La Milano dei Navigli di Dante Isella RASSEGNA STAMPA
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«Il Corriere della Sera» • 01 dicembre 2017
Venerdì 1 Dicembre 2017 Corriere della Sera
Cultura
L’arte di scomparire di David Bowie Il podcast è online www.corriere.it/lalettura
A quasi due anni dalla morte di David Bowie, avvenuta il 10 gennaio 2016, la casa editrice Arcana ha pubblicato David Bowie. L’arte di scomparire (pagine 285, e 19,50). Il libro è firmato da Francesco Donadio, che lo scorso anno in Fantastic Voyage, sempre per Arcana, raccoglieva e commentava i testi di tutti i brani della star. Ora Donadio indaga gli ultimi dodici anni della vita di Bowie (dal 2004 al
2016), che l’«Uomo delle Stelle» ha trascorso lontano dai riflettori, salvo riapparire per l’uscita dei dischi The Next Day (2013) e Blackstar (2016) e del musical Lazarus (2015-2016). Bowie, le sue canzoni, e il libro di Donadio sono protagonisti della nuova puntata di RadioLibri.it, la web radio letteraria, in anteprima su corriere.it/lalettura. Online anche i podcast precedenti.
Maestri A dieci anni dalla scomparsa escono «La Milano dei Navigli» (Officina Libraria) e altri due testi
Nella corrente di Dante Isella Autori di ieri, di oggi e dell’altro ieri: ritorna, attualissima, la geniale vitalità del critico di Paolo Di Stefano
I
l viaggio delle acque, così si intitola la prefazione di Giovanni Agosti a La Milano dei Navigli di Dante Isella, che Officina Libraria ripropone a trent’anni dalla sua prima uscita, del 1987, quando apparve, con altri testi, lasciando insoddisfatto il suo autore. È stato un lungo viaggio quello di Isella, che si è concluso dieci anni fa dopo una vita intensa e operosa di filologo e critico. Un viaggiatore per le acque spesso sotterranee di testi che solo grazie alla sua cura sono emerse alla luce del giorno e agli onori della storia letteraria. Autori come Carlo Maria Maggi, Carlo Dossi o Delio Tessa, e persino Carlo Porta e Carlo Emilio Gadda, Alessandro Manzoni ed Eugenio Montale non sarebbero oggi quel che sono, nella loro totalità e complessità, se Isella non vi si fosse applicato ricostruendo testi e contesti, scovando inediti, stabilendo connessioni, proponendo nuove letture, nuove prospettive, nuovi metodi. In una poesia dei primi anni Sessanta, intitolata A un distributore, il suo futuro amico (tra i più cari) Vittorio Sereni racconta così il primo incontro con lo studioso: «Subito fuori da Mendrisio, al bivio/ per Varese./ “Non ci siamo mai visti, ma/ ci conosciamo, — disse — sono Isel-
la”./ O azzurra fermezza di occhi di re/ di Francia rimasti con gioia in Lombardia...». Nella sua un po’ altera signorilità di modi, Isella appariva come un uomo distante ma in nessuno studioso come in lui si avverte una tale adesione umana e morale rispetto agli autori affrontati: a questa tensione di verità e di fedeltà si deve la battaglia condotta (e vinta) contro lo «pseudoMontale» inventato da Annalisa Cima (gli articoli uscirono sul «Corriere» e confluirono poi nel volume Dovuto a Montale). E a ciò si aggiunge la capacità di coltivare una vera e propria scuola iselliana, con la formazione di piccole équipe di specialisti su ciascun autore. A chi gli domandava qual era il grado di partecipazione del filologo alla sua materia, rispondeva: «Credo che lo studioso si debba occupare di cose che ama. In Dossi e in Porta io ho trovato lo stimolo alla conoscenza di mondi che erano concatenati al mio modo di sentire la realtà. Non si tratta mai di scelte asettiche, ma di scelte che nascono dalla passione di lettore, di individuo che va esplorando. Ecco perché Fenoglio anziché Landolfi, che pure mi piace, ecco perché Sereni anziché Caproni. Ci sono consonanze anche biografiche, vitali». Consonanze non solo geografiche per quello che veniva chiamato il Gran Lombardo, alludendo al personaggio del suo amico Elio Vittorini: perché Isella è sì, indubbiamente, il più sensibile rabdomante della Lombardia letteraria, ma non si possono dimenticare le pagine su Dante, Tasso, Foscolo, De Sanctis, Carducci, D’Annunzio, Vittorini e Fenoglio, senza parlare dei fondamentali contributi sul ligure Montale. L’ampiezza dei suoi interessi viene registrata a pieno nella bibliografia, che le Edizioni del Galluzzo mandano in libreria per le cure di Pietro De Marchi e Guido Pedrojetta. I quali, nell’introduzione, sottolineano tra l’altro la presenza straordinaria del maestro: «Sarà anche vero che si “fa scuola” più con gli scritti che dalla cattedra, eppure a Pavia, come successivamente a
