100 anni. Scultura a Milano
a cura di Omar Cucciniello, Alessandro Oldani, Paola Zatti RASSEGNA STAMPA
Corriere della Sera Martedì 21 Marzo 2017
«Corriere della Sera» • 21 marzo 2017
Cultura Tempo libero
Piazza Duomo
Woody Gipsy Band Omaggio a Jannacci È nata nel 2011 suonando «manouche», la musica degli anni 30 inventata da Django Reinhardt contaminandola con sonorità gitane e jazz. Non a
Bacio «Fausto e Margherita» di Antonio Tantardini
Da sapere «100 anni. Scultura a Milano 18151915», vernice ad inviti domani ore 19, apertura al pubblico dal 23 marzo al 3 dicembre Alla Galleria d’Arte Moderna, via Palestro 16, mar.-dom. ore 9-17.30, lun. chiuso, ingresso con biglietto del museo euro 5/3, Catalogo Officina Libraria, tel. 02.88.44.59.47 info www.gammilano.it
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davanti al murales dell’Ortica dedicato al cantautore e ad altri milanesi illustri — che stasera la band proporrà in diretta Facebook dal sagrato del Duomo. Il 24, dalle ore 14 alle 22, la band presenterà il disco dal vivo nelle piazze, dai Navigli a Crocetta a Porta Venezia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritrovata La scultura di Giuseppe Argenti «Il sonno dell’innocenza»
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l dibattito sui tesori d’arte dei depositi museali è di grande attualità. Quello che Salvatore Settis chiama il «patrimonio latente» giace lontano dagli occhi e spesso anche dal cuore, invisibile, nel limbo dell’oblio: pochissime a tutt’oggi le collezioni che aprono i propri depositi al pubblico permettendone la fruizione. Si è conquistata un posto in prima fila la nostra Galleria d’Arte Moderna, splendida per il contenuto e per il contenitore, la sontuosa Villa Reale di via Palestro: da settembre 2016 ha avviato l’operazione «Sottosopra», apertura ai visitatori dei sotterranei con giro tra le opere non esposte, quasi un migliaio, e visione diretta delle attività del laboratorio di re-
Cose mai viste stauro. «Un’esperienza in cui il pubblico scopre il fascino di un luogo nascosto, si rende conto del lavoro che sta dietro le quinte di un museo e può apprezzarne l’impegno», spiega Paola Zatti, conservatore della Gam. Il progetto e i restauri (eseguiti da Aconerre) sono stati possibili grazie alla partnership con Ubs, che sostiene ora
caso il nuovo disco della Woody Gipsy Band (foto), in uscita il 24 marzo su Spotify e le altre piattaforme digitali, si intitola «Djungle», un omaggio sia al chitarrista belga che alla giungla esistenziale e cittadina. Nove tracce inedite e una cover — «Faceva il palo», omaggio a Enzo Jannacci, con il relativo girato
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Dai depositi della Gam 93 pezzi freschi di restauro raccontano un secolo di scultura a Milano dal Neoclassicismo al ‘900
Dietro le quinte Paola Zatti, conservatore della Galleria d’Arte Moderna e curatrice della nuova esposizione
un ulteriore passo avanti nella valorizzazione della raccolta: apre i battenti dopodomani la mostra «100 anni. Scultura a Milano 1815-1915», 93 pezzi selezionati dai depositi e freschi di pulitura, 64 mai visti, tra tardo Neoclassicismo e primo Novecento. Una mostra di ricerca e di studio, diretta dalla stessa Zatti e realizzata da Comune di Milano e Gam in collaborazione con Università Cattolica, Università degli Studi e Politecnico. Un’occasione per rivalutare la scultura del XIX secolo, che fino agli anni Settanta del secolo scorso non è stata amata dalla critica. Un’occasione per scoprire che nel secondo Ottocento, dentro e fuori Brera, si era creata una «Scuola di Milano» che spopolava alle esposizioni internazionali in Europa e in America, tra virtuosismo tecnico e raffinata sensibilità estetica. Oggi i protagonisti quasi dimenticati di quella fiorente stagione meneghina trovano in Gam il loro riscatto. Accanto ai più celebri Grandi, Vela, Rosso e Wildt compaiono Barzaghi, Corbellini, Pandiani e molti altri, rimessi a fuoco con nuove analisi, attribuzioni e datazioni: il sensuale gesso «Il sonno dell’innocenza» di Giuseppe Argenti si credeva perduto ed è stato ritrovato, il marmo «Fausto e Margherita» di Antonio Tantardini, maestro di dettagli e finiture, svela il suo stretto rapporto con «Il bacio» di Hayez e promette di diventare un’icona per i selfie di coppia.
