ProVita Febbraio 2016 - Anteprima

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Notizie

“nel nome di chi non può parlare”

POSTE ITALIANE S.p.A. | Spedizione in AP - D.L. 353/2003 | (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) | art. 1, comma 1, NE/PD | Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003 | Contributo suggerito € 3,00

Padova CMP Restituzione

Anno V | Rivista Mensile N. 38 - Febbraio 2016

IL POTERE DELLA

NEOLINGUA “… la schiavitù è libertà, l’ignoranza è forza”

Ripartire dall’essenza dell’uomo e della natura umana intervista a Diego Fusaro La bioetica del senso e il senso della bioetica


Notizie

- Sommario Editoriale: Il potere della neolingua

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“nel nome di chi non può parlare” RIVISTA MENSILE

Lo sapevi che...

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Attualità Esperienze di vita, ferite, lacrime e felicità

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Anna Maria Pacchiotti

Educazione sessuale e contraccezione: a cosa servono? 8 Giuliano Guzzo

Redazione

Antonio Brandi, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi

Piazza Municipio 3 - 39040 Salorno (BZ) www.notizieprovita.it/contatti - Tel. 329 0349089

Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi

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Federico Catani

Verità del linguaggio, verità delle cose 12 Don Mattia Tanel

C’era una volta…

Editore ProVita Onlus Sede legale: via della Cisterna, 29 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182

Direttore responsabile Antonio Brandi

Primo piano La neolingua, in “1984” e nel… 2016

N. 38 - FEBBRAIO 2016

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Rodolfo Granafei

Direttore ProVita Onlus Andrea Giovanazzi Impaginazione grafica Francesca Gottardi Supervisione grafica Festini s.n.c. Tipografia

L’ingegneria verbale: l’uso delle parole per confondere le menti 15 Marcello Riccobaldi e Serenella Verduchi

Dall’antilingua alla neolingua, chi ci rimette è la famiglia 17 Teresa Moro

Ripartire dall’essenza dell’uomo e della natura umana

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Alessandra Benignetti

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Aldo Vitale

Famiglia ed Economia Osservazioni di una mamma qualunque Giulia Tanel

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Alessandra Benignetti, Federico Catani, Rodolfo Granafei, Giuliano Guzzo, Teresa Moro, Anna Maria Pacchiotti, Marcello Riccobaldi, Don Mattia Tanel, Giulia Tanel, Serenella Verduchi, Aldo Vitale

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Scienza e Morale La bioetica del senso e il senso della bioetica

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Editoriale

Editoriale

“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” è uno degli slogan del Socing più noti. Il partito unico di orwelliana memoria aveva realizzato la sua spietata dittatura - asfissiante, pervasiva, disumanizzante - principalmente grazie a due strumenti. C’era, anzitutto, il mezzo di formazione, informazione e propaganda per eccellenza, la TV: sempre accesa, trasmittente e ricevente, in grado di seguire ciascun suddito ventiquattro ore su ventiquattro, talmente invasiva da riuscire, in pratica, a leggere nel pensiero. Le famiglie che oggi passano il tempo libero davanti alla TV, ciascuno nella propria stanza, o quelle che in ogni momento possibile si lasciano assorbire dal computer o dal telefonino (​multimediale, interattivo, cioè trasmettente e ricevente, come la TV di 1984!), arrivando spesso a perdere il contatto con la realtà e con le persone vere che hanno accanto, dovrebbero fermarsi a riflettere​...​ Niente, però, avrebbe potuto il Socing attraverso i media se, contemporaneamente e progressivamente, non avesse realizzato anche lo smantellamento e la ricostruzione del linguaggio: la neolingua, appunto, cui abbiamo dedicato il Primo Piano di questo numero. Abbiamo voluto riflettere e ragionare su come è cambiato il senso delle parole negli ultimi decenni. Non è infatti un caso che la maggior parte della filosofia del secondo dopoguerra sia centrata sul linguaggio, come neopositivismo anglo-americano o come ermeneutica (filosofia dell’interpretazione) europea. Prima, si pensi all’Idealismo, tutto era nel pensiero.

