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i forti dell’avvenire Il frammento accelerazionista di Nietzsche nell'Anti-Edipo di Deleuze e Guattari
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Anti-copyright, Agosto 2015 Obsolete Capitalism
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I forti dell’avvenire
Il frammento accelerazionista di Friedrich Nietzsche nell’Anti-Edipo di Deleuze e Guattari
di Obsolete Capitalism
Questo breve testo è l’articolazione di un post pubblicato il 18 agosto 2015 sul blog Obsolete Capitalism a cura degli autori del collettivo. http://obsoletecapitalism.blogspot.it/2015/08/i-forti-dellavvenire-il-frammento.html
Indice
I forti dell’avvenire 11
Bibliografia 22
Testi in appendice
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Biografia 34
I forti dell’avvenire
Ci sono frammenti di pensiero che, ad onta del tempo trascorso dalla redazione dei manoscritti nei quali sono stati vergati, acquisiscono all’inizio della loro notorietà una vita propria, e balzano agli onori delle cronache culturali e filosofiche per motivi imperscrutabili, se non quelli di racchiudere in se stessi, la gemma della valutazione e l’enigma dell’interpretazione.1 Tra i casi più eclatanti, il coriaceo Frammento sulle macchine di Karl Marx, la cui notorietà e produttività non teme cedimenti nemmeno ai giorni nostri.2 Eppure, un altro «frammento» si sta conquistando, seppur più faticosamente, uno spazio singolare di rinomanza e di appassionata ricerca di senso da parte di intellettuali, commentatori, filosofi e militanti politici di tutto il mondo. Si tratta di un «frammento» nel «frammento», molto più oscuro rispetto a quello marxiano, ma altrettanto penetrante e proiettato nel futuro. Lo definiamo in questo brevissimo saggio come 1
Friedrich Nietzsche: Genealogia della morale, «Prefazione», p. 221
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Karl Marx: Grundrisse, «Frammento sulle macchine», pubblicato in Italia, per la prima volta, su « Quaderni rossi », 4, 1964, pp. 289-300 a cura di Raniero Panzieri, traduzione del germanista Renato Solmi.
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il «frammento accelerazionista» di Friedrich Nietzsche: esso si trova incastonato in una pagina cruciale dell’Anti-Edipo di Deleuze e Guattari.3 Com’è noto, il riferimento a Nietzsche nel celebre passo «accelerazionista» di Deleuze e Guattari presente nell’Anti-Edipo4 è decisivo nella chiosa finale del paragrafo La macchina capitalistica civilizzata.5 Fino ad oggi, i vari commentatori che si sono succeduti nel tempo sul passo in questione, hanno in parte tralasciato e oscurato il preciso riferimento al Große Prozeß di Friedrich Nietzsche; altri, invece, hanno accennato alla provenienza del cupo riferimento ad «accelerare il processo», da parte di Deleuze e Guattari, citando esplicitamente il libro di Nietzsche La volontà di potenza, non riferendosi però mai ad un preciso frammento, al contesto in cui è inserito e quali tematiche produttive sviluppa. Le citazioni del passo originario di Nietzsche provengono sempre dalla letteratura secondaria e non vengono mai citate le fonti originarie dell’opera nietzscheana (tranne una fuggevole nota in Wikipedia, in lingua inglese, nel lemma «accelerationism», proveniente però dalla letteratura secondaria)6, eccezion fatta per una breve menzione generica della sola 3
Gilles Deleuze - Félix Guattari: L’anti-Edipo è il primo tomo di una diade formidabile che porta il titolo di «Capitalismo e schizofrenia». Il primo libro è L’anti-Edipo uscito nel 1972; il secondo, uscito nel 1980, è Mille Piani.
4 Gilles Deleuze - Félix Guattari: L’anti-Edipo - p. 272, edizione Einaudi paperbacks (Ed. originale fr. 1972; prima ed. italiana 1975; prima ed. inglese 1975) 5 ibidem: (III Cap. - 9 Paragrafo - pg. 251 - 272) 6 Si tratta del seguente riferimento: “ Quoted in Strong, Tracy (1988). Friedrich Nietzsche and the Politics of Transfiguration. Berkeley: University of California Press. p. 211. Original in The Will to Power §898
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edizione anglosassone dei Posthumous Fragments di Nietzsche, da parte di Matteo Pasquinelli, nel suo breve «post» intitolato Code Surplus Value and the Augmented Intellect.7 A nostro avviso, la chiosa finale di La macchina capitalistica civilizzata, essendo controversa, non può essere compresa nel suo senso più profondo se non viene esplicitato il riferimento al processo accelerativo di Nietzsche. La precisa individuazione del frammento nietzscheano a cui fanno riferimento Deleuze e Guattari «apre» così alla definitiva decifrazione del passaggio finale de La macchina capitalistica civilizzata che un filosofo acuto, e fine commentatore deleuziano, come Christian Kerslake ritiene essere particolarmente ostico: “This [ passage ] has always been a difficult passage to comprehend”.8 Il celebre passo di Deleuze e Guattari, vero e proprio punto cruciale per i commentatori, soprattutto di area «accelerazionista», è il seguente: “Ma quale via rivoluzionaria, ce n’è forse una? Ritirarsi dal mercato mondiale, come consiglia Samir Amin ai paesi del Terzo Mondo, in un curioso rinnovamento della «soluzione economica» fascista? Oppure, andare in senso contrario? Cioè andare ancor più lontano 7 Matteo Pasquinelli: Code Surplus Value and the Augmented Intellect, post/late night notes del 10 marzo 2014 presente sul blog del filosofo al seguente indirizzo: http://matteopasquinelli.com/code-surplus-value/ (ultimo accesso il 23 agosto 2015). 8 Christian Kerslake - Marxism and Money in Deleuze and Guattari’s «Capitalism and Schizofrenia». http://www.parrhesiajournal.org/parrhesia22/parrhesia22_kerslake.pdf
La nostra interpretazione del famoso passaggio di Deleuze e Guattari è disponibile nel saggio Moneta, rivoluzione e accelerazione nell’Anti-Edipo costruito appunto sul dialogo sotterraneo tra Nietzsche, Klossowski, Deleuze-Guattari e Foucault. Il saggio è inserito nel libro Moneta, rivoluzione e filosofia dell’avvenire volume collettivo a cura di Obsolete Capitalism.
