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Anno VII| Gennaio 2018 Rivista Mensile N. 59
MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES
Notizie
“Nel nome di chi non può parlare”
POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1 NE/TN
Organo informativo ufficiale dell’associazione ProVita Onlus - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale -
LA SCIENZA BUONA Due anniversari a confronto
scienza buona al servizio della vita
La psicologia, scienza dell’anima
Luca Scalise, p. 6
Giuseppe Noia, p. 19
Roberto Marchesini, p. 33
MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES Notizie
EDITORIALE 3 LO SAPEVI CHE... 4
Anno VI | Gennaio 2018 Rivista Mensile N. 59 Editore ProVita Onlus Sede legale: via della Cisterna, 29 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182 Redazione Toni Brandi, Federico Catani, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel G r aMunicipio, f i c a i l l u s3t r- a39040 t r i c e Salorno (BZ) Piazza www.notizieprovita.it/contatti Cell. 329-0349089
Due anniversari a confronto
Federico Catani
Luca Scalise
Popoli sud americani, gente per la vita
6 10
PRIMO PIANO
Aldo Rocco Vitale
La scienza tra libertà ed etica
Giuseppe Noia
15
Scienza buona al servizio della vita 19
Curare con le staminali, senza uccidere
26
La psicologia, scienza dell’anima
33
Quando la “scienza” dice le bugie
36
FILM: A Beautiful Mind
39
Direttore responsabile FRANCESCA GOTTARDI Antonio g r a f iBrandi ca illustratrice
Francesca Romana Poleggi
Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi
Roberto Marchesini
Progetto e impaginazione grafica
Giuliano Guzzo
Tipografia
Distribuzione
Marco Bertogna
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Marco Bertogna, Federico Catani, Giuliano Guzzo, Roberto Marchesini, Giuseppe Noia, Francesca Romana Poleggi, Luca Scalise, Clemente Sparaco, Aldo Rocco Vitale
Clemente Sparaco
Aborto tardivo
40
Letture Pro-life
43
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10
19
40 L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti e/o delle foto. La rivista Notizie ProVita non ti arriva con regolarità? Contatta la nostra Redazione per segnalare quali numeri non ti sono stati recapitati e invia un reclamo online a www.posteitaliane.it Grazie per la collaborazione! Le immagini presenti in questo numero sono state scaricate legalmente da www.pixabay.it
EDITORIALE
L
’hybris è una tentazione antica quanto l’uomo, il quale non accetta i propri limiti e vuole mettersi al posto di Dio: come i nostri progenitori, ciascuno di noi ne fa esperienza nella vita. Ma gli scienziati, che obiettivamente hanno l’intelligenza di cose tanto grandi (o tanto piccole) che “noi umani” difficilmente riusciamo a comprendere, ne sono tentati più di altri: la maggior parte di loro, come scrive Francesco Agnoli nei suoi libri, essendo scienziati e intravedendo l’Infinito, sono stati e sono credenti, quindi accettano i limiti etici. Altri non vogliono e si sentono di dover andare “al di là del bene e del male”. In questo mondo nel quale la cultura della morte vorrebbe insinuarsi dappertutto in nome della scienza (che, in questo caso, non è buona scienza bensì scientismo) si vorrebbero giustificare le violazioni del principio fondamentale della convivenza civile che riconosce somma dignità a tutte le persone, nel rispetto della quale la scienza non deve mai considerare gli esseri umani come mezzi, ma sempre e solo come fini. E i media alleati alla cultura della morte presentano come “conquiste di civiltà” pratiche scientifiche come la manipolazione degli embrioni umani e l’eliminazione eugenetica dei bambini imperfetti con l’aborto, agevolato dal progresso nelle diagnosi in grembo e dalle nuove pillole assassine. In questo numero di Notizie ProVita, allora, vogliamo dare spazio alla scienza vera, alla scienza buona: alla scienza che progredisce nonostante il fatto che i finanziamenti alla ricerca siano scarsi e prevalentemente pilotati proprio dalla cultura della morte. Parleremo della ricerca etica sulle cellule staminali e dei risultati sorprendenti che ottengono i medici “veri” curando i bambini nel grembo, non eliminandoli. Ancora una volta dobbiamo ringraziare il professor Noia, del Policlinico Gemelli di Roma, e la sua fondazione Il Cuore in una Goccia per il contributo che ha dato alla Redazione. E promettiamo ai nostri Lettori che nei prossimi numeri di questa Rivista continueranno a leggere di altre grandi conquiste della scienza buona. Buon Anno Nuovo, cari amici! Toni Brandi
LO SAPEVI CHE...
