O2 PSICOLOGIA 3

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Anno 2 Numero 3 Bimestrale Con Virtual e-Book € 4,50

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S ES Y LN OG EL OL W CH Y PS

OSSIGENO PER LA TUA MENTE

DOSSIER

LAVORO BENE E SONO FELICE

Ipnosi

Liberati dai pregiudizi e trova la verità SPECIALE

A Lezione di Yoga Con il guru Emy Blesio

2012

L’analisi di Roberto Giacobbo di Voyager per O2 Psicologia

Ricette di Benessere Ce ne parla lo chef di RaiUno Fabio Campoli TEST

INVIDIA O GELOSIA?



Editoriale L’era della “non vergogna”

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na delle caratteristiche della vita umana sta nella capacità di adattamento. Le situazioni cambiano, peraltro mai velocemente come in questo periodo, il tempo passa e l’esistenza di per se stessa è dinamica, si evolve giorno per giorno. Laddove si cerchi un senso di sicurezza, che fughi dall’incedere degli eventi, da una parte cerchiamo di dare un senso di stabilità alla nostra esistenza e dall’altra ad adattarci, spesso inconsciamente, ai cambiamenti di quello che ci circonda. Sto parlando soprattutto degli ambiti sociali, politici e culturali. Adattarsi senza comprendere o analizzare, in fin dei conti, facilita la vita. Ci proteg ge, ci per mette di vivere un’esistenza meno complessa di quella che abbiamo. Ma tutto ha un limite. Prendiamo il caso del sentimento, dell’emozione chiamata “vergogna”. Ci si vergogna quando veniamo sorpresi o si viene a sapere che abbiamo fatto, consapevolmente, qualcosa che non dovevamo fare. Un’azione che va contro qualcosa, con la quale abbiamo dimostrato agli altri di non essere coerenti. Un’azione maldestra, un tradimento, una promessa, venir meno ad un etica sociale, religiosa o politica nella quale e per la quale ci siamo battuti. Ad un bambino scoperto con le mani nella mar mellata ci si rivolge intimandogli “vergogna”. E il sentimento che ne scaturisce assume uno scopo educativo. La vergogna è quindi funzionale al mantenimento di una società civile. Può essere dannosa se quel sentimento deriva da pregiudizi e condiziona negativamente la nostra libertà psicologica e intellettuale. Quindi bisogna riconoscerla, gestirla, imparare a vincerla analizzando l’effettivo stato delle cose, evitando di rimanere str umentalizzati da essa. Una vita senza sentimenti di vergogna ci aiuta ad essere liberi, ad esprimerci al meglio, ma porterebbe il mondo ad una situazione completamente fuori controllo. Non bisogna mai vergognarsi di essere se stessi, ma al contempo si deve dare un grande valore al rispetto del prossimo. E allora fer matevi a riflettere su quanto succede, ed è successo in questo ultimo decennio. In passato una figura importante, rappresentativa, quando veniva scoperta, a seguito di uno scandalo, provava vergogna. L’ultimo baluardo delle nostre speranze in un mondo migliore. Provava vergogna e si dimetteva, a volte la situazione psicologica degenerava e la vergogna si faceva così insopportabile, da portare all’estremo gesto. Un’ultima for ma di rispetto verso gli altri. Indignazione per chi subisce, vergogna per chi commette la mancanza. Og gi, pensateci bene, spesso, troppo spesso, passa un messag gio micidiale, quello della “non vergogna”. Vengo scoperto, si viene a sapere, commetto un’infamia e non mi vergogno. Davanti agli altri e a me stesso. Anzi, la mia non vergogna diventa un’ulteriore dimostrazione di forza, di potere. Sono forte perché libero di non rispettare altri, se non me stesso. Potete rilevarlo negli avvenimenti mondiali di questi ultimi anni, quanto nelle relazioni interpersonali, in quelle lavorative. E a questo non ci si deve adattare, perché se insieme alla vergogna, cessa anche l’indignazione nei confronti di chi vive passando sopra tutto e tutti, il mondo che ci aspetta non sarà degno di competere neanche con una cesta di serpenti, perché il vero benessere nasce da una società migliore, sensibile e intelligente, coerente e libera da condizionamenti. Sergio Pisano Psicologo www.myspace.com/spisano


OSSIGENO PER LA TUA MENTE

Anno 2 Numero 3

www.oxygenemedia.it O2 Psicologia è pubblicata nei seguenti paesi

Spagna USA

Be Well Read

Italia

www.zinio.com

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Sommario 6 15 22 31 40 50 60

Musica, la macchina del tempo

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La musica ti aiuta in ogni momento...

Ipnosi, il vero e il falso

Liberati dai pregiudizi e trova la verità

Comicoterapia

Scopri perché ridere fa bene alla vita

A lezione di Yoga

Apri la mente con i consigli del Guru

2012 - Intervista a Roberto Giacobbo La fine del mondo o l’inizio di una nuova era?

Tra Invidia & Gelosia

L’arte di essere se stessi nell’incontro con l’altro

Test: Invidia o Gelosia?

Scoprilo con il test di O2 Psicologia

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DOSSIER - Lavoro bene e sono felice

64 Il problema è mio e lo risolvo io! 74 74 A Scuola di Felicità 85 La Decrescita Felice 88 Virtual e-Book Mike Oldfield 98 84 Il Boom Verde 105 Vincet Van Gogh 110 110 Ricette di Benessere 120 Wii Fit Plus 122 Benessere & Lavoro

Coniuga l’ambito lavorativo con il benessere

Semplici mosse per risolvere i problemi

La psicologia del benessere in cattedra

Liberati dalla schiavitù del “PIL”

L’enfant prodige polistrumentista

La moda ecologica ti conquista

Se l’arte è figlia della follia

Prepara la “torta di una volta”

Videogame & Benessere

www.o2psicologia.it Direttore Responsabile Dr. Sergio Pisano Direttore Editoriale Dott. ssa Melina Chiapparino Caporedattrice Dott. ssa Melania Battista Art Director Mario Spiniello Marketing & Pubblicità Dott. ssa Marianna Iermano Grafica Antonio Montana Licenze Internazionali Special Project Cinzia Pisano

Collaboratori Bald Eagle, Cristina Condello, Marco Mioli, Emy Blesio, Nello De Padova, Fabiola Giordano, Dott.ssa Graziella Ceccarelli, Dott.ssa Maria Frandina, Dott.ssa Carmela Maria Barbaro, Antonio Landi, Dott. Roberto Cavaliere, Dott.ssa Silvia Lanzarotto, Fabio Campoli

Stampa Poligrafica Ruggiero (AV)

Distributore Italia Parrini & C.

Editore Oxygene s.r.l. Sede legale Via Taburno, 70 - Montesarchio (BN) Indirizzo Redazione Via G. Dorso, 13 - Avellino Phone/Fax 0825 781734 info@oxygenemedia.it www.oxygenemedia.it

Versione Digitale www.zinio.com

<ISSN 1974-2878>

Aut. Trib. Benevento n. 17/2008 - 10/12/2008 In fase di certificazione secondo il Regolamento

CSST



EMOZIONI

Musica, la Macchina del Tempo La musica ti aiuta in ogni momento evocando ricordi positivi e riattivando le tue energie Dott.ssa Graziella Ceccarelli Psicologa

Musica, la macchina del tempo

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IL FILM

IL MAGO DI OZ Regia Victor Fleming Interpreti J. Garland, F. Morgan, R. Bolger, B. Lahr, J. Haley, B. Burke, M. Hamilton, C. Grapewin, C. Blandick, P. Walshe, Terry III Durata h 1.41 USA 1939

“Il Mago di Oz”, un cult di Victor Fleming, dove musica, canti e colore dipingono un mondo ai limiti del surreale. Un sogno al quale tutti ambiscono, grandi e piccini, e che si realizza, scontrandosi con la cruda realtà. In questa pellicola emerge con prepotenza il valore e l’importanza del potere evocativo dei ricordi e dell’immaginazione, intrecciato con eventi sempre al limite del grottesco.

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Il potere evocativo della musica Scopri le tue immagini emotive attraverso l’armonia dei suoni

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e è vero che la filosofia è maestra di vita, conoscenza e sapienza, se è vero che sin dagli albori dei secoli, la scienza filosofica ha originato la nostra cultura e ha fondato le nostre radici, allora è ancora valida, e quanto mai attuale, la teoria dei pitagorici, secondo cui “la musica è data dall’unione delle singole parti del corpo”. L’armonia dei suoni dunque, secondo la scuola presocratica fondata da Pitagora, sarebbe un tutt’uno

benessere nell’uomo. Ascoltando la musica puoi scoprirne il suo valore catartico, la sua potenza positiva e puoi individuare le melodie in grado di aumentare la tua sensazione di benessere. Puoi imparare ad evocare immagini emotive, legate alle tue emozioni, che ti aiuteranno nei momenti di sconforto o di sofferenza. Per cominciare basterà lasciar scorrere i propri pensieri. Immagina di trovarti di fronte ad una finestra in grado di spalancarti l’orizzonte del tuo mondo interiore.

con il nostro essere fisico ed emozionale, ed è questa la considerazione da cui partirà il nostro viaggio attraverso il potere evocativo dei suoni. Una capacità che appartiene da sempre all’essenza dell’arte musicale e che, attraverso la rievocazione del passato, si rivela una preziosa alleata per la condizione di

Potresti guardare i tuoi ricordi, visualizzare le tue emozioni, rivivere il passato attraverso le immagini. Affacciandoti alla finestra, potresti rivedere te, come in una foto, come scatti di vita, rimasti impressi nella memoria e così vivi da far vibrare ancora il tuo corpo. Quella finestra è la musica.

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Ascoltando canzoni, Alfonso ha aperto un cassetto della memoria fino ad allora custodito bene nella sua mente

“Trumpet” Jean Michel Basquiat Olio su tela (1984)

La storia di Alfonso

Dalla tensione alla rilassatezza fino a raggiungere la carica positiva. Un’esperienza da provare

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lfonso entra in casa sbattendo forte la porte alle sue spalle; è nervoso, è stata una giornataccia al lavoro e poi, da quando lei se n’è andata di casa, le cose non

miglior amico Davide”. Quando Alfonso si rialza, è decisamente più rilassato e tranquillo, la tensione nervosa ha lasciato il posto al sorriso. Alfonso adesso è carico: pronto per una doccia e per un nuovo “mascheramento sociale”.

vanno proprio bene. Un periodo da cancellare. Alfonso è carico emotivamente e la tensione nervosa fa da padrona. Spogliato di tutto ciò che, ormai, in camera da letto non serve più, si sdraia e infila nelle orecchie gli auricolari. Il corpo, pian piano, si adagia sempre meglio fino a trovare la posizione più comoda, le sopracciglia crucciate si distendono e anche il volto inizia a trovare sollievo, le guance si bagnano leggermente di lacrime. Gli occhi sono chiusi: è un momento di tranquillità per Alfonso. Scrutando la sua camera si nota la custodia del cd che sta ascoltando e sopra solo una scritta: “per te dal tuo

Ma cosa è successo ad Alfonso in quei pochi minuti? Cosa ha ascoltato di tanto benefico per la sua salute psichica e per il momento di tensione che sta vivendo? La musica ascoltata da Alfonso è un cd regalatogli da un amico di infanzia contenente tutte le canzoni a loro più care, musiche che raccontano le tante “avventure” vissute da giovani al tempo del liceo. Ascoltando queste canzoni, Alfonso ha aperto un cassetto della memoria fino ad allora custodito bene nella sua mente,

La musica dischiude all’uomo un regno sconosciuto; un mondo che non ha nulla in comune con il mondo sensibile esterno che lo circonda e in cui egli si lascia alle spalle tutti i sentimenti definiti da concetti, per affidarsi all’indicibile

E.T.A. Hoffmann

Musica, la macchina del tempo

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La qualità della musica non conta, ma è il significato attribuito alle immagini che essa evoca, SE VUOI LEGGERE CON IL CUORE

M. Proust. La musica della memoria AUTORI A. Cavalieri, E. Guerra, C. De Nonno ANNO 2008 EDITORE Florestano Editore

La storia raccontata in questo libro parte da una “piccola frase” di un’immaginaria sonata per violino cha suscita nel narratore proustiano sensazioni, paesaggi ed emozioni di un amore dimenticato. Momenti in cui l’ascolto casuale di un brano musicale ha provocato lo schiudersi di una soglia che la mente avrebbe voluto tenere chiusa. La capacità evocativa dei suoni fa della musica l’arte che più agisce sulla memoria irriflessa: quella in cui sono sepolti i ricordi che la coscienza, per la loro grande potenza emotiva, ha rimosso.

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è l’emozione che suscita, a fare la differenza ha evocato delle immagini trascorse con il suo amico, le ha rivissute come in un sogno. Scenari del passato hanno rianimato il suo umore: i due seduti al banco di scuola mentre lanciano bigliettini alla ragazza carina della prima fila, il ricordo della partita di calcio tanto amata per quel goal fantastico e, ancora, il primo appuntamento e tutta quella “brillantina” spalmata sui capelli. Insieme a queste immagini evocate dalla musica, nella mente di Alfonso si susseguono anche odori che sembrano reali, come ad esempio il profumo dei libri nuovi o quello del gesso cancellato alla lavagna o l’odore dell’erba fresca del campetto di calcio o, anco-

ra, il profumo di lei, la ragazzina del primo appuntamento. Immagini, odori, ma anche gusto. La musica è in grado di evocare tutto ciò. Siete curiosi di sapere quali canzoni hanno emozionato Alfonso? Non è importante! La qualità della musica non conta, ma è il significato attribuito alle immagini che essa evoca, è l’emozione che suscita, a fare la differenza. Ad ogni modo, per soddisfare la vostra curiosità, i pezzi ascoltati da Alfonso sono una serie di brani di fine anni ’80, molti di disco-dance ma anche sigle di cartoni animati e colonne sonore romanticissime come “It must have been love”, dei Roxette.

IMMAGINE + MUSICA = CREA IL TUO “AMARCORD”

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e la musica riesce ad avere tanto potere nell’evocazione delle immagini, cosa riesce ad evocare nella nostra mente il connubio immagine-musica? Un film non è un film senza la musica e tutti noi abbiamo una colonna sonora che caratterizza la nostra vita. Così come diverse musiche ci portano ad evocare alcuni tipi di immagini, diversi film ci portano ad evocare diverse sensazioni ed emozioni, a volte personali e intime, riguardanti la propria esperienza, altre volte universali capaci di smuovere le coscienze e sentimenti di massa. Prova a fare un elenco delle pellicole che ti hanno maggiormente coinvolto e cerca di capire quali rimandi personali hanno influito sul giudizio positivo del film. Potresti scoprire qualcosa di nuovo su di te e crearti una piccola collezione di film che, in un modo o nell’altro, potrà sortire il suo effetto “curativo” nei momenti no.

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OTTO CONSIGLI PRATICI PER UTILIZZARE LA MUSICA COME RISORSA POSITIVA

Per poter usufruire degli effetti benefici della musica è bene annotare alcuni consigli pratici:

1.

Scegliete dei brani musicali che pensate possano rappresentare i momenti felici della vostra vita e raggruppateli in un cd; se il periodo che volete rievocare coinvolge una persona a voi cara, chiedetele di creare un cd con le musiche che hanno emozionato entrambi (come ha fatto l’amico di Alfonso nel racconto a pag. 9).

2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

Identificate il momento di stress e di tensione nervosa, fermatevi e decidete di prendervi del tempo per voi stessi.

Scegliete un luogo tranquillo e familiare, dove sapete di non poter essere disturbati all’improvviso. Indossate cuffie o auricolari per consentire l’esclusività dell’atto che state per compiere: ci siete voi e le vostre immagini emotive.

Iniziate con l’ascoltare la musica, rilassandovi (se possibile distesi) e lasciandovi cullare verso la posizione più comoda. Permettete che la musica coinvolga i vostri sensi e percorrete le immagini che essa vi evoca.

Date sfogo alle emozioni. Se insorge il pianto o la risata lasciatevi andare, senza alcuna censura. Bastano anche dieci minuti, dopodiché cercate di metabolizzare quelle che sono state le emozioni provate, dando ad esse un nome (identificatele) e associatele alle vostre reazioni (ad esempio, emozione provocata: gioia, reazione: pianto). Questo vi servirà per comprendere meglio voi stessi e imparare a capire come funziona il vostro “apparato emotivo”.


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L’archivio mondiale di emozioni

Il musicista ha il dovere di mandar luce nel profondo del cuore umano

Schumann

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Perché si “scomodano” i 5 sensi?

La musica coinvolge le funzioni cognitive che, miscelandosi alle risposte fisiologiche del corpo, provocano il potenziamento dei sensi

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e neuroscienze hanno dimostrato che ascoltare musica coinvolge la totalità delle nostre funzioni cognitive e può avere effetti fisiologici: diminuisce la pressione sanguigna, rallenta il battito cardiaco, agisce sul ritmo respiratorio condizionando, in senso positivo, gli stati di depressione e ansia e migliora anche l’umore. A chi non è capitato di sentire i brividi lungo la schiena ascoltando musica? Ciò avviene perché la musica attiva entrambi gli emisferi della corteccia cerebrale, che sono associati a stimoli importanti dal punto di vista biologico. Quando ci si abbandona all’ascolto melodico entrano in

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gioco, infatti, i processi intuitivi che attivano il registro delle sensazioni e delle emozioni. Con la musica si azionano le aree legate all’euforia e al piacere (anche quello sessuale). Ci sono molti studi che confermano tutto questo, ma è ancora difficile riuscire a capire il motivo per il quale ciò accade, i meccanismi chimici e fisiologici che motivano questi rapporti. Se aggiungiamo a queste risposte fisiologiche, l’importanza delle esperienze personali che una determinata musica può farci evocare, allora l’armonia mente-corpo avviene magicamente. Il coinvolgimento emotivo si miscela alle risposte fisiologiche, provocando un movimento di sensi.


Come trasformo la musica in risorsa? I flash back attivati dalla musica abbassano l’auto difesa, consentendo di vivere le emozioni in maniera più profonda

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ivivere alcune tappe felici della nostra vita ha un effetto benefico sul nostro umore e la musica aiuta tale evocazione in maniera completa, in quanto coinvolge tutta la nostra persona (anche fisicamente). L’atmosfera psicologica che si crea è tale da favorire l’indebolimento degli aspetti più consci della personalità e creare le condizioni affinché i contenuti più profondi possano essere vissuti in maniera più intensa. Il risultato è una diminuzione di alcuni meccanismi di difesa e, conseguentemente, della tensione nervosa. Inizialmente l’evocazione potrebbe sembrare dolorosa o nostalgica, ma non è così, (il pianto di Alfonso, ad esempio, non è tristezza), perché ciò che viene evocato sono le emozioni legate ad una determinata situazione o persona, e rivivere i momenti felici significa rivivere quelle emozioni che sono ancora vive e presenti dentro di noi. Riscoprire che siamo ancora in grado di utilizzare la nostra sfera emotiva positiva, significa riscoprire noi stessi al di là del “mascheramento sociale” al

SE VUOI LEGGERE CON LA TESTA

Fatti di musica. La scienza di un’ossessione umana AUTORE D. J. Levitin

quale dobbiamo per forza di cose sottostare quotidianamente. Dunque è proprio questo il pensiero che è necessario costruire nei confronti dei ricordi: non idealizzare situazioni o persone già vissute, ma utilizzare l’ascolto della musica per rivivere le emozioni positive legate ad essa e trarre benefici psicologici nei confronti di ciò che viviamo quotidianamente come stressante. Nel caso di Alfonso, si parla di un uomo di quasi quarant’anni e, poiché l’età identifica il ciclo di vita che una persona sta vivendo, l’evocazione delle immagini e dei ricordi assumono un significato diverso se a viverle è un adolescente, un adulto o un anziano. Le immagini evocate dalla musica vengono gestite e incanalate in maniera diversa in base all’età e alle esperienze vissute, così come le reazioni fisiologiche (corpo) e quelle emotive (mente) assumono forme diverse a seconda dell’età dell’individuo. Per quanto riguarda il sesso della musica, non c’è femminile o maschile che regga. Alfonso è un uomo ma la musica, esercita lo stesso potere evocativo anche sulle donne e non conosce alcun tipo di discriminazione.

ANNO 2008 EDITORE Codice

Dopo una carriera come musicista rock, e produttore musicale, Daniel Levitin si è dedicato alla ricerca cognitiva e alle neuroscienze. In lui convivono, perfettamente allineate, l’anima e l’approccio dell’artista e dello scienziato rigoroso, in grado di ridurre una melodia a un impulso neurale. Tutto questo senza privarsi del piacere di lasciarsi trasportare dalla buona musica.

Musica, la macchina del tempo

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59 % Natura 0 % Bisturi 1 % Ritocco fotografico 40 % Propulsione di Ossigeno

La pubblicità, a volte, dice la verità. E’ vero che molte delle donne più belle del mondo hanno trovato nell’Ossigeno la chiave del loro fascino. Ed è vero che ogni viso e ogni corpo trattato con la Propulsione di Ossigeno dà eccellenti risultati. Chiedi alla tua Estetista di fiducia il trattamento originale di Maya Beauty Engineering. La verità è bella. M a y a B e a u t y E n g i n e e r i n g S . r. l . - B o l o g n a - I TA LY - Te l + 3 9 0 5 1 7 8 2 3 6 8 - w w w. m a y a b e a u t y. c o m


Ipnosi

MENTE

Il vero e il falso Tra impostori e professionisti del mestiere. Liberati dai pregiudizi e trova la verità

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Dott.ssa Melina Chiapparino

ome immagini una seduta di ipnositerapia? Se ti aspetti frasi ad effetto, come il celebre ritornello mediatico di “a me gli occhi”, stai cadendo nella coltre di pregiudizi che da sempre avvolge l’ipnosi. Se, invece, le tue reazioni sono di diffidenza e scetticismo, fai parte della maggioranza dei “non addetti ai lavori” che confondono questa valida tecnica terapeutica con meccanismi oscuri, sconfinanti nella stregoneria e nella parapsicologia. L’ipnosi, che affonda le radici in riti antichissimi basati sulla potenzialità della mente umana, deve combattere ancora oggi contro maghi, sedicenti ipnotisti da baracconi televisivi e un sottobosco di millantatori che sfruttano la confusione legata a questa parola. Dopo oltre due secoli di sperimentazioni scientifiche e ricerche sull’evoluzione della sua fenomenologia, l’ipnosi si rivela una tecnica efficace e di grande applicazione clinica. Può ridurre l’ansia, aiutare a risolvere definitivamente problemi di paura, può essere molto utile per controllare il dolore e l’attività somatica in ambito medico e consente un buon uso dell’immaginazione creativa per facilitare interventi psicoterapeutici. Oggi, dopo anni di ostilità scientifica, l’ipnosi è ufficialmente riconosciuta come uno strumento della medicina per curare i disturbi del comportamento, le nevrosi e coadiuvare altre terapie psicologiche. L’ipnosi

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Cosa succede dall’Ipnoterapeuta? Una seduta per entrare in contatto col proprio mondo interiore e vivere emozioni e pensieri in uno stato di profondo rilassamento psicofisico

O2 WEB SELECTION www.hypnosis.it

Società Italiana di Ipnosi

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L

o stato ipnotico è uno stato mentale alternativo c h e , c o n t r a r i a m e n t e ai luoghi comuni, non ha nulla a che vedere c o n i l s o n n o. N o n v a a s s o l u t a m e n t e confuso questo stato con la condizion e d i c a t a l e s s i , ch e c o n n o t ava i l c o n -

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

cetto ottocentesco di ipnosi sug gerendo perdita di coscienza e inibizione motoria. L’ i p n o s i , è u n a c o n d i z i o n e p s i ch i c a d i co n s a p evo l ez z a ca r a tter i z z a ta d a un a b bassamento della capacità critica dei pazienti, così da fargli accettare le dir e t t ive d e l t e r a p e u t a ch e n e d iv i e n e l a


L’ipnosi ha un effetto calmante, soprattutto per l’azione di sgombero dei pensieri censori, che normalmente abitano la coscienza guida. Durante la seduta di ipnoterapia, aumenta la sensazione di contatto profondo e diretto col proprio mondo interiore, le percezioni sensoriali, così come i pensieri e le emozioni, non s o n o p i ù p r o i e t t a t e ve r s o l ’ e s t e r n o, m a s i r i f l e t t o n o d e n t r o d i noi. L’immaginazione, le emozioni e i ricordi d ive n t a n o più forti delle capac i t à l o g i ch e e critiche, in uno stato di profondo rilassamento psicof i s i c o. L o s v o l gimento di una seduta, generalmente, prevede semplici esercizi di rilassamento mentale e fisico, attraverso i quali il terapista insegna ad accedere alla par te inconscia della propria mente. L’induzione del sonno ipnotico, avviene, per lo più attraverso sug g estioni verbali, a volte rafforzate dalla fissazione di superfici o di un og g etto in par ticolare. Spesso, viene utilizzata anche l’esperienza dell’immaginazione guidata, per stabilire un contatto coi propri ricordi ed il contenuto emozionale leg ato

ad essi. L’ipnosi ha un effetto calmante, soprattutto per l’azione di sg ombero dei pensieri censori, che nor malmente abitano la coscienza. Azione temporanea, ma in g rado di stabilire una comunicazione più diretta ed efficace rispetto a quella verbale e cosciente, facilitando in questo modo la soluzione terapeutica. Dunque, si tratta di una modalità privilegiata di comunicazione, in cui le situazioni immaginate e sug g erite dal terapista ve n g o n o v i s s u t e consapevolmente e intensamente, quasi come fossero reali. Per la verità, non solo è necessaria una volontà ed una par tecipazione da par te del sog g etto che verr à i p n o t i z z a t o, m a o c c o r r e anche che il terapista trovi la modalità e le parole giuste per interagire col paziente. Perché si tratta comunque di una relazione inter personale per la quale non esistono schemi predefiniti, ma ogni passo va calibrato seco n do l’in tesa ch e s i s t a b i l i s c e t r a t e r a p i s t a e p a z i e n t e.