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nel movimento del mercato, della decodificazione e della deterritorializzazione? Forse, infatti, i flussi non sono ancora abbastanza deterritorializzati, abbastanza decodificati, dal punto di vista di una teoria e di una pratica dei flussi ad alto tenore schizofrenico. Non ritirarsi dal processo, ma andare più lontano, «accelerare il processo», come diceva Nietzsche: in verità, su questo capitolo, non abbiamo ancora visto nulla.”9 Le nostre ricerche hanno portato ad individuare con precisione il frammento di Nietzsche citato da Deleuze e Guattari nel passo sopra riportato. Si tratta di un frammento presente in due edizioni diverse delle opere postume di Friedrich Nietzsche. Il frammento si intitola I forti dell’avvenire ed è stato composto nell’autunno del 1887; nell’edizione del 1906 di La volontà di potenza, curata da Gast10 e dalla sorella di Nietzsche11, viene attribuito al testo, in modo arbitrario, il numero 89812; tale numero si riferisce esclusivamente ad una numerazione progressiva interna al solo libro La volontà di potenza.13 Questa edizione del 1906 prevedeva 1.067 frammenti elencati senza 9 Gilles Deleuze - Félix Guattari: L’anti-Edipo - p. 272, edizione Einaudi paperbacks 10 Heinrich Köselitz (1854–1918) musicista, scrittore e amico di Friedrich Nietzsche, il quale coniò per lui lo pseudonimo di «Peter Gast». 11 Elisabeth Förster-Nietzsche (1846 - 1935) sorella del filosofo, più volte criticata dal fratello, da Gast e altri adepti del «circolo» di Nietzsche. Anti-semita, pro-ariana e nazista, è la prima responsabile delle manipolazioni e della «nazificazione» delle opere di Nietzsche. Ai suoi funerali, nel 1935, partecipò Hitler e tutto lo stato maggiore del partito nazional-socialista tedesco. 12 Nietzsche non attribuì mai nessuna numerazione progressiva ai frammenti, nemmeno a quelli appartenenti ai manoscritti di La volontà di potenza. 13 Si tratta di Der Wille zur Macht, la seconda e più completa edizione del 1906 a cura di Peter Gast e Elisabeth Förster-Nietzsche. La prima edizione del 1901 conteneva soltanto 483 frammenti e fu curata da Gast/Köselitz, Ernst Horneffer e August Horneffer, sempre sotto l’egida della sorella di Nietzsche, Elisabeth.
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un disegno globale coerente e critico. Gli equivoci originati dall’opera La volontà di potenza, sia in ambito filosofico che politico, hanno causato polemiche roventi a non finire e tutto ciò è storia ben nota fin dalla prima metà del Novecento.14 Il frammento, con l’identico titolo de I forti dell’avvenire, è presente nell’edizione delle Opere complete di Friedrich Nietzsche, a cura di Colli e Montinari.15 Il frammento è inserito nel Volume VIII, tomo II, intitolato Frammenti postumi 1887-1888, ove sono presentati in modo cronologico i 372 frammenti che, per i curatori, erano compresi nell’edizione abortita da Nietzsche stesso e da lui intitolata in modo provvisorio La volontà di potenza. Il frammento è numerato come (105) 9 [153].16 Nel testo originale del frammento, Die Starken der Zukunft, il verbo utilizzato da Nietzsche, tratto dal mondo della fisica, è «beschleunigen» il cui significato è letteralmente «rendere accelerato qualcosa procurandone un corso più veloce». 14 Fin dagli anni Trenta del Novecento, in Francia, uno sparuto nucleo di intellettuali, riunito attorno alla rivista «Acéphale» iniziò a contrastare la «nazificazione» di Nietzsche e l’appropriazione dei temi filosofici da lui elaborati da parte delle fazioni politiche europee più nazionaliste e anti-semite. La rivista, uscita tra il 1936 e il 1939, fu fondata da Georges Bataille e annoverò tra i più stretti collaboratori Pierre Klossowski. 15 Friedrich Nietzsche - « Opere di Friedrich Nietzsche ». Edizione italiana condotta sul testo critico stabilito da Giorgio Colli e Mazzino Montinari. In Italia le Opere di Nietzsche sono pubblicate da Adelphi, a partire dal 1964; in Francia da Gallimard, a partire dal 1967; in Germania da de Gruyter - Kritische Gesamtausgabe Werke (KGW) - sempre a partire dal 1967. L’edizione delle Opere Complete a cura di Colli e Montinari è ora disponibile in cinque lingue: italiano, francese, tedesco, inglese e giapponese. In Giappone il primo volume delle opere, a cura dell’editore Hakusuisha, esce nel 1972. Nel 1995 escono i primi volumi di The Complete Works of F. Nietzsche based on the edition by G. Colli and M. Montinari, presso la Stanford University Press, California, Usa. 16 La numerazione del frammento I forti dell’avvenire - 9 [ 153 ] (105) - nei volumi delle Opere di Nietzsche curati da Colli e Montinari - non cambia nelle diverse edizioni internazionali tedesca, francese, etc.
