ProVita Settembre 2017 - Anteprima

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MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES

Notizie

“Nel nome di chi non può parlare” Organo informativo ufficiale dell’associazione ProVita Onlus - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale -

“POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1 NE/TN” | Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003

Trento CDM Restituzione

Anno VI | Settembre 2017 Rivista Mensile N. 55

TEMPO DI

A L O U C S

Per una riscossa educativa

Educare: diritto e dovere dei genitori

Vietato vietare bocciare

FILM: L’attimo fuggente

Guido Vignelli, p. 9

Pierluigi Bianchi Cagliesi, p. 13

Giuliano Guzzo, p. 24

Marco Bertogna, p. 30


MEMBER OF THE WORLD CONGRESS OF FAMILIES Notizie

EDITORIALE

Anno VI | Settembre 2017 Rivista Mensile N. 55 Editore ProVita Onlus Sede legale: via della Cisterna, 29 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182 Redazione Toni Brandi, Federico Catani, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel G r aMunicipio, f i c a i l l u s3t r- a39040 t r i c e Salorno (BZ) Piazza www.notizieprovita.it/contatti Cell. 329-0349089 Direttore responsabile FRANCESCA GOTTARDI Antonio g r a f iBrandi ca illustratrice Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi Progetto e impaginazione grafica

Tipografia

Distribuzione

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Marco Bertogna, Pierluigi Bianchi Cagliesi, Federico Catani, Irene Ciambezi, Giuliano Guzzo, Teresa Moro, Enzo Pennetta, Giulia Tanel, Guido Vignelli

Tempo di scuola

LO SAPEVI CHE 4 ARTICOLI

Per l’accoglienza della vita nascente Irene Ciambezi

35,00 50,00 100,00 250,00 500,00

Sostenitore ordinario Promotore Benefattore Patrocinatore Protettore della Vita

Per contributi e donazioni a PROVITA ONLUS: • Bonifico banacario presso la Cassa Rurale Alta Vallagarina indicando: • Nome, Cognome, Indirizzo e CAP IBAN: T89X0830535820000000058640 • oppure c/c postale n. 1018409464

6

PRIMO PIANO

Per una riscossa educativa

Educare: diritto e dovere dei genitori

13

Scuola a misura di famiglia

17

Una comunità educativa

20

Guido Vignelli

Pierluigi Bianchi Cagliesi

Teresa Moro

Giulia Tanel

9

Vietato vietare bocciare Giuliano Guzzo

24

La cultura non va (più) di moda

27

FILM: L’attimo fuggente

30

I nuovi diritti civili? Solo egoismi

32

Enzo Pennetta

Marco Bertogna

Federico Catani

Letture pro life 35

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13

27 L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti e/o delle foto. La rivista Notizie ProVita non ti arriva con regolarità? Contatta la nostra Redazione per segnalare quali numeri non ti sono stati recapitati e invia un reclamo online a www.posteitaliane.it Grazie per la collaborazione! Le immagini presenti in questo numero sono state scaricate legalmente da www.pixabay.it

Toni Brandi

EDITORIALE

C

omincia un nuovo anno sociale. Vogliamo ripartire con ottimismo e con slancio, augurando a tutti entusiasmo e serenità, soprattutto ai bambini e ai ragazzi che ricominciano la scuola, ai loro genitori, ai loro insegnanti e a tutti coloro che per lavoro o per studio sono coinvolti nel mondo della scuola. Vorremmo augurare un buon inizio anche al Ministro e al Miur: riguardo al tema delicato e fondamentale dell’educazione delle nuove generazioni, ci piacerebbe che durante quest’anno il dialogo tra le autorità e le famiglie, che è cominciato con una certa fatica e con non pochi attriti, progredisse e trovasse compimento e attuazione concreta in provvedimenti operativi tesi a garantire la primaria funzione educativa della famiglia rispetto alle ingerenze statali, soprattutto su quelle materie sensibili attinenti alla morale, all’affettività e al sentimento religioso che si rivelano fondanti per la crescita psicofisica serena di bambini e adolescenti. È evidente che gli Stati come il nostro, che si definiscono improntati a valori democratici e al rispetto dei diritti umani, sono ormai compromessi da tendenze totalitarie. Tuttavia noi crediamo fermamente che l’azione popolare di cittadini di buon senso, adeguatamente formati e informati, possa arginare la deriva risultante e ricacciare nell’ombra le forze dei pochi che, muovendo le giuste leve (il denaro e la propaganda), hanno condotto a questo stato di cose. È questo il momento in cui, presenti e vigili, dobbiamo scendere in campo in prima persona. Per esempio, e innanzitutto, nel mondo della scuola: con il giusto impegno nella scuola pubblica (privata o statale), oppure nell’organizzazione di una scuola parentale. Dobbiamo riappropriarci dei nostri diritti e delle nostre prerogative di cittadini e di genitori: questo richiede impegno e dedizione e il sostegno di realtà associative come ProVita Onlus, che sono votate alla difesa dei diritti dei più deboli e di coloro che non hanno, da soli, sufficiente forza per far sentire la propria voce.