«Il percorso prende il via dal classicismo di Pompeo Marchesi, professore di Brera: omaggio dovuto perché questo museo è nato dal lascito della sua collezione privata nel 1862 — prosegue Zatti —. Ma subito si evolve verso il romanticismo, traspaiono i sentimenti, compaiono immagini storiche, letterarie e patriottiche. Poi si attraversa il verismo con i soggetti di genere, cari al gusto borghese della nuova committenza cittadina, per arrivare al realismo sociale e ai prodromi del simbolismo». Un itinerario cronologico e al tempo stesso tematico, che si allarga da antologia d’arte a quadro storico: in filigrana, attraverso la produzione scultorea, emerge il ritratto di una città vivace, vitale, creativa, la-
Sottosopra Il pubblico scopre il fascino di opere segrete e assiste agli interventi degli esperti boratorio di cultura, produttività e progresso. Una mostra, in più, non effimera: diverse opere entreranno a far parte del percorso espositivo permanente, la campagna di restauro continuerà, mentre i depositi riapriranno nell’ottica di diventare parte integrante dell’itinerario di visita. Chiara Vanzetto © RIPRODUZIONE RISERVATA
ALBERTO BURRI ENRICO CASTELLANI LUCIO FONTANA PIOTR UKLANSKI inaugurazione martedì 21 marzo 2017 dalle ore 18:00 alle ore 21:00 22 marzo - 5 maggio 2017
Via Senato, 20 - 20121 Milano - Italia | tel. +39 02 76006473 | mob. +39 3487421417 | fax. +39 02 799707 | info@galleriatega.it | www.galleriatega.it
28 CONTROCULTURA DAVANTI ALL'IMMAGINE
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Domenica 2 aprile 2017
Giornale»di • 2 aprile 2017 il «Il quadro Sgarbi Un lungo viaggio attraverso le meraviglie del mondo dell’arte. Ogni settimana in questa pagina il critico Vittorio Sgarbi racconterà l’opera di un grande maestro del passato o del presente - una tela, un affresco, una scultura, un’installazione - leggendola con un occhio
particolare. Non soltanto facendoci (ri)scoprire un gioiello dimenticato o lontano dai grandi itinerari del turismo culturale, ma anche facendone emergere i legami artistici e sociali con l’attualità. Una lezione di un intellettuale sempre fuori dal coro che ha molto da insegnarci.
LA MOSTRA ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA
Milano capitale italiana ✒ della scultura nell’800
Un secolo in 92 opere
La città visse una stagione intensa, fra temi romantici, mitologici, sociali e Neoclassicismo di Vittorio Sgarbi
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n secolo di scultura sommersa. È questo l’oggetto della mostra «100 anni. Scultura a Milano 1815-1915», realizzata e prodotta dalla Galleria d’Arte moderna di Milano in Villa Reale, con il patrimonio quasi sconosciuto delle proprie collezioni, senza prestiti, ma solo con rivelazioni e restauri, sotto la direzione di Paola Zatti e le cure di Omar Cucciniello e Alessandro Oldani. Una proposta nobile e orgogliosa, che supera la frequente esibizione voluttuaria di molte mostre, spesso inutili e neppure celebrative, che passano come un temporale d’estate. Qui invece vediamo ciò che era male o precariamente esposto, in un percorso sistematico, liberato (soprattutto i gessi) di una sporcizia dovuta alla trascuratezza, alla indifferenza per ciò che si ritiene di poca e occasionale importanza. Se ne era bene accorto, al limitare del percorso, nel 1924, Ugo Ojetti: «A vedere trascurate, anzi escluse, la pittura e la scultura nostre dell’800 da tutte le storie dell’Arte moderna scritte da stranieri, noi non gridiamo all’ingiustizia. Dopo Canova, nessun artista italiano ha avuto ammiratori e seguaci, come egli ebbe, in tutto il mondo. Padrona e maestra dell’arte per più di un secolo è stata meritatamente la Francia. Ma a mettere un poco d’ordine nella confusione, a ricollocare le troppo facili fame al loro posto di seconda fila, a riscoprire ascendenze e discendenze, un’esposizione