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Nella traduzione in inglese del 1967 di Walter Kaufmann,17 la più classica nel mondo anglosassone, si è scelto di tradurre il verbo «beschleunigen» con il verbo inglese «hasten» anziché «accelerate», sebbene anche in questo idioma il termine «accelerate» si riferisca all’aumento intrinseco di velocità di un processo, mentre il significato di «hasten» prende in considerazione la necessità, non solo fisica, di aumentare la velocità. Anche nella lingua italiana è stato scelto il verbo «affrettare», anziché «accelerare», nelle due traduzioni classiche del frammento nietzscheano: la trasposizione di Angelo Treves del 1927 per La volontà di potenza e la resa di Sossio Giametta del 1971 per i Frammenti Postumi 1887-1888 per le edizioni critiche di Nietzsche curate da Colli e Montinari. Un discorso a parte merita la traduzione di Enzo Turolla che, come vedremo più avanti, nella sua traduzione del frammento I forti dell’avvenire, segue con maggiore rigore le «ragioni» di Klossowski, utilizzando il verbo «accelerare».18 A mag17 Walter Kaufmann (1921 - 1980 ) - filosofo americano, studioso di Nietzsche, traduttore di The Will to Power, Random House, New York,, 1967 (con R.J. Hollingdale). 18 Vedi nota 21. Qui ci limitiamo a sottolineare il «cromatismo» dei traduttori francesi. Pierre Klossowski è solo uno tra i tanti traduttori dal tedesco di cui si avvale l’editore francese Gallimard per le Œuvres philosophiques complètes di Nietzsche. Allo stesso tempo Klossowski è un traduttore primus inter pares, autorevole sia per la sua biografia intellettuale di grande conoscitore dei testi nietzschiani che risale agli anni Trenta, sia per l’interpretazione originale, nello spirito del «Nietzsche francese» che si andava imponendo in quegli anni, che influenzerà in modo sostanziale sia Deleuze che Foucault. Peccato che nell’edizione italiana di Nietzsche e il circolo vizioso i frammenti tradotti in origine da Klossowski, nel 1969, sono stati riportati, nell’edizione Adelphi del 2013, con le traduzioni di Giametta presenti nell’edizione critica di Colli e Montinari. Si è persa in questo modo la «fragranza» della traduzione «inedita» di Turolla, che si rifece direttamente al «gusto» klossowskiano, nell’edizione originale Adelphi del 1981. La traduzione corretta in «accelerare», pur presente nell’edizione del 1981, si perde dunque nell’edizione 2013, sostituita da «affrettare».
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gior ragione, notiamo la differenza tra i due vocaboli: laddove «accelerare» denota il velocizzare intrinseco e fisico di un evento o di un fatto, «affrettare» indica la prescrizione esterna di un aumento di velocità. In verità, l’unico commentatore che ci può essere utile nella comprensione sia del passo di Nietzsche sia della citazione nietzscheana di Deleuze e Guattari all’interno del passaggio finale di La macchina capitalistica civilizzata presente nell’Anti-Edipo è Pierre Klossowski,19 nella sua opera Nietzsche e il circolo vizioso, testo assai amato da Foucault e Deleuze, al quale in esergo è dedicato.20 L’utilità-fertilità di Klossowski è duplice, sia per la natura esegetica del testo Nietzsche e il circolo vizioso, sia per le fruttificazioni operate dalle traduzioni klossowskiane del testo nietzscheano. Quest’ultimo aspetto è affatto importante ai nostri fini. Cerchiamo di precisarlo: non solo Klossowski è stato un grande traduttore nell’ambito della cultura francese, un «classico» nell’editoria francofona del ‘900, in quanto ha tradotto, dal tedesco, opere di Walter Benjamin, Ludwig Wittgenstein, Martin Heidegger (in particolare, nel 1971, il suo Nietzsche); ma, soprattutto, Klossowski ha il merito di esser stato in Fran19 Pierre Klossowski (1905-2001) intellettuale francese poliedrico fortemente influenzato dalle opere di Nietzsche. Grande protagonista della cultura francese ed europea del ‘900 come traduttore, scrittore, filosofo, pittore e, più in generale, «padre intellettuale e spirituale» di Deleuze e Foucault, i suoi discepoli prediletti. 20 Nietzsche e il circolo vizioso (Adelphi, 1981); edizione originale francese Nietzsche et le cercle vicieux (Mercure de France, 1969); solo nel 1997 il libro verrà tradotto in inglese da Daniel W. Smith (Nietzsche and the Vicious Circle, The University of Chicago Press/ The Athlone Press)
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cia, come traduttore dal tedesco, il miglior interprete di Nietzsche già con la magistrale resa di ‘La gaia scienza’ nel 1954; poi, in particolare, ha tradotto per le edizioni Gallimard i Fragments posthumes - Autumn 1887- mars 1888 pubblicati nel 1976 a cura di Gilles Deleuze e Maurice de Gandillac.21 Nel frattempo, il frammento Les forts de l’avenir non ha dovuto attendere il 1976 per essere pubblicato nella traduzione di Klossowski, in quanto inserito nell’edizione originale di Nietzsche et le cercle vicieux del 1969. Ed è in questa opera che, finalmente, troviamo il verbo «beschleunigen» tradotto in «accélérer»22; dunque, all’origine dell’utilizzo del verbo «accelerare» di cui ci avvaliamo nell’esegesi del frammento nietzscheano, poi recuperata da Deleuze nell’Anti-Edipo, c’è il lavorio interpretativo di Klossowski.23 Nel finale di La macchina capitalistica civilizzata quando Deleuze e Guattari pongono le fatidiche domande su quale via ri21 Klossowski tradusse in francese due volumi per le edizioni Gallimard delle Oeuvres philosophiques complètes di Friedrich Nietzsche: il primo volume in assoluto delle Opere, nel 1967, Le Gai Savoir: Fragments posthumes, été 1881 - été 1882, e il volume pubblicato nel 1976, Fragments posthumes - Autumn 1887- mars 1888. 22 Enzo Turolla, il traduttore italiano dell’opera di Klossowski Nietzsche e il circolo vizioso, ha operato in modo corretto mantenendo il senso della traduzione klossowskiana del frammento I forti dell’avvenire, evitando quindi di «recuperare» la traduzione già disponibile di Sossio Giametta, pubblicata nel 1971. Questa sua intuizione - che viene sviluppata in tutto lo sforzo di traduzione dell’opera e che in questo breve testo supportiamo - gli fa rendere in modo corretto l’espressione francese «accélérer» in «accelerare», anziché in «affrettare» come è capitato nelle traduzioni precedenti di Treves e Giametta. 23 Ai fini di una maggiore chiarezza, Klossowski non è stato l’unico traduttore di Nietzsche a rendere in «accelerare» il verbo tedesco «beschleunigen»: infatti, già il primo traduttore del testo di La volontà di potenza in inglese, Anthony Ludovici (1910), traduceva con «accelerate» l’espressione tedesca in questione. Ai fini del nostro studio: nell’anti-Edipo Deleuze si rifà di certo alla traduzione in lingua francese di Klossowski del 1969, e non a quella in lingua inglese del 1910, per tanti versi lacunosa, di Ludovici.