LO SAPEVI CHE...

4 N. 55

PILLOLE ABORTIVE E CONTRO LE DONNE

Qui in Italia le pillole abortive sono spacciate per contraccettive (con una contraffazione plateale dei foglietti illustrativi... veri “bugiardini”, anzi “bugiardoni”!) e si vendono anche alle ragazzine come fossero caramelle, senza dar peso agli effetti collaterali estremamente pericolosi. Effetti prodotti sia da Norlevo (“pillola del giorno dopo”), sia da ellaOne (“pillola dei cinque giorni dopo”), e anche da tutte le pillole anticoncezionali. Questo negare pervicacemente la realtà, questo voler far male alle donne, con l’illusione di “liberarle”, è uno degli scandali più mostruosi che si sta compiendo sotto gli occhi di tutti. E questo dagli anni Sessanta in qua, quando è stata inventata la pillola Pincus, che pure di effetti collaterali ne comporta parecchi e che – anch’essa – può avere effetto antinidatorio, cioè può provocare l’aborto, quando non funzionasse l’effetto anti-ovulatorio. Qualche femminista (assolutamente “laica”), come Holly Grigg-Spall e Holly Brockwell, qualche persona intelligente che non si fa incantare dalle sirene del politicamente corretto, qualche donna che ha davvero a cuore la salute delle donne ci ha provato, di tanto in tanto, a denunciare lo scandalo: è scattata immediatamente la censura mediatica, l’ostracismo e l’emarginazione culturale. Invece, una legge polacca promulgata di recente dal Presidente Duda prevede che la “pillola del giorno dopo” possa essere venduta solo dietro ricetta medica: nell’interesse per la salute delle donne.

SIAMO AL VOYERISMO DI STATO?

Ricomincia la scuola e vorremmo davvero sapere se ai nostri studenti adolescenti verrà somministrato il questionario sul sesso predisposto prima dell’estate dal Miur e dal Ministero della Sanità. Parlare di sesso agli adolescenti è utile e necessario, ma noi siamo fermamente convinti che certi temi “sensibili” siano di pertinenza dei genitori. Possono


sbagliare anche loro? Certo. Ma è molto più accettabile un errore da parte dei familiari, rispetto a quello degli insegnanti che – secondo le intenzioni del Miur – devono presenziare, spiegare, ma non interferire con i ragazzi che compilano il test. Ai ragazzi viene chiesto di svelare momenti molto intimi della propria vita di relazione. Si chiede ad esempio se hanno mai avuto rapporti sessuali: «Sì, completi (rapporto con penetrazione)», oppure «Sì, incompleti (accarezzarsi, toccarsi, baciarsi)»… Oltretutto, il parere eventualmente contrario dei genitori viene chiesto solo a cose fatte. Pare che il Ministero della Salute e quello dell’Istruzione abbiano pensato la cosa nell’ambito di uno “Studio nazionale sulla fertilità”. Ma per fare tale studio è determinante raccogliere informazioni sul sesso tra ragazzi adolescenti? Con un questionario che mette sullo stesso piano il rischio di malattie infettive e la gravidanza? Che usa un linguaggio di inaccettabile volgarità e che inserisce nell’elenco dei contraccettivi anche la “pillola del giorno dopo”? Con un questionario nel quale il sesso è inteso in ottica meccanicistica e ricreativa, senza alcuna preoccupazione educativa e affettiva? Tutto questo è una sorta di voyerismo di Stato, che entra nella sfera intima dei ragazzini adolescenti, violando il loro senso del pudore. Twitter censura i “contenuti scomodi” che “Il Grande Fratello” ritiene non conformi al Mondo Nuovo che si va realizzando (si perdoni il miscuglio di riferimenti a noti romanzi distopici, ma la situazione è questa): non gradisce i messaggi che promuovono il taglio dei fondi pubblici alla Planned Parenthood, né le immagini ecografiche di bambini nel grembo materno, le considera offensive. Nel mirino di Twitter è finita Live Action, una delle più grandi organizzazioni pro life americane, fondata e diretta da Lila Rose, che fin dal 2007 si è distinta per il giornalismo investigativo. Sono loro che da anni hanno mostrato al pubblico il vero volto di Planned Parenthood, quando viola le basilari regole igieniche, sanitarie, procedurali e legali nella fornitura dell’aborto. Twitter ha detto che i post di Live Action (come quello qui a fianco) violano la sua politica di annunci: incitano all’odio e alla «Io non sono un potenziale essere violenza, sono “disturbanti”, e umano; io sono un essere umano ha quindi bloccato l’account. con un potenziale»

