NOME SOCIE TÀ
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SOMMARIO Febbraio 2011
Giornalino del Liceo Ginnasio Statale G. Carducci
B
L’Editoriale
en trovati, giovani carducciani! Un nuovo anno è iniziato e L' Oblò sul cortile ritorna più in forma di prima (i redattori invece stanno ancora smaltendo quanto accumulato durante le feste)! In questo periodo si sta cercando di migliorare ed innovare sempre di più il giornalino, un nuovo Statuto è in cantiere e, cosa più bella, la redazione si sta allargando! Ogni giovedì alla sesta ora infatti, in Aula studenti, arrivano nuovi redattori o, più semplicemente, persone che ci mandano i loro articoli in qualità di collaboratori esterni. Insomma, si sta creando un'atmosfera di condivisione e partecipazione che, per quanto breve (la redazione si trova per una sola ora a settimana), si sta rivelando molto intensa. Nel resto della scuola invece, a parte il nuovo corso di jazz e il cineforum inaugurato martedì 8 febbraio e promosso dal Col-
lettivo, si avverte una certa passività. La situazione generale, invece, in cui si trova l'Italia è per certi versi drammatica. La disoccupazione ha raggiunto livelli record: oltre il 44 % dei disoccupati è di lunga durata (lo è dunque da almeno 12 mesi) e circa il 29% per quanto riguarda i giovani tra i 15 e i 24. La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ha recentemente dichiarato che da sei mesi a questa parte l'azione del governo non è sufficiente e che c'è una totale disattenzione sulla crescita del paese. Ci si trova dunque in una crisi, oltre che economica, anche sociale ed etica, in cui non si ha più fiducia nella politica e i giovani non hanno punti di riferimento. Un quadro, dunque, per nulla rassicurante che non può lasciarci impassibili. Ebbene, pur essendo dei semplici studenti anche noi possiamo nel nostro piccolo contribuire a cambiare l'Italia. Perché dunque non iniziare
proprio dalla scuola? Lo stesso disinteresse che sembra esserci nel Paese, talvolta regna all'interno di quel microcosmo che è il nostro liceo. Spesso i carducciani si limitano a venire a scuola per seguire le lezioni e al suono della campanella fuggono a casa. È questo che vogliamo rappresenti per noi la scuola? Un luogo dove si prendono appunti e si studia per le verifiche? Io credo che l'ambiente scolastico possa offrire molto di più. Ed è per questo che mi rivolgo ai rappresentanti di Istituto e li esorto, oltre a cercare di mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale, ad avere un ruolo trainante e di iniziativa. Tuttavia non ritengo sia necessario ricoprire una carica per poter fare qualcosa di utile e bello, che sia all' interno di una classe o della scuola in generale. Ci sono tanti piccoli gesti, come portare da un viaggio un calendario
Complotto impunitario
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Africa Today
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Risposta all’articolo “Povero Cristo”
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IOR — Inquinamento a Milano
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Nucleare SI — Nucleare NO
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La donna oggi, in Italia
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Concorso Fotografico la Vendetta
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Cogestione — Pomeriggi musicali
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New Pop, italiano e non
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Truman Show “Il surrealismo sono io” - S. Dalì
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Intervista ai “Red Room”
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Giochi, vignette, oroscopo e...
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Eventi
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o scannerizzare delle fotocopie per la classe, che possono fare la differenza. Tornando per ora al nostro giornalino, posso annunciarvi che troverete in questo numero articoli di attualità italiana ed estera, due posizioni contrastanti sul nucleare, un articolo sull'immagine della donna data dai media, una replica all' articolo "Povero Cristo", che ha creato un'occasione di confronto, musica, arte e tanto altro! Non vi resta dunque che leggere! Xhestina Myftaraj IIIA/5A
Nucleare SI o Nucleare NO? Si al nucleare!
Energia Nucleare? No grazie!
Il nucleare civile, commerciale, esiste nel mondo da 60 anni. Gli impianti presenti sono più di 500, dislocati in paesi di ogni tipo: dalle 104 centrali negli Stati Uniti, alle 17 in India, a cui se ne aggiungono 6 in costruzione e 7 in fase di progetto. Ci sono stati, in totale, solamente due incidenti in Occidente: Three Mile Island, Stati Uniti, 1969: la mancata chiusura di una valvola per il raffreddamento porta ad una fusione parziale del reattore. Grazie al sistema di contenimento, presente in tutte le centrali occidentali, pur essendo capitato il peggior incidente possibile, non ci sarebbe potuta essere, ed infatti non ci fu, alcuna conseguenza sull'ambiente e sulla popolazione. Černobyl, Ucraina, 1986: il direttore centrale, uomo politico figlio del segretario del Partito Comunista, tenta un esperimento che a sua detta avrebbe migliorato di molto il rendimento della centrale. Forza i meccanismi del reattore e, ignorando ben 4 allarmi rossi, ne provoca l'esplosione. I morti dichiarati furono 65, stima arrotondata per eccesso. Continua a pagina 6
Il 25 Febbraio 2009, il premier Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy firmano l’accordo intergovernativo sul nucleare che vedrà Italia e Francia sempre più vicine nella produzione di energia atomica. Non appena la legge che prevede il ritorno del nostro Paese al nucleare (bandito con un referendum popolare nel 1987) sarà approvata, i due colossi elettrici (l’italiana Enel e la francese Edf) dovrebbero attivare nel nostro Paese quattro centrali di tipo Epr (Evolutionary Power Reactor), da 1600 MW ciascuna, prodotte dalla compagnia francese AREVA. Si tratta di centrali della cosiddetta “terza generazione avanzata”, una delle caratteristiche di gran vanto della subdola campagna pubblicitaria pro-nucleare (Azione propagandistica apparentemente fondata ma in realtà confutabile) promossa dall’Enel con l’appoggio del governo italiano. In primo luogo l’energia nucleare viene presentata come un’energia pulita (poiché nel corso della produzione non si adoperano combustibili fossili, (principali cause delle emissioni di CO2) e a basso costo, Continua a pagina 6
ATTUALITÀ
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Complotto impunitario “Nessuno lo può giudicar” Sono quasi vent'anni ormai - fin dai tempi di Mani Pulite - che ogniqualvolta un politico viene colto con le mani nel sacco invece di andare a nascondersi e di farsi processare come un normale cittadino si mette ad urlare al "golpe giudiziario" e ad attaccare le toghe "politicizzate" (cioè indipendenti) che minacciano "il primato della politica" (cioè l'impunità). Viene da piangere, alla luce di lustri di legislazione ad personam e ad personas, ad castam e contra iustitiam dover sentire ancora i soliti cretini presunti "terzisti" e sedicenti "liberali" (Battista, Ostellino, Badeschi e compagnia bella) sproloquiare su un "conflitto fra poteri" per il quale sarebbe lecito chiedere perentoriamente alla magistratura "di restare all'interno delle proprie funzioni". Che il compito della magistratura sia quello di indagare per stabilire in un regolare processo se Tizio o Caio abbiano commesso un eventuale delitto è un pensiero che ovviamente non li sfiora nemmeno, intenti come sono a gettare acqua su un incendio che non c'è. Per non parlare poi di quando l'azione penale riguarda la persona di Silvio Berlusconi, nel qual caso il pm impertinente si macchierebbe dell'orrido crimine di lesa maestà. Secondo Ostellino (Corriere, 15 gennaio) sarebbe "un dato di fatto (...) che il capo del governo, a ragione delle sue funzioni, non è un cittadino come gli altri anche di fronte alla legge". Peccato che l'articolo 3 della Costituzione reciti che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge "senza distinzioni (...) di condizioni personali e sociali". Sicché è fuori dal mondo pensare che un presidente del Consiglio possa godere di un trattamento speciale di fronte alla giustizia. Perché fortunatamente in Italia, almeno sulla carta, vige il principio di uguaglianza. Ma questo il nostro prestigioso (si fa per dire) opinionista (si fa sempre per dire) ancora non lo sa. E quindi se un procedimento giudiziario riguarda un cittadino comune si tratta di ordinaria amministrazione, se invece riguarda Al Tappone si tratta di "scontro". O, peggio ancora, di "persecuzione giudiziaria", per dirla con i cortigiani del Cavaliere. I quali non perdono un minuto per denunciare i "soliti teoremi" delle "toghe rosse", senza peraltro mai presentare al lettore uno straccio di argomentazione o di documento per suffragare questa improponibile dottrina. Infatti le uniche "toghe politicizzate" di cui si abbiano prove sembrano essere i magistrati Carbone, Miller, Mar-
tone, Mirabelli e Marra, implicati nello scandalo della cosiddetta P3, collusi financo al midollo con i pidiellini Marcello Dell'Utri e Denis Verdini, o i battaglioni di toghe a libro paga di Cesarone Previti (Metta, Squillante etc). L'unico "uso politico della giustizia" di cui si abbia notizia, dunque, non c'entra nulla con le "toghe rosse". Se mai, c'entra con le toghe "azzurre", anzi verdine. E l'unico "solito teorema" è proprio quello per cui il Privato Corruttore sarebbe un "perseguitato", come dimostrerebbero le "centinaia di processi a suo carico" intentatigli "da quando è sceso in campo". In realtà i procedimenti a suo carico sono "solo" 25 e risalgono a ben prima della "discesa in campo" (addirittura al 1979). E non è certo colpa dei magistrati se Berlusconi il codice penale non lo digerisce proprio. Si dirà: ma allora perché è stato sempre prosciolto? Balle. Se non è mai andato in carcere è perché o ha beneficiato della prescrizione o ha beneficiato dell'amnistia o ha depenalizzato il reato per cui era sotto processo (ma in quei casi i "liberali" dov'erano?). Le assoluzioni nel merito sono solo 6. Su 25 non parrebbe un dato confortante. Vallo a spiegare ai descamisados. Altra boiata sesquipedale ricorrente nel formulario dei peones arcoresi è quella della "giustizia ad orologeria". Ossia pretendere di processare Mr. B. in prossimità di una qualsiasi scadenza, politica e non. Non va bene indagarlo né processarlo prima delle elezioni, non va bene dopo, non va bene quando è in crisi, non va bene quando è all'apice, non va bene in prossimità di un giudizio della Consulta (frequentissimi grazie alle imprese di Ghedini e Alfano), non va bene in prossimità di una votazione sulla fiducia. Insomma, non va bene mai. "Nessuno lo può giudicar". Anzi, la magistratura avrebbe il dovere di consentire "il sereno svolgimento delle funzioni" del premier (cioè di lasciarlo delinquere). Essendo però l'azione penale obbligatoria l'unica soluzione plausibile restano le dimissioni. Anche perché il "legittimo impedimento" continuativo targato Vietti (promosso al Csm) si è rivelato illegittimo, dunque l'utilizzatore finale non ha più scuse per non comparire davanti ai giudici. Non si capisce dunque su quali basi si fondino le corbellerie dei teorici dello "scontro", dal momento che inquisire un politico o un ministro, fino a prova contra-
