l’ho rimorchiato fino al traguardo. Con umiltà e perseveranza ho superato tutte le fasi del JDO conseguendo sia l’Honor Graduate, il riconoscimento dato a coloro che hanno ottenuto il miglio punteggio durante il corso, sia il secondo miglior risultato di sempre nella storia del Naval Diving and Salvage Training Center. Il 9 dicembre del 2017 sono tornato a casa ed ho ripreso il mio servizio

al Gruppo Operativo Subacquei con altri ufficiali palombari che hanno conseguito l’Honor Graduate prima di me. Mi piace immaginare il Comandante Gianoli sorridere soddisfatto per come sto cercando di orientare la mia vita professionale. Mi piace pensare che, forse, noi Palombari siamo sulla strada giusta per poter essere all’altezza degli eroi che ci hanno preceduto.

“Non si volta chi a stella è fiso!” (Leonardo Da Vinci)

La nota frase di Leonardo Da Vinci “Non si volta chi a stella è fiso” è diventato il motto dalla categoria Palombari a seguito del recupero nella corazzata Leonardo Da Vinci, affondata a Taranto nel 2 agosto del 1916. Il sollevamento dal fondo del Mar Piccolo ad opera dei Palombari ed il successivo rimorchio in bacino, avvenuto il 18 settembre 1919, destò ammirazione nel mondo perché fu il primo recupero della storia di una nave di quelle dimensioni nelle sua interezza. Dalla Domenica del Corriere n°40 del 1919: “..La corazzata Leonardo da Vinci è ritornata a galla. Il suo recupero è vera gloria dell’industria e del genio navale d’Italia. Il salvataggio delle navi affondate è un’impresa ardua cui concorrono mezzi tecnici e uomini di fegato, questi ultimi sono i Palombari, la cui origine è più antica di quanto si creda..”

subin, nel solco delle tradizioni marinare italiane. Il Gruppo Operativo Subacqueo – ha aggiunto l'ammiraglio rappresenta un punto di forza, uno degli elementi di orgoglio per la Marina Militare». Il gigante palombaro, nato a Sapri in provincia di Salerno, fin da bambino coltivava la passione per il mare. «La mia famiglia – ha ricordato - ha una lunga tradizione marinara e quindi il mare ha sempre fatto parte della mia vita». Pur avendo vissuto a Roma, Lo Schiavo ha mantenuto un legame con il paese di origine. «Nonostante la mia vita si svolga ormai da diversi anni a La Spezia, conservo nel cuore Sapri dove spero un giorno di ritornare per riallacciare il legame mai sopito e tramandare a mio figlio la mia grande passione».

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di Giuseppe Lucafò

Al servizio del Paese Le camere iperbariche della Marina

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rosegue incessante nei primi giorni del 2018, oltre che nel segno dell’impegno operativo, l’attività svolta dal personale della Marina militare anche presso le camere iperbariche del Centro Ospedaliero Militare di Taranto e del Comando Subacquei ed Incursori di La Spezia per il trattamento di pazienti civili


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Attivati già nei primi giorni dell’anno gli impianti del Comando Subacquei ed Incursori e del Centro Ospedaliero Militare di Taranto per il trattamento di pazienti civili

affetti da particolari patologie. Il primo intervento del nuovo anno a Taranto il 5 gennaio, dove una coppia di anziani coniugi affetti da intossicazione acuta da monossido di carbonio è stata sottoposta ad un trattamento di ossigenoterapia iperbarica (O.T.I.) in emergenza. L’attivazione del team composto da personale sanitario, subacqueo e tecnico della Marina Militare, in piena sinergia con il personale rianimatore iperbarico della A.S.L. di Taranto, ha consentito in tempi molto brevi di effettuare un ciclo

di sedute in camera iperbarica scongiurando l’insorgere di conseguenze a livello fisico per i due pazienti. Come evidenziato dal capitano di vascello Fiorenzo Fracasso, Capo Servizio Medicina Iperbarica, del Centro Ospedaliero Militare di Taranto “Il personale della Marina Militare, oltre ai compiti di istituto, svolge il proprio servizio anche a favore della popolazione e, affrontando questo tipo di attività sempre in maniera molto professionale, contribuisce a salvare vite umane”, ha poi aggiunto “Questo tipo

di trattamento serve non solo a scongiurare i rischi immediati derivanti da una intossicazione, ma anche ad evitare il pericolo di conseguenze neurologiche”. Pochi giorni dopo e precisamente l’8 gennaio, un’anziana donna affetta da sindrome algodistrofica è stata invece sottoposta presso la camera iperbarica del COMSUBIN a La Spezia ad un trattamento di ossigenoterapia iperbarica in elezione con l’assistenza del personale della Marina militare. Gli impianti iperbarici della Forza Armata, dislocati rispettivamente presso il Comando Subacquei ed Incursori di La Spezia ed il Centro Ospedaliero Militare di Taranto rappresentano realtà uniche all’interno delle rispettive province per quanto riguarda la gestione di emergenze ed urgenze iperbariche che comprendono le intossicazioni da monossido di carbonio, le ulcere cutanee, la sordità improvvisa, l’osteonecrosi asettica della testa del femore, le varie forme di gangrena, i gravi traumi da schiacciamento e le fratture a rischio, oltre agli incidenti subacquei da decompressione. Queste attività vengono condotte in accordo con i protocolli d’impiego, in continua e sinergica collaborazione, tra personale della Marina (sanitari, subacquei, tecnici civili) e medici rianimatori iperbarici referenti delle A.S.L. del territorio. In Puglia la Marina è in prima linea dal 2003 nella gestione delle emergenze iperbariche con 1130 pazienti trattati presso il Centro Ospedaliero Militare di Taranto (per un totale di 8269 sedute), mentre da ottobre 2016 fino ad oggi sono circa 1000 le sedute effettuate a favore della popolazione civile presso l’impianto iperbarico del Comando Subacquei ed Incursori di La Spezia.

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Palazzo Marina il racconto dell’Italia sul mare

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di Desirée Tommaselli

oma, gennaio 1929: inizia il trasferimento degli uffici del Ministero della Marina dall’antico Convento di Sant’Agostino alla nuovissima sede costruita sulla riva sinistra del Tevere. La vicinanza al fiume, poeticamente connessa alla volontà di lenire la nostalgia dei marinai per il loro elemento naturale - l’acqua - durante la destinazione a

terra, ha, nella realtà dei fatti, una forte valenza simbolica: deve sottolineare la continuità fisica e ideale tra il Tevere navigabile e il mare, e vuole ribadire il ruolo di città marinara, alla stregua di Venezia e Genova, che Roma ha sempre voluto affermare. Genova, Roma e Venezia sono i simboli dell’Imperium Maris italiano nella storia,

Palazzo Marina, avancorpo centrale, piano nobile. Gli architravi delle trifore recano iscritti “Genova”, “Roma” e “Venezia”, i simboli dell’Imperium Maris italiano nella storia.