IL LIBRO

Invito al Benessere AUTORE Annalisa Faliva ANNO 2008 EDITORE Urra

Questo libro si rivolge a chiunque desideri imparare a coinvolgere l’inconscio per migliorare la propria capacità di stare bene, per espandere rilassamento e consapevolezza. L’opera, che si articola in nove capitoli che inquadrano il fenomeno ipnotico e insegnano concretamente a utilizzarlo, è, allo stesso tempo, manuale di autoipnosi e di meditazione e compendio di tutti gli approcci ipnotici che hanno mostrato di essere più efficaci per una migliore gestione del malessere. L’ipnosi

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Un tuffo nel passato

Da Paralcelso a Freud fino a Erickson, precursore della moderna impostazione terapeutica dell’ipnosi

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arà pur vero che la storia dell’ipnosi come terapia medica viene citata da Paralcelso e compare in alcuni passi della Bibbia, ma è altrettanto impossibile non pensare a Sigmund Freud quando si parla di ipnosi. Il fondatore della psicoanalisi dopo essersi entusiasticamente dedicato alla sperimentazione dell’ipnosi per la cura delle nevrosi, e in particolare dell’isteria, ne abbandonò la pratica sfiduciato dai suoi insuccessi. Tra gli inconvenienti incontrati da Freud ve ne erano, principalmente, tre: non tutti i soggetti erano ipnotizzabili, altri lo erano in maniera troppo lieve e, in alcuni pazienti, si manifestavano i sintomi patologici in precedenza scomparsi. La conclusione che convin-

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se lo psicoanalista austriaco a lasciar perdere l’ipnosi, fu la certezza errata, che questa agisse solo sui sintomi e non sulle cause dei disturbi. Questi presunti limiti dell’ipnosi, furono invece accettati e interpretati diversamente da Milton H. Erickson che, al contrario, li considerò espressione di energie psichiche positive, o meglio potenzialmente benigne, da trattare come risorse. Il modello ipnotico ericksoniano, non è dunque unidirezionale con il terapista che impone e ordina, ma è al di fuori di schemi e rigidi protocolli. E’ il terapeuta che deve entrare nel mondo del paziente. Proprio da questa visione, offerta dagli studi e dalle ricerche cliniche dello psichiatra americano, si è sviluppata la moderna impostazione terapeutica dell’ipnosi.


Ritorna bambino

L’ipnosi richiama il passato per rivivere esperienze che influiscono sul presente. Ecco quattro tecniche

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l passato viene richiamato attraverso l’ipnosi per rivivere esperienze ed emozioni che, probabilmente, hanno ancora un ruolo determinante nel nostro presente, anche quando non ce ne accorgiamo. E’ così che si attua la regressione, ovvero il recupero del passato con l’atteggiamento, la critica e i sentimenti del presente, a differenza della rivivificazione, in cui il paziente dimentica il presente, per comportarsi e compenetrarsi totalmente nel ricordo passato. In quest’ultimo caso, si può far regredire il paziente sino all’età più tenera, utilizzando generalmente tappe di cinque anni, per viaggiare nel passato in maniera graduale e meno traumatica possibile. Tra le tecniche di rivivificazione più utilizzate e conosciute, ne spiccano quattro:

1.

La tecnica del treno: guardi fuori dal finestrino del vagone gli episodi della tua vita. Giunto a quello più significativo o traumatizzante, il treno si ferma così da permetterti di scendere, per parlare e agire completamente immedesimato in quell’evento

2.

3.

La tecnica dell’emozione: chiudi gli occhi e torni indietro nel tempo, a quando hai provato quell’emozione spiacevole. La rivivi appieno, ne parli e passo dopo passo, con l’aiuto del terapista, ti liberi dalla negatività di quell’emozione

La tecnica del calendario: sfogli un calendario in cui i giorni sono stampati in maniera regrediente. Fermati ad una data specifica, quella importante per te e rivivi quel giorno

4.

La tecnica dell’orologio: le ore trascorrono all’indietro, si fermano quando lo decidi tu, per rivivere minuti e attimi importanti del tuo passato

“Seduta Ipnotica” Richard Bergh Olio su tela (1887)


Quanto sei ipnotizzabile? Circa il 15% della popolazione mostra un alto grado di sensibilità all’ipnosi, mentre il 5-10% sembra non essere ipnotizzabile. Il resto della popolazione rientra tra questi due estremi.

IL FILM LA MALEDIZIONE DELLO SCORPIONE DI GIADA Regia Woody Allen Interpreti W. Allen, H. Hunt, C. Theron, D. Aykroyd, E. Berkley, G. Stebner, B. Markinson, J. Schuck, W. Shawn Durata h 1.43 USA 2001

Ambientata nella New York anni ‘40, una vivace storia d’ipnosi, di donne, di intrighi e di amori difficili. E proprio le donne sono le protagoniste di una vicenda che ruota attorno ad un’agenzia di assicurazioni, la “CW Briggs”, e al suo proprietario, un infallibile investigatore, Mister CW Briggs, interpretato dallo stesso Allen, vittima di un incantesimo ipnotico ad opera di un sedicente mago. C.W. Briggs e l’odiata collaboratrice Betty Ann, sotto ipnosi, ruberanno i gioielli di un cliente della società, scatenando una catena di sospetti, congetture e supposizioni. Partirà così una serrata caccia al colpevole che però si concluderà con un colpo di scena sentimentale.

VERO

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• Associazione Medica Italiana per lo Studio dell’Ipnosi

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Rimane il controllo delle proprie facoltà cognitive E’ un’esperienza naturale, simile al “sogno ad occhi aperti” E’ un intervento modulato sul paziente Cura disagi di natura psicosomatica e psicologica Stimola immaginazione e creatività

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

FALSO •

Si perde la propria identità

Si viene privati della propria volontà

• •

Si sviluppa una dipendenza dal terapista

Si rischia di essere manipolati/sedotti

Si perde la capacità di reagire


Perché affidarsi all’Ipnosi?

L’ipnosi può essere utilizzata per ridurre ansia e paura, ma può contribuire anche a mettere in pratica la terapia del dolore Nel 1957 fu praticato il primo intervento chirurgico in ipnosi, senza anestesia. Questo dato può far riflettere sulle grandi potenzialità di una tecnica a lungo sottovalutata e snobbata dalle accademie del sapere. L’ipnosi può essere impiegata per la sedazione durante interventi chirurgici e odontoiatrici, per correggere disturbi funzionali e neurovegetativi e per attuare la terapia del dolore (in ambito anestesiologico, infatti, la terapia ipnotica è in grado di ridurre ansia, paura e percezione del dolore in tempi ridotti rispetto all’impiego di farmaci). Ad esempio, l’ipnosi è molto efficace per eliminare la paura del dentista, riducendo il fastidio dell’anestesia locale o inducendo leggere amnesie delle fasi dell’intervento odontoiatrico o ancora, abolendo il riflusso gastrointestinale che si attiva in molti pazienti che non tollerano strumenti in bocca. In realtà, l’ipnoterapia è una tecnica

efficace per fronteggiare molti tipi di problemi. Disturbi del sonno, disistima, depressione, disordini alimentari, stati ansiosi e attacchi di panico, paure, fobie e disagi di natura sessuale, sono solo alcuni dei campi applicativi dove si riscontrano gli ottimi risultati dell’ipnosi. A prescindere dalla grande valenza della tecnica ipnotica nei disturbi legati a patologie psicologiche, c’è anche da sottolineare come questa possa rivelarsi utile per la risoluzione di disagi psicologici meno gravi, come ad esempio la dipendenza da fumo, l’ansia da performance o il nervosismo prima di un esame. Partendo dai sintomi, si acquisisce la consapevolezza necessaria per il proprio riequilibrio psicologico, avvicinandosi sempre più alla causa ed alla radice della sofferenza psichica, affrontandola anche a livello emozionale e avvicinandosi, sempre più, alla guarigione.

O2 WEB SELECTION www.ciics.it

Centro Italiano di Ipnosi Clinico Sperimentale

La volontà di una persona può, con l’energia del suo sforzo, agire sull’essere spirituale di un’altra persona, entrare in lotta e sottoporla alla propria possenza

Paracelso

L’ipnosi

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Nella foto: il Dr. Patch Adams


TERAPIE DI SUPPORTO

COMICOTERAPIA Ridere fa bene alla vita e il buonumore fa bene alla salute. Scopri tutte le proprietĂ benefiche di una sana risata! Dott.ssa Melania Battista

Comicoterapia

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La Gelotologia

La scienza che scopre la relazione tra risata, emozioni e difese immunitarie

Vi sono tre cose reali: Dio, la follia umana ed il riso. Dato che le prime due oltrepassano la nostra comprensione, dobbiamo fare quello che possiamo con la terza

Dal testo sacro Indiano “Ramayana”

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T

erapia del sorriso o della risata, comicoterapia, clown therapy. In qualsiasi modo la chiamiate è oramai indubbio che “ridere fa buon sangue”. E’ grazie alla recente scienza della “gelotologia” (dal greco ghelos-riso) che oggi possiamo contare su un numero crescente di ricerche scientifiche, il cui unico obiettivo è far emergere la relazione tra risata ed emozioni positive in campo di prevenzione, terapia, riabilitazione e formazione. La gelotologia affonda le sue radici nella PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), branca della medicina che ha sostanziato la diretta correlazione tra emozioni e sistema immunitario, nervoso ed endocrino. Mutamenti nel comportamento possono indurre cambiamenti di umore che, a loro volta, possono ripercuotersi sulle condizioni di salute dell’individuo. Secondo la gelotologia, per esempio, la risata stimola la produzione di adrenalina e dopamina che, liberando endorfine e encefaline, sostanze antidolorifiche naturali pro-

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

dotte dall’organismo, sono in grado di potenziare l’efficienza del sistema immunitario. In altre parole, il sistema immunitario, nervoso ed endocrino sono interconnessi tra loro e le emozioni e gli stati d’animo positivi possono intervenire in maniera benefica sul nostro stato psicofisico. L’uso dell’umorismo e dell’autoironia, consente l’autodistanziamento dalle condizioni negative, aprendo la porta a nuove forme di autocontrollo e di governo delle situazioni esterne. Occorre, però, considerare che la gelotologia non è una medicina alternativa, ma aiuta e completa i metodi di cura di una patologia. D’altro canto l’incapacità di sorridere nelle professioni di cura finisce con l’eliminare quel discreto e sano umorismo alla base della relazione di fiducia tra medico e paziente, determinante nel processo di recupero dalla malattia. E poi ridere non costa nulla e allora perché non provarci? O2 Psicologia ne ha parlato con Jacopo Fo, artista eclettico e scrittore di successo, che ha fatto della risata una vera e propria filosofia di vita.


Intervista a Jacopo Fo

“La Risata” Umberto Boccioni Olio su tela (1911)

“Ogni difficoltà diventa più semplice se affrontata col sorriso”

L’umanità si prende troppo sul serio: è il peccato originale del mondo.

È

Se l’uomo delle

una mattina con uno splendente cielo azzurro e comincia la nostra chiacchierata con Jacopo Fo, che ci racconta le sue pratiche di comicoterapia.

Allora Jacopo, che tipo di definizione darebbe della comicoterapia? Esistono diverse definizioni di comicoterapia, ma quella offerta da Patch Adams è sicuramente la più completa ed immediata. Adams afferma che la comicoterapia non è una medicina, ma una filosofia, un modo per affrontare la vita con entusiasmo anche quando, sul proprio cammino, si presentano degli ostacoli da superare. Ogni difficoltà diventa più semplice se affrontata col sorriso.

L’effetto generale della risata è lo stimolo. Gli studi hanno dimostrato che nel sistema cardiovascolare c’è un aumento della frequenza cardiaca, un vero e proprio esercizio per il cuore. Insieme alla frequenza cardiaca aumenta anche la pressione del sangue che passa attraverso le arterie più rapidamente rispetto a quando ci si trova in uno stato di quiete. Quando la risata diminuisce d’intensità, il sistema entra in uno stato di rilassatezza ed il battito cardiaco ritorna gradualmente normale. Inoltre, ridendo si liberano le beta endorfine che, prodotte dal cervello, potenziano il sistema immunitario. Questi sono solo alcuni esempi, ma il vero vantaggio è che ridere cambia il modo di sentire il mondo.

caverne avesse saputo ridere, la storia avrebbe avuto tutt’altro corso

O. Wilde

In che senso? Secondo la moderna “gelotologia”, quali sono i benefici della comicoterapia?

Ridere è un’esperienza culturale, filosofica, Comicoterapia

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“Ogni singolo uomo è una fonte inesauribile di comicità. Ridere è importante soprattutto perché provoca un particolare stato di coscienza che è di per sé positivo”

IL LIBRO

Guarire Ridendo AUTORE Jacopo Fo ANNO 1997 EDITORE Mondadori

La vita? Meglio prenderla sul ridere. Le endorfine prodotte da una bella risata, rassicurano, alleviano lo stress e ringiovaniscono la pelle, perché si libera l’energia vitale più profonda. Questa è una delle basi dello ‘Zen occidentale’. Secondo Jacopo Fo ridere, oltre a essere divertente, galvanizza le difese immunitarie, solletica i vasi linfatici, è afrodisiaco, liberatorio, allarga la mente, ci distingue dalle macchine e ci rende simili agli dei.

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JACOPO FO

J

acopo Fo negli anni 80 fonda a Gubbio la Libera Università di Alcatraz. Un centro culturale immerso nel verde dove, oltre a trascorrere una sana vacanza, è possibile seguire corsi “non tradizionali” tra cui lo “yoga demenziale”. <<E’ una disciplina che ha scelto, come maestri spirituali, la gioia e il piacere>> - afferma Fo - . <<Lo yoga demenziale accoppia il meglio della civiltà occidentale: un sano laicismo, il rigore della sperimentazione, il training autogeno, con quello delle civiltà orientali: la meditazione trascendentale, le arti marziali, le tecniche yoga. Perchè tutta la saggezza dei due mondi può essere riassunta in un’unica gigantesca risata!>>.

spegne il cervello razionale, lo travolge annullando i suoi vincoli emotivi e liberando tutte le energie che abitualmente si consumano pensando. Energie che il corpo sfrutta per rigenerarsi. Ed è in quegli attimi privi di autocontrollo razionale che abbiamo una percezione più aperta del nostro essere parte integrante del mondo stesso. E’ a conoscenza di qualche caso in cui l’applicazione della comicoterapia, a supporto della medicina tradizionale, ha portato a risultati positivi? Quando si parla di guarigione bisogna stare molto attenti. E’ facile trasformare eventi isolati in una specie di “casistica dei miracoli”. Quello che sappiamo per certo, però, è che la comicoterapia stessa parte dall’esperienza positiva vissuta dal suo fondatore, il giornalista americano Norman Cousins che, affetto da spondilo ar-

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

trite anchilosante, decise di curarsi con una terapia a base di vitamina C e risate. Ogni giorno assisteva a spettacoli clownistici e cabarettistici, passava il tempo leggendo libri di barzellette, guardando film comici e candid camera. Dopo sei mesi scoprì d’essere guarito. Ma questa è un’ esperienza singola, in cui il processo di guarigione non può essere protocollato. Voltaire diceva che l’arte della medicina consiste nel far divertire il paziente, mentre la natura cura la malattia. Cosa pensa di questa frase? Credo che sia assolutamente vero e perfettamente in linea con le recenti scoperte scientifiche, secondo le quali, se c’è una partecipazione emotiva positiva del paziente, ogni cura funziona meglio. In questo contesto diventa fondamentale il ruolo del medico e la capacità di creare empatia con il paziente.


A proposito del rapporto medico-paziente, secondo Patch Adams, simbolo della comicoterapia, la vena clownistica rappresenta una porta di accesso alla sofferenza dell’altro. E’ d’accordo? Ridere consente al medico di entrare in contatto con il paziente, abbattendo le barriere della subordinazione ed il pudore della sofferenza. La comicità ride delle certezze della mente razionale e dunque ci fa essere più inclini all’ascolto dell’altro. Ridendo si diventa più sensibili. La risata, insomma, ci aiuta ad accogliere il dolore con maggiore serenità, è questo il vero aspetto terapeutico. Come si impara a ridere ogni giorno? Occorre guardarsi dentro e trovare il lato comico in ognuno di noi. Ogni singolo uomo è una fonte inesauribile di comicità. Ridere è importante soprattutto perché provoca un particolare stato di coscienza che è di per sé positivo. Non posso scoppiare a ridere se il mio umore non è disponibile a farlo. Quando

guardiamo un comico, e sappiamo che ci farà ridere, entriamo in uno stato emotivo di attesa felice e giocosa. Se non entriamo in questo stato, ridere è impossibile. E ogni risata ci induce a calarci sempre più in questo atteggiamento aperto e leggero. In un crescendo di spensieratezza che ci fa arrivare, nei casi migliori, al famoso “fou rire” (riso folle ndr). Occorrerebbe esercitarsi avendo presente questo stato emotivo. Che rapporto c’è tra la risata e la morte?

O2 WEB SELECTION www.jacopofo.com

La relazione non è negativa e non c’entra nulla con la mancanza di rispetto per il dolore legato ad una perdita. Ridere crea una coscienza diversa del proprio rapporto con la vita e con la morte. Ingenera il sospetto che sotto le apparenze, il mondo sia diverso, suggerisce altri valori esistenziali. Ridere del mistero ci permette di contemplarlo senza restarne accecati. Perchè ridere è la nostra porta verso il mistero. Ridere è il mistero. Ridere è Dio. Per questo ridere è zen. Anzi, come dicono alcuni maestri, ridere è lo ZEN.

Il sito ufficiale di Jacopo Fo

Comicoterapia

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IL FILM

PATCH ADAMS Regia Tom Shadyac Interpreti R. Williams, D. London, M. Potter, P. S. Hoffman, B. Gunton, E. Albertini Dow, I. P. Hall, F. L. McCain, H. Presnell, D. Kuhn, P. Coyote, J. Greene, M. Jeter, H. Gould, B. Bohne Durata h 1.55 USA 1998

Hunter Adams, appena adolescente, dopo un tentativo di suicidio viene ricoverato in un ospedale psichiatrico, dove scopre la sua innata propensione ad aiutare gli altri. Quando viene dimesso il suo piú grande desiderio è quello di diventare un medico per dare vita a un ospedale della gioia dove la terapia del sorriso è la cura giusta. Il film, tratto liberamente dall’autobiografia del medico statunitense Hunter “Patcfh Adams”, è stato nominato agli Oscar come miglior colonna sonora originale.

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La comicoterapia in Italia

Due milioni di euro a sostegno delle onlus impegnate nella promozione della comicoterapia

I

n Italia la comicoterapia viene introdotta in via sperimentale negli anni 90. Nel 1997, all’ospedale Meyer di Firenze, il russo Vlad Olshansky promuove il progetto “Soccorso Clown”, basato sull’esperienza della Clown Care Unit di New York. Da allora, grazie ai risultati raggiunti dalla comicoterapia, come trattamento coadiuvante nel processo di guarigione dei pazienti, le associazioni che promuovono questo tipo di approccio all’interno degli ospedali si sono via via moltiplicate. Nel 2008 il Governo italiano ne riconosce l’importanza, stanziando 2 milioni di euro per interventi finalizzati al sostegno degli organismi del terzo settore impegnati in attività di comicoterapia. Queste alcune delle associazioni che pro-

muovono la comicoterapia in Italia •

www.soccorsoclown.it

www.theodora.org

www.clowns.it

www.viviamoinpositivo.org

www.medicuscomicus.org

www.veronicasacchi.it

www.ilnasointasca.org

www.dottorsorriso.it

www.riderepervivere.it

www.lamoledelsorriso.it

www.clownmarameo.it

www.magicacleme.org

IL LIBRO Yoga Demenziale AUTORE Jacopo Fo ANNO 2009 EDITORE Fazi

Basato sulle più recenti ricerche scientifiche, questo libro dimostra che fare un regalo o baciare la persona che ami sono medicine più efficaci contro l’influenza dell’aspirina (e anche più piacevoli). E che non è vero che i ricchi vivono più a lungo, ma di sicuro le persone permalose e poco socievoli muoiono come mosche. Una volta apprese le conoscenze strabilianti dello yoga demenziale, il tuo sguardo diventerà luminoso come un’esplosione atomica. Perché ridere è l’unica speranza, la grande magia, la medicina che rende il tuo sistema immunitario tanto brutto, sporco e cattivo che i virus preferiscono andare in vacanza in fonderia piuttosto che incontrarti.

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3


ESTETICA Pubbliredazionale

La bellezza del Benessere

I

l Comitato Internazionale di Estetica e di Cosmetologia (CIDESCO), fondato nel 1946 a Bruxelles e presente in oltre 30 paesi nel mondo, rappresenta oggi la più grande associazione internazionale nel settore dell’estetica e della cosmetologia. Il CIDESCO ITALIA, fondato nel 1950, è attualmente rappresentato dal suo Presidente, il Dr Andrea Bovero. In ambito formativo CIDESCO ITALIA ha attivato un Corso di Alta Formazione Universitaria per Operatore dell’Estetica e del Benessere (in collaborazione con l’Università di Bologna, Polo di Rimini) e organizza regolarmente corsi teorico-pratici, avvalendosi di docenti qualificati nei settori Beauty & Wellness. Nell’ambito della propria attività istituzionale, CIDESCO ITALIA ogni anno realizza un importante Congresso Nazionale, un’occasione irrinunciabile per entrare in contatto con i principali esponenti del settore ed apprendere le ultime novità scientifiche in materia di bellezza e benessere. Il tema del prossimo congresso sarà pubblicato sul sito web www.cidesco.it. Cidesco

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Ansia & Autostima pre-post cure di bellezza

Quando sentirsi belli fa sentire meglio

Pubbliredazionale

IL LIBRO

Foto Marco Mioli

Comunicare la bellezza e il benessere AUTORI Andrea Bovero Maria Teresa Ascioti ANNO 2009 EDITORE Tecniche Nuove

Chi comunica bellezza e benessere, oltre alla competenza tecnica del prodotto o del servizio, deve essere in grado di trasmettere anche la valenza culturale delle scienze affini, intese come mezzo di appagamento dei nuovi bisogni interiori. Il libro é arricchito da un’avvincente dissertazione sull’evoluzione storica della bellezza nei secoli (dalla preistoria al terzo millennio) e da approfondimenti di antropologia e psicologia della bellezza, importanti per comprendere il rapporto esistente tra il significato estetico del corpo e alcuni comportamenti tipici dell’uomo. Vengono inoltre affrontate tematiche relative alle ultime tendenze del settore cosmetico, senza trascurare il ruolo dei sensi come strumenti di apprendimento.

