Notizie Pro Vita & Famiglia, n.89 : In quale mani sta la nostra salute?

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(AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE:BZ N6/03DELL'11/04/2003)

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTOPOSTALE - DL353/2003 (CONV.INL27/02/2004 N. 46) ART.1 COMMA1 NE/TN

Organo informativo ufficiale dell’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale -

IN QUALI MANI STA LA NOSTRA SALUTE?

ANNO VIII OTTOBRE 2020 RIVISTA MENSILE N. 89

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Toni Brandi

Francesca Romana Poleggi

Paolo Gulisano

Intervista a Mario Giordano

Intervista a Giulio Tarro

Vaccini sì, vaccini no. Riflessioni oltre le ideologie


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Notizie Pro Vita & Famiglia

Vorremmo insomma poter decidere insieme alla “scienza e coscienza� dei nostri medici curanti il meglioper la nostra salute e per quella dei nostri bambini e dei nostri cari.


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Editoriale

La questione dell'efficacia dei vaccini, dell'obbligo vaccinale e del grande potere economico e politico che hanno l’Oms e le industrie farmaceutiche che la finanziano, insieme a Bill Gates e alla Gavi (Global Alliance for Vaccines and Immunisation), si è andata intrecciando con la paura del contagio per l’epidemia di coronavirus e con la proroga dello stato di emergenza che - nel momento in cui andiamo in stampa, quando ancora non conosciamo l'esito delle urne del 20-21 settembre - fa sì che il nostro Governo possa godere di un potere molto più ampio di quello concessogli dalla Costituzione. Molti sentono il peso delle limitazioni alle libertà e dell'imposizione di obblighi sanitari: secondo alcuni fanno da corollario a certe derive autoritarie che caratterizzano la nostra sedicente democrazia. Certamente, tutti devono essere prudenti e responsabili in questa situazione, ma è anche importante vigilare affinché le giuste regole igieniche necessarie per vivere in sicurezza non diventino occasione per porre in essere oscuri esperimenti di ingegneria sociale e per moltiplicare i già lauti profitti delle

multinazionali farmaceutiche. Riflettiamo quindi insieme sulla questione dei vaccini, cercando di ragionare col buon senso, evitando le posizioni estreme, ideologiche o negazioniste. Possiamo infatti convenire sulla loro utilità, ma forse non di tutti quelli attualmente imposti, non per tutte le persone indiscriminatamente e non già nei primi mesi di vita: vorremmo insomma poter decidere insieme alla “scienza e coscienza” dei nostri medici curanti il meglio per la nostra salute e per quella dei nostri bambini e dei nostri cari. Vorremmo anche, però, poter rifiutare un vaccino (o qualsiasi altro prodotto) che derivi dalle cellule dei bambini abortiti. Pretendiamo di poter far valere le nostre ragioni etiche: nessun essere umano può essere usato come uno strumento, neanche per perseguire un fine buono. Altrimenti verrà il giorno in cui qualcuno deciderà quali sono le caratteristiche necessarie per appartenere alle persone di serie A (i soggetti) e quelle che invece definiscono gli individui di serie B (gli oggetti): un incubo che potrà persino travalicare i confini dell’eugenetica. 

Toni Brandi

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Notizie Pro Vita & Famiglia

Sommario 3

Editoriale

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Lo sapevi che...

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Dillo @ Pro Vita & Famiglia

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Versi per la vita Silvio Ghielmi

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La cultura della vita e della famiglia in azione Mirko Ciminiello

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La rana bollita p. 12

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La rana bollita

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Andrea Ingegneri

Chi si arricchisce sulla nostra pelle Intervista a Mario Giordano

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Toni Brandi

Bisogna recuperare la tranquillità. Intervista a Giulio Tarro

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Francesca Romana Poleggi

Covid, pericolo mortale

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Renzo Puccetti

Vaccini sì, vaccini no. Riflessioni oltre le ideologie

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Paolo Gulisano

Quando i vaccini calpestano la morale

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Flavia Ferro e Anna Casali Pastorelli

Vaccini etici

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Giulia Tanel

Bambini «non conformi»

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RIVISTA MENSILE N. 89 — Anno VIII Ottobre 2020 Editore Pro Vita & Famiglia Onlus Sede legale: via Manzoni, 28C 00185 Roma (RM) Codice ROC 24182 Redazione Toni Brandi, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel Piazza Municipio 3 39040 Salorno (BZ) www.provitaefamiglia.it Cell. 377.4606227 Direttore responsabile Toni Brandi Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi

M.S. e C.M.

Progetto e impaginazione grafica Co.Art s.r.l.

Diritto naturale e diritto positivo (Parte III/3)

Tipografia

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Luciano Leone

In cineteca In biblioteca

Distribuzione Caliari Legatoria

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Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Toni Brandi, Mirko Ciminiello, Flavia Ferro, Silvio Ghielmi, Paolo Gulisano, Andrea Ingegneri, Luciano Leone, Anna Casali Pastorelli, Francesca Romana Poleggi, Renzo Puccetti, Giulia Tanel.

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Notizie Pro Vita & Famiglia

Lo sapevi che... L’amministrazione Trump sconvolge la sinistra L’amministrazione Trump ha redatto per l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid) una bozza di modifica delle linee guida sull’uguaglianza di genere elaborate ai tempi di Obama, che promuovevano l’omosessualità e il transgenderismo. La nuova normativa intende chiaramente «uguaglianza di genere» come riferito strettamente alla parità tra uomini e donne, pone l’enfasi sull’importanza di collaborare con i gruppi religiosi locali, tralascia qualsiasi riferimento all’aborto e alla “salute riproduttiva”, fa

L’Oms, il virus, il clima Il giornalista Tucker Carlson, di Fox News, ha avvertito che l’Organizzazione mondiale della sanità sta usando il coronavirus per rilanciare la teoria del “cambiamento climatico”. L’obiettivo da raggiungere dopo la pandemia non è trovare il vaccino, bensì il riordino della società, ha detto il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Oms. Secondo lui, il Covid-19 ha a che fare con il riscaldamento globale e la pandemia ha dato nuovo impulso alla necessità di accelerare gli sforzi per rispondere ai cambiamenti climatici. Bill Gates ha scritto qualcosa di simile in un saggio che ha pubblicato all’inizio di questo mese, sostenendo che quanto a vittime e danno economico, il cambiamento climatico costerà più del Covid. Ovviamente, sia Tedros che Gates - che non sono altrettanto sconvolti dalle “epidemie” di abuso di droga e di suicidi - hanno taciuto sul fatto che la Cina è responsabile sia del coronavirus di Wuhan, sia di enormi quantità di emissioni di carbonio. Il cambiamento climatico e la pandemia sono utili pretesti per il controllo sociale di massa, per aggirare la democrazia e sottomettere i popoli terrorizzati, conclude Carlson. 

riferimento ai “diritti inalienabili”, cioè ai diritti umani come tradizionalmente intesi nella Costituzione degli Stati Uniti e nei trattati fondamentali delle Nazioni Unite. Sottolinea inoltre l’importanza di rimuovere gli ostacoli all’istruzione e all’occupazione per le donne e non promuove la contraccezione, bensì metodi basati sulla consapevolezza della fertilità. Tutto ciò ha suscitato grande indignazione da parte della sinistra. La versione finale di questa normativa dipenderà molto dall’esito delle elezioni presidenziali. 


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Niente più attori e attrici? Al Festival di Berlino è stata abolita la distinzione tra miglior attore e miglior attrice: i premi saranno “gender neutral”. Dal 2021, infatti, ci sarà un premio al migliore ruolo protagonista e migliore ruolo secondario. «Non separare più i premi nella professione di attore secondo il genere sessuale è un segnale verso una maggiore consapevolezza di genere nell’industria cinematografica», hanno spiegato i curatori del festival

Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian. Una decisione davvero intelligente e molto utile. Chissà se saranno tanto sensibili anche da negare qualsiasi premio ai film che “usano” i corpi nudi delle donne per far cassetta: una lotta senza quartiere alla pornografia - anche soft - sarebbe la premessa imprescindibile di qualsiasi istanza di “parità di genere”. 

La contraccezione permanente fa male: la Bayer paga i danni La casa farmaceutica Bayer è stata condannata a pagare 1,6 miliardi di dollari a più di 35.000 donne americane danneggiate dal dispositivo anticoncezionale Essure. Le spirali di metallo poste all’ingresso delle tube di Falloppio, per bloccare lo sperma, sono state giudicate responsabili di almeno una morte e di decine di migliaia di conseguenze avverse; si rompevano e migravano in tutto il corpo causando infezioni gravi, fino alla necrosi. Hanno provocato reazioni allergiche, mal di testa, disturbi dell’umore e persino gravidanze extrauterine. Secondo un’indagine svolta dalla Food and Drug Administration

statunitense, più del 9% delle donne ha riportato dolore cronico addominale e/o pelvico, più del 16% ha riportato sanguinamento uterino anormale e quasi un quarto ha riferito reazioni di tipo allergico e/o di ipersensibilità. Nonostante ciò, la Fda dice alle donne che hanno utilizzato con successo Essure finora che possono continuare a farlo. Il dispositivo è stato ritirato dal commercio nel 2018, ma non perché fosse pericoloso, dice la Bayer, ma perché la domanda era insufficiente a mantenere viva la produzione.

La Russia contro l’utero in affitto Questa estate, The Guardian aveva denunciato lo scandalo dell’utero in affitto in Russia: non per stigmatizzare il turpe mercimonio, ma per sottolineare che in Russia era tollerato e che agli acquirenti (“genitori” di intenzione) era impedito abbracciare i pargoletti, già pagati, ma bloccati nel Paese a causa del virus, così come era avvenuto qualche tempo prima in Ucraina.

Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, la polizia investigativa si è messa in moto e, nel giro di tre giorni, ha arrestato otto persone, imputate per schiavitù e commercio di esseri umani. Decine di medici e di infermieri, inoltre, sono indagati per tratta di esseri umani. I bambini torneranno alle madri, alle donne che li hanno partoriti. Se queste non li vorranno, verranno dati in adozione a coppie russe eterosessuali.

Per i gay avere un figlio è divenuto uno status symbol Una dichiarazione del regista israeliano Yuval Hadadi ha suscitato molte polemiche nel mondo Lgbt. Hadadi, che ha fatto un film in cui si narra della crisi di una ricca coppia gay dovuta al fatto che uno dei due desiderava un figlio, ha affermato che nel mondo arcobaleno c’è una certa «pressione» per emulare star come Tom Daley e Elton John che hanno «il tempo, i soldi e l’ambizione» per comprare bambini. Le critiche non si sono fatte aspettare: «Sappiamo quanta gioia un bambino può portare e volevamo averne un po’, esserne parte», dicono due “papà” (papà

per modo di dire). Questa affermazione spiega bene la confusione che regna nel mondo del “diritto al figlio”. Un bambino certamente di fatto porta tanta gioia ai genitori. Ma non si fanno i figli per ricevere gioia: i figli non sono strumenti con cui si può raggiungere un fine. Le persone non possono essere usate (a meno che non accettiamo l’esistenza di persone di serie B): non sono mezzi, sono esse stesse dei fini. Chi genera - con amore - lo fa per dare ai figli cura, affetto, educazione, cultura. Amare è dare, senza aspettarsi di ricevere nulla in cambio. 


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Notizie Pro Vita & Famiglia

Dillo @ Pro Vita & Famiglia

Buongiorno, ho 23 anni. Sposo una donna molto più grande di me, alla quale è mancato il marito e ha una figlia della mia età. Mio padre, divorziato, si interessa alla figlia di mia moglie. Mio padre si sposa con la figlia di mia moglie. La mia figliastra adesso è anche la mia matrigna. Mio padre è anche mio genero. Faccio un figlio con mia moglie. Mio padre fa un figlio con la mia figliastra. Mio figlio è il fratellastro della mia figliastra, e quindi cognato di mio padre. Mio figlio è il fratellastro della mia figliastra, che è anche la mia matrigna, e quindi mio zio. Il figlio di mio padre è mio fratello, ma anche mio nipote, essendo figlio della mia figliastra. Mia moglie è la madre della mia matrigna e adesso è la nonna del mio fratellastro. Sono sposato con mia nonna. Sono mio nonno. Claudio

Giusto, Claudio. In questa “bella” famiglia manca solo qualcuno che faccia un figlio con i gameti o l’utero di qualcun altro… così, per aggiungere un pizzico ulteriore di “modernità” alla confusione. Redazione


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Versi per la vita PAGAR LE TASSE In fondo se, un bel giorno, vi passasse la tentazione di pagar le tasse, vi chiedereste, con ragione o torto: ma questo serve per pagar l’aborto? Non è stagione questa dei diritti, che servono i più svelti, astuti e dritti? Cos’è questa faccenda dei doveri, che interferisce i nobili pensieri? Quei tali che faticano indefessi per loro scelta sono proprio fessi. Non sanno che ci sono stanziamenti, grandiosi, nobilissimi strumenti, con tanti zeri messi in abbondanza, ed un ministro che ci dà Speranza, donando diserbanti caramelle, e raccontando storie ariose e belle.

SILVIO GHIELMI classe 1926, laureato in chimica a Milano, Master alla Harvard Business School, lunga esperienza nella produzione di materie plastiche, è il meno giovane di una famiglia numerosa (85 membri). Già cofondatore e presidente di Mani Tese, nel 1978 è stato uno dei fondatori del Movimento per la Vita. Poi, insieme a Giuseppe Garrone, mons. Michel Schooyans, Mario Paolo Rocchi e Francesco Migliori [nella foto], nel 1994 ha dato avvio al Progetto Gemma, la nota “adozione prenatale a distanza”, per sottrarre all’aborto le mamme incinte in difficoltà (le donazioni arrivano specificamente e direttamente alla persona prescelta, non si tratta di una generica questua). Diffonde queste meditazioni in versi come strumento di legame con chi resiste in difesa della verità e della vita. Lui ci ringrazia per questa pagina mensile dedicata ai suoi versi pro vita: noi ringraziamo lui e siamo onorati di ospitare il suo contributo.