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voluzionaria intraprendere - e queste domande sono alla base della strategia di fondo dell’accelerazionismo contemporaneo - essi si rifanno al lavoro teorico e traduttivo di Klossowski.24 Per quanto riguarda l’aspetto esegetico, Klossowski prende in esame nel testo Nietzsche e il circolo vizioso l’intero frammento I forti dell’avvenire, traendone le debite conseguenze; cioè che il pensiero nietzscheano del 1887 da «inattuale» è divenuto quasi cent’anni dopo di un’attualità sconcertante, e che in ultima istanza “il meccanismo dello sfruttamento (sviluppato dalla scienza e dall’economia) «scompone» la sua struttura istituzionale in una serie di mezzi ”. 25 Ciò comporta due precisi risultati: da una parte la società non riesce più a modellare i propri membri come «strumenti» dei propri fini, divenendo essa stessa «strumento» di un meccanismo più grande; dall’altra parte si palesa un «surplus» di forze che, eliminate dal meccanismo, sono disponibili per la formazione di un «nuovo uomo», il forte dell’avvenire. Per ottenere questo nuovo tipo d’uomo, non bisogna allora contrastare questo Große Prozeß irreversibile, ma semplicemente bisogna favorire la sua accelerazione «processuale», oppure 24 È pur vero che Deleuze conosceva il frammento I forti dell’avvenire sin dagli anni Cinquanta del ‘900, quando inizia lo studio approfondito dei testi nietzscheani. In particolare, la sua prima opera dedicata a Nietzsche, Nietzsche e la filosofia del 1962, si basa, per i frammenti postumi, sull’edizione francese di La Volonté de Puissance, pubblicata in due volumi da Gallimard nel 1947-1948, dove era presente il frammento «accelerazionista». La Volonté de Puissance di Gallimard del 1947-1948, basandosi però sul volume curato da Friedrich Würzbach, ha una maggiore quantità di testi, rispetto alla seconda e più completa edizione del 1906 a cura di Gast e Förster-Nietzsche, e non segue dunque la stessa numerazione e ordine. È però l’interpretazione del frammento da parte di Klossowski, che interesserà Deleuze nell’Anti-Edipo. 25 Pierre Klossowski - Nietzsche e il circolo vizioso, p. 245, ed. originale Adelphi, 1981.
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non resistere alla sua accelerazione espansiva, inarrestabile, che parrebbe essere, ma non è, contraria all’obiettivo primario del «forte dell’avvenire»: la differenziazione. Il livellamento, o detto altrimenti, l’omogeneizzazione sociale nella sua veste perpetrata dalla democratizzazione in fieri delle società industriali, è precisamente la «riduzione» dell’uomo, il suo «rimpicciolimento». È contro, o a favore, di questa «legge inesorabile» che agiranno nel futuro i «forti» e i «livellati», in parti curiosamente e paradossalmente rovesciate. Così come, è contro o a favore dell'«inesorabile legge» della caduta tendenziale della legge di profitto, che si combattono i capitalisti e gli operai, in una controversa metastabilizzazione del futuro del profitto, che è l’altro grande tema del paragrafo La macchina capitalistica civilizzata di Deleuze e Guattari.26 Siamo arrivati ora alla fine di questo breve testo il cui unico scopo era individuare con precisione a quale fonte nietzschiana si erano rivolti Deleuze e Guattari nel famoso passaggio del «patto rivoluzionario» presente nell’Anti-Edipo e fornire le giuste coordinate bibliografiche del frammento «accelerazionista» nel dedalo immane dell’opera completa di Nietzsche. Siamo però coscienti di essere solo all’inizio - al primo gradino - di un ben più impegnativo compito: la decifrazio26 Il testo completo del frammento, grazie agli editori Adelphi e Bompiani, è presentato in appendice nelle tre traduzioni storiche pubblicate nel 1927, Angelo Treves, 1971, Sossio Giametta, e 1981, Enzo Turolla.
