Rivista Visione 2011_2

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Pubblicazione semestrale della sezione U.I.L.D.M. di Ancona - ONLUS - Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-20- 04 n. 46) Art. 1 comma 2 D.C.B. Ancona

ANNO XVI _ N. 1

Editoriale

Falsi invalidi: scandalo nazionale o caccia alle streghe?

Intervista

Buon compleanno, Oblò!

Attività Associazione

Il servizio civile alla UILDM di Ancona Telethon 2012

Sport

Mission possible: Delfini a caccia della salvezza Inizio dolce-amaro

Approfondimento

Nuove tecnologie per nuove abilità

Fondazione Paladini

A Senigallia si è assaporato “Il Gusto della Solidarietà”

Cortese... mente

L’uomo più fortunato del mondo


Semestrale della Sezione di Ancona della UILDM Via M. Bufalini, 3 60026 Collemarino (AN) Tel. 071887255 Fax 0719940425 uildman@uildmancona.it Autorizzazione Tribunale di Ancona del 15/11/95 iscritta al n. 35 del registro periodici Direttore responsabile: Giovanni Marcelli In redazione: Massimo Cortese Roberto Frullini Simone Giangiacomi Cosetta Greco Stefano Occhialini Progetto grafico e impaginazione: Cooperativa sociale Oblò Monte S. Vito (AN)

DICEMBRE 2011

Editoriale Falsi invalidi: scandalo nazionale o caccia alle streghe?

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Attività Associazione Il servizio civile alla UILDM di Ancona

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Telethon 2012

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Sport Mission possible: delfini a caccia della salvezza

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Intervista Buon compleanno Oblò!

Inizio dolce-amaro Approfondimento Nuove tecnologie per nuove abilità

Foto di copertina: Festeggiamenti per i 10 anni di Oblò

Fondazione Paladini A Senigallia si è assaporato “Il Gusto della Solidarietà”

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Stampa: Tipografia Stampa Nova Jesi

Cortese... mente L’uomo più fortunato del mondo

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Editoriale

FALSI INVALIDI: SCANDALO NAZIONALE O CACCIA ALLE STREGHE? Una delle questioni che più hanno vivacizzato, negli anni, il dibattito e la polemica politica nel nostro Paese è quella relativa ai falsi invalidi. Spesso, però, l’impressione è che questo tema venga veicolato nell’opinione pubblica in termini demagogici, con il rischio che, alla fine della fiera, siano i veri disabili ad essere messi alla gogna. Per avere le idee più chiare ed evitare facili qualunquismi occorre rifarsi a qualche inequivocabile numero. Anzitutto va definito il quadro generale: i servizi e le pensioni a sostegno dei disabili costano attualmente allo Stato circa 17 miliardi di euro. In particolare, l’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) spende annualmente, in rapporto al totale delle uscite pensionistiche, poco più del 9% in pensioni di invalidità e inabilità a fronte di quasi il 66% erogato per le pensioni di anzianità e di vecchiaia e del 25% a favore dei familiari di contribuenti INPS deceduti (pensioni di reversibilità per i congiunti di pensionati, pensioni indirette per i congiunti di lavoratori). è tanto? è poco? Sicuramente 17 miliardi di euro sono una somma ingente, ma, considerando che essa corrisponde all’incirca all’1,5% del PIL (Prodotto Interno Lordo) italiano, si scopre che è comunque al di sotto della media dell’Unione Europea, la cui spesa per le invalidità, calcolata in relazione al PIL totale dei Paesi membri della UE, è del 2%. Non è insomma questa la voce di spesa più scabrosa dello Stato italiano, che anzi, forse, dovrebbe riuscire a trovare maggiori risorse in questo ambito. Invece, accade il contrario, anche se pochi ne sono a conoscenza; emblematico, ad esempio, è l’azzeramento previsto da quest’anno del Fondo nazionale per le non autosufficienze, che fino ad oggi ha permesso alla Regioni di garantire alle persone non autosufficienti un livello minimo di assistenza (pur con molte indiscutibili lacune). Se l’attuale Governo non interverrà - e visti i recenti chiari di luna è lecito essere scettici – la categoria di cittadini oggettivamente più bisognosi dovrà affidarsi perlopiù al buon cuore (e, soprattutto, al portafoglio) dei propri familiari o, in mancanza di questi ultimi, alla... divina provvidenza. Esperita questa lunga premessa, entriamo nel merito della querelle “falsi invalidi”. Da un paio d’anni l’INPS ha infatti attivato una serie di controlli straordinari su scala nazionale per stanare coloro che beneficiano di una pensione d’invalidità pur non avendone affatto diritto. Do-

