DAI MACCHIAIOLI AL NOVECENTO - Opere dalla collezione Olschki

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Dai macchiaioli al Novecento Opere dalla collezione Olschki le case della vita 1 Casa Museo di Ivan Bruschi Corso Italia, 14 - Arezzo


I Macchiaioli e il Novecento Opere della collezione Olschki 5 luglio - 10 novembre 2013 Casa Museo di Ivan Bruschi, Arezzo Mostra a cura di Carlo Sisi Daniele Olschki

Allestimento Luigi Cupellini

Organizzazione Fondazione Ivan Bruschi amministrata da Banca Etruria

Sito web www.fondazionebruschi.it www.bancaetruria.it

Casa Museo di Ivan Bruschi. Corso Italia, 14. 52100, Arezzo. Tel. 0575/354126 casamuseobruschi@gmail.com Orario invernale 10 - 13/14 - 18; estivo 10 - 19. (Chiuso il lunedĂŹ).


1 Introduzione alla mostra

Introduction to the exhibition

È nella Firenze degli anni della Restaurazione che si collocano i primi quadri della mostra dipinti da Giuseppe Moricci e da Giovanni Signorini, brani di vita cittadina che illustrano i tranquilli rituali della capitale dei Lorena – dal mercato in piazza alle feste popolari – con lo stile che quei pittori fiorentini desumevano dal vedutismo lombardo e dalla grande tradizione settecentesca locale, che riconosceva il proprio campione in Giuseppe Zocchi. Esempi di moderato realismo che verranno integrati, a partire dagli anni Quaranta, nel laboratorio sperimentale del Caffè

The first paintings of the exhibition by Giuseppe Moricci and Giovanni Signorini find us in Florence during the Restoration years, snapshots of city life that illustrate the quiet rituals of the capital of Lorraine – from the market in the square to folk festivals – with the style that the Florentine painters based on the Lombard vedute and the great local tradition of the eighteenth century embodied by Giuseppe Zocchi. Examples of moderate realism that would be integrated, as of the 1840’s, in the experimental workshop of Caffè Michelan-

Giovanni Signorini, Il Palio dei cocchi in Santa Maria Novella, 1844.


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Lorenzo Gelati, Marina (Antignano).

Serafino De Tivoli, Paesaggio “seconda maniera�.


3 Michelangiolo frequentato da giovani artisti impegnati soprattutto a contraddire polemicamente i canoni imposti dall’Accademia, ma anche disposti a partire per le battaglie risorgimentali. “Dopo il 1848 in via Larga, – ricordava Diego Martelli in una sua celebre conferenza – in un caffè che prendeva il nome da Michelangelo, si riunivano quasi tutti gli artisti della città. È con un sospiro che rammento quei tempi, e quelle veglie, né vi rincresca che ve ne faccia parola, perché nella storia di quel caffè si riassume tutta quanta la storia dell’arte nostra toscana, e si ripercuote gran parte di quella italiana”. Superamento dei generi tradizionali a cominciare dalla pittura di storia, studio della natura senza il filtro dei ‘maestri’, analisi dei fenomeni luminosi con il sussidio di stru-

giolo, which was frequented by young artists seeking above all to controversially contradict the canons imposed by the Academy, but also willing to fight in the battles of the Risorgimento. “After 1848 almost all the artists in the city gathered in via Larga, – remembered Diego Martelli in a famous conference of his – in a coffee shop that took its name from Michelangelo. But it is with a sigh that I remember those times, those meetings, nor do I regret the words spoken there, because the history of that coffee shop is the history of our Tuscan art as well as Italian art”. Going beyond traditional genres beginning with the painting of history, the study of nature without the filter of the ‘masters’, the analysis of light with the aid of scientific instru-

Odoardo Borrani, Chiostro di San Gaggio, 1865.

Giovanni Mochi, La moglie.