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Il potere della neolingua

Adesso tutto è nel linguaggio: non si può andare oltre il linguaggio. Heidegger diceva: “Il linguaggio è la casa dell’essere”… insomma, attraverso il linguaggio l’uomo esprime i suoi ragionamenti e - viceversa - con il linguaggio è possibile plasmare il modo di ragionare degli uomini. ​Il linguaggio è un’arma potente nelle mani di chi vuole imporre la dittatura del pensiero unico.​Forse la più potente in assoluto. Purtroppo quanto immaginato da Orwell nel 1948 si è andato realizzando puntualmente in questi ultimi decenni.Certe parole sono state “cancellate” dal vocabolario, ad altre è stato cambiato il significato, altre ancora sono state create di sana pianta. E che questa non sia un’affermazione campata per aria lo dimostrano i diversi contributi dati dai nostri Autori, che potrete leggere nelle prossime pagine. Vi sono diversi esempi, in ambiti diversi, ma soprattutto – ed è quello che più ci preme – nel campo della bioetica. In particolare, poi, proprio in merito alla bioetica “laica” e cattolica, vi invito a riflettere su quanto pubblicato a p. 23: il ragionamento è davvero contiguo a quello sulla neolingua. Ci sono poi, nella sezione “Attualità” e nella sezione “Famiglia”, per prendere una boccata d’aria fresca, le testimonianze di vita di un’appassionata volontaria pro-life e di “Una mamma qualunque”: perché la speranza non va spenta, nonostante tutti i disastri che gli esseri umani riescono a concepire e a realizzare. La Vita vince la morte, anche se c’è chi fa di tutto per confonderci e corromperci. Antonio Brandi

PH: Gerd Altmann


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N. 38 - FEBBRAIO 2016

Lo sapevi che... Il video Gender Revolution, prodotto da ProVita, dava molto fastidio. Moltissimi hanno apprezzato e ringraziato: tra YouTube e Facebook è stato visto da più di 100.000 persone. Il filmato spiega cosa è il gender, qual è la rivoluzione antropologica in atto e come l’ideologia nichilista entra nelle scuole ormai da tempo. Avremmo voluto qualche critica costruttiva sulla quale intavolare un dibattito civile, ma quei pochi che ci hanno provato sono risultati fumosi, pretestuosi, incapaci di porsi all’ascolto per comprendere. Sanno solo parlare per slogan, non vogliono ragionare su dati di fatto reali. E chi non è d’accordo, se non ha argomenti, non vuole sentire e si prodiga per mettere a tacere la verità. La Gaystapo quindi entra in azione e YouTube oscura il video per ben due volte. Interessante è la motivazione: “Questo video è stato rimosso per la violazione della norma di YouTube su contenuti commercialmente ingannevoli, spam e frodi” (al momento il video sembra essere di nuovo accessibile: visualizzatelo in fretta prima che venga oscurato ancora!). È la riprova che gli argomenti dei nostri detrattori sono davvero inconsistenti: di commerciale non c’è proprio niente; quanto all’inganno e alla frode, vorremmo, appunto, sapere dove sono... ProVita, però, non si lascia di certo intimidire: continua a parlare in nome di chi non ha voce, a costo di dar fastidio alla Gaystapo e ai suoi dirigenti paludati. L’accordo finale raggiunto nel dicembre scorso, alla Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite, è espressione di un’ideologia ambientalista poco attenta alla vita e alla famiglia. Anche la Laudato Sii di papa Francesco si pronuncia più di una volta contro l’aborto, affermando che esso è incompatibile con le preoccupazioni per la protezione della natura. Invece riferimenti all’aborto e alla contraccezione sono abbondantemente contenuti nell’accordo sul clima raggiunto a Parigi, sotto ormai note coperture come “diritto alla salute sessuale e riproduttiva” e “ diritti delle donne”, e sotto la maschera delle libertà e della parità di “genere”. C’è un sito web che si intitola “Guarda col cuore” (www.guardaconilcuore.org) e che è “[…] nato inizialmente per un’esigenza personale, terapeutica, legata all’accettazione di una figlia nata con sindrome di Down”.

Poi è cambiato, col tempo. Ora è divenuta una comunità virtuale che riporta racconti di genitori che parlano di sindrome di Down, autismo, schizofrenia, ritardo dello sviluppo e altre forme di disabilità, di genitori adottivi che decidono di scegliere di vivere con un bambino con difficoltà, testimonianze di insegnanti di sostegno, consigli di professionisti esperti del settore disabilità. È un luogo dove si impara a “guardare le cose con il cuore”, perché “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Perché a volte, la disabilità è soltanto negli occhi di chi guarda. Il sesso (libero e senza limiti) è un dio. L’individuo non deve incontrare ostacoli nel realizzare i suoi desideri e nella ricerca del piacere: questa è la filosofia imperante. Tra i valori dominanti, per i cultori della morte, c’è quello che la gente dovrebbe essere in grado di fare sempre tutto quello che vuole con il proprio corpo e del proprio corpo. Di fronte al proprio corpo gli altri e i diritti degli altri non contano proprio niente. Questo giustifica l’aborto, ma non solo. Per la Planned Parenthood, per esempio, è perfettamente lecito che le persone sieropositive nascondano il loro stato ai partner sessuali. Cosa fatta, per esempio, da una celebrità di Hollywood come Charlie Sheen, che ha ammesso di essere stato con 5.000 donne da quando gli è stato diagnosticato l’AIDS. L’International Planned Parenthood Federation, in un suo libretto per i giovani sieropositivi, dice che chi vive con l’HIV ha il diritto di decidere se, quando e come rivelare il proprio stato di sieropositività. Alcuni Paesi hanno leggi che impongono ai sieropositivi di dichiararsi, prima di avere rapporti sessuali, anche se usano il preservativo. Queste leggi, secondo la PPF, violano il diritto alla privacy delle persone che vivono con l’HIV. Del resto, prosegue l’opuscolo della PPF, ci sono molte persone alle quali non importa se il loro partner è sieropositivo oppure no. E ognuno ha diritto ad avere le sue esperienze di piacere sessuale. Già nel 2011, un membro dello staff della Planned Parenthood è stato colto dal giornalismo investigativo di Live Action mentre diceva a un uomo con una malattia venerea che poteva andare a donare il sangue. Ecco. Questo spiega perché parliamo di “cultura della morte” quale back ground ideologico dell’ipersessualizzazione della società.


