ProVita Ottobre 2016 - Anteprima

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“POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1 NE/TN” | Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003 | Contributo suggerito € 3,00

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Notizie

MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES

“Nel nome di chi non può parlare” Anno V | Rivista Mensile N. 45 - Ottobre 2016

- La scomparsa dell’infanzia - Tanto sesso, poca felicità

guardiamo al futuro:

PROTEGGIAMO I BAMBINI


MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES

SOMMARIO

Notizie

EDITORIALE

RIVISTA MENSILE N. 45 - Ottobre 2016

Editore ProVita Onlus Sede legale: via della Cisterna, 29 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182

Guardiamo al futuro: proteggiamo i bambini

LO SAPEVI CHE... ARTICOLI

Redazione Toni Brandi, Federico Catani, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel Piazza Municipio 3 - 39040 Salorno (BZ) www.notizieprovita.it/contatti Cell. 329 0349089

«L’aborto legale è una vigliaccata»

Giulia Tanel

Il genocidio delle persone Down

Giuliano Guzzo

Direttore responsabile Toni Brandi

L’illegittimità dell’utero in affitto

Aldo Vitale

Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi

Obiezione di coscienza, libertà, democrazia

Renzo Puccetti

Progetto e impaginazione grafica

La televisione rovina la famiglia?

Fabrizio Cannone

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PRIMO PIANO

Tipografia

Il pericolo dell’ipersessualizzazione dei bambini

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La scomparsa dell’infanzia

Roberto Marchesini

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Distribuzione

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Fabrizio Azzolini, Fabrizio Cannone, Federico Catani, Giuliano Guzzo, Roberto Marchesini, Dina Nerozzi, Renzo Puccetti, Giacomo Rocchi, Marco Scicchitano, Giulia Tanel, Aldo Vitale

Giacomo Rocchi

La “scienza” e la sessualità dei bambini

Dina Nerozzi

I “padri nobili” del sesso per minori

Federico Catani

La voce dei genitori

Fabrizio Azzolini

Tanto sesso, poca felicità

Marco Scicchitano

L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti e/o delle foto.

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EDITORIALE

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uardiamo al futuro: proteggiamo i bambini. Nello scorso numero di luglio abbiamo visto come sia stato stravolto e annichilito quel “comune senso del pudore” che serve a tutelare l’alto valore e la dignità di ogni persona: spesso, oggi, la donna è ridotta a mero oggetto di piacere e il sesso a un redditizio prodotto commerciale. Abbiamo anche visto come le agenzie dell’ONU – oramai imbevute dell’ipersessualismo di matrice sessantottina – promuovano una “educazione sessuale globale” che è stata definita come una vera e propria “guerra contro i bambini”. Alcuni fatti recenti, tuttavia, ci hanno indotto a tornare sul tema e ad approfondirlo. In particolare la pubblicazione di una Raccomandazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che, incredibilmente, è intervenuta invitando gli Stati membri a prestare attenzione per evitare l’ipersessualizzazione dei bambini. Abbiamo chiesto, allora, a un illustre giurista di commentare il documento (p. 16), a una psichiatra e a due psicoterapeuti di aiutarci nuovamente a riflettere sulla perniciosità del “sesso per bambini” (pp. 19, 21 e 26) e al presidente di una nota Associazione di farsi portavoce dell’opinione dei genitori (p. 24). Sui pericoli del sesso per bambini è bene stare all’erta, perché il lavorio mefitico di chi vuole realizzare una vera e propria rivoluzione antropologica, che porterebbe solo alla degradazione dell’essere umano, è instancabile e ben foraggiato (i documenti di Soros lo dimostrano molto chiaramente). Infatti, i rapporti dell’Agenzia UE per i diritti fondamentali del 2014 mostrano che il record degli abusi contro le donne e i bambini è detenuto dai Paesi del Nord Europa, quelli sessualmente più spregiudicati. Ma anche da noi basta guardare le pubblicità e la TV per rendersi conto dei messaggi distorti che arrivano ai nostri piccoli. Essi promuovono l’uso del corpo – proprio e altrui – come strumento di piacere fine a se stesso, e nient’altro. La dimensione sessuale è naturalmente importante per ogni essere umano. Tuttavia “importante” non vuol dire “totalizzante”, né vanno prospettate ai bambini questioni psico-fisiche che non sono in grado di affrontare. Forse gli adulti, tramite il sesso, vogliono riempire il vuoto esistenziale dovuto alla mancanza di valori e di relazioni profonde… ma, per favore, lasciamo in pace i bambini! Toni Brandi

