“POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1 NE/TN” | Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003 | Contributo suggerito € 3,00
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Notizie
MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES
“Nel nome di chi non può parlare” Anno V | Rivista Mensile N. 48 - Gennaio 2017
«Battere al muro dell’impossibile« Tre buone notizie
Buon N ale Vatita
MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES
SOMMARIO
Notizie
EDITORIALE
RIVISTA MENSILE N. 48 - Gennaio 2017
Editore ProVita Onlus Sede legale: via della Cisterna, 29 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182 Redazione Toni Brandi, Federico Catani, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel Piazza Municipio 3 - 39040 Salorno (BZ) www.notizieprovita.it/contatti Cell. 329-0349089
È unica, è preziosa, è la tua vita
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LO SAPEVI CHE... ARTICOLI
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“Gaystapo” in azione
Federico Catani
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L’utero in affitto e l’obbligo di esecuzione del contratto
Aldo Rocco Vitale
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PRIMO PIANO
Direttore responsabile Toni Brandi Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi Progetto e impaginazione grafica
francesca Gottardi
L’origine della vita
Enzo Pennetta
Diritto alla Vita
Francesca Romana Poleggi
Nemici della vita
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Tre buone notizie
Giuliano Guzzo
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La vita senza senso genera nevrosi
Tipografia
Distribuzione
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Francesco Agnoli, Marco Bertogna, Federico Catani, Giuliano Guzzo, Roberto Marchesini, Enzo Pennetta, Francesca Romana Poleggi, Renzo Puccetti, Giulia Tanel, Aldo Rocco Vitale La rivista Notizie ProVita non ti arriva con regolarità? Contatta la nostra Redazione per segnalare quali numeri non Ti sono stati recapitati e invia un reclamo online a www.posteitaliane.it. Grazie per la collaborazione!
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Renzo Puccetti
Roberto Marchesini
« Battere al muro dell’impossibile « Francesco Agnoli
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22 24
Il senso della vita
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Perfetti sconosciuti
30
Giulia Tanel
Marco Bertogna
L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti e/o delle foto.
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EDITORIALE
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iascuno di noi è un individuo unico e irripetibile: c’è una possibilità su 46 miliardi che nascano casualmente due bambini con lo stesso DNA. Praticamente zero. Anche questo ci fa capire che ogni vita è preziosa. Per ricordare a tutti quanto sia importante la difesa della vita, senza se e senza ma, vi proponiamo una serie di riflessioni sul tema: un biologo ci parla delle origini della vita, una giurista del diritto alla vita, un bioeticista delle minacce alla vita e un sociologo ci dà delle buone notizie rispetto all’aumento della qualità di vita. Infine potremo riflettere sul senso della vita, grazie al contributo di un medico, di uno psicologo e di un professore di lettere e filosofia, che ci propone un confronto tra la crisi esistenziale di Svevo e quella di Montale. Parleremo anche della “psicopolizia” che oggi imperversa in Paesi che ancora vorrebbero definirsi democratici, la “Gaystapo”, e ancora di utero in affitto. Avrete senz’altro seguito le attività concrete che ProVita ha intrapreso con successo alla fine dell’anno appena trascorso: se ancora non l’avete fatto ricordatevi di firmare e far firmare la nostra petizione sul sito www.notizieprovita.it. Vogliamo che quest’anno veda la fine della tolleranza del vergognoso mercimonio di donne e bambini da parte delle Autorità italiane. Ma, a parte questi ultimi due argomenti, questo numero – come dicevo all’inizio – è incentrato sulla vita. Vi auguro perciò un buon inizio d’anno, con queste parole attribuite a Madre Teresa di Calcutta: La vita è un’opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne realtà. La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo. La vita è preziosa, abbine cura. La vita è ricchezza, valorizzala. La vita è amore, vivilo. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila. La vita è tristezza, superala. La via è un inno, cantalo. La vita è una lotta, accettala. La vita è un’avventura, rischiala. La vita è vita, difendila!