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Palazzo Marina il racconto dell’Italia sul mare

che vengono menzionati ripetutamente in Palazzo Marina, dall’avancorpo centrale della facciata sul Lungotevere alla decorazione pittorica interna. L’edificio monumentale è eretto appositamente per la Marina Militare (all’epoca Regia Marina), a cui è esclusivamente dedicato. Esso dichiara la sua funzione a partire dai prospetti; “parla” di mare attraverso iscrizioni, simboli, raffigurazioni e quello straordinario “ordine architettonico marinaro” che il suo progettista, Giulio Magni, inventa per l’occasione. L’architetto, come i suoi colleghi impegnati nelle fabbriche governative di epoca giolittiana, ha il compito di curare gli aspetti artistici e architettonici necessari a conferire il giusto decoro all’edificio statale; egli non solo attribuisce al Ministero della Marina la particolare forma trapezoidale (che armonizza tutti i fronti della fabbrica con gli assi viari su cui affacciano) ma, soprattutto, istituisce quelle

corrispondenze tra contenitore e contenuto, tra esterno ed interno, tra funzione e decorazione che fanno del palazzo un insieme coerente ed armonico. Magni, che all’epoca dell’incarico è un professionista cinquantenne forte di una notevole esperienza nell’ambito dei concorsi e della progettazione degli edifici pubblici, realizza un complesso omogeneo in cui gli elementi architettonici, l’arte figurativa e le arti applicate rimandano continuamente al mare. Egli interviene spesso nella scelta degli autori (ad eccezione del pittore austriaco Rudolf Claudus - voluto dall’ammiraglio Sirianni, Sottosegretario per la Marina - e del veneziano Umberto Bellotto, coinvolto nella fabbrica dal concittadino Giovanni Giuriati, Ministro dei Lavori Pubblici) e sovrintende sempre alla realizzazione di ogni opera decorativa. Magni dispiega tutte le arti per celebrare la Marina e il suo elemento naturale: scultura, pittura,

1911, Ufficio del Genio Militare, progetto di massima per il prospetto del ministero della Marina sul Lungotevere; a centro pagina, palazzo Marina oggi, immerso nel moderno contesto cittadino. N OT I Z I A R I O

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L’edificio monumentale è eretto appositamente per la Marina Militare (all’epoca Regia Marina), a cui è esclusivamente dedicato

arti applicate, elementi d’arredo assumono forme di navi, di onde, di vele e di remi, di animali marini e di simboli marinari, attinti non solo dall'epoca classica, ma anche dalle glorie delle Repubbliche di Venezia e di Genova. I ritratti e le allegorie rimandano alla storia italiana, sia bellica sia esplorativa. Alle iconografie consolidate vengono affiancate altre inusitate, elaborate per mostrare le nuove scienze e le nuove tecnologie di cui la Marina si avvale e di cui è promotrice. Le citazioni letterarie da Dante, Pascoli, Carducci e d’Annunzio, scolpite a lettere capitali nella Corte d’onore e nella Biblioteca, rievocano la tradizione marinara italiana e l’epopea risorgimentale che ha condotto all’Unità d’Italia. L’uso di soggetti navali a scopo puramente deScalone d’Onore.

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Palazzo Marina il racconto dell’Italia sul mare

corativo è funzionale alla creazione di ambienti coerenti con la missione dell’edificio. Come il Vittoriano, modello obbligato per Magni - che vi ha lavorato al fianco di Giuseppe Sacconi -, anche il Ministero della Marina propone un viaggio simbolico: attraverso immagini, allegorie e personificazioni, il “marinaio” e il visitatore ripercorrono le glorie dell’Italia sul mare, dall’antica Roma alla Prima Guerra Mondiale, secondo un programma iconografico che, per la lunga gestazione dell’edificio e i cambiamenti storici, politici, culturali, viene aggiornato e riconfigurato nell’arco di quasi un ventennio. Magni, infatti, riceve l’incarico nel 1912 e, come da contratto, deve occuparsi dello studio delle piante, dei prospetti e dei dettagli decorativi. Egli è chiamato a intervenire sul preesistente progetto presentato dal Genio Militare nel 1911, cui l’architetto conferisce un’articolazione

più complessa che vede estendere il numero delle corti interne da due a cinque, delle quali quella centrale, su cui affacciano lo Scalone d’onore e le due gallerie sovrapposte, costituisce il fulcro dell’intero edificio. Inoltre, egli cancella dal progetto il gruppo scultoreo della Vittoria alata su una prora di nave antica sospinta da cavalli marini, trasposizione in “ambiente navale” delle quadrighe del palazzo di Giustizia e del Vittoriano, che il Genio Militare ha previsto a coronamento dell’avancorpo centrale della facciata. Distaccandosi, quindi, dall’esempio dei precedenti cantieri postunitari, egli rinuncia alle monumentali statue del fastigio centrale e affida, invece, la “funzione comunicativa” a un complesso apparato scultoreo che, però, per motivi economici e di cambiamento di gusto, non viene realizzato. Alla data della sua inaugurazione, il 28 ottobre del 1928, il Ministero rispecchia

Prospetto delle due Gallerie sovrapposte della Corte d’Onore; a destra: “Vittoria alata”. La piccola scultura in bronzo, come recita l’iscrizione sul globo, è donata nel 1915 al ministro della Marina Viale dagli operai del Ministero. N OT I Z I A R I O

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solo in parte le intenzioni del suo progettista, che appone il suo nome su uno dei conci dell’avancorpo centrale del fronte sul Tevere. Il prospetto principale è la semplificazione della prima idea di Magni; esso conserva la bicromia data dall’accostamento del travertino e del laterizio, materiali scelti in ossequio alla tradizione costruttiva romana, ma è privo delle allegorie militari e marinare inizialmente previste. L’architetto, infatti, ha immaginato che i basamenti dei quattro pilastri dell’avancorpo centrale siano ornati rispettivamente dalle rappresentazioni de il Valore, la Forza delle Armi, il Dovere e il Trionfo delle Armi. Inoltre ha destinato rilievi con personificazioni dei Mari d’Italia allo spazio soprastante le tre grandi trifore e quelle delle Città marinare d’Italia tra le finestre dell’ultimo piano. Il progetto di Magni viene, però, accantonato per essere poi parzialmente ripreso nel 1925, quando, dietro consiglio


