ProVita Marzo 2017 - Anteprima

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Anno VI | Marzo 2017 Rivista Mensile N. 50

“Nel nome di chi non può parlare” Organo informativo ufficiale dell’associazione ProVita Onlus - Organizzazione non Lucrativa di Utilità Sociale -

“POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1 NE/TN” | Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003

Trento CDM Restituzione

MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES

Notizie

OGNI

VALE

NO alle DAT NO all’EUTANASIA


MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES

SOMMARIO

Notizie

EDITORIALE

RIVISTA MENSILE N. 50 - Marzo 2017

Una questione di vita o di morte

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LO SAPEVI CHE... ARTICOLI

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Persona, famiglia, radici

Andrea Giovanazzi

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Redazione Toni Brandi, Federico Catani, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel Piazza Municipio 3 - 39040 Salorno (BZ) www.notizieprovita.it/contatti Cell. 329-0349089

La Festa della donna

Francesca Romana Poleggi

«Se lo dice il papi…»

Andrea Torquato Giovanoli

Direttore responsabile Toni Brandi

Per i disabili: una FIABA che diventa realtà

Nicola Maria Stacchietti

Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi

L’uomo può tutto?

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Progetto e impaginazione grafica

Perché l’eutanasia?

Aldo Rocco Vitale

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Editore ProVita Onlus Sede legale: via della Cisterna, 29 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182

Giulia Tanel

9 11 12

francesca Gottardi

PRIMO PIANO

Tipografia

Distribuzione

Sembra “consenso informato”, invece è eutanasia

Toni Brandi

Piccolo vocabolario della neolingua

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L’eutanasia come fatto sociale

Giuliano Guzzo

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Risvegli

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Una vera storia d’amore

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Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Toni Brandi, Marco Bertogna, Federico Catani, Andrea Giovanazzi, Andrea Torquato Giovanoli, Giuliano Guzzo, Anna Maria Pacchiotti, Francesca Romana Poleggi, Nicola Maria Stacchietti, Giulia Tanel, Aldo Rocco Vitale

La rivista Notizie ProVita non ti arriva con regolarità? Contatta la nostra Redazione per segnalare quali numeri non Ti sono stati recapitati e invia un reclamo online a www.posteitaliane.it. Grazie per la collaborazione!

L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti e/o delle foto.

Federico Catani

Anna Maria Pacchiotti

FILM

Nebbie in agosto

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EDITORIALE

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I

n questo numero di Notizie ProVita abbiamo avuto il piacere di intervistare due personaggi eccellenti: il giornalista Marcello Foa e la scrittrice Susanna Tamaro. Non abbiamo dimenticato, poi, che a marzo si celebrano la festa della donna e la festa del papà. Il tema centrale di questo mese però è – purtroppo – l’eutanasia. Mentre andiamo in stampa, infatti, sono ancora in discussione alla Camera le Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari. Offriamo perciò ai nostri Lettori informazioni che servono a riflettere e ad acquisire consapevolezza (abbiamo anche predisposto un breve “vocabolario della neolingua” per difenderci dal lavaggio del cervello…). Leggerete come, nei Paesi ove si è iniziato con la legalizzazione dell’eutanasia in casi estremi e forme particolarissime, nel giro di pochi mesi i paletti siano saltati e la morte sia dilagata. Come ProVita abbiamo lanciato una petizione e il 16 febbraio abbiamo tenuto una Conferenza Stampa alla Camera per sollevare il dibattito nell’opinione pubblica, dal momento che i media di regime tendono a non parlarne. Nella proposta di legge in questione – se anche volessimo riscontrare qualcosa di buono, per esempio, circa il consenso informato o altro – l’ambiguità ci pare regni sovrana. Non bisogna fidarsi: il testo va respinto in toto, perché tende “normalizzare” la morte per fame e sete che ha subito Eluana Englaro. Di argomenti contro l’eutanasia (attiva, passiva o suicidio assistito che dir si voglia) ce ne sono un’infinità. Se avete la possibilità di seguire il nostro portale www.notizieprovita.it ve ne sarete fatti un’idea. Personalmente mi ha toccato particolarmente ciò che ha scritto una malata terminale canadese, July Morgan. Questa donna dice di sentirsi terribilmente offesa dalla legge sull’eutanasia: solo quelli che si sono lasciati morire vengono elevati ad esempi di somma dignità, come se i suoi quattro anni di lotta contro il cancro non fossero stati “dignitosi”. Invece lei ha avuto la prova che la dignità è così intrinseca all’essere umano da potersi esprimere anche in condizioni di estrema vulnerabilità e dolore. Anche nei momenti più bui. L’eutanasia legale, dice Julie, la spaventa: la fa sentire in “dovere” di chiedere di morire. “Taglia le gambe” a chi invece ha bisogno di energia e incoraggiamento per lottare, per difendere la propria vita... perché ci sono dei momenti in cui una persona si può sentire “da buttar via”. Ma la vita non è mai da buttare via. Mai. Toni Brandi


