Stanislav Grof - La nuova psicologia

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LA NUOVA PSICOLOGIA / Stanislav Grof

Finché non cambieremo il nostro modo di pensare, psichiatria e psicologia non saranno in grado di comprendere realmente la natura e l’origine della spiritualità, né sapranno apprezzare il ruolo importante che essa svolge nella psiche umana e nello schema universale delle cose. Riconsiderare il ruolo della spiritualità nella vita umana, ridisegnando la cartografia della coscienza, è quindi essenziale al fine di comprendere la storia rituale, spirituale e religiosa dell’umanità: lo sciamanesimo, i riti di passaggio, gli antichi misteri di morte e rinascita e le grandi religioni del mondo. Senza questi cambiamenti radicali nel nostro modo di pensare, le preziose esperienze potenzialmente guaritrici ed euristicamente inestimabili, le “emergenze spirituali”, saranno mal diagnosticate come psicotiche e trattate con farmaci soppressivi. Stanislav Grof è il padre della psicologia transpersonale e della Respirazione Olotropica. Tra le sue pubblicazioni ci sono oltre centocinquanta articoli in riviste professionali e più di venti libri tradotti in molte lingue, tra cui Psicologia del futuro, Quando accade l’impossibile, L’ultimo viaggio, Guarire le ferite più profonde, La tempestosa ricerca di se stessi e Respirazione Olotropica (gli ultimi due con Christina Grof).

Stanislav Grof

LA NUOVA PSICOLOGIA

€ 10

L’eredità di cinquant’anni di ricerca sulla Coscienza 9 788897 864318

SPAZIO INTERIORE

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Stanislav Grof La nuova psicologia titolo originale: Revision and Re-Enchantment of Psychology traduzione di Andrea Colamedici e Maura Gancitano © 2013 Stanislav Grof © 2013 Spazio Interiore Tutti i diritti riservati Edizioni Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli 46 • 00176 Roma Tel. 06.90160288 www.spaziointeriore.com info@spaziointeriore.com copertina Francesco Pandolfi I edizione: ottobre 2013 ISBN 88-97864-31-8 finito di stampare nell’ottobre 2013 presso csr Centro Stampa e Riproduzione, Roma


INDICE

revisione e re-incanto della psicologia . . . . . 5 la natura della coscienza e la sua relazione con la materia. . . . . . . . . . . . . . 19 la nuova cartografia della psiche umana. . . 27 natura, funzione e architettura dei disturbi emotivi e psicosomatici . . . . . . . 43 meccanismi terapeutici efficaci. . . . . . . . . . 47 strategie di psicoterapia e di auto-esplorazione . . . . . . . . . . . . . . . . 51 il ruolo della spiritualità nella vita umana. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 l’importanza dell’astrologia archetipica per la psicologia. . . . . . . . . . . . 73 bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79



REVISIONE E RE-INCANTO DELLA PSICOLOGIA

La moderna ricerca della coscienza e l’alba di un nuovo paradigma Nel 1962 Thomas Kuhn, uno dei filosofi più influenti del ventesimo secolo, pubblicò La struttura delle Rivoluzioni Scientifiche. Dimostrò, sulla base di quindici anni di studio intensivo di storia della scienza, che lo sviluppo di conoscenze sull’Universo in varie discipline scientifiche non è un processo di graduale accumulo di dati e di formulazioni teoriche sempre più accurate, come di solito si crede. Piuttosto, esso mostra un carattere chiaramente ciclico, con fasi specifiche e dinamiche caratteristiche che possono essere comprese e perfino predette. Il concetto centrale della teoria di Kuhn, che rende tutto ciò possibile, è quello di paradigma. Un paradigma può essere definito come una costellazione di credenze, tecniche e valori condivisi dai membri della comunità in un determinato periodo storico, e disciplina le attività di

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pensiero e di ricerca degli scienziati finché alcuni dei suoi assunti di base non vengono seriamente minacciati da nuove osservazioni. Ciò porta a una crisi e all’emergere di proposte inedite per modi radicalmente nuovi di vedere e interpretare i fenomeni che il vecchio paradigma non è in grado di spiegare. Alla fine, una di queste alternative soddisfa i requisiti necessari per diventare il nuovo paradigma, dominando così il pensiero nel periodo successivo della storia della scienza. I più famosi esempi storici di cambiamento di paradigma sono stati la sostituzione del sistema geocentrico tolemaico operato dal sistema eliocentrico di Copernico, Keplero e Galileo; il rovesciamento della teoria del flogisto di Becher in chimica, praticato da Lavoisier e Dalton; i cataclismi concettuali in fisica nei primi tre decenni del xx secolo, che hanno minato l’egemonia della fisica newtoniana e dato vita alle teorie della relatività e della fisica quantistica. I cambiamenti di paradigma tendono a manifestarsi come una grande sorpresa per la comunità accademica tradizionale, dal momento che i suoi membri tendono a confondere i paradigmi principali con una descrizione accurata e definitiva della realtà. Così nel 1900, poco prima dell’avvento della fisica quantistica relativistica, Lord Kelvin dichiarò: «Non c’è nulla di nuovo da scoprire in fisica, ora. Non restano che misurazioni sempre più precise». Negli ultimi cinque decenni, varie strade della moderna ricerca sulla coscienza hanno rivelato una ricca gamma di fenomeni “anomali”, esperienze e osservazioni che hanno minato alcune affermazioni generalmente riconosciute dalla moderna psichiatria, dalla psicologia e dalla 6