siffatta darebbe questi vantaggi certi». Eccola, dopo quasi un altro secolo. Vero è che, di quel patrimonio raccolto e concentrato, manca l’opera più sensazionale, isolata, a poco più di cento metri, nel parco: la Trilogia: il santo, il giovane, il saggio del 1906, inamovibile e richiamata comunque nella precedente mostra, dedicata nella stessa sede all’autore, Adolfo Wildt. La vasta articolazione degli studi e i collegamenti con gli importanti monumenti nelle piazze milanesi, oltre alla ripartizione in soggetti mitologici post-canoviani, in proposte per esposizioni nazionali, in temi letterari, in Scapigliatura come dissoluzione della forma, in Realismo sociale, rendono questa occasione e il catalogo un momento notevole di conoscenza e approfondimento di una stagione dimenticata dell’arte italiana, in controcanto al caos denunciato nel 1937 in un eloquente articolo sul Corriere della sera: «Duecento statue prigioniere», gessi e marmi alla Villa Reale, sono «incarcerate in due grandi celle che formano la loro gipsoteca tempo-
il Giornale
ranea, ma sono sparse un po’ dappertutto, tra casa e giardino, nel lieto palagio: decorano gli atrii, sorvegliano gli accessi e i vestiboli, si spingono nelle aiuole a far da erme vigilanti... sco-
primmo due formìche sulle labbra di un Socrate, un bruco nel palmo di una Grazia. Non appena sulle statue torni un po’ di sole, gli insetti vanno sempre a trovarle. È il loro alpinismo
Da Tantardini a Vela, Magni Corbellini e molti altri Un percorso che valorizza le collezioni «di casa» AMORI
A destra, «La leggitrice» (1864) di Pietro Magni A sinistra, in alto «Faust e Margherita (Il bacio)» (1861) di Antonio Tantardini e in basso «Gioia» (1906) di Emilio Quadrelli come appariva prima del restauro cui l’opera è stata sottoposta per poterla presentare alla mostra «100 anni. Scultura a Milano 1815-1915» in corso fino al 3 dicembre alla Galleria d’Arte Moderna di Milano Gran parte delle opere della rassegna provengono infatti dai depositi della stessa galleria
Apertasi il 23 marzo, proseguirà fino al 3 dicembre la mostra «100 anni. Scultura a Milano 1815 - 1915», alla Galleria d’Arte Moderna di Milano (via Palestro, 16). Promossa e prodotta dal Comune di Milano e dalla GAM, e realizzata nell’ambito della partnership fra il museo e UBS, l’esposizione occupa, con 63 opere in marmo, gesso e bronzo restaurate per questa occasione, le sale delle mostre temporanee al piano terra, estendendosi anche alle collezioni permanenti dove sono esposte le altre 29 sculture incluse nel percorso che coinvolge così l’intero museo in un dialogo con i dipinti coevi.
primaverile, la loro villeggiatura di pietra». Le stesse, ordinate e pulite, ci conquistano ora per forza di racconto, superate le soglie del neoclassicismo. In particolare le interpretazioni di soggetti romantici in Tantardini (Faust e Margherita) o Zenobia di Giosuè Argenti; o la letteratura di evocazione lirica, come la purissima Preghiera del mattino di Vincenzo Vela, o la intensa Leggitrice di Pietro Magni, capolavori rimossi, o la dimenticata Fidanzata italiana di Giovanni Spertini, o la inquietante Pazza per amore di Antonio Galli, e via alle varie nudità di Ninfe, Dee, Flore di Barzaghi, Vela, Corbellini. La Scapigliatura si esprime nelle forme nuove di Giuseppe Grandi, al centro di Milano, con il monumento alle Cinque Giornate, e soprattutto con le disgreganti e disgregate invenzioni di Ernesto Bazzaro e Paolo Troubetzkoy. Nei grandi temi delle conquiste sociali, potentissimi appaiono Enrico Butti con il Minatore e Giulio Branca con l’Ave Maria. Notevolissime e vibranti di energia le prove di Riccardo Ripamonti (Ultimo Spartaco e Caino). Già nel futuro, in prossimità di Wildt e come un Carena del primo tempo in scultura, appare Emilio Quadelli, con Gioia, morbido e avvolgente come un Maillol, e tanto più vero.
