40 Naturofanie plastiche Opere di Alessandra Serra al Museo Francesco Messina di Milano
Claudio Cerritelli
Naturofanie plastiche Opere di Alessandra Serra al Museo Francesco Messina di Milano In pagina destra: Il giardino degli spiriti, terrecotte, 2017, misura ambiente.
Naturofanie, 2017, tecnica mista su carta, composizione variabile.
Oltre la misura dei sensi. Affiorano dalla dimensione del profondo le opere che Alessandra Serra ha realizzato elaborando la sostanza originaria della terra, l’anima segreta dell’argilla, con l’immediatezza necessaria a rivelare gli spiriti della materia. Nel disvelamento delle forme stratificate, l’artista trasmette il respiro della conoscenza intuitiva, i sentori tattili del desiderio, i movimenti controversi del pensiero sull’instabile soglia del vissuto, tramiti della nuda verità del fare che rivela le misteriose peripezie della memoria. Coltivando la poetica del frammento, modalità esplorata in modo persistente dagli scultori contemporanei, Serra ne avverte le parvenze immaginative, i fantasmi interiori, le potenzialità del vuoto che stabiliscono una relazione sempre diversa con la totalità ambientale, in modo che l’osservatore possa sentirsi coinvolto e anche disorientato dal continuo mutamento delle forme. L’artista si pone in sintonia con il corpo del primordio, ascolta le fluide sonorità del caos per seguire la genesi della forma-informe, perenne tensione a misurarsi con le risonanze dell’universo cosmico, immisurabile fluidità che il gesto indaga attraverso le apparizioni dell’ignoto. I segni di questa trasformazione interrogano il tempo sospeso del passato attraverso l’immaginazione
del presente in atto, ogni frammento è infatti generato da pensieri rivolti altrove, ma questo altrove non è determinabile, è il luogo di tutte le possibili trasfigurazioni della forma infranta. Il “giardino degli spiriti” è immaginato come luogo simbolico che accoglie reperti e simulacri disseminati lungo la curva dell’orizzonte, come una mappa espansiva di impronte arcaiche, lacerti di una archeologia esistenziale dove ogni forma è congiunta al sogno di ricostituire l’unità del suo frangersi. Nelle carte pittoriche, nelle sculture, nei testi scritti e in ogni altro aspetto del suo ricercare, Serra è guidata dalle tentazioni dell’urgenza interiore, necessità fisica e mentale di aprirsi ai ritmi originari del cosmo, alle fantasie che generano morfologie inquiete, concrezioni fantasmatiche, percorsi ancestrali. L’istallazione pensata per questa mostra evoca il senso dell’inafferrabile, i frammenti sono in relazione agli intervalli calibrati tra di loro, sedimenti e tracce che l’artista dispone sconfinando dal perimetro dei significati logici. Insorgenza dell’imprevedibile, così Serra definisce la condizione del suo viaggio creativo, ansia di svelare le energie sotterranee del visibile, le forze latenti di un corpo enigmatico che spinge lo sguardo oltre la misura dei sensi.
Claudio Cerritelli
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