Rileggere Conrad Aiken. Alle fonti di un poeta dimenticato

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Paola Fenini


rileggere conrad aiken alle fonti di un poeta dimenticato

Conrad Aiken.

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da Preludi a Memnon, VIII

Intendi: sii fecondato dalla parola. Sospendi il tuo pensiero per l'intrusione del vento. Che tu sia disperso, disperso, come un pugno di semi disseccati, O come una manciata di foglie d'autunno. Svola, svola, Senza curarti di dove vai, a che fine, Vivendo o morendo. Corri col vento, Rotea, ritorna, abita un albero, staccati, salpa Color scarlatto su un corso d'acqua a osservare le trote, Senza conforto, senza aiuto, brillante. Nulla Si addice all'anima quanto il mutamento. Non hai nome: E ciò che chiami te stesso altro non è che un bisbiglio Di quella parola divina, vuota e immortale, Che a tutto diede respiro perché avesse moto. Tu, sei veramente te stesso? E che significa "tu"? Cos'è questa cosa che chiami "tu"? Un seme? Una foglia? Una congregazione Di molecole che cantano? Un atomo scisso in due parti? Elettroni che danzano in un cerchio magico? Un mondo il cui centro è la coscienza di sé? Ridi, e dimenticati; disprezza, e muta il tuo Odio, uccidi, ama, procrea, disperati. Scendi e risali, entra, esci, dissetati Con ciò che è oscuro e con ciò che risplende, bagnati in ciò che è amaro, Ardi nel più crudele, e sii leggero, leggero come cenere. Potresti essere stato un granello luminoso di sabbia chiara. Tu, che per un attimo rapido ricordi Tutte le cose, o ciò che pensi che le cose siano, il cui pianto Ti consuma, o le cui gioie Ti levano al cielo, a un cielo che è Come tu lo desideri: potresti essere stato un sogno Sognato in sogno da qualcuno che Sogna di Dio e da Dio è sognato. E davvero Potresti essere stato un Dio, una stella, Un mondo di stelle e di Dèi, una tela di tempo; Potresti essere stato la parola Che diede al mondo il respiro. Sei tutto e nulla. Ah, povero essere, triste Fantasma di vento, foglia morta del Dio autunnale, Seme brillante di breve disastro, mutevole forma: Lasciati andare col vento, abbandonati, eppure Tenacemente resisti; tocca rapidamente ciò che puoi toccare; Ricorda e dimentica; e agisci Come se ogni tocco fosse fatale e fosse l'ultimo. Tu sei Tutte le cose, tutte le cose sono la tua anima1.


meta metapoesie

Paola Fenini La poesia indefinita e totale di Conrad Aiken. Poeta introspettivo legato alle pieghe più riposte dell’animo umano e alla psicologia freudiana, Conrad Aiken è stato variamente interpretato ed analizzato dalla critica d’oltreoceano e scarsamente valorizzato negli studi letterari del vecchio continente. Ad oggi l’ultima edizione italiana di una parte esigua della sua produzione lirica risale a circa 50 anni fa (Conrad Aiken. Il logos nella quinta strada, introduzione di Roberto Sanesi, Guanda, 1964). Scrivere di lui oggi è scrivere di un poeta sconosciuto poiché impopolare e poco comprensibile, la cui poesia è stata tacciata più volte di nebulosità e scarsa efficacia2. Tuttavia la musicalità irrequieta dei suoi versi, l’alone d’incanto che qualcuno ha intraveduto nella sinfonia emotiva dei suoi componimenti, il significato insondabile della vita dell’individuo concepita nella sua unità con il tutto e con il nulla trova forse a posteriori un riconoscimento altro e più convincente. Oggi la poesia indefinita di Aiken sviluppa una nuova efficacia poiché in essa emerge il tentativo così fortemente contemporaneo di cogliere l’universo vitale nella sua totalità contingente. Il senso dell’esistenza è il mistero che permea e muove il fare poetico, l’interrogativo che corrisponde fatalmente una risposta appena vociferata poiché inafferrabile. Bisbiglio armonico indecifrabile che svapora nell’infinito . “…sfugge come la lepre di Wordsworth in the Leech-Gatherer, in una lieve nebbia…” scriveva Aldous Huxley nel 1920 o lo stesso Sanesi “Continuava a muoversi dall’universale al particolare e il particolare perdeva ogni contorno”. 2

Conrad Aiken è nato nel 1889 a Savannah in Georgia. Dopo la tragica morte di entrambi i genitori, si trasferisce a New Badford nel Massachusetts da uno zio e poi a Cambridge dove intraprende gli studi in una scuola privata per poi iscriversi nel 1907 ad Harvard. Durante il periodo universitario conosce T.S. Eliot con il quale collabora, insieme ad altri amici scrittori come Jhon Reed e Van Wyck Brooks, alla pubblicazione della rivista universitaria The Advocate. Si laurea nel 1912 e nel 1914 viene editata la sua prima raccolta di poesie Earth Triumphant alla quale seguiranno altre 51 pubblicazioni durante la sua vita tra raccolte poetiche, racconti e una autobiografia. Dopo la fine della Grande Guerra Aiken viaggia molto in Europa soffermandosi in Inghilterra, Francia e Spagna e, rientrato negli Statu Uniti, lavora come direttore della rivista Dial dal 1917 al 1919 e tra il 1928 e il 1929 tiene la cattedra di letteratura inglese di Harvard. Nel 1924 è editore dei Selected Poems di Emily Dickinson contribuendo efficacemente alla rivalutazione postuma dell’opera poetica della grande poetessa americana. Continua

durante gli anni successivi a muoversi tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti, ottiene nel 1929 il Premio Pulizer e lo Shelley Memorial Award per i suoi Selected Poems nel 1934 gli viene conferita la Guggenheim Fellowship, durante gli anni 50 è consulente di poesia presso la biblioteca del Congresso di Washington. Muore a Savannah nel 1973.


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