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ne completa del senso più profondo del capitolo La macchina capitalistica civilizzata e, in particolare, del passaggio «accelerazionista» riguardante la teoria e la pratica dei flussi decodificati e deterritorializzati.27
Obsolete Capitalism, agosto 2015
27 Il saggio di cui si fa menzione è Moneta, rivoluzione e accelerazione nell’Anti-Edipo di Deleuze e Guattari (2016) inserito nel presente volume, a cura di Obsolete Capitalism, Moneta, rivoluzione e filosofia dell’avvenire. Nietzsche e la politica accelerazionista di Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski (Obsolete Capitalism Free Press, 2016)
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Bibliografia Deleuze, G. e Guattari, F. (1975). L’anti-Edipo. Torino: Einaudi. Deleuze, G. (2002). Nietzsche e la filosofia. Torino: Einaudi. Deleuze, G. (1997). Nietzsche. Milano: SE. Kerslake, C. (2015). Marxism and Money in Deleuze and Guattari’s «Capitalism and Schizofrenia». Parrhesia (22). pp 38 - 78. Articolo consultabile online: http://www.parrhesiajournal.org/parrhesia22/parrhesia22_kerslake.pdf Klossowski, P. (1981). Nietzsche e il circolo vizioso. Milano:Adelphi. Marx, K. (1964). Frammento sulle macchine. Torino: Quaderni rossi. (4). pp. 289-300. Nietzsche, F. (1906). Der Wille zur Macht. (ed.) Förster-Nietzsche, E. e Gast, P.,Weimar: Nietzsche-Archiv. Nietzsche, F. (1976). Fragments posthumes, Autumn 1887- mars 1888. Paris: Gallimard. Nietzsche, F. (1968). Genealogia della morale. Milano: Adelphi. p. 221. (in Nietzsche, F. Opere, Volume VI, tomo 2, trad. F.Masini). Nietzsche, F. (1992/2013). La volontà di potenza. Ferraris, M. e Kobau, P. (ed.). Torino: Bollati Boringhieri. Nietzsche, F. (1947/1948). La Volonté de Puissance. (ed.) Würzbach, F., Paris: Gallimard. Nietzsche, F. (1967). Le Gai Savoir : Fragments posthumes, été 1881 - été 1882. Paris: Gallimard. Nietzsche, F. (1973). Nachgelassene Fragmente 1885-1889. [Die Starken der Zukunf. pp. 424-425]. Samtliche Werke, Kritische Studienausgabe. Band 12. 1.Teil: 1885-1887. Berlino: De Gruyter. Nietzsche, F. (1995 -- ). The Complete Works of Friedrich Nietzsche. Redwood City: Stanford University Press. Pasquinelli, M. (2014). Code Surplus Value and the Augmented Intellect, post/ late night notes. Blog personale, visitabile al seguente indirizzo: http://matteopasquinelli.com/code-surplus-value/ Strong, T. (1988). Friedrich Nietzsche and the Politics of Transfiguration. Berkeley: University of California Press. p. 211.
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Testi in appendice in lingua italiana 1. I forti dell’avvenire (Autunno 1887) [ Traduttore Sossio Giametta, 1971 ] Ciò che in parte il bisogno, in parte il caso hanno qua e là raggiunto, ossia le condizioni per la produzione di una specie più forte: tutto questo possiamo ora comprenderlo e volerlo consapevolmente; possiamo creare le condizioni in cui un tale potenziamento sia possibile. L’«educazione» ha avuto finora di mira l’utile della società, non già il maggior utile possibile dell’avvenire, bensì l’utile della società in quel momento esistente. Si volevano «strumenti» per essa. Posto che ricchezza di energia fosse maggiore, si potrebbe pensare a una DETRAZIONE DI FORZE il cui fine non fosse l’utile della società, ma un utile futuro Un tal compito sarebbe tanto più da proporre, quanto più si comprendesse in che misura la forma presente della società è in forte trasformazione, al punto di non poter più esistere, un giorno futuro, per se stessa, ma solo più come mezzo nelle mani di una razza più forte. Il crescente rimpicciolimento dell’uomo è appunto la forza motrice per pensare all’allevamento di una razza più forte, che troverebbe il suo sovrappiù proprio nella sfera in cui la specie rimpicciolita si indebolirebbe sempre di più (volontà, responsabilità, sicurezza di sé, capacità di porsi degli scopi). I mezzi sarebbero quelli che la storia insegna: l’isolamento attraverso interessi di conservazione opposti a quelli che sono oggi correnti; l’esercitarsi in giudizi di valore opposti; la distanza come pathos; la coscienza libera in ciò che oggi è più sottovalutato e vietato. Il livellamento dell’uomo europeo è il grande processo che non si deve ostacolare: bisognerebbe affrettarlo ancora di più. È così data la necessità dello spalancarsi di un abisso, della distanza, della gerarchia: non la necessità di rallentare quel processo. Questa specie livellata, appena è raggiunta, abbisogna di una 23
giustificazione, che consiste nel servire un tipo superiore, sovrano, che sta sopra di essa e che solo poggiando su di essa può innalzarsi al suo compito. Non solo una razza di signori, il cui compito si esaurisca nel governare; ma una razza con una propria sfera di vita, con un sovrappiù di forza per la bellezza, il valore, la cultura, il comportamento, sino a ciò che è più spirituale; una razza affermatrice, che possa concedersi ogni grande lusso..., abbastanza forte per non aver bisogno della tirannia dell’imperativo della virtù, abbastanza ricca per non aver bisogno della parsimonia e della pedanteria, al di là di bene e male; una serra per piante speciali e scelte. Friedrich Nietzsche - Frammenti postumi 1887-1888 Volume VIII, tomo II delle « Opere di Friedrich Nietzsche » Edizione italiana condotta sul testo critico stabilito da Giorgio Colli e Mazzino Montinari. Titolo del frammento : I forti dell’avvenire ( 105 ) 9 [ 153 ] (Adelphi, 1971) Traduzione: Sossio Giametta *** Ringraziamo il filosofo Luigi Rustichelli per l’aiuto prezioso nella ricerca del frammento accelerazionista di Friedrich Nietzsche.