Toni Brandi
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LO SAPEVI CHE... “MATRIMONIO” GAY
ECOSESSUALI
In Messico, a fronte di una élite politica massonica e anti-cristiana, c’è un popolo profondamente radicato nel cattolicesimo e nel buon senso, degno erede dei Cristeros degli anni Venti e Trenta. La gente si è ribellata alla proposta di “matrimonio” e adozioni gay e, raccolta sotto le bandiere del Frente Nacional por la Familia, è scesa massivamente in piazza a difendere la famiglia naturale. Ciò nonostante, il presidente Peña Nieto ha scelto di andare avanti per la sua strada, ignorando la volontà popolare. Il suo disegno di legge è stato però clamorosamente bloccato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati con 19 voti contrari, 8 a favore e 1 astenuto.
Per chi volesse sperimentare nuove emozioni, annunciamo che ormai da anni è spuntato un nuovo orientamento sessuale, l’ecosessualità. Nata nel 2008 come corrente artistica con lo scopo di venerare il pianeta Terra, l’hanno chiamata così due artiste eco-femministe, Annie Sprinkle ed Elizabeth Stephens, che hanno perfino redatto un Manifesto dell’ecosessualità nel quale vengono enunciati i principi di questa sorta di movimento: «Facciamo l’amore con la Terra. Abbracciamo senza pudore gli alberi, massaggiamo la terra con i nostri piedi, parliamo eroticamente con le piante». Per creare una relazione più sostenibile con l’ambiente gli ecosessuali s’impegnano ad «amare, onorare e accudire la Terra, fino alla morte». Il nudismo, ovviamente, è parte integrante e fondamentale di questo bizzarro modo di vivere e fare l’amore. Come anche l’abbattimento di ogni barriera tra le specie viventi. Tutto ciò si dovrebbe chiamare dendrofilia, che è una parafilia, ovvero un comportamento sessuale deviato. Ma nel nuovo mondo che avanza pare che non vi sia più nulla di anormale e innaturale e ciascuno può dare libero sfogo alle sue perversioni e agli istinti più strani. Addirittura vantandosene.
UTERO IN AFFITTO L’Associazione Spagnola di Bioetica e di Etica della Medicina ha recentemente chiesto senza alcuna 4
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tergiversazione il divieto legale di utero in affitto, in nome della dignità umana. Per i medici che appartengono all’associazione è una vera e propria forma di sfruttamento della donna, che riduce i bambini a prodotti da comprare e vendere a piacimento, privandoli del sacrosanto diritto di conoscere la loro origine e identità. Per non parlare poi dei grandi e gravi problemi di salute (fino ad arrivare alla morte) per chi vende i gameti, chi riceve l’embrione impiantato nel grembo e per lo stesso bambino “artificiale”.
parlando, nessuno ha diritto di pensarla diversamente da loro, nessuno ha diritto di esprimere le proprie idee – se diverse dalle loro – e soprattutto l’ente pubblico non può preoccuparsi degli abusi e della violenza sui ragazzini: se la violenza è ideologica e serve a imporre idee deviate dalla natura e dalla ragionevolezza del comune buon senso, anche la violenza sui minori va bene?
