Notizie
Anno VI | Maggio 2017 Rivista Mensile N. 52
“POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1 NE/TN” | Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003
Trento CDM Restituzione
MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES
“Nel nome di chi non può parlare” Organo informativo ufficiale dell’associazione ProVita Onlus - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale -
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra madre terra,
rna, la quale ne sustenta et gove et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba
ECOLOGIA o ECOLOGISMO?
MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES
SOMMARIO
Notizie
EDITORIALE
Anno VI | Maggio 2017 Rivista Mensile N. 52 Editore ProVita Onlus Sede legale: via della Cisterna, 29 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182 Redazione Toni Brandi, Federico Catani, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel Piazza Municipio 3 - 39040 Salorno (BZ) www.notizieprovita.it/contatti Cell. 329-0349089
Ecologia o Ecologismo?
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LO SAPEVI CHE... ARTICOLI
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Lavoro, mamma, famiglia, vita
Giulia Tanel
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PRIMO PIANO
Direttore responsabile Toni Brandi
Alfredo Monteverdi
Ecologia e ecologismo: facciamo chiarezza
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Abele era ecologico, Caino era ecologista
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Elevare gli animali per abbassare l’Uomo
Enzo Pennetta
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FILM
Marco Bertogna
La verità è “omofoba”, la natura anche
Renzo Puccetti
Progetto e impaginazione grafica
francesca Gottardi
Tipografia
Distribuzione
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Marco Bertogna, Toni Brandi, Federico Catani, Ettore Gotti Tedeschi, Alfredo Monteverdi, Enzo Pennetta, Francesca Romana Poleggi, Renzo Puccetti, Giulia Tanel, Aldo Vitale La rivista Notizie ProVita non ti arriva con regolarità? Contatta la nostra Redazione per segnalare quali numeri non Ti sono stati recapitati e invia un reclamo online a www.posteitaliane.it. Grazie per la collaborazione! L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti e/o delle foto.
8
Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi
Il Grande Fratello verde
Federico Catani
Ettore Gotti Tedeschi
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Into the wild
Il diritto di vivere è anche un dovere
Francesca Romana Poleggi
Diritto e morte
Aldo Vitale
La rivoluzione della normalità
Toni Brandi
20 22 25 28
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EDITORIALE
E
cologia o Ecologismo?
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Il rispetto del creato – cioè dell’ambiente, dell’ecosistema e degli animali – è necessario per migliorare la qualità della vita nostra e delle generazioni future. A tal fine è certamente auspicabile lo sviluppo dell’ecologia applicata, cioè dello «studio della struttura e della conservazione degli ecosistemi naturali utilizzati dall’uomo, con lo scopo di prevenire o rimediare ai danni che subiscono e di imparare a gestirne le risorse». Chiariamo tuttavia meglio i termini della questione: la flora e la fauna che popolano il creato sono strumentali al benessere dell’umanità. L’uomo è sempre un fine, mai un puro mezzo. Gli animali e le piante sono cose che vanno usate bene per l’uomo (e non viceversa). Purtroppo un certo ambientalismo, ecologismo e animalismo che vanno sempre più di moda, tendono a invertire i ruoli fino al punto di considerare l’uomo il “cancro del pianeta”. La propaganda mediatica, infatti, dà risonanza ai modelli climatici elaborati dall’IPCC, gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, Intergovernmental Panel on Climate Change, senza dire che si sono rivelati sbagliati nel 95% dei casi. Ma nessuno parla del Non Governmental Panel on Climate Change, nel quale illustrissimi scienziati di tutti i continenti ridicolizzano gli allarmismi tanto di moda… In questo numero di Notizie ProVita potrete approfondire questi temi e constatare come anche l’ambientalismo e l’ecologismo siano ideologie intessute di quella “cultura della morte” che vogliamo, e dobbiamo, contrastare con tutte le nostre forze. Perché essa tende alla distruzione dell’uomo e della sua natura. Quella natura che non va considerata solo, come dice Kelsen, «un aggregato di dati oggettivi, congiunti gli uni agli altri quali cause ed effetti», ma andrebbe rivalutata e tutelata, con la ragione, anzitutto come suprema fonte del diritto. Perché non bisogna mai dimenticare che «esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così, e soltanto così, si realizza la vera libertà umana» (Discorso di Benedetto XVI al Reichstag di Berlino, il 22 settembre 2011).