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Notizie Pro Vita & Famiglia

La cultura della vita e della famiglia in azione a cura di Mirko Ciminiello

Questo spazio è dedicato alle principali attività svolte dai circa 80 circoli di Pro Vita & Famiglia sparsi su tutto il territorio italiano, che sono continuate nel mese di agosto, nonostante le ferie estive, dopo che il giorno 6 si sono concluse le “manifestazioni in 100 città” contro la proposta di legge Zan #restiamoliberi. Siamo grati a tutti i volontari che - anche in piena estate - si sono prodigati per trasformare “la cultura della vita e della famiglia in azione”.

A Schio (VI), il 14 agosto, Pro Vita & Famiglia, con il Movimento Mariano Regina dell’Amore e il Tavolo Permanente per la Famiglia della Regione Veneto, ha scritto una lettera aperta al Governatore Luca Zaia per sollecitarlo a prendere posizione in favore dei valori non negoziabili, prima delle elezioni di settembre. A San Zenone degli Ezzelini (TV), il 19 agosto, il nostro volontario Ever, insieme al gruppo consiliare Lega Nord Liga Veneta,

ha presentato in Consiglio comunale una mozione di sostegno alla posizione della Cei contro la proposta di legge Zan sull’omotransfobia. Il 26 agosto, sempre a San Zenone degli Ezzelini, e sempre grazie al nostro Ever e a vari politici amici, viene annullato l’evento Lgbt PInK NIC che si sarebbe dovuto tenere in una villa di proprietà dei Padri Armeni di Venezia, che tuttavia non avevano mai concesso l’autorizzazione per tale iniziativa. A Roma, il 9 agosto, Pro Vita & Famiglia con le principali associazioni italiane pro life e pro family ha scritto nuovamente al Governo e ai parlamentari sul tema del diritto all’educazione. A Reggio Calabria, il circolo di Pro Vita & Famiglia ha sostenuto Klaus Davi, che ha affermato, in riferimento alla sua esperienza personale di omosessuale, che in Calabria l’omofobia non esiste.

#restiamoliberi


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La cultura della vita x 1 000 e della famiglia in azione a Pro Vita e Famiglia Dona il tuo

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94040860226


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La rana bollita Andrea Ingegneri

La rivoluzione antropologica in atto ha radici lontane. Ma di questi tempi, il nichilismo rivolto alla distruzione dell’essere umano si approfitta dello smarrimento in cui ci troviamo di fronte alla pandemia e si nutre delle nostre paure.

Non è semplice attribuire una corretta interpretazione alla tragedia che ci ha travolti. Una visione a senso unico si è fatta strada nel panico delle masse incredule, sollecitate da un isterico istinto di sopravvivenza, alimentato nel quotidiano da una martellante campagna mediatica di terrore. Il trovarsi di fronte a un problema inimmaginabile, col dover recuperare le abituali certezze, ha generato un desiderio di conformismo, uno stringersi attorno al capo, per sposare una prospettiva messianica ove riporre cieca obbedienza nella speranza di aver salva la vita, e di cui la retorica puerile del #AndràTuttoBene è stata un degno accompagnamento. Così, da persone con individualità e specifiche aspirazioni, ci siamo ridotti a entità biologiche da contenere col nostro stesso plauso o, se vogliamo, in personaggi di un controverso romanzo in cui a ciascuno è al più concesso recitare un insieme predeterminato di battute. Battute ovvie, ineluttabili conseguenze di una trama che non lascia scampo, perché la presunta scientificità che l'ha determinata non cede spazio ad alternative. Chi invece, anche autorevolmente, prova a trovarne è un folle, un negazionista, un potenziale untore da guardare con diffidenza. Del resto, chi è così temerario da sfidare il fato? Una visione che richiama alla memoria il pessimismo di cui è intrisa la narrativa verista, con il progresso - in questo caso tecnologico - da vivere come dramma che condanna

«Il mantenimento a ogni prezzo di una nuda vita astrattamente separata da quella sociale è il dato più impressionante del nuovo culto instaurato dalla medicina come religione» (Giorgio Agamben)


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Da persone con individualità e specifiche aspirazioni, ci siamo ridotti a entità biologiche da contenere.

l’umanità al distanziamento sociale, da subito proposto come modello di vita a venire. Oppure a un vaccino imposto all’ineludibile prezzo di svariate centinaia di migliaia di vittime già messe in conto con algido candore dai suoi stessi promotori, di cui però non risponderà nessuno: anche qui, chi potrebbe presentare il conto al fato? Gli italiani, come i Malavoglia, si trovano perennemente mortificati nella loro operosità, con l’epidemia che ha piagato i distretti industriali più virtuosi, con il lockdown che ha limitato i consumi portando al fallimento numerose attività, con la proroga in aeternum di uno stato di emergenza il cui stile di vita sfiducia chiunque abbia in mente di investire. Una popolazione di diseredati e di afflitti, di umiliati e offesi, senza aurora di riscatto, costretti a presentarsi col cappello in mano in sede europea, ormai dominati dalle ferree leggi della miseria da cui non è possibile evadere, per dirla parafrasando Gaetano Trombatore. Nel culmine della tradizione verista, come il celebre naufragio della Provvidenza, questo fato qui invocato è arrivato a prendersi gioco anche della fede del

nostro popolo impedendo ogni libertà di culto con la chiusura delle chiese, precludendo ogni conforto religioso e negando persino i funerali, o subordinando la possibilità di celebrare la Messa alla liturgia della religione superiore del virus, che fa apparire ogni precetto religioso come il personale, solipsistico, patetico attaccamento ad un dio minore destinato al declino, anch’egli veicolo di contagio. Questa riduzione alla sola dimensione biologica del vivere ben si evidenzia nella successiva concessione di poter usufruire dei ristoranti come meri servizi da asporto. Si è tralasciata, come se non fosse mai esistita, la dimensione sociale e gioiosa che generalmente accompagna il consumo dei cibi in compagnia e in ambientazioni varie e ricercate, spesso ricche di significato e di storia, per ricondurre il tutto all’atto materiale di ingurgitare animalescamente la pietanza: in poche parole alla “roba”, privata di ogni simbolo di condivisione. Com’è evidente, i parallelismi non mancano, ma siamo sicuri della scientificità ineccepibile di questa narrativa? Giusto per citarne una, la previsione di 151.000 malati in terapia intensiva


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Notizie Pro Vita & Famiglia

attesa per i primi di giugno in caso di riapertura totale, oggetto tra l’altro di polemiche per un grossolano errore di calcolo, qualche dubbio lo fa venire. Considerato che tali novelle culminano nella definitiva tragedia dei protagonisti, forse dovremmo mettere da parte questo copione tetro e ritrito per considerare possibilità meno asfissianti? Numerosi fatti sembrerebbero suggerirlo. Ma di fronte alla fede cieca, a un “credere, obbedire, combattere” imposto e ormai assimilato, i fatti e la logica si pongono come provocazioni inaccettabili, da abbattere con ogni mezzo per non compromettere la versione del pensiero unico, e per non intaccare l’immagine infallibile di chi lo ha formulato. Come ogni dato scientifico, è indispensabile poter contare sulla sua riproducibilità. In questo aiuterebbe poter leggere i verbali del Comitato tecnico scientifico che hanno condizionato la stesura dei Dpcm

con i quali sono state eliminate le nostre libertà costituzionali. Eppure, mentre scriviamo, questi verbali risultano in parte inaccessibili. Strano che la “scienza” abbia qualcosa che preferisce secretare anziché condividere. Specialmente se realmente siamo uno dei Paesi che meglio al mondo ha saputo rispondere alla crisi. Insomma, con questi elementi, il dubbio che la scienza c’entri poco cresce ogni giorno. “Dittatura sanitaria”: un processo iniziato da tempo Sulla base di ciò, si sente parlare spesso di “dittatura sanitaria”. Questo termine appare riduttivo se lo si limita alla sua sola dimensione politica. Le condizioni che ne hanno permesso l’instaurazione sono da considerare il punto di


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approdo di un lento logorio: la fine del celebre processo della rana bollita. Come fa notare Giorgio Agamben nel suo trattato A che punto siamo: «Il distanziamento si è potuto realizzare perché in qualche modo c’era già». Se abbiamo deciso di rinunciare con tanta facilità ai vari aspetti della nostra vita è perché li avevamo già perduti. Basti pensare a come abbiamo lasciato che i dispositivi digitali e i social network mediassero i nostri rapporti affettivi o familiari, arrivando in qualche caso a sostituirsi pienamente alla spontaneità del contatto fisico, ormai vissuto persino con un certo imbarazzo. Se abbiamo accettato di rinunciare alla Messa senza batter ciglio, è perché per noi aveva già smarrito il suo significato, forse ridotta a una serie di rituali abitudinari. Se abbiamo accettato di trovarci in cassa integrazione o senza occupazione da un giorno all’altro, è perché

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avevamo assorbito senza reagire le regole di un mercato del lavoro sempre più precario. Le condizioni di vita che abbiamo sperimentato come nuova normalità si scontrano con le esigenze del nostro essere definito animale irriducibilmente “politico”, dunque sociale, sin da Aristotele. La parola “animale” richiama ovviamente alla fisicità del contatto sociale. Ma a tali imperfezioni potrebbe rimediare qualche ritocco al Dna umano, nei fatti già auspicato, che potremmo inquadrare nei termini di una lobotomia genetica. Più in generale, la dittatura sanitaria si sta realizzando tramite l’imperativo della biosicurezza, intendendo con ciò un importante cambio di paradigma: il diritto alla salute diviene obbligo da perseguire con ogni mezzo. Il cittadino diventa l’oggetto passivo

I Faraglioni di Aci Trezza. «L’osservatore, travolto anch’esso dalla fiumana [del progresso], guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall’onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori d’oggi, affrettati anch’essi, avidi anch’essi di arrivare, e che saranno sorpassati domani» (Giovanni Verga, I Malavoglia, Prefazione).


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di cure, controlli e sospetti di ogni tipo. Con buona pace dei cristiani, l’altro smette di essere il nostro prossimo: esiste non più per se stesso ma per gli altri, divenendo una sorgente di imprevisto da gestire con l’ausilio di protocolli medici da imporre. Ognuno appare agli occhi dell’altro al pari di un’arma biologica da disinnescare. Le mascherine in questo sono un ottimo esempio. Secondo Agamben «il mantenimento a ogni prezzo di una nuda vita astrattamente separata da quella sociale è il dato più impressionante del nuovo culto instaurato dalla medicina come religione». Non è richiesto un grande sforzo per vedere nei politici la nuova casta sacerdotale: le vestali dedite alla promozione del culto, mediatrici con l’antica figura dell’oracolo ora incarnata dal Comitato tecnico scientifico, il solo capace di portare agli uomini le veraci parole del dio “Scienza”, il cui sapere non è accessibile però attraverso lo studio e lo sforzo della ricerca bensì per diritto di casta. Una divinità con numerosi precetti da osservare nel perpetuo terrore delle fiamme infernali, effettivamente evocate dalla triste esibizione dei carri in viaggio verso i forni crematori. Non solo: i Dpcm hanno praticamente creato uno schema di diritto parallelo a quello costituzionale, riproponendo nel nostro ordinamento qualcosa che generalmente si osserva nei sistemi teocratici, dove ad esempio la sharia coesiste con la legge dello Stato travalicando le tutele dei diritti individuali. Eppure per molto tempo siamo stati educati a considerare la nostra Costituzione come una solida impalcatura e a celebrarla per la sua densità di valori. Nel 2016 gli italiani hanno dato un’inattesa prova di attaccamento respingendo con decisione la riforma Boschi. Ma oggi con i Dpcm essa si è istantaneamente dissolta nella sua efficacia al pari dello scoppio di un’insignificante bolla di sapone. Anche qui, qualcosa deve averci logorati da prima. L’esecutivo, abusando della decretazione d’urgenza, ha spodestato il Parlamento, riducendolo a organo di ratifica. Un caso dal quale trarre un serio spunto di riflessione è la legge Lorenzin, che nel 2017 ha introdotto l’obbligatorietà di ben 10

Il trovarsi di fronte a un problema inimmaginabile col dover recuperare le abituali certezze ha generato un desiderio di conformismo, uno stringersi attorno al capo, per sposare una prospettiva messianica.


