Notizie Pro Vita & Famiglia- anteprima Giugno '21- La fecondazione artificiale

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(AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE:BZ N6/03DELL'11/04/2003)

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTOPOSTALE - DL353/2003 (CONV.INL27/02/2004 N. 46) ART.1 COMMA1 NE/TN

Organo informativo ufficiale dell’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale -

Cancel Culture

LA FECONDAZIONE ARTIFICIALE IN ITALIA di Angelo Francesco Filardo

ANNO IX GIUGNO 2021 RIVISTA MENSILE N. 97

p. 31

p. 37

p. 46

Manuela Antonacci

Giandomenico Palka

Silvana De Mari

Persona, identità e ragione Intervista mons. Nicola Bux

A lezione di genetica: la clonazione umana

Marco, Marisa e Pippo


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Notizie Pro Vita & Famiglia

Chiara Corbella Petrillo (9 gennaio 1984 - 13 giugno 2012)

Sarai contenta, Chiara, se oggi diamo voce alle centinaia di migliaia di bambini sacrificati sull’altare del profitto e dell’egoismo con la fecondazione artificiale


giugno 2021

Editoriale

Il mese di giugno è fortemente significativo per me, perché è segnato dal ricordo di Chiara Corbella. Come vecchio amico di famiglia, l’ho conosciuta da piccolina e l’ho vista crescere e fiorire in grazia e beltà; ho festeggiato con lei il matrimonio, tremavo per lei quando i suoi primi due figli, Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, il 10 giugno 2009 e il 24 giugno 2010, lo stesso giorno in cui sono nati al mondo, sono nati al Cielo; ho gioito con lei nel 2011 per la nascita di Francesco, ho pianto amaramente per la sua malattia e poi la sua morte, avvenuta il 13 giugno dell’anno seguente. È per lei e grazie a lei che ho fondato Pro Vita e a lei è stato

dedicato il primo numero di questa Rivista. Le sono perciò immensamente grato, insieme a voi tutti che leggete queste pagine, perché Chiara ci ha fatto iniziare questo cammino «nel nome di chi non può parlare» e sono certissimo che da Lassù continua a sorriderci, a proteggerci, a ispirarci e a sostenerci nelle difficoltà. Sarai certamente contenta, Chiara, se oggi diamo voce alle centinaia di migliaia di bambini sacrificati sull’altare del profitto e dell’egoismo con la fecondazione artificiale. Sono talmente piccoli che non solo non si sentono, ma neanche si vedono a occhio nudo; e davvero nessuno, nessuno, si cura di loro. 

Toni Brandi

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Notizie Pro Vita & Famiglia

Sommario 3

Editoriale

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Lo sapevi che...

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Dillo @ Pro Vita & Famiglia

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Versi per la vita

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La cultura della vita e della famiglia in azione

Silvio Ghielmi

Mirko Ciminiello

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IBAN: IT89X0830535820000000058640 indicando: Nome, Cognome, Indirizzo e CAP


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Violare la natura genera il male

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La fecondazione artificiale in Italia

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Francesca Romana Poleggi

Angelo Francesco Filardo

Persona, identità, ragione Manuela Antonacci

RIVISTA MENSILE

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N. 97 — Anno IX GIUGNO 2021 Editore Pro Vita & Famiglia Onlus Sede legale: via Manzoni, 28C

A lezione di genetica: la clonazione umana Giandomenico Palka

00185 Roma (RM)

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Codice ROC 24182 Redazione Toni Brandi, Alessandro Fiore,

Vuoto

Elisabetta De Luca

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Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel Piazza Municipio 3 39040 Salorno (BZ)

La colpa di essere maschio Claudio Vergamini

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www.provitaefamiglia.it Cell. 377.4606227 Direttore responsabile Toni Brandi Direttore editoriale

Marco, Marisa e Pippo Silvana De Mari

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Francesca Romana Poleggi Progetto e impaginazione grafica Co.Art s.r.l. Tipografia

In cineteca

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Distribuzione Caliari Legatoria Hanno collaborato alla realizzazione di

In biblioteca

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questo numero: Manuela Antonacci, Mirko Ciminiello, Elisabetta De Luca, Silvana De Mari, Angelo Francesco Filardo, Silvio Ghielmi, Giandomenico Palka, Francesca Romana Poleggi, Claudio Vergamini.