«Avvenire» • 26 aprile 2017
Un secolo di scultura alla Gam
In mostra dai depositi cento opere restaurate per l’occasione ANDREA D’AGOSTINO
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l titolo ufficiale è Faust e Margherita, ma potrebbe tranquillamente intitolarsi Il bacio. «E sembra davvero la versione in marmo del capolavoro dipinto da Hayez» commenta Paola Zatti, a proposito della scultura di Antonio Tantardini esposta alla Gam. La direttrice della Galleria d’arte moderna di via Palestro è soddisfatta per quello che considera un punto d’arrivo dopo oltre 20 anni di ricerche: la mostra Cento anni di scultura a Milano, 1815-1915 che ha curato insieme a Omar Cucciniello e Alessandro Oldani e in corso alla Gam fino al 3 dicembre (realizzata con il contributo di Ubs). L’opera di Tantardini è stata una delle tante piccole, grandi riscoperte durante i lavori di preparazione della rassegna: 64 opere dai depositi del museo sono state ripulite con una tecnologia innovativa (e tutta italiana), utilizzando il gel di Agar, ricavato da un’alga giapponese, che una volta applicato sul gesso lo ripulisce in profon-
dità. Come pure il marmo. Il risultato lo si può ammirare nelle sale al pianterreno che ospitano la rassegna: una panoramica della scultura lombarda lungo un intero secolo con le 64 opere "come nuove" divise in sei sezioni, più altre trenta al piano supe-
Il percorso Divisi in sei sezioni, i pezzi esposti - tra cui i modelli in gesso di molti monumenti ripercorrono un lungo periodo di storia milanese riore, in dialogo con i dipinti coevi della collezione permanente. Si inizia con i soggetti mitologici di età neoclassica e si prosegue con i temi romantici della letteratura - dove si trova la scultura di Tantardini -, per arrivare poi alla fine del secolo, con la
sezione dedicata alla crisi e alle dissoluzione della forma: dalle sperimentazioni di Vincenzo Vela alla rottura delle masse di Giuseppe Grandi, al rinnovamento a cavallo dei due secoli da parte di Medardo Rosso. Ultima parte, le tensioni sociali di inizio Novecento: nel 1891 si inaugurò la prima esposizione Triennale di Brera, dove comparvero soggetti raffiguranti il lavoro e le ingiustizie sociali (Luigi Secchi ed Emilio Quadrelli), affiancati ad opere di stile simbolista, che trovano il suo massimo rappresentante in Adolfo Wildt. Un discorso a parte merita la quarta sezione La costruzione della nazione: troviamo qui i modelli in gesso dei tanti monumenti eretti in epoca risorgimentale, dall’Alessandro Manzoni di piazza San Fedele a Milano al Vittorio Emanuele II per la piazza Castello di Lodi (sono qui esposti i busti in gesso di Francesco Barzaghi), alle figure che popolano il grande monumento alle Cinque giornate nell’omonima piazza, l’opera più famosa di Grandi. Anche per questo, spiega la
GIUDIZI DELLA COMMISSIONE VALUTAZIONE FILM, NOMINATA DALLA CEI
RACCOMANDABILE: film positivo o comunque privo di elementi negativi, di elevato valore formale, ricco di contenuti etico-culturali
Alessandro Puttinati, «Masaniello»
curatrice, sono previsti percorsi in città nei luoghi legati a queste opere, come il Cimitero Monumentale o l’Arco della Pace. Non solo: a maggio aperiranno stabilmente i depositi della Gam nei fine settimana, con un biCONSIGLIABILE: film sostanzialmente positivo, perciò destinato alla programmazione ordinaria
(Marilena Anzani©Aconerre)
glietto a parte. In questi giorni, infine, è in uscita anche la guida del museo pubblicata da Officina Libraria (che edita anche il catalogo della mostra). Info e orari: www.gam-milano.com.
COMPLESSO: film che non può essere accettato globalmente per la presenza di alcuni aspetti fortemente problematici dal punto di vista morale
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«Cono paese È il tito Fondo le, visit la Rea mostra Bazzo le sezi duttiva sempi ni che fragile re" na coste d ritorio" saggio ce in f gono» la "Bri per ra che p menti a caus Il Fai, in colo fo conco zioni, i conco raccon
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FUTILE: film privo di autentici contenuti etico-culturali e/o di valori formali, trattati comunque con superficialità
I SIMPLE MINDS DOMANI IN CONCERTO Domani alle 21, al teatro Arcimboldi in viale dell’Innovazione 20, appuntamento live con i Simple Minds (nella foto), in occasione del loro Acoustic Tour 2017. Ad aprire il concerto della band - che è una vera e propria icona nella storia del rock - sarà la cantautrice scozzese Kate Victoria "K.T." Tunstall.
SCONSIGLIAT proponibile per la etico-culturali e p immorale o licen
«Il Sole 24 ORE» • 8 maggio 2017
«Alias», supplemento domenicale de «Il Manifesto» • 17 settembre 2017