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vaccinazioni tra gli 0 e i 16 anni (9 per i nati prima del 2017). Oltre l’esclusione dall’asilo nido e dalle scuole dell’infanzia, il decreto prevedeva sanzioni fino a 7.500 euro per le mancate vaccinazioni e persino la segnalazione al tribunale minorile con concreto rischio di decadimento della responsabilità genitoriale. Si dice che le leggi di oggi costruiscono la morale di domani. È stato questo l’elemento che ha spianato la strada a quella che oggi chiamiamo dittatura sanitaria? Citando ancora una volta Agamben, «le recenti disposizioni […] trasformano di fatto ogni individuo in un potenziale untore, esattamente come quelle sul terrorismo consideravano di fatto e di diritto ogni cittadino come un terrorista in potenza». È curioso osservare come la legge di conversione 119, che ha eliminato le forzature più evidenti del decreto, rievochi con quel numero un’altra data che ha segnato l’avvio della stagione della paura del terrorismo: il famigerato 11 settembre. Al di là di certi indizi che il caso dissemina, in quest’occasione abbiamo pure osservato come la confusione legislativa, l’incedere di circolari, lo schieramento di dirigenti zelanti e di forze dell’ordine pronte a intervenire su chiamata possa creare disuguaglianze e di conseguenza annientare oltre le garanzie costituzionali, anche la parità di trattamento di fronte alla legge. Le modalità di applicazione della legge 119 sono state differenti da regione in regione, da città in città e persino da quartiere in quartiere. Ricorda qualcosa? Il disegno di legge 770 promosso dal governo Conte-I per rimediare ha rischiato di fare persino peggio. Il cardine della decisione in materia di obblighi vaccinali si sarebbe spostato, infatti, dalla sovranità del Parlamento all’arbitrio di uno staff di tecnici. Una rivoluzione copernicana che, ad avviso di chi scrive, avrebbe posto una pietra tombale sulla democrazia, aprendo la strada alla definizione di uno Stato tecnocratico assoluto. Sarebbe stato perverso rendere automatico che il parere tecnico travalicasse la facoltà decisionale di chi è stato legittimamente eletto dai cittadini e posto a legiferare, specialmente in presenza di riserve di legge. Eppure, sebbene con un meccanismo più complesso ma invariato nella sostanza, è grossomodo quanto si è concretizzato per gestire l’emergenza Covid. Forse il segnale che una piega del genere era già stata presa. Purtroppo in pochi hanno compreso la reale portata dell’intervento legislativo in materia di obbligatorietà vaccinale. Se questo fosse un romanzo di cui siamo autori e avessimo tanti lettori ansiosi di sapere come finirà la cosiddetta “seconda ondata”, data sempre più per certa, troveremmo il modo di inserire in un nuovo capitolo qualcosa per non deluderli. Fortunatamente viviamo la realtà e possiamo sperare che non avvenga nulla del genere, biosicurezza permettendo. 


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Chi si arricchisce sulla nostra pelle Toni Brandi

Abbiamo dialogato con Mario Giordano attorno ai temi contenuti nel suo ultimo libro

Sciacalli. Virus, salute e soldi. Chi si arricchisce sulla nostra pelle, del noto giornalista Mario Giordano, mette in luce le scandalose connivenze e collusioni tra il mondo della scienza e della medicina e il business delle grandi multinazionali del farmaco. La Pfizer scopre che un suo medicinale già in commercio può essere usato per combattere l’Alzheimer: perché la ricerca non viene pubblicata? Non conviene economicamente. Ebbene, leggendo questo libro si scoprono cose di questo genere: non fa piacere conoscerle, ma è necessario. È importante sapere che vengono commercializzati farmaci assolutamente inutili e che viene gonfiato il prezzo di quelli utili. E poi, a chi guadagna con i farmaci conviene un popolo di persone in buona salute, o un popolo di malati? Questo e altri inquietanti interrogativi potranno trovare risposta nelle pagine del libro. Particolarmente interessante il capitolo che parla del mistero legato al costo dei medicinali e al loro prezzo di mercato, che può variare di centinaia di euro a secondo del compratore; o anche la denuncia del palese conflitto di interessi in cui operano i controllori (riccamente finanziati dai controllati): dall’Oms, all’Ema (l’authority europea che controlla i farmaci), all’Aifa. Insomma, il libro scoperchia un inquietante vaso di Pandora.

A chi guadagna con i farmaci conviene un popolo di persone in buona salute, o un popolo di malati?

Dottor Giordano, nel suo libro il business che ruota intorno alle industrie farmaceutiche è finalmente messo in luce in modo chiaro e documentato. Forse i medicinali dovrebbero essere studiati e prodotti solo da soggetti pubblici? «No, non ne faccio una questione di pubblico e di privato. Ma di controlli. La salute, come l’istruzione, non sono mai servizi privati. Sono sempre servizi pubblici. Anche quando a gestirli sono soggetti privati. I quali però non devono essere i padroni assoluti. Non devono controllare i loro controllori,


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come avviene invece nel mondo della sanità. Si pensi, per esempio, che il bilancio dell’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco, è sostenuto per l’83% proprio dalle aziende farmaceutiche. Possibile?». Le ideologie (quando parliamo soprattutto di contraccezione, aborto, fecondazione artificiale e utero in affitto) intaccano la scienza, la ricerca e la medicina, tanto quanto gli interessi economici? «Sì. E molto spesso vanno di pari passo. Perché a nutrire le grandi ideologie contro la vita spesso sono interessi economici». Se allora non ci possiamo fidare degli scienziati e dei medici, come possiamo prendere le decisioni relative alla nostra salute? Da chi ci potremo far consigliare? «No, la correggo. Io voglio fidarmi degli scienziati e dei medici. Ma per farlo bisogna costruire un sistema diverso. Non basta dare più soldi alla sanità: questa è una condizione necessaria ma non sufficiente. Bisogna creare un sistema diverso da quello che descrivo nel mio libro. E che ci espone a rischi pazzeschi». Alla luce di quello che ha scritto sui farmaci, che vale anche per i vaccini, dovremmo decidere liberamente se far vaccinare i nostri nonni (per il coronavirus) e i nostri bambini, o dobbiamo rassegnarci agli obblighi di legge presenti (legge Lorenzin) e futuri eventuali?

«Perché i vaccini siano efficaci bisogna che si vaccinino più persone possibile, è chiaro. Ma anche qui vorrei avere fiducia che i vaccini imposti per legge siano davvero necessari a curare le persone e non i bilanci di qualche azienda. Non sempre si ha questa certezza». Che cosa ne pensa di coloro che dicono che stiamo subendo una vera e propria “dittatura sanitaria”? «Che stiamo correndo gravi pericoli. Voi vi occupate di temi etici. E sapete che quando uno comincia a cedere su un diritto, anche poco, poi cede su tutto. Quando si apre una falla, viene giù la frana. L’abbiamo visto, purtroppo, sulle grandi questioni della vita e della famiglia che ci stanno a cuore. Ora rischiamo di vederlo anche sulla grande questione della nostra libertà». Sanguisughe, Pescecani e Avvoltoi, e ora Sciacalli: sarà mai possibile vedere tutte queste bestiacce (che sono nei titoli dei suoi libri recenti) chiuse per bene in gabbia? «Sembra impossibile, lo so. Ma se continuo a battermi, anche scrivendo libri che costano molto anche a livello personale e di esposizione contro i veri poteri forti, è perché ci credo. E poi dico sempre che se non si riescono a sconfiggere davvero pescecani, sanguisughe, avvoltoi e sciacalli, se non altro, combattendoli, si evita il rischio di diventare come loro. Ed è già un grande risultato».

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Bisogna recuperare tranquillità

Francesca Romana Poleggi

Intervista al professor Giulio Tarro, illustre virologo “controcorrente”: ci parla di vaccini, di Oms, ovviamente di Covid... e di prevenzione

Giulio Filippo Giacomo Tarro, nato a Messina, napoletano di adozione, già professore di Virologia oncologica dell’Università di Napoli, primario emerito dell’ospedale “D. Cotugno”, è stato “figlio scientifico” di Albert B. Sabin, lo scopritore del vaccino contro la poliomielite. Ha paginate di curriculum e ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti, che per motivi di spazio siamo costretti e sintetizzare molto. È bene però che i nostri Lettori ne prendano atto, perché da quando il professore ha preso una posizione controcorrente rispetto a quella mainstream, è cominciata una notevole campagna diffamatoria nei suoi confronti da parte dei soliti giornaloni (che sono stati debitamente querelati). Ha lavorato parecchio negli Stati Uniti come collaboratore di ricerca presso la divisione di virologia e ricerche per il cancro del Children Hospital di Cincinnati e quindi come assistant professor di ricerche pediatriche del College of Medicine, poi come ricercatore del National Cancer Institute a Frederick, Maryland. È stato antesignano della diagnosi e della terapia immunologica dei tumori e coordinatore dell’ipertermia extracorporea in pazienti con epatite C. Ha inoltre scoperto la causa del cosiddetto “male oscuro di Napoli”, isolando il virus respiratorio

«I vaccini vanno personalizzati e decisi d'accordo col medico di fiducia nei tempi e nei modi più adatti al ricevente. Il modello svedese, che non è coercitivo, è il modello vincente».


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sinciziale nei bambini affetti da bronchiolite. Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica, tra i riconoscimenti ricevuti ricordiamo il premio Lenghi dell’Accademia dei Lincei, il conferimento delle medaglie d’oro da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministero della pubblica istruzione e della salute, diverse cittadinanze onorarie italiane e lauree honoris causa all’estero. È anche presidente a vita della Fondazione de Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro, che l’anno scorso è stata premiata in Senato da Mattarella, e della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, Wabt (Accademia Mondiale di Tecnologie Biomediche), nonché professore aggiunto del dipartimento di biologia alla Temple University di Philadelphia. È stato poi presidente della Società consortile della Regione Campania, Centro tecnologie e ambiente (Ccta) e della Lega Internazionale dei Medici contro la Vivisezione (Limav). È anche stato membro del Comitato nazionale di bioetica e del Comitato tecnico sanitario nazionale nella sezione Lotta contro l’Aids ed è direttore responsabile del Journal of Vaccine Research and Development di Singapore. Con estrema cordialità e gentilezza ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande. Egregio professore, oggi si sente parlare di “dittatura sanitaria”, ma gli interventi del Governo coercitivi della nostra libertà e “autodeterminazione” (incredibile che proprio a noi tocchi usare questa espressione cara ai radicali) nell’ambito della tutela della salute sono cominciati anche prima della pandemia. «Certo. Per esempio nel 2017, con la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale, di cui ho scritto nel mio libro 10 cose da sapere sui vaccini: La verità che l’industria, la politica e i mezzi di comunicazione tengono nascosta Vaccini sì o vaccini no?, uscito nel 2018. Quella sui vaccini sembra quasi una guerra di

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religione. Da una parte, irremovibili, i «No vax»; dall’altra parte, altrettanto irremovibili, medici e pazienti che, al pari delle multinazionali farmaceutiche, vedono nell’immunoprofilassi la via per sconfiggere qualsiasi malattia infettiva. Le vaccinazioni possono portare enormi benefici, ma comportano rischi e effetti collaterali, come qualsiasi farmaco. Ad esempio, il vaccino orale Sabin contro la poliomielite può dare un caso di paralisi su 2.400.000 dosi, ma il morbillo reca come effetto collaterale un caso di polmonite su 20, un caso di encefalite su 2.000 e un caso di mortalità su 3.000. Condivido la vostra posizione, però, che i vaccini vadano personalizzati e decisi d’accordo col medico di fiducia nei tempi e nei modi più adatti al ricevente. Il modello svedese, che non è coercitivo, è il modello vincente». È legittima, secondo lei, l’obiezione di coscienza rispetto ai vaccini non etici? «Sono per la completa garanzia del contenuto dei vaccini che devono essere effettuati ai bambini». A proposito di Covid, alcuni la bollano come “negazionista”. «Non sono affatto “negazionista”. L’epidemia c’è stata. E secondo me non si è trattato di un virus creato in laboratorio. Ho studiato approfonditamente i dati provenuti dalla Cina. E già a fine gennaio avevo pubblicato un articolo in cui, sulla base dell’esperienza della “Mers” (Middle east respiratory syndrome coronavirus), avevo indicato la cura sierologica come possibile rimedio. Attualmente, comunque, non ci sono motivi scientifici per la proroga dello stato di emergenza». È vero che il coronavirus ha colpito di più quelli che si erano vaccinati per l’influenza? «Sì, secondo i dati di una ricerca del Pentagono, più del 30% dei malati avevano fatto il vaccino».

«Non sono negazionista, ma attualmente non ci sono motivi scientifici per la proroga dello stato di emergenza».

Ma il lockdown che abbiamo subìto è stato utile o no? «A mio parere, no. In Israele e in Svezia (sono stati elogiati anche da un giornale “politicamente corretto” come il New York Times) hanno contenuto perfettamente l’epidemia isolando le persone anziane e i soggetti a rischio e lasciando liberi tutti gli altri. Liberi anche di ammalarsi. Solo i contagiati devono portare le mascherine e devono avere accortezza con le distanze quando frequentano persone a rischio. Ma ai bambini non si può imporre la mascherina. Per lo meno fino a 12 anni. Le norme igieniche vanno rispettate con attenzione da tutti, con buon senso. Nella gestione di questa crisi è proprio mancato questo: è stata una gestione senza senno. Ma, del resto, se guardiamo i dati Istat sul numero dei morti, nel primo trimestre del 2020 sono stati 20.000, meno addirittura dei morti dell’anno precedente, nello stesso periodo».


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Il suo libro più recente, Covid, il virus della paura (edizioni L’Antidiplomatico), spiega tutto questo? «Faccio un’analisi dell’emergenza, dei divieti e dei vaccini obbligatori che si prospettano. È stata calcolata erroneamente la letalità del virus. Coloro che hanno avuto la prima Sars e sono guariti, hanno sviluppato un’immunità anche al Sars-Cov-2. Bisogna recuperare tranquillità: meglio spegnere la televisione e godersi una passeggiata all’aria aperta in buona compagnia, l’ho detto e ripetuto in tante occasioni». Ma i positivi al tampone sono malati? Sono contagiosi? «Secondo me ha ragione una rappresentante dell’Oms, Maria van Kerckhove: un asintomatico infettivo non esiste. Non può infettare perché, se non ha sintomi, non ha una grande quantità di virus al suo interno. Un sintomatico lieve può contagiare se ci troviamo in una condizione di massima carica virale da parte del virus, in un certo periodo dell’anno, a determinate temperature, in alcuni luoghi chiusi sovraffollati: allora, le misure di distanziamento e di protezione individuale hanno un senso. Ma se la situazione è quella in cui ci troviamo adesso, proprio no». Quindi l’obbligo attuale di mascherine? «Allo stato attuale le mascherine non servono più. È stato detto che questo virus bypassa la nostra prima difesa immunitaria,

che è la bocca, arrivando direttamente agli alveoli polmonari per poi andare ad infettare presumibilmente la zona laringofaringea di altri, il che è semplicemente ridicolo. Come ogni virus, il Sars-Cov-2 prima di arrivare ai polmoni passa attraverso la bocca. Se riesce a superare questa prima difesa immunitaria, si va a depositare nella zona laringofaringea e solo successivamente, nei casi più sfortunati e gravi, arriva ai polmoni. Non avviene il contrario». Il tampone, quindi, è necessario? Può essere fatto da chiunque? «Il tampone non è uno strumento diagnostico valido. Dà moltissimi casi di falsi positivi. Quando viene fatto nel naso, occorre che venga praticato da mani esperte. Ma oggi è possibile rilevare la presenza del virus anche dalla saliva». Un’ultima domanda sull’Oms: lei prima ha citato la dottoressa van Kerckhove. Ma ha sentito che alcuni come il professor Pierfrancesco Belli e l’avvocato Taormina dicono che l’Oms dovrebbe essere smantellata (dicono «Delenda Oms», come Cartagine!)? Prende finanziamenti dalle case farmaceutiche, da Bill Gates e dalla Gavi, Global Alliance for Vaccines and Immunisation. «Lo so. Voi sapete che infatti Trump le ha tolto i finanziamenti. L’Oms è divenuta un consesso politico, non scientifico. Soprattutto sotto la direzione attuale di Tedros Adhanom Ghebreyesus». 