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Notizie Pro Vita & Famiglia

Lo sapevi che...

Per quattro volte sul punto di abortire Jessica Barnes aveva 21 anni, era al college e stava con un tipo alle prese con la tossicodipendenza, quando è rimasta incinta. Piena di paura, non credeva di potercela fare ad avere un figlio. Non aveva né soldi, né una famiglia a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Così ha preso un appuntamento alla Planned Parenthood. Arrivata sul posto, le è venuto un attacco di ansia tale da dover tornare indietro. Ha fissato un secondo appuntamento. E poi un terzo. Ogni volta l’ansia le ha impedito di varcare le porte della clinica. Ha chiamato la Planned

Parenthood per la quarta volta. E questa volta era decisa. Ma durante il viaggio ha perso il controllo dell’auto ed è finita sul lato della strada con una gomma a terra. Nel bagagliaio anche la ruota di scorta era completamente sgonfia. Ormai era tardi. Quando si è resa conto che non avrebbe più abortito, racconta: «Immediatamente, sono stata sopraffatta da un completo senso di pace». E così è nato Ezechiele, che significa “Dio rafforza”. Oggi ha 11 anni e Jessica sa che non avrebbe potuto vivere senza di lui.

Libera, davvero, 40 anni dopo l’aborto Clara a 20 anni è andata in una clinica Planned Parenthood per chiedere aiuto per una gravidanza imprevista. Non le è stata offerta alcuna consulenza, alcuna informazione, ma solo una possibilità, una scelta obbligata: l’aborto. È nello stile di Planned Parenthood costringere le donne come Clara ad abortire nascondendo le informazioni sullo sviluppo fetale, convincendole che l’aborto è una soluzione rapida, facile e senza rischi. Sono passati 40 anni da quel giorno. E ogni giorno Clara ha portato dentro la ferita e il dolore di quella azione sbagliata. Poi, a 60 anni,

ha incontrato delle donne prolife che facevano pubblicità al film Unplanned. Si è avvicinata a loro e ha avuto per la prima volta il coraggio di parlare del suo dolore. L’hanno indirizzata alla Vigna di Rachele e, a poco a poco, ha trovato la guarigione: «Mi sono resa conto che il mio io di 20 anni non aveva tutte le informazioni che ha il mio io di 60 anni. Finalmente ho potuto perdonare me stessa». Ora Clara è impegnata nel volontariato prolife per «condurre le persone a Cristo» in onore di suo figlio e per aiutare le donne a capire il male dell’aborto e della Planned Parenthood. 


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Houellebecq contro l’eutanasia Michel Houellebecq è uno degli scrittori francesi più famosi e uno straordinario provocatore. Si è recentemente schierato in modo plateale e politicamente molto scorretto contro l’eutanasia. In un articolo su Le Figaro ha scritto, a proposito di “compassione” e “dignità”, che ai «partigiani dell’eutanasia piace fare i gargarismi con parole delle quali distorcono il significato a tal punto che non dovrebbero più avere nemmeno il

diritto di pronunciarle». E conclude: «Quando un Paese, una società, una civiltà arriva al punto di legalizzare l’eutanasia, perde ai miei occhi ogni diritto al rispetto. Diviene d’ora in poi non solo legittimo, ma desiderabile distruggerlo; in modo che qualcos’altro - un altro Paese, un’altra società, un’altra civiltà - possa avere la possibilità di sorgere».

Leggi prolife negli Stati Uniti Il governatore dell’Oklahoma Kevin Stitt ha promulgato una legge che vieta l’aborto se è rilevabile il battito del cuore del nascituro. In genere, ciò si verifica a circa sei settimane di gravidanza. Sono consentite eccezioni se la vita della madre è a rischio o se un medico certifica per iscritto che il bambino non ha alcuna possibilità di sopravvivere. Gli abortisti che violano la legge potrebbero essere accusati di omicidio. Questa norma si accompagana ad altre due leggi prolife: una impone che gli aborti vengano praticati da medici specializzati in ostetricia e ginecologia; un’altra inserisce l’aborto praticato oltre i limiti imposti dalla legge nella lista delle condotte non professionali dei medici. Anche in Montana il governatore Greg Gianforte ha varato tre leggi pro-vita: una vieta l’aborto se