psicoterapia, concernenti la natura e le dimensioni della psiche umana, le origini dei disturbi emotivi e psicosomatici e i meccanismi terapeutici efficaci. Molte di queste osservazioni sono così radicali da mettere in discussione gli assunti metafisici fondamentali della scienza materialistica sulla natura della realtà e degli esseri umani, oltre che sul rapporto tra coscienza e materia. Gli stati di coscienza olotropici e la storia spirituale dell’umanità In questo lavoro intendo riassumere le mie osservazioni e le esperienze raccolte in più di mezzo secolo di ricerca in un importante sottogruppo di stati non ordinari di coscienza per i quali ho coniato il termine olotropici. Queste conclusioni sfidano seriamente i paradigmi scientifici esistenti. Prima di rivolgermi a questo argomento, però, vorrei spiegare cosa intendo con il termine olotropico. In tutti questi anni il mio interesse primario è stato quello di esplorare la guarigione, la trasformazione e il potenziale evolutivo degli stati non ordinari di coscienza, e il loro grande valore come fonte di nuovi dati rivoluzionari sulla coscienza, sulla psiche umana e sulla natura della realtà. Da questo punto di vista, l’espressione “stati alterati di coscienza”,1 comunemente usato dai medici tradizionali e dai teorici non è appropriato, soprattutto a causa dell’enfasi unilaterale che viene posta sulla distorsione o sulla compromissione del “modo giusto” di vivere se stessi e il 1. C.T. Tart, Stati di coscienza, Astrolabio 1978.

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mondo (nell’inglese colloquiale e nel gergo veterinario, il verbo “alterare” è utilizzato per indicare la castrazione di cani e gatti domestici). Anche quella, un po’ più corretta, di “stati non-ordinari di coscienza” è troppo generica, dal momento che include una vasta gamma di condizioni che non sono attinenti ai temi che affronterò in questo saggio. Vi appartengono i banali deliri causati da malattie infettive, tumori, abusi di alcol e malattie circolatorie e degenerative del cervello. Queste alterazioni della coscienza sono associate a disorientamento, compromissione delle funzioni intellettive e successiva amnesia. Sono clinicamente importanti, ma non hanno un potenziale terapeutico ed euristico. Il termine olotropico si riferisce invece a un ampio sottogruppo di stati non ordinari di coscienza di grande importanza teorica e pratica. Questi sono gli stati che gli sciamani novizi sperimentano durante le crisi iniziatiche, e che più tardi inducono nella vita dei loro pazienti per scopi terapeutici. Culture antiche e native hanno utilizzato per millenni questi stati durante riti di passaggio e cerimonie di guarigione. Gli stessi stati sono stati descritti da mistici di tutte le età e dagli iniziati degli antichi misteri di morte e rinascita. Le procedure per indurli sono state sviluppate e utilizzate nel contesto delle principali religioni del mondo: Induismo, Buddismo, Giainismo, Taoismo, Islam, Giudaismo, Zoroastrismo e Cristianesimo. L’importanza degli stati olotropici nelle culture antiche e aborigene si riflette sulla quantità di tempo e di energia che i membri di questi gruppi umani hanno dedicato allo sviluppo di “tecnologie del sacro”, ossia alle varie 8


procedure in grado di indurre tali stati a scopo rituale e spirituale. Questi metodi combinano in vari modi tamburi e altre forme di percussioni, musica, canto, danze ritmiche, cambiamenti nella respirazione e coltivazione di forme speciali di consapevolezza. Estendere l’isolamento sociale e sensoriale in una grotta, nel deserto, nel ghiaccio artico o in alta montagna rappresenta un altro modo importante per indurre tali stati non-ordinari. Interventi fisiologici estremi usati a questo scopo includono il digiuno, la privazione del sonno, la disidratazione, l’uso di lassativi e di purganti potenti, e anche inflizioni di dolore, mutilazioni corporee e salassi massicci. L’uso rituale di piante psichedeliche è stato di gran lunga lo strumento più efficace per indurre guarigioni e stati non-ordinari e trasformativi. Quando ho riconosciuto l’unicità di questi stati di coscienza, ho trovato difficile credere che la psichiatria moderna non avesse né una categoria né un termine specifico per tali esperienze teoricamente e praticamente importanti. Poiché sentivo fortemente che meritavano di essere distinte dagli “stati alterati di coscienza”, e di non essere viste come manifestazioni di malattie mentali gravi, iniziai a riferirmi a esse come “stati olotropici”. Olotropico significa letteralmente “orientato verso la totalità” o “in movimento verso la completezza” (dal greco holos, “intero”, e trepo/trepein, “movimento verso (o in direzione di) qualcosa”). La parola olotropico è un neologismo, ma è legata al termine comunemente utilizzato “eliotropismo”, che indica la capacità delle piante di muoversi sempre in direzione del sole. Il termine olotropico suggerisce qualcosa che potrebbe 9