Amici
Filologo
● Dante Isella (Varese, 1922Milano, 2007) ha insegnato nelle Università di Catania, Padova, Pavia, Zurigo e Friburgo. Con Maria Corti, d’Arco Silvio Avalle e Cesare Segre, ha diretto la rivista «Strumenti critici». Tra i suoi contributi fondamentali, si ricordano le edizioni di Maggi, Parini, Dossi, Porta, Tessa, Fenoglio, Montale, Sereni. Ha diretto l’edizione delle opere complete di Gadda e l’edizione critica de I promessi sposi. Tra i volumi di critica: I lombardi in rivolta (1984), L’idillio di Meulan (1994), Lombardia stravagante (2005), Le carte mescolate vecchie e nuove (2009)
Nella foto qui a fianco: Dante Isella (a sinistra) con il pittore Ennio Morlotti (fotografia di Piera Frai) negli anni Settanta, a Colle di Brianza. Nella foto più in basso, a sinistra: Isella mentre guarda Renato Guttuso al lavoro su una tela (Archivio Giovanni Giovannetti). A 10 anni dalla scomparsa di Isella il Fai, Fondo ambiente italiano, in collaborazione con il Comune di Varese e grazie al sostegno di Jti, presenta a Villa Panza (Varese), da domani al 28 gennaio, la mostra Amori di Dante Isella. Arte Letteratura Milano Varese, a cura di Giovanni Agosti e Anna Bernardini
Zurigo, chi aveva orecchi non si è lasciato sfuggire l’occasione di imparare. Isella ha fatto scuola: proprio con la collaborazione di ex allievi pavesi, e nel breve volgere di pochi anni, è stata portata a termine la monumentale edizione in cinque volumi delle Opere di Carlo Emilio Gadda. Un maestro, amava ripetere Isella, può trasmettere ai suoi allievi solo la passione per gli studi (“una passione non qualunque”) e un metodo rigoroso di lettura dei testi: il metodo va appreso; la passione sa essere contagiosa, anche se, come nel suo caso, per discrezione parla sottovoce». Alla scuola gaddiana, che ha
Passione Amava coloro verso i quali sentiva una «consonanza» esistenziale
Domani a Varese, lunedì 4 a Milano
In mostra i quadri e le opere che raccolse e un incontro sui tre nuovi volumi
A
dieci anni dalla scomparsa di Dante Isella (Varese, 1922Milano, 2007) due manifestazioni ricorderanno il filologo e critico letterario, docente all’Università di Pavia e al Politecnico di Zurigo. Domani sabato 2 dicembre, a Villa Panza di Varese, si inaugura una mostra che documenta — attraverso la sua collezione di dipinti, disegni, incisioni e sculture — i suoi interessi artistici e il suo approccio filologico così come l’amore per il Sacro Monte di Varese. Alle 11.30 interverranno tra gli altri, oltre al sindaco Davide Galimberti, il vicedirettore del Fai, Marco Magnifico, il direttore di Villa Panza, Anna Bernardini, e lo storico dell’arte Giovanni Agosti, curatore della
mostra. Lunedì 4 dicembre, alla Biblioteca Braidense di Milano (ore 17.30), si terrà un incontro con Giovanni Agosti, Carlo Carena, Pietro De Marchi, Mariella Goffredo, Lino Leonardi, Pier Vincenzo Mengaldo, Guido Pedrojetta. Verranno presentati tre libri in uscita: la Bibliografia degli scritti di Dante Isella, a cura di Pietro De Marchi e Guido Pedrojetta (Edizioni del Galluzzo); La Milano dei Navigli. Passeggiata letteraria, con prefazione di Agosti (Officina Libraria); Amici pittori. Da Guttuso a Morlotti, con prefazione di Pier Vincenzo Mengaldo (Archinto editore, in libreria dal prossimo gennaio), che raccoglie gli scritti di critica d’arte. © RIPRODUZIONE RISERVATA
portato al varo della rivista «I quaderni dell’Ingegnere», si aggiunge il laboratorio manzoniano sull’edizione del romanzo nelle sue varie stesure, dalla prima minuta del Fermo alla seconda minuta dei Promessi sposi. Un’officina che alimentò e diresse fino agli ultimi mesi di vita senza risparmio di energie. Senza dimenticare che fu protagonista, fino agli anni 90, di quel cantiere aperto di studi filologici che fu l’Università di Pavia, con Cesare Segre, Maria Corti, Franco Gavazzeni, Cesare Bozzetti, Antonia Benvenuti-Tissoni. Sin dalla tesi di laurea su La lingua e lo stile
essersi dedicato per un decennio alla regia di cortometraggi e alle produzioni televisive (anche per la Rai), che ha tro«Il Giornale vato il modo di intrecciare le due attività inaugurando una webserie nella quale descrive attraverso brevi video le sue giornate al lavoro sul trattore.