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LO SAPEVI CHE... FAMIGLIA

I single sono sempre più numerosi: in Italia le “mono-famiglie” (ecco un altro termine coniato dalla neolingua, che confonde le menti e promuove concetti falsi) sarebbero circa il 30%. In Svezia raggiungono addirittura il 50%. Vi è chi vive la propria situazione di single con sofferenza o disagio, ma vi sono quelli che vivono la loro singletudine con orgoglio, ostentando la loro libertà, responsabili solamente di se stessi. Anche l’American Psychological Association sostiene che le persone single sono più dinamiche, più presenti alla realtà, con più relazioni e – in definitiva – più felici. Lo psicologo Tonino Cantelmi risponde, invece, che la singletudine è un fenomeno legato alla rinuncia a quella che egli chiama la “progressione magnifica”: essa permette di partire da un Io (l’“esserci”), per passare ad un Tu (l’“esserci-con”) e infine giungere a un Noi (l’“esserci-per”), dimensione ultima e sola che apre alla generatività, alla creatività e all’oblatività. La decostruzione della famiglia e l’idolatria della solitudine realizzano la demolizione dell’“esserci”, cioè del punto di partenza. È il trionfo dell’individualismo. E forse anche dell’infelicità.

GENDER Le manifestazioni di piazza possono sconfiggere gli ideologi gender. Un milione di colombiani sono scesi in piazza, negli scorsi mesi, contro il tentativo, da parte del Governo, di imporre nelle scuole la teoria gender in nome della tolleranza e del rispetto. L’esecutivo ha reso noto che, per il momento, qualunque tentativo di violare il diritto 4

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prioritario dei genitori di educare i figli in base ai propri valori verrà cassato. Il presidente Santos ha promesso che il Ministero dell’Istruzione, guidato dal ministro Gina Parody, attivista lesbica, non promuoverà alcuna politica basata sull’ideologia gender. Le polemiche sono nate da un manuale (Orientamenti sessuali e identità sessuali non egemoniche nella scuola) che aveva il sigillo dell’esecutivo ed era stato elaborato con la collaborazione di Unfpa e Unicef (ovvero dalle Nazioni Unite). I “poteri forti” hanno i piedi d’argilla: non sempre riescono a vincere. Se ad avversarli vi sono realtà e associazioni senza doppi fini, ben organizzate, unite e compatte, i prepotenti tremano, vacillano e alcune volte cadono pure.

LOBBY LGBT Dietro l’agenda delle lobby Lgbt c’è il grande capitale: lo abbiamo detto in tante occasioni e ora i documenti di George Soros lo provano indiscutibilmente. La fuga di notizie ha – tra le altre cose – rivelato come il magnate intende «supportare la società civile nel mondo». Dai database della sua Open Society Foundation, con cellule e società affiliate in tutto il mondo, risulta che tra il 2013 e il 2014 – in pratica in vista delle elezioni europee – Soros si è occupato dell’Italia e ha dato ben 100.000 dollari (per l’esattezza 99.690$) all’Arcigay, nel contesto del progetto “LGBT Mob-Watch Italy-Europe 2014”. Emerge nitidamente, inoltre, che la crisi economica è considerata positivamente: le persone, preoccupate di sbarcare il lunario, avranno meno tempo e meno voglia di lottare per la dimensione valoriale. Non è un caso quindi se proprio ora cercano di farci digerire ideologia gender,