2. I forti dell’avvenire ( Autunno 1887 ) [ Traduttore Angelo Treves, 1927 ] Ciò che in parte la necessità, in parte il caso hanno ottenuto sporadicamente, ciò le condizioni per la produzione di una specie più forte, possiamo ora comprenderlo e volerlo scientemente: noi possiamo creare le condizioni in cui una simile elevazione sia possibile. Finora, l’«educazione» ha mirato all’utile della società: non ciò che è più utile per l’avvenire, ma l’utile della società esistente. Si volevano «strumenti» per questa società. Posto che fossimo più ricchi di energie, si potrebbe pensare a trattenere una quota non destinata a giovare alla società, ma per un’utilità futura. Tanto più dovremmo porci un simile compito, quanto più comprendessimo come la forma presente della società si trovi in una fase di forte trasformazione: cioè sulla via che potrà un giorno portarla a non esistere più per se stessa, ma soltanto come 24
un mezzo nelle mani di una razza più forte. Il crescente rimpicciolimento dell’uomo è precisamente la forza che spinge a pensare all’allevamento di una razza più forte, una razza i cui tratti eccessivi sarebbero proprio quelli in cui la specie rimpicciolita diventerebbe sempre più debole (cioè volontà, responsabilità, sicurezza, facoltà di porsi degli scopi). I mezzi sarebbero quelli che la storia insegna: l’isolamento mediante interessi di conservazione opposti a quelli che sono oggi gli interessi medi; l’addestramento a produrre valutazioni opposte; la distanza considerata come pathos; la libera coscienza in ciò che oggi è disprezzato e vietato. Il livellamento dell’uomo europeo è il grande processo che non si deve ostacolare: anzi, lo si dovrebbe affrettare. Da ciò risulta la necessità di aprire un abisso, di creare distanze e una gerarchia: non la necessità di rallentare quel processo. Nel momento in cui la si sia ottenuta, questa specie livellata ha bisogno di una giustificazione: e questa si trova nel servire una specie più alta e sovrana, che si basa su quella e solo basandosi su quella può elevarsi al proprio compito. Non si avrà soltanto una razza di signori il cui compito si esaurisca nel governare, ma una razza con una propria sfera vitale, energie in eccesso per la bellezza, il coraggio, la cultura, le maniere, giungendo a ciò che c’è di più spirituale: una razza affermatrice che si può concedere ogni grande lusso - abbastanza forte per non avere bisogno della tirannia dell’imperativo della virtù, abbastanza ricca per non avere bisogno della parsimonia e della pedanteria, di là dal bene e dal male; una serra per piante rare ed elette. Friedrich Nietzsche - La volontà di potenza Saggio di una trasvalutazione di tutti i valori Frammenti postumi ordinati da Peter Gast e Elisabeth Förster-Nietzsche. Nuova edizione italiana a cura di Maurizio Ferraris e Pietro Kobau Titolo del frammento : I forti dell’avvenire ( 898 ) (Bompiani, 1992) Traduzione: Angelo Treves (1927, per la casa editrice Monanni, Milano, prima edizione italiana autorizzata, Volume 9, La volontà di potenza) trad. rivista da Pietro Kobau (1992)
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3. I forti dell’avvenire ( Autunno 1887 ) [ Traduttore Enzo Turolla, 1981 ] « Ciò che è stato individuato qua e là, in parte dalla necessità, in parte dal caso, e cioè le condizioni propizie al prodursi di una specie più forte : è quanto siamo ormai in grado di capire e di volere consapevolmente : noi possiamo produrre le condizioni che consentono tale innalzamento. «Fino ad oggi, l’educazione aveva come obiettivo esclusivo il bene della società : non già il maggior bene possibile per il bene possibile per il futuro, bensì solo quello per la società esistente. Per essa si cercavano solo degli “strumenti”. Ammesso che la ricchezza di forze sia maggiore, si potrebbe concepire una sottrazione di forze il cui scopo fosse il bene non più della società, ma del futuro, - questo sarebbe il compito da porsi, una volta capito in che senso la forma attuale della società si trovi impegnata in una poderosa trasformazione che la condurrà a non poter più esistere per se stessa, bensì soltanto quale mezzo in possesso di una razza più forte. « La mediocrità crescente dell’essere umano è appunto la forza che ci induce a pensare all’addestramento di una razza più forte, la quale troverebbe il suo eccedente proprio in ciò che rende più debole la specie già mediocre (volontà, responsabilità, sicurezza di sé, potersi fissare degli scopi). « I mezzi sarebbero quelli insegnati dalla storia : l’isolamento mediante interessi di conservazione, all’inverso di quelli che oggi formano la media : l’esercizio dei valori invertiti; la distanza in quanto pathos; la libera coscienza in tutto quanto è oggi meno stimato e più biasimevole. « L’ugualizzazione dell’uomo europeo è attualmente il grande processo irreversibile, e si dovrebbe anche accelerarlo. « Da ciò, la necessità di scavare una fossa, di creare una distanza, una gerarchia, e non già la necessità di rallentare il processo. « Questa specie ugualizzata, una volta che si sia realizzata, esigerà una giustificazione : che è appunto quella di servire a una specie sovrana, la quale si fonda su quella che l’ha preceduta e solo perciò può innalzarsi al proprio compito. Non solo una 26
razza di padroni che si limitino a governare, bensì una razza che abbia la propria sfera di vita, un eccedente di forza per la bellezza, il coraggio, la cultura, le maniere anche in quello che vi è di più spirituale; una razza affermativa che può concedersi qualunque lusso... abbastanza potente da non aver bisogno né della tirannia dell’imperativo di virtù, né della parsimonia, né della pedanteria, al di là del bene e del male : che formi una serra di piante rare e singolari ». Pierre Klossowski - Nietzsche e il circolo vizioso (Adelphi, 1981) [ ed. orig. fr. Mercure de France, 1969 ] Traduzione dal tedesco: Pierre Klossowski (1969) Traduzione dal francese: Enzo Turolla (1981) La nota dell’editore (Adelphi), presente nell’edizione originale del 1981 di ‘Nietzsche e il circolo vizioso’ afferma quanto segue: “La traduzione klossowskiana dei testi di Nietzsche è legata in modo indissolubile all’interpretazione che di quei testi viene qui proposta. A tali traduzioni ci siamo perciò attenuti.” Il frammento ‘I forti dell’avvenire’ è basato sul testo originale nietzscheano, tratto dai quaderni manoscritti di Nietzsche e presentati nella seguente edizione: Friedrich Nietzsche - Frammenti postumi 1887-1888 Volume VIII, tomo II delle « Opere di Friedrich Nietzsche » Edizione italiana condotta sul testo critico stabilito da Giorgio Colli e Mazzino Montinari.