Lo sapevi che...

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La vignetta del mese

di Francesca Gottardi

Sara Fernanda Giromin ha rinnegato pubblicamente il suo passato tra le fila delle Femen brasiliane, gruppo che lei stessa aveva fondato. La sua ‘conversione’ a 360 gradi è narrata in un libro dal titolo “Cagna, no! Sono stata tradita sette volte dal femminismo”, ed è iniziata dopo la nascita del suo secondo figlio. Il suo primo bambino l’ha abortito. E se n’è pentita amaramente. Oltre a ciò, la Giromin denuncia al mondo la sua disillusione rispetto al femminismo e all’ideologia gender, rinnega il suo bisessualismo (creato “artificialmente” per essere accettata nel gruppo) e ha pubblicato su YouTube un video dal titolo “Chiedo scusa ai cristiani per la protesta femminista”. Nell’ottobre del 2014, infatti, si era baciata con un’altra ragazza seminuda di fronte alla chiesa di Nostra Signora di Candelária, a Rio de Janeiro. La Giromin aveva lasciato le Femen già nel 2013, denunciando il business collegato a queste forme estreme di protesta. Ora dice apertamente che il mondo femminista è in realtà contro le donne, contro gli uomini, contro le famiglie, contro il cristianesimo; e in favore di aborto, prostituzione, pedofilia, uso di droga, del diffondersi dell’omosessualismo… Ora la Giromin è una persona diversa e dice: “Oggi sono molto più felice e sono in grado di aiutare molto di più le donne”. Parola di ex-Femen.

L’ultima favola gender arriva dalla Gran Bretagna, ed è un remake di Cenerentola, opera di Olly Pike. Con il suo “Cenerentolo” vuole, a suo dire, rompere il muro dei pregiudizi nei confronti dei differenti tipi di orientamento sessuale. Cenerentola si trasforma in Jamie, una bambina orfana e povera che è vittima delle angherie dei suoi fratelli. Ma in più a tormentarla, mentre è impegnata nella classica ricerca del principe azzurro, è la relazione con il proprio corpo. La nostra Cenerentola del 2015, infatti, è soprattutto alla ricerca della sua vera identità sessuale, che ritrova improvvisamente quando si presenta al gran ballo vestita da ragazzo, con i capelli corti e il frac. Ma nessuno ha pensato che anche il novello “Cenerentolo”, prima o poi, dovrà fare i conti con lo scoccare della mezzanotte? E l’ora della verità arriva per tutti, prima o poi…

La rivista Nature ha pubblicato recentemente un articolo che individua numerosi luoghi comuni, che anche nell’ambito scientifico vengono considerate verità indiscutibili. Si tratta di convinzioni dure a morire, leggende metropolitane che riguardano la medicina (dalle cure per il cancro all’omeopatia) e – udite, udite – la crescita della popolazione. Noi l’andiamo ripetendo da tempo. Abbiamo persino intitolato un numero di questo nostro mensile “Più siamo, meglio stiamo”, proprio per sfatare i dogmi mortiferi neo-malthusiani che fanno credere necessario il controllo della popolazione per la scarsità delle risorse e la sopravvivenza del pianeta e della specie. È vero proprio il contrario. La popolazione umana non sta crescendo troppo. La crescita della popolazione non è la nostra condanna. I ricercatori contattati da Nature, una rivista scientifica non certo ‘cattolica, integralista bigotta’ – anzi, tutt’altro – sostengono che la popolazione umana non sta crescendo in modo esponenziale ed è improbabile che ciò accada anche in futuro. Molti sono convinti che la crescita della popolazione porterà all’apocalisse e che mancheranno le risorse per tutti. Secondo l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite, invece, il tasso di produzione alimentare globale supera la crescita della popolazione. C’è quindi cibo sufficiente per tutti, nonostante sia mal distribuito, venga utilizzato come mangime o per fare carburanti, o sia addirittura perduto. E sono questi i motivi per cui, secondo gli scienziati di Nature, esiste ancora la fame nel mondo.