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... attraverso immagini, allegorie e personificazioni, il marinaio e il visitatore ripercorrono le glorie d’Italia sul mare, dall’antica Roma alla Prima Guerra Mondiale

dello scultore Pietro Canonica, suo amico, l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, in qualità di Ministro della Marina, vuole che i basamenti dei pilastri dell’avancorpo centrale vengano arricchiti dalle rappresentazioni simboliche di alcuni tra i “molti atti di valore compiuti dalla R. Marina nell’ultima Grande Guerra”, individuati nell’Impresa di Premuda, nel Salvataggio dell’Esercito e del popolo serbo, nella Difesa di Venezia e nella Protezione del traffico mercantile. Il giorno dell’inaugurazione i pilastri si presentano perfettamente lisci: nessuna scultura, nessun bassorilievo. Gli architravi delle trifore dell’avancorpo centrale recano iscritto “Genova”, “Roma” e “Venezia”, e gli spazi tra le finestre dell’ultimo piano presentano labari con i nomi delle città marinare italiane rispettivamente del Mediterraneo (a sinistra) e dell’Adriatico (a destra). Le ancore, che oggi identificano con maggior immediatezza il palazzo e la sua funzione, giungono nel giugno 1929. È Mussolini, Capo del Governo e Ministro della Marina, a ordinare che vengano esibite come veri e propri trofei di guerra; Magni ne studia la collocazione. Provenienti rispettivamente dalle corazzate austroungariche Viribus Unitis e Tegetthoff, sono delle vere e proprie memorie del conflitto appena concluso, caricate di un particolare significato e potere evocativo, dovuti rispettivamente alla storia e al nome delle due unità. Il percorso di visita al Palazzo parte, allora, dalla storia recente per risalire, attraverso un itinerario che è sia fisico sia ideale, fino all’antica Roma, passando per il Risorgimento, Lepanto, le Repubbliche Marinare. Questa continuità tra la vittoria della Grande Guerra e le antiche glorie italiane sul mare, sottesa

Ilio Giannaccini (Roma 1897-1968), L’affondamento della corazzata austriaca Santo Stefano, tempera grassa su tela. L’opera, nonostante l’evidente errore sul numero del Mas, rappresenta l’azione con la quale la Marina chiude la partita con quella austroungarica già al 10 giugno 1918.

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Palazzo Marina il racconto dell’Italia sul mare

anche all’allestimento museografico di quegli anni del Museo Storico Navale di Venezia, è rimarcata in facciata dalla contiguità verticale tra le due ancore e i nomi di Genova, Roma e Venezia. Così all’interno dell’edificio, nel quadro eseguito da Giuseppe Rivaroli al centro del soffitto dello Scalone d’onore, l’assialità compositiva della Roma Trionfante e del tricolore composto dalle vesti delle Vittorie alate che volteggiano sul suo capo sottolinea la continuità tra i fasti dell’Antica Roma e quelli dell’Italia vincitrice della Grande Guerra. Il fregio dedicato ai Mari d’Italia, dipinto dallo stesso autore nel medesimo ambiente, è la celebrazione del Mare Nostrum, ricostituito strappando il controllo dell’Adriatico all’Austria con la vittoria sul mare nel primo conflitto mondiale. In questa raffigurazione tornano anche Genova, Venezia e Roma, in una perfetta corrispondenza tra interno ed esterno. E an-

cora nel dipinto della Nave romana nuovamente sospinta in mare dalle giovani energie della stirpe, eseguito da Antonino Calcagnadoro nel Salone del Ministro (oggi Salone dei marmi), viene ribadito il concetto del ritorno ai fasti dell’Antica Roma, tema che dalla retorica risorgimentale passa ad essere impiegata dalla propaganda di regime. Al recente passato fa riferimento la decorazione pittorica di Pio e Silvio Eroli per la Sala Riunioni dello Stato Maggiore Marina, impiegata per un certo periodo come Ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore. I due pannelli del soffitto celebrano l’Aviazione navale e la Navigazione subacquea, ossia le due componenti della Forza Armata rispettivamente introdotte e sviluppate dall’Ammiraglio Thaon di Revel, Capo di Stato Maggiore della Marina e “ammiraglio della Vittoria” della Grande Guerra. Così anche il quadro di Rudolf Claudus, incastonato nel

soffitto dell’attuale ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore, originariamente assegnato al Capo di Stato Maggiore; la tela raffigura il Libia in navigazione lungo lo Yang-tze-Kiang durante il giro del mondo, effettuato dall’unità navale dal 1921 al 1923 sotto il comando del Capitano di Vascello Burzagli, Capo di Stato Maggiore della Marina nel 1928, anno di Veduta d’insieme della Biblioteca, il cui arredo, caratterizzato da continui riferimenti al mare e alla navigazione, è opera di Umberto Bellotto; accanto: Pieretto Bianco, “Il lavoro nei cantieri navali”, uno dei quattro dipinti posto al lato della porta alla Sala della Commissione avanzamento ufficiali. N OT I Z I A R I O

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Magni dispiega tutte le arti per celebrare la Marina e il suo elemento naturale: scultura, pittura, arti applicate, elementi d’arredo assumono forme di navi, di onde, di vele e di remi, di animali marini e di simboli marinari

esecuzione del dipinto. Ma l’opera pittorica più interessante per qualità, ampiezza e soggetto tra quelle realizzate nel Ministero della Marina è certamente quella dipinta da Pieretto Bianco nella Sala della Commissione Avanzamento Ufficiali: un grandioso e colorato racconto dedicato al vincolo indissolubile tra “navigare” e “costruire”, racconto che col tempo ha assunto anche valore di testo figurativo di archeologia industriale e storia della tecnologia italiana; una visione ravvicinata delle costruzioni navali e della vita di bordo che, formalmente in linea con le tendenze stilistiche internazionali dell’epoca, concludeva il racconto dell’Italia sul mare, proiettandola dal presente nel futuro.

Dall’alto: un angolo della Sala della Commissione Avanzamento Ufficiali decorata da Pierotto Bianco con scene di cantieri navali e di vita di bordo; Niry Romald, ritratto del vice ammiraglio Enrico Millo, 1919; Palazzo Marina, Galleria del piano nobile.

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Palazzo Marina il racconto dell’Italia sul mare

Il bollettino della Vittoria Navale emanato dall’ammiraglio Thaon di Revel il 12 novembre 1918 al termine della Prima Guerra Mondiale ed affisso all’ingresso del Palazzo dal lato del Lungotevere. N OT I Z I A R I O

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Porte aperte al futuro Voler diventare un Ufficiale di Marina significa voler essere un protagonista del bene collettivo in Italia ed all’estero e rappresentare i valori eticomorali che il nostro Paese trasmette non solo su territorio nazionale ma anche all’estero

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di Elisabetta Gramolini

l Viale dei Pini, il piazzale e il brigantino interrato. I simboli dell’Accademia Navale di Livorno sono state le attrazioni dei due open day, organizzati il 20 gennaio e il 3 febbraio. Tanti i visitatori di quella che ormai è diventata una tradizione per la città, che per una giornata scopre i luoghi solitamente inaccessibili. Ma oltre alla curiosità di oltrepassare il cancello di San Jacopo, la