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I

l miglioramento del nostro aspetto esteriore induce delle conseguenze a livello psicologico e sociale, ripristinando una situazione di benessere, che si ripercuote sull’intero organismo. Questa affermazione può essere convalidata sperimentalmente? Come è possibile misurare il benessere? Il progetto di ricerca I.S.A.C. (Integrated Sensorial Approach in Cosmetics) nasce nel 2008 con l’obbiettivo di mettere a punto un protocollo per studiare le relazioni esistenti tra l’ansia, l’autostima e i trattamenti Beauty & Wellness (B&W). Il progetto, ideato dal Dr. Andrea Bovero, è stato realizzato dall’Istituto Internazionale Scienze del Benessere, in collaborazione con CIDESCO ITALIA e la Sez. di Psicologia dell’Università di Ferrara. La prima fase sperimentale del progetto si è svolta presso quattro centri estetici associati CIDESCO ITALIA. La valutazione di ansia e autostima è avvenuta mediante test psicologici, ai quali si sono sottoposti 102 volontari prima e dopo i trattamenti. L’analisi dei risultati ha confermato che tra i trattamenti cosmetici e il benessere psicologico esiste una

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

strettissima relazione, dal momento che dopo un semplice trattamento i volontari manifestano una diminuzione dell’ansia e un aumento dell’autostima. La seconda fase del progetto I.S.A.C. è stata realizzata presso l’Anhembi Morumbi University di San Paolo (Brasile) grazie a un accordo di collaborazione firmato tra gli enti coinvolti. Per studiare in modo completo i cambiamenti psico-fisici che avvengono nel nostro organismo quando ci sottoponiamo ai trattamenti B&W, è stato messo a punto un protocollo che ha consentito di valutare, oltre alle variazioni di ansia e autostima, anche una serie di parametri fisiologici. In seguito ad uno specifico trattamento al viso, tutti i volontari dello studio hanno presentato una riduzione dell’ansia e un aumento dell’autostima associati a una diminuzione della frequenza cardiaca, del ritmo respiratorio e della pressione arteriosa. I risultati di questa seconda fase della ricerca hanno confermato che il benessere può essere misurato e che esiste una correlazione diretta e dimostrabile tra “miglioramento” dell’aspetto esteriore e “sensazione” di benessere psico-fisico.


ARMONIA

A lezione di Yoga Respira profondamente e libera la mente Emy Blesio Gayatri Devi, Guru dello Yoga, parla delle sue esperienze…

Emy Blesio Mahamandaleshwar

“S

Yogacharini Pandit Gayatri Devi

i parla tanto dello Yoga, ma molti ignorano cosa sia veramente. Nell’immaginario comune si pensa a gambe incrociate, posizioni sulla testa, acrobatismi straordinari. Oppure a stati fenomenici, levitazioni, esperienze extracorporee, divinazioni. O ancora, alla cosiddetta New Age con i fantasiosi Idro Yoga, Laughing Yoga, Yoga Bike, Yoga Trekking e le varie auree, i tunnel azzurri e nuvolette rosa. Ebbene il vero Yoga, è altro. Qualsiasi splendido fiore non è che una cosa morta se è senza radici. Può sì durare giorni, magari con qualche prodotto che ne allunghi la freschezza, ma alla fine diventa solo una cosa secca e sterile. Al contrario, una pianta con delle buone radici può crescere e donare profumati fiori e gustosi frutti. Quindi, il mio interesse, dovuto a un’esperienza quarantennale nello Yoga, è di far conoscere lo Yoga tradizionale, con buon spessore. Una disciplina antica in grado di evolversi, senza perdere la sua peculiarità.”


Lo yoga è una scienza che a poco a poco cambia il praticante dall’interno e, cambiando dentro, cambia anche tutto l’ambiente che lo circonda

Dalla parola sanscrita al messaggio O2 WEB SELECTION

Congiungere corpo, mente e anima con la propria essenza

www.confederazioneyoga.it

C.U.I.D.Y. Confederazione Ufficiale Italiana Di Yoga

La Conoscenza vede la medesima natura in ogni cosa e in tutti gli esseri animati o i cosiddetti inanimati… L’ignoranza ne vede solo una parte e la scambia per il Tutto…

Hari Om

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L

a parola Yoga ha il significato di unione, controllo, proviene dalla radice sanscrita yuj = aggiogare, unione, vincolo. Jugit è il giogo che si fissa sul collo dei buoi per guidarli e attaccarli all’aratro. Yoga, quindi, indica l’insieme delle tecniche che consentono l’unione, il congiungimento del corpo, della mente e dell’anima con la propria Essenza e il controllo delle proprie pulsioni. Colui che segue e pratica il cammino dello Yoga è chiamato yogi o yogin, le donne sono dette yogini. Ma è un termine più recente perché in origine, chi praticava lo Yoga, era solo l’uomo. Lo yoga è una scienza che a poco a

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

poco cambia il praticante dall’interno, con consapevolezza, e, cambiando dentro, cambia anche tutto l’ambiente che lo circonda. Il mahatma Gandhi diceva “Sii il cambiamento che vorresti negli altri”. E proprio questo è uno dei messaggi dello Yoga, che val la pena di essere seguito. Il percorso sul sentiero dello Yoga, può sembrare arduo e impegnativo, perché non è facile migliorare se stessi. Ma, in compenso, dà quella consapevolezza che permette di vedere il mondo con occhi diversi, tolleranti, rispettosi, pieni di amore. Perché tutto quello che ci circonda fa parte di un’unica grande anima, di un unico immenso respiro.


WEB RADIO

Emy Blesio Intervistata da O2 Psicologia al Salone Internazionale del Benessere di Ischia

MUSICA CONSIGLIATA PER LA LETTURA www.zenradio.fm

EMY BLESIO

“I Panchamahabhuta” Emy Blesio Olio su tela (1996)

IL LIBRO

GURU D’ECCEZIONE PER O2 PSICOLOGIA

L

a maestra Emy Blesio, Mahamandaleshwar Yogacharini Pandit Gayatri Devi, è Presidente dell’International Yog Confederation. E’ stata la prima donna in India a essere eletta Presidente per quanto riguarda lo Yoga, oltre a essere fondatrice e presidente della CUIDY Confederazione Ufficiale Italiana Di Yoga, della The World Community of Indian Culture & Traditional Disciplines e di Suryanagara, scuola internazionale di yoga e cultura indiana. Una Guru d’eccellenza, dunque, con alle spalle oltre quarant’anni di ricerche. La sua fama travalica i confini del mondo-yoga, e investe i media, ansiosi di conoscerla attraverso congressi, simposi, festival, riviste e giornali. Contesa da emittenti nazionali e internazionali, per parlare di Yoga e della cultura indiana, Emy ha preparato per “O2 Psicologia” lo speciale che state leggendo, dedicato agli appassionati dell’antica disciplina indiana, ma anche ai curiosi, ai dubbiosi e a chi è sempre alla ricerca della verità.

COME SAPERNE DI PIÙ?

P

CORSI, EVENTI E YOGA PER BIMBI

otreste partecipare a qualche evento di Emy, tanto per cominciare. E’ creatrice del grande Festival dell’India: l’Oriente incontra l’Occidente, in una formula unica in Europa, lo propone con successo in varie città d’Italia e all’estero. Ha pubblicato vari libri e manuali tra cui: Surya Namaskara Samkranti, Il Gatto, La Luce Azzurra. Da una decina d’anni si occupa della Formazione Internazionale Insegnanti Yoga in Italia e all’estero, e sta terminando un libro sul LilaYoga, lo yoga per bambini, che prende in considerazione i piccoli da quando sono ancora nel pensiero dei genitori fino all’adolescenza (passando attraverso il lavoro sul concepimento, la gestante, la puerpera, il neonato, l’età scolare e molto altro). Propone viaggi studio e di formazione in India e in altre nazioni adatte alla ricerca spirituale.

Bhagavad Gita AUTORE Sarvepalli Radhakrishnan EDITORE Ubaldini ANNO 1964

La Bhagavad Gita è il poema sacro più popolare e amato tra gli induisti, per i concetti etici e spirituali che espone con un’altissima intuizione lirica. Si tratta del testo base della filosofia spiritualistica dell’India. È costituito da 18 capitoli e 700 versi, si presenta sotto forma di dialogo ed è inserito come VI libro in un’opera molto più ampia: il Mahabharata. Anche se non si può separare la Bhagavad Gita dal proprio contesto (il Mahabharata) per una maggiore comprensione della stessa, essa costituisce tuttavia un’opera a pieno titolo che può essere letta indipendentemente.

A lezione di Yoga

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Storia e Linee dello Yoga

Scienza e pensiero con radici lontane 6000 anni

O2 WEB SELECTION www.suryanagara.it

Scuola Internazionale di Yoga, cultura e discipline orientali

Cos’è il Karma? Il Karma è come l’Oceano… qualsiasi cosa butti nei suoi flutti, finisce poi col tornare alle tue rive…

Hari Om

34

L

e radici dello Yoga pescano nella scienza e nel profondo pensiero dei sacri testi vedici, che hanno una datazione approssimativa di 6000 anni. Lo Yoga è uno dei sei punti di vista (Dharshana), sistemi ortodossi della filosofia hindu, ma nel contempo li comprende tutti. Trova le sue regole nella più recente codificazione (Ashtanga Yoga) a opera del saggio Patanjali: gli Yoga Sutra, che vengono datati da 400 anni prima di Cristo a 400 anni dopo Cristo. Da non confondere con quello che è chiamato in occidente Ashtanga Yoga, diffuso nel secolo precedente dallo Yogi Pattabhi Jois, e che più precisamente è l’Ashtanga Vinyasa Yoga. Ci sono molte interpretazioni nella classificazione di aspetti delle varie tipologie dello Yoga. La caratteristica della società moderna è appunto quella di utilizzare piccole parti di questa profonda scienza e dilatarle fino al parossismo, sia per semplificare le difficoltà di un percorso molto impegnativo, sia per una ricerca di risultati economici faci-

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

li e soddisfacenti. Già nell’estratto dal grande poema epico Mahabharata, la Bhagavad Gita, che è la parte più nota del testo citato, parla di tre linee tradizionali: Bhakti Yoga (lo Yoga della devozione), Karma Yoga (lo Yoga dell’azione senza attaccamento al risultato), Jñana Yoga (lo Yoga della conoscenza) . Segue il Raja Yoga citato da Patañjali che riprende i sei passi della Maitry Upanishad con l’aggiunta degli yama e niyama, e l’Hatha Yoga che fa parte del Raja Yoga. Se l’Hatha Yoga viene considerato una disciplina fisica, il Raja Yoga è una disciplina mentale e afferma che la mente ha una grande potenza. Come i raggi del sole concentrati attraverso un prisma possono tagliare l’acciaio, i raggi liberi della mente, quando vengono riuniti e concentrati in un punto, sviluppano una grande potenza, che permette di avere accesso all’intuizione, alla conoscenza più profonda. Da queste linee classiche e sperimentate, c’è una proliferazione di tante linee, consistenti e non consistenti, che sono solo delle elaborazioni e piccole parti delle quattro tradizionali radici Yoga.



Lo Yoga è una via per la realizzazione della persona, che può essere ugualmente percorsa da credenti e non credenti, seguaci di ogni confessione

Aneddoto sullo yoga

Riflessioni di Emy Blesio su yoga e occidente

O2 WEB SELECTION www.theworldcommunity.com

The World Community of Indian Culture & Traditional Disciplines

“D

opo una mia

Sapevo che in famiglia soffrivano spesso di

conferenza, che

raffreddori e il miele di rododendro era l’idea-

ho tenuto in un

le. Decisi di comperarne un vasetto.

congresso di

Però, il baffuto montanaro, ne aveva solo da

Yoga e Ayurve-

un chilo.

Vivi il

da, è seguito un dibattito con il pubblico.

Era un po’ troppo visto che si usava solo in

presente!

Una signora mi disse che era stata forte-

caso di necessità.

A volte per

mente disillusa dallo scorretto comporta-

Ma il vecchio mi tranquillizzò dicendomi che,

mento del suo Guru.

essendo un miele purissimo, poteva conser-

La signora era giunta alla conclusione che

varsi anche una decina d’anni. Bastava che

lo Yoga non portasse a buoni risultati ed

lo travasassi in vasetti più piccoli e ne aprissi

era in dubbio se continuare a praticare

uno per volta.

oppure lasciare tutto.

Metto il chilo di miele nello zaino e mi avvio

Allora le raccontai una mia analoga espe-

verso l’esterno della baita, quando la sua

del

rienza. All’inizio del mio percorso nello

voce mi raggiunge sulla soglia: “Bada però di

percorso…

Yoga, dopo parecchie delusioni , avevo

usare vasetti ben puliti perché, anche il miele

Hari Om

interrotto, le mie pratiche yogiche.

più puro, in vasi sporchi, va a male.”

Mentre mi trovavo in montagna salivo

Mi bloccai sulla porta come colpita da una

pensosa, meditando sul da farsi, percor-

folgorazione.

rendo la stretta strada che costeggiava

Mi era diventato tutto chiaro: Non era lo Yoga

un torrente impetuoso, dalle acque limpi-

sporco… ma il contenitore!

de e azzurrine. Giunsi in una valle e lì tro-

Da quel momento ho ripreso a praticare e ora,

vai un montanaro che stava smielando.

dopo più di 40 anni, lo sto ancora facendo.”

l’ansia di arrivare in vetta, ci perdiamo la bellezza

36

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3


Gli esercizi Yoga hanno il compito di equilibrare e dominare le forze contrapposte del nostro organismo

Perché lo yoga?

Trova la via per la tua realizzazione

“M

e n s s a n a in c o r p o r e sano”, s o s t e n e va n o gli antichi romani. Ma noi possiamo anche dire, “Corpore sano in mens sana”. Il collegamento del corpo con la mente e l’anima, si può constatare sin dalle prime pratiche fisiche che svelano come viene coinvolto il praticante in senso olistico (in ogni sua parte). Lo Yoga ha una grande forza che agisce sia a livello fisico sia a livello psichico. “Hatha” significa potenza, equilibrio, ma esprime anche le due polarità dell’essere umano. “Ha” significa infatti Sole, Calore, Terra, Polo Positivo, e “Tha” significa Luna, Freddo, Cielo, Polo Negativo.

Gli esercizi Yoga hanno dunque il compito di equilibrare e dominare le forze contrapposte del nostro organismo. Molto importante è il praticarlo con costanza, anche pochi minuti ogni giorno, e la salute, la pace interiore, scaturiscono naturalmente. Mai essere rigidi però, se non è possibile praticarlo con regolarità, è inutile crearsi sensi di colpa che annullerebbero la pace interiore. Sì ho parlato di pace interiore, ma non pensate allo Yoga come a una religione perché sarebbe un concetto erroneo. Lo Yoga è una via per la realizzazione della persona, che può essere ugualmente percorsa da credenti e non credenti, seguaci di ogni confessione, senza entrare in conflitto con il proprio credo e le proprie idee.

O2 WEB SELECTION www.win.ind.in

Women International Network

Vedere al di là della Forma consente di arrivare al Principio Senza Forma

Hari Om

A lezione di Yoga

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Sii grato alla luce che ti è stata data… e non lamentarti se ti costa fatica tenerla costantemente accesa e luminosa…

Hari Om

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Lo Yoga viene trasmesso da maestri, i Guru, ai discepoli. “Gu” significa oscurità e “ru” significa luce. Pertanto il Guru dovrebbe rimuovere l’oscurità e portare la luce nella vita del discepolo. Nell’India antica il discepolo viveva a stretto contatto con il Guru e lo serviva con devozione; in questo modo assorbiva il sapere e la conoscenza del suo maestro divenendolo a sua volta. E questo accade anche oggi. Il maestro e/o maestra ha il dovere di trasmettere la conoscenza al suo discepolo come a un figlio e di dargli la possibilità di camminare da solo. Deludenti sono quei maestri che non vogliono dare la conoscenza, ritenendola cosa loro.

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Che non favoriscono la crescita dei loro allievi. Che consegnano la scienza dello Yoga con il contagocce. E deludenti sono però anche quegli allievi che stanno vicino al maestro solo per prendere. Perché è dallo scambio che nasce la conoscenza. A dire il vero, tutti gli esercizi fisici dello Yoga vengono descritti nei vari testi classici, alla portata di tutti, ma sappiate che, le esperienze, le istruzioni precise, la filosofia, la scienza dello Yoga vengono trasmesse dai maestri che li evolvono continuamente. Con l’amore da ambo le parti e il non attaccamento, si può dire che lo Yoga, sebbene legato alla tradizione, sia una scienza viva.


Pubbliredazionale



FUTURO

2012

La fine del mondo, l’inizio di una nuova era o semplicemente una gran voglia di cambiamento? Dott.ssa Melania Battista Dott.ssa Carmela Maria Barbaro


21 dicembre 2012

Studia il passato se vuoi prevedere il futuro

Confucio

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Quale futuro ci attende veramente? egli ultimi tempi non si fa che parlare di una data ricca di mistero e di fascino, ma anche d’inquietudine e di timore: dicembre 2012. Secondo il calendario Maya, il 21 dicembre del 2012 coinciderebbe con la fine di un’era e del mondo, così come appare oggi ai nostri occhi. Ma dobbiamo davvero aspettare il 2012 col fiato sospeso? Che cosa ci attende veramente? La nostra è un’epoca di crisi, controversa e ricca di eventi che hanno portato l’uomo ad interrogarsi sul senso di ciò che lo circonda. Crisi energetica, divario tra paesi ricchi e paesi pove-

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

ri, crisi economica mondiale, decadenza lenta e progressiva di istituzioni e valori di riferimento. Tutte variabili che hanno prodotto nell’uomo un progressivo senso di insicurezza, l’emergere di paure e timori legati alla vita e all’avvenire, ma anche la ricerca di nuovi riferimenti e nuove speranze. Catastrofe o rinascita? O2 Psicologia ne ha parlato con Roberto Giacobbo, conduttore di “Voyager” e vicedirettore di Rai Due, che nel suo libro “2012 la fine del mondo?”, guida il lettore attraverso i grandi misteri e le antiche profezie proponendo, alla fine, una sua originale ipotesi su ciò che potrebbe accadere all’alba del 2012.


Intervista a Roberto Giacobbo

IL LIBRO

Un viaggio tra antiche profezie per scoprire cosa accadrà all’alba del 2012

2012 la fine del mondo? AUTORE Roberto Giacobbo ANNO 2009 EDITORE Mondadori

Allora, Dott. Giacobbo, dicembre 2012. Perché esiste questo clima di attesa “quasi rovente” rispetto a questa data, ovvero come è potuto accadere che antiche profezie abbiano avuto riflessi così potenti sulla modernità? Ad un occhio distratto le profezie che rivelano i possibili accadimenti legati alla data del 2012 possono sembrare solo una serie di coincidenze, ma appaiano molto più coerenti se si guardano con gli occhi di chi le ha annunciate. Tutto nasce intorno alla circostanza secondo la quale nel mese di dicembre del 2012 la Terra sarà perfettamente allineata con gli altri pianeti sull’asse del sole, un allineamento che compare solo ogni ventiseimila anni. Questa particolare congiuntura astrale determinerà, secondo gli antichi profeti, cambiamenti anche sul nostro pianeta.

La leggenda Maya parla di una nuova era, in cui l’uomo ritroverà il contatto con se stesso e con l’universo. Un’era in cui l’uomo sembra chiamato a compiere un salto, ad elevarsi, perché il nuovo ciclo avrà inizio solo quando gli uomini saranno sufficientemente evoluti e integri moralmente, pronti per ricevere la “formula” per salvarsi, questo rispecchia la nostra era? Beh, sicuramente rispecchia l’attuale momento storico, in cui si ci sta rendendo conto sempre di più che siamo solo ospiti di una “pallina” che galleggia nello spazio buio dell’universo e che, per una serie di fortunatissime coincidenze, viviamo condizioni ambientali favorevoli al genere umano. Ma un ulteriore passo in avanti deve essere rappresentato dalla comprensione che le risorse del pianeta sul quale viviamo non sono infinite. Pertanto non possiamo

R o b e r t o Giacobbo ci guida attraverso affascinanti misteri, rivelati da antiche civiltà e storici profeti. Una lettura piacevole e accattivante accompagnata ad una visione ottimistica sul futuro. Un viaggio che comincia dalle piramidi di Gyza, dalla sfinge ai templi cambogiani e Maya, senza trascurare le ultime scoperte scientifiche. Proprio queste ultime, documentano come la Terra stia rallentando la sua evoluzione, come si stia indebolendo il suo campo magnetico, come lo strato di ozono si stia assottigliando e l’intero sistema solare si stia riscaldando... 2012

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consumare più di quanto la Terra sia capace di rinnovare. Ritengo, comunque, che la crisi economica che stiamo attraversando stia portando ad un potenziamento delle coscienze umane e alla consapevolezza che la nostra casa non finisce fuori dalla porta, ma che conviene rispettare l’ambiente nella sua interezza, perché rappresenta il pianeta su cui viviamo che non è una fonte inesauribile. Secondo i Maya questo aspetto, al quale stiamo già assistendo, sarà il punto di partenza di una nuova era a partire dal 2012. Cosa hanno in comune i Maya e gli Egizi rispetto alle profezie? Nel Libro dei Morti degli antichi Egizi, che accompagnava il defunto nel cammino verso la nuova vita nell’aldilà, si legge della fine di un Dio del Male che coincide con un particolare allineamento stellare. Anche in questo caso si pensa alla conclusione di una fase negativa e alla nascita di una nuova era. Più si va indietro nella storia è più il cambiamento è visto in maniera positiva. I catastrofisti sono molto più recenti. Si parla anche di fenomeni fisici che riguardano non solo la Terra ma anche l’Universo, come l’allineamento del Sole con il cen-

Sono eventi naturali che si verificano ciclicamente. Di fronte al legame tra i cambiamenti sulla Terra e le profezie, attualmente gran parte della gente rimane scettica perché crede di saperne di più rispetto ai nostri antenati. Sarebbe meglio, invece, che ci si mettesse intorno ad un tavolo per capire come mai antiche civiltà realizzavano queste ipotesi e cosa si è effettivamente verificato nella storia. Fare questo tipo di ragionamento, con un po’ più di umiltà e confortati dalle conoscenze attuali, sarebbe importante per l’uomo moderno per non negare le sue origini. Sicuramente nel 2012 ci sarà questa particolare coincidenza astrale e nessuno attualmente può dire cosa succederà davvero, perché sulle conseguenze di questo singolare allineamento stellare, che si è già verificato ventiseimila anni fa, non abbiamo alcun dato, ma io sono ottimista. Tornando ai giorni nostri l’abbattimento delle torri gemelle e le sue drammatiche conseguenze sono stati il canto del cigno della società moderna? No, sono state le evidenze di una serie di incongruenze politiche a livello mondiale in cui c’è sempre qualcuno che vuole sopraffare l’altro. Forse, oggi, la vera conquista dell’uomo sarebbe una maggior considerazione del prossimo, una gestione più oculata delle risorse della Terra e, volendo rifarci ad un detto popolare molto famoso, “ un volemose bene” che salverebbe la pelle a tutti.

La paura è una malattia, rimuovila dal tuo cuore

dal film “Apocalypto”

Oggi le reazioni a questi eventi si dividono tra i catastrofismi e gli ottimismi, ma viene illustrata anche una via di mezzo. Che tipo di soluzioni vengono prospettate? E secondo lei ci saranno più eventi catastrofici o positivi. Insomma ci dovremmo preoccupare realmente? tro della Via Lattea. Questi eventi possono essere considerati un caso o hanno effettivi legami con alcune delle profezie?

L’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è di noi stessi e di come ci comportiamo. Se 2012

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LE ANTICHE PROFEZIE LA PROFEZIA DELL’ERA DELL’ACQUARIO

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econdo i seguaci del movimento New Age, sorto nel tardo XX secolo nel mondo occidentale, l’umanità e il pianeta Terra vivono in un’epoca di profondi mutamenti, che porteranno ad una nuova consapevolezza. In questa ottica il 2012 è considerato il periodo di transizione verso un nuovo progresso spirituale. Questa data è, secondo la profezia, il ponte che porterà la fine dell’Era dei Pesci e l’inizio dell’Era dell’Acquario.

L

LA PROFEZIA DEI TESCHI DI CRISTALLO

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n’antica profezia Maya narra che quando tutti e tredici i cristalli esistenti nel mondo verranno riuniti inizierà, per il genere umano, un nuovo ciclo di conoscenza e di elevazione, un’epoca nuova che porrà fine al mondo come oggi lo conosciamo. I teschi di cristallo sono antichi manufatti Maya, risalenti ad epoche lontanissime che sono stati ritrovati in molte zone del Centro-America. Costruiti con il cristallo di quarzo, il materiale è ritenuto ricco di qualità mistiche, in grado di stimolare l’amigdala, la ghiandola posta alla base del cranio, che controlla le emozioni umane. Numerosi esperimenti hanno confermato che i teschi provocano effetti simili a stati alterati di coscienza.