il bambino è in grado di provare dolore (tra le 12 e 20 settimane, forse anche prima); una impone che se la madre lo vuole, deve poter vedere l’ecografia prima dell’aborto; un’altra impone limiti alla somministrazione della Ru486 nelle scuole. Carolina del Sud, Texas, Georgia, Iowa, Kentucky, Mississippi, Missouri, North Dakota, Ohio e Tennessee hanno approvato norme analoghe. Queste leggi di solito vengono impugnate dalle associazioni abortiste e i giudici ne sospendono l’applicazione. I prolife, con ammirevole perseveranza e tenacia, sperano che presto o tardi qualcuna di queste cause finisca davanti alla Corte suprema, dove potrebbe essere ribaltata la sentenza Roe vs Wade che nel 1973 liberalizzò negli Stati Uniti l’aborto a richiesta e senza limiti di tempo.

Biden finanzia l’uso dei bambini abortiti per la ricerca con i denari dei contribuenti I contribuenti americani sono costretti a pagare esperimenti scientifici non etici, che usano tessuti e organi prelevati da bambini abortiti. L’associazione Judicial Watch ha pubblicato quasi 600 pagine di documenti governativi da cui risulta che la Fda (l’omologa della nostra Aifa) ha pagato circa 2.000 dollari per un bambino abortito che serviva a creare “topi umanizzati” sui quali sperimentare farmaci. Una fornitura di timo e fegato circa due volte al mese (fresco; spedito su ghiaccio, i bambini dovevano essere tra le 16 e le 24 settimane),

secondo i documenti pubblicati, può costare fino a 12.000 dollari per scatola, comprese le spese di spedizione e imballaggio. Trump aveva smesso di finanziare questi commerci non etici dopo che David Daleiden e il Center for Medical Progress hanno provato il macabro commercio (spesso illegale) di Planned Parenthood. Gli abortisti mettono persino a rischio la vita delle donne alterando le procedure di aborto per raccogliere le parti del bambino maggiormente intatte.


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Notizie Pro Vita & Famiglia

Dillo @ Pro Vita & Famiglia

Cara Redazione, alla luce delle “lezioni di gender” cui troppo spesso sono sottoposti i ragazzini, mi chiedo: perché la scuola si arroga il diritto di educare i bambini alla sessualità? Perché accettiamo che sia la scuola a invadere un ambito così delicato che dovrebbe essere responsabilità della famiglia? Il bambino ha il diritto di crescere secondo i tempi dettati dallo sviluppo naturale del suo corpo e della sua psiche. Senza forzature esterne. Solo le persone a lui più intime lo conoscono abbastanza da fornirgli un “percorso di apprendimento” individualizzato, adatto proprio a lui. Altrimenti gli si fa violenza. Violenza. Ha spiegato una volta la dottoressa Silvana De Mari: è come se si desse da mangiare a un lattante un piatto di bucatini all’amatriciana e un fritto di calamari e gamberi, innaffiati da una bottiglia di Vermentino (il tutto debitamente frullato)… un pranzo che può essere ottimo per un adulto, ma che dato al bambino piccolo probabilmente lo uccide. La realtà dice solo una cosa, che se non si rispettano i tempi delllo sviluppo sessuale che avviene naturalmente, i bambini crescono con una visione distorta della sessualità, di sé e degli altri. Alba


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Versi per la vita IL LUOGO PIÙ RISCHIOSO Tristezza profondissima inasprita. Nel mondo avanzatissimo moderno, il luogo più rischioso per la Vita è l’utero materno. Dipende da una scelta, chiamata volontaria, con procedura svelta ch’è come un soffio d’aria, perfino agevolata diffusa e anche pagata coi soldi dello Stato. Diritto conquistato. Lunghissimo percorso. C’è un segno di rimorso? vien presto cancellato. Il lascito di Erode si cura con le droghe…