ria, rientra pienamente nei compiti della magistratura. A meno di affermare che i politici (soprattutto il premier) non siano soggetti alla legge come tutti gli altri cittadini ma ne siano al di sopra. Cosa di cui taluni - Berlusconi in primis, Ostellino in secundis - sono intimamente e sinceramente convinti. Anche perché uno "scontro" prevederebbe un reciproco darsi battaglia, cosa che di fatto non accade. Infatti le uniche aggressioni sono prerogativa della politica. E in particolare del premier. Così i giudici che osano indagare su di lui "vanno puniti"; i magistrati sono "avversari politici" quando non "malati di mente" e "antropologicamente diversi dal resto della razza umana"; il pm che lo accusa di corruzione in atti giudiziari è "famigerato"; chi è portatore di legalità è un "cospiratore"; le toghe sono "comuniste" o comunque "politicizzate" ed "eversive", colpevoli di ordire un "complotto giudiziario". Dunque ecco giustificate le continue ispezioni ministeriali comminate dal prono ministro Alfano ai danni delle Procure troppo indipendenti. Perché è questo che Berlusconi e compari non possono tollerare: l'indipendenza della magistratura. Così come D'Alema e compagni che, da buoni ex-comunisti, mal sopportano la separazione dei poteri. Molto meglio vincolare l'iniziativa dei pubblici ministeri al governo (e quindi al partito), come da modello sovietico. La dimostrazione che l'anticomunismo urlato dell'ometto è un mero strumento propagandistico. Per questo motivo destra e sinistra, tutti insieme appassionatamente, si battono da anni per l'approvazione di una legge che metta definitivamente il bavaglio alle intercettazioni e al diritto di cronaca. Supportati dal sempre spiritoso Pigi Battista che rigurgita frasi senza senso circa un presunto "onnipotente stato di polizia" modello "Stasi o Kgb" - ovviamente attribuibile ai magistrati e alla stampa "di sinistra" - per cui le intercettazioni e la pubblicazione di esse sarebbero strumenti per "distruggere privacy e reputazione". Probabilmente Cerchiobottista confonde i procuratori con gli spioni della security Telecom. Le intercettazioni infatti altro non sono che un fondamentale strumento di indagine. E la pubblicazione di esse, qualora contengano elementi di pubblico interesse, è un diritto costituzionalmente garantito
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ATTUALITÀ
(art. 21). In caso contrario, ma questo probabilmente Battista non lo sa, ci pensa il codice penale (diffamazione a mezzo stampa, art. 596-bis cp). Non bastasse, delle plateali "invasioni di campo" (come amano chiamarle i garantisti da riporto) si verificano ogni volta che una delle due camere viene chiamata ad esprimersi sull'autorizzazione per l'uso giudiziario delle intercettazioni o per procedere nei confronti di uno dei suoi membri. Basti pensare che nella cosiddetta Seconda Repubblica, dal 1994 ad oggi, le richieste di autorizzazione all'arresto di parlamentari sono state tutte respinte. Per legge, il Parlamento non può negare nessuna autorizzazione
salvo che non venga dimostrato un fumus persecutionis. Cosa che non avviene mai, non essendoci stato mai nessuno in grado di dimostrare questa tesi. In compenso, però, i parlamentari abusano spesso dei loro poteri sostituendosi ai giudici per garantire una giustizia fai-date ai loro colleghi. Costituzione alla mano, senza fumus persecutionis il Parlamento si deve limitare a votare per l'arresto. Invece, puntualmente, deputati e senatori si sostituiscono ai giudici e sentenziano: tutti assolti. Fino a prova contraria, però, il potere giudiziario non rientra fra le prerogative del Parlamento ma della magistratura. Così come non spetta al Parlamento stabilire la natura
P AGIN A 3 di un reato. Eppure qualche giorno fa la Camera ha decretato il rinvio degli atti del "caso-Ruby" alla Procura di Milano perché la competenza sarebbe non del Tribunale ordinario ma del Tribunale dei ministri (Falso, naturalmente). Ma in questo caso nessun "terzista" è saltato in piedi per denunciare "l'assalto" della politica alla magistratura intimando al Parlamento "di restare all'interno delle proprie funzioni". Eccolo svelato, dunque, il garantismo fasullo di questi "liberali" del cavolo, berlusconiani travestiti. Si chiama impunità. E con il garantismo non c'entra proprio nulla. Claudio Fatti IIIF/5F
AFRICA TODAY Il Sudan si divide
Tensioni in Costa d'Avorio
La popolazione del Sudan meridionale ha Il presidente della Costa d'Avorio Laurent votato in un referendum la scissione dalla Gbagbo ha rifiutato di lasciare la guida del Paese, pur avendo perso le elezioni. Il suo parte settentrionale del Paese. Il Sudan è il più grande Stato africano, dila- rivale, vincitore delle elezioni presidenzianiato da quarant'anni da una sanguinosa li, Ouattara, ha ottenuto la maggior parte guerra civile, combattuta soprattutto nella dei voti nella parte Nord dello Stato afriregione del Darfur. Il Sudan meridionale cano. La maggior parte della popolazione dovrebbe diventare indipendente il 9 luglio ivoriana del Nord è costituita da immigrati di quest'anno, ma alcune questioni territo- dei paesi vicini, di etnia e religione diversa riali sono ancora da sciogliere: la maggior dagli ivoriani del Sud, che non li considerano veri ivoriani. parte dei pozzi di La Costa d'Avorio petrolio sudanesi è divisa dal 2002, si trova nella parte quando dei soldameridionale del ti provenienti dal Paese e, in partiNord del Paese si colare, nella regiosono ribellati allo ne di Abyei. Non è Stato Maggiore e ancora chiaro se la hanno marciato regione farà parte sulla capitale del nuovo Stato o Abidjane. I ribelli se resterà legata a detengono tutt'oKhartoum. ra il controllo del Nord e, per queLa comunità intersto motivo, Gbanazionale spera gbo ha accusato i che l'indipendenza militari irregolari porterà alla fine di aver condiziodelle tensioni tra nato il voto. Gli Nord e Sud, ma Stati Uniti e l'Oteme conseguenNU hanno raccoze nell'approvvigionamento di idrocarburi. mandato una rapida transizione di poteri, Il Sudan Meridionale, infatti, è una delle ma la crisi politica non sembra destinata a regioni economicamente più depresse risolversi presto. dell'Africa: infrastrutture, come strade asfaltate e aeroporti, mancano quasi del La Costa d'Avorio è anche il più grande tutto e molti esperti ritengono che il Sud produttore al mondo di cacao: produce, Sudan non sia ancora pronto a gestire au- infatti, oltre il 40% del cacao totale. L'intonomamente le risorse del suo sottosuo- stabilità politica del Paese potrebbe causare l'aumento del prezzo del cioccolato. lo.
Tunisia in rivolta Il presidente tunisino Ben Alì è stato costretto a lasciare il paese, a seguito delle proteste per la crisi economica scoppiate all'inizio dell'anno. Ben Alì è rimasto alla guida del Paese per 23 anni, conferendo importanti incarichi di governo alla moglie e ai parenti. Dopo la fuga del presidente, la guida del paese è andata al primo ministro Gannouchi, che, secondo la costituzione, deve indire elezioni entro 60 giorni. Nel frattempo, il governo ad interim ha perso tre componenti ancora prima di insediarsi: troppi, a detta dell'opposizione i rappresentanti del vecchio regime che hanno conservato un posto di governo. Anche in questo caso la comunità internazionale auspica una rapida transizione democratica, temendo soprattutto la compromissione degli investimenti stranieri in Tunisia, principale partner commerciale africano dell'Europa. Il 60% della produzione industriale tunisina, infatti, viene esportata in Europa. Dilaga la protesta del Maghreb La protesta tunisina si è subito estesa agli altri Stati del Maghreb, alla Giordania (dove re Abdallah ha nominato un nuovo primo ministro) e all'Egitto: qui milioni di manifestanti si sono riversati nelle piazze, per protestare contro il presidente Hosni Mubarak, alla guida del Paese da 30 anni. Le manifestazioni sono proseguite per 18 giorni, durante i quali il presidente egiziano ha promesso maggiori libertà e dialogo con le opposizioni. Le promesse, però, non sono bastate e il presidente Mubarak ha rassegnato le dimissioni. Mattia Serranò IIIB/5B
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IOR – BANCA VATICANA Cari lettori, vorremmo con questo articolo rendere noti fatti, avvenimenti e soprattutto dati per far chiarezza sull'ampio argomento che è la banca dello IOR (istituto opere religiose). Sul numero di novembre de “L’Oblò sul cortile”, infatti, a pagina due, è stato pubblicato un articolo intitolato “Povero Cristo”, in cui vengono denunciati i segreti movimenti bancari di una presunta “banca Vaticana”. Sentendoci chiamati in causa abbiamo deciso di andare a fondo della questione. Abbiamo infatti avuto la possibilità di intervistare il giornalista Andrea Tornielli, vaticanista del quotidiano “il Giornale”, direttore del giornale online “la Bussola quotidiana”. Vorremmo informare i lettori che l'articolo pubblicato sul numero di novembre non è altro che la ricopiatura di un libro che emana teorie considerate da tutti “complottiste” intitolato “Tutto quello che sai è falso”. Adesso quindi vi presentiamo le domande e le relative risposte che abbiamo posto al nostro esperto. Che cosa è la banca vaticana? Perché esiste? La banca vaticana di per sé non esiste, nel senso che lo IOR non può essere considerato una vera banca. Lo IOR (Istituto per le opere di religione) è un istituto privato, interno alla Santa Sede, che amministra e gestisce beni mobili e immobili che gli vengono trasferiti o affidati da persone fisiche o giuridiche e che sono destinati a opere di religione e carità. Allo IOR vengono depositati gli stipendi dei dipendenti vaticani, come pure i beni di istituti ed enti religiosi. Il fatto che all'interno della banca vi siano i conti bancari di coloro che lavorano nella Città del Vaticano e nella Santa Sede non significa affatto che lo IOR tenga nascosti dei conti bancari che avrebbero altrimenti dei problemi di genere finanziario con le leggi dello Stato Italiano. Che cosa vuol dire che la banca dello IOR è sempre stata ed è tuttora implicata in riciclaggio di oro nazista? A questo proposito è necessario fare delle precisazioni. Nel 1946 un gruppo di nazionalisti Croati filonazisti, chiamati Ustascia, portarono segretamente dell'oro in Svizzera. Questo scomparve improvvisamente all'interno dello stesso stato elvetico e non se ne seppe più nulla. Secondo il libro che avete citato all’inizio, quell'oro venne preso da un padre francescano, padre Draganovic, il quale lo avrebbe portato in gran segreto all'interno dello IOR. Va però ricordato che un grande storico, Richard Breitman, il quale nel 2000 per primo – grazie anche ai documenti scoperti negli archivi americani e inglesi – ricostruì la vicenda dell’oro rubato agli ebrei e depositato in Svizzera, nei suoi libri e nelle sue ricerche non cita mai responsabilità vaticane o dello IOR in questa vicenda. Denuncia invece le banche svizzere che per più di cinquanta anni nascosero l'oro rubato agli ebrei e mai restituito ai sopravvissuti o ai loro discendenti.