Toni Brandi
ABORTO
LO SAPEVI CHE... Il successo clamoroso delle conferenze di Gianna Jessen, organizzate lo scorso inverno da ProVita Onlus insieme ad altre realtà associative delle varie città interessate, si è ripetuto anche nello scorso mese di marzo: è stata a Soresina (CM), a Benevento, a Caserta, a Poggibonsi (SI), a Brescia e a La Spezia. Gianna Jessen, sopravvissuta a un aborto salino nel 1977, in una clinica Planned Parenthood, è una testimone prolife d’eccezione: non solo parla per il diritto inalienabile di tutti alla vita, e quindi contro l’aborto, ma è l’incarnazione vera e propria di una trascinante voglia di vivere e di lottare contro le avversità. In questo mese di maggio sarà di nuovo in Italia e parteciperà il 20, a Roma, alla Marcia per la Vita.
Gli “Universitari per la Vita” durante la scorsa Quaresima hanno aderito ai “40 Giorni per la Vita”, la catena di preghiera davanti agli ospedali affinché cessino gli aborti. «Dio fa cose straordinarie attraverso le nostre povere preghiere – ha detto Robert Colquhoun, direttore delle campagne internazionali di 40 Days for Life, incoraggiando i giovani romani – e se anche avessimo salvato una sola vita, essa sarebbe valsa tutti i nostri sforzi». E invece nei suoi primi nove anni, durante 4
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i quali si sono svolte 4.535 campagne, in 675 città, in 40 Paesi, con 725.000 partecipanti, 40 Days for Life ha salvato quasi 13.000 bambini. 143 persone che lavoravano nelle cliniche abortiste (medici, infermieri, amministrativi) si sono licenziati, 83 cliniche hanno chiuso. Ed è un dato importante da sottolineare: partecipano anche persone non credenti. A Roma, per esempio, una giovane prolife atea mentre gli amici pregano distribuisce volantini.
La legalizzazione dell’aborto serve allo Stato per deresponsabilizzarsi rispetto ai problemi economici e sociali che fanno di una gravidanza un problema. In Bolivia, per esempio, il presidente Evo Morales ed il suo vice, Álvaro García Linera, tuonano contro lo sfruttamento, si proclamano difensori dei poveri e protettori dei popoli indigeni, però di fatto assecondano la depenalizzazione dell’aborto, in contrasto con la Costituzione del Paese, senza garantire la libertà di coscienza dei medici. Tra i motivi che consentirebbero l’aborto c’è la povertà. Ovvio: è molto più semplice eliminare un bambino – e lasciare la donna con il rimorso e nella medesima condizione di disagio – piuttosto che risolvere il problema economico alla radice…
Incinta di quattro mesi, Roxana Dragomir, dalla contea di Vrancea, in Romania, ha scoperto un cancro alle ossa. I medici le hanno consigliato l’aborto immediato e l’avvio di una speciale chemioterapia per fermare la malattia, ma lei ha rifiutato: ha atteso di dare alla luce la sua bambina, che ha chiamato Maya. Subito dopo il parto, la madre ha subito l’amputazione di una gamba e ha cominciato la chemioterapia. Alla fine, Roxana ha perso la sua battaglia contro il cancro, ed è morta. Come la “nostra” Chiara Corbella ha mostrato a tutto il mondo fino a che punto può arrivare l’amore.
EUTANASIA
VITA
Un’azienda veneta, la più antica azienda lattiero-casearia del nostro Paese, ha deciso di premiare i dipendenti che mettono al mondo un figlio. La scelta, assolutamente controcorrente, è della “Brazzale”: verrà assegnato un premio di 1.500 euro a tutti coloro - madri o padri - che mettono al mondo un figlio o che lo adottano. Ad un’unica condizione: essere assunti da due anni e garantire la presenza nel biennio successivo al lieto evento. Non sono di certo 1.500 euro a determinare la scelta o meno di mettere al mondo un figlio, ma è importante il messaggio culturale, la fiducia nel futuro: «Vogliamo che i giovani che investono sulla vita si sentano a proprio agio e che non debbano preoccuparsi del lavoro», ha detto l’amministratore delegato Roberto Brazzale.