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Covid 19, pericolo attuale Renzo Puccetti

Riportiamo le tesi di un un medico (che è anche un vecchio amico di Pro Vita & Famiglia) la cui posizione è molto diversa rispetto a quella del professor Tarro. Egli ritiene, per esempio, che i positivi asintomatici siano contagiosi e che la riapertura delle scuole sia un grande rischio. A differenza dei media mainstream, che non lasciano spazio al contraddittorio, a noi sembra giusto ascoltare le ragioni di tutti. Le misure adottate per la riapertura scolastica hanno suscitato una molteplicità di reazioni. Tuttavia il virus se ne infischia degli schieramenti politici, esso fa il suo mestiere di riprodursi e lo fa bene; e se farlo significa fare ammalare e morire persone anziani e fragili, ciò non lo turba affatto. Dunque cerchiamo di mettere bene in chiaro i fatti che conosciamo e quello che invece non è certo. Non vi è dubbio che la situazione delle terapie intensive nel momento in cui scrivo sia incomparabilmente migliore rispetto al 3 aprile, quando si toccò la punta massima di oltre 4.000 ricoverati; i morti si contavano a centinaia ogni giorno ed ora raramente

superano la decina. Ma in medicina non è mai saggio accontentarsi di verificare la situazione in atto, è invece necessario avere anche un’idea quanto più precisa dell’evoluzione prevedibile, o almeno possibile, delle cose, dunque perché ora non è come ieri? È una domanda fondamentale per capire se la situazione che abbiamo vissuto può tornare oppure no. È stato detto che l’attuale discesa dei casi gravi è dovuta ad una mutazione genetica del virus che lo ha reso meno aggressivo, un auspicio che tutti condividiamo, ma di cui purtroppo non vi è nessuna prova. Una mutazione individuata da alcuni ricercatori e ipotizzata interferire con la replicazione e la patogenicità

La situazione delle terapie intensive nel momento in cui scrivo è incomparabilmente migliore rispetto al 3 aprile e di certo abbiamo migliorato le cure, grazie all’eparina per esempio.


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del virus è stata identificata in solo lo 0,4% dei tamponi effettuati nei Paesi europei e nello 0% di quelli effettuati in Italia, dunque non può essere essa la responsabile (Benedetti et al, J Transl Med 2020; 18:329). Ve ne sono altre? Sì, il virus muta continuamente, ma non abbiamo alcuna prova dell’impatto sulla clinica. Solo ieri [3 settembre, n.d.R] negli USA il Covid ha fatto 1.096 vittime, cos’è, lì il virus non è mutato? È stata evidenziata una correlazione tra condizioni meteorologiche e severità dell’epidemia, ma il meteo è destinato a ritornare quello invernale (Iqbal et al, Sci Total Environ 2020; 15; 739: 140101). Di certo abbiamo migliorato le cure, a partire dalla comprensione del fatto che uno dei meccanismi di danno polmonare è la microembolizzazione che può essere prevenuta dall’uso di eparina (Wiersinga et al, JAMA 2020; 324(8): 782-793.) e tuttavia anche ieri il virus ha mietuto oltre 6.000 vittime in tutto il mondo. E dunque, quali altre spiegazioni possono giustificare la riduzione di letalità di oggi in Italia? Sappiamo già da marzo che il virus uccide molto più gli anziani dei giovani, al di sotto dei 50 anni il virus determina la morte di meno dell’1% dei soggetti, mentre la letalità cresce al 16,9% tra i settantenni e al 24,4% dagli 80 anni in su (Istituto Superiore di Sanità, Epidemia Covid, Aggiornamento Nazionale 2-4-2020). Il 66% della differenza di letalità osservata tra le varie Nazioni è pertanto legata alla differente età media delle popolazioni colpite (Sudharsanan et al, Ann Int Med 2020; 22: M20-2973). In Italia su 34.142 persone decedute positive al Covid

quelle con età inferiore a 30 anni sono state soltanto 20 (Istituto Superiore di Sanità, 22-72020). Questa riduzione dell’età mediana delle persone positive diminuita dai 60-65 anni di marzo-aprile agli attuali 29 anni, è da ritenersi il fattore principale dell’attuale bassa mortalità osservata. Ma l’età dei positivi che oggi è così bassa non è detto affatto che non possa tornare ad alzarsi e qui entra in gioco l’apertura delle scuole. Uno studio dell’Università dell’Ohio ha mostrato che nel periodo marzo-maggio in USA, dove i provvedimenti sono presi a livello di ogni singolo Stato e dunque consentono di verificarne l’impatto, la chiusura delle scuole si è associata a una riduzione dei morti quantificata in 12,6 ogni 100.000 abitanti in un periodo di 16 giorni (Auger et al, JAMA. 2020; 324(9): 859-870). Ovviamente non possiamo traslare automaticamente questi numeri all’Italia di ora, ma il dato dà un’idea del ruolo che gioca l’apertura scolastica in un’epidemia come quella Covid. Pensare di impedire al virus di entrare nelle scuole misurando la febbre è parimenti fallimentare a quella che è stata il misurarla negli aeroporti ai primi di Febbraio. I soggetti asintomatici hanno una forte capacità di trasmettere il virus (Zou et al, NEJM 2020; 382(12): 1177-79). In una casistica sudcoreana di 91 bambini e ragazzi infetti da Covid-19, ben 20 si sono mantenuti sempre asintomatici ed altri 18 hanno sviluppato sintomi solo dopo la diagnosi. Senza un tamponamento molto aggressivo, tutti questi bambini sarebbero stati liberi di circolare ed infettare (Han et al, JAMA Pediatrics 2020; Aug 28).

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Perché la scuola è una possibile bomba? Perché implica la permanenza per ore di molte persone nel solito spazio chiuso e l’uso di mezzi trasporto da parte di milioni di studenti. Il Coronavirus non passa da un soggetto all’altro se non trasportato da microgoccioline emesse respirando dalla bocca e dal naso, parlando, tossendo e starnutendo. Queste goccioline hanno uno spettro di varie dimensioni, quelle maggiori di 5 micron tendono ad assumere una traiettoria balistica come un proiettile che ha una gittata e poi cade a terra, le particelle più piccole possono rimanere sospese in aria e depositarsi a terra dopo ore. Sia le grandi che le piccole particelle possono disidratarsi e permanere come nuclei solidi microscopici capaci di risollevarsi per la minima corrente d’aria o la differenza di temperatura. Le particelle più piccole e i nuclei solidi vengono chiamati bioareosol. Gli scienziati sono concordi nel potenziale infettante delle particelle più grandi e dell’areosol nei confronti del quale la distanza di un metro è totalmente insufficiente, soprattutto quando è originato da colpi di tosse e starnuti che possono giungere a 4,5 e 7-8 metri rispettivamente e per i quali l’unica difesa è rappresentata dalla protezione con le mascherine che ostacolano la diffusione delle goccioline in emissione ed in ricezione. In generale le mascherine FFP2 tendono a mostrarsi più efficaci delle mascherine chirurgiche che a loro volta sono più efficaci delle mascherine di stoffa autoprodotte (Jayaweera et al, Environ Res 2020; 188). Sappiamo che il Coronavirus alle basse temperature e sulle superfici plastiche e metalliche può sopravvivere per giorni ed infettare le persone con mani infette portate a contatto delle mucose (Suman et al, J Clin Exp Hepatol 2020; 10(4): 386-90). Secondo il protocollo stabilito per i nostri ragazzi, nel periodo invernale, quando è impossibile tenere le finestre aperte, in presenza di un ragazzo asintomatico o pre-sintomatico portatore del virus, l’unica difesa su cui possiamo sperare è il distanziamento. Ma noi vediamo bene come il distanziamento sia pochissimo rispettato tra i giovani e difficilissimo da ottenere nei bambini più piccoli i quali poi tornano a casa, vivono con i genitori e spesso con i nonni, i più vulnerabili.

Non si può impedire al virus di entrare nelle scuole misurando la febbre.


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L’Organizzazione Mondiale della Sanità, rivelatasi un vero disastro nella gestione dell’epidemia (aveva sottostimato l’indice d’infettività dell’attuale coronavirus, aveva sostenuto l’inutilità delle mascherine su larga scala, aveva detto che il Covid-19 non si trasmetteva dall’animale all’uomo e poi che si trasmetteva soltanto dai soggetti sintomatici), adesso ha assunto la posizione che le mascherine nei bambini siano controproducenti perché potrebbero dare arrossamenti, senso di soffocamento, difficoltà di concentrazione e potrebbero esse stesse divenire fonte di contagio qualora gestite malamente. Ma perché si pensa sia impossibile insegnare ai bambini ad usare una mascherina? E si ritiene che i possibili e di fatto trascurabili effetti collaterali che il proteggersi con essa sia prevalente rispetto alla circolazione di un virus che ha fatto disastri e ora, a poco a poco, sta rialzando la testa? E perché divulgare un senso di falsa sicurezza garantito dal distanziamento di un metro in un ambiente in cui 20 ragazzi che respirano 14 volte al minuto scambiano alla fine delle 5 ore 42.000 litri di aria senza considerare i colpi di tosse e gli starnuti che non sono proprio un’eccezione nel periodo invernale? E davvero si ritiene che tenere in isolamento i contatti di un infetto fino a quando non si ha il risultato del tampone sia un sequestro? Vorremmo forse che in attesa del responso continuassero ad andare a scuola, incrociassero altre persone sui mezzi di trasporto, al catechismo, nelle palestre? Non siamo latori di soli diritti, nasciamo godendo da altri del dono della vita, del linguaggio, dell’istruzione, dell’educazione, abbiamo sempre individuato nell’individualismo libertario la radice di divorzio, aborto, eutanasia ed è triste ora dovere constatare che proprio tra noi emerge quello stesso egoismo libertario. Curare un male del corpo spesso porta alla limitazione della libertà, non usciamo quando abbiamo la polmonite, non ci muoviamo quando abbiamo una gamba fratturata. Per curare un male epidemico non possiamo pensare di non sacrificare la stessa libertà. Certo vigilando dai possibili abusi, ma sempre avendo ben presente ciò che per un pro-vita e per un cattolico è evidenza, la vita umana è bene primario, perché sottende ogni altro bene e la vita eterna è la pienezza della vita. 

Le mascherine sono indispensabili per evitare la diffusione delle microgoccioline emesse respirando.


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Vaccini sì, vaccini no. Riflessioni (di un medico) oltre le ideologie

I vaccini non sono la panacea di tutti i mali. Ma non sono neanche il male assoluto. Tutto dipende dalla proporzione rispetto al fine per cui si somministrano e dalle modalità che vengono utilizzate per crearli e somministrarli

Paolo Gulisano

Negli ultimi anni, le vaccinazioni sono diventate una pratica sanitaria di cui si parla e si discute molto. Addirittura, nel caso dell’epidemia da Covid-19, un possibile vaccino viene visto in un’ottica quasi messianica, come ciò che metterà fine al problema. I dibattiti sui vaccini spesso sono molto accesi, e anche piuttosto faziosi, con demonizzazioni reciproche tra favorevoli e contrari.

Occorre rendere la vaccinazione una pratica meno “di massa”, collettivista, e personalizzarla per ogni bambino.

La verità è un po’ più complessa, ed emerge grazie a dati ben precisi. I vaccini servono? Indubbiamente, hanno avuto un ruolo importante nel ridurre anche drasticamente l’incidenza di diverse malattie, e di portare all’eradicazione di una di queste, il vaiolo, un tempo malattia molto grave, e oggi scomparsa. Tuttavia, a fronte di certi proclami trionfalistici dei fautori delle vaccinazioni che le definiscono come una delle più importanti realizzazioni della storia della medicina, bisogna sottolineare che il vaiolo è l’unica malattia scomparsa grazie alla pratica vaccinale. Altre malattie, come la difterite o la poliomielite, sono andate diventando sempre più rare a seguito anche di campagne vaccinali, senza peraltro estinguersi del tutto. Altre malattie infettive sono andate scomparendo dall’Europa, come ad esempio la tubercolosi, un tempo endemica, senza bisogno di alcun vaccino, ma semplicemente migliorando gli stili di vita. La Tbc, peraltro, continua a mietere ogni anno 1.600.000 morti nel mondo, e nessun vaccino si è dimostrato efficace nella prevenzione. Tutte queste vittime sono di Paesi sottosviluppati, in Africa e in Asia, prova che esiste una correlazione tra salute e


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Il vaiolo è l’unica malattia scomparsa grazie alla pratica vaccinale.

condizioni economiche e stili di vita. Altre malattie hanno trovato nella vaccinazione un rimedio sicuro, che ha diminuito significativamente il tasso di mortalità, come l’anti tetanica. Prevenzione… ma per tutti uguale? La vaccinazione è dunque una pratica medica preventiva, che offre una prevenzione individuale rispetto a una determinata malattia. Questo tipo di prevenzione personale è necessaria ad esempio in determinate condizioni, per certe professioni a rischio, o per chi viaggia.