do, e che non usa tutte le sue ricchezze per va Calvi. Al momento del crack alcuni, sulla base opere di carità? di queste lettere, incolparono lo IOR, poiché Il Vaticano ha bilanci in rosso, anche per aveva assicurato una copertura che non era gestire il suo patrimonio artistico. Se questo stato in grado di sostenere. Pur non riconoscenè il criterio si potrebbe dire che il Re di Spa- do la validità delle lettere la Santa Sede risarcì i gna è uno tra gli uomini più ricchi del mondo, creditori. Lo IOR di Marcinkus aveva dunque perché il museo del Prado è suo. Il Papa è il delle responsabilità, anche se non ci sono prove sovrano della città del Vaticano, ma l’idea del fatto che Marcinkus fosse affiliato alla logche questa ricchezza gli appartenga perso- gia P2. nalmente è una cosa che non sta né in cielo né in terra. L’obiezione di contenuto è questa: la Chiesa dovrebbe essere povera. Una cosa è se la Chiesa ha patrimoni immobiliari enormi e non li usa bene, ma non si può considerare la pietà di Michelangelo o la cappella Sistina una ricchezza che dovrebbe essere venduta per dare dei soldi ai poveri. Innanzitutto perché i musei Vaticani contengono un patrimonio artistico che è messo a disposizione di tutti. E poi perché è innegabile che la Chiesa aiuti – in molti casi senza dirlo e senza farsi pubblicità – popolazioni colpite dalla povertà o da calamità naturali. Molti soldi transitati dello IOR hanno avuto e hanno queste destinazioni. Ma c’è un’obiezione di fondo sulla quale vorrei dire qualcosa. La sobrietà e la povertà – il cristianesimo non demonizza il denaro, ma il suo uso, che può essere morale o immorale, buono o cattivo, egoistico o solidale – non hanno tradizionalmente mai riguardato il culto liturgico. Da sempre i cristiani hanno dedicato il meglio della loro arte e dei loro beni al culto divino, alla liturgia. C’è un passo del Vangelo che dice che Gesù e i suoi discepoli, per celebrare l’ultima cena, andarono in una sala alta e ben addobbata, non per strada o in una grotta. Ma anche queste ricchezze e queste bellezze sono sempre state messe a disposizione di tutti. Perché chiunque poteva entrare nella basilica di Assisi e vedere gli affreschi stupendi di Giotto. Il Papa, il ricco e il povero, chiunque può entrare in San Pietro e godere dei suoi tesori artistici (tra l’altro, come saprete, anche i musei vaticani hanno una domenica al mese con l’ingresso gratuito). Il fatto è che la ricchezza è per il culto, perché per la Chiesa è quello il momento più alto. Comunque tante cose sono state vendute (Paolo VI vendette la sua tiara), e l’obiezione di fondo è abbastanza inconsistente. Il caso del “cardinal” Marcinkus ha implicato anche lo IOR? e le supposte relazioni con la Massoneria?
A fine articolo si dice che la Chiesa viola la normativa tenendo nascosti i suoi conti, in che senso? Fino ad ora sono state in vigore le regole di uno Stato estero. Però proprio per evitare il ripetersi di situazioni come quella accaduta negli anni del crac dell’Ambrosiano, o come quella di politici imprenditori sfruttando amicizie ecclesiastiche abbiano “lavato” denaro, lo IOR sta mettendo in atto tutti i provvedimenti necessari per entrare nella White List delle banche, per cui non ci saranno più conti senza titolarità e tutto sarà rispettato cosi come avviene nelle banche che sono nella WL. Il 30 dicembre è accaduto un fatto importantissimo: il Papa ha promulgato una nuova legge vaticana, estesa a tutti gli enti della Santa Sede (dunque non solo allo IOR), che accoglie tutte le più avanzate normative internazionali antiriciclaggio e antifrode. È una decisione davvero epocale. Benedetto XVI ha anche istituito un’autorità di controllo chiamata a verificare che tutti gli enti e gli organismi vaticani applichino queste nuove norme. Detto questo, come può essere giudicato l’articolo? L’articolo presenta una visione molto parziale della realtà. Le teorie dell’oro degli Ustascia sono definite teorie “complottiste” persino su Wikipedia. Il modo con cui è stato gestito negli anni lo IOR ha fatto molto discutere, vi sono state certamente delle operazioni opache, ma la Chiesa non ha mai agito come una multinazionale. Per concludere, quale può essere una posizione intelligente e ragionevole di fronte a questi fatti che creano perplessità? Come diceva Leone XIII aprendo agli studiosi gli archivi vaticani, la Chiesa non deve temere la verità. Siccome si sa che la storia della Chiesa è fatta “da un manipolo di santi, da un grande corpo molle di mediocri e una retroguardia di delinquenti”, c’è la possibilità di errori, anche di malaffare, e il cristiano sa che questa è una condizione che riguarda la vita di tutti. Non bisogna aver paura della verità, e ricercarla senza pregiudizi. Mi sembra che nell’ articolo ci sia una visione apocalittica che parte da un pregiudizio, tipicamente anglosassone, che raffigura il Vaticano come la sentina di tutti i mali e di tutte le trame oscure nel mondo. Ma certe affermazioni bisogna documentarle.
Marcinkus (che non era cardinale, ma soltanto arcivescovo) era presidente dello IOR, e la sua è stata una gestione della Banca Vaticana condizionata dall’accordo con Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano. Quando ci fu il crack del BA, il Vaticano, pur non riconoscendosi responsabile nei confronti dei creditori, pagò 270 milioni di dollari d’allora di Dopo aver letto questo articolo alcune persorisarcimento. Marcinkus aveva fatto delle ne hanno citato dei dati di origine ignota, selettere di Patronage (assicurazioni di copercondo cui il Vaticano possiede un terzo delle tura) per delle esposizioni debitorie che aveabitazioni in Italia. Continua a pag. 16 È vero che il Papa è l’uomo più ricco del mon-
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Povero Cristo: Sequel
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l diritto di replica è benvenuto perché, anche se sottilmente offensivo e tendenzialmente diffamante, parte essenziale della democrazia.
Consiglio agli amici della seconda “C” (che non hanno ritenuto il giornalino degno dei loro nomi) una lettura più attenta, grazie alla quale non avrebbero riportato inesattezze ed affermazioni che non ho MAI fatto. Segnalo inoltre che le fonti citate sono varie e per lo più unanimemente utilizzate da chi non vuol partire con idee preconcette sulla materia: sono infine compiaciuto che per il mio “povero” articolo sia stato disturbato addirittura un vaticanista. Dunque, per quanto riguarda il primo quesito che avete posto al dottor Tornielli, s’ha da fare una precisazione: l’Istituto per le Opere Religiose sta tentando a tutti gli effetti di diventare una banca (tant’è che, come voi stessi affermate nel quesito quinto, sta applicando la procedura per entrare nella White List delle banche europee) e, con la richiesta formale dell’ingresso in questa lista, si pone automaticamente come un istituto di credito privato. Per quanto concerne il riciclaggio dell’oro nazista, la storia andrebbe approfondita meglio in quanto molto complicata: per questioni di spazio, la citerò a grandi linee.
Nel lontano 1946 i Croati di cui parlavate nel quesito secondo depositarono il loro bottino sporco di sangue semita nella banca svizzera *** (per ovvi motivi non mi è stato concesso di pubblicarne il nome), banca che poi assegnò queste ricchezze al prelato Draganovic, molto legato all’allora presidente del Banco Ambrosiano Calvi, e le indagini si focalizzarono sul rapporto tra i due. Nel terzo quesito v’è invece un errore di formulazione: nel precedente articolo del giornalino di novembre 2010 MAI s’è detto che il Papa è l’uomo più ricco del mondo; invero egli è tra i più ricchi (ben diverso!) ed influenti secondo i dati ufficiali di una nota rivista americana, che lo pone al quinto posto per potenza politico-sociale. TANTOMENO HO MAI AFFERMATO CHE LE RICCHEZZE DELLA CHIESA NON SONO STATE USATE PER LE OPERE DI CARITÁ: questa falsità rappresenta un dato infondato e menzognero, esattamente come i dati riguardanti le percentuali di profitto della chiesa.
per come sono stati oggettivamente riscontrati, senza omettere né tantomeno distorcere fatto alcuno: consiglio una puntigliosa lettura prima di giudicare. Le parole citate di Leone XIII sono giustissime, e spero possano trovare riscontro nella realtà, esattamente come voi; ma mi preme di dire che io (tanto per cambiare! Ma siete sicuri di aver letto il mio articolo?) non ho mai detto castronerie “complottiste” come “il Vaticano ha un terzo degli edifici in Italia”. Falso, naturalmente. Stesso discorso per la penultima domanda, forse la più assurda voce mai circolata sulla Chiesa: quando mai ho detto che l’80% dei guadagni viene trattenuto? I dati wikipedia sono certamente veritieri, e non sono mai stati contraddetti o deformati. Il vostro commento finale lo lascio al giudizio dei lettori, ma da parte mia è agghiacciante non voler condannare i preti pedofili perché le vittime non saranno mai risarcite. Agghiacciante.
Parlate poi della chiesa che viola la normativa vigente, non si deve aggiungere nulla: la banca vaticana viola la normativa vigente. È un dato oggettivo. Se il papa ha istituito una commissione antiriciclaggio a maggior ragione si saranno riscontrati illeciti.
Mai mi permetterei inoltre di pormi in superiorità nei confronti della Chiesa, se avete letto questo nelle mie parole, le avete travisate (il che mi par probabile, viste le numerose falsità che mi avete messo in bocca).