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giornata è un’occasione soprattutto per i ragazzi di toccare con mano la vita militare e conoscere direttamente dagli Allievi le emozioni e gli sforzi. Il 9 gennaio è stato pubblicato il bando per presentare la domanda e partecipare così al concorso di selezione per i 115 posti a disposizione per l'accesso alla 1^ classe dei corsi Normali. I requisiti sono come per ogni anno l’età, fra i 17 e i 22 anni non ancora compiuti, la cittadinanza italiana, un diploma di Scuola Media Superiore, oppure in procinto di conseguirlo alla fine dell’anno scolastico. Sono sette i corsi di laurea specialistica offerti dall’Accademia: scienze

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del governo e dell'amministrazione del mare, ingegneria delle telecomunicazioni, ingegneria navale, ingegneria civile ed ambientale, giurisprudenza, scienze marittime e navali, medicina e chirurgia. «Un’opportunità formativa unica – commenta il comandante alla Prima Classe a.a. 2017/2018, Alessandro Consoli - per ragazzi e ragazze a cui saranno assegnati compiti di comando, direzione, coordinamento e controllo di uomini e mezzi al servizio del Paese». Scegliere di lavorare nella Marina non significa però solo accedere a una formazione di altissimo livello. Significa cogliere una importante opportunità

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L’Università del mare apre i battenti per rispondere alle curiosità di chi vuole lavorare in Marina Militare

lavorativa e insieme mettersi al servizio degli altri. «La Marina - aggiunge il comandante Consoli - rappresenta una straordinaria possibilità di investimento personale per i giovani di oggi, che hanno l’occasione di diventare “veri professionisti del mare”. Questo significa lavorare in un ambiente ad alta specializzazione dove ogni persona è un elemento imprescindibile di un ingranaggio complesso. L’Accademia Navale rappresenta quell’opportunità per i ragazzi che vogliono diventare dei leader, di apprendere l’arte del comando.A soli 23 anni, al termine dell’iter accademico, con il primo incarico a bordo, si troveranno al comando di un gruppo di uomini e donne, non solo di mezzi, che guideranno con l’esempio. Il mare rappresenta la chiave di volta per l’economia non solo dell’Italia, ma di tutto il pianeta: è quindi importante investire nella conoscenza e nella tutela dell’ambiente marittimo per essere competitivi, preservando gli interessi nazionali anche all’estero».


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Vespucci, donato il modellino alla Marina di Elisabetta Gramolini

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nche se in scala ridotta, il fascino resta intatto. Così come la bellezza della linea, espressa in migliaia di piccoli pezzi. Dal giardinetto di poppa ai cannoni a prora per la salva di saluto, il modellino della Amerigo Vespucci riproduce in scala 1:100 lo splendore della "nave più bella del mondo". L'autore della riproduzione non è un appassionato qualsiasi di modellini navali. È l'ambasciatore Stefano Benazzo che oltre ad avere più di 40 anni di carriera diplomatica alle spalle è anche un fotografo e uno scultore apprezzato. Amante del mare, delle imbarcazioni e della marineria, il diplomatico ha donato il veliero alla Marina Militare che lo esporrà nelle sale di Palazzo Marina a Roma, insieme alle altre riproduzioni Nella pagina a destra: l’ambasciatore Stefano Benazzo, autore del modellino dell’Amerigo Vespucci donato alla Marina, con il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli; sotto: la firma dell’atto di donazione.

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di unità navali in forza alla flotta del passato e del presente. Per completare l'opera nel 1999, l'ambasciatore Benazzo ha impiegato 364 giorni di lavoro, quando era di stanza all'ambasciata italiana di Washington. «Con gioia consegno questo modellino che per me è come un figlio», ha commentato l'ambasciatore Benazzo al momento della firma dell'atto di donazione. «Auguri al

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Chi è Stefano Benazzo

Nato nel 1949, Stefano Benazzo ha intrapreso la carriera diplomatica nel 1974 vincendo il concorso prima alle Nazioni Unite e poi al ministero degli Affari Esteri. Ha lavorato all'ambasciata italiana a Bonn (1976-1980), a Washington (1986-1989, 1996-2001) e a Mosca (1980-1983, 1989-1993). È stato consigliere diplomatico aggiunto del presidente della Repubblica (2003-2004), Ispettore del ministero e degli Uffici all'Estero (20042008). Ha ricoperto il ruolo di ambasciatore d'Italia in Bielorussia (2001-2003) e in Bulgaria (2008-2012) e ha terminato la carriera nel 2012.


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La collezione di Palazzo Marina si arricchisce di un pezzo prezioso realizzato dall'ambasciatore Stefano Benazzo

mio dono», ha infine aggiunto dopo aver stretto la mano al capo di Stato maggiore, ammiraglio Valter Girardelli, e al capo dell'ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione, contrammiraglio Fabio Agostini. Il legame fra la Marina Militare e il diplomatico, negli anni ambasciatore del nostro Paese in Bielorussia e Bulgaria, non nasce oggi con la donazione. Benazzo ha infatti scelto di presentare il suo libro, dal ti-

tolo "Wrecks/Relitti"(edito da Skira, 2017), presso il Circolo ufficiali Caio Duilio di Roma, lo scorso 8 novembre. Il volume raccoglie 90 immagini di relitti di imbarcazioni che lo stesso ambasciatore ha fotografato in giro per le

spiagge di tutto il mondo. Prima che gli agenti atmosferici distruggano del tutto i relitti, gli scatti testimoniano le fatiche degli uomini che hanno costruito e fatto navigare quelle navi insieme alla storia e cultura delle comunità.

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La Marina partecipa al viaggio della goletta oloferne per la promozione della cultura marittima italiana

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di Desirèe Tommaselli

illeottocento miglia nautiche, 3 mesi di navigazione, 30 tappe costituiscono la campagna per la valorizzazione del patrimonio marittimo italiano della goletta Oloferne. L’imbarcazione d’epoca, costruita a Messina nel 1944, approderà nelle città


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La presentazione stampa del “Museo Navigante” tenutasi a Roma presso l’Associazione della Stampa Estera.

e nei borghi marinari per far conoscere i beni culturali custoditi nei musei e nei presidi marinari. Salpata da Cesenatico il 9 gennaio, navigherà dall’Adriatico al Tirreno approdando a Chioggia, Trieste, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Martinsicuro, Giulianova, Pescara, Bisceglie, Molfetta, Otranto, Tricase, Gallipoli, Crotone, Siracusa, Pioppi, Napoli, Procida, Civitavecchia, Gaeta, Livorno, Viareggio, La Spezia, Chiavari, Genova, Imperia, per concludere il suo itinerario a Sète (Francia), dove parteciperà alla festa di tradizioni marittime Escale in rappresentanza dei musei italiani. L’iniziativa itinerante, la prima del suo genere, è promossa dall’AMMM Asso-

ciazione Musei Marittimi del Mediterraneo, dal MU.MA. Museo del mare e delle migrazioni di Genova, dal Museo della Marineria di Cesenatico e dall’Associazione La Nave di Carta della Spezia e vede l’adesione di 70 musei nazionali. “Al fianco del Museo Navigante non poteva mancare la Marina Militare, che è custode di gran parte della tradizione plurimillenaria e del patrimonio navale e marittimo nazionale” ha evidenziato il capitano di fregata Leonardo Merlini, capo dell'Ufficio Storico della Marina Militare, nel corso della presentazione del Museo Navigante, tenutasi a Roma presso la sede dell’Associazione Stampa Estera di Roma l’8 gennaio. La