apparire sorprendente per un occidentale medio: nel nostro stato quotidiano di coscienza ci identifichiamo soltanto con una piccola parte di ciò che siamo veramente, e non sperimentiamo tutta la misura del nostro essere. Gli stati olotropici di coscienza, invece, hanno un enorme potenziale: possono aiutarci a riconoscere che non siamo «ego incapsulati nella pelle», come affermato dal filosofo e scrittore britannico Alan Watts,2 ma che, in ultima analisi, siamo commisurati al principio cosmico creativo. O, per usare l’affermazione di Pierre Teilhard de Chardin, paleontologo e filosofo francese, «noi non siamo esseri umani che vivono esperienze spirituali, siamo esseri spirituali che vivono esperienze umane».3 Questa idea sorprendente non è nuova. Nelle antiche Upanishad indiane, la risposta alla domanda «Chi sono io» è «Tat tvam asi». Questa succinta frase sanscrita significa letteralmente “Tu sei Quello”, dove “Quello” è riferito alla Divinità. Suggerisce che non siamo namarupa – nome e forma (corpo/ego) – ma che la nostra identità più profonda è una scintilla divina nel nostro essere più interiore (Atman), che in ultima analisi coincide con il supremo principio universale che crea l’universo (Brahman). Questa rivelazione – l’identità dell’individuo con il divino – è l’ultimo segreto che si trova nel nucleo mistico di tutte le grandi tradizioni spirituali. Il nome di questo principio potrebbe quindi essere Tao, Buddha, Shiva (nello Shivaismo Kashmiro), Cristo Cosmico, Pleroma, Allah e molti altri. Le esperienze olotropiche hanno il potenziale di 2. A. Watts, Psicoterapie orientali e occidentali, Astrolabio 1978. 3. Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano, Queriniana 1995.

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aiutarci a scoprire la nostra vera identità e il nostro status cosmico.4 A volte questo accade attraverso piccoli scatti, altre volte sotto forma di traguardi importanti. Stati di coscienza olotropici e psichiatria moderna Nella seconda metà del xx secolo, la ricerca psichedelica e lo sviluppo di intense tecniche esperienziali di psicoterapia hanno portato gli stati olotropici dal mondo dei guaritori delle culture antiche e non alfabetizzate alla moderna psichiatria e psicoterapia. I terapeuti che erano aperti a tali tecniche e che le utilizzavano nelle loro pratiche, sono stati in grado di confermare le straordinarie potenzialità di guarigione degli stati olotropici, e di scoprire che essi rappresentavano delle miniere d’oro piene di nuove informazioni rivoluzionarie sulla coscienza, sulla psiche umana e sulla natura della realtà. Mi resi conto delle straordinarie proprietà degli stati olotropici nel 1956, quando mi offrii volontario come psichiatra novizio per un esperimento con l’lsd-25. Durante l’esperimento, nel quale l’effetto farmacologico dell’lsd-25 venne combinato con l’esposizione alla potente luce stroboscopica (utilizzata come “guida” o “trascinamento” delle onde cerebrali), ebbi un’esperienza travolgente di coscienza cosmica.5 Questa esperienza ha ispirato il mio interesse – durato per tutta la vita – verso gli stati olotropici, e le ricerche in questo settore sono diventate la mia passione, la mia pro4. S. Grof, The cosmic game, State University of New York Press 1998. 5. S. Grof, Quando accade l’impossibile, Urra 2006.

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LA NUOVA PSICOLOGIA / Stanislav Grof

Finché non cambieremo il nostro modo di pensare, psichiatria e psicologia non saranno in grado di comprendere realmente la natura e l’origine della spiritualità, né sapranno apprezzare il ruolo importante che essa svolge nella psiche umana e nello schema universale delle cose. Riconsiderare il ruolo della spiritualità nella vita umana, ridisegnando la cartografia della coscienza, è quindi essenziale al fine di comprendere la storia rituale, spirituale e religiosa dell’umanità: lo sciamanesimo, i riti di passaggio, gli antichi misteri di morte e rinascita e le grandi religioni del mondo. Senza questi cambiamenti radicali nel nostro modo di pensare, le preziose esperienze potenzialmente guaritrici ed euristicamente inestimabili, le “emergenze spirituali”, saranno mal diagnosticate come psicotiche e trattate con farmaci soppressivi. Stanislav Grof è il padre della psicologia transpersonale e della Respirazione Olotropica. Tra le sue pubblicazioni ci sono oltre centocinquanta articoli in riviste professionali e più di venti libri tradotti in molte lingue, tra cui Psicologia del futuro, Quando accade l’impossibile, L’ultimo viaggio, Guarire le ferite più profonde, La tempestosa ricerca di se stessi e Respirazione Olotropica (gli ultimi due con Christina Grof).

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