Inoltre, cari lettori, il mio articolo tiene conto della più pura ed oggettiva realtà, mi sono limitato a descrivere gli avvenimenti
Molte grazie comunque per la risposta, ne sono onorato. Leo Leonardo Rovere VE/2E
Milano: dalla nebbia alle polveri
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ivere in una grande città come Milano, si sa, ha dei lati negativi, primo fra tutti l'onnipresente e sempre attuale problema dell'inquinamento. Chi non ha mai sentito parlare di polveri sottili? Forse la loro sigla, PM10, può risultare scoSmog a Milano nosciuta ai più, ma in ogni caso il concetto è lo stesso: minuscole particelle di materia — sia essa di origine naturale o legata ad un'azione umana — presenti nell'atmosfera. Queste fantomatiche polveri si depositano lungo tutto l'apparato respiratorio fino ad arrivare ai polmoni, andando quindi a compromettere la respirazione con rischi facilmente intuibili. Poste le dovute premesse, è inquietante notare come, tra i 48 capoluo-
ghi italiani con un'emissione giornaliera di polveri superiore al tetto stabilito dalla legge, un buon 62% sia concentrato nella Pianura Padana. Se questi dati non bastano ad accendere un campanello d'allarme forse lo farà il riferimento ad una realtà familiare alla maggior parte di noi carducciani: la metropolitana. L'affollata e spesso ritardataria traghettatrice di studenti, infatti, si può fregiare del titolo di "luogo più inquinato di Milano", con una concentrazione di 262 microgrammi del succitato pulviscolo in un metro cubo di aria; il numero in sé ci dice ben poco, ma se si considera che il limite tollerato dalla legge è di 5 microgrammi quelle tre cifre assumono un significato decisamente preoccupante. Il problema ha assunto una portata tale
da costringere il sindaco Letizia Moratti a intervenire, vietando la circolazione di automobili nel comune di Milano in giorni stabiliti: il primo blocco del nuovo anno è avvenuto domenica 30 gennaio dalle 8 alle 18, e ha toccato la maggior parte delle autovetture; l'iniziativa, a cui nessun altro comune dell'hinterland ha aderito, è stata riproposta secondo le stesse modalità la domenica immediatamente successiva, il 6 febbraio. Il piano della giunta Moratti, come prevedibile, è stato criticato dai comuni limitrofi e dall'opposizione: «il piano anti smog della giunta Moratti è tardivo e insufficiente. I fatti dimostrano che quest'amministrazione non è stata in grado di migliorare la qualità dell'aria e il traffico di Milano» sostiene il candidato sindaco Pisapia, che promuove una maggiore regolarità e tempestività nell'istituzione di simili iniziative. Dario Zaramella IA/3A
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Energia nucleare? No, grazie! andando in questo modo incontro agli obbiettivi stabiliti in sede europe (Riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020). In realtà il nucleare serve unicamente a produrre energia elettrica, che è pari solo al 20% dell’energia totale utilizzata da un Paese, mentre il restante 80% è costituito da combustibili fossilii. Se il governo s’impegna a coprire col nucleare solo il 5% dei consumi totali di energia elettrica, e la prima pietra verrà posata nel 2013, il primo reattore entrerà in funzione sette anni dopo (Non si è mai avviato un reattore ex novo in un tempo così breve), ed entro il 2020 si ridurrebbero i tassi di CO2 solo del 5% . In compenso, però, l’anidride carbonica emessa nelle produzioni relative a tutto il ciclo, dalla costruzione delle centrali, all’estrazione e la lavorazione dell’uranio, dal trattamento delle scorie, al futuro smantellamento dei reattori per obsolescenza, non è insignificante. Che poi l’energia atomica sia vantaggiosa per le bollette dei privati è tutto da verificare: la spesa per la costruzione di centrali nucleari con tutte le operazioni che ne conseguono è davvero altissima. Solo per i quattro reattori che arriveranno in Italia dalla Francia è previsto un costo di 30 miliardi di euro! (che verranno pescati dalle tasche dei cittadini!). Senza tener conto delle spese aggiuntive (costante presenza militare, indispensabile per presidiare le centrali che potrebbero diventare bersaglio molto pericoloso di un attacco terroristico)... L’uranio 238, sottoposto a processi nucleari, si trasforma in plutonio, strategico per la costruzione di armi nucleari. Inutile dire che l’Italia, povera di carbone, metano e petrolio, non abbonda certo di uranio, che deve importare a caro prezzo passan-
do così da una dipendenza energetica all’altra. Inoltre la “terza generazione avanzata” non è nient’altro che una risposta al famoso incidente di Three Miles Island (Pennsylvania, 1979): presa d’atto di alcuni malfunzionamenti che avevano portato all’incidente. Ciò significa che sono stati apportati miglioramenti solo sul piano ingegneristico, il che non risolve nessuno dei problemi del nucleare (esaurimento dell’uranio, gestione delle scorie, radiazioni). Per farlo bisognerebbe ripensare la fisica del reattore, a cui i fisici si sono interessati fino ai primi anni ‘60 e poi basta, ma finché questo non avviene questi problemi non si risolvono. Le centrali dunque sono sempre le stesse; di Epr non ne è stato fatto ancora nessuno. Ne stanno costruendo uno in Francia (a Flamanville) e uno in Finlandia (a Olkiluoto), ma non essendo ancora entrati in funzione come si fa a garantire la loro sicurezza? Le stesse agenzie per la sicurezza nucleare di Francia, Inghilterra e Finlandia ritengono non appropriate le caratteristiche del software dal punto di vista del controllo di situazioni di emergenza! Lo smaltimento delle scorie radioattive, infine, costituisce forse il maggior problema per il pianeta e per le generazioni future. La fissione dell’uranio 235 (presente in natura solo nello 0,7%) trasforma, infatti, l’elemento in sottoprodotti che risultano più radioattivi di quanto non lo sia già in natura l’atomo di uranio. Sono le radiazioni, però, la causa delle maggiori preoccupazioni sorte in seguito ai primi processi nucleari, infatti, in base alla loro intensità, provocano danni più o meno gravi e irreversibili a qualsiasi organismo vivente che entri in contatto con esse. Le scorie, scarto dei reattori nucleari, sono atomi di uranio modifi-
cati e non più riutilizzabili che vengono perciò accumulati in appositi contenitori isolanti, a loro volta collezionati nei piazzali dirimpetto alle centrali, in attesa di una sistemazione definitiva. Tutt’oggi non sono stati ancora identificati siti geologici adatti ad accogliere tali scorie praticamente per un’eternità: esse, infatti, diventano inoffensive in un periodo di tempo incalcolabile (per dimezzare la sua radioattività il plutonio impiega 24.000 anni). Come si può pensare di aumentare sempre più un tale fardello per le generazioni future? Perché il presidente Berlusconi è tanto ostinato a voler perseguire la sua strada pro-nucleare, se è talmente evidente che i pro di una tale scelta sono nettamente inferiori ai contro? È chiaro che in un Paese come l’Italia, con una densità di abitanti pari a 200/Km2, esposta a un alto rischio sismico, carente di abbondanti risorse d’acqua dolce (necessaria per il raffreddamento dei reattori delle centrali) e ormai priva di ingegneri nucleari, un progetto energetico basato sull’energia atomica non ha più futuro. Appare evidente che la classe dirigente non miri più al bene dello Stato, ma sia invece legata a grossi impegni economici: come al solito si punta all’annuncio per poter poi giustificare spese enormi per ricerche e appalti (V. ponte sullo Stretto di Messina). Dimezzare gli sprechi, invece, e incentivare le ricerche e la produzione di energia alternativa potrebbe davvero porre un rimedio al problema della continua emissione di gas serra, senza contare che l’Italia otterrebbe finalmente un’indipendenza anche dal punto di vista energetico. Martina Brandi VE/2E
Si al nucleare! Ci furono anche 4.000 casi di tumore alla tiroide, che si sarebbero evitati se la popolazione fosse stata avvisata del disastro e avesse assunto la dose integrativa di iodio (necessaria per evitare i tumori). In ogni caso il 90% dei malati è guarito. Nell'industria siderurgica o tessile, il totale delle vittime giornaliere è pari alle cifre riportate sopra. Ma perchè dire di sì al nucleare? Perchè esso è l'unica vera alternativa ai combustibili fossili, ovvero gas, carbone e petrolio: materiali che rappresentano, ad oggi, ben il 77% dell'energia elettrica prodotta in Italia. Queste risorse (oltre ad essere molto inquinanti) si esauriranno nel giro di 50 anni, mentre sono presenti scorte di uranio nei giacimenti conosciuti per più di 100 anni. Inoltre esistono altri giacimenti detti "di scorta", oltre alla grandissima quantità di armi atomiche in via di smantellamento da parte di USA e Russia ed alle scorie in grado di essere riciclate dagli Epr, cioè i tipi di reattori che sarebbero presenti nelle centrali italiane. Facciamo ora un confronto: un solo reattore Epr potrebbe illuminare una città come Milano per 60 anni. Avere lo stesso risultato utilizzando solamente energie rinnovabili significherebbe copri-
re 15.000 ettari di pannelli fotovoltaici (150.000.000m²) oppure installare oltre 3.000 pale eoliche, ognuna delle quali supera i 100 metri di altezza e gli 80 di larghezza, inoltre una centrale nucleare produce energia 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno, mentre un pannello solare può lavorare 1.000/1.500 ore l'anno ed una pala eolica 2.000/2.500. E come tutti sappiamo l'energia elettrica non è immagazzinabile, quindi servono impianti in grado di produrre energia quando serve, e non quando il meteo lo consente. Di fatto, dunque, le energie rinnovabili non sono paragonabili a quella nucleare. Parliamo ora dei rischi riguardanti la vita in prossimità di una centrale e del problema dello smaltimento delle scorie. Uno studio fatto dall'istituto nazionale americano del cancro ha esaminato tutti i casi di tumori e leucemia che si sono verificati nelle 107 contee ospitanti impianti nucleari, ed è emerso il "paradosso del lavoratore della centrale atomica": poichè infatti le persone addette sono costantemente controllate, si fa molta prevenzione, e vengono individuate e curate più malattie. Inoltre le radiazioni non sono mostri artificiali, ma sono pre-
senti in natura; compiendo un volo intercontinentale si è esposti alla stessa quantità di radiazioni che si subisce vivendo accanto ad una centrale nucleare per 10 anni. Le scorie sono il solo problema da affrontare, ma anche in questo caso ci sono varie soluzioni. Non tutti sanno, infatti, che i tipi di rifiuti radioattivi sono tre e che il 90% di essi può essere riutilizzato dalla centrale. Del 10% rimasto, dunque, un’ulteriore percentuale perde la sua radioattività dopo un periodo massimo di pochi anni per il primo tipo e di pochi decenni per il secondo. Solo una minima parte deve essere confinata permanentemente o trasmutata, cioè trasformata in un'altro elemento della tavola periodica (poco o non del tutto radioattivo) tramite una serie di irraggiamenti e processi fisici. La Germania ha 20 centrali nucleari e la Francia 58. L'Italia è l'unico paese del G8 a non avere l'energia atomica. Tutto il mondo industrializzato è irragionevole e ottuso, o forse sarà che i terribili rischi dipinti dagli ambientalisti non ci sono? Giovanni Fumagalli VE/2E
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La donna oggi, in Italia Io sono una donna, vivo in bilico: se cado mi faccio male. «Le statistiche dicono che una donna su tre vive come vivo io, in bilico. È vero, io sono un’equilibrista, sono stata addestrata a farlo, cammino su un filo, procedo attenta per evitare i passi falsi perché so che se sbaglio, se non presto attenzione, mi faccio male» La religione, la società, la televisione pullulano di discriminazioni nei confronti delle donne. San Paolo, in una lettera ai Corinzi, scrisse: "L'uomo non deriva dalla donna, ma la donna deriva dall'uomo; nè l'uomo è nato per la donna, ma la donna è nata per l'uomo"; la donna doveva tacere nelle assemblee pubbliche ed era sottomessa al proprio mariLocandina di “Home sweet home”. to. Nel corano si dice che l'uomo ha autorità sulla donna, per la superiorità che ha concesso Allah all'uno sull'altra. E ancora questa, se accusata di atti infami, doveva essere rinchiusa in casa finché non morisse di fame; le donne di cui si temeva l'insubordinazione meritavano di essere picchiate. Lo spettacolo teatrale "Home sweet home", riflessioni sulla violenza domestica, è visto con gli occhi di un bambino, che racconta gli abusi subiti dalla madre da parte del padre; l'inizio è calmo, "quotidiano", comune a tutti, con piccole discussioni, apparentemente di poco conto, fra conviventi, mentre un improvviso stravolgimento del clima teatrale porta allo sfociare della violenza, spiata dal bambino. Dal buio emerge la voce dell'uomo, mentre viene proiettato un video in cui compare solamente la donna, supplicante, livida; il pianto rompe le urla dell'uomo, seguono le sue derisioni verso la donna, fino ad un apparente ritorno alla quiete iniziale. Mi ha colpito il dialogo tra il figlio e la madre, che tristemente gli raccomanda di avere mani buone, a differenza del padre, e di costruirsi un sogno con esse. La madre, disperata, si reca in questura, ma, prima di firmare la denuncia, sperando in un cambiamento del marito, decide di tornare a casa, e quindi alla violenza. La storia è comune a molte altre: segreta e accecata da un amore che ormai non esiste più...