In questi casi, si possono effettuare vaccinazioni per malattie specifiche, come la febbre gialla, l’epatite A, il tifo e il colera. Sono importanti opportunità di profilassi. Tuttavia molti insistono molto sulla valenza “collettiva” del vaccino: arrivare ad alte coperture vaccinali significa realizzare una “immunità di gregge”, ovvero una protezione di una intera popolazione impedendo la circolazione degli agenti patogeni. Questo obiettivo ha portato a scelte politiche in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, imponendo l’obbligo coercitivo dei vaccini. In realtà la maggior parte dei Paesi europei non prevede questo obbligo, mentre l’Italia è passata - a partire dal


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2017 - da quattro vaccinazioni obbligatorie a dieci, più la proposta attiva di molti altri vaccini facoltativi ma raccomandati. Come orientarsi dunque in questo terreno spesso insidioso? Cercando informazioni obiettive e corrette. Magari confrontandosi con un medico di fiducia, valutando le vaccinazioni da fare alla luce delle condizioni del bambino. Occorre rendere la vaccinazione una pratica meno “di massa”, collettivista, e personalizzarla per ogni bambino. Prima di somministrare in un neonato una vaccinazione, si dovrebbero valutare attentamente le condizioni del ricevente per decidere se sia nella condizione di rispondere adeguatamente al trattamento. Effetti collaterali dei vaccini Uno degli aspetti delle vaccinazioni che più preoccupano molti genitori è quello degli effetti collaterali. Anche qui nel dibattito in atto si passa dal negazionismo di chi ritiene che le vaccinazioni siano pratiche assolutamente innocue e prive di effetti collaterali, a chi invece teme possibili reazioni che non sempre sono documentate. In ambito civile ci sono state numerose testimonianze di danni da vaccino, alcune riconosciute anche legalmente, e studi scientifici hanno documentato i rischi relativi alle vaccinazioni con vaccini polivalenti. Reazioni avverse si possono verificare a causa di componenti contenuti nei vaccini, a causa della quantità di vaccini somministrati contemporaneamente e della vicinanza tra le

dosi somministrate. L’Associazione Condav (Comitato Nazionale Danni da Vaccino) si occupa dei bambini danneggiati da vaccino e delle loro famiglie (http://www.condav.it/). In Italia sono centinaia le persone che hanno riportato casi di danno irreversibile a causa di vaccinazione e che hanno ottenuto l’indennizzo previsto dalla legge. Molti stanno ancora attendendo la conclusione di iter burocratici e giudiziari lunghissimi, per altri ancora è stato riconosciuto il nesso di causalità, ma non è stata prevista l’erogazione dell’indennizzo. Queste associazioni denunciano anche l’inadeguatezza del sistema di vaccinovigilanza in Italia che non permette di garantire un monitoraggio effettivo degli eventi avversi. Purtroppo, nel nostro Paese la pratica della segnalazione delle sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini è poco attuata e in alcuni casi è sconosciuta o addirittura ostacolata, per cui queste segnalazioni sono fortemente sottostimate sia quantitativamente che qualitativamente. La letteratura scientifica dimostra come numerose patologie si possono manifestare a breve, medio e lungo termine rispetto alla somministrazione dei vaccini. Peraltro le stesse case farmaceutiche segnalano nelle schede tecniche gli effetti collaterali e le conseguenze che i vaccini possono innescare. Tutto questo dunque dovrebbe portarci a guardare alle pratiche vaccinali con attenzione e prudenza. Non per niente il principio primo della Medicina è: «Primum non nocere». 

In Italia sono centinaia le persone che hanno riportato casi di danno irreversibile a causa di vaccinazione e che hanno ottenuto l’indennizzo previsto dalla legge.


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Quando i vaccini calpestano la morale Flavia Ferro e Anna Casali Pastorelli

Un argomento di cui si parla poco è la metodologia produttiva dei vaccini. Si tratta tuttavia di un aspetto che, dal punto di vista morale e quindi religioso, fa emergere numerosi e preoccupanti risvolti

I vaccini sono preparazioni farmacologiche in grado di fornire all’organismo un’immunità acquisita di tipo attivo, stimolando cioè la produzione di anticorpi contro determinati patogeni. Negli Usa ne risultano oggi autorizzati al commercio più di ottanta tipi. Servono a prevenire malattie diverse per caratteristiche e gravità: alcune pericolose come tetano e meningiti, altre meno come la varicella; alcune ancora diffuse come morbillo e influenza, altre praticamente scomparse nei Paesi avanzati, come la poliomielite che è rimasta presente solamente in Pakistan e Afghanistan anche in forma vaccino-derivata. Per una stessa malattia esistono spesso vaccini diversi che si differenziano nella formulazione e/o nella tecnologia utilizzata: vaccini a organismi vivi attenuati o uccisi, vaccini con antigeni sintetizzati, geneticamente modificati (Rna ricombinato), purificati. Vaccini contro malattie diverse possono essere somministrati in un unico preparato, come il trivalente Mpr (contro morbillo, parotite e rosolia) e l’esavalente contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B e Haemophilus influentiae B. A loro volta, i vaccini polivalenti si declinano in preparati diversi, con caratteristiche diverse. La sicurezza e l’efficacia dei vaccini sono spesso oggetto di discussione, ma raramente si affronta anche l’argomento legato alla loro metodologia

L’articolo che qui pubblichiamo, a firma di due membri del Comitato cittadini per l’obiezione etico-religiosa (obiezioneticoreligiosa@gmail.com), è in forma ridotta e non presenta i riferimenti bibliografici. Chi volesse leggere il testo integrale, lo può richiedere scrivendo una e-mail a redazione@provitaefamiglia.it


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produttiva che, dal punto di vista morale, fa emergere numerosi e preoccupanti risvolti. Vaccino trivalente Mpr e vaccino contro la varicella: come vengono prodotti? Focalizziamo l’attenzione sulla vaccinazione trivalente Mpr (contro morbillo, parotite e rosolia) e sulla vaccinazione contro la varicella, rese, tra altre, obbligatorie in Italia dalla Legge 119/2017. Questi farmaci sono prodotti a partire da linee cellulari fetali di origine abortiva, la cui natura è celata, per i vaccini, sotto gli acronimi Wi-38, Mrc-5 e Walvax 2. Le prime linee cellulari fetali sono state sviluppate già a partire dagli anni Sessanta. I primi tentativi di utilizzare organi fetali risale agli anni Trenta. L’aspetto più aberrante nella produzione di vaccini è rappresentato dal fatto che i feti, per essere utilizzati, vengono asportati sani e vivi e poi inviati direttamente ai laboratori farmaceutici. […] Un’altra grave conseguenza causata dall’utilizzo di tecniche di coltura che

prevedono l’impiego di cellule fetali per la preparazione dei vaccini è di tipo medico: al termine del processo di produzione dei vaccini permane nel prodotto finale una certa quantità di frammenti di Dna che, laddove inoculati, per affinità con l’ospite umano potrebbero innescare un processo noto come ricombinazione omologa (che avviene cioè solo nella stessa specie), il quale comporta la modifica del patrimonio genetico di colui che riceve il vaccino. Si vengono così a formare degli inserimenti genomici o mutazioni attraverso la ricombinazione tra Dna del virus, della cellula fetale e del soggetto vaccinato, che danno origine a nuove cellule. Le cellule così createsi ex novo possono essere riconosciute come estranee dal soggetto vaccinato e quindi scatenare nel ricevente una risposta immunitaria volta a eliminarle. Essendo le cellule aggredite quelle del soggetto stesso che provoca la reazione, si scatena una risposta cosiddetta autoimmune, da cui le patologie autoimmuni e gli eventuali disturbi dello spettro autistico. La Food & Drug Administration, pur riconoscendo la sussistenza di rischi oncogeni associati alla


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presenza residua di Dna nei vaccini, ha anche stabilito che tali rischi non sussistano laddove la quantità di Dna umano sia limitato a non più di 10 ng (nanogrammi). Anche l’Oms nel 2005 aveva stabilito tale limite di sicurezza nella quantità di Dna residuale nei vaccini. Tuttavia, alcune ricerche indipendenti, da ultima quella commissionata da Corvelva, hanno evidenziato che questo limite non è affatto rispettato. Nelle analisi condotte sul vaccino Priorix Tetra è risultata le presenza di Dna fetale in alti quantitativi, 1,7 µg (microgrammi) sul primo lotto e 3,7 µg sul secondo, quindi ben oltre il limite massimo di 10 nanogrammi (= 0,01 microgrammi) stabiliti dalla Fda e dall’Oms. Oltre ai limiti stabiliti dalle autorità sopra indicate, esistono anche dei trattati internazionali (Convenzione di Oviedo - art. 13, Regolamento Ue 536/2014 - art. 90, secondo comma, Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989) - art. 24) che vietano la modifica dell’identità genetica dell’essere umano. Ciò nonostante si accetta che i limiti massimi stabiliti di materiale genetico alieno iniettabile siano superati, accettando così che il

Dna del ricevente possa essere modificato. Nelle schede tecniche di alcuni vaccini presenti sul mercato americano (Mmr - morbillo, parotite e rosolia, della Merck) è presente la dicitura «non valutato per oncogenesi, mutagenesi e compromissione della fertilità». Comunque, il fatto che molti vaccini siano prodotti su linee cellulari ricavate da feti volontariamente abortiti rende assolutamente inaccettabile, moralmente, eticamente e religiosamente l’imposizione di un obbligo di legge alla loro somministrazione, perché non solo è aberrante l’idea stessa di aborto in sé, ma lo è ancor di più la pratica adottata per procurare alle industrie farmaceutiche feti vivi. Accettando la commercializzazione di vaccini contenenti Dna fetale umano, si alimenta anche il business collegato alla messa in commercio dei prodotti farmaceutici così sviluppati. Va ricordato che, secondo una dichiarazione della Pontificia Accademia Per la Vita del 5 Giugno 2005, i genitori sono sottoposti a un’ingiusta «costrizione morale della coscienza» quando devono scegliere se utilizzare vaccini prodotti su linee cellulari

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fetali, ed è pertanto doveroso lottare affinché ne vengano approntati altri. Per tutte le persone osservanti la religione cattolica, esistono tre encicliche recenti che ribadiscono la millenaria condanna della Chiesa nei confronti di questa pratica e, come logica conseguenza, di farmaci e/o terapie che siano sviluppati a partire dalla stessa. Facciamo riferimento a Evangelium Vitae (1995), Donum vitae (1987) e Dignitas Personae (2008). […] Anche la Chiesa Ortodossa ha preso posizione nei confronti dei farmaci preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ritenendo sussistere la cooperazione al male dell’aborto laddove si utilizzi un vaccino similmente preparato. Purtroppo, ogni tentativo di contrastare l’uso delle cellule fetali abortite si è arenato di fronte alla indisponibilità dell’industria farmaceutica e di un certo tipo di “comunità scientifica” totalmente indifferente di fronte alla sensibilità dei fedeli di varie confessioni religiose. Infatti, la religione cattolica non è l’unica a condannare l’aborto. Esso rappresenta una pratica inaccettabile anche per le comunità musulmana, ebraica, buddista, induista, per i Testimoni di Geova, i protestanti e gli ortodossi. La situazione internazionale Non tutte le Nazioni si dimostrano disattente alle esigenze dei fedeli. Negli Usa il legislatore ha previsto la possibilità di esercitare l’obiezione di coscienza alle vaccinazioni, compatibilmente con il dettato del primo emendamento della Carta dei Diritti, che garantisce la libertà di culto, parola e stampa. […] Attualmente anche in Repubblica Ceca è ammessa l’obiezione di coscienza per motivi religiosi. E anche la Repubblica di San Marino consente che i soggetti tenuti all’obbligo vaccinale possano avvalersi dell’obiezione alla pratica sanitaria suddetta, a patto che

venga sottoscritta una polizza assicurativa per responsabilità civile verso terzi con estensione a danni da contagio. […] Nella Costituzione della Repubblica Italiana il principio della libertà religiosa è sancito in tutta la sua completezza, sia sotto il profilo individuale sia collettivo, dall’art. 19 […]. Il libero esercizio ha come unico limite le attività illecite o contrarie al buon costume. L’obiezione di coscienza rappresenta, di fatto, il rifiuto categorico di compiere atti prescritti dall’ordinamento dello


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in regime di raccomandazione vaccinale, già di per sé rispettoso del diritto al consenso libero e informato, la persona è libera di scegliere se avvalersi o meno del trattamento sanitario proposto, indipendentemente dal fatto che le sue motivazioni siano dettate da convinzioni religiose, filosofiche o puramente razionali. Con l’entrata in vigore della l. 119/2017 la mancata somministrazione della vaccinazioni previste (tra le quali la vaccinazione Mpr e Mprv sono prodotte su linee cellulari fetali abortive), è divenuta preclusiva della frequentazione della scuola dell’infanzia e della scuola materna, mentre non lo è per la scuola dell’obbligo. In entrambi i casi tuttavia è prevista la comminazione di una sanzione amministrativa pecuniaria. Di fatto quindi, l’esercizio della propria libertà di espressione religiosa non è affatto libero come dovrebbe poiché confliggente con le attuali disposizioni normative; infatti un genitore credente che seguisse i dettami del proprio credo religioso, sarebbe poi impossibilitato a far frequentare il nido e l’asilo ai propri figli e costretto al pagamento di una sanzione pecuniaria.