Dalla Germania arriva la notizia di un ennesimo risveglio dopo sette anni di coma: uno dei tanti casi di cui i grandi media non parlano, perché sono un ostacolo a chi vuole l’eutanasia legale. Si tratta di Danijela Kovacevic che sta affrontando una lunga, faticosa e costosa riabilitazione, ma compie enormi progressi. Durante il flashmob organizzato da ProVita Onlus al Pantheon, contro l’approvazione della legge sulle DAT, Sara Virgilio, che già aveva partecipato alla nostra conferenza stampa alla Camera con Max Tresoldi, Pietro Crisafulli e Silvie Menard, ha nuovamente testimoniato: «Quando ero in coma, data per spacciata, percepivo tutto ciò che mi accadeva intorno, ma non potevo comunicarlo. E il mio timore era che avrebbero potuto staccarmi le macchine, perché io ero alimentata e idratata meccanicamente. Ma per me, la mia condizione non era un problema; l’unico problema era riuscire a dire agli altri: non ammazzatemi perché io sono viva». Anche lei ha affrontato lunghi anni di faticosa riabilitazione e diversi interventi chirurgici, ma poi si è presa due lauree ed ora è una giovane e bella donna perfettamente realizzata.
Il flashmob organizzato da ProVita Onlus al Pantheon per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione dell’eutanasia travestita da DAT in discussione in Parlamento.
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5
Lavoro, mamma, FAMIGLIA... VITA!
Giulia Tanel
Il mese di maggio è ricco di ricorrenze e appuntamenti interessanti per chi sostiene la cultura della vita
Il quinto mese dell’anno si apre con la Festa del Lavoro. Il lavoro, di per sé, è un bene per l’uomo: nelle società antiche era considerato degradante, ma con l’avvento del Cristianesimo si capisce che esso nobilita l’uomo, riafferma la dignità personale e serve per lo sviluppo della società.
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Poniamo rinnovata enfasi sulla Festa della Mamma: perché di mamma ce n’è una sola (e non è un «concetto antropologico»)!
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M
aggio è tradizionalmente un mese molto ricco di ricorrenze e appuntamenti, sia di carattere civile, sia religioso. E, in questo 2017, pare che il dipanarsi delle varie date sia caratterizzato da una gradualità quasi pedagogica: si parte dalla società, si vanno a toccare la persona e la famiglia e infine si arriva alla vita.
Nel nostro tempo, tuttavia, sembra che non sia più il lavoro che serve a vivere, ma che la vita serva per lavorare: si fa shopping anche la domenica, il che vuol dire che c’è chi lavora. Ben venga quindi una giornata all’anno in cui, salvo coloro che lavorano su turni per rendere un servizio essenziale alla società, si è invitati a fermarsi e a rimettere al posto giusto le priorità: il lavoro è un mezzo, uno strumento, non deve essere il fine della vita.