alle domande di alcuni bambini: una le chiede se è rifatta; la showgirl e il presentatore scherzano con la bambina, la incitano, la deridono in modo che lei non possa capire, le chiedono se da grande voglia rifarsi i seni per essere più bella. Cambio di trasmissione rapidissimo, una ragazza in slip penzola appesa insieme a prosciutti in una macelleria, un ragazzo le stampa due timbri da carne sui glutei; flash, altra trasmissione: il conduttore chiede ad una spettatrice se "ha lasciato a casa le tette", poi insulta una velina-riempi-scena dicendo che non ha il cervello, le tira il microfono in testa; altra scena, due conduttori esortano una ragazza seminuda a girarsi perchè le vogliono "dare un'occhiatina"; una conduttrice poi presenta, su testuali parole, le "bocce" di due veline. Le 9000 persone del Palasharp sono mute, sconvolte, troppo offese per dire qualsiasi cosa; improvvisamente si sollevano dei "Basta!" di disgusto, cala una cappa di tristezza sugli ospiti e sugli spettatori. Radio Radicale ha ripreso interamente l'intervento e il video, disponibile su www.ilcorpodelledonne.net. Il video inedito, come il documentario, che è stato proiettato anche nel nostro liceo durante una plenaria, sono esempi della situazione della donna media nei media: uno stupido oggetto sessuale. La donna inutile, con funzione semplicemente estetica, come una "grechina", una cornicetta, volta a risvegliare con le sue curve la libido degli ultracinquantenni rincasati dopo una stancante giornata di lavoro, e a mantenere la loro attenzione solamente su quel canale. «I ragazzi e le ragazze cercano modelli a cui ispirarsi, di uomini e donne che non hanno bisogno di nascondere i loro volti dietro a maschere di perenne giovinezza» Lorella, alla manifestazione, ha parlato di un concetto molto importante, in cui anche io ero solita identificarmi, prima di conoscere "Il corpo delle donne": «A coloro che mi dicono che "basta spegnere la televisione", rispondo che lo "spegnere la TV" è un atto elitario: spegne la TV chi conosce il piacere di un libro, il piacere di stare soli con se stessi; oggi la maggior parte degli italiani non sa spegnere la televisione». Spesso i genitori tengono i figli appiccicati allo schermo per farli stare buoni, o sono in prima persona teledipendenti. E' per questo che il fenomeno mediatico in Italia deve cambiare! «Un altro corpo è possibile oltre a quello imposto dalla dittatura dei Media. Anche attraverso la liberazione dei corpi, oggi incatenati e resi fragili e così più inclini alle leggi del mercato, daremo il via ad un reale cambiamento, poichè questa prigionia trentennale ha bloccato un'energia che potrebbe in futuro essere formidabile». Eleonora Sacco IF/3F
«Il tanto amato principe azzurro si trasforma poi in un mostro» Non è semplice, per una donna maltrattata, distaccarsi dal proprio compagno, poiché si crea un rapporto di dipendenza tra i due. - Home sweet home, Quelli Di Grock Alessandra Venezia IVB/1B
La donna media nei media. «La maggior parte delle persone che guardano la TV hanno questa stessa come unico mezzo di informazione. Da 30 anni la TV ha monopolizzato il nostro immaginario, trascinandoci in un modello unico e facilmente manovrabile. Le feste di Arcore sono il risultato di questi 30 anni di televisione». Palasharp, 5 febbraio 2011 - Dopo un'introduzione, Lorella Zanardo, fondatrice de "Il corpo delle donne", ha proiettato 3 minuti di scene televisive scelte per rappresentare l'umiliazione femminile in TV. Una showgirl molto emergente risponde
Lorella Zanardo al Palasharp, foto di Eleonora Sacco.
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CONCORSO FOTOGRAFICO - La Vendetta Per i fotografi che, nella precedente edizione, non erano riusciti dovrebbe aiutare…), del Concorso Fotografico, sempre a tead acchiappare nè buoni bar nè menzioni speciali, abbiamo in- ma libero (C’è chi li ama e chi li odia, ma viene sempre e codetto un sequel, a scopo prevalentemente vendicativo (Il nome munque premiata la fantasia e l’originalità, ovviamente coniugata al punto giusto con la tecnica fotoI classificata: Gaia De Luca di IIH/4H grafica), ma invernale. Le partecipazioni sono state sempre numerose, e altrettante le foto degne di menzione; per motivi pratici e tempistici abbiamo preferito sostituire la giuria (Professore di Arte, Carducciano e Non Carducciano) con tutti I Redattori (Referenti Esterni esclusi). Semplicemente si è chiesto di votare, con un massimo di due preferenze, le foto che fossero più inerenti al tema ma al contempo originali e piacevoli, conteggiando composizione, effetti di scatto, soggetti, accostamento dei colori e sensazioni trasmesse. E, dopo lunghi giorni di meditazione, si è finalmente giunti ad una classifica… Purtroppo il premio questa volta sarà “solamente” gloria eterna (Anche il vostro Oblò ha le tasche vuote), ma speriamo vi faccia comunque piacere vedere i vostri capolavori stampati sul giorna- II classificata: Aldebaran Alidori di IIIB/5B lino della scuola. Da oggi inoltre sono visualizzabili sul profilo “Oblò Sul Cortile” di Facebook le foto di tutti partecipanti. Un grazie di cuore a tutti! Eleonora Sacco IF/3F Sempre di Gaia De Luca, terza classificata ex aequo ↓
III classificato ex aequo: Arturo Cerizza di IC/3C
III classificato ex aequo: Carlo Simone di ID/3D
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“BASTA CHE FUNZIONI” Bilancio del primo capitolo della grande cogestione di quest’anno. “Basta che funzioni”, oltre che il titolo di un film (che non a caso ha come protagonista un fisico), è la filosofia dei fisici contemporanei: hanno rinunciato a pensare che la scienza possa dare una spiegazione sensata alla realtà e ritengono che le loro teorie siano valide se “funzionano”, cioè se riescono a prevedere quello che accadrà con una buona approssimazione. A me sembra il criterio migliore per valutare la cogestione di gennaio, anche perché l’ho imparato in questa occasione. Quest’anno le cose sarebbero cambiate radicalmente dall’anno scorso: 6 giorni divisi in due tranches e unione di attività alternative con la settimana di recupero/ approfondimento. I propositi erano ottimi, l’organizzazione impeccabile, la partecipazione maggiore di quella degli anni scorsi (sia da parte dei docenti che da parte degli studenti) … Tuttavia un esperimento così complesso non è ovvio che riesca al primo colpo. Dopo l’approvazione del progetto si è subito cominciato a raccogliere proposte sui gruppi da tenersi. All’inizio di Dicembre sono stati distribuiti nelle classi i fogli per le preiscrizioni. Qui si sono presentati i primi problemi: non tutti i fogli sono stati restituiti compilati correttamente. Dopo il lavoro (estenuante!) di trascrizione delle preiscrizioni sui registrini ufficiali, svolto dai volontari (il potente esercito dei volontari della cogestione!), si è passati (prima delle vacanze di Natale) alle iscri-
zioni (e anche qui le imprecisioni di certe classi non hanno certo semplificato la situazione). I volontari hanno trascritto (e in molti casi riscritto) il tutto sui registrini, fino a lunedì 10, il giorno del rientro a scuola, in cui si è tentato, con scarso successo, di informare quando e dove si sarebbero tenuti i vari gruppi. Con scarso successo perché le vacanze, portatrici di oblio, avevano fatto scordare ai più perfino a che gruppo si fossero iscritti (io per primo), e non è bastato l’aver pubblicato la lista di tutte le iscrizioni su facebook: martedì in tanti non sapevano che fare.
nessuno a vagare per i corridoi. Nei giorni successivi, la situazione, benché in pochi abbiano tenuto conto delle iscrizioni, è andata migliorando. I partecipanti sembravano interessati, gli esperti soddisfatti: la cogestione, per chi più e per chi meno, sembra essere stata utile. E pur con malfunzionamenti, errori di calcolo e potenze del caos avverse, l’esperimento ha funzionato (con buona approssimazione). Quindi abbiate fiducia: il 18, 19, 21 marzo avremo un fantastico secondo turno! Dario Elio Pierri IIIB/5B
Oltre a “Ma a cosa mi sono iscritto? Ma Riccardo Toso e Marco Membretti, gruppo in che aula è il mio corso?” si sono sen- di Blues. Foto di Giulia Cammarata IIID/5D tite frasi come: “Ma quando mai mi sono iscritto all’approfondimento sulle proprietà dei parallelogrammi? Ma che noia il corso di recupero di greco, piuttosto…quali film ci sono? Ma non c’è nessun recupero per le 4 materie che ho insufficienti! Ma che infamata essere segnati assenti se si va in un gruppo a cui non si è iscritti…io mica facevo sul serio quando mi iscrivevo!”. Si è temuto un disastro, un’evasione di massa, un’emergenza umanitaria… Però, dopo i primi minuti di smarrimento, ognuno ha trovato un posto dove andare (nonostante spesso non fosse quello prestabilito) e non è rimasto
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nche quest'anno la sezione concertante del Carducci ha ripreso la sua attività di gran carriera, dando il via a una serie di incontri musicali, ognuno dei quali incentrato su uno dei generi che nel tempo hanno caratterizzato la storia della Musica.
ne in un piacevole pomeriggio musicale. L'esperienza è assolutamente da ripetersi, trascurarla potrebbe significare una grave lacuna nella vostra cultura musicocarducciana! Oltre ad acquisire nuove nozioni, ciò che più caratterizza tali incontri sono le esecuzioni dal vivo, dietro alla cui preparazione c'è la volontà di condividere con altri Il primo dei generi trattati è stato il ba- studenti la passione per la musica! rocco. L'incontro, tenuto da alcuni L'estetica barocca musicale del primo Seimembri dell'Orchestra Carducciana cento ragiona su ciò che tale periodo ha (nonché virtuosi strumentisti!), si è svi- voluto esprimere: la negazione stessa delle luppato con l'esecuzione di alcuni brani regole e delle certezze, la loro asimmetria, il dei più conosciuti compositori dell'epo- contraddire, lo stupefare, il meravigliare. Ha ca, seguiti da una rapida spiegazione scopo di stupire e meravigliare il pubblico, che aiutava a identificare in essi le ca- con un ampio sfruttamento dell'abbellimenratteristiche del genere. La preparazio- to. In tale periodo si sviluppò in Europa la ne dei musicisti e la chiarezza delle loro musica strumentale (sonate, concerti, ecc.) spiegazioni hanno trasformato la lezio- e si consolidò quella operistica. Possiamo
affermare che “bello” diventa sinonimo di “vero” (pochi anni prima “bello” era ciò che non sembrava né del tutto vero né del tutto falso: il “verosimile”). Nasce così una musica il cui scopo è quello di descrivere sensazioni, immagini, fenomeni ed eventi in musica. I compositori del periodo barocco attualmente più noti al grosso pubblico, grazie ad una vasta produzione concertistica e discografica nel corso degli ultimi cinquant'anni, sono gli italiani Claudio Monteverdi, Antonio Vivaldi e Alessandro Scarlatti, i tedeschi Bach e Händel, l'inglese Purcell, e numerosi altri compositori di grandissima notorietà ai loro tempi, come Girolamo Frescobaldi, Heinrich Schütz, Arcangelo Corelli, Dietrich Buxtehude e Georg Philipp Telemann. Flora Fontanelli VA/2A e Martina Brandi
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on è possibile catalogare la pop art come una vera e propria corrente artistica: si tratta piuttosto di un movimento culturale, all’interno del quale viene messa in scena un’opera, protagonista ed emblema dell’artista stesso. Il privato diventa pubblico e passa attraverso una forma di comunicazione globale. L’ossessione del singolo è esposta in un’opera d’arte e circondata dalle iconografie riferite al singolo elemento. La cultura new pop è immersa in un mondo postmoderno che rifugge qualsiasi definizione appropriata, in una società in perenne cambiamento che ci porta a smantellare le nostre sicurezze, a una vita “liquida”, frenetica, costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo, della società, del globo, per non sentirsi esclusa, strana, vecchia. Cambiano continuamente i gusti, gli atteggiamenti, le opinioni. Sopra tutti si impone un nuovo modello antropologico: l’homo eligens, un uomo che sceglie perennemente, che si reinventa, che è ogni giorno irriconoscibile rispetto a prima. “Panta rei”, diceva il nostro caro Eraclito. Dunque anche il pop cambia: l’immediatezza di quest’arte consiste nel racchiudere in un’immagine una iconografia popolare comprensibile a tutti, in grado di far riflettere ma al contempo di provocare un piacere estetico. Pochi ormai sostengono di apprezzare l’arte contemporanea: i più affermano di non capirla, ma forse il problema è la posizione in cui ci poniamo di fronte a un’opera d’arte, poiché troppo spesso il nostro sguardo è critico e ricco di disprezzo. Cosa cerchiamo, quindi, in un’opera?