LO SAPEVI CHE... SUPERARE GLI HANDICAP

STUDIARE ALL’ARCIGAY

Collette Divitto, 26 anni, ha sempre avuto la passione per la cucina, in particolare per i dolci, e ha tentato più volte di farne una professione. A Boston, tuttavia, nessuno pareva aver bisogno di lei. Ora, grazie all’aiuto e ai sacrifici dei genitori, Collette ha aperto il suo negozio di pasticceria e i suoi biscotti al cioccolato e cannella sono diventati famosi! E così il sogno di Collette si fa più grande: vuole riuscire a dare lavoro ad altre persone con la Trisomia 21, come lei.

I non addetti ai lavori forse non sanno che nel corso del triennio delle scuole superiori, durante l’anno scolastico e/o durante l’estate, per i ragazzi è prevista un’esperienza lavorativa organizzata in convenzione tra la scuola e un’azienda o un ente, la quale sarà anche oggetto d’esame durante il colloquio della maturità. A Padova e Provincia è stato preparato un opuscolo – con la collaborazione di diversi enti (perfino della diocesi) – per aiutare le scuole nella scelta di detti partners. Da questo apprendiamo che i ragazzi possono andare a fare uno stage presso l’Arcigay, Circolo Tralaltro. Chissà quanti genitori saranno lieti di sapere che la scuola manda i loro figlioli a fare un’esperienza “formativa” all’Arcigay. Chissà quanti professori e presidi saranno orgogliosi di averceli mandati. La neo-Ministro dell’Istruzione sarà davvero contenta: questo non è gender nelle scuole... è molto di più!

GENDER A TEATRO (MA CI VANNO LE SCUOLE) Spettacoli teatrali come Fa’afafine (la storia di un bambino che un giorno si sente maschio e un giorno si sente femmina) e Bent (la storia di due omosessuali in un lager nazista) hanno sollevato le proteste di molti genitori e docenti, in diverse città d’Italia. Anche se in alcuni casi la Gaystapo ha assunto un tono intimidatorio con i genitori che hanno presentato la richiesta di consenso informato e con i docenti 4

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neo-assunti (in prova) che si sono rifiutati di portare i loro allievi a teatro, a Potenza, a Pisa, a San Pietro In Casale (Bologna), ad Avellino, a Rimini, a Vicenza, a Bolzano e a Pistoia gli spettacoli sono stati cancellati, oppure sono stati disertati. La questione non è quella di voler operare una “censura”, il problema è che (anche a detta di illustri pedagogisti e psichiatri) la scuola non può ritenere questo tipo di spettacoli adatti a bambini e ragazzi.

quasi esclusivamente di cellule umane». Il problema principale – ammesso dagli stessi ricercatori impegnati nel progetto – è che le cellule staminali umane potrebbero migrare nel cervello del maiale, dando ad esso caratteristiche umane. E già c’è chi si preoccupa per la sofferenza degli… animali!