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N. 38 - FEBBRAIO 2016 Anna Maria Pacchiotti

Anna Maria Pacchiotti

Presidente dell’associazione

“Onora la Vita Onlus”. presidente Anna Maria Pacchiotti, : www.onoralavita.it dell’associazione “Onora la Vita onlus”.

: www.onoralavita.it

Giulia Tanel

www.libreshot.com

Esperienze di vita, ferite, lacrime e felicità

Laureata in Filologia e Critica Letteraria. Scrive per passione. Collabora con libertaepersona.org e con altri siti internet e riviste; è inoltre autrice, con Francesco Agnoli, di Miracoli - L’irruzione del soprannaturale nella storia (Ed. Lindau).

La Presidentessa di “Onora la Vita” onlus (www.onoralavita.it) ci ha scritto ancora delle sue esperienze di volontaria: con tante difficoltà, ma - a volte - con un esito gioioso insperato e impagabile. di Anna Maria Pacchiotti Durante lo svolgimento della mostra “Il miracolo della Vita”, lo scorso settembre, presso l’Oratorio San Luigi di Cardano al Campo (Varese), è entrata una signora in età avanzata. Era un momento tranquillo, eravamo sole. La donna ha ascoltato tutte le mie spiegazioni inerenti la crescita fetale e alla fine è scoppiata in lacrime. Mi ha raccontato d’aver fatto tutto il possibile per avere figli, durante l’arco della propria vita matrimoniale, ma di non esserci riuscita a causa di una grave endometriosi mal curata dal ginecologo locale. La sua esistenza di moglie è stata costellata di speranze e brevi gravidanze seguite da aborti spontanei. Pur non essendolo, si sentiva in qualche modo colpevole di non essere stata capace di mettere al mondo questi bimbi che, appena concepiti, ovviamente sentiva suoi e amava. Col passare degli anni la menopausa ha posto fine al periodo fertile di questa donna totalmente aperta alla vita, tuttavia le pene nel suo cuore non hanno avuto fine. Viviamo in una società disgregata dal divorzio, ferita dall’aborto, corrotta da leggi inique che hanno causato un grave crollo morale (come dichiarato con autorevolezza da Giovanni Paolo II, in comunione con gli altri Vescovi della Chiesa Cattolica nella Lettera Enciclica “Evangelium Vitae”, al capitolo 57). La poverina ha iniziato a sentirsi perseguitata da amici e conoscenti con frasi davvero poco delicate quali: “Beata te che non hai avuto figli!”. Queste persone dimostravano di avere scarsa sensibilità nei suoi confronti, oltre a una mentalità di base antinatalista, e hanno causato in lei, a poco a poco, una forte depressione.

Viviamo in una società disgregata dal divorzio, ferita dall’aborto, corrotta da leggi inique che hanno causato un grave crollo morale. Ho capito che stava vivendo una vera e grave sindrome post-abortiva. Come aiutarla? Come faccio con tutte le altre donne che hanno abortito di loro spontanea volontà: mal consigliate dai consultori, talvolta costrette dal marito, altre volte dal fidanzato, di fronte alla scelta “o lui o me”… (e rimarranno madri ferite durante tutto l’arco della loro esistenza. Nella maggior parte dei casi le coppie dopo l’aborto subiscono gravi traumi psicologici e il loro rapporto entra in crisi). Ho iniziato a spiegarle che i suoi bimbi hanno avuto comunque la Vita e l’Anima: vivono accanto a Dio e amano i loro genitori. Le ho amorevolmente consigliato di dare un nome a quei bimbi da lei tanto amati, di parlarne con un buon padre spirituale e, alla fine, di “auto-perdonarsi” per quelle morti delle quali davvero non ha nessuna colpa. L’ho abbracciata e lei ha sfogato il suo dolore in un pianto liberatorio. È ritornata tempo dopo a visitare la Mostra assieme a dei suoi parenti, che avevano dei deliziosi bimbetti, completamente rasserenata. La sua ferita si è rimarginata per il semplice fatto di essere stata messa al corrente di un fatto: che i bimbi “non nati”, che non hanno trovato posto in questo mondo, vivono comunque in Dio un’esistenza di grande Amore. Quante persone ferite trovo durante le mie mostre e bancarelle informative! Quante coppie tradite dal loro stesso ginecologo!