L’uomo occidentale, ossessionato dalla bellezza, dal benessere, dalla giovinezza, dalla prestanza e dal presente viene catturato e impresso nelle immagini della nuova pop art. Un’iconografia derivata da tatuaggi, fumetto, cartoni animati e manga che interagiscono con personaggi storico politici, televisione e cinema di serie B, il tutto racchiuso da una visione consapevole del passato. La
cronaca del presente infatti non può essere attuale se non viene inserita all’interno di una precisa definizione storica confrontandosi con l’arte passata e raccogliendo le prime scintille dell’arte futura. Nei quadri new pop si intravede una cultura ibrida, onnivora, che postula l’eguaglianza di tutte le culture e al contempo sfugge a qualsiasi definizione che la racchiuda in una particolare etnia/religione/politica. Non è semplice cosmopolitismo: si tratta della volontà di questi artisti di mescolare elementi ap-
partenenti a diversi patrimoni di conoscenze, operando una scelta. Si sceglie che cosa si desidera comunicare, senza escludere il resto, scivolando sopra le definizioni, creandosi una identità artistica immediata e fulminea. L’artista Dario Arcidiacono è solo un esempio degli innumerevoli personaggi che rendono quest’arte non solo intrigante, ma anche piacevole, eccitante, immediata: con i suoi disegni stilizzati di mostri in giacca e cravatta ironizza sulla cronaca mondiale, creando un’allegoria di buffe caricature che portano il vivido segno di un profondo amore per il fumetto, mezzo di comunicazione istantaneo e tempestivo. Come scrive lo scrittore Franco Bolelli in Cartesio non balla, “se la cultura pop è definitivamente superiore, non è semplicemente perché è più energetica, più divertente, più sexy, più comunicativa, più globale. […] No, se la cultura pop è definitivamente superiore, è perché essa – innanzitutto quella più avanzata – sta creando nuovi valori, più pieni, più abbondanti. […] Toglietevi allora dalla mente che il pop rappresenti la perdita o la deriva di senso. La più inventiva cultura pop è mille volte più ampia e più coraggiosa di quel minuscolo microcosmo concettuale che ruota intorno a deturpamento, simulazione, estetizzazione del banale.” Aggiungerei: osservatela, se volete davvero amarla/odiarla, gustatela e ingurgitate quest’arte in ogni sua più bizzarra espressione. Ma soprattutto ricordatevi che, come disse Andy Warhol, “I’m afraid that if you look at a thing long enough, it loses all of its meaning!” Silvia Ainio IIE/4E
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se fosse tutto una finzione? E se tutte le persone intorno a noi fossero degli attori? La nostra casa, il nostro quotidiano, la nostra vita, fossero artefatti? Come sarebbe scoprire che tutto ciò che ci circonda è finto e controllato da altri, dopo aver pensato per trent’anni che fosse tutto reale? Questo è ciò che è successo al protagonista del film “The Truman show”, Truman Burbank, che è stato adottato dal Network. Tutta la sua vita, fin dalla nascita, è stata diretta dal regista Christof, che lo ha scelto tra quattro gravidanze indesiderate e lo ha portato subito sul set del film. Il regista decide su tutto, anche sull’inconscio del ragazzo; infatti gli procura grazie ad un incidente in barca, in cui Truman perde il padre, la paura dell’acqua. In questo modo il protagonista è costretto a rimanere nella cittadina di Seahaven, completamente circondata dall’acqua, all’interno di un enorme
studio cinematografico. Tutte le persone che lo circondano sono attori, perfino la madre, attrice spietata, la moglie e il migliore amico. Tutti seguono il copione a loro affidato, ma ai tempi del liceo, Truman incontra una ragazza di nome Lauren nella finzione, Sylvia nella realtà, che tenta di rivelargli tutta la verità, ma che grazie alla perfetta organizzazione della produzione, viene subito cacciata dal cast, con la scusa di una partenza per le isole Fiji. Truman, innamorato della ragazza, sognerà a lungo le Fiji, ma grazie alla paura dell’acqua e alle (finte) responsabilità, dategli dalla moglie, non riuscirà mai a lasciare l’isola. Questo desiderio resterà però sempre vivo in lui e Truman per ciò tenterà più volte la fuga, soprattutto dopo aver percepito qualche stranezza in questa sua vita. Dopo una prima fuga rivede il padre, dato per morto, dopo l’incidente in barca, grazie a questo
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C UL T URA
Incontro riesce a superare la sua paura del mare. Gli spettatori del film, che lo seguono accanitamente dalla sua nascita 24 ore su 24, lo appoggiano, poiché è l’unico ad essere vero, reale, spontaneo nello show. Il regista dello show crede di aver fatto veramente una buona azione nel creare un mondo perfetto tutto per Truman e lo si capisce da queste sue parole: “Siamo veramente stanchi di vedere attori che ci danno false emozioni esauriti da spettacoli pirotecnici ed effetti speciali. Anche se il mondo in cui si muove è in effetti per certi versi fittizio, simulato, non troverete nulla in Truman che non sia veritiero. Non c'è copione, non esistono
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copie; non sarà sempre Shakespeare ma è autentico, è la sua vita”. Lo show è interamente ripreso da telecamere nascoste, per rendere ancora di più l’effetto che sia tutto diretto da qualcuno di esterno, il Creatore, ossia il regista. Il protagonista è interpretato da Jim Carrey, noto per i suoi film comici, ma perfettamente adattato a questo film comico/drammatico, affiancato dal regista Peter Weir. E come direbbe il protagonista: “Casomai non vi rivedessi... buon pomeriggio, buona sera e buona notte!” Chiara Mazzola e Claudia Chendi IVB/1B
“Il surrealismo sono io”
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distanza di cinquant’anni dal- tanto, alla morte di Gala, egli sembra non e, su uno sfondo di soldati che combatl’ultima esposizione Salvador avere più una ragione di vita e le sue ope- tono, si intravede una figura di donna i Dalì è tornato a Milano in una re diventano sempre più vuote, con sce- cui lineamenti sono evidenziati dagli mostra che ne rivela aspetti nari desolati e inquieti, sfiorando, con “Il stessi piccoli uomini in lotta fra loro. nuovi e meno noti al grande pubblico. Le rapimento di Europa” , perfino l’astratti- Molto originale è l’opera “Viso di Mae opere introdotte, infatti, non sono tra le smo che si era tanto impegnato a disprez- West utilizzabile come appartamento più famose zare. Vivendo surrealista” , allestita in collaborazione e intendono tra il 1904 e il con l’amico architetto Tusquets. I tratti documenta1989 subisce del volto dell’attrice sono rappresentati re la parte l’influenza delle in una stanza: il divano è a forma di bocs p ir itu a l e, due guerre mon- ca, due quadri rappresentano gli occhi, finanche diali alle quali, un mobile è a forma di naso e i capelli mistica, nella mostra, è incorniciano l’ambiente. dell’artista stata dedicata Nell’ultima sezione della mostra chiamache ha subiuna stanza chia- ta Epilogo fantastico vengono mostrati i to influenze mata Stanza del dipinti emersi dalla collaborazione dell’di moltissiMale, nella qua- artista con Walt Disney, riuniti poi per mi stili dile spicca “Il volto creare un cortometraggio, “Destino”, versi, spadella guerra”, un incentrato su una ballerina in cerca dell’ziando dalla dipinto che rap- amore, che sembra trovare nell’incarnacultura clas- “Idillio atomico e uranico melanconico” presenta il ter- zione del tempo. Solo attraversando un sica all’arore sul viso di mondo surrealista fatto di giochi provanguardia. Dalì sostiene più volte di esse- un teschio, in cui l’immagine è riproposta spettici e orologi molli, riuscirà a ragre l’emblema del surrealismo e per questo più volte in scala per esaltare l’orrore del- giungerlo fino a diventare parte di lui. si dimostra un artista sicuro delle proprie la guerra. In questa stessa stanza e in par- La mostra, esposta a Palazzo Reale per capacità, anche grazie all’appoggio che ha ticolare nel dipinto “Idillio atomico e ura- più di tre mesi ha portato 330mila spetsempre trovato nella moglie Gala, il cui nico melanconico”, emerge anche il cre- tatori ad avvicinarsi all’animo enigmatico legame profondo si può desumere da mol- scente interesse dell’artista per le disa- dell’artista surrealista per eccellenza. te sue opere. È stata infatti la musa ispira- strose conseguenze che ha avuto la bomtrice dell’artista, come si nota nel dipinto ba atomica di Hiroshima e Nagasaki. Dalì, Chiara Conselvan VE/2E “La mano di Dalí” , nel quale la raffigura infatti, è rimasto profondamente come una statua greca dall’aspetto bello e turbato e allo stesso tempo atprosperoso, nonostante la tarda età che tratto dalle conseguenze cataessa aveva al momento del dipinto. Per- strofiche che ha avuto questo atto di guerra e la paura che gli ha trasmesso l’ha portato a interessarsi ad argomenti, come la fisica nucleare, diventati poi per lui una fonte di ispirazione. In alcuni dipinti si mostra come l’importanza dei temi delle opere di Dalì emerga nella ricercatezza delle tecniche che utilizzava. Nel dipinto “Spagna”, ad esempio, Dalì affronta il tema del conflitto civile spagnolo “La mano di Dalí” “Il volto della guerra”
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Intervista ai “Red Room”
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uanti conoscono l’ambiente musicale carducciano? La nostra scuola grazie all’iniziativa di alcuni studenti dall’anno scorso può vantarsi di un’orchestra, che si è già esibita più volte con successo. Ma l’esperienza musicale del nostro liceo non si limita ad essa, ci sono anche svariati gruppi che si sono esibiti nei due concerti tenuti in cortile e in aula magna, e tuttavia quelle esibizioni sono solo una piccolissima parte del lavoro dietro a ogni band. Questa rubrica, che consisterà in una serie di interviste ai musicisti carFoto di Gabriele Carbone ducciani (e non), nasce pertanto con l’intento di far conoscere meglio i gruppi emergenti ed esplorare più a fondo i progetti musicali che vi stanno dietro. I primi intervistati per l’Oblò saranno i Red Room, gruppo alt-rock che si è esibito ad entrambi i concerti al Carducci e che ha avuto le prime origini proprio tra le mura di questa scuola. Il musicista interpellato è il chitarrista Stefano Fiori, membro dell’attuale 4C. Come si sono formati e come sono ora composti i Red Room? S: Ora siamo formati da cinque bellissimi elementi e ci troviamo nella seconda era del gruppo: abbiamo già attraversato una prima fase in cui ero presente, insieme ad Albi (Alberto Trovato, chitarrista), (Daniele) Zanzi (Batterista) e la Lenny (Elena Bemporad, bassista). Il primo nucleo si è formato in maniera abbastanza organica. Tutto è nato da Albi e Lenny che vengono da un gruppo precedente. Zanzi si è aggiunto grazie a Damon (Arabsolgar, gliel’han soffiato), io son stato reclutato al parco quando casualmente stavo suonando con l’acustica. La sera stessa ho partecipato alle prime prove, senza cantante, una cosa molto spontanea.
casuale. La cosa più difficile è stata trovare un nome che non fosse proprio casuale, ma che desse un’idea di cosa S: In teoria non esistono restrizioni; stesse succedendo. Anche il contesto in nei fatti Albi scrive le basi delle canzo- cui è stato scelto è abbastanza bizzarro: ni ma soprattutto i testi, perché per è la classica situazione di brain-storming quanto riguarda la musica lui porta a un tavolo di un pub, sparavamo tutto alle prove un’idea e in quanto gruppo quello che ci passava per la testa. Di solito dopo un po’ di stupidagI Red Room in concerto. gini arrivano le buone idee, ma quelle tardavano ad arrivare. Poi abbiamo trovato un filo conduttore, che ci ha portato a parlare di film, quelli macabri, tipo Shining, e siamo giunti a “Redrum”, “murder” scritto al contrario, e suonava bene. Inoltre l’immagine di una stanza rossa è suggestiva. Come nascono le canzoni dei Red Room, chi le compone e chi scrive i testi?