FECONDAZIONE ARTIFICIALE
GENDER Su modello della Lombardia, anche la Regione Liguria ha deliberato l’apertura di uno sportello per i genitori che denuncino episodi di bullismo, discriminazione, spaccio di droga e indottrinamento gender nelle scuole dei figli. Ovviamente il centrosinistra, il Movimento Cinque Stelle e l’Arcigay sono insorti. Uno sportello per le famiglie che possano denunciare bullismo, razzismo, vandalismo e violenza andrebbe anche bene, ma che denuncino indottrinamento gender no. Nel leggere le proteste indignate, veementi – e anche abbastanza offensive – di tutti questi nobili paladini dei diritti umani c’è da preoccuparsi davvero. Insistono ancora che il gender non esiste, che i gusti sessuali sono tutti “naturali” (anche gli ecosessuali, ovviamente); e soprattutto, candidamente, danno per scontato che i genitori debbano accettare che qualcuno vada in classe a insegnarlo ai loro figli… E, “democraticamente”
Giungono dall’Inghilterra dati preoccupanti circa l’aumento del numero di donne che sono state ricoverate in ospedale per le complicazioni connesse alla fecondazione artificiale. Sono state sessanta le donne ricoverate per sindrome da iperstimolazione ovarica nel 2015: un aumento del 40% rispetto all’anno precedente. Alcuni esperti dicono che ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le cliniche per la fertilità danno farmaci più forti per raccogliere più ovociti. Intanto, in Australia, le cliniche per la fertilità sono ancora nel mirino delle associazioni dei consumatori perché promuovono l’industria dei bambini in modo fuorviante, fornendo ai clienti falsi tassi di successo della fecondazione in vitro. Ricordiamo che alla fine avere un bambino in braccio – e avere un bambino sano – corrisponde a una probabilità che, in media, si aggira attorno al 10%. Come al solito, tutti i grandi paladini della salute delle donne, del consenso informato, etc., in queste circostanze hanno l’attenzione rivolta altrove e tacciono.
«Godi delle piccole cose della vita perchè un giorno guarderai indietro e ti renderai conto di quanto erano grandi»
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Federico Catani
“GAYSTAPO” IN AZIONE
In Spagna è caccia all’omofobo: l’ideologia omosessualista si sta imponendo con sistemi dittatoriali
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er avere un’idea di come l’ideologia omosessualista sia divenuta totalitaria, basterebbe guardare a quanto sta accadendo in Spagna, dove la “Gaystapo” lavora senza sosta. Gli spagnoli, si sa, a differenza degli italiani non sono avvezzi alle mezze misure: dal bianco passano subito al nero, mentre per noi esistono svariate sfumature di grigio… Pertanto, in Spagna anche i gruppi LGBT sono molto più radicali che da noi. A dimostrazione di ciò si potrebbero elencare numerosi episodi degni di nota. Qui faremo riferimento solo a quelli che riteniamo più eclatanti e assurdi.
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Il comune di Getafe ha elaborato una “piramide sociale della discriminazione omofobica”, al cui vertice sta il maschio bianco, eterosessuale, di classe medio-alta, giovane, magro e, soprattutto, cattolico
Incominciamo da Getafe, vicino Madrid. La scorsa estate, il consiglio comunale della città ha approvato un Manifesto per celebrare il giorno internazionale dell’orgoglio LGBTI+ (il “+” lo hanno inserito gli stessi 6
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redattori). Nel documento, tra l’altro, si denuncia quello che il totalitarismo arcobaleno considera il reato più grave e la più grande piaga sociale: l’omofobia. Vera o presunta che sia. Ebbene, secondo i collettivi LGBT e i politici loro zerbini, esiste una “piramide sociale della discriminazione omofobica”, al cui vertice si colloca il maschio bianco, eterosessuale, di classe medio-alta, giovane, magro (!) e, soprattutto, cattolico. Sembra una barzelletta, eppure è la realtà di un Paese dell’Unione europea, nel XXI secolo. Il semplice aspetto fisico è sufficiente per essere gettati nelle mani della “Gaystapo”: i processi, poi, come nella migliore tradizione sovietica, anzi, maoista, hanno un esito già scritto prima ancora che incomincino. Chi appartiene alla comunità LGBT, per questo solo fatto, ha ragione a prescindere, un po’ come accade nei casi di “femminicidio”: l’uomo, in quanto uomo, è sempre aggressore e colpevole. Sempre nei mesi scorsi, l’Assemblea regionale della Comunità di Madrid ha approvato all’unanimità una devastante “Legge di protezione integrale contro la LGTBfobia e la discriminazione per ragioni di orientamento e identità sessuale”. Di fatto si tratta di una norma che viola diritti e libertà fondamentali riconosciute dalla Costituzione spagnola e che penalizza tutti coloro che non appartengono al mondo LGBT, ovvero la stragrande maggioranza dei cittadini. La Costituzione già protegge chiunque