pseudo-matrimoni omosessuali, adozioni gay e utero in affitto. Sanno che questo è un momento favorevole. PRINCIPI NON NEGOZIABILI Un autorevole rappresentante dell’Islam in Italia ha chiesto di legalizzare la poligamia: si può non essere d’accordo con matrimonio gay e poligamia (e poliandria, perché no…), ma la legge è legge, le “famiglie” sono tante e «love is love». Il ragionamento è coerente. Da parte laica, di sinistra, e libertaria la cosa ha creato un certo imbarazzo. Chi ha sempre predicato: «Basta che ci sia il consenso informato e si può fare tutto» (del resto tutto è contratto, no? Il matrimonio, la maternità, la produzione e vendita di figli…), e anche: «Se due uomini si amano e si sposano a te che male fanno?», oggi s’industria a rispolverare la vecchia categoria giuridica dei “diritti non disponibili”, non alienabili, non limitabili, nè modificabili o cedibili persino da parte dello stesso titolare. Quei “principi non negoziabili” che non consentono il lavoro schiavistico o il commercio degli organi o ogni altra degradazione della dignità personale, anche qualora vi fosse il consenso dei diretti interessati. E allora come possono continuare a giustificare l’aborto, l’eutanasia, la fecondazione artificiale, l’utero in affitto, il commercio dei gameti e il matrimonio gay?

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sperma, o di ovuli, scambi di embrioni, difetti genetici “procurati”, negli Stati Uniti, nell’ultimo anno, sono stati numerosissimi. I controlli sulla qualità dei servizi sono insufficienti, si limitano a valutare le condizioni igieniche e non badano alla tenuta dei registri… Allora l’American Society for Reproductive Medicine ha emanato una sorta di codice di autoregolamentazione, secondo il quale le cliniche della fecondazione artificiale si dovrebbero impegnare a informare i clienti degli errori non appena vengono scoperti, dovrebbero promuovere “una cultura della verità”. Chissà: forse bisognerebbe rendersi conto che è la fecondazione artificiale a essere sbagliata. Quando i paletti dell’etica cominciano a saltare uno a uno, per quale motivo bisogna mantenere in piedi proprio il logoro, vecchio e bigotto dovere di dire la verità?

FECONDAZIONE ARTIFICIALE E VERITÀ Le cliniche specializzate in fecondazione artificiale e le relative banche del seme sono dei veri e propri supermarket di gameti, che molto spesso vengono accusate (in sordina: non c’è mai tanta pubblicità su queste cose, chissà perché) di negligenza e di fornire “prodotti” (= bambini) non rispondenti alle aspettative. I casi di proteste, azioni legali, e richieste di risarcimento per confusione o perdita di fiale di

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OMOSESSUALITÀ E OMOSESSUALISMO Lo scrittore Giorgio Ponte ha recentemente affermato in un’intervista: «L’omosessualità non è un’identità, perché è mutevole e non innata. Fondamentalmente, è un’attrazione per persone dello stesso sesso che ha delle ragioni psicologiche. Oggi viene considerata “gabbia” qualsiasi cosa rappresenti un limite al nostro desiderio. La natura stessa, in questo senso, è la più grande delle gabbie. Da qui nasce una visione negativa di ogni tipo di ordine, morale, civile e religioso. Perciò i “diritti gay” fanno comodo a molti, anche a chi non ha tendenze omosessuali: a chi desidera vivere una sessualità senza regole. I gruppi Lgbt più aggressivi strumentalizzano i bisogni delle persone, le loro ferite, le loro paure. Il senso di persecuzione, di inferiorità e di disagio è infatti spesso correlato al desiderio omosessuale, a prescindere da quanto effettivamente un individuo sia stato o meno perseguitato. [...] Negli anni l’autostima lesa ci ha fatto interiorizzare l’idea di essere inferiori, e che il mondo fosse contro di noi. I gruppi Lgbt alimentano questo vittimismo e questo senso d’inferiorità, invece di aiutare i loro associati a riconoscere la menzogna che si cela in esso. In questo modo si genera tutta l’aggressività e il bisogno di ostentazione che spesso vediamo. Poiché chi si sente vittima, prima o poi diventa carnefice». Ottobre 2016 - n. 45

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Giulia Tanel

«L’ABORTO LEGALE È UNA VIGLIACCATA» Intervista a Silvana De Mari, medico e scrittrice fantasy

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a dottoressa Silvana De Mari è medico e psicoterapeuta. Ha esercitato la professione in Italia e, come volontaria, in Etiopia. Scrittrice di successo anche fuori dai confini nazionali, pluripremiata, racconta soprattutto di elfi, di orchi e di folletti. Le siamo grati per averci rilasciato questa intervista.

