Provita giugno 2015 - Anteprima

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POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione in AP - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003

Rivista Mensile N. 31 - Giugno 2015

“nel nome di chi non può parlare”

Padova CMP Restituzione

Contributo € 2,80

Notizie

LA LEGGE INGIUSTA, NON È UNA LEGGE La legge sul “matrimonio” omosessuale in Italia.

Nel dolore, un seme di Vita

Quando la legge positiva viola la legge naturale, va in crisi anche la democrazia


- Sommar Sommario S o m m a rio rio -

Notizie

Editoriale Editoriale

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Lo sapevi che... Lo sapevi che...

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Primo Piano Primo Piano

Dalle unioni di fatto etero ai matrimoni gay

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Federico F e ederico Catani

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Unioni (in)civili IAlessandro conviventi hanno tanti diritti. Solo diritti Fiore Gianfranco Amato

Le leggi ingiuste sono inutili e dannose La Babele moderna Federico Catani

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Emmanuele uele W Wundt undt

Hanno approvato, zitti zitti, vuol il divorzio breve 17 Sovvertire la realtà naturale dire distruggere l uomo 1 7 La Rosa Bianca Giovanni Reginato

Quando la leggeimposte positivadai viola la legge naturale, Unioni (in)civili, giudici Francesca F rrancesca rances Romana P Poleggi oleggi va in crisi anche la democrazia

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Lorenza Perfori

Antigone: l’obiezione di coscienza alla legge ingiusta

Giulia Tanel Attualità

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Adrea Mazzi

Attualità Fecondazione eterologa

8 e anonimato dei venditori di gameti Neocolonialismo culturale in Nigeria 6 Virginia Lalli Laura Bencetti 9 Drogati di sesso Rodolfo de Mattei Bambole col sesso “attacca e stacca” 7 Claudia Cirami Come smascherare certe bugie 10 Giuliano Guzzo

Fatti aiutare, non uccidere tuo figlio

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Elena Cappini

Nel dolore, un seme di Vita

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Sabrina Pietrangeli Paluzzi

Scienza e Morale La fine della maternità

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Alba Mustela

La questione della fecondazione artificiale

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Mons. Ignacio Barreiro Caràmbula

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Non credenti pro life

Claudia Ciramie Morale Scienza

25 La buona notizia: Ginevra Paola P aola Bonzi Salvatore Crisafulli: la sua voglia di vivere diverrà un film 22 IlFrancesca genocidio deiPoleggi bambini Down 26 Romana Newlife

Vaccini sì, vaccini no 26 Brian Clowes

L’amore è tutto. Ma non tutto è amore Alessandro Benigni

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N. 23 OTTOBRE TOBRE2015 2014 31 - OT GIUGNO

RIVISTA MENSILE RIVIST TA MENSILE N. 31 - GIUGNO 2015 N. 23 - OTTOBRE 2014 Editore Editore ProVita Onlus ProVita Onlusvia della Cisterna, 29 Sede legale: Sede via (TN) della Cisterna, 29 38068legale: Rovereto 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182 Codice ROC 24182 Redazione Redazione Antonio Brandi, Alessandro Fiore, Andrea Giovanazzi Antonio Brandi, Alessandro Fiore, Andrea Giovanazzi. Piazza Municipio Municipio 3 3 -- 39040 39040 Salorno Piazza Salorno (BZ) (BZ) redazione@notizieprovita.it -- Tel. redazione@notizieprovita.it Tel. T el. l 329 3290349089 0349089 Direttore responsabile Direttore responsabile Antonio Brandi Antonio Brandi Direttore editoriale Direttore editoriale Francesca F rancesca Romana Romana Poleggi Poleggi

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Famiglia ed Economia

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nel “nel nome di chi non può parlare parlare”