venga discriminato a motivo del sesso, della razza, dell’appartenenza religiosa, dell’opinione espressa o per qualunque altra condizione e circostanza personale o sociale. Perché allora legiferare ulteriormente? Nella Comunità di Madrid c’è forse un’emergenza omofobia? Le persone omosessuali sono discriminate? Assolutamente no. La legge dunque si fonda solo sull’ideologia. La realtà infatti dimostra che non vi sono problemi di intolleranza. A meno che per intolleranza non si consideri il semplice pensare che il “matrimonio gay” sia un assurdo logico o che l’atto omosessuale sia peccato. Quella della Comunità di Madrid è la classica affirmative action. La comunità LGBT si proclama discriminata e diventa una comunità privilegiata: si viola così il principio di uguaglianza tra i cittadini («Alcuni sono più uguali degli altri», dice Orwell ne La fattoria degli animali). La legge cancella poi la presunzione d’innocenza, costituzionalmente riconosciuta. In pratica è chi risulta accusato di “omofobia” ad avere l’onere della prova a sua discolpa. È il presunto omofobo che deve dimostrare di non esserlo. La legge inoltre toglie ai genitori il diritto di educare i loro figli in base ai principi in cui credono. Infatti viene imposto l’indottrinamento gender e omosessualista in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Non solo. Viene anche proibito di ricorrere a terapie per aiutare gli adolescenti con problemi d’identità sessuale, o comunque per chiunque si senta a disagio con la sua omosessualità. Sicché, chi è etero può diventare gay, ma è assolutamente vietato il contrario. Le Università devono poi vigilare affinché non si verifichino episodi di intolleranza (ma il vero problema, lo ripetiamo, è: cosa si intende per intolleranza?). Infine, viene imposta la dittatura arcobaleno a tutti i mezzi di comunicazione, che in perfetto stile da Grande Fratello orwelliano, dovranno attenersi ad un “codice deontologico” che rispetti le esigenze dei gruppi LGBT. In caso di attacchi o discriminazioni si può ricorrere subito ai tribunali senza passare per previe “ammonizioni”. Una follia che si riscontra anche in Catalogna. La Generalitat, ovvero il Governo catalano, ha recentemente lanciato una campagna alla televisione pubblica per invitare i cittadini a denunciare i casi di omofobia attraverso una telefonata, anche anonima. Come a Madrid, la legge catalana cancella la presunzione di innocenza. Pertanto, chiunque, anche anonimamente, venga denunciato per omofobia (ormai divenuta una sorta di psicoreato, come definito da Orwell nel suo romanzo 1984), deve portare davanti al giudice una giustificazione oggettiva e ragionevole, sufficientemente provata, del suo comportamento finito nel mirino. Continuando di questo passo, ovvero favorendo la delazione, sarà possibile mandare
la polizia a casa di chiunque sia antipatico a un omosessuale, fosse solo perché è il vicino di casa che tiene alto il volume dello stereo. Basterà telefonare e dire che lo fa perché odia i gay… E sappiamo che ormai basta davvero poco per essere anche solo sospettato di questo reato: è sufficiente dire che la famiglia è solo quella naturale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna; che i maschi sono maschi e le femmine sono femmine non per costrizione sociale, ma innanzitutto per fattori bio-psicologici; che i bambini hanno il diritto ad avere un papà e a una mamma; e così via. Alcuni vescovi spagnoli, per aver ricordato dal pulpito tali elementari verità, sono stati denunciati, compreso l’arcivescovo di Valencia, il cardinale Cañizares. Insomma, in Spagna stiamo assistendo ad un vero e proprio maccartismo arcobaleno, degno di un sistema poliziesco e totalitario. La “Gaystapo”, che vigila sul rispetto dei dogmi dell’ideologia LGBT, è molto più severa (e folle) della mite Inquisizione, che invece ebbe il merito di salvare la Spagna dalle guerre di religione e le donne dalle infondate accuse di stregoneria.
Il Cardinale Antonio Cañizares Llovera, reo d’aver preso posizione contro la diffusione dell’ideologia gender «[…] con leggi inique alle quali non dobbiamo obbedire»
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