veroso farlo, non c’è dubbio, ma a quale prezzo (in senso letterale e sul piano “socio-culturale”) e con quali risultati? Ebbene, secondo uno studio pubblicato su “Welfare Oggi” e coordinato dal prof. Cristiano Gori dell’Università Cattolica di Milano, su circa 300.000 verifiche effettuate in due anni sono 31.083 le pensioni revocate per una riduzione di costi presuntivi, per l’ente previdenziale, di 70 milioni di euro nel biennio 2009/10 e di poco meno di 100 milioni di euro nel successivo periodo 2011/12. In sostanza, dunque, il taglio della spesa per le provvidenze a favore dei disabili ammonterebbe a circa l’1% del totale (i 17 miliardi di cui sopra). Si tratta di un risparmio inferiore alla attese, suscettibile peraltro di ulteriore diminuzione, dato che molti dei soggetti che si sono visti disconoscere l’assegno pensionistico hanno fatto – o faranno – ricorso. Ma al di là dell’esiguo recupero di risorse, oltretutto giustificato dal diritto-dovere da parte dello Stato di perseguire chi usufruisce indebitamente di prebende pubbliche che non gli spettano, il problema vero è che, in concomitanza con la sacrosanta “stretta” sui falsi invalidi, è tornata a diffondersi, nell’opinione pubblica, una percezione negativa dei disabili, visti soltanto come costo per la collettività e tendenzialmente propensi ad ingigantire - o, in certi casi, addirittura inventare - le patologie di cui soffrono. Il paradosso è che l’INPS, in primis, sembra aver incentivato questo pregiudizio, avendo convocato a visita, per i controlli straordinari dell’ultimo biennio, persone affette da patologie dichiarate, dall’INPS stesso, gravissime ed irreversibili. Non sorprenda, allora, di dover leggere dalle cronache di anziani investiti per aver difeso un posteggio auto per disabili cui avevano diritto per se stessi o per un loro caro o ancora di gruppi creati su Facebook per insultare o persino inneggiare all’eliminazione delle persone con handicap psicofisici. Queste due fattispecie di reato, pur diversissime nella forma e nella sostanza, sono la degenerazione della stessa sottocultura che confonde i disabili non riconoscibili “ad occhio” con i giustamente vituperati falsi invalidi. Di lì a considerare i disabili nel loro insieme come peso e fastidio (magari di cui disfarsi) per la società il passo è pericolosamente breve.

Giovanni Marcelli

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Intervista

buon compleanno, oblò!

A tu per tu con Roberto Frullini, Presidente della Cooperativa Sociale Oblò, realtà che festeggia i primi dieci anni di attività Dieci anni fa, all’alba del nuovo millennio, la Cooperativa sociale Oblò vedeva la luce. Il 12 novembre scorso, in occasione di un suggestivo evento intitolato “10 anni da un Oblò”, si è celebrato il suo primo decennio di vita, ripercorrendone le tappe più importanti ed evocando le mete future. Ma cos’è Oblò? A rispondere a questa e ad altre domande ci pensa Roberto Frullini, 45 anni, Presidente di Oblò e deus ex machina di gran parte delle iniziative sociali ed imprenditoriali di cui questa ormai importante e radicata cooperativa marchigiana si è resa finora protagonista. “Oblò è una cooperativa sociale che nasce dall’incontro tra diverse professionalità, accomunate dalla stessa passione per la comunicazione e il design. Oblò è nata nel 2001, ma è presente nell’attuale sede di Monte San Vito dal 29 aprile 2005, quando, con il convegno dal titolo: ‘Cooperazione Sociale, lavoro e territorio: limite o risorsa?’, la cooperativa sociale Grafica & Infoservice ha inaugurato il proprio quartier generale nel nuovo edificio commerciale realizzato a Broghetto di Monte San Vito, grazie all’intervento finanziario della Comunità Europea, della Provincia di Ancona, della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, del Rotary Club di Falconara Marittima e di numerosi sostenitori. In questi anni Oblò ha svolto con professionalità e affidabilità servizi di progettazione grafica, comunicazione web e multimediale, organizzazione di eventi e congressi, data-entry e segreteria organizzativa per enti pubblici, aziende e organizzazioni del terzo settore. La Cooperativa collabora anche con diverse azien-

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de del territorio che condividono la filosofia secondo cui ‘per crescere, occorre comunicare’. Come impresa sociale siamo riusciti a creare opportunità di lavoro per persone appartenenti a fasce deboli: io e gli altri soci fondatori siamo fortemente convinti che è possibile coniugare dignità e attenzione alla persona con le professionalità e la competitività richieste dal mercato.” Come giudichi fino ad oggi l’esperienza di Oblò? “In dieci anni crediamo di aver testimoniato come le scelte valoriali, seppur a volte faticose e ostacolate, siano l’elemento fondante di relazioni umane durature ed appaganti anche nel mondo imprenditoriale. Il gruppo è cresciuto insieme verso significativi obiettivi sociali ed economici, cercando di dare forma concreta ai valori della cooperazione sociale.” Quali sono stati i punti di forza della Cooperativa in questi dieci anni? “Oblò opera nel settore della grafica da quando quattro soci immaginarono di costruire una realtà imprenditoriale vocata alla responsabilità sociale, con l’obiettivo di divenire ‘uno strumento di intervento’ per integrare nel mondo del lavoro persone svantaggiate che, altrimenti, ne sarebbero rimaste escluse. Fin da allora la scelta di fondo è stata quella di considerare lo sviluppo della cooperativa prioritario rispetto ad ogni altro interesse, perché ciò significa un maggiore numero di inserimenti lavorativi. Nel tempo le scelte strategiche - che tuttora ci contraddistinguono per gli elevati livelli di investimento, per lo sviluppo di competenze specialistiche nei campi di produzione e per la costante promozione di attività di progettazione e di integrazione sociale indirizzate alle persone svantaggiate - sono state il frutto dell’impostazione originale orientata al miglioramento interno e alla creazione di benefici