TWITTER AL SERVIZIO DE “IL GRANDE FRATELLO”

5 N. 55


Si moltiplicano le iniziative della Comunità Papa Giovanni XXIII a favore della vita, e in particolare della vita nascente

Per della l’accoglienza

VITA NASCENTE

di Irene Ciambezi

LA COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII HA PORTATO LA VOCE DEI NASCITURI IN SENATO 6 N. 55

Mentre negli Stati Uniti e in Inghilterra le femministe chiedono un’ulteriore liberalizzazione delle modalità di accesso all’aborto volontario nel primo trimestre, in Italia tra i vari gruppi per la vita che promuovono iniziative per la vita nascente e accolgono le mamme sole davanti al dubbio se abortire o meno c’è anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, che anche questa estate non è andata in vacanza e ha continuato instancabilmente a dare voce a chi voce non ce l’ha: i nascituri. Mettendoci la vita 365 (o 366) giorni all’anno, 24 ore su 24. La Comunità Papa Giovanni XXIII lo scorso 31 maggio a Roma, alla Commissione

del Senato riunita per parlare di “violenza di genere”, ha consegnato un documento che spiega come l’istigazione all’aborto sia comunque una violenza di genere. Franca Franzetti, mamma in casa famiglia, referente del servizio Maternità Difficile e Vita ha riportato i dati raccolti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, secondo cui 1 donna su 4 ha ricevuto pressioni dal partner o dai familiari e 1 su 3 decide di portare avanti una gravidanza quando riceve un aiuto adeguato. Su 499 donne prese in carico in tutta Italia per una maternità difficile, il 12% ci hanno contattati tramite il nostro numero verde gratuito, e di


queste 319 (64%) erano incinte, le altre avevano figli piccoli fino a tre anni e per lo più si trovavano in situazioni di grave difficoltà economica. Tra le gestanti incontrate, il 55% erano incerte se abortire o meno. Di alcune (48) non sappiamo cosa abbiano deciso alla fine. Delle altre sappiamo che il 62% ha scelto di continuare la gravidanza. La Comunità Papa Giovanni XXIII, con le sue case-famiglia e famiglie affidatarie, si prende cura e accoglie non solo le mamme che non riescono da sole a portare avanti la gravidanza, ma anche dei bambini non riconosciuti alla nascita negli ospedali. I Servizi Sociali li affidano temporaneamente a famiglie, in attesa della loro collocazione definitiva presso la famiglia adottiva. Sono famiglie affidatarie che svolgono una funzione di “ponte”, per dare ai bimbi un contesto familiare nell’attesa dei tempi giuridici per concretizzare l’adozione. Molti bimbi abbandonati negli ospedali però sono portatori di una disabilità; in questo caso i percorsi adottivi si complicano e, spesso, si interrompono.

Per un bimbo disabile una famiglia disponibile all’affido familiare o all’adozione spesso non c’è. Ecco che diventa importante la disponibilità della Comunità Papa Giovanni XXIII all’accoglienza di questi piccoli con handicap, scampati all’aborto. Nell’intervento è stata dunque proposta anche una nuova legge che garantisca lo stipendio alle mamme fino al terzo anno di vita dei loro figli. Inoltre, proprio nel decimo anniversario della morte di don Oreste Benzi, è continuata durante l’estate, costantemente, la preghiera per la vita davanti agli ospedali – nei giorni e negli

orari in cui si effettuano gli aborti – a Cuneo, Modena, Bologna e Rimini. Tra i tanti Vescovi che sostengono la preghiera anche Mons. Castellucci, Vescovo di Modena, che in occasione della quarta fiaccolata per la vita nascente svoltasi a fine marzo, con più di quattrocento persone presenti, ha affermato: «Esiste, nella nostra società, un affievolimento della coscienza su questo tema; è possibile contrastarlo in modo evangelico attraverso la testimonianza e la preghiera. Il grado di civiltà di una società non è dato dal progresso tecnico ma dal rispetto della vita, specialmente quando è debole, indifesa e innocente». 7 N. 55


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