Marina Militare prende parte alla campagna della goletta Oloferne partecipando al ricco calendario delle attività previste in occasione delle soste in porto; in particolare, terrà conferenze ed esporrà temporaneamente oggetti del proprio patrimonio culturale provenienti dai suoi musei (Museo Tecnico Navale di La Spezia, Museo Storico Navale di Venezia, Museo Sacrario delle Bandiere al Vittoriano di Roma, Castello Aragonese di tarnato) e da alcune delle sue Sale Storiche (Mostra dell’Arsenale Marittimo di Taranto, Castello Svevo di Brindisi, il Forte San Salvatore di Messina e la Sala Storica Guglielmo Marconi di Ancona). Per la ricorrenza delle commemorazioni del Centenario della Grande Guerra, inoltre, sono già stati imbarcati e resi disponibili per la consultazione dei visitatori, i fascicoli della cronistoria documentata della guerra marittima italo-austriaca 1915-1918, l’opera realizzata dall’Ufficio Storico della Marina al termine del primo conflitto mondiale.

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Romanzo Famigliare La fiction di RAI UNO

di Moira Adiutori*

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i è conclusa, con grande successo, “Romanzo famigliare”, la fiction coproduzione Rai Fiction–Wildside che ha raccontato una storia di famiglie contemporanee e di vita professionale del personale della Marina ambientata in due location in cui tutta la famiglia marinara si identifica, l’Accademia Navale di Livorno e la nave scuola Amerigo Vespucci. La fiction, diretta da Francesca Archibugi, non ha disatteso le aspettative emerse durante la conferenza stampa di presentazione della RAI alla quale ha partecipato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti: "Questa fiction non racconta storie di vita militare, ma una sua parte importante si svolge nell'Accademia di Livorno, un luogo molto importante per la Marina". La serie ha avuto una media di 5.200.000 spettatori a serata con riscontri molto

buoni anche sui social dove si è posizionata nella top ten dei programmi più discussi. Un racconto che mette in luce le tante contraddizioni, ma anche le grandi similitudini generazionali che dividono, e allo stesso tempo uniscono, le vite dei componenti della famiglia Liegi. Una trama originale e di qualità, “un grande affresco contemporaneo”, come è stato definito dalla direttrice di Rai Fiction, grazie anche ad un cast di grande livello cinematografico come Vittoria Puccini, Guido Caprino, Fotinì Peluso, Marco Messeri, Anita Kravos e con Andrea Bosca con la partecipazione di Anna Galiena e di Giancarlo Giannini. Una filo narrativo, al cui interno si possono scorgere veri e propri oblò sulla vita vera vissuta in Marina. La scelta di intraprendere la carriera in Marina, ad esempio, porta in se tutta la consapevolezza delle difficoltà e dei sacrifici che si dovranno affrontare compresa e soprattutto quelli nella vita privata. Basta pensare agli innumerevoli e spesso

improvvisi trasferimenti tra le varie città d’Italia con i traslochi di mobili e arredi, il cambio scuola dei figli, e alle normalissime navigazioni o partecipazione a missioni internazionali per lunghi periodi di tempo. La lontananza fisica dagli affetti dei propri cari rientra con il tempo in una forma mentis legata allo spirito di servizio, al mettersi a disposi-

L’Accademia Navale si trasforma in set cinematografico, alcune immagini delle riprese della fiction. (foto Gabriele Lenzi).


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zione degli altri e della collettività in generale diventando ben presto bagaglio professionale ed umano degli uomini e donne di mare. Le mogli, i mariti, i figli, i parenti e gli affetti più cari degli ufficiali, dei sottufficiali e di tutto il personale di Marina condividono e sostengono questo percorso di una vita non sempre facile e che addirittura spesso mette inaspettatamente a contatto tra loro nuclei familiari in una sorta di comunità pronta a supportarsi nella condivisione dei medesimi obiettivi: l’amore per la famiglia e la passione per il mare. "Risultati positivi – dice Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction - per un grande racconto popolare d'autore, un

La Marina ci ha aperto le porte con grande generosità. Ho avuto la possibilità di stare una settimana sul Vespucci e questa è una esperienza che dovrebbero fare tutti Guido Caprino attore


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Presentazione della fiction con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli e la presidente della Rai Monica Maggioni. (foto Massimo Stotani).

affresco contemporaneo che racconta di una famiglia del nostro tempo, con le tante contraddizioni che dividono e uniscono genitori e figli, nelle difficoltà vere di un continuo confronto e di una crescita comune”. Come in molte fiction ed anche in Romanzo Famigliare, per esigenze di copione, le varie vicissitudini e situazioni delle famiglie rappresentate ed interpretate dagli attori, sono estremizzate rispetto la vita di tutti i giorni dovendo seguire una sceneggiatura ben definita. Per questo motivo la Marina ha seguito da vicino la produzione della fiction per assicurare la rispondenza ai canoni della Forza armata. Ove si è reso necessario c’è stato l’intervento del personale della Forza armata per rendere realistiche le scene delle attività militari con l’obiettivo di mostrare la professionalità e l’impegno della Marina al servizio del Paese e più in generale della collettività. Del resto l’Accademia Navale è un istituto di formazione d’eccellenza in grado di far convergere su un’unica rotta quei giovani con il sogno di diventare ufficiali di Marina e quei ragazzi desiderosi di costruire in maniera autonoma la propria vita identificandosi con i valori secolari della Forza armata. L’attore Guido Caprino ha interpretato Agostino Pagnotta, ufficiale della Marina,

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che intervenendo in conferenza stampa, ha ringraziato la famiglia marinara:“sono un comandante alla classe dell’Accademia Navale, cioè colui che impartisce il primo imprinting ai cadetti, quelli che saranno poi gli ufficiali di Marina. Nell’ambito della Marina Militare una figura di riferimento, forse quella che tutti ricordano nella carriera come più importante. Facendo un esempio semplice è come la maestra a scuola. La maestra è fondamentale nella vita”. Inoltre ha aggiunto ”La Marina ci ha aperto le porte con grande generosità e trasporto”. “Ho avuto la possibilità di stare una settimana sul Vespucci e questa è un’esperienza che dovrebbero fare tutti. Ho navigato una settimana con loro, con i cadetti, quelli veri, – ed è stata

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una delle esperienze più belle della mia vita, lo posso dire senza paura”. Il suo ruolo ci mostra, a volte con sincera emozione, scorci di vita di Marina professionale e familiare. Momenti unici come la promozione, l’inaspettato cambio incarico, l’inatteso trasferimento con al seguito la famiglia, sino a quel rapporto unico ed ineguagliabile che è il mare vissuto con quell’intensità che solo un marinaio può comprendere appieno. Non meno importante, la realizzazione di questa collaborazione ha assicurato un introito finanziario che è stato reinvestito per alcune opere di manutenzione della stessa Accademia Navale. * moglie di ufficiale di Marina.