Direttore ProVita ProVita Onlus Onlus Andrea Giovanazzi Giovanazzi

Una preghiera inerme, eppure insopportabile

eds!ocial! n u t tay Be

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Editoriale

Editoriale

La legge ingiusta, non è una legge Si insegna che una delle caratteristiche essenziali della norma giuridica è la “positività” (dal latino positum): cioè è “posta” da chi ha il potere, quindi dallo Stato. Il diritto positivo si distingue (ma dovrebbe adeguarvisi) dal diritto naturale, cioè l’insieme delle regole eterne, fisse e immutabili, scritte nella natura umana. Sono quelle regole che scaturiscono dalla consapevolezza interiore delle persone - in quanto soggetti di relazione con gli altri - iscritte nella coscienza, espressione della stessa millenaria esperienza umana. Sono regole che esistevano nella preistoria e che sussistono fino ad oggi, come “non uccidere” o “non rubare”, cui corrispondono i diritti naturali, alla vita e alla proprietà. La nostra Costituzione, ad esempio, “riconosce” i diritti inviolabili dell’uomo, all’art. 2, cioè si inchina, lei, la Costituzione, la “legge delle leggi”, a ciò che è scritto nel diritto naturale. La progressiva secolarizzazione della civiltà, nell’Ottocento, ha portato alla prevalenza della concezione “positivista” del diritto: la legge è solo quella statuale. Quindi la legge è totalmente relativa al tempo, ai luoghi e alle persone che la promulgano. Il diritto naturale è relegato nel campo della morale, non conta. E così, a poco a poco, l’uomo ha pensato di potersi appropriare di ciò che è giusto e di ciò che è bene, a sua totale discrezione. Il dittatore si manifesta apertamente in tal senso. Invece lo Stato democratico tende a celarsi dietro l’alibi del principio maggioritario e vuole far passare per giusto e bene tutto quello che la “democrazia” vuole. In tutti e

due i casi si assiste alla costruzione di un sistema totalitario, dove lo “Stato etico” pretende di decidere per legge ciò che è bene e ciò che è male: la legge positiva prescinde dalla legge naturale. Questo accade nella cultura relativista dell’Occidente: divorzio, aborto, droga, eutanasia, “matrimonio” gay, sono legalizzati da norme positive che pretendono di creare nuovi “diritti”. Il diritto al figlio o al non-figlio, per esempio. E tentano di inserire tra quei diritti inviolabili dell’art. 2 ogni desiderio che sia concepito da mente umana: non vogliono rendersi conto che - comunque - questi “nuovi diritti” non sono tra quelli “riconosciuti”, ma sono creati dalla legge! Infatti, per quanto gli uomini si diano da fare, i diritti naturali non sono modificabili: sono sempre lì, scritti nel cuore dell’uomo. Non c’è “Dichiarazione Universale” che tenga. E il diritto naturale insegna che la legge ingiusta non deve essere rispettata: la disobbedienza civile e l’obiezione di coscienza esistono da sempre, ai tempi di Antigone come ai giorni nostri, in cui la gente perde il lavoro o la libertà pur di non adeguarsi a leggi assassine e contro natura. Bisogna riflettere con buon senso e razionalità. Non lasciarsi influenzare dalle mode e dalla propaganda. Le leggi contro natura non sono leggi. E con la forza della Verità e del Bene ciascuno di noi può continuare a combattere la buona battaglia per la Vita e per la Famiglia, con la certezza che il male, alla fine, divorerà se stesso. Antonio Brandi

Vi è una legge vera, ragione retta conforme alla natura, presente in tutti, invariabile, eterna... da questa legge non possiamo essere sciolti ad opera del senato o del popolo

(Cicerone)

N. 31 - GIUGNO 2015

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Lo sapevi che...