4 menti scientifici: erano questi i principali obbiettivi degli assertori della macchia, vale a dire della sintesi di forma e colore che caratterizzerà le ricerche toscane sino alla vigilia dell’Unità. Come dimostrano i quadri di Gelati, di Serafino De Tivoli, di Abbati, di Borrani, di Fattori, di Lega, il moderno pittore di paesaggio lavorava a diretto contatto con la natura di cui indagava le innumerevoli variazioni cromatiche così da perseguire la verosimiglianza attraverso una resa pittorica attentamente calibrata sull’alternanza dei chiari e degli scuri, della luce e dell’ombra. Fu importantissimo a questo proposito l’esempio fornito dai pittori della scuola di Barbizon ammirati anche dai toscani al Salon del 1855, dove Saverio Altamura ebbe modo di constatare lo stile innovativo adottato dai francesi nel tradurre sulla tela la variabilità atmosferica del paesaggio finalmente diventato genere autonomo. A detta di Telema-

ments: these were the main objectives of the advocates of macchie, the synthesis of form and colour that would characterise Tuscan research until the eve of Italian Unification. As demonstrated by the paintings of Gelati, Serafino De Tivoli, Abbati, Borrani, Fattori and Lega, the modern landscape painter worked in direct contact with nature, probing its countless colour variations to pursue a similarity through a pictorial style carefully focused on the alternation of light and dark. Of great importance was the example provided by the painters of the Barbizon School, admired even by Tuscans at the Salon of 1855, where Saverio Altamura saw the innovative style adopted by the French when translating onto canvas the atmospheric variability of the landscape, which had finally become a genre in its own right. According to Telemaco Signorini, the innovative

Luigi Gioli, Maremma, 1890.


5 co Signorini fu nel 1867 che si concluse l’esperienza innovativa del Caffè Michelangelo e si determinò la diaspora dei suoi irrequieti componenti, con il conseguente affermarsi delle correnti che, nella seconda metà del secolo, coniugheranno i temi del realismo con le componenti naturalistiche della cosiddetta ‘pittura dei campi’, espressa in brani di vita domestica (singolari quelli dipinti da Giovanni Mochi nel suo soggiorno in Cile), densi spesso di suggestioni letterarie quando non direttamente rappresentativi di coinvolgenti stati d’animo. Tali sono gli scorci di padule e gli anfratti boscosi di Eugenio Cecconi, le gioie materne preferite da Cesare Ciani, le figurette sperse nella campagna di Lodovico Tommasi, le visioni di Maremma di Luigi Gioli: brani di vita e di natura che, nell’abbreviata espressione cromatica, ci appaiono quasi traduzioni figurative di analoghi ‘cammei’ lirici di

role played by Caffè Michelangiolo ended in 1867 and this resulted in the migration of its restless advocates with the consequent affirmation of the currents which, in the second half of the century, would combine the themes of realism with the natural components of the socalled ‘pittura dei campi’, expressed in snapshots of domestic life (those by Giovanni Mochi during his stay in Chile were quite unique) often full of literary motifs when not directly representative of compelling moods. The wet lands and wooded ravines of Eugenio Cecconi, the motherly joy preferred by Cesare Ciani, the comical figures in the countryside of Lodovico Tommasi, the visions of Maremma by Luigi Gioli are all this: depictions of life and nature that, in their abbreviated chromatic expression, appear to us almost as figurative translations of similar lyrical ‘cameos’ by

Llewelyn Lloyd, Golfo di Procchio, 1909.


6 Carducci o di Pascoli. Traslati letterari e stati d’animo fanno anche parte della poetica simbolista alla quale si ascrive la svolta stilistica determinata dalle teorie del divisionismo, cui appartengono i primi lavori di Llewelyn Lloyd condotti in Liguria accanto a Discovolo e Lori; immagini di studiato cromatismo che il pittore svilupperà in seguito nei solari paesaggi dell’Isola d’Elba, sostituendo al tocco diviso la compatta e insieme trasparente stesura di colore che anche Oscar Ghiglia desumeva dalle condivise passioni rivolte, nella Toscana del primo Novecento, alla pittura di Cézanne.

Carducci or Pascoli. Literary metaphors and moods are also part of the Symbolist poetry responsible for the stylistic sea change determined by the theories of divisionism, to which the first works of Llewellyn Lloyd, produced in Liguria beside Discovolo and Lori, belong; images of studied chromatism that the painter would later develop in the sunny landscapes of the Island of Elba, by replacing separate colours with compact and transparent colour that even Oscar Ghiglia adopted as a result of his shared passion, in early Twentieth Century Tuscany, for the paintings of Cézanne.

Carlo Sisi

Llewelyn Lloyd, Barca al tramonto, 1936.

Lodovico Tommasi, Donna che cuce.