4 N. 59
PILLOLA E SALUTE FEMMINILE
Sul blog di Concita De Gregorio, ex direttrice de L’Unità, è stata pubblicata la forte testimonianza di una farmacista che spiega come le donne siano state ingannate dalla propaganda della pillola contraccettiva. A scapito della sua salute, la dottoressa ha dovuto imparare che la pillola può provocare ictus, embolia polmonare, infarto. «Vorrei che si parlasse della pillola e dei suoi rischi, della trombofilia data dagli estrogeni, anche a basso dosaggio… Sono stata tradita come donna, ho assunto un farmaco che ha messo a rischio la mia vita, mi ha causato un’invalidità permanente del 60%. [...] Sono obbligata per legge a dispensare tutti i farmaci dietro presentazione di ricetta medica e vendo anche la pillola, a malincuore, ma spendo sempre alcune parole per informare le donne sui rischi gravi cui potrebbero andare incontro».
NÉ MASCHIO, NÉ FEMMINA
«Una mela è una mela», dicono alcuni. Il sesso degli esseri umani è maschile o femminile, insistono gli stessi. Altri (gente molto alla moda) dicono: «Per me la mela è una pizza napoletana. E tanto basta affinché io meriti rispetto, non discriminazione». E non solo: chi dice che la mia mela non è una pizza napoletana è omofobo, fascista, clericale e merita la galera. La stessa cosa vale per il sesso: questo sistema binario (maschio/femmina) non va bene. Limita la fantasia di alcuni che si sentono “altro”. E quindi in nome della democrazia, della non discriminazione e dell’inclusione, bisogna che tutti riconoscano questo “altro sesso”. E il bello è che a questi “matti” (e ci dispiace doverlo dire, ma quello che “scambia la moglie per un cappello” è matto, anche se non lo riconosce e se la prende a male) la giurisprudenza e la legislazione dei Paesi “civili” dà ragione. In Australia, in Canada e ora anche in Germania per legge si può stabilire di non essere né di sesso maschile, né di sesso femminile. Altrove, anche in Italia, per ora si può stabilire di essere di sesso femminile (o maschile) anche se la biologia dice il contrario. Non conta la realtà. Conta la legge. Aspettiamo di vedere che, per decisione di qualche Corte costituzionale, la legge stabilisca che gli asini volano. E poi guai a chi dice che non è vero.
Giuseppe Vicinelli, avvocato, classe 1963, dal 2014 sindaco di Sant’Agata Bolognese ha creato l’Assessorato alla Vita: è il primo caso in Italia e verrà retto dallo stesso primo cittadino, dal momento che attualmente non è possibile nominare altri assessori. Vicinelli ha dichiarato a ProVita: «La vita è la cosa più importante. Se non si dà importanza alla vita, non la si dà a nulla perché senza di essa viene meno tutto il resto. La vita è sacra e ogni individuo è diverso e può dare un contributo che è solo suo e che, se quella vita non viene fatta nascere, non potrà essere replicato da nessun altro. E se il compito delle amministrazioni pubbliche è quello di tendere al bene, non si può non tenere in considerazione la vita, che è il bene sommo». L’Assessorato gestisce uno sportello CAV (Centro Aiuto alla Vita) a Terre d’Acqua e nel 2018 regalerà un pacco a ogni nuovo nato, senza gravare sulle casse comunali. «Il nostro intento – sottolinea infine Vicinelli – è soprattutto quello di dare l’informazione, perché se la gente sa può evitare gesti come l’aborto o l’infanticidio, che poi la segneranno per tutta la vita».