COMBATTI PER LA VITA E PER LA FAMIGLIA CON NOI! La Famiglia è il fulcro e il fondamento della società umana fin dalle origini della civiltà. È “famiglia”, atta a generare, educare e custodire la Vita, dall’inizio alla sua fine naturale, solo se c’è la complementarietà tra due coniugi, che promettono stabilmente di sostenersi a vicenda. Oggi la Famiglia e la Vita subiscono attacchi continui, di cui le prime vittime sono i bambini​, volti a distruggere l’umanità. ProVita si batte nei Tribunali con i Giuristi per la Vita (17 denunce nel 2014 contro la pornografia e il gender nelle scuole), collabora in maniera trasversale con tutti i politici che difendono la Vita e la Famiglia. Per sensibilizzare la popolazione pubblica annunci sui giornali, organizza convegni, cineforum, conferenze stampa e dà sostegno a madri in difficoltà con figli disabili, nonché ad organizzazioni che aiutano mamme con gravidanze difficili.

​ Dai il tuo contributo alla buona battaglia in difesa della Famiglia e della Vita Per agire a difesa della vita, della famiglia, dei bambini, aiutaci a diffondere Notizie ProVita: regala abbonamenti ai tuoi amici, sostienici mediante una donazione intestata a “ProVita Onlus”: c/c postale n. 1018409464 oppure bonifico bancario presso la Cassa Rurale Alta Vallagarina, IBAN IT89X0830535820000000058640 (indica sempre nome cognome indirizzo e CAP). Avanti per la Vita!

C’è chi si batte strenuamente contro gli OGM. Ci chiediamo se si siano accorti di ciò che è accaduto in Cina: Per la prima volta nella storia dell’umanità, ricercatori della Sun Yat-sen University hanno geneticamente modificato 86 embrioni umani con l’obiettivo di correggere la mutazione che causa la beta-talassemia. Lo studio, rifiutato per ragioni di ordine etico da riviste scientifiche di primo piano quali Nature e Science, è stato pubblicato da una rivista minore, Protein&Cell. La “chirurgia genetica” avrebbe dovuto sostituire il gene portatore della malattia con uno sano. Alla bassissima efficacia dell’esperimento si è aggiunto un numero molto elevato di mutazioni genetiche che riguardano altre parti del Dna degli embrioni: si tratta di mutazioni dagli effetti sconosciuti. Tutte le peggiori previsioni si sono insomma avverate. Queste procedure, oltre ad essere eticamente inaccettabili, possono produrre effetti imprevisti e imprevedibili. Gli effetti di tale modifica, per di più, può darsi che non si manifestino subito, ma dopo la nascita o dopo anni. Massimo Gandolfini, illustre neuroscienziato e professore, è stato duramente attaccato dall’Espresso per aver detto la verità: l’istinto suicidario tra le persone LGBT è altissimo, anche in Paesi non omofobi (come quelli del nord Europa). Noi invece, accusiamo apertamente di “omofobia” e “transfobia” coloro che lo hanno criticato: le persone che vivono un disagio esistenziale (fino al suicidio) vanno aiutate – se lo vogliono – a superare tale disagio che potrebbe essere connesso con la tendenza omosessuale o transessuale perché non soddisfa nel profondo l’aspettativa di amore e di completamento nell’altro che in ultima analisi è nel cuore di ognuno. Le persone che ci sono passate testimoniano che si può recuperare “l’eterosessualità latente” che la natura ha messo in ciascuna persona; si può uscire persino dalla disforia di genere. Del resto l’OMS riconosce il disturbo F66, il “disordine della maturazione sessuale”, cioè un’insufficiente maturazione nella scoperta di sé. Quindi i veri omofobi sono i vari Obama, i vari Soloni, citati dall’Espresso, che pontificano vietando perfino di parlare di terapie riparative. Sono loro che mentono