Silvana De Mari, Lei è medico e scrittrice (principalmente) fantasy. Un binomio professionale inconsueto? In realtà i medici che scrivono sono moltissimi, anche perché la narrazione – e soprattutto quella fantastica – può essere considerata uno dei primi mezzi di terapia. Quando si racconta una storia, si vanno a modificare i neurotrasmettitori di chi ascolta. Quando si racconta una fiaba a un bambino, egli produce endorfine, neurotrasmettitori che diminuiscono la percezione del dolore, aumentano le difese immunitarie, potenziano il sistema cognitivo e che, infine, fanno scivolare verso il sonno. Una terapia basata sulla narrazione è l’effetto placebo. Come la mamma che dice al bimbo: «Oh, ti sei fatto la bua! Ti do un bacino, così ti passa». La narrazione e la scrittura sono dunque un gesto medico.

Questa è dunque la Silvana De Mari di oggi. Ma la sua vita è iniziata in salita... La mia nascita è andata benissimo, parliamoci chiaro. È vero, il parto è stato difficile dal punto di vista ostetrico. Inoltre sono nata di sette mesi, con problemi respiratori e dopo una gravidanza difficile... ma sono in pista! E questo anche grazie alla mia mamma, alle mie due nonne e alla mia sorellina che pregavano e facevano il tifo per me. All’inizio, proprio il primissimo periodo, non sono stata desiderata: sono una figlia della cosiddetta maternità “accidentale”, o “irresponsabile”. Sono stata accolta – come molti altri bambini nel contesto socio-economico del dopoguerra – con un: «Oh no! Eppure avevamo fatto attenzione!». Ma, a dispetto di questo primo momento, sono poi stata accettata e desiderata, e anzi i miei genitori hanno speso molto per effettuare le cure necessarie per portare avanti la gravidanza. Il fatto di non essere stata voluta fin dal primo istante non mi è mai stato nascosto. Anzi, i miei genitori me l’hanno sempre raccontato come una potenzialità, come segno che nella vita avrei potuto affrontare qualsiasi battaglia: ero partita in salita, potevo farcela! Ancora oggi li ringrazio per questa narrazione. Questa esperienza di vita, così intima e profonda, la porta oggi ad affermare che «L’aborto legale è una vigliaccata». Uccide un bambino e segna per sempre la vita di una mamma (e, con lei, di tutte le persone che sono legate a questa nuova creatura), nel nome di una presunta volontà – libera e umana – che è tuttavia molto debole... Nel parlare di aborto lasciamo perdere la religione. Guardiamo alla biologia: se può, una creatura vivente tende a sopravvivere e a riprodursi. L’aborto è un evento terribile, oggi troppo banalizzato. Si tratta di un suicidio differito che, proprio come il suicidio diretto, pone fine a una vita e trasmette all’inconscio della donna un messaggio devastante: «Io non valgo nulla».

La dottoressa Silvana De Mari

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A fine luglio ha fatto scalpore la dichiarazione di Marina Abramovich [un’artista contemporanea, la cui “arte” è opinabile], la quale ha affermato con fierezza di aver abortito tre volte per potersi dedicare alla carriera... Ovviamente, come giustamente sostenevano le femministe, non si possono avere bambini e nello stesso tempo fare la Cappella Sistina. Ma il punto è proprio qui: la maternità è una cosa immensa, che supera ogni creatività. Gli uomini hanno compensato la mancanza di maternità donando all’umanità opere straordinarie, ma sono opere fatte da uomini e se un terrorista islamico farà esplodere la Cappella Sistina, qualcun altro la dipingerà di nuovo. Invece nessuno è in grado di “fabbricare” un bambino, essere unico e irripetibile.

Gli uomini hanno fatto opere straordinarie, ma solo le donne possono dare alla luce un bambino, essere unico e irripetibile

Quanto odia se stessa, l’Abramovich! Le sue performance sono torture, sono piene di dolore e di morte. E lei porta al collo un crocefisso capovolto.