me si dice» venne premiato mosse lo stile narrativo della dal concorso HeArtBeats pre- serie. Prove generali che hansieduto da Francis Ford Cop- no delineato lo spirito dell’inipola, a Venezia) e•aveva appre- ziativa, espresso nell’alchimia di Brescia» 27 dicembre 2017 so la sua svolta agreste con cu- tra contenuto delle immagini, riosità, unita ad un fremito di forma del racconto e approcdispiacere per la sospensione cio nell’ottica della sostenibilidell’attività creativa. «Avevo tà. iniziato a concepire il cinema Il percorso video svela una
Dante Isella: il nume di grandi imprese in letteratura L’anniversario Dieci anni fa l’addio allo studioso che fu maestro indiscusso per tanti letterati
stata segnata in modo profondo e luminoso dal magistero di Gianfranco Contini, incontrato in Svizzera nel 1944: Contini insegnava Filologia romanza all’Università di Friburgo, dove Isella si trovava come internato civile. Maestri. Quell’insegnamento
A Brescia nel 1996. Dante Isella
Dieci anni fa (l’anniversario cadeva esattamente il 3 dicembre scorso) moriva Dante Isella, uno dei filologi più importanti dell’Italia contemporanea. Isella era nato a Varese nel 1922 e la sua formazione era
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e la devozione al maestro rimasero indelebili per lo studioso che, dedicandosi prevalentemente ad autori lombardi (pur senza trascurare un ligure come Eugenio Montale, o romagnoli come Raffaello Baldini e Ferruccio Benzoni) e lavorando di preferenza sulle loro varianti, allestì fondamentali testi critici di Giuseppe Parini, Carlo Porta, Carlo Dossi, Delio Tessa, Vittorio Sereni e Carlo Emilio Gadda. Proprio attorno alle opere di Carlo Emilio Gadda e di Alessandro Manzoni, le due magnanime ombre milanesi, Dante Isella ha impiantato grandi cantieri, in collaborazione con i suoi allievi, che hanno prodotto edizioni radicalmente nuove. La capacità di avviare grandi imprese collettive, come quella di tornare sul proprio operato per migliorarlo in un
processo di metodica correzione, sono state due cifre costanti dell’agire di Isella: caratteristiche degne della più illuminata laboriosità lombarda, fuori dalla retorica grottesca cui una nobile tradizione civile viene spesso fatta segno. Energica intelligenza. Per ricor-
dare tanta energica intelligenza, piace vedere in questi giorni un po’ di movimento in libreria. Esce un’utile «Bibliografia degli scritti di Dante Isella» a cura di Pietro De Marchi e Guido Pedrojetta (Firenze, Edizioni del Galluzzo, s.i.p.), che informa sulla vasta produzione dello studioso: ogni titolo è accompagnato da una scheda essenziale ma esauriente. Archinto raccoglie invece i suoi scritti dedicati alle arti («Amici pittori. Da Guttuso a Morlotti», 15 euro): Isella fu collezionista appassionato e frequentò molti artisti, per i cui cataloghi gli capitò spesso di comporre brevi e penetranti testi introduttivi. Il volume comprende pure un interessante dialogo del 1995 sui rapporti tra filologia e storia dell’arte. Bellissimo, poi, «La Milano dei Navigli. Passeggiata letteraria» (prefazione di Giovanni Agosti, Officina Libraria, 14 euro), un itinerario quasi sentimentale, mal pubblicato nel 1987 e qui restituito a una precisione "iselliana", la cui fascinosa generosità ricorda la conversazione di un gentiluomo d’altri tempi. // ANDREA CANOVA
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«La Repubblica» • 03 gennaio 2018
«Il Giornale dell’Arte» • 29 gennaio 2018
«Il Foglio» • 09 febbraio 2018
«Bell’Italia» • 01 marzo 2018
«Alias», supplemento domenicale de «Il Manifesto» • 11 marzo 2018
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