Attualità

A Caravaggio lo scorso settembre un uomo mi ha raccontato il suo malessere: la cicatrice nel suo cuore era ancora sanguinante dopo trent’anni. Era accaduto che la moglie, durante la prima gravidanza, avesse avuto una gestosi. Quando la coppia iniziò l’attesa del secondo figlio, il ginecologo consigliò loro l’aborto. Gli sposi erano giovani e disinformati: accettarono. L’intervento di “interruzione volontaria della gravidanza” - la cosiddetta “IVG”, una gravissima menzogna - fu, oltretutto, male eseguito. La donna ne uscì traumatizzata e sterile. La coppia aveva da tempo fatto un cammino spirituale attraverso gli ottimi sacerdoti del Santuario di Caravaggio, ma dopo l’aborto procurato del loro bimbo la loro vita peggiorò totalmente. Per fortuna, e per grazia di Dio, i due sposi hanno continuato ad amarsi, pur vivendo con dolore la scomparsa del secondogenito. Ma le ferite causate dall’aborto (che non si può mai chiamare “terapeutico”) sono state davvero numerose. In questo mondo male informato nessuno spiega che l’aborto non solo uccide bambini, ma ferisce in modo a volte gravissimo anche le madri e i padri…

L’aborto non solo uccide bambini, ma ferisce in modo a volte gravissimo le madri e sovente anche i padri… Una mattina, come tante altre, stavo effettuando un volantinaggio antiabortista all’esterno di un ospedale in provincia di Monza, in Brianza. Scambiavamo delle idee con i passanti e coloro che entravano e uscivano dal nosocomio. Qualcuno del gruppo, nel frattempo, recitava il Santo Rosario. Erano le 9.30 quando arrivò una donna visibilmente afflitta. La signora (che ovviamente si trovava in un momento di grave crisi morale e psicologica), vedendo le immagini sui tabelloni e sui volantini, raffiguranti feti e frasi che invitano alla riflessione, si è fermata ad ascoltare le nostre parole. Salita al primo piano, dove l’infermiera prenotava data e ora per l’“interruzione volontaria della gravidanza”, ebbe un rapido ripensamento e la ricetta del medico fu stracciata e gettata nel cestino della carta. Aveva deciso di non uccidere il figlio che portava in grembo. Uscendo si è fermata a parlare con me di quanto era accaduto, con le lacrime agli occhi, emozionata. È Dio che ci fa essere presenti nel posto giusto e al momento giusto. Abbiamo parlato e condiviso a lungo i nostri pensieri sui problemi che l’avevano portata a prendere una decisione così drastica. Poi siamo passate al lato pratico della vicenda: l’aiuto spirituale, pratico ed economico che avrebbe potuto ricevere dal locale Centro di Aiuto alla Vita. La Regione Lombardia è l’unica ad erogare le carte

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Foto: Madlen Deutschenbaur

ricaricabili (gestite dai Centri di Aiuto alla Vita) denominate “Nasko” e “Cresko”, che vengono aggiornate a seconda delle vere esigenze dei richiedenti. Ma, per averne diritto, avrebbe dovuto produrre il certificato di aborto inutilizzato. Pertanto siamo ritornate assieme al primo piano, nell’Ufficio dell’infermiera che aveva spezzato il certificato che condannava a morte il concepito. Il ricordo di quei momenti è così emozionante che il solo trascriverlo mi fa venire i brividi. L’infermiera immediatamente si è messa a cercare nel cestino i pezzi della “ricetta” e ha confessato: “Ero talmente felice della decisione presa dalla signora da aver stracciato il foglio in pezzi piccolissimi”.

È Dio che, a noi volontari per la vita, ci fa essere presenti nel posto giusto e al momento giusto: salvare una vita è una gioia indescrivibile, che ripaga qualsiasi sacrificio. Passammo a ricomporre con difficoltà il “prezioso” foglietto, come si trattasse di un “puzzle”, avvicinandone le varie parti e riattaccandole con lo scotch. Dopo una sincera e gradevole chiacchierata con l’infermiera ci siamo allontanate, abbracciate, lodando Dio per lo scampato pericolo. La mamma è stata seguita alla perfezione dal Centro di Aiuto alla Vita locale, con grande gioia di tutto il gruppo di volontariato.


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N. 38 - FEBBRAIO 2016

Educazione sessuale e contraccezione: a cosa servono?