LA PROFEZIA DI MALACHIA

a profezia di Malachia è una premonizione attribuita a San Malachia di Armagh. La storia prende le mosse da una visione mistica che San Malachia avrebbe avuto. La profezia fu trascritta nel testo dal titolo Prophetia de Summis Pontificibus, in cui Malachia avrebbe descritto, in modo figurato, le successioni papali a partire da papa Celestino II (1143-1144) sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla Terra per riprendere le chiavi della Chiesa. Secondo questa antica profezia, dopo Papa Benedetto XVI, solo un altro pontefice, Petrus Romanus, “verrà a Roma da terre lontane per incontrare la tribolazione e la morte”. L’attribuzione a Malachia non è tuttavia sicura; il santo visse infatti tra il 1094 e il 1148, mentre il testo della profezia fu pubblicato dal monaco benedettino Arnold Winon solo nel 1595.

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O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 2


LA PROFEZIA DELL’APOCALISSE

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ell’Apocalisse di Giovanni, ultimo libro della Bibbia, viene descritto uno scenario catastrofico che porterà alla fine del mondo. Tra i personaggi più noti ci si imbatte nella “Donna vestita di sole”, con la Luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle. Alcuni studiosi della Bibbia hanno trovato forti accostamenti di questa immagine con quelle presenti in altre culture: ad esempio le 12 stelle descritte si accostano ai dodici segni zodiacali. Del libro sacro è stato elaborato un codice di interpretazione, Codice Genesi, secondo il quale si prevedono eventi catastrofici per l’anno ebraico 5772, che corrisponderebbe proprio al prossimo 2012.

LA PROFEZIA MAYA

GLI ANTICHI EGIZI

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Maya si servivano di 3 calendari per misurare il tempo: il Tzolk’in, un calendario molto antico di tipo religioso che prevedeva 260 giorni; un calendario stagionale, che seguiva il sole e durava 365 giorni; infine il calendario noto come il Lungo Computo, che durava 1.872.000 giorni (5.125 anni circa). Secondo la profezia, un Grande Ciclo – e precisamente il Quinto- ebbe inizio l’11 agosto del 3114 a.C. e terminerà con il solstizio d’inverno, proprio il 21 dicembre del 2012, nel momento in cui anche un “Grande Ciclo” di 26.000 anni giungerà al termine. Secondo alcuni ricercatori i cataclismi che caratterizzarono la fine delle Ere Maya furono causati da una inversione del campo magnetico terrestre, dovuto ad uno spostamento dell’asse del pianeta. La Terra, infatti, subirebbe periodicamente una variazione dell’inclinazione assiale rispetto al piano dell’ellittica del sistema solare. Anche nel 2012 potrebbe verificarsi un fenomeno simile. Lo spostamento dell’asse cambierebbe il clima in ogni luogo e porterebbe conseguenze anche distruttive sull’habitat terrestre.

G

li antichi egizi avevano profonde conoscenze astronomiche, tanto da riuscire a costruire le piramidi perfettamente orientate verso i quattro punti cardinali, nonostante le insufficienti strumentazioni dell’epoca. Le costruzioni seguono le stelle che compongono la costellazione di Orione. Nel Libro dei Morti, posto all’interno delle piramidi per accompagnare i defunti nel percorso verso l’aldilà, si profetizza la fine di un ciclo e l’inizio di una nuova era che coinciderebbe proprio con l’anno 2012.

2012

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“L’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è di noi stessi e di come ci comportiamo. Se il 2012 dovesse riservarci qualcosa di nuovo, sono sicuro sarà un cambiamento positivo” dovesse succedere qualcosa, sono sicuro sarà positiva. Anche solo una presa di coscienza del fatto che per vivere in mezzo agli altri occorrerebbe ragionare tutti insieme sul nostro futuro, sarebbe già una circostanza positiva. Oggi abbiamo la concezione secondo la quale una volta chiusa la porta di casa nostra non ci interessa più quello che c’è fuori, invece non è così. Siamo collegati l’un l’altro, il benessere di ciascuno dipende dall’altro. Tuteliamo le storie personali, i singoli ambienti e il mondo intero, ma occorre farlo con coscienza e soprattutto senza mire espansionistiche e di sopraffazione.

mo sul pianeta giusto, ma che se paragoniamo la Terra ad una cipolla la parte vivibile del Globo è rappresentata solo dal primo strato esterno della cipolla stessa. Quindi dobbiamo solo essere più consapevoli della fortuna che abbiamo, pensando che se dovesse succedere qualcosa di nuovo, gli antichi ci dicono che sarà un cambiamento positivo. Sinceramente preferisco credere a loro che ai moderni catastrofisti che, quando ho avuto modo di intervistarli, mi hanno candidamente confessato che le loro conclusioni non erano basate su ricerche scientifiche, ma su una serie di sogni. Da allora ho capito che gli antichi sono molto più saggi di alcuni moderni scrittori.

Come spiega il successo del suo libro “2012 la fine del mondo?”, nell’idea della caducità della vita che è dentro ciascuno di noi, oppure c’è altro?

Qualche consiglio pratico per preparasi a questa data?

Credo che il successo del mio libro sia da attribuire alla positività del messaggio che ho voluto lanciare. Non esistono campagne pubblicitarie che tengano. Ho messo insieme 59 fonti bibliografiche e mi sono permesso di ragionare in maniera positiva. 2012 ha superato le 150mila copie vendute perché offre al lettore una prospettiva positiva. Credere o non credere, ad ognuno la libertà di scelta, ma in tutto questo come possiamo cogliere la positività del messaggio? Noi dobbiamo assolutamente essere coscienti della nostra posizione sulla Terra e capire che siamo in un equilibrio sorprendente. Un mio vecchio amico una volta disse che non solo sia-

Stare sereni, perché ricordiamoci che se mai dovesse arrivare la fine del mondo, a meno che qualcuno non abbia costruito una casetta sulla Luna, c’è poco da fare. Tanto vale rimanere tranquilli ed affrontare questo momento che, secondo me, sarà assolutamente positivo. A proposito dei temi affrontati da O2 Psicologia, cosa pensa Roberto Giacobbo del benessere? Ed in particolare del benessere psico-fisico? Il benessere psicofisico è’ fondamentale perché chi sta bene con se stesso sta bene con gli altri. Il vero nostro problema è trovare un equilibrio tra mente e corpo. Il nostro corpo è una scatola in cui dobbiamo viverci per tutta la vita. Più dura la nostra scatola, più duriamo noi. La normalità, intesa come equilibrio, è secondo me una conquista dell’uomo moderno.



TRA INVIDIA E GELOSIA L’ARTE DI ESSERE SE STESSI NELL’INCONTRO CON

L’ALTRO


Specchio, o Specchio delle mie Brame, chi è la più Bella del Reame?

SENTIMENTI

Mente

Gestire i sentimenti negativi per star bene con se stessi e con gli altri Dott.ssa Maria Frandina Psicologa e Counsellor

C’

era una volta, in un tempo non molto lontano, chi, per doti di natura, vizi o virtù, si ritrovava ad essere il più bello o la più bella del reame, come spesso accade nelle favole. Ma non solo. Mettendo da parte la fantasia, può succedere anche nella realtà, che bellezza, bravura e bontà coincidano e contribuiscano a far risplendere l’immagine di chi, per sorte o per arbitrio, si ritrova ad esser padrone di queste qualità. Non si tratta della principessa invidiata dalla corte, né del personaggio dei fumetti che tante volte abbiamo sognato di essere. Stavolta, si tratta della vicina di casa, del collega in ufficio, del nuovo arrivato in comitiva o di chiunque possa far scattare in noi un senso di competizione e rivalità, pervasi da emozioni negative. Così ci ritroviamo a competere con immagini ideali o idealizzate, di fronte alle quali non è difficile provare vissuti di impotenza, solitudine, isolamento, inadeguatezza, invidia, gelosia. Nel rischio dell’incontro ci si può sentire sconfitti, giudicati, umiliati, abbandonati, rifiutati, inadeguati. Invidia e gelosia sono entrambi sentimenti distruttivi che nascono dal confronto con l’altro e ci mostrano una nostra mancanza, portandoci ad attaccare ed aggredire. Per difenderci da questo confronto devastante, che ci pone di fronte ai nostri limiti e alle nostre mancanze, possiamo reagire tentando di distruggere ciò che noi sentiamo di non poter essere o di non poter avere, ma questa reazione non ci farà certo stare meglio. L’alternativa è scegliere di arricchirci nella differenza con l’altro, creare un rapporto di confronto e scambio che possa ridimensionare e farci apprezzare la sua diversità, anche nei casi in cui possa sembrare “migliore di noi”. Tra Invidia & Gelosia

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La gelosia

Quando “Ti Amo” vuol dire “Sei Mio”

E

Gelosia, infinita incertezza di sé Rossana

Rossanda

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mozione, sentimento e passione si alternano, si scambiano, si intrecciano in maniera articolata nella persona gelosa a seconda delle sue caratteristiche di personalità, della capacità di autocontrollo-sublimazione e a seconda del contesto. Nella gelosia, l’altro diventa strumento di soddisfazione di un nostro bisogno, un oggetto nella relazione. L’altro e la relazione stessa, sono funzionali al soddisfacimento dei nostri bisogni. Non possiamo permetterci di affidarci all’altro, di fidarci di lui e di illuderci di esercitare il nostro potere, il nostro controllo sull’altro, sulla relazione. In realtà, noi stessi siamo vittime di meccanismi di cui non siamo consapevoli e che non riusciamo a controllare. Maggiore è la forza, la continuità temporale e l’intensità con cui si manifestano i comportamenti e le dinamiche della gelosia, tanto più avviene in noi il pasaggio dalla gelosia “sana” a

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quella patologica, fino ai casi più esasperati (la diagnosi del disturbo ossessivo-compulsivo vero e proprio). La gelosia si sviluppa lungo un continuum che non ci permette di vedere l’altro, di incontrarlo in un tempo reale, nel qui ed ora della relazione. In quanto gelosi non ascoltiamo l’altro, cerchiamo conferme ai nostri sospetti, non ci sentiamo liberi di poterlo incontrare come persona con le sue scelte, ma ne pretendiamo il possesso come fosse un oggetto. Questo avviene perché, la gelosia, in tutte le sue manifestazioni, è sempre associata alla perdita reale o immaginata di un “oggetto d’amore” ritenuto ormai definitivamente conquistato (Giusti, 1987). Se non ci sentiamo scelti sempre in maniera assoluta e totalizzante, se abbiamo la sensazione di perdere il controllo su ciò che consideriamo nostro, ci sentiamo rifiutati, abbandonati e il possesso dell’altro diventa l’unica soluzione per colmare il nostro senso di vuoto.


L’ invidia

“Se lei sì, perché io no?”

“Invidia” Giotto Affresco (1305)

L’

invidia, come la gelosia, è un fenomeno che da sempre caratterizza la storia dell’uomo. È un sentimento che nasce dalla domanda “Se lei sì, perché io no?”, per trasformarsi in una esclamazione del tipo “Se io no, allora neanche lei!”. Alla base dell’invidia vi è una mancanza, che viene messa in evidenza dal confronto con l’altro che possiede ciò che noi desideriamo. L’invidia nasce dal confronto tra la propria nullità avvertita in quel momento e la grandezza dell’altro, un confronto schiacciante, un confronto del tutto o del nulla. Sentiamo di non avere più una via d’uscita, non vediamo più le nostre risorse, le nostre potenzialità, le nostre possibilità. Non possiamo metterci in gioco perché non abbiamo le carte giuste, allora non ci resta che barare. Nell’invidia il desiderio si trasforma in odio e rabbia verso chi ha ciò che noi desideriamo o vorremmo avere, ma sentiamo di non poter avere. All’interno del processo che ci porta a provare invidia, possiamo distinguere alme-

no quattro momenti fondamentali che vanno dal “vedere” al “vedere male”, cioè dal confrontarsi alla spinta aggressiva, secondo questo schema: 1. 2. 3. 4.

confronto; nascita del desiderio; sentimento di vuoto; spinta aggressiva.

La sua pienezza ha creato

Un crescendo psicologico e interiore che può determinare grande frustrazione e disturbare anche il normale andamento della nostra vita quotidiana. Tutto parte da un’evidenza: è tramite l’altro che affermiamo noi stessi. Il confronto ci pone di fronte all’altro e al contempo di fronte a noi stessi, l’altro diventa il nostro specchio. Solo dopo aver visto, dopo esserci confrontati con l’altro, nasce la consapevolezza della nostra mancanza, da cui, appunto, scaturiscono sentimenti di frustrazione, inferiorità, umiliazione che ci portano a “vedere male”, ad invidiare, ad esprimere la nostra rabbia svalutando il nostro rivale.

in me un vuoto. Quel vuoto è l’invidia

Francesco Alberoni

Tra Invidia & Gelosia

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La forza positiva dei sentimenti negativi

Dal “Sono… ma vorrei essere” al “Sono e posso essere”

La paura che nessuno ci possa proteggere e il sospetto di essere abbandonati e rifiutati sono gli incubi dell’infanzia,

L’ ”

ma anche i fantasmi della maturità

Carotenuto

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esperienza della mancanza è molto profonda nel comportamento umano, inevitabilmente ognuno di noi si trova a confrontarsi con il proprio vuoto. Riconoscere che invidia e gelosia, così come tutti i “sentimenti negativi”, sono insite nella natura umana, significa educarci a sentire questi sentimenti. Non vi sono emozioni negative se non quelle non sentite. È, infatti, proprio quando ci neghiamo di sentire ed esprimere un’emozione che questa resta bloccata, sfociando spesso in comportamenti disfunzionali. Riconoscere ciò che sentiamo, al con-

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trario, è il primo passo per scoprire un’energia che ci appartiene, lasciandola fluire, educando i sentimenti. La gelosia e l’invidia devono essere riconosciute, comprese, educate, piuttosto che represse, negate, additate. “Trasformare la gelosia paranoica in gelosia afrodisiaca” significa “fare in modo che non sia più il mostro dagli occhi verdi descritto da William Shakespeare, ma parte del gioco di seduzione di alcune coppie” (Pasini, 2003). Così come trasformare l’invidia malevola in invidia buona significa mettersi in gioco, sentirsi emulati, migliorarsi, crescere. L’altro non è più qualcuno da distruggere, ma una ricchezza: Se lui può…Posso anche io!



Educare le emozioni significa costruire gli argini per farle scorrere dentro di noi, senza permettere che possano inondarci

La cura

Dal Rancore all’Energia Vitale. Diventa protagonista e riappropriati dei tuoi sentimenti

Se sono diverso da te, lungi dal ferirti, ti apprezzo ancor di più Antoine de Saint-

Exupéry

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a diversità è una ricchezza e come tale va vissuta. Invidia e gelosia nascondono un notevole potenziale creativo che non deve essere negato, ma deve essere coltivato per aumentare il proprio empowerment e arricchire il proprio “essere” nel mondo. La forza distruttrice del rancore può trasformarsi in energia vitale, ma ciò richiede il sentirsi come agente dei propri sentimenti, l’entrare in contatto con il nostro sentire, attraversandolo, accogliendolo. Imparare ad accogliere le emo-

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

zioni significa trasformare la grande energia che vi è alla base della spinta vitale, canalizzandola in azioni positive. Le emozioni sono come una sorgente d’acqua che sgorga senza fine dentro noi; non costruire gli argini significa rischiare che le nostre emozioni possano “inondarci”, trasformandosi in una forza distruttrice. Al contrario, educare le emozioni significa costruire gli argini per far scorrere il fiume emozionale dentro di noi, per permettergli di portare l’acqua lì dove ce n’è bisogno, affinché i campi seminati possano fiorire.


TRE PAROLE CHIAVE PER STARE BENE

• • •

ESSERE, autostima, sicurezza, sfera fisica, psicologica, sociale, spirituale. DIVENIRE, capacità di raggiungere scopi ed obiettivi autonomamente prefissati, appagamento, aspirazioni. APPARTENERE, il modo e la possibilità che l’individuo e l’ambiente si integrino e si nutrano vicendevolmente (Giusti, Iannazzo, 1998).

Invidia e gelosia

Ma qual e’ il vero antidoto per guarire dai sentimenti negativi?... L’autostima

U

no dei più potenti antidoti contro gli attacchi da invidia e gelosia è la propria autostima. Una riserva di benessere da coltivare e preservare per essere soddisfatti di noi stessi, indipendentemente dalle sfide che la vita ci pone e dai confronti rispetto ai quali usciamo sconfitti. Alcune piccole attenzioni inerenti al nostro modo di porci nei confronti delle cose, possono facilitare di molto il raggiungimento di una buona autostima. Ad esempio, consigliamo il passaggio dal devo al posso, dal giudizio al fatto, dalla colpa alla responsabilità, dal sempre all’ora, dal

tutto al qui, semplici passi fondamentali nel cammino verso la riscoperta di sé. Riconoscere i propri bisogni, desideri, emozioni, limiti e risorse e saperli esprimere in maniera adeguata diventa fondamentale per il proprio senso di autoefficacia, la propria capacità di essere assertivi ed il benessere psicofisico. Ma soprattutto significa essere protagonisti del proprio agire, del proprio “essere nel mondo” in maniera autentica. Il cammino, e non la meta (su cui spesso si corre il rischio di focalizzarsi quando si parla di obiettivi) di ciascuno di noi, deve condurci ad una vita il più possibile aperta alla possibilità di essere, divenire, appartenere.

• • • • •

Educa sentimenti/emozioni Riconosci sensazioni negative Comprendi motivi di invidia/gelosia Cogli il potenziale creativo di invidia/gelosia Ricava Energia Vitale

è un misto d’amore, d’odio, d’avarizia e d’orgoglio Alphonse

Karr

COME GUARIRE DA INVIDIA E GELOSIA

SI

La gelosia

• • • • •

NO

Reprimere sentimenti/emozioni Sentirsi colpevoli Chiudersi in se stessi Demonizzare invidia/gelosia Alimentare il rancore

Tra Invidia e Gelosia

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Tra odio e amore L’angolo della lettura

N

Quando parlare di patologia?

ell’atrio della Signoria giaceva un enorme blocco di marmo. Molti artisti avevano cercato di lavorarlo invano, e dopo

diversi tentativi, era rimasto abbandonato nel cortile, scalfito in diversi punti e con un enorme buco da un lato, residuo di uno dei tanti artisti. Alla vista di quel marmo Michelangelo ne rimase colpito e iniziò a scolpirlo e a lavorare proprio intorno a quel buco, creando così il David, opera d’arte tra le più famose. La stessa cosa accade nella vita dell’uomo: cresciamo “plasmati” da tante persone, che spesso ci lasciano dei “buchi”. Ognuno di noi, dalla nascita ha un proprio “buco” con il quale confrontarsi. Diventare artisti della propria vita significa fare di quel buco un’opera d’arte, costruire intorno a quel vuoto proprio come ha fatto Michelangelo. Angelo Mercurio

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O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

I

nvidia e gelosia sono presenti in tutti noi e ci accompagnano fin dalla nascita. Sono emozioni complesse le cui radici profonde si intrecciano. Alla base di questi due fenomeni vi è un vuoto da colmare, una forte insicurezza, sentimenti di frustrazione. Il desiderio frustrato può ritornare attraverso comportamenti disfunzionali. Il passaggio dalla “normalità” alla “patologia” avviene quando i sintomi provocano un disagio marcato o interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo, con le attività quotidiane, con le relazioni sociali. Quando le conseguenze di questi sentimenti cominciano a invalidare la nostra esistenza, allora il grado di rilievo del problema diventa patologico.


La realtà virtuale ci mostra migliaia di beni, la cui esistenza a volte è reale, a volte è addirittura virtuale

L’invidia virtuale

Cosa fare quando il confronto nasce da modelli immateriali

I

l terzo millennio è alle porte e, con lui, i nuovi pericoli pronti a minacciare il nostro equilibrio interiore e la stima che faticosamente conquistiamo giorno per giorno. Tra le minacce, prima in classifica, una nuova e pericolosa forma di invidia che nasce dal bombardamento mediatico e del mondo web. Lo sviluppo di una società sempre più telematica ha, infatti, portato alla nascita di quella che possiamo definire l’invidia virtuale. Se prima il termine di confronto era rappresentato esclusivamente dal vicino di casa, dal compagno di banco o dal collega in ufficio, oggi abbiamo possibilità infinite di confronto restando seduti davanti allo schermo della nostra televisione o del nostro computer. Se non siamo sufficientemente consapevoli dei meccanismi che ci

sono dietro lo schermo, il confronto virtuale rischia, però, di essere una fonte di grande frustrazione, alimentando la nascita di desideri e bisogni che restano insoddisfatti. La realtà mediatica ci mostra migliaia di beni, la cui esistenza a volte è reale, a volte è addirittura virtuale. Ciò nonostante, in noi nasce la voglia di possedere, e non poter avere ciò che ci appare come desiderabile, aumenta il nostro senso di frustrazione ed impotenza, oltre che rabbia, odio e rancore. Bisogna difendersi da questi attacchi virtuali con la consapevolezza che la televisione, così come l’universo web, nasce con l’intento e lo scopo di rendere appetibili e desiderabili i suoi prodotti, ad esempio spacciando la perfezione estetica del corpo come un valore. Occorre puntare all’autostima che è molto di più del risultato della nostra forma fisica.

La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di quelli che invidiamo François de La

Rochefocauld

Tra Invidia e Gelosia

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TEST

TEST 1.

Essere figlio unico significa essere:

a. b. c. d.

Più viziato Più fortunato Più solo Più amato

2.

Se nell’ambiente di lavoro un tuo collega riceve un complimento in tua presenza, tu…

Invidia o Gelosia?

6.

Quando il tuo partner ritarda:

a. b. c. d.

Diventi curioso/a Il tuo desiderio si trasforma in apprensione Aspetti naturalmente Ti arrabbi

7.

I tuoi bisogni…

a. b. c. d.

Resti indifferente Ti senti sminuito Condividi e riconosci il valore dell’altro Ti senti irritato

a. Sai riconoscere i tuoi bisogni b. Riconosci i tuoi bisogni, ti lamenti nel vederli insoddisfatti c. Riconosci i tuoi bisogni, li esprimi e ti adoperi per soddisfarli d. Hai difficoltà nel riconoscere i tuoi bisogni

3.

Il tradimento è:

8.

a. b. c. d.

Una scelta Un rischio Una possibilità Qualcosa da temere

4.

Spesso ti capita di:

a. Non riuscire a regolare le emozioni, esprimendole sempre e comunque b. Restare impassibile anche di fronte a forti emozioni c. Esprimere ciò che senti naturalmente, tenendo conto del contesto d. Non riuscire ad esprimere ciò che senti e “scoppiare” poi all’improvviso

5.

Un cassetto chiuso a chiave è:

a. b. c. d.

Un mistero Un invito irresistibile Un giardino segreto Una verità nascosta

Al lavoro il capo assegna a un altro un incarico che aveva promesso a te

a. b. c. d.

Incassi il colpo Ti senti tradito e lavori male Gli chiedi spiegazioni in maniera assertiva Trovi il modo per vendicarti

9.

Marito e moglie devono dirsi tutto?

a. Solo le cose indispensabili b. Si, se ci sentiamo in colpa nel non dire c. No, ognuno può sentirsi libero di custodire la propria intimità d. Si, qualsiasi cosa

10. a. b. c. d.

Un tuo collega ha un successo di lavoro: Resti indifferente Ti senti inferiore, impotente, incapace Pensi: “Ce la posso fare anche io!” Senti rabbia ed irritazione e fai di tutto per rendergli difficile il lavoro


11. a. b. c. d.

Se ottieni un successo o un insuccesso: Pensi di essere stato fortunato o sfortunato Tendi ad attribuirti i meriti o le responsabilità Attribuisci ad altri meriti e responsabilità Ti senti giudicato e colpevole

17. Fidarsi è: a. b. c. d.

Un rischio Una possibilità Libertà Pericoloso

12. Se ti viene chiesto in prestito qualcosa cui tieni: a. Presti ciò che ti viene chiesto, ma chiarisci quanto è importante per te che ti venga restituito b. Presti ciò che ti viene chiesto, ma pensi che non ti venga restituito c. Ti fidi ciecamente e non hai problemi a dare qualsiasi cosa d. Tendi a rifiutare, perché hai paura che non ti venga restituito

13. Internet è: a. b. c. d.

Un modo per conoscere amici Un “luogo” dove si può giocare qualsiasi ruolo Uno strumento utile Una fuga, un’alternativa alla realtà

14. I tuoi spazi, il tuo tempo… a. Pensi che ci siano momenti in cui è importante stare soli, altri in cui stare in compagnia b. Pensi che gli altri non abbiano mai tempo per te c. Hai uno spazio in cui nessuno può “sbirciare” d. Tendi ad invadere spesso lo spazio degli altri

18. Controllare è: a. b. c. d.

Una perdita di tempo Una curiosità Un’ossessione Una sana abitudine

19. Stare soli è: a. b. c. d.

Una possibilità Una condizione obbligata Una scelta Una condanna

20. Desideri e bisogni nascono: a. b. c. d.

Dall’incontro con l’altro Da stimoli esterni Dalla scoperta del proprio sé Dai mass media

15. I desideri sono:

21. Essere invidiati è:

a. b. c. d.

a. b. c. d.