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L’infermiere di bordo, competenze e responsabilità

di Giuseppe Papaccioli

’infermiere a bordo delle Unità Navali della Marina è chiamato a svolgere un ruolo di prima linea con compiti e responsabilità di particolare rilievo ed importanza. Sulle Unità minori ricopre l’incarico di capo componente e spesso rappresenta l’unica figura sanitaria sempre presente a bordo, costituendo così il riferimento sia per il Comando che per l’equipaggio. Alla sua figura spetta vigilare sugli aspetti igienico sanitari del personale e dei locali, formare l’equipaggio su temi di carattere sanitario, verificare che le apparecchiature elettromedicali siano efficienti, provvedere all’approvvigionamento di farmaci, medicature e materiale di consumo nei modi e nei tempi previsti in maniera ordinaria ma soprattutto in maniera straordinaria anche in base al tipo di operazione che l’Unità è chiamata a svolgere. Trattare la documentazione per l’idoneità periodica al servizio, per le idoneità speciali e per quelle in teatri operativi, ma anche la documentazione relativa a fascicoli medico legali, cause di servizio e sinistri marittimi ma soprattutto prestare assistenza sanitaria ed ad-

destrare il personale alle tecniche di primo soccorso e all’impiego dei dispositivi contenuti nelle cassette di primo soccorso della nave. L’infermiere a bordo ha il compito di salvaguardare il benessere psicofisico del personale imbarcato a 360° fornendo quando richiesto anche il primissimo supporto psicologico al personale che ne ha bisogno. La finalità

del suo lavoro è quella di sostenere, guidare ma specialmente educare, tipica del counseling infermieristico. Il suo lavoro, non è solo ordinario, routinario e monotono, tutt’altro, all’infermiere di bordo sono richieste competenze avanzate e flessibilità nell’adattarsi ai principali scenari che in ambito navale e non solo si possono presentare. Ciò trova dimostrazione anche nelle principali missioni svolte nel canale di Sicilia che hanno visto l’infermiere impiegato in molteplici attività dove si è rilevata, e tutt’ora si rileva, di essenziale importanza la sua presenza. Così si ritrova in elicottero a prestare assistenza sanitaria nel trasporto di un ferito presso la struttura terrestre più vicina, oppure a bordo di un peschereccio per una richiesta di soccorso giunta via radio o ancora a dover allestire e gestire in termini di dotazioni fisse, farmaci e medicature un’area di primo soccorso per naufraghi. Il compito e il ruolo dell’infermiere imbarcato è prestigioso e allo stesso tempo complesso, ma le difficoltà e i sacrifici che questo stile di vita impone sono alla fine ripagati dalla consapevolezza dell’essere un marinaio, dell’essere un infermiere della Marina Militare, dell’essere un uomo o una donna che sente il dovere di aiutare chi ha bisogno. questa è l’essenza dell’infermiere di Marina.

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Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti

Nella condotta della navigazione, una volta determinata una rotta, è importante seguirla, per quanto possibile, accuratamente. In alto mare, senza riferimenti costieri, l’unico dispositivo è la bussola. Uno strumento antichissimo ma ancora presente anche a bordo delle più sofisticate moderne unità Mai perdere ... (di vista) ...la bussola

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a bussola è uno strumento adatto all’individuazione del punto cardinale Nord ai fini della condotta della navigazione. Il suo principio di funzionamento si basa su un ago calamitato che ha la proprietà di allinearsi lungo le linee di forza del campo magnetico terrestre indicando così la direzione Nord-Sud. La bussola deve il suo nome alla scatola in legno di bosso che originariamente conteneva tale strumento (figura 1).

con la Prora Vera (Pv) come abbiamo spiegato nelle puntate precedenti e pertanto in tutte le formule che seguono, i termini “Pv” e “Rv” coincidono e quindi interscambiabili. Se, come nell’esempio in figura 2, volessimo seguire una Rv di 120° saremmo portati ad ordinare al timoniere "120" per tenere l’unità sulla rotta pianificata. Non è proprio così dato che il ti-

moniere non ha di fronte a se la carta nautica ma una bussola. Infatti, mentre la carta indica la rotta rispetto alla direzione dei meridiani geografici (Nord vero), la bussola indica la rotta rispetto al Nord magnetico (Nm) che non coincide con il precedente. Dobbiamo quindi “convertire” la Rv tenendo conto della differenza tra il Nord vero (Nv), quello su cui

fig. 2

fig. 1

Supponiamo di dover navigare da un punto A ad un punto B che, sulla carta nautica, abbiamo provveduto ad unire con una linea retta. L’angolo di quella linea rispetto al Nord geografico (che assumiamo come zero e indicato sulla carta dai meridiani) si chiama Rotta Vera e si indica con Rv. Ricordiamo che, in caso di assenza di vento e corrente, la Rv coincide

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è stata misurata la Rv, e il Nord magnetico (Nm) che si chiama declinazione (d). Viene indicata in gradi e primi, varia da zona a zona geografica e nel corso degli anni a causa del movimento del campo magnetico terrestre. Di solito sulla carta nautica, nella rosa dei venti, è riportata la declinazione con diciture del tipo:

Decl. 2006 30' E aumenta annualmente di 7' Ciò significa che la declinazione, che è stata misurata nel 2006 in 30 primi Est, ogni anno aumenta di 7 primi. Pertanto nel 2018, dopo 12 anni, la declinazione è “aumentata” fino a (30’ + 12 x 7’ = 114’) 1° 54' E. L'orientamento della declinazione, Est o Ovest, indica se va presa con il segno “+” oppure “-“. Sottraendo dalla Rotta vera il valore della declinazione, approssimato nel nostro caso a 2° E per comodità, otteniamo la Prora magnetica (Pm).