Nei Paesi dove l’educazione sessuale e alla contraccezione è obbligatoria in tutte le scuole il numero di gravidanze indesiderate non è affatto diminuito. Anzi. di Giuliano Guzzo Della possibilità di introdurre come obbligatoria anche nelle scuole italiane l’educazione sessuale si discuteva da tempo, ma se l’argomento è tornato d’attualità lo si deve a lui, Rocco Siffredi, il celebre porno attore che da un paio di mesi ha lanciato in questo senso un appello, in una lunga lettera su Change.org. Nello specifico la richiesta di Siffredi, indirizzata al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, è quella di adeguare gli standard italiani a quanto già adottato nella maggior parte dei Paesi dell’Ue in ambito, appunto, di educazione sessuale nelle scuole: “In Italia contiamo decenni di proposte sull’educazione sessuale e nessuna legge. Non esiste una legge – lamenta il porno attore – nonostante ci sia richiesta di formazione”. Ora, Siffredi ha in effetti ragione quando dice che da noi “non esiste” una legge sull’educazione sessuale “nonostante ci sia richiesta di formazione”. Il punto però è un altro: di quale “formazione” si sta parlando? Verosimilmente richieste come quella del porno attore vertono sull’importanza di una maggiore diffusione,

Non esiste una legge sull’educazione sessuale “nonostante ci sia richiesta di formazione”. Il punto però è: di quale “formazione” si sta parlando? fra i giovani italiani, della contraccezione: in Italia, si sente spesso dire, siamo infatti agli ultimi posti europei sotto questo aspetto. Ritardo che sarebbe da colmare al più presto per arginare diverse problematiche, prima tra tutte quelle delle gravidanze non desiderate. Fin qui, la teoria. Sì, perché poi è opportuno verificare se davvero dove non si sconta il ritardo italiano sul versante contraccettivo la situazione sia più confortante. Ebbene, così non è. La Gran Bretagna, per esempio, è un Paese dove da alcuni anni – allarmati dal fenomeno abortivo tra le adolescenti e dal fatto che il numero complessivo delle interruzioni volontarie di gravidanza, anziché calare, abbia ripreso a salire – si è investito molto nella diffusione di contraccettivi. Una scelta che ha prodotto un esito totalmente inaspettato: le cose sono peggiorate. Il numero degli aborti, anche se di poco, ha infatti continuato a crescere – nel 2011 sono stati 189.931, mentre nel 2010 furono 189.574 – ma soprattutto tra le giovanissime sono aumentati drammaticamente gli aborti multipli. Caso inglese, caso isolato? No, non sembra affatto. Si pensi per esempio alla Spagna dove, nell’arco

Giuliano Guzzo

Giuliano Guzzo

Laureato in Sociologia e Ricerca Sociale,

collabora con diverse riviste e portali web laureato in Sociologia e Ricerca Sociale, fra i quali Tempi.it, Libertaepersona.org, collabora con diverse riviste e portali web Campariedemaistre.com, Cogitoetvolo.it, fra i quali Tempi.it, Libertaepersona.org, Uccronline.it e Corrispondenzaromana.it. Campariedemaistre.com, Cogitoetvolo.it, È membro dell’Equipe Nazionale Giovani Uccronline.it e Corrispondenzaromana.it. del Movimento per la Vita italiano. È* membro dell’Equipe Nazionale Giovani del giulianoguzzo@email.com Movimento per la Vita italiano : www.giulianoguzzo.com

* giulianoguzzo@email.com @GiulianoGuzzo investito molto : www.giulianoguzzo.com

Nei Paesi dove si è nella diffusione dell’educazione sessuale e dei contraccettivi, il numero degli aborti ha continuato a crescere; tra le giovanissime sono aumentati drammaticamente gli aborti multipli. Annadei Maria di una decade, all’aumento del 63% dell’uso Pacchiotti contraccettivi è corrisposto una crescita ancora maggiore, pari addirittura al 108%, del tasso di aborto (cfr. Contraception, 2011). Oppure si consideri il caso della Svezia dove, tra il 1995 ed il 2001, durante un Anna Maria Pacchiotti, presidente periodo di facilitazione della diffusione dei contraccettivi, dell’associazione “Onora la Vita onlus”. il tasso di aborto delle adolescenti è lievitato del 32% : www.onoralavita.it (cfr. Sexually Transmitted Infections, 2002). E potremmo continuare a lungo, se non fosse già chiaro che non c’è correlazione tra contraccezione e riduzione delle gravidanze indesiderate (cfr. Journal of Health Economics, 2002). Come mai tutto questo? Molti, davanti ai dati ricordati – coerenti a loro volta con altre evidenze che interessano per esempio il contagio dell’HIV – replicheranno che tutto questo sia dovuto al fatto che si farebbe ancora “troppo poca” Giulia educazione sessuale. Chi però non teme la realtà, deve Tanel invece ammettere che le cose stanno diversamente e che la “formazione” di cui i giovani hanno bisogno – posto che non dev’essere la scuola, con un’invadenza di totalitaria memoria, ad insegnarla altra dall’apologia Laureata– inèFilologia e Critica Letteraria. per passione. Collaboranon con della contraccezione di cui siScrive parla. C’è bisogno libertaepersona.org e con altri siti internet e di educare al sesso, ma all’affetto. E di educare riviste; è inoltre autrice, con Francesco Agnoli, non alla “sicurezza” del rapporto, ma aldelrischio di Miracoli - L’irruzione soprannaturale nella dell’Amore e della fedeltà, la quale ogni storiasenza (Ed. Lindau). relazione non sarà che uno sterile tentativo destinato a ripetersi innumerevoli volte con, per ovvie ragioni, innumerevoli rischi.

