David Berlinski - L'illusione del diavolo

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David Berlinski

L’ILLUSIONE DEL

DIAVOLO L’ateismo e le sue pretese scientifiche

Traduzione di Alessio Rosoldi

SPAZIO INTERIORE


David Berlinski L’illusione del diavolo titolo originale: The Devil’s Delusion traduzione: Alessio Rosoldi revisione: Marco Etnasi © 2009 David Berlinski © 2021 Spazio Interiore Edizioni Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli 46 – 00176 Roma www.spaziointeriore.com redazione@spaziointeriore.com copertina e progetto grafico Francesco Pandolfi I edizione: gennaio 2022 ISBN 979-12-80002-32-7 Tutti i diritti sono riservati.


In memoria del mio nonno materno SAMUEL GOLDFEIN Nato il 15.1.1877 a Pružany sulle liste di deportazione dal 19.9.42 al 17.2.43, depennato il 27.2.43 a Dresda il 29.3.43 a Theresienstadt deportato ad Auschwitz il 18.12.43 scomparso ad Auschwitz



INDICE

Premessa alla seconda edizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Prefazione alla prima edizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Capitolo 1 NON AVRAI ALTRI DÈI ALL’INFUORI DI ME . . . . . . . . 17 Capitolo 2 NOTTI DI DUBBI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Capitolo 3 I CAVALLI NON VOLANO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 Capitolo 4 LA CAUSA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69 Capitolo 5 LA RAGIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85 Capitolo 6 UNA MACCHINAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 Capitolo 7 UNA CURIOSA PROVA CHE DIO NON ESISTE . . . 131 Capitolo 8 LA NOSTRA SCIMMIA INTERIORE (UNA TEORIA PREDILETTA) E LA MENTE UMANA . . . . 147


Capitolo 9 I MIRACOLI DELLA NOSTRA EPOCA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 169 Capitolo 10 IL CARDINALE E LA SUA CATTEDRALE . . . . . . . . . . . . . . 193 Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 211


«Bisogna avere un lungo cucchiaio per mangiare con il diavolo». William Shakespeare, La commedia degli errori



PREMESSA

alla seconda edizione

Sono grato a Basic Books per aver pubblicato la seconda edizione di questo mio libro, e sono grato a tutti coloro che l’hanno resa possibile: Lara Heimert, Susan Ginsburg, Diana Banister, Steven Meyer, Rob Crowther e John West. Non potrei avere amici migliori.

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PREFAZIONE alla prima edizione

All’inizio della sua Lettera a una nazione cristiana,1 Sam Harris scrive che i suoi critici più spietati e «mentalmente disturbati» sono dei cristiani «profondamente, se non addirittura pericolosamente, intolleranti alle critiche». Sembrerebbe che molti di quei critici intolleranti abbiano inviato ad Harris dei versi biblici che confermano la loro intolleranza. Io mi considero uno dei più fervidi detrattori di Harris. Quando sostiene di essere rimasto inebetito di fronte agli impegni intellettuali di cristiani e musulmani, credo che l’aggettivo da lui scelto gli si addica alla perfezione. Ma ecco un fatto scomodo: io sono un ebreo laico. La mia educazione religiosa non ha mai fatto presa su di me. Riesco a malapena a ricordare qualche parola in ebraico. Non so pregare. Ho passato più anni di quanti ne ricordi a studiare la matematica e a discutere di scienze. Eppure il presente libro è in un certo senso una difesa del pensiero e del sentimento religiosi. I versi biblici citati sono pochissimi. Ho sentito il bisogno di scrivere questa difesa perché nessuno lo aveva ancora fatto. La discussione era stata lasciata in mano a uomini che trattano il credo religioso con frivolo disprezzo. Negli ultimi anni i loro libri sono fuoriusciti da qualunque casa editrice, e anche se gli stili letterari differiscono molto tra loro, il messaggio è lo stesso per tutti: visto che le teorie scientifiche sono vere, le credenze religiose devono essere false. Harris ha trasmesso perfettamente questo messaggio inti-