Pm = 120 - (+2) = 118

Ma non è ancora finita. La bussola, in quanto magnetica, risente oltre che della declinazione, anche delle deviazioni causate dalle masse ferrose dello scafo (es. il motore) che deviano l'ago di alcuni gradi. Anche questo errore va corretto ed è quindi necessario determinare a quanto ammonta questa deviazione. La deviazione (δ) dipende da come è orientata l’imbarcazione rispetto al nord magnetico e all’ago stesso della bussola e per determinare quanto vale questa differenza abbiamo a bordo di ogni singola im-

barcazione una tabella apposita (diversa per ogni singola bussola di bordo!) detta delle "deviazioni residue". Su questa tabella abbiamo per ogni valore di Prora Magnetica (Pm) i corrispettivi valori della deviazione indicati in gradi (Est o Ovest a seconda che siano positivi o negativi). Se per esempio dalla tabella in figura 3, nella colonna di destra con Pm = 118 (valore tra 115 e 125 tabulati) risulta una deviazione di 5° W ( -5° ) allora dobbiamo sottrarre alla Pm tale valore e trovare finalmente la Prora Bussola (Pb) cioè quel valore di prora da seguire sulla bussola oppure da ordinare al timoniere.

Tabella deviazioni residue

Pb = Pm - (δ) = 118 - (-5) = 123 Quindi se vogliamo seguire una Rotta Vera di 120 dobbiamo “governare” con una Prora Bussola (Pb) 123. Riassumendo la formula di conversione sarà: Pb = Rv - (d) - (δ) Con l’operazione inversa, detta di correzione, se leggiamo sulla bussola un valore di Pb, possiamo tracciare sulla carta nautica la Rotta vera seguita applicando la seguente formula: Rv = Pb + (δ) + (d) Anche in questo caso, in assenza di vento e corrente, l’angolo di Rv e Pv coincidono e i relativi simboli nella formula sono intercambiabili. fig. 3

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Scopriamo i segreti del linguaggio di bordo, la lettera “D” come: disarmo, dragamine, drizza

Il gergo marinaresco di Alessandro Lentini

Disarmo

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ettere una nave in “disarmo” significa predisporla ad un periodo di inattività temporanea o alla demolizione privandola, parzialmente o totalmente, dell'equipaggio e dell'attrezzatura. La flotta della Marina sta vivendo un periodo di transizione, con molte unità poste in disarmo e altre che saranno disarmate nei prossimi anni. Dal 2015 sono state poste in disarmo dalla Marina le fregate Maestrale e Aliseo, il pattugliatore di squadra Granatiere, le corvette Minerva, Sibilla, Urania, Danaide, Sfinge e Fenice e i cacciamine Sapri e Lerici. Tutti i vessilli che erano a bordo di queste navi sono stati riconsegnati all’interno del loro cofano e con delle cerimonie so-

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lenni al suggestivo Sacrario delle Bandiere nel Complesso Monumentale del Vittoriano, dove resteranno in attesa che una nuova nave, con lo stesso nome, sia varata e ne erediti la Bandiera. La Bandiera di Combattimento non un semplice stendardo ma emblema di identità nazionale, la bandiera di guerra è così chiamata perché utilizzata solo in caso di entrata in guerra dell’Italia, quando la nave si trova a difendere “in armi” la Nazione.

Dragamine

nità munite di apparecchiature atte al dragaggio delle mine ad urto e ad influenza magnetica. Sono suddivise in tre categorie: d'altura, costiere, litoranee. A La Spezia la Marina può con-

Drizza

tare sul Comando delle Forze di Contromisure mine che oltre ai cacciamine ha in forza anche le unità idrografiche impegnate nello studio dei fondali e delle coste.

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er drizza s’intende genericamente un cavo o una cima usati per issare a riva qualcosa, più propriamente è una manovra che appartiene alla categoria delle manovre correnti posta in opera per alare una vela, da cui la specifica come «drizza del fiocco», «drizza della randa»,. . N OT I Z I A R I O

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La Marina incontra i giovani Seconda edizione del Sardianian Job Day

di Luigi Garau

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L’evento si è confermato un vero e proprio richiamo per i numerosi studenti

l 24 e 25 gennaio si è svolta a Cagliari, presso i padiglioni della Fiera campionaria della Sardegna, la seconda edizione del “Sardianian Job Day”, manifestazione della Regione Autonoma della Sardegna – RAS dedicata alle politiche attive per il lavoro. Oltre 450 le aziende presenti con i relativi stand tra i quali, all’interno del padiglione “I”, quelli delle Forze Armate e Forze di Polizia. Presente la Marina Militare con uno stand dedicato ai temi dell’arruolamento, arricchito dagli equipaggiamenti in dotazione al locale nucleo SDAI e al corpo delle Capitanerie di Porto. Ben 15.000 studenti, provenienti dagli istituti superiori della Sardegna, hanno affollato gli stand allestiti negli spazi della Fiera campionaria, dimostrando grande interesse per le Forze Armate

e in particolare per i bandi di concorso attualmente attivi. All’inaugurazione dell’evento, il giorno 24, erano presenti il ministro del lavoro, on. Giuliano Poletti, il presidente della Regione Sardegna, on. Francesco Pigliaru e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Dopo i saluti e le dichiarazioni di apertura, le Autorità hanno effettuato una visita degli stand, intrattenendosi con il personale presente e riconoscendo con note di apprezzamento il quotidiano impegno delle Forze Armate al servizio della collettività. L’evento si è confermato un vero e proprio richiamo per i numerosi studenti che, proprio nel periodo in cui è aperto il bando di arruolamento per l’Accademia Navale di Livorno, hanno voluto conoscere da vicino le

opportunità di carriera in Marina e le modalità di accesso. Il personale del Comando supporto logistico della Marina di Cagliari - Maricagliari, del locale nucleo SDAI e delle Capitanerie di Porto, presenti presso lo stand, hanno risposto alle numerose domande e curiosità dei ragazzi, assistendo diverse centinaia di loro nell’iscrizione alle news letter della Forza Armata. Parecchi studenti hanno espresso il desiderio di compilare on line la domanda di partecipazione ai concorsi per accedere alle varie carriere in Marina e perché no coronare, un domani non molto lontano, il sogno di diventare dei Professionisti del Mare.

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avvenimenti e curiosità in breve di Emanuele Scigliuzzo

Master in medicina subacquea ed iperbarica

È stato prorogato fino al 30 maggio il termine per l’iscrizione al master di 2º livello in “Medicina Subacquea ed Iperbarica” organizzato dall’università dell’Insubria di Varese e dal Raggruppamento Subacquei e Incursori della Marina. I direttori del master sono il prof. Cesare Beghi, primario di cardiochirurgia dell’ospedale di Varese e il comandante medico Giovanni Ruffino, responsabile del servizio sanitario del Comando Subacquei e Incursori. (foto 1)

Manutenzione per il sommergibile Prini

ll 25 gennaio scorso il sommergibile Prini è entrato nel bacino galleggiante GO53 dell’arsenale di Augusta segnando, dopo 14 anni una data storica. Dopo un percorso durato due anni per ottenere la certificazione del “Sistema di Gestione per la qualità alla norma internazionale ISO 9001:2015” nel settore della manutenzione, trasformazione, ammodernamento e carenaggio di unità navali. Il bacino GO53, rappresenta la possibiliN OT I Z I A R I O