Realizzabili Impossibili Una spinta per agire Una fuga dalla realtà

Una condizione di disagio Meglio che invidiare Una possibilità Un’aspirazione

16. La separazione:

22. Ammirare qualcuno significa:

a. b. c. d.

a. b. c. d.

Può accadere Va evitata È normale Una disgrazia

Naturale Sentirsi impotente Avere una spinta in più per migliorarsi Far di tutto per danneggiarlo


TEST Risultati

Sei Geloso o Invidioso?

Calcolate ora il punteggio attribuendo 2 punti ad ogni risposta A, 3 punti ad ogni risposta B, 1 punto ad ogni risposta C e 4 punti ad ogni risposta D.

Profilo corrispondente in base al punteggio Sommate i risultati degli item: 1*3*4*5*6*9*12*14*16*17*18*19*20. Se il punteggio è minore di 20 Chiedetevi perché la gelosia non vi appartiene La gelosia, che pure è un sentimento naturale, non sembra far parte delle vostre emozioni. Eccessiva sicurezza o scarso senso di appartenenza? Una forma di difesa oppure una piena fiducia verso se stessi e l’altro? A voi il compito di riflettere e trovare la giusta risposta. Se il punteggio è compreso tra 20 e 40 La gelosia è per voi il giusto ingrediente che alimenta il desiderio La vostra gelosia rientra in quel sentimento naturale che proviamo per ciò che ci appartiene. Siete sufficientemente sicuri di voi e la gelosia è solo una molla per alimentare quel gioco di coppia che accresce il desiderio e la passione. Se il punteggio è maggiore di 40 Occupatevi della vostra gelosia Tendete a controllare le persone che vi stanno accanto e a non fidarvi pienamente del vostro partner. Spesso cercate conferme ai vostri sospetti più che ascoltare veramente l’altro. Tollerate male la solitudine e il senso di frustrazione legato al rifiuto. Non riuscite a godere dell’amore dell’altro. Possedete una grande sensibilità e il vostro grado di autostima è alla continua ricerca di conferme. Sommate i risultati degli item: 2*4*7*8*10*11*13*15*20*21*22. Se il punteggio è minore di 15 Chiedetevi perché l’invidia non vi appartiene L’invidia, sebbene rientri in un sentimento naturale, non vi appartiene. Vi accontentate di ciò che avete o di ciò che siete e non vi guardate intorno, oppure siete fieri e felici di voi stessi anche nel confronto con l’altro. Se il vostro punteggio è compreso tra 15 e 30 L’invidia è per voi quella molla che vi spinge ad essere migliori La vostra invidia rientra in quel sentimento naturale che nasce nel confronto con l’altro. Può essere una spinta per migliorarsi in cui l’altro non è un nemico da sconfiggere, ma un modello da emulare. Il successo per l’altro può essere il giusto ingrediente per farvi pensare che anche voi ce la potete fare. Se il punteggio è maggiore di 30 Occupatevi della vostra invidia L’incontro con l’altro è per voi una continua sfida. Avete difficoltà a seguire i vostri bisogni e i vostri desideri. L’altro ha sempre qualcosa in più di voi o in qualche modo è migliore di voi. Non riuscite a godere delle vostre risorse e delle vostre ricchezze. Il vostro senso di inadeguatezza vi porta ad attaccare l’altro, danneggiando spesso anche voi stessi.

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Dott.ssa Maria Frandina Psicologa e Counsellor O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3




DOSSIER

Benessere Lavoro

&

Una delle mete piÚ ambite dal genere umano: coniugare l’ambito lavorativo con il proprio benessere in piena armonia A cura di Cristina Condello


Amici o nemici?

Scopri come conciliare il lavoro con l’armonia tra mente e corpo

O2 WEB ADDRESS www.accademiadel benessere-kondel.it

L’indirizzo web dell’Accademia del Benessere “Formazione & Benessere”

S

e ti stai chiedendo come stress, fatica e impegno professionale siano conciliabili col puro relax, molto probabilmente è quello che hai sempre sperato, ma non sei mai riuscito ad attuare. In realtà, il rapporto tra l’esperienza lavorativa ed il proprio benessere potrebbe essere molto positivo, se non si riducesse il tutto a due terreni inconciliabili e senza nulla in comune. Partiamo dal nostro contesto sociale. Siamo protagonisti di un tempo pieno di comodità e, sicuramente, rispetto a quarant’anni fa, viviamo situazioni che appagano molti bisogni. La casa, l’auto, il cellulare, il computer, le vacanze e molto altro. Nonostante ciò, parlando con le perso-

ne, quasi tutte, ti confessano che: “No, non sto bene... mi manca qualcosa”. Si respira un senso di insoddisfazione latente. I ritmi di vita e la velocità del quotidiano ci fanno perdere di vista i valori veri. Ed ecco che, negli ultimi due anni, abbiamo assistito al fenomeno del forte incremento dei centri benessere, delle SPA, dei centri termali ed estetici, con numeri in controtendenza rispetto all’andamento dell’economia generale. Finito il lavoro ci tuffiamo in un mondo ovattato, dove poterci prendere cura di noi stessi. Dunque le persone sembrano decise a “curare” incertezze, paura del futuro e ansia da mutuo con creme, oli profumati, bagni di vapore e coccole. Il primo passo verso una reale ricerca dell’armonia psicofisica.


Dall’etimologia alle emozioni

IL FILM

La rivalità tra Benessere e Lavoro comincia dalle parole

BENESSERE L’Attimo Fuggente Regia Peter Weir Interpreti R. Williams, R.S. Leonard, E. Hawke, J. Charles, G. Hansen, D. Kussman, A. Ruggiero, J. Waterston, N. Lloyd, K. Smith, C. Belver Durata h 2.09 USA 1989

S

olo pronunciare la parola benessere ci fa sentire meglio. Si affacciano alla mente immagini e sensazioni positive: rilassamento, tranquillità, cura, vitalità, salute, equilibrio, positività, affettività, pace, silenzio. E’ uno stato che coinvolge tutti gli aspetti

dell’essere, difatti il significato etimologico della parola ben-essere, riguarda lo “stare bene” nella sua accezione globale, inerente allo stato fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale. In ognuno di noi scatta automaticamente il richiamo a ricordi, sensazioni e immagini positive e rilassanti.

I metodi assolutamente insoliti di un nuovo insegnante di materie umanistiche, John Keating, sono considerati con timore e sgomento dal preside Nolan e dalle famiglie. Keating affascina la sua classe non solo per intelligenza e simpatia: per lui la poesia, sopra ogni altra cosa, è il fulcro per far nascere e sviluppare lo spirito creativo e per “liberare” nei ragazzi le premesse migliori per le loro scelte. Oscar per miglior sceneggiatura originale (1989), David di Donatello 1990 per miglior film.

Benessere & Lavoro

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IL LIBRO

LAVORO

Ultime notizie dagli uccelli AUTORE Erik Orsenna ANNO 2006 EDITORE Salani

Un bizzarro e geniale ‘presidente’ riunisce su un’isola sette ragazzini, ognuno con una passione: Hilary adora le scatole e i contenitori, Hans è un disegnatore di nuvole, Javier è fissato con le scale, Victoria è specialista in meccanica e non resiste di fronte a una ruota, Etienne non pensa ad altro che a fare traslochi e Thomas è esperto di tutto ciò che può unire due oggetti. Sperduti, inventivi e appassionati come piccoli Leonardo da Vinci, i ragazzi dell’isola dovranno far lavorare fantasia e ingegno per affrontare i disastri di una tempesta. Ma solo unendo le forze riusciranno a farcela, perché non serve essere bravi in qualcosa se non si è in sinergia con gli altri.

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avorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa, traendone un vantaggio economico. Già l’etimologia del termine lavoro riporta al latino “labor” con il significato di fatica. Sono noti i detti della letteratura classica “durar fatica” e “operar faticando”, così come, ancora oggi, in alcuni dialetti si utilizzano i termini “faticare”,

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

“andare a faticare” per intendere “lavorare” e “andare a lavorare”. Altro termine dialettale sinonimo è travaglio, dal francese “travail” (per es. in piemontese “lavorare” si dice “travajè”). Nelle parole è insito un richiamo negativo, al termine “lavoro”, spesso affiorano in noi emozioni ostili, quali fatica, disagio, contrasto, conflitto, paura, frustrazione e, in questo caso, i sostantivi si sprecano.


I NUMERI DEL BENESSERE

15% 16 275

L’aumento di fatturato dell’industria del Benessere negli ultimi 2 anni Miliardi di euro, la spesa media per il Benessere negli ultimi anni Euro la spesa annuale pro capite per la Bellezza

Conquista il benessere nel lavoro

Passione entusiasmo e consapevolezza ti aiutano ad affrontare la giornata in maniera positiva

L

a richiesta forte di benessere nasce da un bisogno, quasi un grido, una richiesta d’aiuto proveniente dal mondo aziendale e non solo. Il bisogno di stare bene, il bisogno di essere riconosciuti ed apprezzati come persone. Il benessere psicofisico è importante anche per rendere il massimo, dal punto di vista lavorativo. Il bene-essere, il bene-stare, il rispetto per l’uomo nella sua unicità, il prendersi cura di sé, il considerare i propri ritmi, il concedersi spazi di vita pura, sono

la parte fondamentale della nostra giornata. Se ci illudiamo di non considerare questi aspetti, soprattutto nell’organizzazione dei tempi e dei modi della nostra attività professionale, prima o poi i nodi arriveranno al pettine. Insoddisfazione, frustrazione, ansia, sono sintomi molto diffusi quando non si riesce a conquistare il benessere sul posto di lavoro. Lo confermano ricerche europee e statunitensi sul tema della produttività legata alla salute. La sfida è renderci consapevoli che non serve solo lavorare duro, ma anche coinvolgere, conBenessere & Lavoro

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Il nuovo trend del benessere: formazione a 360°. Dalle aziende alle professionalità i corsi su misura L’Accademia del BenEssere www.accademiadelbenessere-kondel.it propone formazione esperienziale ed emozionale. Progetti formativi che si occupano a 360° della persona. Soluzioni concrete per le aziende, e le persone che ne fanno parte, finalizzate a migliorare i risultati individuali e di gruppo attraverso l’apprendimento emozionale, potenziando i talenti delle persone. Promuove la cultura del benessere come strumento di crescita.

Alcune aree di Intervento e Menù dei Percorsi Formativi Emozionali Benessere organizzativo Generare il benessere in azienda e negli spazi di lavoro Obiettivi condivisi, risultati condivisi Il Tutor aziendale: far crescere le proprie “umane risorse” Valutazione dello stress da lavoro correlato

Benessere personale-professionale Il Potere della Vision, imparare a sognare Leader di se stessi e della propria azienda Delegare in modo efficace Sviluppo delle potenzialità personali e professionali attraverso il coaching

Marketing Il marketing multisensoriale Il marketing della piccola impresa in tempi di crisi Premiare, incentivare, fidelizzare per migliorare la motivazione Ascoltarsi per ascoltare, con il suono

Vendite La vendita e l’ascolto emozionale L’Estetica nella vendita La neuro-vendita Qualità del servizio, ovvero l’arte della seduzione Dai preliminari… al contatto telefonico, l’approccio seduttivo al cliente

Team Building Vibrazioni giocose e Armonia di gruppo Improvvisazione teatrale & comunicazione interpersonale Valorizzare il potenziale della musica nello sviluppo della mente umana Montare in sella… team building out door Dimensione buio, migliorare le relazioni interpersonali senza pregiudizi

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dividere, rispettare. Lavorare assecondando la nostra natura, il nostro mondo interiore senza troppe forzature. Concetti ed approcci che, oggi più che mai, sono assolutamente determinanti. Bisogna generare motivazione per se stessi e per gli altri. E’ questo il carburante che serve per raggiungere ogni tipo di obiettivo, personale ed aziendale. La mancanza di obiettivi chiari e condivisi è, in molti casi, il dato più riscontrato nelle aziende. La motivazione è la molla che consente alle persone, appartenenti ad una organizzazione, di

arrivare ai risultati, superare i traguardi e sentirsi vincenti. Tradotto: generare Benessere. Il lavoro va considerato come una risorsa, anche per la nostra crescita emozionale e umana. Iniziamo a pensare di lavorare ricercando negli altri rapporti umani, alimentando in noi stessi la voglia di collaborare e condividere con gli altri qualcosa che va oltre la fredda relazione professionale. Qualche volta trasformiamo la necessità in virtù e impariamo ad amare ciò che facciamo, perché, in qualche modo, è parte di noi. Benessere & Lavoro

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LUXURY SPA

WEBSITE www.aquapetra.com

L’indirizzo web di Aquapetra Resort & Spa

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Tra il fascino delle pietre tagliate a mano e i benefici delle acque termali, il benessere psicofisico ha trovato la sua dimora

I

l silenzio, l’aria leggera, i passi che risuonano sulle strade di basalto grigio secolare, mentre lo sguardo spazia sugli uliveti e sulle vigne. Macchie di corbezzoli e di lavanda e la memoria di un passato mai dimenticato. Questa è l’atmosfera che si respira in terra campana, nel Sannio, a Telese Terme in provincia di Benevento, suggestiva località rinomata per le acque termali dai poteri curativi. Nell’antico borgo presso l’Aquapetra Resort & Spa, tra il fascino di ogni

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pietra tagliata a mano e tra i tetti rivestiti dagli antichi coppi, il benessere fisico e mentale ha trovato la sua attuale dimora. L’opportunità di lasciare il quotidiano alle spalle per dedicarsi solo al proprio benessere, qui diventa possibile. Perché, oggi più che mai, l’uomo è alla ricerca di nuovi spazi nei quali rifugiarsi e sentirsi finalmente bene anche solo per pochi giorni. L’importante è staccare da tutto e tutti con una sola imprescindibile priorità: se stessi. L’incantevole struttura, inaugurata nel


ad Aquapetra fa da padrona. Pace e relax sono le parole che meglio descrivono l’atmosfera che si respira nel borgo. L’appuntamento con il benessere, ad Aquapetra, continua a tavola, dove la dedizione al piacere è assoluta. “La Locanda del Borgo”, il ristorante del Resort, è la perfetta armonia di sapori che anche i palati più esigenti possono apprezzare. Ognuno incontrerà il suo gusto. Ogni nostra pietanza è sintesi dei sapori tipici della tradizione campana. Per assaporare Aquapetra Resort & Spa in tutte le sue sfumature, non resta che mettersi in viaggio alla volta di Telese Terme. Viverlo dall’interno equivale ad immergersi in un mondo di emozioni e benessere, per dar corpo ad un’esperienza indimenticabile. Ancora oggi negli occhi profondi e intelligenti dei sanniti di Aquapetra si possono incontrare i guerrieri valorosi del passato o i formidabili pastori che tramandano in ogni luogo i segreti della loro arte. Tra chi riflette aspettando l’alba o chi beve una tisana nella notte stellata, svetta il campanile quasi a ricorrere dei desideri oggi irraggiungibili. Chi si lascia tentare dalle meraviglie di Aquapetra Resort & Spa scoprirà che non c’è modo più appagante per dedicare tempo al proprio essere.

Chi scorge una differenza tra spirito e corpo non possiede né l’uno né l’altro Oscar

Wilde

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2008, è stata realizzata nel pieno rispetto dei segni architettonici e con la massima attenzione per il più raffinato design. Al riparo dalla pietra, l’avanguardia in tema di benessere ha raggiunto livelli massimi per dare alla bellezza del corpo e della mente la sua completa espressione. Così l’architetto Domenico Tartarone, progettista con il suo staff di Aquapetra Resort & Spa, presenta la struttura, non troppo lontana dal quotidiano, ma luogo dell’anima. Quando si entra ad Aquapetra Resort & Spa, si riscopre la saggezza dei classici e il fascino di sentirsi in armonia con se stessi e con il mondo. La Spa è uno spettacolo da esplorare, un vero e proprio inno all’acqua e al suo straordinario potere. Una realtà unica fatta di aromi, luci, immagini e colori e insieme un sogno in cui si è i protagonisti. Complici di questa magia senza tempo e senza spazio sono i trattamenti benessere garantiti dalla Spa. Si va dalla cura del viso e del corpo con interventi mirati a base di sostanze naturali, a giornate interamente dedicate al relax o a programmi speciali, studiati in sintonia con le diverse stagioni. Abbandonarsi alle cure intelligenti proposte dal Resort vuol dire recuperare l’ essere umano nella sua complessità secondo natura. Ed è proprio la natura che

Aquapetra Resort & Spa

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PROBLEM SOLVING

Il Problema è mio e lo risolvo io! Raggiungere gli obiettivi e risolvere i problemi è una questione di metodo. Pochi semplici passi per una tecnica alla portata di tutti Dott. Roberto Cavaliere Psicologo e Psicoterapeuta Problem Solving

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IL LIBRO

L’arte che ti semplifica la vita Le soluzioni che cerchiamo sono una questione di punti di vista e metodologia

Problem solving con creatività AUTORE Fabio Ciuffoli ANNO 2002 EDITORE Franco Angeli Edizioni

Un libro per l’autoformazione, coinvolgente, divertente ed istruttivo, da leggere sia sotto l’ombrellone d’estate che nelle aule delle università oppure a casa insieme agli amici o in riflessiva solitudine. Un libro sulla percezione che, attraverso i giochi, aiuta a risolvere problemi di varia natura, dalla vita quotidiana ai disagi professionali o legati all’attività di studio per prepararsi ad esami e concorsi. Più di 200 esercizi e rompicapo, corredati da soluzioni ed esempi, invitano a riflettere sulla vostra percezione della realtà, stimolandovi a cambiare punto di osservazione e a vedere così, più di una soluzione, per risolvere i problemi.

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v e r e o acq u i s i r e cap a c i t à di Problem Solving significa, in realtà, riuscire a raggiungere i propri obiettivi. La “soluzione dei problemi”, come suggerisce la traduzione in italiano, consiste nell’abilità di risolvere difficoltà di diversa natura. Questa dimestichezza viene considerata un’arte da applicare non solo in ambiti facilmente intuibili, quali la ma-

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

tematica o l’informatica, ma in tutte le aree in cui ci si trovi a dover fronteggiare delle problematicità pratiche, professionali, organizzative e relazionali. Si tratta di gestire situazioni difficili, stress, problemi di comunicazione e anche di coppia ma, in realtà, non esistono campi precisi di applicazione, perché ogni situazione può ingenerare difficoltà e quindi avvalersi del “Problem Solving”. In base all’ambito di utilizzo, vi sono strumenti e me-

todologie diverse che aiutano ad inquadrare al meglio il problema, per analizzarlo e risolverlo. Possono esservi strumenti che meglio si adattano alle organizzazioni, altri agli insegnanti, al coaching e tecniche consigliate nella psicoterapia, nella crescita personale. Nonostante ciò, esiste una base comune a tutti i processi di Problem Solving. Pochi semplici passi fondamentali che ti aiuteranno ad affrontare e risolvere qualsiasi tipo di problema.


La soluzione in tre mosse

Come ottenere il massimo beneficio col minor sforzo possibile

Trovare la soluzione giusta, significa anche capire qual è la condotta migliore da adottare per ottenere il massimo beneficio da una situazione di disagio. Ognuno di noi dovrà fare i conti con la propria personalità, il proprio passato e, molto probabilmente, i propri limiti. Per sbrogliare la matassa che ostacola la soluzione di un problema, comincia con tre semplici domande, a cui dovrai rispondere con la massima sincerità. Chiedi a te stesso:

1

“Quanto sono in grado di affrontare i miei problemi?” La premessa fondamentale è la necessità di avere consapevolezza che c’e’ un problema da risolvere. Tale coscienza potrebbe sembrare scontata, ma in realtà non è sempre facile ammettere la gravità o l’evidenza di un problema, quando ci troviamo in uno stato di disagio personale. Se hai timore di qualcosa, potresti vivere questo timore come un’emozione da subire e basta. Diverso sarebbe capire che tale emozione è solo il sintomo di un problema. Questa consapevolezza e la sua identificazione rappresenta la prima fase preliminare del processo di problem solving e viene denominata “problem finding”.

“Quanto conosco il mio problema?” Nella fase successiva, che viene denominata “problem setting”, definiamo il problema stesso. A questo punto, un’esatta e strutturata definizione del problema rappresenta già un grande passo verso la sua risoluzione, perché quanto più un problema e’ definito in maniera chiara, tanto e’ più semplice affrontarlo e superarlo.

3

2

“Qual è la soluzione più adatta a me?” Dopo queste due fasi iniziali ha inizio l’individuazione delle soluzioni attraverso specifiche tecniche di problem solving. Infine c’è la messa in azione del tipo di soluzione individuata e la valutazione dei risultati conseguiti.

Problem Solving

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...E se non funziona?

Il problem solving di successo necessita di allenamento e concentrazione

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi

M. Proust

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I

l passaggio indispensabile per una buona risoluzione di un problema è riconoscere di averlo e, quindi, identificarne e specificarne bene la natura e le cause. Saltando questi passaggi, o analizzandoli male, si pongono le premesse affinchè l’intero processo non ottenga i risultati desiderati. Inoltre, seppur il campo d’applicazione delle tecniche di problem solving sia illimitato, di fatto, in quelle situazioni dove il contenuto emo-

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

tivo ed inconscio è maggiore (nelle problematiche di coppia, ad esempio), tali tecniche trovano più difficoltà ad essere applicate. Proprio il non prendere in considerazione il campo dell’emotività individuale (fatta eccezione per alcune tecniche, come quella dei “sei cappelli per pensare”, illustrata a pag. 83) rappresenta il limite del problem solving. Non dimentichiamo anche che occorre volontà e determinazione per mettere in atto questa metodologia. Tale processo è spesso

lento, faticoso, non sempre dà i risultati desiderati. Serve quindi una forte motivazione personale, accompagnata da tenacia e perseveranza. Il problem solving richiede allenamento, sperimentazione, flessibilità d’utilizzo. Applicare meccanicamente uno schema, non adattandolo al singolo e specifico problema, significa non aver capito la logica di fondo del problem solving. Non va dimenticato che un problema è sempre un opportunità per migliorare, per crescere.


La tua Problem Solving Therapy 4 Tecniche “tascabili” per mettere alla prova la tua capacità di risolvere i problemi

Metti subito alla prova i tuoi problemi e testa la tua capacità di problem solving. Segui i suggerimenti e applica la tecnica che senti più vicina al tuo modo di essere. Rispondi alle domande e focalizza i tuoi punti di forza per affrontare al meglio piccoli e grandi ostacoli. Ecco la mini-guida che ti illustra le principali metodologie di problem solving. Scegline una e comincia a semplificarti la vita…

1 FARE

Soluzioni pratiche e immediate

U

na delle tecniche più utilizzate è quella che viene riassunta nell’acronimo “FARE”, che racchiude i quattro elementi caratterizzanti del cammino risolutivo. Dunque: focalizzare, analizzare, risolvere ed eseguire. Un percorso molto adatto a chi voglia dare la priorità al lato pratico del problema, puntando ad una soluzione immediata e a breve termine. Per cominciare, prendi un foglio di carta e segui, passo dopo passo, le indicazioni di ogni fase, che ti condurranno al raggiungimento della soluzione. FOCALIZZARE Stila un elenco di problemi Seleziona il problema principale Verifica e definisci questo problema Fai la descrizione scritta del problema

• • • •

ANALIZZARE Decidi cosa è necessario sapere Raccogli i dati relativi Determina i fattori rilevanti Focalizza i valori di riferimento Elenca i fattori critici

• • • • •

RISOLVERE Genera soluzioni alternative Seleziona una soluzione Sviluppa un piano di attuazione Scegli la soluzione del problema Organizza un piano di attuazione

• • • • •

ESEGUIRE Impegnati a raggiungere il risultato aspettato Esegui il piano Esegui il monitoraggio dell’impatto del piano attuato Completa il piano Valuta i risultati finali

• • • • •

Problem Solving

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2

RISOLVI ED ANALIZZA Se sei un tipo riflessivo

Applicare davvero il Problem Solving risulta impossibile se c’è l’abitudine di dare la colpa agli altri

Katsuya Hosotani

80

N

ella tecnica denominata “Risolvi ed analizza” si parte da alcuni presupposti teorici, che vanno adottati come i pilastri su cui fondare tutto il percorso di soluzione del problema. Dunque, i principi fondamentali sono tre:

• • •

Cercare la responsabilità di una situazione problematica rallenta la soluzione dello stesso, senza portare benefici evidenti Se si trova una soluzione bisogna rendere disponibile una descrizione dettagliata del problema e del metodo per risolverlo Se non si trova una soluzione è comunque importante dettagliare bene il problema e descrivere accuratamente i passi

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

da seguire affinché il problema non si ripresenti In base all’assunzione di tali principi, le operazioni da seguire sono le seguenti:

• • • • • • • •

Relaziona gli effetti del problema Relaziona la situazione specifica Identifica tutte le modifiche effettuate prima dell’esistenza del problema Ricerca le cause Analizza le cause Poni rimedio, se possibile Verifica che il rimedio abbia risolto effettivamente il problema Relaziona la soluzione, oppure dichiara l’impossibilità di trovare una soluzione adeguata.