7 La famiglia e la collezione

The family and the collection

La storia di una famiglia scorre spesso su un filo sottile, a volte interrotto qua e là dal riserbo di uno dei protagonisti, a volte deviato da una narrazione encomiastica dei fatti e dei personaggi. Il sedimentarsi delle tessere mancanti, sovrastate dai passaggi fin troppo evidenti, dà spesso origine a una storia incompleta e falsata nel suo originale fluire. È peculiare che a riavvolgere il filo di una storia familiare possano essere le vicissitudini di una collezione, il suo formarsi e implementarsi attraverso le generazioni, tutte sensibili allo svolgersi del medesimo percorso artistico. I 147 dipinti raccolti nel corso di un secolo dai membri della famiglia hanno infatti alle loro spalle pagine di una storia che Francesca Dini e Alessandra Rapisardi hanno magistralmente ricostruito attraverso scritti, foto e documenti restituiti dall’oblio dei bauli. Tra la committenza che Giovanni Del Greco affida a Giovanni Fattori per fissare in tre dipinti le sue imprese garibaldine e la marina di Llewelyn Lloyd, che Marcella Olschki acquista negli anni sessanta, passano all’incirca cento anni, un secolo nel corso del quale l’avvicendarsi delle generazioni si intreccia con la storia del nostro paese. Sopiti gli ardori del sogno unitario che avevano spinto Del Greco a partecipare alla spedizione dei Mille e alle guerre d’Indipendenza, si deve far conto con la costruzione di un’identità nazionale, in un periodo in cui al fermento

Family histories are often delicate matters, sometimes incomplete in places because of the privacy of one of the protagonists, sometimes modified by encomiastic descriptions of the facts and personalities. The existence of these missing parts, completely overshadowed by the chapters that are all too familiar, often gives us an incomplete and distorted picture of the facts. It is strange how the history of a family can be unravelled by the vicissitudes of

Giovanni Del Greco garibaldino, 1860.


8 di nuove idee e scoperte si contrappone l’arretratezza culturale e la difficile situazione sociale in cui versa gran parte della popolazione. La necessità di impegnarsi in questa doppia emergenza è particolarmente sentita nella cerchia di intellettuali fiorentini nella quale gravita anche l’architetto Giacomo Roster, che ha partecipato con Giuseppe Poggi alla ricostruzione urbanistica di Firenze Capitale. Era inevitabile che le due famiglie si incontrassero ed era destino che il figlio di Giacomo, Alessandro, prendesse in sposa la figlia di Giovanni Del Greco, Emma.

Alessandro Roster ritratto da Alfredo Galli nel 1908.

a collection, its formation and influence throughout the generations, all of which eager to continue along the same artistic path. The 147 paintings collected over a 100-year period by the family have a history behind them that Francesca Dini and Alessandra Rapisardi have masterfully reconstructed through writings, photos and documents retrieved from the oblivion of the trunks. There was around a hundred years between Giovanni Del Greco’s commissioning of Giovanni Fattori to produce three paintings of his Garibaldian exploits and the marina of Llewellyn Lloyd, which Marcella Olschki bought in the 1960s, a century in which the generational handover is intertwined with the history of our country. The burning passion that had fired dreams of a united Italy and pushed Del Greco to participate in the Expedition of the Thousand and the Wars of Independence having cooled, it was time to construct a national identity at a time when the fermenting of new ideas and discoveries contrasted with the cultural backwardness and the difficult social situation that affected most of the population. The need to address this dual emergency was keenly felt among the circle of Florentine intellectuals that also included architect Giacomo Roster, who had worked with Giuseppe Poggi on the urban reconstruction of capital city Florence. The meeting of the two families was inevitable and it was destiny that the son of Giacomo, Alessandro, would marry the daughter of Giovanni Del Greco, Emma.


9 Alessandro è persona dai molteplici interessi, aperto alle innovazioni di fine secolo. Si laurea in medicina e condivide con il suocero, oltre alla professione, anche il forte impegno sociale che lo vede fondare nel 1890 la “Guardia medicochirurgica permanente” al fine di sostenere le madri indigenti (è medico ginecologo). La sua specializzazione e la sua sensibilità verso le problematiche della realtà femminile di fine ’800 lo impegnano in una battaglia di rivalutazione della figura della donna, che trova sbocco nella pubblicazione di un ponderoso trattato, Femina superior, nel quale contesta

Alessandro had many interests and was open to the innovations of the end of the century. He graduated in medicine and, in addition to his profession, also shared a strong sense of social commitment with his father-in-law, founding in 1890 the “Guardia medico-chirurgica permanente” in order to support poor mothers (he was a gynaecologist). His specialisation and sensitivity towards female issues at the end of the 1800’s saw him engaged in a battle to re-evaluate the figure of the woman, resulting in his publication of a weighty treatise, Femina superior, in which he contested the

Emma Del Greco Roster nel salotto di Via XX settembre nel 1916. Alle pareti i quadri della collezione.