ASSESSORATO ALLA VITA
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si dice da sempre molto preoccupata per la salute delle donne. E pone come condizione necessaria per garantire la salute delle donne l’accesso all’aborto legale, cioè sicuro (secondo loro). E perciò ha un grande predicare contro l’aborto “unsafe”, non sicuro in quanto non realizzato secondo i protocolli internazionali approvati dalla stessa OMS, oppure da personale non qualificato: il famoso (a volte fantomatico) aborto clandestino (che uccideva milioni di donne ogni anno, secondo le bugie radicali degli anni Settanta). Ma, nelle pieghe del discorso, anche l’OMS è costretta ad ammettere che l’aborto fa male alle donne. Secondo i dati forniti dal Guttmacher Institute, un ente di ricerca della International Planned Parenthood Federation, «quando gli aborti sono realizzati secondo le linee guida e gli standards dell’OMS (quindi laddove l’aborto è legale, NdR), il rischio di complicazioni gravi è trascurabile (quindi c’è. E il rischio di complicazioni non gravi, ma che comunque comportano danni alla salute? NdR). Approssimativamente il 55% di tutti gli aborti dal 2010 al 2014 sono stati realizzati in modo sicuro, il che vuol dire da personale qualificato, con metodi raccomandati dall’OMS, adeguati alla durata della gravidanza». Ergo, il 45% degli aborti legali non sono sicuri. Lo dicono l’OMS e il Guttmacher Institute. In barba a quanto detto fin qui, il Comitato dei Diritti Umani dell’ONU, composto da esperti indipendenti che rappresentano gli Stati ma non i popoli (non sono stati mai eletti da nessuno), ha redatto un Commento Generale, a integrazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, nel quale si raccomanda la diffusione dell’aborto – e dell’aborto eugenetico – in nome del … “diritto alla vita”! Cioè: l’aborto dovrebbe essere decriminalizzato in tutto il mondo senza alcuna condizione né limitazione di tempo, perché il divieto o la difficoltà ad accedere all’aborto costituirebbe una violazione del diritto alla vita delle donne e perché la decriminalizzazione dell’aborto «è al centro della questione del diritto alla vita».
L’OMS, L’ONU, LA SALUTE DELLE DONNE, IL DIRITTO ALLA VITA
5 N. 59
Living Theatre al Politecnico di Milano, nel ’68, gli anni della “rivoluzione sessuale”. Uno studente entusiasta si spoglia per prendere parte alla performance.
DUE aANNIVERSARI confronto In quest’anno appena cominciato ricorrono i cinquant’anni della Humanae Vitae di Paolo VI e i quarant’anni della legalizzazione dell’aborto in Italia di Luca Scalise Il 2018 è un anno che richiama alla memoria due eventi fondamentali per tutti coloro che credono al valore della vita umana e della famiglia naturale come fondamento della società. Ricorrono infatti i cinquant’anni dall’emanazione della Lettera Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI e i quarant’anni della nefanda Legge 194 che legalizzò l’aborto in Italia. Due anniversari tanto importanti per la nostra 6 N. 59
storia, quanto inevitabilmente contrapposti. Penetrare nel significato profondo di questi due eventi può aiutarci a interpretare più accuratamente i “segni dei tempi” che stiamo attraversando. A tal proposito, può essere fruttuoso prendere in considerazione le parole che lo stesso papa Paolo VI, nella suddetta Enciclica, rivolge all’umana società in un periodo storico indubbiamente travagliato, come quello del Sessantotto italiano. In un contesto sociale che ha messo in crisi la concezione stessa di matrimonio come matris