vissuto percorsi di consolidamento del proprio ruolo di innovazione e di coesione sociale, con crescita dei servizi e dell’occupazione, pur assistendo ad un progressivo deterioramento della caratteristica di partner degli enti locali. Oggi siamo la realtà imprenditoriale che da maggiori e migliori risposte occupazionali e di ‘empowerment’ alle numerose fragilità sociali odierne.”

per la comunità di riferimento. L’idea originaria si è trasformata ben presto in solida realtà aziendale. Oggi siamo una moderna azienda specializzata nella comunicazione ed organizzazione di eventi. La scelta di coordinare tutte le fasi della lavorazione (dall’ideazione grafica alla spedizione dei prodotti), permette di offrire una gamma ampia e completa. Inoltre, l’alto contenuto tecnologico, insieme alla specializzazione e alla professionalità delle risorse umane, assicura la possibilità di soddisfare le più articolate aspettative dei clienti. Le politiche del miglioramento continuo e del reinvestimento degli utili, hanno consentito alla cooperativa di diventare un’impresa all’avanguardia che considera l’efficienza aziendale un elemento inscindibile dall’efficacia sociale.”

Quali sono le aspettative future? Che progetti sono previsti? “Nell’attuale contesto economico e sociale è difficile, se non impossibile, definire progettualità a lungo termine. I settori di sviluppo su cui pensiamo di focalizzare le nostre attività sono connessi alla comunicazione globale, su tutte le piattaforme, e alla partnership collaborativa con i clienti. La nostra speranza è di poter tutelare le scelte valoriali fatte alle nostre origini e di riuscire a leggere i bisogni di comunicazione emergenti. Crediamo di dover sviluppare le nostre abilità in ogni ambito di possibile applicazione, al fine di poter creare opportunità lavorative e professionali continuative nel tempo.” Ai prossimi dieci anni, Oblò! Giovanni Marcelli

Come si è evoluta la cooperazione sociale in Italia da quando è nata Oblò? E che ruolo svolge la cooperazione all’interno di un contesto sociale complesso come quello italiano ed anche in riferimento alla realtà europea? “Nell’ultimo decennio la cooperazione sociale ha

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Attività Associazione

IL SERVIZIO CIVILE ALLA UILDM DI ANCONA La Sezione di Ancona della UILDM è un punto di riferimento importante per i malati neuromuscolari perché contribuisce a migliorare la qualità della loro vita. Da un po’ di anni, in particolare, l’associazione, con i progetti di Servizio Civile, vuole cercare di dare un aiuto concreto alle persone affette da patologie neuromuscolari presenti nella città di Ancona e nel territorio provinciale. Il fatto è che molto spesso l’assistenza domiciliare messa a disposizione dai comuni alle persone disabili non riesce a risolvere e alleviare il peso sulla famiglia, data l’insufficienza delle ore offerte e, in alcuni casi, ai costi che il malato deve supportare. Per questo le associazioni come la UILDM cercano di sopperire alle mancanze degli enti comunali, che sono sempre carenti di fondi da destinare al sociale. Il progetto 2012 di Servizio Civile alla UILDM di Ancona è intitolato “Autonomia e Pari Opportunità”. Obiettivo generale è quello di migliorare la qualità della vita delle persone con patologie neuromuscolari, promuovendo la piena partecipazione e il ruolo attivo di questi soggetti nella società. Nello specifico il progetto vuole cercare di aumentare nelle persone disabili il livello di autonomia nello svolgimento e nella gestione delle attività di vita principali e promuovere l’accesso ai servizi territoriali attraverso attività di informazione rivolta alle persone con disabilità per una migliore fruizione dei servizi socio-assistenziali del territorio.” Non dobbiamo dimenticare che prenderanno parte a questo progetto i quattro nuovi volontari che hanno fatto domanda presso la UILDM di Ancona. I volontari avranno così l’opportunità di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico, senza sottovalutare l’aspetto educativo e formativo di quest’esperienza, occasione forse unica di crescita personale. Grazie, ragazzi!