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Testi in appendice in lingua francese 4. Les forts de l’avenir [ traduzione di Pierre Klossowski, 1969 ] Ce qu’en partie la necessité, en partie le hasard ont réussi çà et là, soit les conditions préalables à la production d’une espèce plus forte : c’est ce que désormais nous pouvons comprendre et sciemment vouloir : nous pouvons produire ces conditions dans lesquelles semblable élévation est possible. Jusqu’à présent, l’« éducation » n’avait en vue que le profit de la société : non pas le plus grand possible profit de l’avenir, mai celui précisement de la société existante. On ne voulait pou elle que des « instruments ». Admis que la richesse en forces soit plus grande, une soustraction de forces pourrait se concevoir, dont le but consisterait dans le profit, non plus de la société, mais de l’avenir. Semblable tâche serait à poser, à mesure que l’on comprendrait en quel sens la forme présente de la société se trouverait engagée en une transformation piussante, jusqu’au jour où elle ne pourrait plus exister pou elle-même : mais rien qu’en tant que moyen aux mains d’une race plus forte. La médiocrité croissante de l’être humain est précisément la force qui nous pousse à songer au dressage d’une race plus forte : laquelle trouverait justement son excédent dans tout ce en quoi l’espèce médiocrisée s’affaiblirait encore (volonté, responsabilité, assurance de soi, pouvoir se fixer des buts). Les moyens seraient ceux enseignés par l’histoire : l’isolement par les intérêts de conservation, à l’inverse de ceux qui aujourd’hui forment la moyenne : l’exercice des valeurs inversées ; la distance en tant que pathos ; la libre conscience dans tout ce qui est aujourd’hui le moins estimé et le plus répréhensible. L’égalisation de l’homme européen est aujourd’hui le grand procès irréversible : on devrait encore l’accélérer. De ce fait, la nécessité de creuser un fossé, la nécessité d’une distance, d’une hiérarchie sont données ; non point la nécessité de ralentir ce processus. 28
Cette espèce égalisée, dès qu’elle sera réalisée, exige une justification : elle réside dans le fait servir à une espèce souveraine, laquelle repose sur la précédente et ce n’est que basée sur elle qu’elle peut s’élever à sa propre tâche. Non pas seulement une race de maîtres dont la tâche s’épuiserait à gouverner ; mais une race ayant sa propre sphère de vie, un excédent de force per la beauté, le courage, la culture, les manières jusque dans ce qu’il y a de plus spirituel ; une race affirmative qui peut s’accorder tout grand luxe… assez puissante pour n’avoir besoin ni de la tyrannie de l’impératif de vertu, ni de la parcimonie, ni de la pédanterie, au delà du bien et du mal : formant une serre de plantes rares et singulières. » Pierre Klossowski - Nietzsche et le cercle vicieux [ ed. orig. francese Mercure de France, 1969 ] Tradotto dal tedesco da Pierre Klossowski Il frammento originale Les forts de l’avenir di Nietzsche è pubblicato da Gallimard in: Œuvres philosophiques complètes XIII Fragments posthumes (Automne 1887 - Mars 1888) - Parution : 23-10-1976 Trad. de l’allemand par Henri-Alexis Baatsch et Pierre Klossowski. Édition de Giorgio Colli et Mazzino Montinari Collection Œuvres philosophiques complètes (n° 13), Gallimard
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Testi in appendice in lingua tedesca 5. Die Starken der Zukunft. - 9 [ 153 ] (105) Was theils die Noth, theils der Zufall hier und da erreicht hat, die Bedingungen zur Hervorbringung einer stärkeren Art : das können wir jetzt begreifen und wissentlich wollen : wir können die Bedingungen schaffen, unter denen eine solche Erhöhung möglich ist. Bis jetzt hatte die «Erziehung» den Nutzen der Gesellschaft im Auge : nicht den möglichsten Nutzen der Zukunft, sondern den Nutzen der gerade bestehenden Gesellschaft. «Werkzeuge» für sie wollte man. Gesetzt, der Reichthum an Kraft wäre größer, so ließe sich ein Abzug von Kräften denken, dessen Ziel nicht dem Nutzen der Gesellschaft gälte, sondern einem zukünftigen Nutzen, Eine solche Aufgabe wäre zu stellen, je mehr man begriffe, inwiefern die gegenwärtige Form der Gesellschaft in einer starten Verwandlung wäre, um irgendwann einmal nicht mehr um ihrer selber willen existiren zu können : sondern nur noch als Mittel in den Händen einer stärkeren Rasse. Die zunehmende Verkleinerung des Menschen ist gerade die treibende Kraft, um an die Züchtung einer stärkeren Rasse zu denken : welche gerade ihren Überschuß darin hätte, worin die verkleinerte Species schwach und schwächer würde (Wille, Verantwortlichkeit, Selbstgewißheit, Ziele-sich-setzen-können). Die Mittel wären die, welche die Geschichte lehrt : die Isolation durch umgekehrte Erhaltung-Interessen, als die durchschnittlichen heute sind ; die Einübung in umgekehrten Werthschätzungen ; die Distanz als Pathos ; das freie Gewissen im heute Unterschätztesten und Verbotensten. Die Ausgleichung des europäischen Menschen ist der große Prozeß, der nicht zu hemmen ist : man sollte ihn noch beschleunigen. Die Notwendigkeit für eine Kluftaufreißung, Distanz, Rang30