E, se si vuole proprio dirla tutta, sarebbe ora che si riflettesse su un cambio a 180 gradi della politica del lavoro: le famiglie dovrebbero poter vivere dignitosamente con un solo stipendio, quello dell’uomo, affinché le donne siano veramente libere di scegliere se e quanto lavorare. Neanche due settimane più tardi, la seconda domenica del mese, la tradizionale Festa della Mamma quest’anno cade il giorno seguente il centenario della prima apparizione della Madonna a Fatima. Nonostante i tentativi di boicottare questa giornata così politically uncorrect – come quella del papà, d’altronde – la mamma è la persona cui dobbiamo di più: non ci sono padri, mogli o mariti e figli che tengano. 6
n. 52 - Maggio 2017
Tutti siamo stati messi al mondo per mezzo di una donna che ha donato per noi il suo corpo, che ci ha accolto, nutrito e custodito per nove mesi senza chiedere nulla in cambio. Una donazione che – come insegna Chiara Corbella Petrillo, cui è dedicata ProVita Onlus – può arrivare fino a mettere la vita del figlio che si porta in grembo prima della propria. Ma, anche senza arrivare all’eroismo di Chiara, ogni mamma sa che ai figli si donano giorni e notti (a volte molto lunghe!) solo per la gioia di veder crescere, momento dopo momento, le proprie creature. Ogni mamma sa che non c’è rimpianto per le feste con gli amici o le vacanze mancate: ne vale davvero la pena. Oggi vorrebbero farci credere che la mamma sia un «concetto antropologico», che un “secondo papà” possa validamente sostituirla, che le donne incinte non si debbano chiamare «madri», bensì «persone in stato di gravidanza» (succede nel Regno Unito al fine di non turbare le transgender, donne travestite da uomini, che decidono di mettere al mondo un figlio) e che, in fondo, della mamma si potrebbe fare a meno. Stiamo assistendo a un sovvertimento antropologico, a una negazione della legge naturale che non ha precedenti e le cui conseguenze saranno visibili solo tra qualche anno, quando tutta la società sarà chiamata a pagare il conto. Benvenga perciò, e con rinnovata enfasi, la Festa della Mamma: perché di mamma ce n’è una sola.
uomo e una donna: solo l’unione tra due persone sessualmente differenti può infatti essere generativa di una nuova vita. L’evidenza è scientifica (forse che ognuno di noi non ha un DNA composto da 23 cromosomi paterni e 23 cromosomi materni? Esistono alternative?), ma anche sociale e psicologica (affinché vi sia una madre occorre un padre, e viceversa), nonché educativa (per una crescita armonica dei bambini è importante che vi siano due figure di riferimento, sessualmente diverse e complementari). Sarà quindi compito di ogni persona di buon senso ribadire che la famiglia è una sola: le altre convivenze non saranno mai “famiglia”, così come una mela resta una mela anche se si decidesse, per legge, di chiamarla con il nome di un altro frutto...
Il 20 maggio a Roma, alla VII Marcia Nazionale per la Vita, quest’anno ci sarà anche Gianna Jessen
Dunque: abbiamo detto della Festa del Lavoro, della Mamma, della Famiglia... concludiamo con la festa della vita! L’appuntamento è per sabato 20 maggio, a Roma, alla Marcia Nazionale per la Vita. Tante persone festanti, con manifesti e cartelli colorati, che sfilano per le vie della Capitale per ribadire pubblicamente che ogni vita ha il diritto di essere vissuta dal concepimento fino alla morte naturale. Senza “se” e senza “ma”. La Marcia quest’anno è preceduta da un convegno organizzato da ProVita Onlus, da Human Life International e dall’Istituto del Verbo Incarnato che si svolgerà in mattinata all’Angelicum. Poco prima di andare in stampa abbiamo inoltre appreso che alla Marcia quest’anno ci sarà un’ospite d’eccezione: Gianna Jessen. Gianna, famosa per essere sopravvissuta all’aborto, ci ha detto che tornerà volentieri in Italia, saluterà gli intervenuti al convegno e parteciperà di persona alla Marcia per la Vita.
Il giorno seguente, ecco la Festa Internazionale della Famiglia, ricorrenza istituita dall’ONU nel 1993 e che ogni 15 maggio vorrebbe riportare l’attenzione sulla cellula fondamentale della società. Da qualche anno anche questa festa è entrata nel vortice delle polemiche: cosa s’intende per “famiglia”? L’ONU ha risolto il problema alla radice, declinando la parola al plurale: “famiglie”. Eppure la realtà ci dice che la famiglia, nucleo fertile e fecondo, è solo una ed è quella formata da un
La buona battaglia per la vita è la madre di tutte le battaglie: se vince la vita, si risolvono persino i problemi dell’economia. La crisi economica, sociale e morale in cui siamo immersi è infatti legata inscindibilmente alla crisi demografica: se non si torna a mettere al mondo figli con generosità (almeno tre per coppia, il minimo per assicurare il ricambio generazionale), la ripresa non può prendere corpo. La sola, e unica, ricetta per poter tornare a guardare con speranza ai giorni che verranno è quella di puntare con coraggio sulla vita... l’avventura più bella che ci sia!
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