Stato ma contrari alla legge naturale [...]. Anche la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Ue, all’art. 21, tutela la libertà religiosa. Inoltre, varie leggi tutelano oggi in Italia l’autodeterminazione in ambito sanitario. Obiezione di coscienza vaccinale Ci preme inoltre sottolineare come, nel caso delle politiche vaccinali, l’obiezione di coscienza assuma rilevanza esclusivamente in regime di vaccinazione obbligatoria, mentre

Tuttavia, si rammenta che nel lontano 2001 venne depositata alla Camera una proposta di Legge, a firma degli onorevoli Pecoraro Scanio e Zanella, che chiedeva il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza nei confronti degli obblighi vaccinali. Un’iniziativa della quale, purtroppo, non si è mai compreso la reale portata. Attualmente, in assenza di prodotti farmaceutici che non sollevino problemi eticoreligiosi, l’unico modo per poter ampliare la libertà di espressione religiosa alla possibilità di esercitare obiezione ai vaccini contenenti linee cellulari fetali abortive è quello di coinvolgere gli esponenti politici al fine di ottenere la promulgazione di una legge ad hoc, e nel frattempo esercitare obiezione attiva presso le Aziende Sanitarie Locali verbalizzando le motivazioni. 

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Vaccini etici Giulia Tanel

Non sempre, e non per tutti, i vaccini sono utili. Inoltre, non tutti i vaccini sono etici. Questioni che si ripresentano anche per un eventuale vaccino contro il virus SARS-CoV-2.

Qualche mese fa, S.E. Joseph Strickland ha scritto una lettera pastorale molto chiara a proposito di ipotetici vaccini per il Covid-19: «Il fatto che il crimine dell’aborto sia considerato legale nella nostra nazione non significa che sia moralmente lecito utilizzare i cadaveri di questi bambini per curare una pandemia globale». «Tragicamente, le persone non sono a conoscenza - a volte perché preferiscono non sapere e non vedere - dei progressi della scienza medica che consentono di sviluppare vaccini in questo modo», ha aggiunto il vescovo di Tyler, diocesi nel nord del Texas. Come abbiamo visto nelle pagine precedenti, ci sono alcune case farmaceutiche che utilizzano adenovirus geneticamente modificati coltivati su linee cellulari umane prelevate da feti umani abortiti volontariamente, il che pone non solo il diritto, ma anche il dovere di sollevare obiezione di coscienza per coloro cui viene offerto il vaccino, per i politici, per i funzionari sanitari, per gli scienziati, e per i finanziatori. Ciò è ancor più vero se sono possibili metodi di produzione di vaccini alternativi, per i quali non esistono questioni etiche. Infatti, Strickland ha scritto: «Gli scienziati con cui ho parlato mi assicurano che non vi è alcuna

necessità medica di utilizzare bambini abortiti al fine di sviluppare il vaccino necessario per proteggere da questo particolare ceppo di coronavirus». Ha poi sottolineato che «sono disponibili mezzi etici altrettanto efficaci nello sviluppo di vaccini; cellule staminali tratte dal cordone ombelicale, dalla placenta, cellule staminali adulte - e persino cellule degli insetti». Scrive ancora il Vescovo: «Dobbiamo insistere affinché i legislatori emanino norme chiare che vietino la pratica illegale e immorale consistente in qualsiasi uso dei poveri resti di bambini abortiti per la ricerca. Dobbiamo insistere sul fatto che le aziende farmaceutiche rispettino tali regole, dove già esistono. Credo che questo sia un elemento fondamentale della cultura della vita contro il profitto economico che infetta l’industria dell’aborto». Nel giugno 2019, anche a seguito dello scandalo che ha coinvolto la Planned Parenthood Federation (che non solo vende i resti dei bambini abortiti ai ricercatori, ma modifica le tecniche della procedura per farli sopravvivere fino al momento del prelievo degli organi necessari), il Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti ha annunciato che non fornirà più finanziamenti


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per la ricerca che richiede tessuti raccolti da vittime di aborto volontario. Per approfondire, siamo andati a visitare il sito dell’associazione pro vita Children of God for Life, che lavora proprio sulla questione dei vaccini etici: c’è per esempio un’azienda, la Sanofi, che sta usando la linea cellulare Sf9 che proviene da un lombrico ed è altamente efficace. Focalizzando l’attenzione sul vaccino contro il SPONSOR(S)

PAESE

Shenzhen Geno-immune Medical Institute

China

Shenzhen Geno-immune Medical Institute

China

Symvivo Corporation

Canada

Moderna, Inc. with National Institutes of Health

USA

Inovio Pharmaceuticals

USA

Inovio Pharmaceuticals Korea Natl. Inst. of Health Protein SciencesSanofi Co. John Paul II Medical Research Institute John Paul II Medical Research Institute

So. Korea USA USA USA

virus SARS-CoV-2, senza entrare qui nel merito della sua opportunità ed efficacia, James L. Sherley e David Prentice, ricercatori del Lozier Institute, in un articolo intitolato Una valutazione etica dei programmi vaccinali Covid-19, hanno pubblicato una tabella dell’elenco di alcuni vaccini in corso di studio (aggiornata lo scorso 19 giugno 2020). Questi sono dei vaccini anti Covid che non sollevano problemi etici, in relazione al metodo di produzione.

STRATEGIA Lentivirus minigenes + Adult human APC cells Lentivirus minigenes + Adult human CD/T7 cells “LV-SMENP-DC” Oral bacterium B. longum, “bacTRL-spike” RNA vaccine “mRNA-1273” DNA vaccine “INO-4800” DNA vaccine “INO-4800” Protein vaccine Baculovirus expression Recombinant Protein Perinatal human cells10 Live attenuated virus Perinatal human cells

NCT04299724 NCT04276896 NCT04334980 NCT04283461 NCT04405076 NCT04336410

Pre-clinical Non pervenuta Non pervenuta

Sanofi & Translate Bio

USA

Sinovac Biotech Co., Ltd.

China

Pfizer and BioNTech

USA Germany

Novavax

USA

Sorrento

USA

Arcturus Therapeutics

USA

RNA vaccine

Pre-clinical

CureVac

Germany

RNA vaccine

Pre-clinical

USA

Replication-competent recombinant vesicular stomatitis virus (VSVΔG) Vero monkey cells

Pre-clinical

Merck/IAVI

RNA vaccine

STATO DI SPERIMENTAZIONE CLINICA

Inactivated CoV-19 “PiCoVacc” Vero monkey cells RNA vaccine “BNT-162a1,b1,b2,c2” Protein vaccine “NVX-CoV2373” Sf9 insect cells CoV-19 spike protein Expressed on K562 cells

Pre-clinical NCT04352608 NCT04383574 NCT04368728 NCT04380701 NCT04368988

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Il governo degli Stati Uniti pare abbia investito più di mezzo miliardo di dollari per sostenere tre di questi programmi di vaccinazione che non comportano l’uso di cellule fetali. Infatti, anche l’adenovirus RD per sviluppare vaccini anti CoV potrebbe essere coltivato da cellule placentari. Al di là del coronavirus, sul sito Children of God for Life risultano eticamente accettabili - senza, anche in questo caso, entrare nel merito della loro opportunità - diversi vaccini tra quelli più comunemente usati, come per esempio i seguenti (tra parentesi il numero di dosi raccomandate): MALATTIA

TIPO DI IMMUNIZZAZIONE

Epatite B

HepB (3)

Rotavirus (gastroenterite virale infantile)

RV (3)

Difterite, tetanus pertosse

DTaP (5)

Difterite, tetanus,pertosse e poliomielite

DTaP +Polio (5)

Difterite, tetanus, pertosse , poliomielite e epatite B

DTaP +Polio+ HepB (5)

Haemophilus influentiae type B

HiB (4)

Polmonite

PCV (4)

Antipolio (della Sanofi Pasteur:è l’unico vaccino solo antipolio, in Usa, che non deriva da cellule fetali)

Polio (4) IPOL

Influenza stagionale e suina (*)

Seasonal Flu and H1N1 (annual)

Rabbia (**)

(HRIG) RabAvert

(*) Al momento i vaccini anti influenzali sono etici, ma ce ne sono parecchi in corso di sviluppo che usano cellule di feti abortiti. (**) La cura della rabbia richiede sia il vaccino che una dose di immunoglobuline HRIG, che sono eticamente accettabili, come anche RabAvert, mentre Imovax no.


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Come abbiamo visto nelle pagine precedenti, i vaccini Mmr (in due dosi), contro morbillo, parotite e rosolia e quello per la varicella derivano da cellule fetali. La Pontificia Accademia per la Vita nel 2005 nelle Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti ha condannato chiaramente questi prodotti e ha invitato a esercitare l’obiezione di coscienza nei loro confronti. Nel 2017, invece, ha scritto una nota in cui sostiene la liceità morale anche dei vaccini in questione, purché le cellule coltivate siano sempre quelle di due bambini morti negli anni Sessanta: «Le caratteristiche tecniche di produzione dei vaccini ci portano a escludere che vi sia una cooperazione moralmente rilevante tra coloro che oggi utilizzano questi vaccini e la pratica dell’aborto volontario». E purtroppo, quindi, all’interno della Chiesa e tra le Conferenze episcopali le posizioni a proposito dei vaccini non sono affatto univoche. Ma a noi pare che eventuali dubbi, tutti da verificare nella loro fondatezza, potrebbero levarsi proprio a proposito di quei vaccini coltivati su linee cellulari isolate da aborti avvenuti più di mezzo secolo fa. Tuttavia per quanto riguarda i nuovi vaccini, e nella specie quelli per l’influenza e il Covid, dubbi non ce ne sono: dobbiamo pretendere che essi vengano prodotti eticamente. Conveniamo con i ricercatori del Lozier Institute che «l’adesione della scienza ai più alti standard etici serve tutta l’umanità, perché valorizza la dignità di ogni vita umana e rispetta le coscienze di tutti, senza lo sfruttamento di alcuno». Usare gli esseri umani non è mai lecito. Anche perché oggi tocca ai piccoli non voluti nel grembo materno, domani potrebbe toccare a qualsiasi altra categoria di persone le quali - secondo l’ideologia di chi sta al potere - conduce una “vita non degna di essere vissuta”. 

Sono disponibili mezzi etici altrettanto efficaci nello sviluppo di vaccini; cellule staminali tratte dal cordone ombelicale, dalla placenta, cellule staminali adulte, e persino cellule degli insetti.


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Bambini «non conformi» La testimonianza di due giovani genitori, M.S. e C.M., che ci hanno chiesto di non pubblicare i loro nomi. Ci raccontano la loro esperienza rispetto alla scelta di non sottoporre i loro due bambini alle vaccinazioni

T

utto è cominciato nel 2013, quando alla nascita della nostra prima figlia abbiamo iniziato a informarci in merito alle vaccinazioni proposte dal calendario nazionale. Avendo avuto in famiglia alcuni casi di presunte reazioni avverse da vaccino e avendo avuto modo di confrontarci con famiglie con analoghe problematiche, abbiamo deciso di differire le vaccinazioni. Nel 2013 era possibile, tramite il dissenso informato, comunicare all’Asl di riferimento il differimento delle vaccinazioni programmate. In quel momento non ci venne fatta alcuna pressione né da parte dell’Asl, né da parte del pediatra. Non era preclusa la possibilità ai bambini di frequentare asili nido, scuole materne e colonie estive. Nel 2015 abbiamo seguito lo stesso percorso per il nostro secondo figlio. A seguito dell’emanazione della legge Lorenzin, che da subito si è profilata come un ricatto che nulla aveva a che fare con la scienza medica, la

nostra tranquillità familiare è stata turbata. I nostri bimbi frequentavano entrambi la scuola materna del paese. Inizialmente sembrava che da un momento all’altro venissero esclusi dall’istituto. Abbiamo cominciato a ricevere raccomandate che ci invitavano a presentarci presso l’Asl per iniziare l’iter. A seguito del colloquio con il medico del centro, che non è riuscito a rispondere ai nostri interrogativi e non aveva argomenti validi al fine di farci rivedere la nostra posizione, ci siamo convinti sempre più di aver preso la decisione migliore per i nostri figli. È iniziato un periodo terribile. I nostri bimbi vennero etichettati da subito come «non conformi» dall’istituto, dalla pubblica amministrazione, dalla Provincia Autonoma di Trento. Per mezzo di raccomandate arrivavano verbali che sanzionavano la nostra decisione, per mezzo di e-mail arrivavano inviti a regolarizzare i nostri bimbi «non conformi» pena l’esclusione immediata dalla materna. Non ci capacitavamo di come,

a fronte di una scelta assunta da noi genitori, a farne le spese fossero loro. Noi abbiamo deciso, ma loro hanno subito l’esclusione, la discriminazione, l’etichettatura, l’allontanamento dai loro amici, dalle loro maestre. La scuola materna, preso atto che i bimbi non sarebbero potuti entrare, ci chiese di iscriverli comunque. Senza la loro iscrizione non avrebbero raggiunto il numero utile a mantenere le classi. Avrebbero dovuto accorpare delle sezioni. Ci dissero che tre insegnanti avrebbero perso il posto di lavoro. Da un’ingiustizia non poteva nascere un’altra ingiustizia: abbiamo così deciso di iscriverli al nuovo anno, sapendo che non sarebbero potuti entrare. Il primo periodo fu il più difficile. I nostri bimbi brutalmente definiti «non conformi» non potevano entrare all’asilo. Ogni giorno però vedevamo entrare 60 genitori che accompagnavano i loro figli e 60 genitori che andavano a riprenderli. Tutti i giorni, mentre i nostri bimbi non potevano varcare il cancello