ordnung ist damit gegeben : nicht die Notwendigkeit, jenen Prozeß zu verlangsamen. Diese ausgeglichene Species bedarf, sobald sie erreicht ist, einer Rechtfertigung : sie liegt im Dienste einer höheren souveränen Art, welche auf ihr steht und erst auf ihr sich zu ihrer Aufgabe erheben kann. Nicht nur eine Herren-Rasse, deren Aufgabe sich damit erschöptfe, zu regieren : sondern ein Rasse mit eigener Lebenssphäre, mit einem Überschß von Kraft für Schönheit, Tapferkeit, Kultur, Manier bis in’s Geistigste ; eine bejahende Rasse, welche sich jeden großen Luxus gönnen darf -, stark genug, um die Tyrannei des Tugend-Imperativs nicht nöthig zu haben, reich genug, um die Sparsamkeit und Pedanterie nicht nöthig zu haben, jenseits von Gut und Böse ; ein Treibhaus für sonderbare und ausgesuchte Pflanzen. Friedrich Nietzsche - Sämtliche Werke Kritische Studienausgabe - Band 12 DTV de Gruyter Nachgelassene Fragmente 1885 - 1889 1. Teil : 1885 - 1887
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Testi in appendice in inglese 6. The strong of the future - WM n. 898 [ traduzione Walter Kaufmann, 1967 ] That which partly necessity, partly chance has achieved here and there, the conditions for the production of a stronger type, we are now able to comprehend and consciously will: we are able to create the conditions under which such an elevation is possible. Until now, “education” has had in view the needs of society: not the possible needs of the future, but the needs of the society of the day. One desired to produce “tools” for it. Assuming the wealth of force were greater, one could imagine forces being subtracted, not to serve the needs of society but some future need. Such a task would have to be posed the more it was grasped to what extent the contemporary form of society was being so powerfully transformed that at some future time it would be unable to exist for its own sake alone, but only as a tool in the hands of a stronger race. The increasing dwarfing of man is precisely the driving force that brings to mind the breeding of a stronger race—a race that would be excessive precisely where the dwarfed species was weak and growing weaker (in will, responsibility, self-assurance, ability to posit goals for oneself ). The means would be those history teaches: isolation through interests in preservation that are the reverse of those which are average today; habituation to reverse evaluations; distance as a pathos; a free conscience in those things that today are most undervalued and prohibited. The homogenizing of European man is the great process that cannot be obstructed: one should even hasten it. The necessity to create a gulf, distance, order of rank, is given eo ipso--not the necessity to retard the process. As soon as it is established, this homogenizing species reguires a justification: it lies in serving a higher sovereign species that stands upon the former and can raise itself to its task only by doing this. Not merely a master race whose sole task is to rule, but a race with its own sphere of 32
life, with an excess of strength for beauty, bravery, culture, manners to the highest peak of the spirit; an affirming race that may grant itself every great luxury — strong enough to have no need of the tyranny of the virtue-imperative, rich enough to have no need of thrift and pedantry, beyond good and evil; a hothouse for strange and choice plants . Friedrich Nietzsche - The Will of Power Translated by Walter Kaufmann and R.J. Hollingdale Edited by Walter Kaufmann (Copyright, 1967) Random House, New York, 1967 or Vintage Books Edition (September 1968) or Knopf Doubleday Publishing Group (2011, pg. 478)
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Biografia autore
Obsolete Capitalism Ha curato Nascita del populismo digitale/ Birth of digital populism (OCFP, 2014) con Alberto Toscano, Tiziana Terranova, Luciana Parisi, Lapo Berti, Paolo Godani, Simon Choat, Jussi Parikka, Saul Newman, Tony D. Sampson; Archeologia delle minoranze (OCFP, 2015) con Franco Motta; Moneta, rivoluzione e filosofia dell’avvenire. Nietzsche e la politica accelerazionista in Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski (OCFP, 2016) con Sara Baranzoni, Edmund Berger, Lapo Berti, Paolo Vignola, Network Ensemble, Obsolete Capitalism Sound System, Paolo Davoli e Letizia Rustichelli. Il collettivo Obsolete Capitalism ha partecipato in qualità di relatore alla nona conferenza annuale dei Deleuze Studies, Virtuality, Becoming and Life, svoltasi all’Università Roma 3, dall’11 al 13 luglio 2016. O. C. collabora con la rivista di filosofia La Deleuziana. O.C. pubblica su alcuni blog tra cui blog Obsolete Capitalism, Rizomatica, Variazioni foucaultiane.
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