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sapendo di mentire, assicurando alle persone che vivono un disagio che il disagio non c’è. Il risultato – nel migliore dei casi – è quello di seppellire il male di vivere e il dolore nel profondo, sotto un monte di bugie e di illusioni. E il male di vivere può in qualsiasi momento riemergere con prepotenza, in modo anche violento, inducendo il soggetto interessato a eccessi, abusi di sostanze e gesti a volte estremi e irreparabili. Per essere davvero liberi si deve poter andare contro natura: ciascuno decide il proprio genere e lo cambia quando vuole. L’anagrafe ha il dovere di adeguarsi. Questo, in sintesi, il contenuto della risoluzione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sulle “Discriminazioni contro le persone transgender”. Il documento invita gli stati membri a creare delle leggi che rispettino il “diritto” all’identità di genere sulla base della sola autodeterminazione, a prescindere anche da eventuali operazioni di chirurgia plastica. Anche i minorenni devono avere la possibilità di modificare il nome e il sesso registrato in tutti i tipi di documenti di identità: la qualcosa getterebbe nel caos le anagrafi e gli uffici delle pubbliche amministrazioni, per non parlare del fatto che avrebbe costi proibitivi. Intanto qui in Italia molte Università hanno già adottato il doppio libretto per studenti transgender. Se chi sta leggendo ritenesse tutto ciò una follia, sappia che egli è un omo-transfobico degno di stigma sociale, se non anche di galera. Inoltre, il fatto che il Consiglio d’Europa abbia tra i suoi scopi quello di tutelare il rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo, gli consente di inventare “nuovi diritti umani”. Anzi: oggi li aggiunge, domani magari li toglie... che ne so, a quelli di una certa etnia... perché no? Una madre di famiglia aveva raccontato ai propri figli di aver abortito in giovane età due volte. La donna era sicura che i figli avessero accettato la sua decisione. Ma si sbagliava. “Quel giorno sembrava normale, uno come tanti altri. Ho preso i miei figli a scuola, come al solito. Il primo di essi, Gabriel, che ha dieci anni, ha cominciato a raccontarmi che aveva dovuto scrivere come tema una storia che fosse legata all’utilizzo di


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Lo sapevi che... una macchina del tempo. Gli ho subito chiesto sorridendo: «Oh, davvero? Se tu potessi tornare indietro nel tempo, in quale periodo vorresti viaggiare?». Pensavo all’era dei dinosauri o delle battaglie dei cavalieri medioevali… Invece Gabriel mi ha guardato dritto negli occhi e, dopo una lunga pausa, ha risposto con molta serietà: «Vorrei tornare indietro e chiederti di non abortire Jacob e Hope». Le sue parole mi hanno colto alla sprovvista, trafiggendo profondamente il mio cuore. Ho visto l’animo di un ragazzo in lutto per i suoi fratelli, ho sentito il dolore di un bambino di dieci anni, che esprime la ferita che il racconto dell’aborto aveva lasciato sul suo cuore”. Il signor ChenYen e la sua figliola, ammanettati all’aeroporto internazionale di Pechino, sono stati fotografati e la foto è divenuta virale in internet. Infatti, in aeroporto e negli altri luoghi affollati, accanto al solito cartello tipo “Attenti al portafoglio”, per mettere in guardia dai borseggiatori, appare la scritta “Attenti alle bambine”: le bande di criminali le rapiscono anche strappandole di mano ai parenti. Perché? In Cina anche per fare il primo figlio è necessario ottenere un permesso governativo: chi concepisce senza permesso incorre in sanzioni abnormi (aborto forzato, sterilizzazione coatta, distruzione della casa, multe esorbitanti). Uno degli effetti nefasti di questo controllo delle nascite è stato la scomparsa di milioni e milioni di bambine, data la preferenza – per antica tradizione millenaria – di un figlio maschio. Ciò comporta una penuria di donne, oggi, in Cina, che noi in Occidente stentiamo a immaginare. I cinesi non trovano moglie: la tratta di donne e bambine ha assunto proporzioni molto preoccupanti. Le donne vengono “comprate” dal Vietnam o dalla Cambogia, spesso le bambine vengono “date in sposa” (= vendute) in tenera età a chi vuole assicurarsi una moglie e una famiglia. Ecco perché, quindi, il signor ChenYen si è ammanettato a sua figlia. Una maestra canadese, lesbica, ha spiegato come convince i bambini da 4 anni in poi ad accettare il “matrimonio” gay come cosa normale. Pam Strong ha illustrato il suo metodo didattico a un workshop