munus, ossia «il gravissimo dovere di trasmettere la vita umana», la prima attenzione del Pontefice non poteva che essere rivolta agli sposi ai quali ricorda la loro più alta missione: essere «liberi e responsabili collaboratori di Dio creatore». Non manca, a questo punto, da parte del Pontefice, un’attenta presa in considerazione delle difficoltà e degli interrogativi che attanagliano la famiglia del post-boom economico e una altrettanto sentita risposta da parte della Chiesa mater et magistra. Molto sapientemente, infatti, Paolo VI è stato in grado di leggere – nel timore diffuso di un rapido sviluppo demografico, gravante sull’economia – i primi segni di una nuova e fuorviante concezione del rapporto di amore e delle finalità a esso legate. Proprio il Sessantotto italiano, infatti, è conosciuto come l’anno di maggiore sviluppo dei movimenti di contestazione sociale favoriti dall’attivismo di molti giovani dell’epoca. Fu quello il periodo storico in cui le giovani generazioni, nel ricercare la propria affermazione individuale (e socio-politica), finirono per smarrire completamente il senso della moralità. La rivoluzione studentesca e i movimenti operai non furono
infatti le uniche tipologie di contestazione. La “liberazione sessuale” (se davvero di liberazione si può parlare) si è infatti imposta come una delle maggiori forme di sconvolgimento dell’epoca. In nome delle rivendicazioni sociali delle femministe, la rivoluzione sessuale, incentivando e promuovendo rapporti sessuali pre ed extramatrimoniali, masturbazione, fantasie erotiche ed uso della pornografia, ha di fatto spostato la sessualità dal contesto dell’amore sponsale, responsabile e
fedele che le è proprio, fino a renderla un semplice mezzo per soddisfare i propri fini egoistici. Profetici e previdenti, dunque gli inviti della Humanae Vitae a rispettare la duplice finalità dell’atto matrimoniale, che trova nella comunione sponsale e nella generazione della prole il compendio della sua stessa vocazione. La «connessione inscindibile [ ...] tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo» non si pone quindi unicamente come risposta ad un progetto
«È prerogativa dell’intelligenza umana dominare le energie offerte dalla natura irrazionale e orientarle verso un fine conforme al bene dell’uomo» (Paolo VI, Humanae Vitae)
7 N. 59
ha spostato La rivoluzione sessuale to dell’amore la sessualità dal contes e fedele sponsale - responsabile erla un mezzo nd re a o fin o, ri op pr è che le sogni egoistici bi ri op pr i re fa is dd so r pe
superiore all’uomo ma, a detta dello stesso Pontefice, si tratta di una teoria «consentanea alla ragione umana». Pertanto, quello sessuale, che è per natura il più alto grado di unione dell’amore umano, non dovrebbe scrollarsi di dosso le responsabilità che porta con sé, come nel caso dell’uso di anticoncezionali. Diversamente non corrisponderebbe affatto a una forma di amore pieno, bensì a un mero utilizzo della persona con cui si consuma il rapporto per finalità personali legate al piacere e al possesso. Paolo VI entra così nel vivo di una questione spinosa che accompagnerà la società nel decennio che intercorre tra
l’emanazione della Humanae Vitae e l’introduzione della Legge 194: quella della genitorialità responsabile e della pianificazione familiare. Gli anni di piombo sono stati caratterizzati da un forte attivismo femminista che ha condizionato, con le sue argomentazioni, le donne dell’epoca. Dietro un manifesto intento di giungere alla pari dignità tra uomo e donna, tali forme di rivendicazione celavano obiettivi ben diversi dalla semplice uguaglianza. Gli ideali trasmessi dal femminismo miravano infatti a una (falsa) emancipazione delle donne, fondata su un principio subdolo
Nel ’68 spopolava la Pop Art
8 N. 59
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Associazione Onlus
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Associazione Onlus
razione dei tua dichia altre organizzazioni crivi sulla e delle ontariato vol del ione sociale Sostegno di promoz ociazioni edditi: utili ori , delle ass tà sociale rano nei sett
ope e di nosciute che on lucrativ dazioni rico 1997 azioni e fon delle associ s. n. 460 del a), del D.Lg lett 1, c. rt. 10, di cui all’a
FIRMA
Mario Rossi
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