? 3

L’ABC DEL PROBLEM SOLVING 1. Ho un problema? 2. Quale problema ho? 3. Come posso muovermi per risolvere questo problema?

BRAINSTORMING

Ideale per ambiti professionali e aziende

I

n campo organizzativo, o dei gruppi in generale, viene spesso adottata la tecnica del “Brainstorming”. Il termine, che letteralmente significa “tempesta di cervelli”, è molto usato per la generazione di idee ed il suo procedimento si basa sul principio che le idee si innescano l’una con l’altra. Tale procedimento comprende due fasi, quella iniziale detta divergente e quella successiva detta, invece, convergente.

Nella fase divergente si producono idee a ruota libera. Chi conduce la sessione di brainstorming stimola i presenti a proporre idee e vieta di muovere critiche. Il fondamento del brainstorming è infatti generare idee, evitando di darne subito

un giudizio di valore. Le idee vengono appuntate per parole chiave In un secondo momento si passa alla fase convergente. Le idee vengono selezionate, valutate e si arriva a scegliere le più interessanti

Nel caso di un processo decisionale, il brainstorming funziona focalizzando un problema e poi lasciando emergere - deliberatamente senza un ordine prestabilito - tante soluzioni originali quante ne siano possibili. Nello specifico, i momenti di articolazione della tecnica sono:

• •

La creazione del gruppo di lavoro compreso il conduttore/moderatore La presentazione dell’obiettivo dell’in-

Problem Solving

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Si discutono e si commentano le varie idee, allo scopo di giungere alla formulazione di un “elenco ragionato” che contenga solo quelle più interessanti

• •

contro: il conduttore avvierà il lavoro impiegando alcuni minuti per spiegare a tutti i partecipanti l’argomento di discussione (scrivendolo in modo sintetico e visibile a tutti, ad esempio, sulla lavagna a fogli mobili) e, per esplicitare le regole fondamentali della sessione di gruppo, sottolineando l’importanza della libera espressione delle idee e della partecipazione di tutte le persone presenti La “creazione” delle idee individuali: ogni partecipante, dopo aver riflettuto per qualche minuto, annota su un foglio le proprie idee La raccolta e la registrazione delle idee: a turno ogni partecipante viene invitato a esprimere una sua idea, che viene poi registrata dal conduttore in modo visibile a tutti. La raccolta e la trascrizione delle idee prosegue fino ad esaurimento delle stesse. Il risultato di questa fase è un elenco, probabilmente abbastanza disordinato L’organizzazione delle idee: l’elenco creato nella fase precedente viene riformulato, classificando le idee in gruppi per analogie ed eliminando le eventuali ripetizioni La valutazione delle idee: si discutono e si commentano le varie idee, allo scopo di giungere alla formulazione di un “elenco ragionato” che contenga solo quelle più interessanti.


4

SEI CAPPELLI PER PENSARE: Se sei un tipo emotivo

A

nalizzare un problema utilizzando la tecnica di Edward De Bono “Sei cappelli per pensare”, significa sforzarsi di prendere in considerazione tutti i punti di vista nella ricerca di una soluzione. I cappelli sono i diversi atteggiamenti che si possono presentare durante l’analisi di un problema, atteggiamenti che poi vengono riassunti in un bilancio finale, da cui emerge la soluzione. Il metodo consiste nell’indossare a turno, metaforicamente, sei cappelli di colore diverso, ciascuno dei quali rappresenta una funzione distinta: 1. Il cappello bianco va indossato nella fase di ricerca, raccolta, sistematizzazione delle informazioni e dei dati disponibili al momento. Con questo cappello ci si focalizza sui dati disponibili e sulle informazioni che si possiedono in merito al problema da risolvere 2. Il cappello rosso va indossato per liberare ed esternare le sensazioni, le emozioni e i sentimenti (spesso trattenuti) che

3.

4.

5.

6.

possono nascere davanti ad una soluzione. Indossare il cappello rosso significa guardare il problema usando le emozioni, provando anche a immaginare come le altre persone potrebbero reagire emozionalmente Il cappello nero va indossato per valutare perché l’idea potrebbe non funzionare. Usando il cappello nero per pensare, si guarda in modo cauto e difensivo a tutti gli aspetti negativi delle decisioni Il cappello giallo va indossato per esprimere i lati positivi di un’idea. È il punto di vista ottimistico che aiuta a vedere tutti i benefici della decisione Il cappello verde va indossato per liberare la creatività, per produrre nuove idee e soluzioni innovative Il cappello blu serve a controllare la discussione ed è utilizzato dal moderatore dell’incontro. Quando si incontrano delle difficoltà con questo cappello si cerca di riassumere, di sintetizzare i contenuti del discorso e cercare di far ripartire la valutazione dell’idea.

Non si può risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che ha creato il

problema

A. Einstein

Problem Solving

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Scopri te stesso e il cammino da intraprendere per una vita migliore. Comincia subito il tuo percorso verso ciò che realmente può renderti felice. In trenta giorni potrai conquistare, passo dopo passo, il tuo benessere con esercizi, test e letture, da consultare dove e quando vuoi grazie all’e-book da sfogliare direttamente sul tuo pc. Leggilo e scaricalo gratuitamente dal sito www.o2psicologia.it, entra nell’area Download digitando il codice sottostante ed il tuo indirizzo e-mail


SCUOLA DI FELICITÀ

PSICOLOGIA

Da Harvard a Wellington, la psicologia del benessere sale in cattedra

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Cristina Condello

a felicità? Ora si insegna al college. Nei migliori campus di America e di Inghilterra, infatti, lo studio della felicità è diventato ufficialmente una materia di apprendimento con tanto di docenti, lezioni, interrogazioni, voti e compiti a casa. Tecnicamente il corso è chiamato “well being”, ovvero dall’inglese “stare bene”. In concreto, invece, si tratta di imparare nozioni di psicologia positiva, una scienza relativamente recente, che mira a porre in evidenza tutto quanto di buono c’è nell’ individuo. In questo modo possono emergere potenzialità e risorse in grado di traghettarci verso la personale interpretazione del benessere, col conseguente miglioramento della qualità di vita. Un approccio completamente opposto a quello della psicologia tradizionale, che tende ad analizzare principalmente problemi, insicurezze, patologie e manie del soggetto, piuttosto che focalizzarsi sui lati positivi.



PILLOLE DI FELICITÀ…

Pensiero Positivo fuori e dentro l’aula

Siamo sempre occupatissimi e saturiamo il nostro tempo libero con mille attività. Ma la quantità pregiudica la qualità e dire no agli altri spesso significa dire un forte sì a noi stessi.

Ad Harvard il corso di psicologia positiva del professor Tal Ben-Shahar

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’iniziativa ha raccolto immediatamente un inaspettato successo. Ad Harvard, universalmente considerato come il miglior Ateneo al mondo, il corso di psicologia positiva del professor Tal Ben-Shahar, famoso per il suo decalogo della felicità, ha addirittura più iscritti dei blasonati corsi di economia. Al corso di felicità si registrano regolarmente ogni anno 900 studenti all’incirca, provenienti da tutte le facoltà, da psicologia e filosofia sino a informatica, economia e scienze politiche. Al Wellington College di Crowthorne, una delle scuole private più rinomate del Regno, nella verde campagna d’Inghilterra, sono iniziati corsi simili. Il motto della scuola è quello di formare adulti solidi e realizzati, quindi soprattutto felici. L’aiuto e l’istruzione sul livello emozionale, emotivo e dei rapporti umani appare indispensabile per questo fine. Il mondo del lavoro, ad esempio, non è fatto di solo business ma anche di sentimenti. Bisogna soprattutto lavorare su autostima, empatia, amicizia, amore, ottimismo, come anche su creatività, spiritualità, musicalità e senso dell’umorismo. Secondo i docenti del corso, nella vita di tutti i giorni come nel mondo del lavoro, il

segreto è semplificare e ricordare che paura e frustrazione sono sentimenti naturali. La pressione delle nostre società, poi, è forte e la concorrenza è molta. Questa condizione porta milioni di persone a perseguire obiettivi esteriori e a risentirne è il proprio benessere interiore. Per questo “studiare la felicità” significa anche utilizzare giochi di ruolo e simulazioni, per imparare a uscire da situazioni difficili, pensando positivo e calibrando le azioni su quel pensiero. È necessario avere la consapevolezza che la felicità dipende da come siamo dentro, non da ciò che è al di fuori di noi, come il nostro conto in banca. I numeri delle statistiche parlano chiaro. Negli ultimi trent’anni, infatti, siamo diventati più ricchi, meglio vestiti, più consumisti e il livello di soddisfazione personale dovrebbe perciò essere cresciuto inesorabilmente. Ma non è così. I beni materiali non ci hanno reso migliori e, oggi, i giovani sono mediamente più infelici, incerti e privi di entusiasmo rispetto alle generazioni precedenti. Ricordiamoci, però, che lo star bene non è un bilancio, né qualcosa da calcolare, ma riguarda la specificità di ognuno di noi. La felicità non è una merce, ma sapere come e dove cercarla può essere un buon inizio per trovarla… Scuola di felicità

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Raggiungere la felicità si rivela un compito arduo, ma è pur vero che la conoscenza e lo studio possono facilitare il raggiungimento del proprio benessere emotivo

In classe col well being

Un ponte tra i trattati di filosofia e la vita quotidiana degli studenti

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l corso dedicato alla felicità nelle scuole estere rappresenta un ponte tra le nozioni di psicologia elaborate dai ricercatori e la vita quotidiana degli studenti. Una via di mezzo, insomma, tra i trattati di famosi medici e filosofi e la manualistica spicciola della felicità, da mettere in pratica

giorno per giorno. In classe ci sono momenti di meditazione, esercizi di respirazione e tecniche di rilassamento, mentre, a casa, è richiesto di studiare testi di psicologia e di preparare tesine sull’argomento. Tra i principali testi utilizzati vi sono: I Sei Pilastri dell’Autostima, Moby Dick e Il Vecchio e Il Mare.

Qualunque cosa si

Maestri del ‘buon vivere’

Da Checov a Kafka, un excursus sulle teorie della felicità

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a felicità, la sua essenza, è da sempre motivo di studio. Anton Checov diceva che la felicità è come la salute: quando la possiedi non te ne accorgi. Altri illustri personaggi si sono espressi in materia. Epicuro sosteneva che la saggezza insegna come sia possibile vivere felici soltanto conducendo una vita ragionevole. Sant’Agostino considerava la felicità come il pieno appagamento dello spirito, raggiungibile solo attraverso la ricerca della verità. Seneca considerava felice chi giudica rettamente e gode di quello che ha. Leopardi, invece, si rifaceva all’immaginazione come prima fonte della felicità umana. Perfino il grande scienziato Albert Einstein

sosteneva che la felicità fosse qualcosa di raggiungibile solo attraverso la dedizione a un obiettivo, che non riguardasse persone o cose. Infine, secondo Kafka, la giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza e chiunque sia in grado di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio. Questi sono solo alcuni dei tanti autorevoli pareri sulla felicità. Probabilmente possederla si rivela un compito estremamente arduo, ma è pur vero che la conoscenza e lo studio possono, senz’altro, facilitare il raggiungimento del proprio benessere emotivo. Esiste una ricetta della felicità? Una formula infallibile che ci consenta di sentirci appagati e completamente realizzati? Bisogna cercarla...

dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo Dal film “Carpe Diem” L’attimo Fuggente

Scuola di felicità

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SOCIETÀ


La decrescita Felice Se il mondo corre per crescere e accumulare, tu fermati e liberati dalla schiavitù del “PIL”

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Nello De Padova

uante volte ti hanno parlato della possibile estinzione del genere umano? Che siano stati racconti catastrofici, articoli di riviste scientifiche o lucide analisi, ponderate da dati statistici, non conta poi molto. Quello che importa, invece, è sapere che la devastazione delle foreste, la fine del petrolio, la crisi delle materie prime e tutti i punti di criticità del nostro sistema non comporteranno necessariamente la distruzione del Pianeta, come molti sostengono, ma saranno una minaccia esclusiva per il genere umano. Una minaccia per l’esistenza e la sopravvivenza dell’uomo, che è la specie più vulnerabile tra tutte. Infatti, mentre gli animali sarebbero in grado di sopravvivere a grandi inondazioni, al riscaldamento atmosferico e all’ indisponibilità di materiali, quali la plastica e tutti i derivati del petrolio, solo l’uomo, anzi forse solo l’uomo “occidentalizzato” o comunque vivente in zone “sviluppate” del Pianeta, non potrebbe sopravvivere a questi eventi. O, forse, potrebbe al prezzo di gravi ripercussioni sociali. Ciò che rischia di portare alla distruzione del genere umano è l’attuale modello di sviluppo, basato sulla preponderanza dell’agire economico sul sistema sociale. La decrescita felice

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Ricchi e infelici. Di chi è la colpa? Oltre lo scambio consumistico per una crescita emozionale del proprio Io

O2 WEB SELECTION www.decrescitafelice.it

Decrescita Felice: per uscire dalla crisi

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hi crede nella Decrescita Felice crede, infatti, che la soluzione dello stato attuale in cui viviamo sia nel riportare il sistema economico nel suo alveo fisiologico, smuovendolo da quella posizione centrale, dominante e patologica che caratterizza, economicamente, la società dai primi del Novecento. Si tratta, cioè, di prendere coscienza che oltre agli scambi mercantili, gli unici e soli

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

che fanno crescere il PIL, è possibile e necessario che la società si basi sugli scambi non mercantili. Scambi in cui l’elemento valoriale non sia strettamente connesso alla valutazione materiale degli oggetti di scambio, ma in qualche modo interessi anche l’ambito emozionale e spirituale dei soggetti coinvolti nel rapporto di scambio. Questa possibilità diventa concreta quando parliamo di “economia del dono” e autoproduzione.


Lo Scambio Etico dei primitivi

IL LIBRO

Il valore del baratto immateriale

Depiliamoci AUTORI Roberto Lo Russo Nello De Padova ANNO 2007 EDITORE Riuniti

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e vado al mercato e scambio con del danaro un prodotto, ad esempio una mela, ho fatto uno scambio mercantile. Dunque ho acquistato un prodotto da qualcuno che lo ha realizzato al preciso scopo di venderlo. Per poter acquistare il bene ho utilizzato del danaro che mi sono procurato, vendendo a mia volta qualcos’altro, allo scopo di procurarmi danaro. In realtà, ad esempio, se avessi portato direttamente una pera al mercato e l’avessi scambiata con una mela non sarebbe cambiato molto. Avrei fatto quello che si chiama un baratto, ma avrei comunque realizzato uno scambio mercantile. Sin da quando l’uomo ha cominciato a manipolare oggetti ed ha acquisito particolari abilità nel realizzare prodotti, lo scambio

mercantile ha rappresentato un ottimo mezzo di miglioramento del suo stato. Già all’età della pietra tutto ciò avveniva, ma con una sostanziale differenza. Le comunità primordiali scambiavano merci, ma la maggior parte del loro tempo lo dedicavano ad altre attività. In particolare si impegnavano nel “lavoro di cura”, addestrando i giovani alla caccia, insegnando loro come accendere il fuoco, come tenere ordinata e pulita la caverna, come realizzare riti e curare malattie. Il lavoro era svolto “senza nulla in cambio” o meglio “senza uno scambio immediato”. Talvolta questo tipo di attività veniva messa in pratica anche con le comunità vicine. Ad esempio, se in un villaggio c’era la necessità di spostare grossi massi, i componenti della comunità attigua andavano in aiuto “gratuito” degli altri.

Come riuscire a passare dalla cultura del PIL (Prodotto Interno Lordo) alla cultura del BIL (Benessere Interno Lordo)? Bastano pochi semplici gesti quotidiani. Comportamenti che non richiedono grandi sforzi, nessuna rinuncia, nessun sacrificio, solo buona volontà e consapevolezza. Per superare il circolo vizioso del PIL superfluo basta riflettere, evitare gli sprechi e attuare un consumo delle risorse consapevole dei bisogni delle generazioni che verranno. Utilizza la mappa del BIL, contenuta nel libro, scegli una direzione e scoprirai come ogni percorso genera un circolo virtuoso, orientato al vero benessere. Le schede, semplici e divertenti, ti aiuteranno a capire come è facile contribuire al BIL.

La decrescita felice

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Dove’è finita l’Economia del Dono oggi? L’IMPORTANZA DELL’AUTOPRODUZIONE

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O2 WEB SELECTION

osa autoproduciamo noi? Nella maggior parte dei casi, la cucitura di un bottone ad una nostra camicia è fin troppo. Se rappresentassimo con tre cerchi concentrici i vari tipi di attività produttive, avremmo subito evidenza di come nelle comunità umane, sino al boom del consumismo, gli scambi mercantili fossero molto ridotti. Immaginiamo dei cerchi, dunque, (vedi figura) con al centro le attività orientate all’autoproduzione, cioè alla produzione finalizzata all’utilizzo diretto proprio, o al più, alla ristrettissima cerchia della propria “famiglia”. Consideriamo, poi, le attività di economia mercantile e, infine, nel cerchio di mezzo l’economia del dono. Nella zona più sviluppata della Terra, grazie alla tecnologia, alla ricerca scientifica, alla disponibilità di fonti energetiche a basso costo, i tre cerchi si sono allargati di molto, considerati gli ultimi due o tre secoli, ma comunque fino al boom del consumismo l’area dell’autoproduzione era quella proporzionalmente più grande. Da quel momento in poi tutto è cambiato: l’area dello scambio mercantile ha cominciato a prendere il sopravvento ed ha eroso spazi sempre più ampi alle altre aree.

www.benessereinternolordo.net

Liberarsi dal PIL superfluo e vivere felici

Gli scambi non mercantili sono stati sostituiti da surrogati di servizi pensati per “liberare” le persone ed in particolare le donne, permettendo loro di andare a lavorare nella zona “mercantile”. Servizi come babysitter, badanti, dogsitter, addetti alle attività domestiche, scuolabus e simili hanno reso inutile lo scambio non mercantile e con ciò hanno depauperato le relazioni di vicinato. Trent’anni fa in un condominio, ci si conosceva tutti e nel cortile bastava un adulto per “sorvegliare” decine di bambini. Oggi in mini edifici abitati si rischia di non sapere chi è il vicino di casa. Il cortile, se c’è, è occupato dalle automobili e i bambini sono negli asili nido, nei centri sportivi, nelle ludoteche. L’autoproduzione è stata addirittura additata come pericolosa, rischiosa, inutile, dannosa per la società.


LO SAPEVI CHE? Dell’inadeguatezza del Pil come indicatore di benessere ne aveva parlato Robert Kennedy il 18 Marzo 1968, in un famoso discorso all’Università del Kansas, tre mesi prima della sua tragica morte.

Come salvarci dal PIL ?

La scienza e la tecnologia al servizio della “riciclabilità” del prodotto

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l problema principale della società attuale, di quella che insegue il b enessere materiale, è l’os sessione della crescita: non o stante sia stato accer tato e confer mato che il Prodotto Inter no Lordo di un Paese n on ha nulla a che fare co n i l B e n e s s e r e s p i r i t u a l e d e l l ’ i n d iv i d uo, tutto il nostro sistema sociale è basato sulla crescita del PIL. Ebbene, chi crede nella Decrescita Felice ritiene che per salvare il mondo sviluppato da una fine inesorabile, sia necessario ripor tare il giusto equilibrio tra tecnologia e scienza. Occore, cioè, pensare di poter realizza-

re processi produttivi e prodotti manutenibili, riparabili, di lunga durata, modificabili, riusabili, smontabili e smaltibili, riciclando al massimo i materiali utilizzati. Solo così è possibile evitare l’esaurimento delle risorse sulla Terra. La decrescita felice

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Cos’è la decrescita felice? La Decrescita Felice è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal r uolo di str umenti della crescita economi ca e r i -co l l o ch i

DOCUMENTARIO

• • • • • •

SI

É elogio della lentezza e della durata É rispetto del passato É indifferenza alle mode e all’effimero É attingere al sapere della tradizione É distinguere la qualità dalla quantità Lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso É valorizzare la dimensione spirituale e affettiva

Il documentario “The Corporation (dura circa 2 ore), evidenzia come nel tempo i sistemi economici mercantili abbiano preso il sopravvento nella nostra società. Su internet è visionabile in inglese (basta cercare su video.google.it), mentre la versione sottotitolata in italiano è venduta da Feltrinelli insieme ad un libro che approfondisce i temi trattati.

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l’economia nel suo r uolo di gestore della “casa comune” a tutte le specie viventi, in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio.

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NO

Non è identificare nuovo con meglio Non è identificare vecchio col superato Non è identificare la conservazione con chiusura mentale Non è identificare il progresso con una sequenza di cesure Non è chiamare consumatori gli acquirenti Non è desiderare il divertimento, ma la gioia

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Comincia a decrescere felicemente Consigli facili e divertenti per migliorare le relazioni interpersonali I n ve c e d i a n d a r e d a l p a r r u c c h i e r e , i l p i ù d e l l e vo l t e è s u f f i c i e n t e o r g a n i z z a r s i c o n i l p r o p r i o p a r t n e r o, m e g l i o, c o n u n f i g l i o, o s e m p l i c e m e n t e c o n un amico e realizzare l’acconciatura v i c e n d e vo l m e n t e. L ava r e e f a r s i l ava r e i capelli da un proprio caro è una sens a z i o n e b e l l i s s i m a , i n t i m a e r i l a s s a n t e. E costa meno!

U n’ i d e a è q u e l l a d i c r e a r e “ m e r c a t i n i domestici”. Una giornata di incontro con amici e amiche per dare vita, tra l e mu r a d i c a s a , a d u n b a r a t t o d i a b i t i , o g g e t t i e ve c ch i e c i a n f r u s a g l i e. S c a m biarsi, o semplicemente regalarsi qualc o s a ch e n o n c i o c c o r r e p i ù , p o t r e b b e a n ch e e s s e r e l ’ o c c a s i o n e p e r u n p a r t y i n c a s a o u n a p e r i t ivo f u o r i d a l l e r i g h e.

P r i m a d i d a r v i a u n ve s t i t o, p e n s i a m o s e f r a i n o s t r i a m i c i c ’ è q u a l c u n o ch e p o t r e b b e u t i l i z z a r l o. E n o n r i t e n i a moci sfacciati nel chieder ne uno in p r e s t i t o, p e r u n’ o c c a s i o n e i m p o r t a n t e.

N o n ve r g o g n i a m o c i d i ch i e d e r e q u a l cosa in prestito ad un vicino di casa. Sarà l’occasione per conoscersi meglio e t r o va r e a l t r e m i l l e m o t i v i p e r s t a r e i n s i e m e e c o l l a b o r a r e.