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(avrebbero chiamato i carabinieri), fornitori, genitori, autisti, maestre potevano entrare, sostare e uscire tranquillamente e nessuno si sarebbe mai permesso di chiedere loro informazioni in merito al loro stato di salute o al loro stato vaccinale. Alla festicciola di Natale organizzata dall’asilo parteciparono genitori, fratelli e nonni. I nostri figli (regolarmente iscritti per salvare il posto alle insegnanti) non vennero neanche invitati. Alcuni genitori ci dissero che le maestre avevano tolto le loro foto dalle classi. Altri ci dissero che le maestre avevano detto ai compagni che i bimbi non più presenti in classe si erano trasferiti. La privacy dei nostri bimbi fu gravemente violata. Gli slogan della scuola che accoglie e che non discrimina si sono rivelati per quello che effettivamente sono, cioè vuote parole ideologiche. Avrebbero potuto sbattere fuori un bambino, perché di colore, senza essere accusati di razzismo? I nostri figli invece sono stati esclusi da una legge profondamente ingiusta e discriminatoria. Legge evidentemente voluta per tutelare interessi che nulla hanno a che fare con la nostra salute. Fortunatamente sul territorio, con notevole sforzo di molte persone, sono nate alcune associazioni che hanno dato la possibilità ai bambini esclusi

di continuare un percorso scolastico. Questo purtroppo ha segnato una nuova frattura. Alcune famiglie potevano permettersi di partecipare a questa alternativa, altre famiglie no. Dunque, se fino a pochi mesi prima tutti i bambini potevano giocare assieme, nascevano altre due categorie di bimbi: esclusi di serie A (le cui famiglie si potevano permettere un’alternativa) ed esclusi di serie B (esclusi due volte). Il passaggio poi alla scuola elementare è stato come riaprire una ferita mai ricucita. Agli incontri, insegnanti e presidi, hanno ignorato completamente che non tutti gli alunni del 2013 erano riusciti a completare il percorso alla scuola materna. Dunque, mentre i bimbi conformi hanno seguito un passaggio dalla materna alle elementari fatto di incontri e laboratori, altri brutalmente definiti «non conformi», non sono neanche stati presi in considerazione. Un altro episodio alquanto assurdo lo abbiamo vissuto quest’anno. Abbiamo chiesto di poter iscrivere i nostri figli ad una colonia sportiva. Per la figlia maggiore non si è posto alcun problema (ci è stato detto che dai 7 anni non è necessario alcun adempimento vaccinale) per il piccolo (5 anni) ci è stata preclusa l’iscrizione. Dunque quest’estate lo stesso bimbo regolarmente tesserato può frequentare i corsi, accedere

alle piscine del centro come utente privato, ma è «non conforme» per partecipare alle colonie negli stessi spazi. Da allora la situazione non è migliorata, anzi sembrano delinearsi all’orizzonte nuove e più stringenti direttive che tolgono al singolo individuo e alla famiglia la libertà e la possibilità di scegliere la propria posizione nei confronti di temi molto importanti quali la salute e l’istruzione. Nel corso di questi anni abbiamo partecipato attivamente alle varie manifestazioni promosse dalle associazioni per la libera scelta. Nonostante le manifestazioni fossero molto partecipate, si parla di migliaia di persone, i media hanno sempre minimizzato o non considerato affatto queste manifestazioni. Anzi il più delle volte venivamo ridicolizzati, etichettati come “no-vax”. In tutto questo vanno considerate le sofferenze vissute dai bimbi esclusi che, essendo già grandi e inseriti all’interno di un gruppo con molti punti di riferimento, si sono trovati strappati dalla loro realtà. Molte volte ci hanno chiesto: «Perché non posso entrare?». E purtroppo a questa domanda noi genitori non sempre abbiamo saputo rispondere. Perché dei bambini sani e innocenti siano stati scartati e strumentalizzati dal sistema, ce lo chiediamo ancora oggi anche noi. 

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Notizie Pro Vita & Famiglia

Diritto naturale e diritto positivo (parte III/3) Luciano Leone

In questa terza, e ultima, parte della riflessione che abbiamo proposto ai nostri Lettori negli scorsi numeri, osserviamo diversi esempi di come la legge positiva non rispetti il diritto naturale. Non a caso emerge anche un certo discorso sui vaccini, che ben si ricollega agli articoli pubblicati nelle pagine precedenti

I deliri che hanno portato alla Rivoluzione Francese e ai totalitarismi del XX secolo risultano oggi apparentemente sopiti, ma certamente non del tutto scomparsi. I soldati pontifici e napoletani, caduti prigionieri nel 1860, gustarono il campo di concentramento di Fenestrelle in Piemonte, dove morirono a migliaia: lì campeggiava la scritta «Ognuno vale non in quanto è, ma in quanto produce». Nei lager nazionalsocialisti analogamente «Arbeit macht frei» («Il lavoro rende liberi»). Anche nei gulag sovietici (gulag è acronimo di: Direzione principale dei campi di lavoro correttivi) si lavorava e si moriva in condizioni disumane. Tuttora in Cina - per fare un esempio attuale - sono ampiamente in funzione a beneficio di dissidenti, Buddisti, Cristiani, musulmani e minoranze etniche, i laogai, “confortevoli” campi di “riforma attraverso il lavoro”.

Il positivismo giuridico ha assunto oggi la forma del consenso democratico come fonte del diritto. Non la verità crea il diritto, bensì il consenso.


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Bibliografia 1. Epiphanius, Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia. Ed. Ichthys, Albano Laziale (Roma), 1997 pp. 329330. La 2^ edizione presso Ed. Controcorrente, Napoli 2008 2. De Mari S., Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, dimmi chi citi e ti dirò quanto vali. 09.04.2020, silvanademaricommunity 3. Batchelor T., Aid worker held captive reveals how refugee slit family’s throats before heading to Europe, 30.03.2016, express. co.UK 4. La denuncia di Robert F. Kennedy jr. sul piano vaccinale globale di Bill Gates e la sua richiesta di immunità. 12.04.2020, vocidallestero.it 5. American College of Pediatricians, Gender ideology harms children (L’ideologia gender danneggia i bambini), aggiornato a settembre 2017, acpeds.org 6. The World Health Organization Exposed, Abortion, Sexual Rights and CSE. aprile 2020, familywatch.org

UN Headquarters

7. Blondet M., Bill Gates promuove la tecnica (vietata) per l’estinzione di specie dannose. 15.06.2020, maurizioblondet.it 8. Martin J., I crimini di Tedros Adhanom direttore generale

dell’OMS. 25.03.2020, corvelva.it

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Notizie Pro Vita & Famiglia

Ma esiste presso le cosiddette democrazie occidentali e le grandi organizzazioni mondialiste (Unione Europea, Stati Uniti d’America, Organizzazione delle Nazioni Unite, e varie organizzazioni non governative) il rispetto del diritto naturale, cioè dei diritti insiti nella natura umana così della persona autonoma, che ricopre un ruolo sociale, come del più piccolo e più sfortunato tra gli esseri umani? A prima vista la Dichiarazione universale dei diritti umani votata dall’Assemblea Generale dell’Onu il 10.12.1948 sembra garantire i diritti naturali non soltanto del singolo, bensì anche della famiglia, definita «il nucleo naturale e fondamentale della società» (art. 16), nonché «la maternità e l’infanzia» (art. 25) e il fatto che «i genitori hanno diritto di priorità nella scelta della istruzione da impartire ai loro figli» (art. 26). Nella realtà avviene quanto segue. Il diritto alla vita e alla salute

Un documento dell’Onu già nel 1972 Measures, policies and programs affecting fertility, with particular reference to national family planning programs (Misure, politiche e programmi interessanti la fertilità, con particolare riguardo ai programmi di pianificazione familiare nazionali) - riporta le seguenti indicazioni: 1) diffondere il preservativo; 2) promuovere matrimoni tardivi e modelli di famiglia ridotta e incentivare le donne ad alternative rispetto alla maternità; 3) includere tali orientamenti

negli insegnamenti scolastici; 4) praticare la sterilizzazione chirurgica di uomini e donne; 5) promuovere il procurato aborto come mezzo di controllo delle nascite. Il ricorso al procurato aborto veniva ripreso dall’Unicef (Children’s Emergency Fund - Fondo di Emergenza per i Bambini dell’Onu) nel suo Carnet de l’enfance (Quaderno di pediatria) n.18, aprile-giugno 1972, con questa affermazione: «Gli aborti provocati hanno un effetto molto più efficace nel diminuire il tasso di natalità rispetto all’uso di metodi anticoncezionali»1 (sic). A questo punto, in vista del settimo centenario di Dante Alighieri (1265-1321) il pensiero va a Gerione (Inferno, XVII, 10-12): «La faccia sua era faccia d’uom giusto, tanto benigna avea di fuor la pelle, e d’un serpente tutto l’altro fusto». L’Organizzazione Mondiale della Sanità, di cui è direttore generale il marxistaleninista di osservanza cinese Tedros Adhanom Ghebreyesus, già ministro della sanità dell’Etiopia, in collaborazione privilegiata con la famigerata International Planned Parenthood Federation, promuove attivamente il procurato aborto “sicuro” e la sedicente educazione sessuale, che comprende la promozione di masturbazione, omosessualità e transgenderismo; promuove altresì la sottrazione di persone in età minorile (bambini, adolescenti) alla legittima supervisione dei genitori; definisce la prostituzione «lavoro sessuale», ovviamente col pretesto della prevenzione delle infezioni

«Nell’ambito degli esperimenti sugli embrioni e della medicina dei trapianti si verificano forme di manipolazione della vita umana, nelle quali l’uomo si arroga non solo di poter disporre della vita e della morte, ma anche del suo divenire e del suo essere». (Joseph Ratzinger, Discorso alla Facoltà di Giurisprudenza della Lumsa, 10.11.2019)


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sessualmente trasmesse 7,8. È peraltro noto lippis et tonsoribus che molti, se non tutti, i preservativi pubblicizzati come protettivi anche rispetto all’Aids, vengono tranquillamente attraversati dal virus Hiv dell’Aids (studi condotti anche dalla Fda negli Stati Uniti). Affaccendata in tali inderogabili attività di “promozione della salute umana”, l’Oms di Ghebreyesus è perfettamente giustificata per non aver trovato tempo di contenere la pandemia di Covid-19, oppure, come si legge, ha avuto interesse a coprire il laboratorio di Wuhan della Cina comunista, sorto con la collaborazione della Francia rivoluzionaria e laica di Sarkozy e di Macron. Viene fatta passare come una battutaccia la dichiarazione del principe Filippo di Edimburgo, come presidente del Wwf nel 1988: «Nel caso in cui mi reincarnassi, vorrei ritornare come virus letale per dare il mio contributo a risolvere il problema della sovrappopolazione»; ma lo era veramente? Il diritto a riprodursi Ampie campagne di sterilizzazione sono state condotte in numerosi Paesi, ad esempio in India e Porto Rico. Leggi che consentono il procurato aborto, più o meno libero e gratuito, sono state adottate in quasi tutti i Paesi del mondo, compresi quelli di ordinamento democratico, senza rispetto dei bambini concepiti, né della salute fisica

OMS

e psichica delle madri. In Italia il procurato aborto, reso legale dalla legge 194/1978 «per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza», è totalmente a carico del Servizio Sanitario (nessun contributo detto ticket, come se il feto fosse il più nauseante dei tumori), costa circa 170.000.000 l’anno, e solo negli ultimi sei anni è costato circa un miliardo di euro 2. Ciascun procurato aborto costa circa 2.000 euro, che sarebbero spesi infinitamente meglio per evitarlo, ad esempio erogando assegni familiari adeguati a sostegno della natalità o per altri interventi particolari a favore delle famiglie. Per la gioia di coloro che predicano accoglienza indiscriminata ai cosiddetti migranti 3, l’aborto “legale” gratuito è garantito alle migranti. Eventuali ricorsi alla magistratura affinché determini e tuteli i diritti del nascituro non trovano in genere riscontro. Cassato l’antico sano logico precetto «conceptus pro nato habetur», ossia «colui che è stato concepito si considera come fosse nato». I vaccini Gravi fatti sarebbero conseguenza di campagne vaccinali, apparentemente filantropiche, condotte dall’Oms con attiva partecipazione di Bill Gates. Nel 2014 vaccini sperimentali contro il papillomavirus sono stati somministrati in India a 23.000 ragazze di famiglie povere: di queste, 7 sono morte

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American College of Pediatricians: L’ideologia gender danneggia i bambini (testo completo, pubblicato nel marzo 2016, aggiornato nel settembre 2017)

1. La sessualità umana è biologicamente ed oggettivamente binaria: “XY” e “XX” sono marcatori genetici di maschio e femmina rispettivamente - non marcatori genetici di un disturbo. 2. Ognuno nasce con un sesso biologico. Il genere (consapevolezza e senso di sé stessi come maschio o femmina) è un concetto sociologico e psicologico. La consapevolezza di sé stesso come maschio o femmina si sviluppa nel tempo e, come tutti i processi di sviluppo, può essere deviata da percezioni soggettive, da relazioni e da esperienze avverse di un bambino dall’infanzia in avanti. Le persone che si identificano come “sentirsi come il sesso opposto” o “da qualche parte nel mezzo” non costituiscono un terzo sesso. Rimangono uomini o donne biologici. 3. La convinzione di una persona di essere qualcosa che non è, nella migliore delle ipotesi, è un segno di pensiero confuso. Questi bambini soffrono di disforia di genere. 4. La pubertà non è una malattia e gli ormoni che bloccano la pubertà possono essere pericolosi. Reversibili o no, gli ormoni che bloccano la pubertà inducono uno stato di malattia - l’assenza di pubertà - e inibiscono la crescita e la fertilità in un bambino precedentemente biologicamente sano. 5. Il 98% dei ragazzi e l’88% delle ragazze che soffrono di disforia di genere accettano il loro sesso biologico dopo aver attraversato naturalmente la pubertà.