Sono disponibili delle registrazioni delle vostre canzoni o lo saranno presto? S: Lo saranno presto, ma non posso dire altro. insieme cerchiamo di mettere quello che sappiamo fare nella canzone, un po’ come se avessimo materia grezza da rifinire. Non credo che le canzoni siano mai rimaste le stesse per molto tempo.
Quali sono le tua aspirazioni riguardo al gruppo? S: in questo gruppo suono da tanto tempo e voglio restarci ancora molto. Il mio obiettivo è fare molti concerti perché è sempre stato quello che mi è piaciuto di più.
Quali sono le maggiori influenze musicali e non?
Giuliano Pascoe III I/5I S: Influenze non musicali non saprei bene... le mie influenze musicali sono Stefano Fiori alla chitarra piuttosto varie, io definirei il genere “rock alternativo”, anche se non mi piace come definizione, non vuol dire niente, in fondo tutto è alternativo a tutto. Le nostre influenze sono tantissime, per esempio ci sono i Justice e i Prodigy, che non c’entrano niente con gli Smashing Pumpkins, un gruppo che ci ha ispirato tanto. Tutto quanto va a formare un bagaglio musicale passivo, che influenza la musica che suoniamo. Direi comunque in particolare tutta la nuova scena musicale anni ’90, molto grunge e musica cosiddetta new wave, sia italiana che estera. Da cosa deriva la scelta di “Red Room” come nome del gruppo? Eh è una cosa abbastanza interessante, è stato come tutto abbastanza Foto di Gabriele Carbone
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Giorgio Diritti, il regista che verrà
n tempi in cui i cine -panettoni o altri ti, il tono delle recensioni cambia totalsquallidi derivati dalla dubbia comicità mente tono e ,finalmente, viene resa sembrano l'unica produzione sul fron- giustizia alla pellicola. te cinematografico italiano,è bene far Per la serie “meglio tardi che mai”, nel luce su quali sono,invece,gli artisti più o 2008 il film riceve 5 candidature ai Dameno emergenti del Belpaese. Stavolta è il vid di Donatello (tra cui miglior turno di Giorgio Diritti. film,miglior regista esordiente,miglior Bolognese classe '59, Diritti spazia un po' produttore e miglior sceneggiatura) e nelle scene,passando dalla regia alla sce- quattro candidature ai Nastri d'Argento. neggiatura,fino ad arrivare al montaggio. Dopo quattro anni di silenzio in cui il Con soli due film alle spalle (Il vento fa il buon regista presenta a decine di prosuo giro e L'uomo che verrà) è uno dei più duttori il suo nuovo progetto, Diritti promettenti artisti italiani. Dopo una ga- porta a compimento un altro film degno vetta di collaborazioni anche con Pupi Ava- di questo nome, presentandosi con una ti,Federico Fellini ed Ermanno Olmi, Gior- storia più matura, tecniche di riprese gio realizza una serie di cortometrag- più complesse e un cast femminile decigi,mediometraggi, documentari e un pro- samente convincente : una splendida gramma televisivo (nell'ormai lontano '93) Alba Rohrwacher ( Guardatevi “Il papà , finalmente approda sul grande schermo , di Giovanna”), Maya Sansa ( nel 2004 nel 2005, con Il vento fa il suo giro. definita dal New York Times come la Alla sua presentazione,il film non conqui- nuova icona del cinema italiano) e la sta affatto la maggior parte dei critici italiani,che,anzi,non risparmiano commenti negativi puntando il dito sulle tecniche di ripresa , il messaggio finale, il livello di recitazione (da notare che gli attori sono perlopiù tutti dei principianti). Inoltre il film è quasi interamente in occitano , lingua romanza parlata in Piemonte, sud della Francia, Pirenei e altre zone ristrette. È vero, il film ha un fortissimo impatto morale, dato che parla di un ex maestro Giorgio Diritti delle scuole elementari che decide di cambiare vita e trasferirsi nel paese sperduto giovanissima Greta Zuccheri Montanari. di Chersogno a fare il pastore , ma incontra L'uomo che verrà tratta della strage di mille difficoltà a ambientarsi. Inoltre si fa Marzabotto, nota anche come eccidio di molto perno sulle contraddizioni all'interno Monte Sole, strage perpetrata dai nazidella società che va sempre più incontro sti nel 1944 ai danni di 700 cittadini alla globalizzazione, ma ama gli stranieri italiani trucidati senza pietà ; intere solo quando arrivano in veste di turisti. famiglie vennero uccise per contrastare Se riuscite a superare il trauma dei sottoti- la formazione del gruppo di partigiani toli io ve lo consiglio caldamente,sebbene noti con l nome di Stella Rossa. non ami il moralismo così manifesto, per- Nonostante la serietà con cui viene tratché ,tra le riprese meravigliose dei paesag- tato l'argomento,il film non può essere gi e la scelta delle musiche, è un film auto- definito bellico ,dato che il regista si prodotto. focalizza maggiormente sulla psicologia Da notare la sostanziale differenza tra l'ac- di un tipico gruppo familiare del paese coglienza nostrana e quella straniera : in servendosi del punto di vista di una Italia il film fatica ad essere distribuito per bambina, Martina (Greta Zuccheri Monle sale,viene conosciuto quasi esclusiva- tanari). mente tramite passaparola e i critici o lo La trama è semplice : Martina è una snobbano o lo disdegnano, mentre all'este- bambina di otto anni che ha smesso di ro vince svariati premi giostrandosi diversi parlare dopo la morte del fratelliconcorsi a livello internazionale. no,appartiene a una numerosa famiglia Nonostante questi problemi, un critico di contadini che abita sull'Appennino coglie a pieno la bellezza di questo film : emiliano,dove da tempo si scontrano SS Morando Morandini, critico a autore di e partigiani. Segue il celebre rastrellauno dei tre più famosi dizionari di film che mento nelle campagne bolognesi in cui abbiamo ( completano la triade Farinotti e muoiono circa duecento bambini. Meneghetti). Da questo momento in avan- Un elemento che accomuna le due pelli-
cole di Diritti è l'uso del dialetto, perché se nel primo film si parla quasi esclusivamente in occitano, il secondo fa largo uso del bolognese. A questo proposito, cito en passant l'opinione di Edoardo Becattini (critico di MyMovies) circa l'uso del dialetto ; a suo parere la scelta scaturisce dal fatto che partire dalla lingua del dialetto serva per raccontare una comunità e aiuti il linguaggio del cinema a costruire un messaggio sull'identità culturale. A mio parere va notato come il regista abbia scelto di non avvalersi di spettacolari effetti speciali, andando decisamente controcorrente nell'era post Avatar e del 3D. Nel cinema italiano si è sempre un po' allergici all'ausilio di complesse tecniche di animazione – vuoi per i costi, vuoi che non si producono grandi colossal holliwoodiani – ma dopo aver letto articoli vari credo di poter affermare che ci troviamo di fronte a un regista nostalgico, di vecchio stampo, che nutre la convinzione che le emozioni siano ancora la colonna portante della riuscita di un film ; se notate, anche la scelta del casting lo dimostra, perché si punta più all'imperfezione, al realismo, che al belloccio di turno. Lo sforzo di rappresentare quegli anni,le emozioni e la cicatrice che resta nella memoria collettiva (ad esempio, si conserva ancora la pisside con un proiettile incastonato che teneva tra le mani don Ubaldo Marchioni, assassinato sull'altare della chiesa di Casaglia) e stato decisamente ricompensato . Dopo la presentazione , nel 2009, del film alla selezione ufficiale del Festival Internazionale del Film di Roma, la vittoria del Gran Premio della Giuria Marc'Aurelio d'Oro,il Marc'Aurelio d'Oro del pubblico e il premio La meglio Gioventù , il film si aggiudica, stavolta nel 2010, i premi come Miglior Film, Miglior produttore e miglior suono di ripresa diretta ai David di Donatello 2010 e quelli come Migliore produttore,migliore scenografia e miglior sonoro ai Nastri d'Argento. Dopo una mambassa anche di riconoscimenti internazionali, Diritti può rimettersi all'opera e farci sperare a un prossimo successo , noi ( o almeno- io) lo aspettiamo come Martina che, sulle fronde di un albero, culla il secondo fratellino in attesa della salvezza. Laura Vitale Lollo IIE/4E
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Breaking REAL-BUT-STRANGE News
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ell'Illinois, un uomo stava ascoltando musica rap quando si è involontariamente seduto sul suo cellulare. È partita una chiamata alla moglie, che ha sentito dal telefono del marito minacce di ostaggi e riscatti da pagare, così ha avvertito la polizia. Gli Swat hanno circondato la scuola dove lavora l’uomo e armati e con i giubbotti antiproiettile, sono entrati nell’edificio cercando un pazzo che teneva in ostaggio insegnanti e studenti. Ma l'autore della telefonata non c’era, e nel frattempo era già tornato tranquillo a casa. (Fonte: Yahoo.com, 9 Gennaio) Un uomo di soli 29 anni si appresta a diventare il nonno più giovane della Gran Bretagna: sua figlia quattordicenne partorirà nei prossimi mesi. (Fonte: ANSA, 25 Gennaio) Tatsuhiko Kawata è stato condannato a cinque anni di reclusione per aver dato fuoco ad un albergo per rinviare le nozze con una donna, nonostante fosse già sposato con un'altra dal '94. Le “seconde” nozze dovevano svolgersi in un albergo di montagna ma il giorno prima Kawata, che non ha mai divorziato dalla precedente moglie, ha pensato bene di rinviare la celebrazione cospargendo di benzina alcune sale e dando fuoco all'albergo. (Fonte: The Telegraph, 31 Gennaio) Un tribunale di Boston ha convocato in
qualità di giurato Sal Esposito, semplicemente un micio. L'animale dovrà comparire il prossimo 23 marzo davanti alla Corte Suprema. Questo perché, compilando il censimento 2010, la padrona dell'animale lo aveva inserito nello stato di famiglia, pur specificando che si trattasse di un felino. A nulla sono valse le proteste della sua padrona che ha più volte ripetuto che si è trattato di un malinteso. Come farà a rispondere alle domande in tribunale? Dirà “miao”? (Fonte Daily Mail, 20 Gennaio).