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tà di rilanciare le attività produttive e una risorsa per lo sviluppo del territorio. Il comandante Marittimo per la Sicilia, contrammiraglio Nicola De Felice, ha commentato così l’importante evento, “nella visione strategica della Marina Militare in Sicilia, le iniziative della Direzione dell'Arsenale Militare Marittimo di Augusta sono indirizzate verso un ulteriore rilancio della produttività dello stabilimento militare, di grande interesse e di potenziale sviluppo non solo per la Forza armata, ma anche per le realtà lavorative del territorio". (foto 2) M A R I N A

A nove esperti conferito il titolo di “Consigliere scientifico della Marina militare” È stato conferito, a nove esperti nelle discipline sanitarie e umanistiche, il titolo di Consigliere scientifico della Marina Militare. La cerimonia di conferimento si è svolta il 29 gennaio presso la Biblioteca di Palazzo Marina, alla presenza del sottocapo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Paolo Treu, del Capo del Corpo Sanitario Militare Marittimo, ammiraglio Mauro Barbierato e del capo dell’ufficio Comunicazione della Marina Militare, ammiraglio Fabio Agostini. Il titolo di consigliere, che ha una validità di due anni, viene

attribuito dal capo di Stato Maggiore della Marina su suggerimento di una commissione presieduta dall’ammiraglio Treu, che esamina motivazioni e curriculum dei canditati. I nuovi consiglieri scientifici della Marina Militare, durante il loro mandato, dovranno supportare la Forza armata con consulenze disinteressate e gratuite. “Questo riconoscimento - ha affermato l'ammiraglio Treu rivolto ai neo consiglieri – testimonia i vostri meriti ma anche la vostra generosità [..] una delle virtù della Marina Militare”.


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Concorso nazionale per tesi di laurea

È stato bandito dallo Stato Maggiore della Marina Militare un concorso a premi per Tesi di Laurea che affronteranno come tema “La Marina Militare nella Storia Contemporanea”. Gli studenti potranno affrontare diversi argomenti sulla Forza armata incentrando gli elaborati sul personale, mezzi, materiali e infrastrutture. Saranno prese in considerazione le tesi di laurea che sono state discusse negli anni solari dal 2015 al 2017, o che saranno discusse nel corso del 2018. Per maggiori informazioni consultare il sito www.marina.difesa.it .

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Nave Cassiopea soccorre un marittimo Il pattugliatore Cassiopea, impegnato in attività di Vigilanza Pesca, a protezione dei pescherecci nazionali, il 25 gennaio è intervenuto per prestare soccorso sanitario ad un marittimo del motopesca Pegaso di Maza-

ra del Vallo. L’uomo, che accusava dei malori, è stato trasportato a bordo di nave Cassiopea che ha fatto rotta verso Lampedusa per permettere l’intervento da parte dei medici dell’ospedale dell’isola. (foto 3)

Nuove sinergie per la tutela dell’ambiente e della salute

guidata dall’ammiraglio Salvatore Vitiello, Comandante del Comando Marittimo Sud. L’incontro fa seguito alla visita dello scorso 16 novembre 2017, del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, accolto nell’occasione dal magnifico rettore dell’università di Bari, professor Antonio Felice Uricchio. La visita è stata proficua e permetterà di sviluppare nuove sinergie nell’ambito dell’ambiente e della salute.

Continua la collaborazione tra la Marina Militare e l’ateneo di Bari, con l’incontro tra i ricercatori del polo scientifico tecnologico “Magna Grecia” e la delegazione composta da una rappresentanza dello Stato Maggiore e alcune componenti specialistiche di Forza armata,

Un calendario per dire no alla bulimia e all'anoressia

L’associazione onlus DonnaDonna ha presentato, presso l’ospedale Israelitico di Roma, la settima edizione del calendario dal titolo “L’Amore Salva”. Il progetto si è sviluppato in due versioni: una con la comunità e le associazioni ebraiche, l’altra con le istituzioni e le forze armate. La Marina ha partecipato con otto militari

che hanno posato sullo scalone d’onore, all’interno di Palazzo Marina. La diffusione sarà gratuita e partirà proprio dall’ospedale Israelitico dove presto sarà aperto un centro d’ascolto per i disturbi del comportamento alimentare. In Italia si stima che sono circa 3 milioni le persone affette da bulimia e anoressia. (foto 4)

Augusta ospita lo sport paralimpico Ad Augusta, presso il centro sportivo polivalente del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, è stato ospitato il meeting interregionale di calcio a 5, della Federazione Italiana Sport paralimpici degli Intellettivo Relazionali. Il meeting, organizzato dall'Asd Nuova Augusta sport disabili, ha vi-

sto protagonisti sia atleti paralimpici in vista del prossimo mondiale di Australia 2019, sia ragazzi portatori di sindrome di down, che si sono cimentati in due sessioni di allenamento svolte sotto la supervisione del coordinatore tecnico nazionale Roberto Signoretto e del tecnico Davide Girgenti.

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Medagliere ricco ai campionati di fondo di canottaggio Gli equipaggi della Marina tornano da Pisa con ottimi risultati, mentre la nazionale si ritrova a Sabaudia

L

di Emanuele Scigliuzzo

e squadre di canottaggio della Marina militare salgono sul gradino più alto del podio anche ai Campionati Italiani di Fondo che si sono svolti a Pisa. Le specialità del 4 senza e del doppio pesi leggeri si sono dati battaglia sulla distanza dei 6.000 metri nel città toscana. Il primo titolo italiano arriva dall’equipaggio composto da Andrea Maestrale, Capuano Ivan, Andrea Benetti e Raffale Giulivo, ultimo arrivato che inizia bene la sua avventura con i colori della Marina, nella specialità 4 senza under 23. Conferme rassicuranti arrivano invece dei pesi leggeri, Amarante Catello e Gabriel Soares che mettono la loro prua davanti alle fiamme oro. Il bronzo nella stessa spe-

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cialità arriva da Michele Quaranta e Antonio Vicino. Grandi soddisfazioni e importanti conferme arrivano da questi campionati per i tecnici Franco Sancassani, Alessandro Donegana e Marco Russo. Indicazioni importanti anche per la nazionale italiana, che è tornata a Sabaudia, presso il Centro Sportivo Remiero della Marina, per iniziare la preparazione in vista dei campionati mondiali che si svolgeranno a Plovdiv in Bulgaria, dal 9 al 16 settembre.

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Sono 55 gli atleti convocati dal direttore tecnico Franco Cattaneo, tra i quali gli atleti dalla Marina Vincenzo Abagnale, Luca Parlato, Gabriel Soares e Catello Amarante. L’equipaggio del quattro senza impegnato durante la gara, prima di conquistare il gradino più alto del podio; in basso: l’equipaggio del doppio pesi leggeri terzo classificato.


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