Rocco Siffredi (autore: Rick Hall, Hollywood, CA)


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Ti ringrazio per il sostegno.

Antonio Brandi

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10 N. 38 - FEBBRAIO 2016

Federico Catani

L​aureato in scienze politiche ed insegnante di religione, è attualmente laureando in scienze religiose. È giornalista pubblicista.

Una scena da “Orwell 1984”, un film britannico del 1984 diretto da Michael Radford, basato con fedeltà ‘totale’ sul noto romanzo, tanto che molte scene sono state girate nel giorno in cui sono ambientate nel libro.

La neolingua: dal “1984” al… 2016

“Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”, scriveva Orwell. Ma per “dire” la verità è necessario riappropriarsi del linguaggio. di Federico Catani “1984” di George Orwell è un romanzo angosciante e tristemente profetico. La storia si svolge in un futuro prossimo: l’autore scriveva nel 1948 e l’ha intitolato “1984”, appunto. Londra è la capitale dell’Oceania, un macro-stato retto da un regime totalitario al cui vertice c’è il Grande Fratello, che nessuno ha mai visto, se non nei grandi manifesti affissi ovunque. La società è governata secondo i principi del Socing, il socialismo inglese, che è il Partito unico. Tutti sono costantemente sorvegliati da onnipresenti teleschermi, anche in casa. I teleschermi trasmettono propaganda e vedono e ascoltano ogni movimento e ogni parola, anche durante il sonno: in questo modo il governo può controllare e reprimere facilmente ogni minimo atteggiamento, sebbene inconsapevole, che riveli pensieri contrari all’ortodossia del Partito.

“La neolingua è diventata realtà, e chi controlla i mass media la utilizza per attuare un vero e proprio lavaggio del cervello a tutti, bambini compresi”. Per plasmare un’umanità nuova, fedele alle sue direttive, il Grande Fratello introduce una nuova forma di linguaggio, la neolingua. Attraverso un lessico creato ex novo, infatti, è possibile instillare in ogni membro del Partito (cioè in ogni suddito) l’unica verità, quella che il Partito stesso decide di volta in volta. Nella neolingua sono ammessi solo termini che abbiano un significato preciso, privo di potenziali sfumature eterodosse: l’obiettivo è quello di rendere impossibile un pensiero critico individuale. Ing-Soc, o Soc-Ing, è l’unico Partito dell’Oceania

Tutte le parole sgradite vengono censurate e catalogate come “psicoreato”: in tal modo diventa impossibile anche solo pensare a un argomento “proibito”. Infatti, se si sono eliminate le parole, non esistono più i concetti atti a mettere in discussione l’operato del Partito. La neolingua è particolarmente espressiva nei nomi dei vari dicasteri governativi. Il Ministero dell’Amore è preposto a imprigionare, torturare, rieducare e uccidere chiunque mostri il minimo segno di eterodossia; il Ministero della Pace si occupa di guerra; il Ministero dell’Abbondanza stabilisce i razionamenti di cibo; il Ministero della Verità fa propaganda e cancella e riscrive la storia, nell’eventualità in cui non si conformi agli interessi del Partito. I contenuti di libri, giornali, film e documenti, per esempio, vengono riscritti continuamente: tutti i fatti scomodi al Partito sono periodicamente e sistematicamente cancellati e sostituiti.


Primo Piano

Ovunque sono presenti i cosiddetti “buchi della memoria”, nei quali i membri del Partito gettano i documenti da distruggere. Anche la famiglia stessa viene ridotta a uno strumento di controllo: i bambini vengono incoraggiati a osservare i genitori e a riferire al governo ogni loro possibile comportamento ostile al Partito. “1984” è dunque un romanzo distopico, ovvero immagina una società fantastica mostruosa, nella quale nessuno vorrebbe vivere. Eppure quanto Orwell scrive non è poi così distante dalla società in cui viviamo.