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Cari Arianna, Luca & Sarah, state per finire questa esperienza di Servizio Civile Nazionale Volontario alla UILDM di Ancona. È sempre difficile per me dire addio, soprattutto a delle persone come voi. Sono stato una vostra guida e un amico che vi ha aiutato a completare al meglio un’esperienza così bella e importante come il servizio civile. Nei momenti di allegria che abbiamo passato insieme, mi avete dato la spinta e la voglia di andare avanti. Quando vi ho chiesto cosa vi ha lasciato questa esperienza, sono stato veramente colpito dalle vostre parole: “Ho avuto l’opportunità di svolgere una mansione a servizio di persone, diventate per me importanti, che sono state in grado di insegnarmi l’umiltà, la determinazione e il rispetto e che, nonostante le loro grandi difficoltà , riescono comunque a vivere, lavorare e sorridere.” “È stata un’esperienza preziosa dal punto di vista lavorativo e sociale.” “È stato un impegno, una responsabilità, un avvicinarsi al prossimo.” Ripensando alle vostre parole, penso che il Servizio Civile alla UILDM sia stata un’esperienza che vi ha cambiato la vita in positivo, considerando che, ancora oggi, la nostra società si mostra spesso poco sensibile alle problematiche della disabilità. Anche per questo, voglio augurarvi di vivere, nei prossimi anni, altre esperienze lavorative o di studio positive e ricche di soddisfazioni come quella che avete sperimentato con la UILDM di Ancona. Simone Giangiacomi


TELETHON 2012 La UILDM di Ancona sostiene da sempre la ricerca scientifica, soprattutto quella di Telethon, con cui anche quest’anno ha organizzato, dal 15 al 18 dicembre, alcuni punti di raccolta fondi in provincia di Ancona. In queste giornate i nostri instancabili volontari ed amici ci hanno aiutato a reperire fondi a favore dei progetti di ricerca scientifica promossi dalla Fondazione Telethon. Quest’anno ci sono state alcune novità per quanto riguarda i gadget istituzionali di Telethon: la carta da regalo, il set di tazzine e le matitine colorate. In dettaglio, la UILDM è stata presente con i banchetti presso l’Ospedale Regionale di Torrette, i centri commerciali Sisa di Angeli di Rosora e Oceano di Moie di Maiolati. Siamo stati presenti anche a Fabriano. Con l’aiuto della nostra cara socia e amica Clara Torretti e le supporter della squadra di calcio dorica, siamo riusciti a promuovere la solidarietà e il sostegno alla ricerca scientifica anche allo Stadio del Conero, domenica 18 dicembre, in occasione della partita di campionato di serie D Ancona 1905 – Teramo. Telethon, insomma, è stato anche quest’anno un bellissimo appuntamento per offrire un aiuto concreto alla ricerca scientifica rivolta a trovare una cura alle malattie genetiche come la distrofia muscolare. In questo difficile periodo di crisi economica e finanziaria abbiamo trovato persone che hanno dato, con una piccola donazione

alla ricerca scientifica, un segnale positivo e regalato un piccolo pezzo di futuro alle persone malate e alle generazioni che verranno. Simone Giangiacomi

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Sport

MISSION POSSIBLE: DELFINI A CACCIA DELLA SALVEZZA Da poco avviata la stagione di serie A1: i Dolphins Ancona neo promossi cercano la permanenza nella categoria

Con controlli più severi sulla velocità della carrozzine da gioco e con la revisione dei punteggi delle mazze dei campionati di A1 e A2 operati dalla CAPF (Commissione Accertamento delle Potenzialità Fisiche), è iniziata a novembre la nuova stagione del wheelchair hockey. Potremmo chiamare il girone B, quello nel quale sono ubicati i Dolphins, il “girone degli scudetti”: 9 in tutto quelli nelle bacheche di Varese (5), Milano (3) e Monza (1). La quinta squadra che compone il raggruppamento sono i Rangers Bologna, finalisti negli ultimi due campionati ed “eterni secondi” del recente wheelchair hockey italiano. Un girone di ferro, dunque, ma proprio i regolamenti più rigidi sul controllo della velocità e sui punteggi degli atleti hanno in qualche modo diminuito il gap tra i Dolphins e le altre squadre. Cosa dire delle avversarie? Gli Skorpions Varese sono stati la squadra regina, assieme ai Thunder Roma, del panorama nazionale del recente passato: lo dicono i trofei vinti dai lombardi (10 dal 2005). Inoltre Fattore e Carelli sono sicuramente una delle coppie più affiatate e più temibili nel panorama italiano e tutto l’organico in generale è ricco di talento ed esperienza. I passi falsi nelle finali di Coppa Italia, Supercoppa e ai playoffs scudetto dello scorso campionato non devono assolutamente trarre in inganno, perché gli Scorpioni avranno sicuramente voglia di rifarsi. I Rangers Bologna sono l’altra corazzata del giro-

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ne. Nonostante l’abbandono agonistico di Cimmarusti e l’innalzamento di punteggio di Bortolini che di fatto gli toglierà molto spazio in squadra - la presenza di Liccardo e di Felicani, nonché l’esperienza di Sensoli tra i pali, garantiscono agli emiliani le carte giuste per provare a conquistare quel titolo che negli ultimi anni sembra ormai essere diventato una vera e propria ossessione. Gli Sharks Monza sono invece la squadra che nelle ultime cinque stagioni ha fatto i maggiori progressi. Se solo qualche anno fa rischiavano di scomparire per mancanza di giocatori e di mezzi, oggi sono una delle squadre più organizzate dentro e fuori dal campo e hanno nel loro capitano Muratore un punto di forza eccezionale, vero e proprio trascinatore sul terreno di gioco. L’esperienza e la classe di Parravicini, oltre a una rosa ricca di ottimi stick, completano un mix temibile per tutti i loro avversari. Il Dream Team Milano sarà probabilmente la mina vagante del girone. Forte della coppia di mazze La Cara – Ghislotti molto fisica e mobile, sta cercando di ricostruirsi come squadra dopo la scomparsa dell’indimenticabile Marco Brusati di qualche anno fa. La novità Rasconi come coach aggiunge ulteriore grinta e pericolosità a una compagine che non sembra proprio essere una nobile decaduta, come si potrebbe pensare. I Dolphins saranno perciò chiamati ad una stagione durissima per cercare di raggiungere l’obiettivo salvezza, difficile ma... possibile. La stagione scor-