6. I bambini prepuberi con diagnosi di disforia di genere, i quali vengono sottoposti a trattamenti ormonali bloccanti della pubertà, avranno necessità di ormoni sessuali incrociati (cioè dell’altro sesso) nella tarda adolescenza per continuare a impersonare il sesso opposto. Questi bambini non saranno mai in grado di concepire bambini geneticamente correlati nemmeno attraverso la tecnologia riproduttiva artificiale. Inoltre, gli ormoni sessuali incrociati (testosterone ed estrogeni) sono associati a notevoli rischi per la salute, inclusi malattie cardiache, ipertensione, trombosi ematica, ictus, diabete, cancro. 7. Le percentuali di suicidio sono quasi venti volte più elevate tra gli adulti che usano ormoni sessuali incrociati e si sottopongono a un intervento di riassegnazione sessuale. Tali percentuali sono state registrate in studi a lungo termine anche in Svezia. 8. Condizionare i bambini a credere che una vita di imitazione chimica e chirurgica del sesso opposto sia normale e salutare è abuso di minori. Sostenere la discordanza di genere attraverso l’istruzione pubblica e le politiche legali confonderà bambini e genitori, cosicché un maggior numero di bambini verranno portati a “cliniche di genere” dove riceveranno farmaci che bloccano la pubertà. Questo trattamento garantisce che praticamente “sceglieranno” una vita di ormoni sessuali cancerogeni e variamente tossici, e probabilmente da giovani adulti richiederanno mutilazioni chirurgiche non necessarie di parti sane del loro corpo.


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e 1.200 hanno sviluppato malattie immuni e infertilità. Dal 2000 al 2017, sempre in India e sotto l’egida di Bill Gates, è stato effettuato un programma di ripetute vaccinazioni antipolio, in seguito al quale una devastante epidemia di paralisi ha colpito bambini in numero di 496.000 (quattrocentonovantaseimila!). Epidemie di poliomielite da poliovirus vaccino sono scoppiate in Congo, Filippine, Afghanistan. L’Oms è accusata di utilizzare vaccini antitetanici contenenti agenti che causano sterilità in Kenia, Tanzania, Nicaragua, Messico, Filippine. In Africa bambini sottoposti al vaccino acellulare anti-difterite-tetanopertosse impiegato dall’Oms presentano mortalità cinque volte superiore rispetto ai bambini non vaccinati 4. Riguardo alla possibilità di mettere in campo contro il Coronavirus (Sars-CoV-2) un vaccino, per il quale Bill Gates mostra intenso interesse, si deve riportare che il vaccino messo a punto contro il Coronavirus della Sars (Sars-CoV-1), immediato precursore dell’attuale, otteneva negli animali di laboratorio risposta anticorpale, ma i medesimi animali, esposti al Sars-CoV-1, sviluppavano una risposta iperimmune letale. I possibili produttori del vaccino antiSars-CoV-2 e Bill Gates cercano di ottenere immunità da implicazioni legali connesse a reazioni avverse 4. Il vaccino anti-Sars-CoV-2 sarebbe di tipo innovativo: si tratterebbe di somministrare Rna atto a indurre nelle cellule del ricevente la produzione di antigeni del virus. Non si comprende quale possa essere

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il vantaggio della somministrazione di Rna piuttosto che direttamente di antigeni del virus, mentre la possibilità che una transcriptasi inversa agisca su tale Rna e ottenga Dna virale, eventualmente integrato nel Dna del nucleo delle cellule del ricevente, apre la prospettiva a sviluppi inquietanti 7. Il diritto di morire di morte naturale Le leggi degli Stati cosiddetti democratici stanno via via, e anche rapidamente, ampliando la possibilità legale di soppressione della vita umana. Diversi stati degli Usa (ad essi ad inizio 2019 si è aggiunto con clamore mediatico lo stato di New York) consentono di eliminare un feto praticamente senza limiti di età gestazionale. Solerti sentenze di tribunali inglesi hanno vietato di curare bambini come Alfie Evans e Charlie Gard. In questa ottica a Terry Schiavo negli Stati Uniti, a Vincent Lambert in Francia, a Eluana Englaro in Italia è stata imposta una dolorosa morte per fame e per sete, spacciandola per benevola eutanasia. Questi «delitti, che ripugnano al senso umano» (Pio XII), non riempiono più il mondo di orrore! Il suicidio assistito non è ancora incluso tra le prestazioni gratuite del Sistema Sanitario Nazionale: occorre recarsi nella vicina Svizzera e il franco svizzero è costoso; ben presto, tuttavia, grazie alla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, la quale ha limitato l’applicazione dell’art. 580 del Codice penale che persegue l’istigazione o aiuto al suicidio, potremo rallegrarci di disporre di ottime eutanasie caserecce.

«Neppure darò un farmaco mortale ad alcuno per quanto ne venga richiesto, né proporrò un tale consiglio; ed egualmente neppure darò un abortivo ad una donna». (Ippocrate, 460 circa-377 a.C., Giuramento)


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I “diritti” degli animali Intanto però il 27.01.1978 l’Unesco (Educational, Scientific and Cultural Organization, Organizzazione dell’ONU per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) pubblica da Bruxelles la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale: essa assimila strettamente nei diritti gli animali e gli uomini, i quali vengono così ridotti a semplice specie animale tra quelle animali; e contempla anche il reato di genocidio di animali. Milioni di procurati aborti di bambini, invece, non costituiscono genocidio… In pratica la specie umana risulta meno tutelata di quelle animali. O di quelle che detengono il potere: come scriveva George Orwell nel 1944, la legge costituzionale della Fattoria degli animali, quando i maiali hanno consolidato il loro potere, si riduce infine a un unico articolo: «Tutti gli animali sono uguali. Ma alcuni animali sono più uguali degli altri». I “nuovi diritti” Lgbt e il diritto alla manifestazione del pensiero L’Onu attraverso esperti come il thailandese Vitit Mountarbhorn promuove i diritti Lgbt (cioè delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, e non solo: l’acronimo si può prolungare all’infinito, come il numero di “generi” possibili) e proclama che essi devono essere riconosciuti dalle legislazioni dei singoli Stati e devono essere tutelati da chi non condivida queste tesi, cosicché dev’essere

La tutela dei diritti degli animali era sostenuta dai maggiori vertici del governo nazista

“democraticamente” limitata la libertà di espressione degli oppositori. Parimenti la Ue sollecita gli Stati membri a riconoscere le cosiddette unioni civili, ad attuare programmi scolastici gender, a perseguire penalmente i dissenzienti per mezzo di leggi contro l’omofobia. Si noti che la manipolazione scolastica dei bambini viene attuata non solo in dispregio del buon senso comune, bensì spesso prevaricando rispetto alla volontà dei genitori, e ignorando evidenze documentate da società scientifiche mediche5 (si veda a p. 46). Le Ong Il 17 agosto 2009 Il Giornale pubblicava una inchiesta dal titolo Solidarietà a perdere,

«Più un magistrato è in alto nella gerarchia giudiziaria, più è docile nei confronti del potere centrale. Nulla eguaglia il servilismo della corte costituzionale». (Léon Daudet, Lo stupido XIX secolo)


riguardo alle organizzazioni cosiddette umanitarie: «Unicef: il budget previsto per il biennio 2010-2011 è di 8 miliardi, ma appena il 57% finisce a destinazione. Fao (Food and Agricoltural Organization Organizzazione per il Cibo e per l’Agricoltura dell’ONU): budget da 900 milioni, ma solo il 29% dei fondi è impiegato nell’alimentazione e nell’agricoltura. Intervista con Linda Polman, autrice di L’industria della solidarietà: “Gli aiuti umanitari sono un business. Ma solo per le Ong”».

suoi funzionari hanno dimostrato la loro superiorità morale rispetto ai comuni mortali, che possono essere ottusamente chiusi a diritti umani come aborto, Lgbt, gender: a causa infatti dello sciopero del personale di mensa, i funzionari del Palazzo di Vetro si sono adattati a scendere personalmente nelle cucine, dove hanno saccheggiato cibi, dolci, liquori e, con encomiabile precisione, per non lasciare le cose a metà, si sono portati via le posate di pregio.

Queste organizzazioni cosiddette “non governative” non sono veramente tali, cioè indipendenti, giacché ricevono cospicue sovvenzioni da molti governi, e ogni anno circa 120 miliardi di dollari dai soli Paesi aderenti all’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), tra cui l’Italia (dato del 2009). Per non passare da spilorci, comunque, il 27 marzo di quest’anno, in piena emergenza Coronavirus, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo ha versato 50 milioni di euro nelle casse della Banca Centrale Tunisina. Il 23 marzo invece la Regione Toscana deliberava lo stanziamento di “soli” 80.000 euro non per contrastare l’epidemia, bensì per il Consultorio transgender al fine di «potenziare la capacità di risposta del sistema sanitario regionale alle persone e alle famiglie per la disforia di genere».

Ovviamente soltanto persone malevole possono pensare che dietro a molte Ong, come quelle che hanno “scaricato” in Italia migliaia di cosiddetti migranti, spesso fingendo di soccorrerli, si nascondano interessi profondamente diversi da quelli, disinteressati e umanitari, di finanziatori filantropi come ad esempio George Soros. Impegno umanitario è parimenti quello di Medici senza frontiere, che si prodigano per la diffusione dell’aborto a mezzo di preparati ormonali.

Non si vogliono tuttavia negare elevati valori nell’Onu. Ad esempio nel maggio 2003 molti

FAO

Non vorrei a questo punto aver dato al Lettore l’impressione che io nutra sfiducia nelle Ong: al contrario, se con una nave dovessi penetrare in un porto contro precisi divieti dell’autorità e fossi anche ostacolato da una vedetta della Guardia di Finanza, mi affiderei col massimo di fiducia a un capitano di sperimentata esperienza quale Carola Rackete (anche il suo cognome, che vuol dire “missile”, conferma la fiducia). 


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In cineteca

Segnaliamo in questa pagina film che trasmettono almeno in parte messaggi valoriali positivi e stimolano il senso critico rispetto ai disvalori che vanno di moda. Questo non implica l’approvazione o la promozione globale da parte di Pro Vita & Famiglia di tutti i film recensiti.

Appuntamento sotto il letto. Titolo: Yours, Mine and Ours In Italiano: Appuntamento sotto il letto Produzione: Usa, 1968 Regia: Melville Shavelson Genere: Commedia Durata: 111 min.

Apprendiamo da Wikipedia che questo delizioso vecchio film è basato su una storia vera: «Helen Eileen Brandmeier, vedova di Richard North, madre di sette figli e in attesa dell’ottavo, conobbe Frank Beardsley, vedovo con dieci figli; i due si sposarono quattro mesi dopo e, a seguito dell’attenzione dei media sulla numerosa famiglia, i due cedettero ai Desilu Studios i diritti sulla loro storia». Nel film Helen è un’infermiera e Frank è un militare: i due si frequentano, ma non hanno il coraggio di rivelare l’un l’altra l’entità della propria prole; poi però si sposano e, tra una situazione comica e l’altra, cercano di gestire in una sola grande casa la convivenza di tutti quei ragazzi, che inizialmente stentano molto ad andare d’accordo tra di loro. Ma, in perfetto stile hollywoodiano (dei tempi in cui a Hollywood ancora si parlava di valori e di principi morali), la fusione dei due gruppi

lentamente si realizza con successo insperato e con la nascita di un nuovo fratellino. Al di là della posizione evidentemente “antimalthusiana” e pro-family del film, vogliamo ricordare (a memoria) il momento in cui una delle figlie adolescenti chiede consiglio su una certa libertà di frequentazione del fidanzato. Frank le dice qualcosa del genere: «Ricorda che la “prova d’amore” non consiste nell’andarci a letto, con una persona; ma nello svegliarcisi insieme, tutte le mattine, all’alba, magari dopo che di notte si è vegliato con un figlio piccolo, per curarsi l’uno dell’altro e dei figli e della casa...». Messaggi del genere nei film d’oggi sono impensabili, tant’è vero che molto è stato cambiato nel remake fatto nel 2005 (I tuoi, i miei e i nostri), che infatti non merita particolare attenzione. Invece, il vecchio originale va visto (o rivisto) e va fatto vedere anche ai ragazzini: il divertimento è assicurato e se passa anche un messaggio morale, male non fa. 


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In biblioteca Vengo con te.

Hanno lasciato una vita perfetta. Ne hanno trovata una felice Susanna Bo Ed. San Paolo

Tutti i giorni con Maria. Calendario delle apparizioni mariane

Rino Camilleri Ed. Ares

Vengo con te è il terzo libro di Susanna Bo, che questa volta si distacca dal dato autobiografico che aveva contraddistinto i suoi primi due scritti, ma non da quello della vita di coppia, della famiglia e della fede. I protagonisti di questa nuova avventura sono Paolo e Barbara, due persone molto diverse tra loro, ma destinate a farsi cooperatori di un progetto più grande, che vede nella decisione di partire missionari per l’estremo oriente, con due figlie piccole e una terza in arrivo, un tassello fondamentale. Che cosa li spinge a partire? Cosa, o meglio “Chi”, troveranno dall’altra parte del mondo? Il sottotitolo del libro fornisce un indizio di risposta, ma è bello per il lettore gustarsi questa storia pagina dopo pagina, senza riuscire a staccarsene, tra risate sincere e lacrime di commozione...

In questo nuovo libro Rino Cammilleri racconta, giorno per giorno, le apparizioni della Madonna in oltre duemila anni di Cristianesimo, dall’anno 40 a oggi. Il risultato è un volume di 760 pagine dal quale emerge in maniera vivida e calorosa la premura della presenza di Maria nella storia del mondo, e di ogni singola persona: una Mamma che non lascia mai, neppure un giorno, i propri figli soli nella «valle di lacrime» che è il mondo. Tutti i giorni con Maria. Calendario delle apparizioni mariane è un testo da tenere sul comodino e sfogliare man mano che passano i giorni. 

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Diretto da Maurizio Belpietro


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