per attivisti omosessuali, ospitato dall’organizzazione omosessualista Jer’s Vision, ora chiamata Canadian Centre for Gender and Sexual Diversity. La maestra Strong ha spiegato il “potere della conversazione” per promuovere le istanze LGBTQ nelle classi elementari, cominciando, anzi, dall’asilo. Strumento privilegiato è la lettura di fiabe per bambini, come “King and King”. Quando i due principi si sposano, un bambino ha esclamato: “No, non possono farlo, sono due uomini!” e la maestra ha risposto: “Oh sì che possono, è proprio qui, a pagina 12”. La Strong poi racconta spesso ai bambini delle sue relazioni omosessuali che sui bambini hanno molto effetto. Spiega anche come ha fatto sentire in imbarazzo un bambino che una volta aveva detto che l’idea del matrimonio gay lo disgustava. Ci sono diversi modi per veicolare messaggi LGBTQ ai bambini, prendendo spunto da articoli, pubblicità, eventi gender ecc., ma i suoi preferiti rimangono le fiabe pro-gay. La lezione della Stong è perfettamente in linea con l’ideologia omosessualista: fin dal 1987 l’attivista omosessuale Michael Swift scriveva nel Gay Community News che i bambini in età scolare dovrebbero diventare un target esplicito per l’indottrinamento gay. “Dobbiamo sedurli nelle scuole… loro si riconosceranno nelle nostre immagini. Loro ci adoreranno”. Novità dall’America. Una famiglia veramente moderna, attenta all’ambiente e contraria agli sprechi può usare la nonna come compostaggio. Katrina Spade è una giovane architetto di 37 anni e vive a Seattle. La giovane è assurta agli onori della cronaca per aver inventato la soluzione del problema di dove mettere i resti della nonna defunta. Sembra che l’idea di incenerirla e gettarla nelle acque del mare sia troppo costosa e, per giunta, l’incenerimento ha l’imperdonabile difetto di aumentare i gas serra. Allora ha ideato per ogni cimitero una rampa circolare che sarà percorsa dai familiari, i quali stenderanno la vecchina avvolta in un lenzuolo su un letto di trucioli dove andrà a unirsi con altri corpi ricoperti di trucioli e segatura. Gli scienziati hanno detto che è tecnicamente possibile. In un secondo tempo ci sarebbe uno screening genetico in modo che ogni famiglia possa ricevere il giusto compostaggio che poi sarà utilizzato per far crescere una piantina. Il tutto per un costo di 2.500$, un vero affare.

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Attualità

Laura Bencetti

26 anni, praticante avvocato con il pallino per le cause pro life: ama battersi per la Vita e la Famiglia. Oltre che con ProVita, collabora con il Centro per la Vita di San Giuseppe al Trionfale a Roma.

Michelle Obama chiede: “Ridateci le nostre ragazze” ai rapitori di Boko Haram. Però suo marito condiziona gli aiuti per combattere l’organizzazione criminale alla legalizzazione delle nozze gay.

Neocolonialismo culturale in Nigeria La Nigeria sta subendo l’ennesimo ricatto occidentale: gli aiuti vengono concessi solo se il Paese attua politiche di controllo della popolazione e gay-friendly. di Laura Bencetti