sa, quasi trionfale, ha riconsegnato agli uomini di Venturi, oltre alla Serie A1, anche l’entusiasmo e la consapevolezza dei propri mezzi e ha regalato soprattutto ai più giovani un po’ di esperienza che sarà sicuramente utile. Non ci resta che tifare per i nostri Delfini.

Inizio dolce-amaro Sarà la stagione delle conferme? Sarà la stagione che aprirà un nuovo ciclo per i Dolphins? Finora, dalle prime uscite tra amichevoli e gare di campionato, tanto bel gioco ma ancora pochi risultati. Durante il pre-campionato i nostri ragazzi hanno affrontato due impegni di rilievo: il torneo “Insuperabili” svoltosi ad Apiro (MC) il 28 agosto e il triangolare con il Sen Martin Modena e la Coco Loco Padova svoltosi il 10 settembre nell’ambito dell’iniziativa “Sport Days” alla Fiera di Rimini. L’appuntamento di Apiro, contro il Sen Martin Modena e gli Skonvolts Pescara, ha visto i Dolphins laurearsi campioni grazie alle due vittorie sugli Skonvolts (5 a 4) e sui modenesi (7 a 1). Tante conferme, dunque, e tante soddisfazioni. Conferme e soddisfazioni arrivate, almeno in parte, anche al Torneo di Rimini nel quale i Delfini hanno assaporato un po’ di A1. Dopo aver vinto la gara d’esordio contro Modena (battuta per due volte in pochi giorni, questa volta con il risultato di 6 a 4), nella gara contro la Coco Loco Padova i Dorici hanno retto per tre quarti di gara (1 a 1) per poi cedere agli avversari 1 a 5, fornendo comunque una buona prova. Alla fine, secondo posto del torneo proprio dietro i veneti. Per quanto riguarda invece l’inizio del campionato, i Dolphins hanno esordito con due sconfitte casalinghe, anche se sono numerose le note positive per i due coach Venturi ed Alessandro Giangiacomi. L’esordio del 13 novembre contro i superfavoriti Rangers Bologna ha visto i Dolphins perdere al Liuti per 5 a 10, ma ha messo anche in evidenza buone cose in fase offensiva. Il match, segnato da un primo tempo scioccante e finito col passivo di 0 a 4 per i nostri, ha comunque regalato minuti di bel gioco per i Dolphins che a tratti hanno messo sotto i più quotati avversari. La bravura del portie-

re ospite e le invenzioni di Liccardo hanno alla fine consegnato la gara ai bolognesi, che però non sono mai sembrati così superiori come dice la storia degli ultimissimi anni. La gara contro il Dream Team Milano, invece, giocata il 27 novembre, ha lasciato molto amaro in bocca alla squadra marchigiana per diversi motivi. Primo fra tutti, il fatto di non essere riusciti a capitalizzare un parziale che a metà gara recitava 3 a 1 per i Dolphins. Il secondo è quello di aver perso a poco più di un minuto dalla fine dopo che i ragazzi di Venturi erano riusciti a riacciuffare la gara che, all’inizio del quarto tempo, sul 6 a 4 per gli avversari, sembrava ormai definitivamente compromessa. Terzo motivo - forse ciò su cui bisognerebbe maggiormente ragionare - è quello di essersi fatti innervosire per presunti torti arbitrali e di aver pensato per un tempo più a protestare che a giocare. Alla luce delle prime due gare però c’è anche da essere soddisfatti e fiduciosi. Da anni non si vedeva una squadra che lottava, anche se in svantaggio: era successo nella finale di A2 dello scorso anno contro Viterbo, è successo contro Padova in amichevole ad inizio stagione, è successo anche in entrambe le gare di campionato; segnale questo di una squadra che non si arrende e non smette di lottare, qualità che dovrà essere sfruttata al meglio in un girone difficile, ma che crediamo più equilibrato di quanto non dicano le statistiche delle ultime stagioni. Ci sono poi da ammirare i progressi dei più giovani e la crescita globale di tutta la rosa dal punto di vista tecnico e tattico, anche se c’è ancora da migliorare. Insomma, questi Dolphins fanno proprio ben sperare e dopo il bel gioco speriamo che arrivino i primi punti, per una salvezza che ci si dovrà sudare fino in fondo! Stefano Occhialini