SILVIO GHIELMI classe 1926, laureato in chimica a Milano,

Master alla Harvard Business School, lunga esperienza nella produzione di materie plastiche, è il meno giovane di una famiglia numerosa (85 membri). Già cofondatore e presidente di Mani Tese, nel 1978 è stato uno dei fondatori del Movimento per la Vita. Poi, insieme a Giuseppe Garrone, mons. Michel Schooyans, Mario Paolo Rocchi e Francesco Migliori [nella foto], nel 1994 ha dato avvio al Progetto Gemma, la nota “adozione prenatale a distanza”, per sottrarre all’aborto le mamme incinte in difficoltà (le donazioni arrivano specificamente e direttamente alla persona prescelta, non si tratta di una generica questua). Diffonde queste meditazioni in versi come strumento di legame con chi resiste in difesa della verità e della vita. Lui ci ringrazia per questa pagina mensile dedicata ai suoi versi pro vita: noi ringraziamo lui e siamo onorati di ospitare il suo contributo.

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Notizie Pro Vita & Famiglia

La cultura della vita e della famiglia in azione #AttiviamociPerIlBeneComune a cura di Mirko Ciminiello

Come di consueto presentiamo ai nostri Lettori un resoconto delle principali attività svolte dai nostri circoli territoriali. Come sempre, il nostro grazie giunga a tutti i volontari che in tutta Italia hanno reso possibile trasformare la cultura della vita e della famiglia in azione. Il 27 marzo, a Trieste, il nostro volontario Stefano ha tenuto la relazione “Non ucciderai” durante un corso di approfondimento sull’economia della vita e della famiglia, promosso dall’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân. Altri relatori: il prof. Luca Pingani, il prof. Danilo Castellano, don Samuele Cecotti, il prof. Gianfranco Battisti, l’ing. Giovanni Lazzaretti e il dott. Silvio Brachetta. Il 29 marzo, a Perugia, Pro Vita & Famiglia ha organizzato un webinar sulla legge regionale sulla famiglia. Il 1° aprile, a Pescara, grazie all’impegno della nostra volontaria Carola, il Consiglio Comunale ha approvato una mozione a sostegno della natalità. Il 6 aprile, a Trieste, il nostro volontario Stefano ha scritto un articolo - denuncia confrontando contenuti e reazioni ai manifesti della campagna #stopaborto di Pro Vita & Famiglia, rispetto a quelli pro-aborto affissi dall’UAAR anche nel capoluogo friulano. L’8 aprile, a Vicenza, il nostro volontario Pier Luigi è co-redattore di un comunicato stampa che stigmatizza la presa di posizione del

Governatore Luca Zaia in favore della pdl Zan. A Roma, Maria Rachele Ruiu ha partecipato al primo di una serie di incontri online organizzati dall’associazione “Family Day”, dal titolo “Una città per i ragazzi - Il bello della scuola”, con tema “Verso il pensiero unico? Storia e cronaca del politicamente corretto”. Altro relatore: Eugenio Capozzi, professore di storia contemporanea all’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”. Il 10 aprile a Bergamo, è stato lanciato un comunicato stampa dei responsabili del locale Circolo territoriale per stigmatizzare la bocciatura in Consiglio comunale di due emendamenti a sostegno della vita nascente. Il 13 aprile, ha avuto inizio la campagna #vaccinoetico per condannare l’uso di linee cellulari provenienti da feti abortiti per sviluppare, produrre e/o testare farmaci, cosmetici e vaccini. Lo stesso giorno, a Imperia, la nostra volontaria Maria ha scritto un articolo sulla storia di Pippa Knight, una bambina inglese il cui caso ricorda molto quelli di Charlie Gard e Alfie Evans. Il 15 aprile, a Ravenna, il nostro volontario Simone ha ottenuto 30 passaggi del


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video promozionale del 5 per 1000 a PVF sull’emittente Rete7 (fino al 14 maggio); e 14 passaggi dello stesso video sull’emittente Telestense (fino al 30 aprile). Il 18 aprile, a Mantova, il nostro volontario Carlo ha stigmatizzato con una nota la vandalizzazione dei manifesti della campagna #stopaborto. Il 20 aprile, a Crema (CR), il nostro volontario Flavio ha denunciato un caso gender in un Istituto di Istruzione Superiore. Il 21 aprile, a Roma, Jacopo Coghe ha partecipato alla diretta online “In marcia per la vita”, con Virginia Coda Nunziante e Raffaella Frullone. Lo stesso giorno a Marsala (TP), il nostro volontario padre Bruno ha denunciato pubblicamente i pericoli del ddl Zan. Il 22 aprile, Pro Vita & Famiglia ha patrocinato l’evento on line “Legge omofobia, perché non va”, organizzato dall’Associazione Family Day Difendiamo i Nostri Figli. Relatore il professor Aldo Rocco Vitale.