“Viviamo davvero in un mondo che ha dimenticato il principio di identità e di non contraddizione”. La neolingua è diventata realtà, e chi controlla i mass media la utilizza per attuare un vero e proprio lavaggio del cervello a tutti, bambini compresi. La parola “sesso” è sempre più interscambiata con i termini “genere”, “orientamento sessuale”, “identità di genere”, in omaggio ai diktat della teoria gender. Di aborto si parla poco, preferendo usare l’espressione “interruzione volontaria della gravidanza” o, meglio ancora, la sua asettica sigla IVG, per indurre a pensare che non si tratta di uccidere qualcuno, ma di un diritto volto a tutelare la libertà delle donne. E infatti sono ben note anche le diciture “diritti sessuali e riproduttivi” o “aborto terapeutico”. Lo stesso vale per la fecondazione artificiale: non va chiamata così, ma “procreazione medicalmente assistita”, o PMA. Il termine “utero in affitto” non si può utilizzare e in certi Paesi, come ad esempio il Canada, chi vi ricorre è passibile di ammenda: si deve dire “gestazione di sostegno”. Così come si parla di “donatori” di gameti per nascondere che in verità si tratta di un rapporto di compravendita. Il termine “eutanasia” serve a mascherare l’omicidio di un malato. Per non parlare poi del cosiddetto “matrimonio egualitario”, ovvero il “matrimonio” omosessuale. Il matrimonio, per definizione, è tra un uomo e una donna. In questo caso invece se ne estende indebitamente il significato, applicandolo a situazioni del tutto diverse. Tanto che poi, quale logica conseguenza, si arriva a parlare di adozioni gay (e la stessa parola “gay” non dovrebbe aver nulla a che vedere con l’omosessualità). Chi si oppone si macchia del grave reato di omofobia, concetto totalmente inventato per scopi ideologici. Cosa significa infatti omofobia? Quando si è omofobi? Con la legge Scalfarotto, per ora ferma al Senato, ci si avvicina molto al sistema di piscopolizia dell’Oceania orwelliana. Non c’è forse anche oggi un Ministero della Verità che impone con la forza le sue menzogne? Un ministero che modifica il linguaggio adattandolo, per rimanere in tema, all’ortodossia omosessualista?

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E chi non si piega non viene forse perseguito duramente e rieducato (si veda l’esemplare caso di Guido Barilla) dal Ministero dell’Amore che, in nome del dialogo e della tolleranza, non accetta la benché minima forma di pensiero eterodosso? La neolingua imposta dal Grande Fratello serve a impedire ogni deviazione. I membri del Partito (tutti i sudditi) devono essere in grado di emettere giudizi eticamente o politicamente corretti con lo stesso automatismo con cui le mitragliatrici sparano i proiettili. Obiettivo finale, come detto, è impedire che si arrivi anche solo a ipotizzare pensieri o concetti eterodossi. Oggi accade grosso modo lo stesso. E alla fine tutti ci ritroviamo, inconsapevolmente, a ritenere normale tutto quanto ci vogliono far credere lo sia: che due uomini si sposino e abbiano dei figli; che una donna tenga in grembo un bimbo per nove mesi per poi darlo ad altri ricevendo in cambio denaro; che ogni sentimento d’affetto è amore; che esistano tanti tipi di famiglie; che per un bambino l’importante sia essere amato, e non importa se a farlo sono due omosessuali; che vietare l’aborto è una barbarie; che pretendere un figlio, con ogni mezzo, è giusto; che embrioni o feti malati debbano essere eliminati “per il loro bene”; che non sempre la vita sia degna di essere vissuta e che dunque sia preferibile togliersela, e così via.

“Tutti ci ritroviamo, inconsapevolmente, a ritenere normale tutto quanto ci vogliono far credere lo sia”. Tutto, anche nella nostra società, è programmato per manipolare le menti. Nella neolingua esiste il termine “nerobianco”. Come altre parole, si riferisce a due significati che si negano a vicenda: il nero, ad esempio, è bianco quando il Partito ordina che sia così. Ma, attraverso il bipensiero, indica anche la capacità di credere davvero che il nero sia bianco, e di sapere che così effettivamente è. A dispetto della realtà. Se i fatti smentiscono l’ideologia, tanto peggio per i fatti. Viviamo davvero in un mondo che ha dimenticato il principio di identità e di non contraddizione. In Oceania, se il Partito dice che 2+2=5 bisogna credere e sapere che così è. Quanti ricorrono a termini normali, classici, con un loro specifico significato, legati al mondo reale, vengono considerati pazzi, antiquati ed eretici, e vanno quindi messi a tacere, minacciati e riformati. Se però qualcuno continuerà ancora a dire “pane al pane e vino al vino” – sostenendo che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma; che la famiglia è fatta da uomo, donna e figli; che l’aborto è un omicidio; che i figli non si comprano… – potrà orgogliosamente ritenersi un anticonformista. Un vero ribelle al nuovo Grande Fratello di oggi: “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”, diceva Orwell. E ne vale la pena.


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