Avremo un secondo sole. Si prevede che Betelgeuse, stella rossa super-gigante nella nebulosa di Orione, stia per giungere a un collasso gravitazionale, provocando un'esplosione gigante, decine di milioni di volte più luminosa del Sole, dicono già nel 2012 (io spero tra qualche milione di anni, ndr). Quando ciò accadrà, sulla Terra comparirà un secondo sole; lo sostiene Brad Carter, ricercatore di Fisica all'University of Southern Queensland, in Australia. (Fonte: News.com.au, 24 Gennaio)
Ad Hong-Kong, McDonald ha iniziato a proporre i McWedding: pranzi di matrimonio a prezzo agevolato per gli sposi a corto di risorse ed amanti del fast-food. Il costo infatti parte dai 300 Euro. Ci sono però degli aspetti da considerare: i ristoranti rimarranno aperti al pubblico e non potranno essere serviti alcolici, in linea con la gestione di McDonald nel paese che viola la vendita di alcolici. (Fonte: Examiner.com, Ci sono delle cose che uno vuole assoluta- 18 Gennaio) mente fare nella vita, almeno una volta. Evidentemente tra i desideri di Patricia Edwards PS: la fonte indica dove sia possibile rintracc’era quello di rapinare una banca: la donna è ciare la singola notizia o quale testata/ entrata in una filiale della Bank of America e, agenzia l'abbia pubblicata per prima. dato un biglietto minatorio al cassiere, si è a cura di Riccardo Toso IIIH/5H fatta consegnare il denaro. “Non era premeditato, passavo lì davanti e mi sono resa conto che era una cosa che volevo fare prima di morire”, ha poi spiegato ai giornalisti, dopo essere stata arrestata. (fonte: MyFox, 30 Gennaio 2011) E’ in arrivo sul mercato americano la CannaCola. La nuova bevanda sarà disponibile dal prossimo febbraio dapprima in Colorado, California e Montana, i soli stati americani dove per legge è possibile l’utilizzo terapeutico della marijuana. La CannaCola sarà in vendita a un prezzo variabile dai 10 ai 15 dollari e sarà venduta solo su ricetta nelle farmacie. (Fonte: Corriere della Sera, 27 Gennaio)
Borbottio di fajuoli nella banda di saba: chi avrà la barba a Sarabanda sarà Barnaba o sarà Barabba? A sarabanda la barba sarà Barnaba e sarà Barabba. Tàntara trilla la tromba a Farnabazo sarà Barnaba o sarà Barabba ad avere la barba a Sarabanda? Cocci aguzzi di bottiglia… Matteo Cairo IH/3H
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Piccole Vigne (Vignette) A cura di Matteo Cairo IH/3H
ARIETE Salute: Sempre così acciaccicato eh? Amore: Farete di certo qualche nuovo incontro nel corso dell’anno (ora vi aspettate che dica qualche cattiveria, ma…no) Denaro: Appena il vostro neoamore scoprirà che siete al verde, volerà via, d'un tratto, senza alcun'esitazione. TORO Salute: Quanta fatica! Amore: L'amore, quello puro e incondizionato, quello che senti nelle vene, che pulsa nel tuo cuore, che annebbia la tua mente e fuorvia i pensieri razionali... Quell'amore... No, non è vicino, non è nemmeno nel tuo futuro più prossimo! Denaro: Ritenta, sarai più fortunato! GEMELLI Salute: Sei sano! Ora isolati dal mondo, oppure fonda una setta di 'Gemelli Sani' per non rischiare di venir contagiato. Amore: *Voce non trovata* Denaro: Il portafogli di mamma è sempre a tua disposizione. CANCRO Salute: Qualche acciacco della vecchiaia: si risolverà tutto in qualche giorno, massimo in alcune settimane, non farne 'na tragedia, non sei ancora da ricovero d’urgenza! Pensa che ci sono bimbi, in Africa, che nemmeno hanno del cibo (cit. Nonnina cara) Amore: Troverai qualcuno che ti sopporterà (o che sopporterai, dipende dai punti di vista). N.B. Troverai: domani, dopodomani, ma anche in punto di morte. Denaro: Spendaccione!
Oroscopo! LEONE Salute: Cosa vuoi sapere? Va' dal medico, no? Amore: Non state molto simpatici a Cupido, fatevene una ragione, mannaggia! VERGINE Salute: Salvaguardate il gatto dall'influenza e la nonna dalle pulci… Amore: Suggerimento: prima di scrivere un annuncio sul giornale per un/a partner, scrivete AAA, ve la contano come parola, ma sarà tra i primi nell'impaginazione! Denaro: Soldi pochi, ma vi basteranno per campare (spero!) BILANCIA EEEtcìù! Salute! Amore: Tutto a gonfie vele, qualunque sia la vostra situazione sentimentale state bene con voi stessi, almeno per ora! Denaro...? Non conosco questa parola... Credo di non averla mai, mai sentita... SCORPIONE Salute: Tra lo yoga, le corse al parco verso le 6.00, al pranzo un panino al volo.. Stai attento che la Fiesta non basta! Amore: Tanti cuoricini teneri teneri ti stanno intorno! No, solo intorno. Non ti coinvolgono nella loro danza amorosa leggiadra e aggraziata. Ti guardano e ridono. Come sono dolci! Denaro: Immaginati la stessa scena dei cuoricini, con delle banconote da 100 €.
A cura di Silena Bertoncelli VC/2C SAGITTARIO Salute: Lo sfogo che ti uscirà presto sul braccio destro non è semplice orticaria, io mi farei controllare... Amore: TinTinTin! Abbiamo trovato un vincitore! Denaro: Il nostro caro Spike Milligan ci dice che il denaro non può comprare degli amici, ma può procurarti una classe migliore di nemici... Quindi averne troppi è deleterio: accontentati! CAPRICORNO Salute: Diciamo che per ora non c'è, ma don't worry, è solo influenza, non TBC, guarirai! Amore: La fortuna ti assiste, quindi oltre che ad essere a braccetto con un cieco, ti ritrovi appresso pure la dea bendata. Denaro: Passeggiando troverai ben 500 €, che poi si riveleranno falsi, sarai indagato per riciclo di denaro sporco e starai in carcere per il resto del mese, perderai l'anno scolastico per accumulo di assenze, mollerai il liceo, diventerai padre a soli 19 anni, finirai per strada di fianco al barbone che di solito squadri indignato. Caro, lascia per terra quei 500 €, e offri una birra al vecchio e caro barbone.
ACQUARIO Salute: Ottima, ottima, ottima, tranne un po' di indolenzimenti post-compleanno. Amore: Domanda di riserva…? Denaro: Pedina un qualsiasi capricorno appena vedi che si ferma, e si allontana a malincuore,
avvicinati: quei 500 € sono per te! PESCI Salute: Se non sei sano tu, mio caro, non vedo chi possa esserlo! Amore: Tutto procede a gonfie vele, se siete single tutto procederà ancor meglio e se siete in via di separazione… beh, meglio soli che mal accompagnati! Denaro: Ma che ne so! Mica posso fare da contabile a tutti! Poi, come si suol dire, il denaro non conta!
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P AGIN A 1 6 Innanzitutto bisogna distinguere tra Chiesa e Vaticano. La Chiesa è composta dalle Diocesi, che possono avere in eredità dei possedimenti che non sono del Vaticano. Infatti il Vaticano è la Città del Vaticano, ovvero uno stato a parte. Ma anche dire che un terzo degli edifici in Italia appartiene alla Chiesa è una cosa assurda, perché sarebbe il primo gruppo immobiliare del Paese. Dall’unità d’Italia sono stati sottratti moltissimi beni ecclesiastici, anche monasteri. Ci è stato riferito che, riguardo all’otto per mille, solo il 20% dei beni che la Chiesa riceve viene investito in opere di carità nel mondo, mentre il restante 80% viene usato per la costruzione di nuovi edifici ecclesiastici o per scopi ignoti. Su questo non ho dati precisi, ma la destinazione dei fondi non è affatto ignota. Comunque bisogna capire cosa si intende per beneficienza. Il fatto che non tutti i soldi vengano investiti per opere caritative non è una novità, ma è ben chiaro quale sia il loro utilizzo, ovvero quello di far fronte alle esigenze della Chiesa. Per amor di chiarezza, ecco qui i dati relativi al 2006-2007, riguardo all’otto per mille (fonte Wikipedia). Negli anni 2006 e 2007 la somma, pari in media a 960 milioni di euro (comprensivi di arretrati degli anni precedenti), è stata ripartita
nel modo seguente: 35% - sostentamento dei sacerdoti (La Chiesa cattolica stabilisce che in base al principio di perequazione, un giovane sacerdote riceva uno stipendio di 852,93 €/mese per 12 mensilità. Qualora la somma del contributo della parrocchia ed eventuali altri stipendi (insegnamento nelle scuole) non raggiungano gli 852,93 €/mese, si attinge dall'8 per mille). 20% - interventi caritativi in Italia e nel terzo mondo 15% - alle diocesi. Le iniziative diocesane si articolano a loro volta in moltissime voci, anche di tipo sociale e caritativo. 12% - nuova edilizia di culto 10% - altre iniziative nazionali (fondo per la catechesi, tribunali ecclesiastici, ecc.) 8% - beni culturali ecclesiastici.
di essere considerati veri fedeli, in quanto evangelizzatori di una realtà che nemmeno loro vivono realmente. Ebbene: chi, infatti, può dirsi immune da qualsiasi errore, grave o meno che sia? E chi, quindi, non si riconosce bisognoso di un perdono e, dopo gli errori più grandi, anche di una condanna? Questo fatto, dunque, ci testimonia quanto noi siamo bisognosi di giustizia sia quando subiamo un torto, sia quando ne commettiamo uno. Tuttavia il nostro senso di giustizia non viene e non verrà mai soddisfatto dalla giustizia umana, che non è in grado di rispondere a tutta la nostra necessità. Ciò è evidentissimo, per esempio, nel caso dei preti pedofili, scoppiato recentemente: infatti, da un lato, le vittime degli abusi non verranno mai ripagate del male subito e, dall’altro, i carnefici non potranno mai ripagare le vittime, neanche scontando la pena ch’è loro stata inflitta. Per questo il Papa ha invitato entrambi, vittime e carnefici, a riavvicinarsi a Cristo, che è venuto sulla terra per salvare i peccatori e che è l’unica risposta alla nostra e alla loro esigenza di giustizia. Dunque affermare “Povero Cristo” perché rinnegato attraverso il peccato di coloro che professano i suoi insegnamenti è sbagliato: Cristo, infatti, dopo essere stato egli stesso vittima del male degli uomini, morendo in croce, ci ha salvati e ha abbracciato, e abbraccia tuttora mediante la Chiesa, tutta la nostra umanità ferita dal peccato.
Per concludere vorremmo specificare che, in particolare leggendo il titolo dell’articolo “Povero Cristo”, ci è parso che l’autore si sia posto nei confronti dello IOR e, dunque, degli errori della Chiesa con una superiorità ingiustificata. L’articolo infatti denuncia pesantemente la Chiesa reputandola una “setta”, che, come si suol dire, “predica bene e razzola male”, e sembra quindi affermare che tutti coloro che professano in maniera evidente la fede in Gesù Cristo non possono essere degni Gabriele Chiesura, Alessandro Guerra (VC/2C) e Davide Longaretti VE/2E
Eventi del mese! @Carducci
compositore jazz.
Teatro Leonardo dal 17 al 27/3
Progetto jazz. Ritratti di una musica della sintesi
18/3 Ironia e sintesi: spunti per un’estetica del jazz.
L’ultima recita di Salomè di Ferdinando Bruni
Incontri sulla Cultura del ‘900
Teatro Elfo Puccini dal 22/2 al 20/3
@Città
PROSSIMI INCONTRI:
A cura dei Professori Giovannetti, Re, Viola, Patetta.
25/2 Il canto nel jazz: da Ella Fitzgerald a Norma Winstone.
PROSSIMO ED ULTIMO INCONTRO: 24/2 Lezione basata sui quesiti degli studenti.
4/3 Ritratti di Chick Corea e Keith Jarrett: dialogo con Antonio Zambrini, pianista e
@Teatro
A cura della Professoressa Gusmini, condotto da Simona Severini, cantante jazz.
Aspettando Godot di Samuel Beckett
La presenza della fotografia nel cinema Roberto Mutti conduce un ciclo di lezioni aperte su fotografia e cinema, questa l’ultima della serie. La Feltrinelli di via Manzoni, 12 3/3 h.17.30
La Redazione dell’Oblò Redattori:
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Impaginatrice:
Martina Brandi VE (2E)
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