Il webinar sulla legge regionale umbra sulla famiglia

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Lo stesso giorno, Jacopo Coghe e Maria Rachele Ruiu hanno tenuto un incontro di approfondimento sulla pdl Zan assieme al senatore Simone Pillon, in diretta Facebook sulla pagina di PVF. Il 23 aprile, Francesca Romana Poleggi e Maria Rachele Ruiu hanno partecipato al dibattito pubblico “Legge Zan contro l’omotransfobia: perché fa paura?”, in diretta streaming sul sito dell’Agenzia Dire, con Cristina Gramolini, Presidente di Arcilesbica Nazionale, e Aurelio Mancuso, Presidente di Equality Italia. Moderatore Nico Perrone, direttore dell’Agenzia Dire. Il 24 aprile, Jacopo Coghe ha parlato su Radio Maria della pdl Zan nella trasmissione di bioetica condotta dal dott. Renzo Puccetti. Il 26 aprile, Toni Brandi e Maria Rachele Ruiu sono stati protagonisti di un dibattito pubblico con il sindaco di Trento Franco Ianeselli sulla rimozione dei manifesti contro la pillola abortiva RU486, in diretta televisiva e streaming su Trentino TV.


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Notizie Pro Vita & Famiglia

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La cultura della vita x1000 e della famiglia in azione a Pro Vita e Famiglia Dona il tuo

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Violare la natura genera il male Francesca Romana Poleggi

Siamo molto grati al dottor Filardo che ci ha offerto i risultati aggiornati delle sue ricerche sulla fecondazione artificiale. I suoi calcoli statistici ci fanno aprire gli occhi sulla incommensurabile strage di innocenti in atto. Si tratta - come abbiamo avuto modo di spiegare in altre occasioni - di un’ecatombe folle, che neanche assicura una vita sana ai bambini che produce e che funge da presupposto a pratiche aberranti. Nell’introdurre il lavoro scientifico del dottor Filardo, che potrete leggere nelle pagine che seguono, mi preme lanciare alcuni spunti di riflessione su questioni importanti attinenti alla fecondazione artificiale.

La fecondazione artificiale fa male anche agli adulti coinvolti Nessuno dice, e pochi sanno, che la fecondazione artificiale può compromettere anche in modo serio la salute psichica di coloro che vendono i gameti (che un giorno potrebbero rendersi conto di essere “genitori” di chissà quante persone sparse per il mondo) e di coloro che li acquistano (che un giorno potrebbero sentirsi non-genitori di quelli che improvvisamente vedono come nonfigli). Le famiglie, così, sovente vanno in crisi, a differenza di quelle dove i bambini sono stati regolarmente adottati. In questo caso, infatti, lo spirito dei genitori adottivi è fin dall’inizio uno spirito oblativo, quello di dare una famiglia a chi non l’ha. Fin dall'inizio la situazione è chiara: si sa bene che l'adottato

non è geneticamente figlio. Per le donne, poi, ai problemi psichici si aggiungono i problemi fisici dovuti soprattutto ai bombardamenti ormonali necessari per prelevare gli ovuli e per impiantare l’embrione prodotto in vitro. A tutto questo, si aggiunge lo stress psicofisico cui viene sottoposta la coppia, che di solito deve tentare diversi cicli di fecondazione prima di riuscire a ottenere una gravidanza (che non è detto riesca arrivare a termine senza problemi): non dimentichiamo Pina Orlando, che il 20 dicembre del 2018 si è gettata nel Tevere da Ponte Testaccio con le sue gemelline di pochi mesi, Benedetta e Sara, nate premature e severamente handicappate a seguito di fecondazione artificiale…

La fecondazione artificiale fa male ai (pochi) bambini risultanti Molto più spesso di quanto si renda noto, infatti, molti dei bambini che riescono a nascere a seguito della fecondazione artificiale, dal punto di vista fisico, presentano