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3



MIKE

Oldfield Un concentrato di emozioni, energia, sentimenti, folklore e ricerca musicale che conquista al primo ascolto Fabiola Giordano


ARTE MUSICALE L’Enfant prodige polistrumentista Un genio, una fonte di emozioni

La felicità... è una cosa molto sopravvalutata. Il divertimen-

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a rivoluzionato la storia del rock con un’opera geniale. La sua musica ha segnato un punto di rottura con il passato e ancora influenza, radicalmente, l’evoluzione del panorama sonoro mondiale. Lui è il musicista eclettico e virtuoso passato alla storia con l’album Tubular Bells (Virgin, 1973), un mix molto ardito di musica atipica e interamente strumentale. Un disco del 1973, pubblicato dopo numerosi tentativi falliti a causa della dubbia commercialità dell’album, che beffando i pronostici delle case discografiche, resta ancora il disco più venduto dell’intero catalogo Virgin (di cui fu la pubblicazione inaugurale). Un’opera di importanza epocale dove Mike Oldfield realizzò un’esperienza

to... penso che anche questo sia

titanica, suonando più di venti strumenti diversi ed effettuando più di duemila sovraincisioni. Quei suoni, quegli intrecci musicali in sospeso tra il progressive rock e la new age di due decenni dopo, sono conosciuti anche come la celebre colonna sonora del film “L’Esorcista”, che include l’intro di Tubular Bells. Ma il talento artistico di Oldfield, caratterizzato dall’estrema cura dei suoni e dai suoi inconfondibili tocchi di genio, ha conquistato il favore della critica e l’amore del pubblico per un altro inimitabile aspetto. Il suo potere emotivo. E’ una musica del sentimento, quella del compositore britannico che, oltre ad essere un polistrumentista fenomenale, non perde occasione per piegare suoni e melodie al servizio delle dirompenti emozioni che ogni suo disco trasmette.

sopravvalutato. Voglio dire, sono cose molto belle, ma non sono paragonabili alla pace dell’anima

Mike Oldfield

Mike Oldfield

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Il Paroliere dei suoni

Dentro ogni melodia un messaggio che arriva dritto al cuore di chi l’ascolta IL LIBRO

Changeling: The Autobiography of Mike Oldfield AUTORE Mike Oldfield ANNO 2007 EDITORE Virgin Books

Un’autobiografia ricca di foto inedite e scritta di tutto pugno dal genio musicale britannico, vi permetterà di entrare nella testa e nel cuore del talentuoso artista. Il libro che racconta vita e missione artistica di Mike, descrivendo anche i problemi di salute mentale intervenuti dopo il grande successo del suo primo album, è in inglese e svela i sogni, le aspirazioni e le debolezze più profonde del cantante. Vi aspettano rivelazioni e sorprese.(In vendita su Amazon UK e Amazon DE).

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a passione musicale travolge Mike Gordon Oldfield, sin dall’età più tenera. A sette anni suona già la chitarra e manifesta un’innata propensione alla composizione musicale. Dopo i primi passi, con le pubblicazioni in duo dei The Sallyangie e dei Barefoot, rispettivamente con la sorella Sally ed il fratello Terry, Mike, ancora adolescente, comincia la sua personale scalata verso il successo e verso l’essenza emozionale della propria musica. Ogni singola esperienza, dalla serata ingaggiata nei club alle collaborazioni con altri artisti, ha contribuito a tracciare il suo personalissimo stile, contaminato dal rock progressive, dal folk, dalla musica etnica e da quella classica. La sua musica, vibrante e carica di energia, è un concentrato di emozioni e sentimenti, un travaglio interiore in cui l’artista non si risparmia, travolgendo la carica emoti-

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va di chi l’ascolta. Dall’assolo finale del capolavoro Ommadawn (Virgin, 1975), alla trasfigurazione del suono di chitarra in dolci note di arpa celtica in Voyager (WEA, 1996) sino alla musica visionaria che esplode in The Song of Distant Earth (Reprise, 1995), Mike racconta sempre qualcosa di sé, arrivando dritto al cuore. La sua musica anticonvenzionale, influenzata dalle melodie mediterranee, dal minimalismo dei suoni e dal moderno filone acid-house, oltrepassa le differenze stilistiche e le regole tecniche, per imporsi in tutta la sua originalissima forza. Ascoltare Oldfield, che siano brani dai richiami mediorientali o partiture ispirate al ritmo del bolero, come il mix di Incantations (Virgin, 1978), significa intraprendere un viaggio emotivo che non si esaurisce con l’ascolto di un disco. La sua passione lascia un segno, e non solo, in chi ama le emozioni forti…


La rivoluzione: Tubular Bells

IL FILM

Un successo artistico che ha venduto più di 10 milioni di copie

L’ESORCISTA Regia William Friedkin Interpreti M. von Sydow, J. Miller, E. Burstyn, Lee J. Cobb, L. Blair, K. Winn, J. MacGowran Durata h 2.07 USA 1973

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on si può parlare di Mike Oldfield senza dedicare uno spazio esclusivo al suo passo musicale e artistico, più rivoluzionario in assoluto. Un’idea che ebbe appena ventenne e che segnò per sempre la sua carriera. Erano gli albori degli anni ’70, il nostro genio, dopo aver collezionato tanta esperienza sul campo, suonando nei locali ed esercitandosi in sperimentazioni di ogni tipo, era in cerca di un cambiamento. Un lavoro innovativo, in grado di sovvertire il decorso della storia della musica. Fu così che, ancora giovanissimo, Mike pensò di registrare una composizione lunga un album intero, composta, suonata e arrangiata da lui. Una “pazzia” che si concretizzò di lì a poco, utilizzando ventotto strumenti, sovrapponendo

ottanta tracce e vendendo più di dieci milioni di copie. Nacque Tabular Bells (Virgin, 1973), un’opera ispirata al Bolero di Ravel e intrisa di contaminazioni ben armonizzate sulla sua lunghezza sinfonica. La fatica di Mike, che orchestrò ciascun frammento, suonandolo da solo e incollandolo successivamente agli altri, fu ripagata da un successo dilagante. Probabilmente non immaginava di aver creato un ponte tra il progressive rock e la futura new age, unendo tra loro il contrappunto di pianoforte, la chitarra elettronica, flauti e riflessi sonori indiani con cori femminili e tripudi di campane. Alla prima edizione di questo capolavoro, che rappresenta uno standard di riferimento per i compositori di poemi tonali ed elettronici, ne seguirono altre due. Tocchi di genio che contendono la scena alle nuove leve della musica.

E’ indiscutibilmente uno dei film cult del genere horror, vincitore di due premi oscar nel 1974. La pellicola, diretta da William Friedkin e tratta dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, racconta del ritrovamento di una statuetta dell’ antico demone Pazuzu, all’interno di un sito archeologico in Iraq, per cui si svilupperanno oscure coincidenze a Georgetown. L’esistenza della piccola Regan, appena dodicenne, sarà sconvolta da episodi gravi e inimmaginabili per una ragazzina di quell’età, tra cui l’uccisione di un uomo. La presenza pregnante del male richiederà l’intervento di un esorcista... Mike Oldfield

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Mike in dieci punti

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Nato a Reading, Inghilterra, il 15 maggio 1953

Compositore e polistrumentista

1968 Esordio con la sorella nel duo: The Sallyangie

Poco dopo, forma i Barefoot con il fratello Terry

Entra a far parte della Whole World di Kevin Ayers 1972 Incontra il produttore Richard Branson della Virgin

1973 Album di maggior successo: Tubular Bells

Mike è un pilota qualificato d’aereo e di elicottero

E’ appassionato di aviazione, aeromodellini, di moto, barche e fantascienza

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E’ stato onorato con l’intitolazione di un pianeta minore a suo nome. Si tratta di un asteroide, (5656) Oldfield.


La saga musicale di Oldfield

Le composizioni che hanno segnato la vita artistica del musicista

MOONLIGHT SHADOW

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ubular Bells è presente nella vita artistica di Mike, non solo come l’opera rivoluzionaria che ha segnato il suo percorso musicale, ma anche come il momento in cui culmina l’essenza della sua arte. Per questo il musicista non ha mai smesso di lavorarci sopra, dando vita a due progetti satellite, meno azzardati ma molto interessanti dal punto di vista stilistico. Mentre il 1975 vede la versione orchestrale di Tubular Bells ad opera della Royal Philarmonic Orchestra, dove l’unico strumen-

to suonato da Oldfield è la chitarra, bisognerà aspettare la venuta degli anni ’90 per la ripresa del capolavoro del ’73. Nel 1992, dopo la recisione del lungo contratto con la Virgin, esce Tabular Bells II (1992, Warner Bross Records), che riprende la struttura e le tonalità del primo album, variandone i temi melodici. Il lavoro di sperimentazione e integrazione fra vecchio e nuovo sound, continua fino al terzo capitolo della saga, Tubular Bells III (1998, Warner), che risente delle ritmiche elettroniche e psichedeliche delle notti trascorse a Ibiza.

Profilo Psicologico di un genio tormentato

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La musica per risolvere il conflitto interiore ike odia rispondere alle domande che iniziano con un “perché”. Ha sempre avuto un carattere introverso e fin da piccolo ha trovato nella musica un rifugio per estraniarsi da una situazione familiare infelice. Il rapporto conflittuale con la mamma, alcolizzata e afflitta da crisi depressive, ha causato non pochi problemi al giovane musicista. Proprio al culmine del suo successo, si trovò

ad affrontare un evento traumatico che lo trascinò per lungo tempo in un tunnel di alcool e droga. La madre si suicidò, gettando Mike in un vortice di crisi di panico e depressione. Nonostante gli episodi destabilizzanti della sua esistenza, incluse parentesi di tossicodipendenza, Oldfield, non ha mai smesso di creare musica di alta qualità e valore artistico. Quella musica che lo aveva aiutato da bambino e che continua ad essere per lui, una salvifica compagna, mai tradita.

La musica di Oldfield viene spesso collegata al famoso film horror “L’Esorcista”, per il quale venne utilizzata l’intro di Tubular Bells come tema musicale di accompagnamento. In realtà, quelle sonorità rappresentano solo uno spaccato della grande varietà e complessità che Mike ha realizzato nelle sue opere. Un mondo musicale che raccoglie suoni ed emozioni molto distanti e diversi, seppure resi compatibili dall’eccelsa tecnica del musicista, aiutato anche da un indole fantasiosa e temeraria. Basti ricordare che il suo nome ricorre in molti dei successi pop internazionali negli anni ‘80, il più famoso dei quali è senza dubbio, l’intramontabile “Moonlight Shadow” cantata da Maggie Reilly. Mike Oldfield

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www.o2psicologia.it


Il Boom Verde Il nuovo Glamour è seducente da indossare e buono da mangiare, ma rigorosamente biologico e attento all’ambiente

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Dott.ssa Silvia Lanzarotto

ecologia diventa moda. Dal cibo ai tessuti, dalla scelta dell’automobile ai programmi per le vacanze, la tendenza del “pensiero verde” non si impone più come un dovere da rispettare, ma come un trend sociale, culturale ed economico. Seguire i principi di sostenibilità ambientale e rispetto dell’ecosistema non è più solo una questione di sopravvivenza, necessaria per difendere il Pianeta. Oggi sappiamo che tutte le attività che svolgiamo lasciano un segno sull’ambiente che ci circonda. Quando compriamo qualcosa, quando viaggiamo, lavoriamo, mangiamo, in ogni istante della nostra vita le azioni compiute producono delle conseguenze sull’ambiente. Il Boom Verde

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Rin-verdisci il tuo stile di vita

Il vero benessere comincia dalla riduzione dell’ impronta ecologica IL LIBRO

1001 Modi per salvare il Pianeta AUTORE Joanna Yarrow ANNO 2008 EDITORE Cooper

Un libro piccolo nel formato ma grande nel contenuto e ricco di spunti pratici per uno stile di vita ecocompatibile. Fornisce consigli utili per dare una mano all’ambiente senza bisogno di rinunciare al tempo libero o spendere denaro, ma cambiando il nostro modo di pensare e di agire a partire da piccole azioni quotidiane. Se desiderate fare qualcosa di buono per il Pianeta, ma non sapete da dove cominciare, questo libro è l’occasione giusta.

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a nostra impronta ecologica è la misura che indica la “porzione di territorio” di cui abbiamo bisogno per produrre tutte le risorse che consumiamo e per assorbire i rifiuti che ne derivano. Cercare di ridurre la propria impronta ecologica in passato era considerato un dovere, ai nostri giorni, invece, si può parlare di una vera e propria tendenza culturale. Proprio questo cambiamento ha at-

tirato l’attenzione dell’industria, di personaggi pubblici, dei media ed anche di grandi aziende. Si moltiplicano ogni giorno nuovi trend ecologici che riguardano gli ambiti più disparati, dai consigli per una casa ecosostenibile alle dritte per comprare vestiti biocompatibili. Il vero benessere, quindi, non riguarda esclusivamente noi, ma si riflette in qualche modo sull’ambiente circostante. Ecco qualche spunto per “rinverdire” il proprio stile di vita…

Industria eco-friendly

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Dalla griffe all’auto, tutto è targato “Eco” uando il cavallo è buono i pubblicitari lo cavalcano. E’ sicuramente il caso della cultura eco. La moda, lo spettacolo, l’industria manifatturiera e persino l’industria automobilistica approfittano dell’accresciuta coscienza ambientalista dei con-

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sumatori per proporre prodotti sempre più eco-friendly. Collezioni griffate fatte di materiali naturali, riciclati ed ecocompatibili ed eventi ad impatto zero alimentati ad energia pulita ed abbinati a progetti di rimboschimento in varie zone del Pianeta sono solo alcune delle proposte per i consumatori più esigenti.


LO SAPEVI CHE? Quelli derivanti dal packaging rappresentano una percentuale compresa tra il 25% e il 30% del totale dei rifiuti solidi urbani

Recuperare una dimensione più umana, allontanandosi dalla città e controllando allo stesso tempo il proprio impatto sul Pianeta

Voglio una casa bella, funzionale ed ecologica… Arredala con mobilio naturale e atossico

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appiamo di essere diventati dei “bulimici”di energia, ne consumiamo troppa. L’edilizia, infatti, pesa per un terzo sul consumo energetico mondiale. E’ da questa consapevolezza che nasce l’interesse per la bio-edilizia. Il segreto è scelta

di materiali naturali ed atossici, un sistema di ventilazione controllata con recupero di calore, in grado di sfruttare la luce solare e le sorgenti di calore interne. E infine il fotovoltaico, per cui si ha la possibilità di poter vendere l’energia che avanza, immettendola nuovamente nella rete elettrica.

Voglio organizzare il mio tempo libero, divertendomi e rispettando l’ambiente. Organizza la tua Eco-Vacanza

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’impronta ecologica non va in vacanza. Agriturismi bio, viaggi in bicicletta, volontariato ecologico, vacanze nei parchi e soggiorni responsabili nel sud del mondo, sono le alternative a disposizione

di chi desideri trascorrere un periodo di relax, a contatto con la natura. Recuperare una dimensione più umana, allontanandosi dalla città e controllando allo stesso tempo il proprio impatto sul Pianeta giova al benessere psicofisico, ma anche all’industria del turismo.

Voglio un’alimentazione gustosa, buona ma naturale e sana… Mangia Bio onsumo critico, vegetarianesimo, cibi bio. I prodotti biologici sono la risposta giusta da dare ai cittadini che, con sempre maggiore insistenza, chiedono prodotti di qualità. L’attenzione degli italiani verso ciò che è rispettoso degli equilibri naturali è, senza dubbi, in crescita e fortemente orientata verso

un mercato attento all’ambiente, che stimola il consumo di alimenti sani, stagionali e territoriali.. Tra i trend alimentari figurano anche menù a chilometri zero e prodotti sfusi, acquistati direttamente dal produttore. Anche al supermercato ed in cucina cresce l’attenzione per salute e natura. Nelle grandi città, infatti, i Gas (Gruppi di Acquisto Solidale) spuntano come funghi.

SAPEVI CHE... Utilizzare dei miscelatori d’aria nei rubinetti e nelle docce consente di ridurre il consumo d’acqua del 40% senza dover modificare le proprie abitudini

SAPEVI CHE... L’impatto sul clima dell’aereo è pari a dieci volte quello di un viaggio in treno anche a causa dell’emissione massiccia di vapore acqueo in quota

SAPEVI CHE... Aderire ad un Gruppo di Acquisto Solidale è facile, puoi anche crearne uno su www.retegas.org

Il Boom Verde

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LA RADIO

Sfide possibili: comincia da qui!

Consigli pratici per “mettere il pianeta al centro”:

Il primo green network italiano. Con il suo mix di notizie, musica e intrattenimento, Ecoradio offre ogni giorno un’informazione completa su ambiente, sviluppo sostenibile, qualità della vita, solidarietà, diritti umani e civili. La puoi ascoltare in FM a Roma (88.3) e a Napoli e Caserta (92.1) oppure in tutta Italia sul sito www.ecoradio.it

SLOW FASHION

• Dopo lo slow food ecco la slow fashion, dall’etica a tavola a quella nel guardaroba. Grandi firme e umili consumatori tornano a scoprire il gusto di andare alle origini della filiera tessile, bandire i capi usa e getta e rispolverare il fascino e la qualità delle fibre naturali. Lana, cashmere, mohair, alpaca, vicuna, seta, guanaco. Ma anche cotone, lino, canapa e juta. Ovviamente sono severamente vietati coloranti chimici e fibre sintetiche

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L’erba alta trattiene meglio l’umidità rispetto a quella ben tagliata. In estate tagliare il prato solo quando supera i 4 centimetri evita inutili annaffiamenti e il formarsi di spazi brulli. Mettere qualche goccia di colorante alimentare nella cisterna dell’acqua aiuta a individuare, se dal lavandino esce acqua colorata, una possibile perdita. “Tappare i buchi” in certi casi consente di risparmiare fino a mille litri di acqua al mese. Usare vernici a base d’acqua o al lattice. Contengono meno sostanze chimiche pericolose e sono meno dannose di quelle a base di derivati petroliferi. Non necessitano di solventi per diluirle o per pulire i pennelli e possono essere usate per interni ed esterni. Per profumare l’ambiente non sono necessari i deodoranti. Gli aromi naturali come quello del pane appena sfornato, del caffè o dei pot-pourri sono più gradevoli e non inquinano. La soda caustica contenuta nei detersivi per il bagno oltre a uccidere i batteri elimina gli organismi che digeriscono i rifiuti negli impianti di trattamento delle acque. Per pulire il WC scaricare, versare una tazza di borace sulle pareti del gabinetto e spruzzare dell’aceto bianco. Lasciare agire tutta la notte poi scrostare con una spazzola e risciacquare con lo scarico.

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3


***** Central Spa Hotel Sölden

Presso il *****Central Spa Hotel di Sölden, immerso nel panorama mozzafiato dell’Ötztal in Tirolo a pochi passi dall’Italia, si coniugano semplice lusso, cucina gourmet e wellness. In una simbiosi perfetta questi elementi promettono una vacanza ideale per i più raffinati. Troverete una fantastica oasi dove il piacere si esprime in tutte le sue sfaccettature. Accoglienza cordiale e un tangibile amore per i dettagli generano un ambiente particolare all’insegna del benessere. Le 121 stanze e suite sorprendono con i loro pregiati interni e con i più diversi orientamenti di stile – dall’ambiente rustico tirolese al design moderno. I clou culinari sono assicurati dalla cucina a due cappelli, più volte premiata, oltre che dalla squisita cantina con oltre 30.000 bottiglie di pregiati vini di tutto il mondo. E dopo una stupenda giornata nel montano della Ötztal vi attendono il Mondo d’acqua Venezia su 3 piani. Per realizzare tale gioiello architettonico ci si è ispirati alla città lagunare italiana, con i suoi canali, le finestre gotiche, i portali ornati in stile moresco e le sue piazze. In questo straordinario ambiente troverete diversi tipi di sauna, zona relax in stile asiatico con letti ad acqua per rilassarsi e una piscina coperta con gondola veneziana originale. E nella nostra Residenza Bellezza & Wellness vi vizieremo con trattamenti benefici di tutti i paesi del mondo e con prodotti esclusivi di Ligne St. Barth, Maria Galland, Alpienne e Phytomer. Central Spa Hotel Sölden • Auweg 3 • A-6450 Sölden Tel. 0043 (0) 5254 2260-0 • Fax 0043 (0) 5254 2260-511 • info@central-soelden.at • www.central-soelden.at


ARTE

Vincent Van Gogh L’arte come fonte di espressione di una folle anima tormentata Dott.ssa Melina Chiapparino


Campo di grano con cipressi - 1889 - Olio su tela


Esiste una relazione tra arte e malattia mentale? La risposta è Van Gogh. Il genio, il pittore, il folle autolesionista

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na vita in bilico tra genialità e follia. Pittore per passione, autolesionista per amore. La sua storia, affascinante e oscura, sembra uscita dalle pagine di un romanzo ottocentesco, uno di quelli scritti da qualche poeta maledetto che, nonostante il trascor-

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Signore di Arles - 1880 - Olio su tela

rere degli anni, conser va intatto il suo mistero. La sua arte, svela il r uolo terapeutico della creatività in funzione del disagio psichico, un r uolo amplificato dalla portata geniale e fantasiosa di uno dei più g randi ar tisti mai vissuti. Ecco a voi il maestro dei colori, Vincent Van Gogh. Il pittore simbolo del vero ar tista, di colui

che diviene mezzo della sua nobile ar te al punto di pieg are il proprio vissuto personale, la sofferenza e la malattia al servizio dell’estro. Un uomo simbolo dell’annosa questione che riguarda il rappor to tra g enio e follia, racchiuso in una domanda cr uciale. La malattia salva o distr ug ge il talento artistico?


Quando la sofferenza diventa creativa?

Dalla solitudine infantile al malessere psichico, la malattia esalta personalità e talento di Van Gogh

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e opere e la vita dell’inquieto pittore olandese dimostrano quanto la malattia abbia giocato un ruolo fondamentale nella ricerca dell’ispirazione artistica. Cominciamo, dunque, dal capire chi era veramente Van Gogh. Un carattere non comune e una propensione a indagare il senso profondo dell’esistenza, erano i tratti fondamentali della sua perso-

nalità, che sin da bambino mostrava la tendenza a isolarsi, nonostante fosse sempre alla ricerca di amore e amicizia, fatta eccezione per il perno centrale ed essenziale della sua vita affettiva, il legame con il fratello Theo. Le sue lettere erano piene di notizie ed allusioni a disturbi psichici, che si manifestarono il lui prima dei trent’anni. Allucinazioni, depressioni, malinconia e l’aggressività, di cui soffriva, hanno dato vita a di-

versi filoni interpretativi riguardo il suo malessere psichico. Dapprima si pensò all’epilessia, successivamente si attribuì buona parte dei sintomi alla diagnosi di schizofrenia, ma in realtà non esiste una certezza scientifica in grado di chiarire la natura del suo disagio psichico. Eppure, proprio le allucinazioni, sembrano aver ispirato l’alterazione del senso cromatico e delle forme, visibili e godibili nei dipinti del genio olan-

O2 WEB SELECTION www.vangoghmuseum.nl

Le migliori opere di Van Gogh

Iris - 1889 - Olio su tela

Vincent Van Gogh

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Pillole di Follia

dese. Come se quei quadri “allucinati” fossero il risultato di una creatività diversa, sviluppata dalla capacità di guardare la realtà da prospettive non ordinarie (come quelle di un malato, per l’appunto). Il rapporto tra la sua alterazione psichica, scoppiata in una crisi nel dicembre del 1888, e l’evoluzione artistica della sua pittura, è provata dal filosofo Karl Jaspers. Se-

suoi capolavori. Basti pensare che le opere che hanno avuto la più grande ripercussione sul nostro tempo datano dagli anni 1888 ai ‘90, come periodo di maggiore produzione e crescita artistica. In conclusione, la risposta circa il valore salvifico o distr uttivo della malattia nei confronti della produzione artistica è positiva nel caso di Van Gogh. O meglio, il processo psi-

Autoritratto con orecchio bendato 1889 - Olio su tela

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ietro i celebri paesaggi con splendidi girasoli e cieli tormentati, c’è una vita interrotta da episodi violenti e folli, culminati nel suicidio. Prima dell’epilogo segnato da un colpo di pistola all’inguine Van Gogh, che si era autodefinito “un pazzo o un epilettico”, dopo una violenta lite con l’amico e pittore Gauguin, si recise parte del lobo dell’orecchio sinistro, donandolo ad una prostituta alla quale si era affezionato (secondo altre fonti, Van Gogh avrebbe reciso l’intero orecchio). Anche questo tragico episodio venne elaborato dal suo genio artistico nel celebre dipinto “Autoritratto con orecchio bendato”. Il suo vissuto è stato sempre segnato da emozioni forti a cui l’uomo, prima che il pittore, si concedeva totalmente. E’ il caso della delusione d’amore con la cugina Kate, di cui si era innamorato. Al rifiuto della richiesta di matrimonio, Van Gogh si bruciò una mano con la fiamma di una lampada, forse per mostrare l’intensità del suo amore. Con il passare degli anni fu ricoverato, a più riprese, in ospedali per malattia mentale, ma continuò a dipingere quadri meravigliosi fino alla sua morte.