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Approfondimento

NUOVE TECNOLOGIE PER NUOVE ABILITà L’informatica al servizio dei disabili

Da alcuni anni si sente spesso parlare di ICT, ma di che si tratta? Con il termine ICT (Information and Communication Technology) si intende l’insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni (tecnologie digitali comprese). Oggi, si sa, l’informatica è un pilastro su cui regge l’intera società della comunicazione. La tecnologia elettronica ed informatica ha messo a servizio dei disabili molti strumenti per studiare, lavorare, “entrare in rete” e comunicare con altre persone, superando alcuni limiti fisiologici e motori. Si pensi al linguaggio Braille, ovvero al sistema di scrittura e lettura per i non vedenti inventato poco meno di due secoli fa da Louis Braille. All’epoca fu una vera e propria rivoluzione, grazie alla quale è stata resa possibile l’alfabetizzazione dei non vedenti. Oggigiorno, però, l’uso del braille cartaceo presenta ormai dei limiti oggettivi: è piuttosto costoso ed ingombrante. Il computer e le nuove tecnologie aiutano i disabili a superare questi limiti: un display braille, una stampante braille, un computer parlante e un lettore di CD-ROM possono agevolmente risolvere molti problemi.

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L’uso del computer e l’accesso a Internet non sono più preclusi a chi soffre di patologie motorie o visive. Per ognuna di queste disabilità esiste un ausilio specifico, uno strumento capace di agevolare i movimenti o migliorare la visione dello schermo. Le disabilità sensoriali riguardano principalmente gli ipovedenti e i non vedenti. La distinzione è importante perché, mentre gli ipovedenti usano il monitor con accorgimenti particolari, come l’ingrandimento dei caratteri o il forte contrasto dei colori per evidenziare i testi, i non vedenti hanno bisogno di supporti esterni. I primi non riescono a coordinare i movimenti occhio - mano (quelli che guidano il mouse), a riconoscere immagini più complesse sullo schermo, a leggere testi scritti in modo non chiaro; i secondi invece hanno bisogno di uno strumento che traduca i segni raffigurati sullo schermo in


un codice a loro comprensibile. Coloro che hanno problemi di udito, invece, possono essere in grado di ascoltare una parte dei suoni, ma non riuscire a riconoscere alcune parole. Per queste persone può essere un problema utilizzare un computer che manda avvisi sonori o messaggi parlati. Altri possono avere difficoltà o impedimento completo del movimento delle braccia o scarsa coordinazione dei movimenti dovuta a malattie come il morbo di Parkinson. In questo caso, è un problema puntare il mouse nella direzione giusta, ma anche utilizzare la tastiera può essere complicato: chi ha scarso controllo dei propri muscoli trova difficile, per esempio, premere due tasti contemporaneamente (come è necessario per scrivere “@”). Chi soffre, invece, di disturbi cognitivi o del linguaggio ha difficoltà nel ricordare, nel risolvere semplici problemi, nello scegliere e riconoscere le parole che compaiono sullo schermo, ma anche nello scriverle. Le nuove tecnologie cercano di risolvere queste difficoltà in vari modi. Il proteggitastiera, ad esempio, è un dispositivo in plastica che copre la tastiera e che isola i tasti l’uno dall’altro, in modo che nello scrivere non ne venga premuto più di uno contemporaneamente, o che comunque sia più agevole individuare il tasto che si vuole usare. Tale sussidio è utile a chi ha problemi di utilizzo delle mani e

delle braccia o di coordinamento dei movimenti. Il supporto per i polsi è utile a chi non ha problemi con le mani, ma ha difficoltà nel tenere troppo tempo sospeso il braccio nello scrivere. Le aste per bocca, frontali (applicate sulla fronte) o “mentoniane” (applicate cioè sul mento) permettono di premere i tasti del computer guidando i movimenti dell’asta stessa con la bocca o con il movimento della testa. Le tecnologie dell’informazione possono dunque contribuire a sostenere l’integrazione dei disabili nella società. Gli ausili mettono in grado le persone disabili di usare in completa autonomia un PC e riducono, anche se sicuramente non annullano, la loro disabilità. Questo determina un aumento di persone che possono svolgere una vita “normale” sia a livello scolastico che lavorativo. Spesso si tratta, infatti, soltanto di capire quale sia il posto giusto da assegnare in azienda ad una persona disabile che, se dotata degli opportuni strumenti, sarà in grado di svolgere correttamente le attività che le verranno assegnate. Ma se da un lato l’informatica e la telematica offrono moltissime possibilità di valorizzare persone disabili, esse stesse possono creare nuove barriere. Le nuove tecnologie possono migliorare la qualità della vita per le persone disabili solo se sviluppate secondo quei criteri che permettono a tutti di utilizzarle. La tecnologia deve servire, dunque, a migliorare la qualità della vita, non ad innalzare nuovi steccati. Per fare in modo che sia uno strumento di integrazione sociale sarà quindi necessario rispettare degli accorgimenti che permettano a chi ha particolari disabilità di superare le proprie difficoltà senza incorrere, al contrario, in ulteriori ostacoli. Cosetta Greco

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Fondazione Paladini A SENIGALLIA SI È ASSAPORATO “IL GUSTO DELLA SOLIDARIETÀ”