10 le riduttive tesi del neurologo tedesco Moebius. Alessandro Roster è anche artefice principale dell’implementarsi della collezione, che si arricchisce seguendo il suo attento gusto di collezionista. La trasmissione dei quadri alle generazioni dei Rapisardi e degli Olschki avviene attraverso le due figlie di Alessandro e Emma, Renata e Rita. Ambedue vivono insieme ai rispettivi mariti gli incontaminati paesaggi dell’Elba degli anni venti che più avanti si fisseranno nella pittura e nell’amicizia con Lloyd,

reductive thesis of German neurologist Moebius. Alessandro Roster was also the principal artifice of the collection, which was enriched on the basis of his discerning collector’s eye. The passing on of the paintings to the generations of the Rapisardi’s and Olschki’s took place through the two daughters of Alessandro and Emma, Renata and Rita, who both lived with their respective husbands in the unspoiled landscapes of 1920’s Elba, which later on would become features of the paintings and their friend-

La famiglia Olschki raggiunge Procchio sulle strade sterrate dell’Isola d’Elba nel 1925.


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In alto: Procchio, Isola d’Elba 1925. Sull’asinello a sinistra Giancarlo Rapisardi, su quello a destra Marcella Olschki, al centro Rita Roster Olschki con in braccio Raimonda Rapisardi, a sinistra è tenuto in braccio Alessandro Olschki. A sinistra: Lloyd sulla spiaggia di Procchio (Isola d’Elba) nel 1927 mentre dipinge il quadro della Baracchina. Sopra: Llewelyn Lloyd, Baracchina a Procchio, 1928.


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La famiglia sul pontile di Procchio.

Llewelyn Lloyd, Pontile a Procchio.

che, con le sue evocative riprese elbane, influenzerà le ultime acquisizioni della quarta generazione di Giancarlo Rapisardi e di Marcella Olschki. Nella pittura dell’amico Llewelyn essi ricercheranno l’incantata quiete dell’Elba della loro infanzia, che di lì a pochi anni sarebbe stata turbata profondamente dal passaggio della guerra e dalle precedenti leggi razziali del ’38.

ship with Lloyd who, with his evocative renderings of Elba, would shape the final acquisitions of the fourth generation, Giancarlo Rapisardi and Marcella Olschki. In the paintings of their friend Llewellyn they sought the enchanting tranquillity of the Elba of their childhoods, which just a few years later would be profoundly affected by the outbreak of war and the previous racial laws of 1938.

Daniele Olschki


Tesori, curiosità e i più svariati oggetti d’antiquariato testimoniano la passione per l’arte e la curiosità intellettuale di Ivan Bruschi, fondatore della Fiera Antiquaria di Arezzo. Dietro la bella e severa facciata del trecentesco Palazzo del Capitano del Popolo la Fondazione Bruschi, erede dell’illustre aretino da cui prende il nome, svela i suoi tesori. Non un museo, nemmeno solo una casa. Soprattutto un luogo di suggestioni e di stati d’animo, atmosfere e dettagli. Treature, peculiarities, and the most varied collection of antiques are witness of passion for art, vast intellectual curiosity and proven professionalism of Ivan Bruschi, which founded the Fiera Antiquaria of Arezzo. Behind the beautiful and austere façade of the 14th century Palazzo del Capitano del Popolo, the Ivan Bruschi Foundation, heir of the illustrious son of Arezzo for whom it is name, unveils its fabulous treasures. Neither a museum nor a house. Above all, it is a place of splendid suggestions and states of mind, of atmospheres and details.


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Casa Museo di Ivan Bruschi Corso Italia, 14 ~ Arezzo

Casa Editrice Leo S. Olschki Viuzzo del Pozzetto 8, 50126 Firenze Tel. (+39) 055.65.30.684 ~ Fax (+39) 055.65.30.214 www.olschki.it


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