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La stanza di Vincent ad Arles - 1888 - Olio su tela

condo tale interpretazione, i dipinti realizzati successivamente a quella data, possiedono un nuovo tono rispetto ai precedenti che appaiono meno vigorosi. Alle tonalità scure subentra la pienezza del colore, esplosioni cromatiche chiare e luminose e segni caratteristici del suo tratto pittorico, che ricordano vagamente il manierismo e producono quell’effetto “sconvolgente” tipico dei

cotico, di cui soffriva l’artista, non è stato creativo in sé, ma ha rappresentato una condizione speciale da cui poter attingere a delle profondità interiori, che altrimenti avrebbero potuto rimanere sommerse. La personalità e il talento di Van Gogh preesistevano alla malattia, ma probabilmente senza quest’ultima, non avrebbero avuto la stessa potenza. E i suoi quadri la stessa bellezza.


Arteterapia

Il processo artistico è una pratica espressiva che accede all’interiorità

I

problemi psicologici e psichici non sono necessariamente una condizione a favore del genio artistico o non lo provocano automaticamente, ma, come il caso Van Gogh dimostra, bisogna guardare con occhi diversi la condizione di malattia. Uno stato alterato può, attraverso il mezzo artistico, rivelarsi produttivo sia dal punto di vista umano, perché stabili-

La notte stellata - 1889 - Olio su tela

sce un contatto intimo con la nostra interiorità e le sue zone d’ombra, sia artistico. Questo legame tra malessere psichico e arte, quasi curativa, è stato riconosciuto e sviluppato, in tempi moderni, dall’Arteterapia, che utilizza il mezzo artistico come veicolo di espressione personale per co mu n i ca r e p er cez i o n i , sentimenti e pensieri. Un metodo efficace per recuperare o migliorare la

crescita personale, nella sfera emotiva, affettiva e relazionale, anche in situazioni di disagio psicologico o psichico. In generale, l’Ar teterapia rende possibile l’elaborazione del proprio vissuto personale, a cui si può dare una forma e trasmetterlo all’esterno, renderlo comunicativo e creativo. La pratica espressiva consente una maggiore coscienza di sé, della propria interiorità. Difatti

O2 WEB SELECTION www.artecometerapia.it

Progetti educativi, sociali e riabilitativi attraverso l’arte

Vincent Van Gogh

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Il processo artistico ha la virtù di smuovere la trama profonda della psiche IL LIBRO

Visionari. Arte, sogno, follia in Europa AUTORE Giorgio Bedoni ANNO 1964 EDITORE Ubaldini I confini tra arte e follia sono dipinti nei “Visionari” che animano le pagine di questo libro. Artisti celebri, outsiders dell’arte e disadattati dell’immaginario sono i protagonisti di una specie di diario di viaggio, nutrito dal repertorio iconografico, storico e culturale dell’Europa. Nel libro, che è anche una valida guida artistica, le personalità creative sono analizzate da un punto di vista psichiatrico, per tracciare un percorso dove l’arte più bella può nascere da anime tormentate.

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non ha importanza la qualità del prodotto artistico, ma è il processo artistico che svolge un’azione terapeutica, in quanto rende possibile l’espressione di ciò che le parole non sono in grado di fare, poiché si tratta di una comunicazione che viene percepita emotivamente in maniera diretta, anche da chi ne fr uisce. Il processo artistico ha la virtù di smuovere la trama profonda della psiche. L’arte incorpora idee, sogni, aspirazioni, sentimenti e veicola il nostro mondo interiore in tutte le sue sfumature, dalla gioia al dolore. Mentre le parole implicano la concettualizzazione e la verbalizzazione del disagio, possono ing annare o nascondere, le immagini non mentono. Sono i m m e d i a t e, a u t e n t i ch e, libere da pudori censori, partono dal profondo ed è più semplice esprimerle perché non necessitano di barriere di difesa.

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Strada a Saint-Maries de la mer - 1888 - Olio su tela

Vincent Van Gogh

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VINCENT WILLELM VAN GOGH

Tracce di una vita “indelebile”

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Nasce il 30 marzo 1853 a Groot Zundert, regione Brabante Olandese Primo di sei figli di un pastore protestante A 17 anni inizia a lavorare come mercante d’arte all’Aja e poi a Londra Nel 1876 si licenzia, vuole diventare predicatore come il padre Nel 1879 compie una missione di apostolato in Belgio, ma a causa di zelo eccessivo e fanatismo, l’incarico non gli fu rinnovato Decide di darsi completamente all’arte Nel 1881 prende le sue prime lezioni d’arte da Anton Mauve, suo cugino acquisito e rappresentante di spicco della “scuola dell’Aja” Nel 1885 muore il padre, con il quale aveva un rapporto conflittuale, ma l’evento segna una drammatica traccia nella vita di Van Gogh Dopo una parentesi parigina, nel 1887, organizza una sua mostra presso il Restaurant du Chatelet, ma rimane deluso dall’assenza dei neoimpressionisti Nel 1888 si ritira ad Arles, in Provenza, preferendo uno stile di vita meno cittadino e più solitario rispetto alla capitale francese Ad Arles prende in fitto la celebre Casa Gialla, protagonista di un suo dipinto dove ospitò Gauguin I cittadini di Arles firmano una petizione per chiedere l’internamento di Van Gogh, che decide di farsi ricoverare nel manicomio di Saint-Rémy, non lontano da Arles Gli proibiscono di dipingere senza autorizzazione Dieci suoi dipinti di Arles e Saint-Remy ricevono grandi apprezzamenti alla nuova esposizione degli Indépendants, soprattutto da parte dei colleghi, tra cui Monet, Pissarro, Bernard e Gauguin. Muore il 29 luglio 1890, ad Auvers-sur-Oise, dopo essersi sparato un colpo di rivoltella due giorni prima. Quasi sconosciuto in vita è poi stato celebrato, con la sua pittura personale ed emotiva, come uno dei più grandi pittori al mondo, che ha impresso una traccia indelebile, cambiando il corso della storia dell’arte.

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Per informazioni: tel. 06/65074525-23-22-21 www.internationalestetica.it • info@internationalestetica.it

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WELLNESS COOKING

Ricette di Benessere Fabio Campoli, chef di RaiUno, ci propone la “Torta di una volta”, mix goloso di relax e piacere

a cura del Circolo dei Buongustai

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a Torta di una volta, e già il nome dice tutto, è un esempio di dolce che rispetta ciò che si dice “la cucina sana”. E lo fa doppiament e, s i a d a u n p u n t o d i vista dei prodotti utilizzati, s i a d a u n p u n t o d i v i s t a p s i c o l og i c o. E ’ u n d o l c e, i n n a n z i t u t t o, f a t t o c o n i n g r e d i e n t i naturali, realizzato con equilibrio nelle sue p a r t i e m e g l i o t o l l e r a t o d a l n o s t r o f e g a t o,

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O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Lo chef Fabio Campoli nello stand di O2 Television al Salone Internazionale del Benessere di Ischia

rispetto ad una torta industriale che cont i en e c o n ser va n t i o q u a n t ’ a l t r o. E’ u n d o l c e a d a t t o p er f a r e c o l a z i o n e, p er l a m er en d a a i b a m b i n i , so st i t u en d o l a c l a ssi c a m er en d i n a c o n f ez i o n a t a , i n q u a n t o c o n t i e n e l e g i u s t e calorie per iniz iare bene la gior nata. La c o sa p i ù i m p o r t a n t e è c he - esse n d o u n d o l c e fatto in casa - rappresenta un momento da d e d i c a r e a l l a c u c i n a e a l l a f a m i gl i a , m a ga r i n ei g i o r n i d i f est a . O g n i t a n t o è i m p o r t a n t e sm et t er e d i c o r r er e, d i a n d a r e d i f r et t a e r i tr ovarsi intor no alle cose semplici, come far e u n a t o r t a , r i t a gl i a n d o u n p o ’ d i t e m p o p e r sé e p er c hi c i st a i n t o r n o. Fa b en e a l c o r p o, f a b en e a l l a f a m i gl i a , f a b en e a l l a m en t e”. Fa b i o Ca m p o l i


IL CIRCOLO DEI BUONGUSTAI

I

l Circolo dei Buongustai rappresenta un luogo, un’idea e una filosofia ispirata alla convivialità. Vive intorno alle buone cose e si alimenta di idee, di persone, della voglia di stare insieme. Nato dall’idea di Fabio Campoli, chef di fama internazionale, con l’intento, attraverso la cucina, di far scoprire il gusto delle cose semplici e del confronto. Ma il Circolo dei Buongustai va oltre alla semplice associazione enogastronomica. Al Circolo dei Buongustai si fa cultura, scienza, scuola, grazie alle numerose iniziative di cui è promotore. In questa prospettiva, intorno al Circolo dei Buongustai, si riuniscono artisti, personaggi dello spettacolo, medici e tante altre persone, con un unico comune denominatore: la passione per la cucina italiana e il gusto e il piacere di stare insieme per scoprire sapori e tradizioni.

Torta di una volta

FABIO CAMPOLI

F

abio Campoli è una stella del panorama gastronomico internazionale. E’ dall’amore per il gusto che nasce la sua passione per la cucina. Una passione che si alimenta di tradizione, conoscenza e innovazione, dando vita ad una gastronomia originale, contrassegnata dalla contaminazione tra sperimentazione e antichi sapori. Campoli è consulente di numerose trasmissioni Rai, da “Check-Up” a “Uno Mattina” e “Uno Mattina Estate”. Due i libri all’attivo “Alchimia dei Sapori” e “La mia Cucina” e un terzo in uscita dal titolo “Note di Gusto”. Tra i riconoscimenti ottenuti: la Stella della Ristorazione nel 2008, il titolo Maestro di Cucina ad Honorem 2006. E’ uno dei maggiori esperti internazionali di food design, qualità grazie alla quale ha curato la gastronomia dei film “Mission Impossible 3”, “Nine e Eat”, “Pray and Love”.

O2 WEB SELECTION www.ilcircolodeibuongustai.net

Sito ufficiale del Circolo dei Buongustai

dello chef Fabio Campoli

Ingredienti per una torta da 6\8 persone Pasta frolla gr. 250 (si acquista già pronta) Mele 2 Uova 2 Farina gr. 40 Zucchero gr. 60 Fecola di patate gr. 20 Confettura di prugne gr. 130 Scorza di limone grattugiata

Come si prepara... Stendete la pasta frolla ad uno spessore di mm 5 circa e foderateci uno stampo a tortiera alto almeno 6 cm. Riempite una pentola di acqua (per fare un bagnomaria). Mettete le uova in una ciotola d’acciaio (bastardella), insieme allo zucchero, adagiatele sul bagnomaria e iniziate a montarle con la frusta, usando movimenti ampi. Le uova man mano che si scaldano prendono corpo, diventando spumose, lo zucchero si scioglie e si amalgama, fortificando la struttura delle uova. Appena risulteranno ben spumose, aggiungete con un setaccio la farina e la fecola a pioggia, mescolando con una schiumarola delicatamente. Mettete sul fondo dello stampo un pò di confettura. Rovesciate nello stampo le uova montate (pan di Spagna). A parte tagliate le mele a cubetti e condite con scorza di limone grattugiata; sistemate anch’esse nello stampo. Fate cuocere in forno preriscaldato a 180°c per almeno 40 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare. Servite freddo.

Ricette di benessere

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HIGH TECH WELLNESS

Videogame e divertimento ti aiutano a non trascurare la tua “dose di benessere” Fabiola Giordano

I

Quando la tecnologia si prende cura di te

l Benessere non è mai stato così divertente. Non fino a quando la Wii Fit mania, irrompendo nelle case di grandi e piccini, ha rivoluzionato il concetto di equilibrio psicofisico. Star bene è diventata una condizione a portata di tecnologia, senza essere per questo screditata nella sua componente riflessiva e spirituale. Semplicemente, l’approccio moderno ad una sana high technology si è tradotto nella possibilità di impiegare videogiochi “ad hoc” per migliorare il proprio stile di vita. Oggi puoi allenare la tua mente ed il corpo, giocando e trasformando momenti di svago in piccoli esercizi quotidiani per risvegliare le tue energie e sviluppare potenzialità mentali e fisiche. La consolle Nintendo non è solo un diversivo tecnologico, ma è l’occasione per trovare nuovi spazi, modi e tempi per dedicare la giusta attenzione al tuo benessere, spesso dimenticato nelle giornate frenetiche dove si rincorrono impegni e stress.

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Benessere a 360°? Prova Wii Fit Plus Combatti la stanchezza fisica, impegna la mente con le routine interattive

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e immagini un gioco che possa rimettere in sintonia tutte le tue componenti, dalla sfera razionale all’equilibrio fisico, stai pensando certamente a Wii Fit Plus. Una versione potenziata e migliorata della prima edizione, che ha riscosso grande successo proprio per la grande versatilità delle attività proposte. Un gioco in grado di allenare corpo e mente, attraverso l’esecuzione di routine preimpostate per combattere la stanchezza, impegnare la mente, bruciare calorie e molto altro ancora. La trovata vincente del videogioco sta proprio nella possibilità di curare il benessere psicofisico sotto ogni aspetto, per realizzare una cura del tono muscolare abbinata ad un allenamento delle capacità logiche e mentali e, ancora, ad una stimolazione della

sfera emozionale e spirituale. Per rilassarti e rigenerare le energie, puoi iniziare dagli esercizi basati sullo stile di vita, per stimolare piccoli miglioramenti nei gesti semplici e banali della vita di ogni giorno. Tra le attività proposte, ad esempio, puoi provare la “Respirazione profonda” per imparare a inspirare ed espirare, traendo il massimo beneficio dai movimenti del diaframma. Dunque non solo allenamento fisico e muscolare, ma anche autocontrollo e gestione delle proprie emozioni e sensazioni, per ristabilire l’armonia totale. In più, per esercitare la mente, e nello specifico la sua capacità logica-matematica, puoi provare attività particolari come “L’Isola di Wuhu”, dove fare jogging memorizzando l’ambiente circostante, o la “Somma perfetta”, per compiere rapidi calcoli in movimento.

WII MOTION PLUS

Inseribile nella porta di espansione del Wii Remote, il Wii motion Plus permette di compiere movimenti con il telecomando Wii che verranno recepiti dalla console con una mappatura 1:1. In pratica vengono mappati tutti i movimenti 3D compiuti nello spazio, garantendo una precisione perfetta e esente da imperfezioni grazie a due giroscopi, uno per le alte velocità e uno per le basse.

Wii Fit Plus

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HIGH TECH WELLNESS

Il gioco

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ii Fit Plus aggiorna il software originale Wii Fit, introducendo nuovi esercizi per il corpo e per la mente, sfruttando la periferica Wii Balance Board. Per la prima volta, è possibile personalizzare le sessioni di yoga e gli esercizi di potenziamento per creare un piano di allenamento continuo modellato sugli obiettivi individuali. Wii Fit Plus permette anche di selezionare specifiche aree del corpo con lo scopo di allenarle, tonificarle o semplicemente per alleviarne la fatica e migliorare la postura. Il programma “La mia routine” salva i vari allenamenti e permette di combinare fino a 30 esercizi in totale.

Wii Balance Board

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a Wii Balance Board è una pedana senza fili sensibile alla pressione, che registra il peso e gli spostamenti di equilibrio in qualsiasi direzione. Ogni sensore ha la capacità di rilevare anche i più piccoli movimenti in modo da percepire, per esempio, anche lo spostamento della posizione della mano. Wii Fit Plus, che comprende tutti i contenuti del gioco originale, è venduto insieme alla Wii Balance Board ma una versione singola del gioco sarà inoltre in vendita per coloro che possiedono già la periferica.

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Funzioni per Corpo & Mente

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ltre al rilevamento del peso e al calcolo dell’IMC (indice di massa corporea), già presente in Wii Fit, un nuovo calorimetro permette di tracciare più facilmente i progressi giornalieri. Infatti, è possibile stimare la quantità di ossigeno utilizzato dal corpo durante l’esercizio fisico e quindi calcolare le calorie bruciate per ogni attività presente nel gioco. Ogni programma, inoltre, è caratterizzato da combinazioni di esercizi pensati appositamente per il raggiungimento di obiettivi mentali e fisici (generalmente allenati contemporaneamente). Le combinazioni sono infinite, dalla “routine stile di vita” per aiutare ad allenare i muscoli, potenziare la flessibilità e scaldare le mani e i piedi per attenuare la tensione, alla “routine salute”, per esercitare gli addominali e bruciare calorie o, ancora, alla “routine giovinezza” per allenare il fisico e la mente e lavorare sulla parte inferiore del corpo.

Wii Fit Plus

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HIGH TECH WELLNESS

Wii fit plus party

Gioca in compagnia e regalati momenti di festa insieme ai tuoi amici

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iocare in compagnia è un modo per allenarsi e creare occasioni conviviali che possono trasformarsi anche in party decisamente originali. Organizza cene, serate o cocktail party a base di gruppi in competizione tra di loro e metti in palio premi per gli sfidanti che si aggiudicano il podio. Calma e nervi saldi sono fondamentali per superare le prove di coordinamento mentale e fisico che caratterizzano il repertorio di oltre quindici giochi tra cui scegliere quello più adatto a te. Con Wii Fit Plus possono giocare contemporaneamente fino a otto persone, sfidandosi a turno con una selezione di esercizi nelle categorie “Giochi di equilibrio” e “Training Plus”, per mettere a dura prova abilità fisiche, determinazione e spirito competitivo.

S.O.S personal trainer

Crea il tuo percorso di allenamento ideale

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ii Fit Plus offre tante possibilità di personalizzare e modificare, a seconda delle proprie esigenze, il programma di allenamento da intraprendere. Puoi creare un percorso individuale, in linea con i tuoi bisogni fisici, mentali, personali e i tuoi obiettivi di fitness. Tra le routine di allenamento già pronte, puoi scegliere opzioni diverse in base al tuo umore, oppure concentrarti su esercizi mirati per specifiche parti del corpo, come ad esempio lavorare sui fianchi o scuotersi di dosso un senso di pesantezza. Ci sono anche programmi per migliorare il tuo stile di vita, per restare giovane o migliorare il peso-forma. Ovviamente, la personalizzazione comprende anche allenamenti pensati in base alla quantità di tempo a disposizione. Anche pochi minuti basteranno affinché il software crei istantaneamente un allenamento ad hoc, così non avrai più scuse per trascurare la tua “dose di benessere”.

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Non sottovalutare il benessere hi tech Ricerca la strada migliore per raggiungere l’armonia psicofisica partendo dalla tecnologia

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icorda che il Benessere psicofisico è uno stile di vita. E’ un modo di approcciare all’esistenza al fine di armonizzare tutte le componenti del proprio essere. Non basterà una seduta in palestra, una lezione di yoga Wii Fit Plus o la lettura di un libro per cambiarti la vita, ma sicuramente cominciare un percorso di cura del sé, anche con piccoli passi quotidiani, potrà essere l’inizio di un miglioramento della qualità di vita. Il binomio videogame-benessere, che sdogana i luoghi comuni e vecchie concezioni che demonizzano la tecnologia, può essere un valido aiuto per cominciare a ricercare la strada migliore per il proprio equilibrio psicofisico. Ma, con la stessa efficacia, potrebbe anche essere un valido supporto per chi già ha trovato la via giusta da seguire e desidera affiancarla ad un’esperienza nuova, ma soprattutto divertente.

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A L'ORIGIN

La carenza di magnesio si può manifestare con: • SINDROME PREMESTRUALE • FRAGILITÀ OSSEA • STITICHEZZA

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Trecentoventicinque funzioni vitali si attivano in presenza del magnesio, che è un elemento straordinario e senza eguali fra tutti i minerali utili all’organismo. Col magnesio, il nostro corpo si regola come il meccanismo di precisione di un orologio. Ma se il magnesio scarseggia, certe funzioni chiave si inceppano: l’equilibrio tra calcio, potassio e sodio, la formazione delle proteine, l’energia delle cellule, il livello del glucosio… e diventiamo stressati, stanchi, nervosi, tesi, doloranti. Il magnesio è indispensabile, non facciamocelo mancare!

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BELLEZZA

La Propulsione di Ossigeno È

più importanti Università del mondo. In pratica, chi decide di dare una svolta realmente positiva al proprio aspetto non deve fare altro che concedersi circa quarantacinque minuti di freschezza, relax e puro piacere. Nel giro di un contenuto numero di sedute la consistenza della pelle darà risultati eccellenti senza rischiare lo sgradevole, diffusissimo, “effetto clone”. L’impatto galvanizzante del singolo trattamento con Propulsione di Ossigeno Maya Beauty Engineering dura circa una settimana, ma più sedute ci si regala, più i risultati si fanno duraturi per effetto di una sorta di accumulo. Le pelli delicate non hanno nulla da temere perché il trattamento è così dolce da poter essere tranquillamente effettuato persino sulle palpebre, intorno agli occhi, sulle labbra. Per la prima volta, il benessere regalato da una piacevolissima metodologia beauty dà risultati estetici tangibili, impareggiabili, evoluti. Grazie Ossigeno!

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nata una tecnologia che, in modo del tutto indolore, permette di dimenticare le conseguenze della pigrizia, dell’alimentazione non corretta e dell’invecchiamento precoce. Una soluzione che ha rivoluzionato il mondo dell’estetica e cambiato la vita di molte star internazionali soprattutto perché cancella il ricorso forzato a bisturi, cicli di punture, piccole sistematiche torture. La nuova chiave della bellezza è l’utilizzo dell’Ossigeno Puro pressurizzato come efficacissimo veicolo di principi attivi all’interno della pelle del viso e del corpo. Maya Beauty Engineering, azienda produttrice di tecnologie innovative e cosmetici con sede a Bologna, sta riscuotendo grande interesse nel mondo e ora anche presso i Centri italiani con la Propulsione di Ossigeno: l’unica famiglia di tecnologie realmente originali per qualità e completezza, la sola che vanta un’efficacia testata nelle

La propulsione di ossigeno

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Il trattamento è una vera e propria alternativa alla mesoterapia per il corpo ed alle iniezioni di biorivitalizzanti per il viso

Non più punture dolorose. La propulsione di ossigeno si sostituisce all’ago

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Tabella Soft Therapy

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a Propulsione di Ossigeno è una tecnica innovativa creata e brevettata nel 2000 che giunge ora per la prima volta in Italia. L’innovazione consiste nel rappresentare una vera alternativa all’ago per l’introduzione di sostanze attive all’interno degli strati più vitali della pelle. Speciali sostanze attive vengono preventivamente applicate sulla pelle e successivamente spinte sottocute dalle pressioni ripetute dell’ossigeno iperbarico, emesso da un manipolo a contatto con la pelle. Durante la spinta l’ossigeno, oltre a “iniettare” gli attivi in profondità, agisce come potente ossigenatore cellulare. Il trattamento è una vera e propria alternativa alla mesoterapia per il corpo ed alle iniezioni di biorivitalizzanti per il viso.

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INDICAZIONI

TRATTAMENTO INDICATO

SEDUTE CONSIGLIATE

PREZZI A SEDUTA

Rughe e segni d’espressione

Tachipercussione ossigenata e Propulsione di Ossigeno

Da 4 a 10 a seconda della profondità delle rughe

Da 80 a 150 €

Macchie cutanee Iperpigmentazioni

Tachipercussione ossigenata e Propulsione di Ossigeno

Da 4 a 6

Da 70 a 100 €

Idratante d’urto

Propulsione di ossigeno e Ossigeno Spray

Da 3 a 6

Da 70 a 100 €

Acne - inestetismi correlati

Propulsione di ossigeno e Ossigeno Spray

Da 5 a 10

Da 80 a 100 €

Smagliature

Tachipercussione ossigenata e Propulsione di Ossigeno

Da 10 a 15

Da 2,5 a 3,5 € a minuto

Adiposità localizzate

OXYENDODERMIA Massaggio Connettivale e Propulsione di Ossigeno

Da 10 a 15

Da 80 a 150 €

Rimodellamento

OXYENDODERMIA Massaggio Connettivale e Propulsione di Ossigeno

Da 10 a 15

Da 80 a 150 €

Inestetismi legati alla Cellulite

OXYENDODERMIA Massaggio Connettivale e Propulsione di Ossigeno

Da 10 a 15

Da 80 a 150 €

N.B. In tutti i casi, trattandosi di una tecnica NON CHIRURGICA, una volta raggiunto il risultato sarà necessario seguire un programma di mantenimento dei risultati in istituto con cadenza bimestrale. I risultati più rapidi si ottengono attraverso l’applicazione dei prodotti cosmetici domiciliari appositamente formulati con gli stessi principi attivi utilizzati in istituto. Tutti i trattamenti sono adatti ad un pubblico femminile e maschile.

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3




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