C’è un altro punto che vorrei sottolineare: i satanisti. Molti di noi sono convinti che il satanismo si riduca a una manciata di tizi tatuati che sgozzano un capretto in un casolare di periferia. Non è così, purtroppo. La straordinaria antropologa Cecilia Gatti Trocchi – grande esperta di esoterismo, occultismo, nuove religioni e sette – sosteneva che un gran numero di persone ha fatto ricorso ai tarocchi, ma che il satanismo è enormemente più potente. I satanisti hanno un programma ufficiale, che consiste nel distruggere l’umanità facendo leva su aborto, droga, suicidio e sodomia. Poniamoci dunque questa domanda: tutti noi, di fatto, stiamo collaborando alla

distruzione dell’umanità proprio come hanno in mente persone psicotiche, quali i satanisti? Quale proposta avanzerebbe per contrastare l’aborto e favorire una cultura della vita? In Italia abbiamo un tasso di 1,3 figli per donna. In sostanza stiamo distruggendo noi stessi e ci stiamo avviando verso l’estinzione. E questo perché viviamo in una specie di “dittatura” dell’aborto. Forse una società non può obbligare una donna a tenere il bambino che porta in grembo, ma non è lecito che tappezzi la città di cartelloni in favore dell’aborto... Anche considerato che nessuno parla mai del post-aborto, che può arrivare a generare psicosi molto gravi.

Per questo sono solita affermare che le vere donne, quelle che si amano, non abortiscono. Ad abortire sono quante hanno rinnegato il loro essere donne, che in qualche modo devono poi ricostruire con l’assunzione della responsabilità e della colpa, ma anche con la riparazione: dare un nome al bambino non nato, accendere per lui una candela e accogliere un altro bambino; oppure aiutare una mamma in difficoltà, affinché almeno lei possa fare la scelta giusta.

L’aborto pone fine a una vita e trasmette all’inconscio della donna un messaggio devastante: «Io non valgo nulla»

Il mio prossimo libro, Hania, sarà dedicato ai folletti, esseri che si differenziano dagli gnomi in quanto sono incorporei. La mitologia europea è piena di folletti. E, in un certo senso, i folletti sono le anime dei bimbi morti a causa dell’aborto, o per infanticidio: le loro voci rimangono, continuano a essere sentite... Per combattere tutto questo è necessario parlare in maniera chiara con le donne che vogliono abortire e – con una sincerità che in pochi oggi hanno, come mi dimostrano le pazienti che ho in terapia – dire loro: «Signora, lei potrebbe rimpiangere questo gesto». È una frase importante, che potrebbe salvare una vita. Diciamola! Nel concludere, quale messaggio vorrebbe lasciare ai bambini e ai giovani di oggi, che spesso non hanno valori solidi cui aggrapparsi (la vita, la famiglia...) e che faticano a incontrare sul loro cammino adulti che possano essere per loro maestri credibili? «La Verità vi renderà liberi». La verità! Non il politicamente corretto, che è la più delirante forma di abbattimento del pensiero che sia mai esistita.

Ottobre 2016 - n. 45

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30 N. 42 - GIUGNO 2016

Avviso a paga

DIFENDI LA

FAMIGLIA

E I TUOI FIGLI

SOSTIENI

Alessandro Fiore, portavoce di ProVita, e Mario Agnelli, Il bene comune può essere realizzato solo attraverso la promozione senza compromessi della Vita portavoce dei Sindaci che hanno sollevato obiezione di coscienza alle unioni civili. e della Famiglia naturale fondata sul matrimonio. Notizie ProVita ha pubblicato un “Patto per la famiglia naturale” con il quale i candidati Sindaci nei capoluoghi di Provincia e i candidati Sindaci e Consiglieri nei capoluoghi di Regione si impegnano