Pochi giorni fa è andata in scena la terza edizione della serata organizzata alla Rotonda a Mare a sostegno della Fondazione Paladini Il gusto della solidarietà ha un sapore antico, nobile, sa essere e può diventare anche prelibato: forse anche per questo la Fondazione Paladini, che promuove l’assistenza ai pazienti affetti da patologie neuromuscolari facendo rete tra i soggetti impegnati in questo settore, ha replicato l’omonimo titolo per la serata di beneficienza organizzata alla Rotonda a Mare di Senigallia il prossimo 7 dicembre e giunta ormai alla sua terza edizione. L’obiettivo è ormai consolidato, ovvero quello di sostenere l’attività della Fondazione. La serata, organizzata con il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Ancona e del Comune di Senigallia, si è svolta, come al solito, all’insegna dell’arte culinaria - con i piatti preparati dagli chef Moreno Cedroni e Mauro Uliassi – e di quella musicale con il bel canto degli Operapop (il tenore Enrico Giovagnoli e la soprano Francesca Carli) e le melodie dell’Ensemble Novo Incanto. è stato un appuntamento davvero irrinunciabile per gli amanti della cucina e della musica più prelibate, ma soprattutto per coloro che hanno desiderato offrire il proprio contributo a un progetto di solidarietà chiaro e dai risultati tangibili. In tal senso, un ringraziamento va anche alla Scuderia Ferrari, che ha partecipato all’asta benefica della serata mettendo in palio i guanti del pilota di Formula 1 Felipe Massa. Altro momento centrale della kermesse è stato senza dubbio quello caratterizzato dal conferimento del Premio Nazionale “Giornalismo

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e Solidarietà”, intitolato al giornalista Mario Di Cicco (che è stato anche indimenticato direttore di “Visione” ndr) scomparso nel 2008 e assegnato a quegli esponenti della categoria giornalistica che, con i loro servizi, hanno contribuito a riaffermare l’etica della professione, concentrando l’attenzione sui temi della solidarietà. Il riconoscimento è una scultura realizzata dall’artista Nazzareno Rocchetti, anch’essa omaggio alla Fondazione Paladini ed è stato assegnato al giornalista Gianni Rossetti, ex Presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche ed attualmente direttore della Scuola di Giornalismo di Urbino.


“Il Gusto della Solidarietà”, insomma, è un’occasione irrinunciabile che si rinnova negli anni e che consente di supportare concretamente la Fondazione Paladini. Infatti, anche grazie ad eventi come questo, la Fondazione, già nei primi tre anni di attività, ha intrapreso iniziative importanti per le persone affette da malattie neuromuscolari, in particolare realizzando cinque approfondimenti formativi – per sviluppare negli operatori sanitari della Regione Marche le competenze specifiche rispetto al trattamento clinico di queste patologie rare – e finanziando una borsa di studio per la realizzazione di un database destinato alla gestione del dato clinico dei pazienti con malattie neuromuscolari. In particolare, i fondi raccolti durante la serata del 7 dicembre verranno destinati al finanziamento dell’attività di front-office e di informazione per le famiglie con malati neuromuscolari ed i pazienti stessi. Roberto Frullini

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Cortese... mente

L’UOMO PIù FORTUNATO DEL MONDO Il Telegiornale delle ore 20.00 sta per concludersi, ma all’apertura, visto e considerato che oggi è la Vigilia di Natale, il conduttore ha detto che ci sarà una sorpresa. Conduttore: “Prima di salutarci, cicolleghiamo ora con Milano, dove c’è il nostro inviato Federico Vismarc che intervista una persona veramente eccezionale.” Vismarc: “Innanzitutto, buonasera a tutti. Vi presento il signor Giuliano, un uomo veramente fortunato. Pensate, negli ultimi venti anni, tutte le volte che ha giocato un solo biglietto alla Lotteria di Capodanno, ha sempre vinto, come pure al Totocalcio. è vero, signor Giuliano, che recentemente una rivista inglese l’ha definita l’uomo più fortunato del mondo?” Giuliano: “La rivista inglese ha semplicemente scritto che sono l’uomo più fortunato nel gioco, solo in quello.” Vismarc: “E le pare niente? Non si rende conto della grande fortuna che l’ha colpita?” Giuliano: “Scusi, ma a quale fortuna si riferisce?” A questo punto Vismarc intuisce che il signor Giuliano non ha ben compreso la domanda: forse è l’emozione. Vismarc: “Immagino che lei sia felice del fatto che quando gioca vince un sacco di soldi.” Giuliano: “Assolutamente no. Io sono un uomo disperato.”