A

bbiamo più volte parlato della politica del ricatto portata avanti dagli Usa e dall’Occidente nel continente africano, per esempio sul numero di aprile di questa rivista. Questa volta, diamo voce l’Arcivescovo di Ibadanm, in Nigeria, Mons. Gabriel Abegunrin: “L’Occidente dovrebbe fermare la sua politica imperialista che promuove l’aborto, l’omosessualità, e la confusione di genere in Nigeria”. La propaganda incessante di falsi valori “occidentali”, da parte delle organizzazioni internazionali, sulla sessualità e sui “diritti riproduttivi” un eufemismo per non dire “aborto” - sulla pianificazione familiare artificiale, e la cultura della contraccezione, secondo l’Arcivescovo, sono ingannevoli e inaccettabili. La propaganda anti-vita degli Stati Uniti e dell’UE - ammonisce Mons. Abegunrin - si sta facendo strada nel sistema dell’istruzione grazie alle lobby ben pagate che promuovono la contraccezione, l’aborto e l’omosessualità tra i giovani, nelle scuole. Egli ha ricordato l’insegnamento cristiano, che ogni essere umano appartiene a Dio e che né lui, né alcuna parte del suo corpo dovrebbero essere trattati come oggetto in vendita. La sua forte condanna pone sullo stesso piano, infatti, il traffico di esseri umani, la prostituzione, la

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procreazione artificiale, e il commercio di embrioni umani e di organi. L’arcivescovo ha detto ai media che i nigeriani devono continuare a sostenere la dignità di ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, e ha chiesto che tutta la legislazione che permette l’aborto, come ad esempio la legge passata surrettiziamente come legge sui “diritti riproduttivi” nello stato nigeriano di Imo nel 2013, venga denunciata e abrogata. Egli ha sottolineato che la Chiesa cattolica resta fermamente contraria a ogni forma di terrorismo: in esso comprende l’aborto, così come gli omicidi rituali e politici in Nigeria. I vescovi cattolici della Nigeria hanno sempre difeso la cultura della vita del loro popolo ed hanno ripetutamente denunciato l’aggressiva “cultura della morte” portata avanti dai paesi occidentali. L’estate scorsa, la Conferenza Episcopale della Nigeria ha emesso un comunicato chiedendo “una più coraggiosa e coerente attività in favore della vita uma-

Né gli esseri umani, né alcuna parte del loro corpo dovrebbero essere trattati come oggetto in vendita.

na, del matrimonio e della famiglia come antidoti contro-culturali a ideologie e pratiche che sono contro la vita”. Il contenuto del comunicato ha avuto una forte eco nella conferenza tenutesi ad Abuja, che ha visto la partecipazione di circa 1.500 delegati e relatori provenienti da tutta l’Africa, l’Europa e l’America settentrionale. In un discorso molto accorato, l’Arcivescovo di Owerri Anthony Obinna ha detto alla conferenza: “Ci siamo resi conto che stiamo subendo assalti aggressivi, ideologici e pratici sulla vita umana, la sessualità, il matrimonio e la famiglia”. In un’intervista esclusiva a LifeSiteNews.com, un ex membro del Congresso degli Stati Uniti, Steve Stockman, ha rivelato la portata di questa “rabbia di alcuni governi europei e americani nei confronti della vita”: nel giugno 2014, i vertici americani gli dissero che gli USA avevano la possibilità di aiutare l’esercito nigeriano contro il gruppo terroristico Boko Haram, ma sono stati bloccati dall’amministrazione Obama a causa della presa di posizione della Nigeria contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Questa politica non è solo inaccettabile, ma è soprattutto meschina e ripugnante, perché si fa beffe di queste popolazioni in difficoltà. ■


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Attualità

Claudia Cirami

Siciliana, ha una laurea in filosofia e il magistero in Scienze Religiose. È insegnante di religione cattolica. * sorrialba@gmail.com

Il campo “You Are You” [sei come sei] è per genitori che hanno un bambino di tre anni che non rispecchia il suo genere, che vuole indossare i tacchi alti… Dura quattro giorni, in cui i bambini e i loro genitori sono “finalmente liberi di essere”.