a difendere la Famiglia, la Vita e Saudita, i bambini e a lavorare nell’interesse e per il maggior bene di tutto offrire servizi in Mauritania, Arabia Yemen, il popolo della realtà territoriale in cui sono candidati. Somalia, in altri paesi dove l’omosessualità può essere Vai sul sito www.notizieprovita.it per leggere il “Patto per la famiglia naturale” e conoscere i nomi dei candidati “nel nomeche di lo chihanno nonsottoscritto! può parlare” punita con la pena di morte, e in Nigeria, dove il WWW.NOTIZIEPROVITA.IT comportamento omosessuale può essere punito con la fustigazione, la prigione, o la morte per lapidazione. 12. Salesforce, una società di software, ha minacciato che avrebbe ridotto gli investimenti in Georgia. Ma Salesforce opera serenamente in India dove Human Rights Watch spiega che il codice penale ha rafforzato l’idea che la discriminazione e i maltrattamenti delle persone LGBT sono accettabili. 13. Apple Inc.: protesta negli USA, ma produce in Cina e vende nei Paesi Arabi. 14. National Basketball Association (NBA): è preoccupata per l’omofobia in USA, ma organizza manifestazioni sportive in Sud Africa, dove il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha scritto in una relazione della sua preoccupazione per il razzismo e la xenofobia. 15. Netflix, leader mondiale della TV via Internet, ‘è una società inclusiva’, dice. Ma offre i suoi servizi per esempio in Libia, la patria delle violazioni del dirittoUTERO internazionale. SPECIALE IN AFFITTO di donne e bambini tollerato dalla “società civile” 16. Sony: ha un ufficio inIl mercato Kazakhstan, dove Amnesty International segnala che si pratica la tortura e dove le libertà di espressione, associazione e riunione pacifica sono limitate. POSTE ITALIANE S.p.A. | Spedizione in AP - D.L. 353/2003 | (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) | art. 1, comma 1, NE/PD | Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003 | Contributo suggerito € 3,00

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Anno IV | Rivista Mensile N. 37 - Gennaio 2016

PROVITA

Chi salva i bambini,

salva le madri Una testimone davvero eccezionale: Margherita Borsalino Garrone

Proposta di legalizzare l’eutanasia alla Camera

Molte grandi imprese si indignano per ‘l’omofobia’ dei governi federati (che riconoscono il diritto all’obiezione di coscienza), ma che fanno affari d’oro fuori dagli USA, in Paesi dove l’omosessualità è addirittura reato, passibile di condanna a morte

9. General Electric Co., si dà da fare in Arabia Saudita, un Paese che criminalizza il comportamento omosessuale (nel 2014, un uomo saudita è stato condannato a tre anni di carcere e 450 frustate: aveva usato Twitter per organizzare incontri con uomini). 10. The Coca-Cola Co.: nel 2006, gli impianti di imbottigliamento della Coca-Cola sono stati accusati di interferire con i problemi di irrigazione nelle regioni dell’India e America Latina che soffrono per scarsità d’acqua. Più di recente, la Coca-Cola è stata accusata di rifornirsi di zucchero beneficiando di espropri non etici. Il sito della Coca-Cola, però, elenca la bio-diversità, la tutela dei diritti delle popolazioni locali, la sostenibilità come valori fondamentali (oltre che ‘l’inclusività’). Anche essa ha levato vibrata protesta contro le leggi omofobe della Georgia ecc. 11. PayPal addirittura è intervenuta nella polemica sulla legge per i bagni unisex. Ma PayPal continua a

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Gli attivisti LGBTQIA(...) pretendono che ognuno sia libero di andare nello spogliatoio o nel bagno ‘che si sente’: un uomo che apparentemente ha gli attributi da uomo, ma che ‘si sente donna’ dovrebbe poter andare nello spogliatoio (o nel bagno) delle donne

Insomma, sappiamo bene quanto sia faticoso, per tutte queste grandi imprese, barcamenarsi tra gli ideali e il portafoglio. Ma, alla fine, tutto sommato pare che conti di più il dio quattrino, non è vero?

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cuore

Anno V | Rivista Mensile N. 41 - Maggio 2016

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Anno V | Rivista Mensile N. 39 - Marzo 2016

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“nel nome di chi non può parlare”

5. La Weinstein Co., un grande studio cinematografico, ha minacciato che non avrebbe mai più girato un film in Georgia, ma gira e produce Shanghai, in Cina; No Escape in Tailandia. 6. AMC Networks Inc., produttrice della fortunata serie The Walking Dead, lavora in Russia, Paese ‘omofobo’ per eccellenza. 7. Time Warner: non avrebbe lavorato mai più in Georgia, ma a Singapore sì (un altro Paese che vieta penalmente l’attività omosessuale, secondo l’ International LGBTI). 8. La Walt Disney Co.: e la sua controllata Marvel Entertainment sono ‘aziende inclusive’, ma continuano ad espandersi in Cina, dove tra l’altro investono 5.5 miliardi di dollari per un parco a tema a Shanghai.

il

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