ISLANDA PER I GIOVANI

MAIALI UMANI Il Salk Institute of Biological Studies, in California, ha prodotto embrioni chimere, iniettando cellule staminali umane in embrioni di maiali. I media cercano di porre la questione solo e unicamente dal punto di vista del progresso della scienza, che sarà in grado di fornire organi di ricambio in quantità illimitata alle persone malate in attesa di trapianto. Nessuno si chiede se sia giusto, per fare un pancreas nuovo, ammazzare un bambino allo stato embrionale (perché, allora, non far crescere quel pancreas nel legittimo proprietario umano, per poi toglierglielo quando sarà abbastanza grande – adulto! – per trapiantarlo? Soffrirebbe? Lobotomizziamolo e teniamolo in frigorifero!). Comunque i maiali risultanti dall’esperimento avranno organi «fatti

In Islanda, con un lavoro congiunto tra famiglie, Stato e istituzioni scolastiche e ricreative è stato realizzato con successo un programma anti-droga denominato “Youth in Iceland”. È iniziato ufficialmente nel 1992 e punta a trovare e incentivare delle attività alternative, salutari, in grado di aiutare a gestire lo stress che è all’origine del consumo di alcol e droga (chi cerca eccitazione, chi cerca stordimento…). Sono state promosse attività sportive e artistiche, sono state bandite le pubblicità di bevande alcoliche e sigarette, è stato vietato l’acquisto di queste ultime per i minori di diciotto anni e di alcol per i minori di vent’anni; infine, ai ragazzi tra i tredici e i sedici anni è stato imposto il coprifuoco alle dieci di sera in inverno e a mezzanotte d’estate. Tra il 1997 e il 2012 è raddoppiato il numero degli adolescenti che praticava sport quattro volte a settimana e che trascorreva più tempo con i genitori ed è crollato il numero di ragazzi che assumevano alcol e droghe.

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PERSONA, FAMIGLIA, RADICI

Andrea Giovanazzi

L’autenticità della persona, la forza della famiglia, la fedeltà alle nostre radici

A

bbiamo incontrato il giornalista Marcello Foa, che gentilmente ha voluto rispondere ad alcune nostre domande.

Come vuole presentarsi ai nostri Lettori? Sono giornalista per vocazione. Allievo di Montanelli, ho lavorato a Il Giornale per vent’anni, ora dirigo il gruppo editoriale svizzero Corriere del Ticino-mediaTi. Insegno anche all’università, la mia specializzazione è la manipolazione mediatica. Recentemente, come giornalista, è stato molto apprezzato negli ambienti prolife italiani in merito alla questione francese… Ho semplicemente scritto quello che era doveroso: in Francia è in atto il tentativo di vietare qualunque forma d’informazione pro-vita, come se fosse un’ideologia estremista. Viene trattata alla stregua delle teorie naziste, il che è paradossale e drammaticamente 6

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emblematico dei tempi che viviamo: a voler essere provocatori, si potrebbe dire che le logiche naziste e settarie sono quelle di Hollande. Com’è possibile cercare di vietare idee e posizioni etiche che sono perfettamente legittime? Lei è stato uno dei pochi giornalisti nazionali ad esporsi, non Le sembra strano? Sì, dovrebbe essere strano, ma in realtà non lo è. La notizia non ha ricevuto attenzione mediatica in Italia ed è passata come se fosse una cosa normale, mentre a mio giudizio rientra nei tentativi di un certo establishment di lavare il cervello alle masse e di limitare la libertà di stampa, soprattutto sul web. E infatti la legge fa riferimento soprattutto alla propaganda su internet. Da quando il popolo britannico ha votato la Brexit e quello americano ha eletto Trump, è in corso un tentativo di mettere il bavaglio all’informazione alternativa su internet. Ciò è molto grave.