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E così dicendo, si mette a piangere come un bambino. Direttore della testata: “Ma siamo diventati matti? Un servizio così ci distrugge tutti. Ma come può essere saltata in mente una trovata del genere a quell’imbecille. Io lo faccio licenziare, altrochè, di Bismark non sentiremo più parlare!” Segretaria: “Signor Direttore, c’è una telefonata per lei.” Direttore: “Signorina, non ci sono per nessuno.” Segretaria: “Ma è il Presidente …” Direttore: “Signor Presidente, che piacere ascoltarla…” Presidente: “Direttore, mi congratulo con lei per la scelta indovinata: questa vicenda è una storia strappalacrime. Bravissimi, continuate così, l’audience sta già avendo un’impennata. La concorrenza non si aspettava un colpo gobbo di questa portata, rivolga i miei saluti anche a quel giovane giornalista d’assalto, come è che si chiama… Prismarc. Questa televisione che da gioiosa passa al dolore è affascinante. Continuate pure, andate con la pubblicità e sospendete il resto della programmazione. La gente vuole emozioni forti.” Direttore: “Dobbiamo continuare, questa storia appassiona, non possiamo interrompere la diretta. Inquadrate anche la gente che arriva sul posto, e se non arriva mandate delle comparse.” Vismarc: “Senta, signor Giuliano, ma io non la capisco proprio. Con tutti i soldi che avrà vinto, la


sua vita deve essere cambiata. Tutta l’Italia la invidia e lei si dispera?” Giuliano: “Amico mio, all’inizio anch’io ero convinto che con qualche vincita al gioco avrei potuto vivere felice e da gran signore, ma le cose non stanno così. Tutti questi soldi mi hanno distrutto, prima conducevo una vita normale, i sacrifici da fare, il mutuo da pagare, oggi vivo come un barbone. Vedete la camicia che indosso: lei penserà che è la camicia dell’uomo più felice del mondo, invece me l’hanno data ieri alla Caritas.” Vismarc: “Coraggio, ci racconti la sua storia.” Giuliano: “C’è poco da raccontare. Prima di cominciare a vincere al gioco, in fondo ero un uomo felice, anche se non ne ero consapevole. Avevo una moglie che mi voleva bene, due bambine deliziose, amici veramente sinceri. Poi, come ho cominciato a vincere, sono iniziati i grossi problemi. è cominciata a venire a intervistarci la televisione, così le persone con cui condividevo il tran tran sono cambiate, non erano più le stesse. Sono sbucati invece avvoltoi da tutte le parti, insomma non mi faccia dire altro che mi vien da piangere, mi hanno abbandonato tutti, ho cominciato ad andare dall’analista… Oggi vivo di carità, hanno tentato di farmi interdire. Non ne posso più di questa vita, mi aiuti lei.” Vismarc: “Io? E che genere di aiuti posso darle?” Giuliano: “Un consiglio, una buona parola. Ma lo sa che nessuno parla più con me, mi hanno lasciato solo con questo bastardino qua.” Vismarc: “Non si butti giù, in fondo la vita può essere cambiata, l’importante è rimettersi in gioco.” Giuliano: “Come sarebbe a dire?” Vismarc: “Non dobbiamo mai farci condizionare dagli eventi, lei ha sperato che la sua vita potesse avere una svolta con le vincite, e queste l’hanno travolto. Ma la vita è un qualcosa di meraviglioso, di unico, d’irripetibile. Quello che le manca, signor Giuliano, è il ritorno alla normalità, al vero gusto della vita, che al momento non sembra avere un senso.” Giuliano: “E allora che cosa dovrei fare?”

Vismarc: “Innanzitutto non beva più. Getti le bottiglie della disperazione e si renda più presentabile!” Giuliano: “Ma che cosa crede, io queste cose le ho già fatte! Quante volte ho pensato di cambiare, e c’ero quasi riuscito. Poi, però, sono ricaduto nel vizio, nel gioco volevo dire...” Vismarc: “Mi scusi, signor Giuliano, ma non mi vorrà forse dire che lei prova piacere nel giocare?” Giuliano: “Ci provo gusto, indubbiamente. Il gioco, anche se non perdo mai, ha un suo fascino.” Vismarc: “E allora, dov’è il problema?” Giuliano: “Il fatto è che provo un grosso senso di colpa per coloro che giocano e che dilapidano tutti i loro averi. Ma non legge sul giornale di quello che, dopo essersi giocato tutto, dorme sotto i ponti?” Vismarc: “Ma allora la sua cos’è, solidarietà?” Giuliano: “Non dica stupidaggini. Però mi sento responsabile come se quei disgraziati fossero figli miei.” Vismarc: “Amici, quello di stasera è un caso strano, anche perché non si capisce come se ne possa uscire fuori. Il signor Giuliano avrà forse bisogno di un piatto di minestra, di una doccia calda o di una voce amica: chissà! La diretta finisce qui, s’interrompe. Ognuno di noi faccia una pausa di riflessione... I soldi non fanno la felicità, anzi possono anche rendere infelici. Che possiate rimanere nel dubbio. Federico Vismarc vi saluta e vi augura Buon Natale, e ricordate: i soldi non sempre fanno la felicità.” Quest’ultima frase gli è uscita dal cuore, e pensare che per il resto della sua esistenza ha sempre creduto in tutt’altra cosa, ma questa è una serata fredda, magica e frizzante, di quelle che ti fanno pensare e riflettere. Il giornalista è contento, come se avesse fatto qualcosa d’importante. Anche Giuliano è sereno, sembra essersi levato un peso dallo stomaco. C’è anche della gente che gli viene incontro, e qualcuno lo abbraccia. Riceve una telefonata dalla figlia, che non sentiva da tempo. Novità in vista? Massimo Cortese

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