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Notizie Pro Vita & Famiglia

Chi volesse approfondire la questioni accennate in questo articolo può richiedere a redazione@provitaefamiglia.it la relazione tenuta dalla professoressa Francesca Romana Poleggi in occasione della III edizione della Scuola di bioetica di Pro Vita & Famiglia, nel 2019, dal titolo “Fabbriche di bambini difettosi” difetti alla nascita e patologie varie nei primi anni di vita (cardiocircolatorie, respiratorie, ipertensione!), che si aggiungono ai problemi che normalmente possono avere i bambini prematuri. Dal punto di vista psichico, poi, quando crescono, in caso di fecondazione eterologa, soffrono per la necessità di ritrovare le loro radici e di conoscere la loro ascendenza genetica; in caso di fecondazione omologa devono convivere col pensiero di essere stati concepiti non in un caldo amplesso dei genitori, ma da un atto masturbatorio in una provetta. Intanto, però, il giro di affari globale intorno alla fecondazione artificiale è stato calcolato sui 31 miliardi di dollari, senza considerare il fatturato dell’utero in affitto.

La fecondazione artificiale è presupposto dell’utero in affitto Non possiamo dimenticare, infatti, che la fecondazione artificiale è il presupposto necessario per l’abietto mercimonio di donne e di bambini, e che è grazie alla fecondazione artificiale che si possono “produrre” bambini deprivati scientemente e deliberatamente della mamma o del papà: bambini che poi crescono col devastante senso di colpa di chi, quando naturalmente sente la mancanza di uno dei due genitori, si sente dire: «Ma come, non sei contento che hai “due mamme” (o “due papà”)?».

La fecondazione artificiale per dare la vita a uno, provoca una ventina di morti

Ma al di là, anzi prima, di tutto questo, la fecondazione artificiale presuppone la morte di un numero esorbitante di bambini allo stato embrionale. Perché, nonostante i progressi della “scienza”, è davvero difficile riuscire a fabbricare bambini in provetta. Facendo le dovute proporzioni, ci sono molte più speranze di avere un figlio curando - laddove è possibile - le cause di infertilità o di sterilità. Ma anche di questo non si parla - non si deve parlare - perché queste cure sono etiche ed economiche. Si continua, invece, a promuovere le fabbriche Gli effetti deleteri del “junk food”, cibo spazzatura, sulla di “bambini artificiali” (difettosi), con buona pace salute degli americani (obesità, colesterolo, ecc., ecc.) si delle vittime, che tanto sono piccole e non si sono cominciati a vedere negli anni Ottanta e Novanta, vedono. Senza contare (perché non si possono contare, date le relazioni ufficiali reticenti e una quarantina d’anni dopo l’invenzione dei fast food. Ebbene: la prima bambina in provetta, la famosa Louise menzognere) il numero imprecisato di piccoli Brown, non ha ancora 43 anni compiuti. Non sappiamo congelati sospesi nell’azoto liquido, che dormono un sonno profondo senza speranza di risveglio. ancora come invecchieranno i bambini artificiali!


La fecondazione artificiale in Italia Angelo Francesco Filardo

Il dottor Angelo Francesco Filardo, vicepresidente dell’Associazione italiana ginecologi e ostetrici cattolici, Aigoc, e Direttore del Centro “Amore e Vita”, ha calcolato in modo rigoroso la strage di innocenti causata dalla pratica della fecondazione artificiale: per ogni bambino che nasce, quanti ne muoiono?

Le relazioni del Ministro della salute al Parlamento sull’applicazione della legge 40/2004 - se lette con attenzione, ordinando e sintetizzando i dati - ci fanno toccare con mano i danni prodotti dalla fecondazione artificiale: non solo materialmente (la morte di milioni di esseri umani innocenti), ma anche socialmente, perché si sottovaluta la sua occisività e si riducono gli esseri umani (zigoti, embrioni) a merce, che si può produrre senza limiti e senza obblighi per i committenti e per i produttori. I bambini, così, si possono scartare senza addurre valide motivazioni, congelare in grande quantità e lasciare sospesi nell’azoto liquido a tempo indeterminato, o per sempre.


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