Bambole col sesso “attacca e stacca” Tanti bambini, improvvisamente, desiderosi di cambiare il proprio sesso? di Claudia Cirami

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isturbo di presupposizione”. Il dottor McHugh è chiaro. E per lui, medico che ha alle spalle 6 libri e tanti articoli scientifici, il cambiamento di sesso non è la soluzione per questo disturbo che affligge i transgender o aspiranti tali. Non vivere bene la propria femminilità o mascolinità è spesso, infatti, l’inizio di un percorso che approda al cambiamento di sesso (anche se non sempre è così e sul significato del termine transgender si dibatte ancora). Ci si illude di dare risposte ad insicurezze e malesseri, ma i problemi aumentano. Perché ci si ritrova come uomini femminilizzati e donne mascolinizzate e, quindi, ancora lontani dall’ideale coltivato in anni di sofferenza. Del resto, basta guardarsi intorno per rendersi conto che il dottor McHugh ha ragione. «Lei ha ancora una voce profonda da uomo», ha dichiarato un ragazzo pochi giorni fa al Mirror. Fidanzato con una donna che ha cambiato sesso, ha giustificato in questo modo la sua difficoltà a presentarla in famiglia. L’incoraggiamento a cambiare sesso o a vivere, senza affrontarlo, il proprio disagio diventa ancora più grave quando riguarda i bambini. Un centro del Regno Unito specializzato in questioni di genere, il Tavistock e Portman Nhs Foundation Trust, ha dichiarato che in questi cinque anni il numero di bambini che manifestano inclinazioni transgender è

quadruplicato. Da 19 nel 2009/10 a 77 nel 2014/15. È probabile che, continuando questo trend, nei prossimi anni saranno di più. Tutti improvvisamente desiderosi di cambiare il proprio sesso? No, certo. La realtà è un’altra. L’ideologia gender sta pigiando sempre di più l’acceleratore, strumentalizzando le difficoltà interiori di alcuni bambini per sostenere le proprie posizioni. Come dimenticare, qualche anno fa, la produzione di una coppia di bambole, Hermes e Afrodite, ad opera di una ditta svedese, a cui era possibile attaccare e staccare, scambiandoli, seno e genitali? Chiaro il messaggio: ciò che specifica il maschile e il femminile è accessorio, importa solo come ci si sente interiormente. I bimbi confusi sono avvisati.

Con l’operazione chirurgica di riassegnazione del sesso ci si illude di dare risposte a insicurezze e malesseri. Invece i problemi aumentano. Perché si diventa uomini femminilizzati e donne mascolinizzate e, quindi, ancora lontani dall’ideale coltivato in anni di sofferenza.

Secondo McHugh basterebbe, invece, attendere: i disagi nei confronti del proprio corpo nel 70/80% dei casi regrediscono spontaneamente nel giro di pochi anni. Se incoraggiati, condizionati o blanditi, però, i bambini rischiano di non uscire mai dal loro disturbo. Shiloh, la figlia della coppia Pitt-Jolie, ha mostrato segni di malessere nei confronti della propria identità sessuale: «Si sente un ragazzo e si fa chiamare John», ha detto l’attrice. Ecco, però, il passaggio fondamentale dalla confusione della bambina alla cristallizzazione del disagio, favorita dai genitori: «Abbiamo deciso di assecondarla tagliandole i capelli e vestendola da ragazzo», ha aggiunto la Jolie. Ci chiediamo: vestirla da maschio non è dare per scontato il disagio ed indirizzarla verso un predeterminato percorso? C’è però qualcosa di più grave: l’uso dei farmaci ipotalamici, utilizzati dal Centro inglese già citato (e in altri simili che proliferano nei Paesi dell’Europa Settentrionale) per ritardare la pubertà nei bambini e fermare lo sviluppo dei loro organi sessuali. Il motivo? Facilitare in futuro il cambiamento di sesso. Perché, invece, non intercettare le cause del loro disagio e provare ad aiutarli psicologicamente? Del resto, solo 8 bambini su 32, inseriti dal centro in un esperimento durato tre anni, hanno poi scelto di iniziare il percorso per cambiare sesso. Perché la realtà non è una bambola “attacca e stacca” e molti di loro devono averlo capito. ■

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