E come è possibile che tutti i giornali ignorino certi fatti importanti e si concentrino su altri? Le notizie appaiono sui giornali quando o sono così rilevanti da non poter essere ignorate (terremoto, crisi di governo, eccetera) o quando, a parità d’importanza, sono spinte da spin doctor che le presentano con la giusta enfasi, affinché vengano riprese dai media. O non riprese: in questo caso era meglio farla passare in silenzio, e così è stato. Se non c’è enfasi, nessun corrispondente o nessun caporedattore si accorge dell’importanza del fatto. Il processo di agenda setting, ovvero di gerarchizzazione delle notizie e degli eventi, ricorre a tecniche sofisticate che la maggior parte dei giornalisti ignora. Ciò che sta spiegando può essere applicato su scala mondiale? Anche su scala mondiale. La simultaneità di certe campagne non è casuale. Com’è possibile che i tormentoni a favore dei “matrimoni” gay o della teoria gender esplodano simultaneamente in diversi Paesi, o comunque con uno scarto temporale minimo? Il conformismo non è sufficiente per spiegare fenomeni internazionali, che peraltro sono ricorrenti.

Cambiare la semantica significa mutare i valori

Trattasi di campagne di propaganda e talvolta di vera e propria ingegneria sociale, ovviamente mai dichiarate espressamente ma la cui pianificazione è evidente, perlomeno a chi osserva il mondo con lucidità e ha un po’ di conoscenze dei meccanismi di comunicazione, come la finestra di Overton. In questo ambito il ruolo trainante di grandi istituzioni internazionali, come l’Onu, è rilevante, in quanto serve a dare autorevolezza e legittimità internazionale a tali teorie. Il processo richiede tempo, certe percezioni non si cambiano dall’oggi al domani, ma chi promuove queste campagne si pone obiettivi di lungo periodo. Su questa rivista abbiamo, a diverse riprese, parlato della neolingua: cosa ci dice in proposito, in qualità di docente di tecniche della comunicazione? Purtroppo il mondo disegnato da Orwell in 1984, e per molti versi da Huxley in Il Mondo Nuovo, sta diventando realtà. Cambiare la semantica significa mutare i valori. Quando i formulari degli asili non riportano più l’indicazione «padre» e «madre», ma «genitore 1» e «genitore 2» si compie un’operazione pericolosissima di sradicamento. Il pretesto è quello di non offendere i genitori gay, ma lo scopo reale è di creare una società nella quale la famiglia tradizionale non ha più senso e nella quale, attraverso il grimaldello del gender e della sessualità, si relativizza tutto, tranne il diritto a perseguire il proprio piacere personale, soprattutto quello sessuale e trasgressivo. La neolingua è funzionale in tal senso. 2017 Marzo - n. 50

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In questa continua corsa verso nuovi “diritti” umani, l’aborto come può essere considerato? L’aborto è presentato come un metodo legittimo di controllo delle nascite, il che, peraltro, è assurdo nella nostra epoca in cui non mancano precauzioni molto efficaci. Lo schema ideologico è lo stesso: il diritto individuale della donna è anteposto a qualunque altra considerazione, etica e valoriale. Gli effetti sono duplici: da un lato la disgregazione della famiglia e del concetto di sacralità della vita, insito in tutte le religioni semitiche (cristianesimo, islam, ebraismo). Dall’altro l’esaltazione dell’egoismo e dell’individualismo, che giocano un ruolo importantissimo nello scardinare le società tradizionali e nell’atomizzare l’individuo. Come interpreta il fatto che nella democraticissima Europa siamo già all’eutanasia post nascita? Fortunatamente l’eutanasia post nascita non è

ancora diffusa, però è coerente con il progetto: se il figlio non è normale, se ha un handicap e dunque ti “rovina” la vita, in una società in cui gli individui sono deresponsabilizzati ed egoisti, hai diritto di sopprimerlo. Rabbrividisco solo al pensiero… A differenza di molti suoi colleghi, Lei ha sempre avuto il coraggio di esporsi, andando controcorrente pur di dire la verità: un messaggio e un consiglio per i nostri Lettori? Faccio semplicemente il mio lavoro, sforzandomi di essere onesto con me stesso e con i lettori. Il consiglio è di essere consapevoli delle minacce che incombono sulla nostra società e di non cedere: l’autenticità della persona, la forza della famiglia, la fedeltà alle nostre radici, alle nostre tradizioni, alla nostra religione è la grande risposta alle forme più insidiose di manipolazione; ricordando che questi sono bisogni ancestrali, che solo la nostra strana epoca mette in dubbio.

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