1. S. Harris, Lettera a una nazione cristiana, Nuovi Mondi Media 2008.

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tolando un suo saggio Science Must Destroy Religion (La scienza deve distruggere la religione).2 Il suo appello alla jihad non può essere rinviato per molto tempo ancora. Se la scienza si trova in posizione contrapposta alla religione, non è a causa di qualcosa contenuto nelle premesse o nelle conclusioni delle grandi teorie scientifiche, nelle quali non compare nemmeno una parola riguardo a Dio e che non trattano nessun genere di Fede oltre a quella che esse stesse esigono. Non impongono rituali oltre a quelli consueti della vita accademica, e questi non richiedono altro che la venerazione di ciò che è venerato da molti. Le dichiarazioni convinte da parte di scienziati che, nella tranquillità dei loro studi, hanno dimostrato che Dio non esiste, non hanno nulla a che fare con la scienza, e ancor meno con l’esistenza di Dio. In tutto ciò sono all’opera due idee molto influenti: la prima è che c’è qualcosa che risponde al nome di scienza; la seconda è che quel qualcosa che risponde al nome di scienza offre a uomini e donne colti e intelligenti una visione coerente dell’universo. La seconda asserzione è falsa se è falsa la prima. E la prima asserzione è falsa. Nulla risponde al nome di scienza. E Nulla non possiede alcun metodo particolare, oltre ai princìpi immemorabili del buonsenso. Come democrazia o giustizia, scienza è una parola oramai logorata dai suoi esempi. Sin da quando la grande rivoluzione scientifica dell’Occidente venne avviata nel xvii secolo, ci sono state donate quattro straordinarie e profonde teorie scientifiche: la meccanica newtoniana, la teoria del campo elettromagnetico di James Clerk Maxwell, la relatività speciale e generale, e la meccanica quantistica. Queste teorie costituiscono quattro miracoli isolati, quattro montagne altissime circondate da basse colline pedemontane. Le teorie in nostro possesso sono «ma2. S. Harris, Science Must Destroy Religion, in www.samharris.org del 2 gennaio 2006. [N.d.T.]

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gnifiche, profonde, complesse, a volte straordinariamente accurate», come ha osservato l’insigne matematico Roger Penrose, aggiungendo però che comprendono anche un «ordine delle cose fastidiosamente incoerente». Questi splendidi prodotti dell’immaginazione umana hanno reso il mondo più misterioso di quanto non lo fosse mai stato in precedenza. Ora sappiamo meglio di prima ciò che non sappiamo e non abbiamo ancora compreso. Non sappiamo come ha avuto inizio l’universo, e non sappiamo perché esiste. Charles Darwin parlò teoricamente del modo in cui la vita è emersa da un «piccolo stagno caldo». Lo stagno è sparito. Sappiamo poco sul modo in cui la vita ha avuto inizio, e non possiamo comunque provarlo con certezza. Non possiamo conciliare la nostra comprensione della mente umana con qualunque futile teoria sul modo in cui funziona il cervello. Ma oltre a quelle futili, non abbiamo altre teorie. Non possiamo dire nulla di interessante riguardo l’anima umana. Non sappiamo cosa ci sprona ad adottare una giusta condotta o dove trovare la forma del bene. Le grandi teorie scientifiche hanno sorvolato su queste e su molte altre questioni. Più le teorie sono sofisticate, più sono inadeguate. Questo è un motivo per tenerle in gran conto. Hanno ampliato e non diminuito il nostro senso del sublime. Nessuna teoria scientifica accenna ai misteri affrontati dalla tradizione religiosa. Un uomo che chiede perché i suoi giorni sono brevi e pieni di sofferenze non è disposto a rivolgersi alla teoria quantistica dei campi per avere una risposta. Le risposte che prominenti scienziati hanno offerto sono memorabili per la loro superficialità. L’ipotesi secondo cui non siamo altro che accidenti cosmici è largamente accettata dalla comunità scientifica. Personaggi dissimili tra di loro, come Bertrand Russell, Jacques Monod, Steven Weinberg e Richard Dawkins, hanno detto che le cose stanno così. È un articolo della loro Fede, presentato con la sicurezza di uomini convinti che la natura li abbia preparati ad affrontare delle realtà che il resto dell’umanità non 15


è in grado di contemplare. Non esiste la benché minima ragione per pensarla così. Mentre la scienza non ha nulla di valore da dire sulle grandi e dolenti questioni che riguardano la vita, la morte, l’amore e il loro significato, ciò che le tradizioni religiose dell’umanità hanno detto al riguardo costituisce una struttura di pensiero coerente. Gli aneliti dell’animo umano non sono vani. Esiste un sistema di credenze adeguato alla complessità dell’esperienza. Esiste una ricompensa per la sofferenza. Un principio al di là dell’egoismo è all’opera nel cosmo. Andrà tutto bene. Non so per certo se tutto ciò sia vero. Ma sono certo che la comunità scientifica non sa se sia falso. Occupati dai loro interessi e preoccupazioni, moltissimi uomini e donne hanno la sensazione di essere oppressi dalle scienze. Sono frustrati dall’infinita ostentazione scientifica. Hanno il sospetto che, come istituzione, la comunità scientifica nutra disprezzo verso di loro. E così provano una certa avversione per coloro che parlano in suo nome. Hanno ragione a sentirsi così. Ho scritto questo libro proprio per loro.

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DAVID BERLINSKI David Berlinski è uno scienziato, filosofo e autore statunitense. Ha conseguito il Ph.D. in Filosofia presso la Princeton University ed è stato borsista post-dottorato in Matematica e Biologia Molecolare presso la Columbia University. Autore di opere sull’analisi dei sistemi, sulla topologia differenziale, sulla biologia teorica, sulla filosofia analitica e sulla filosofia della matematica (oltre che di tre romanzi), ha insegnato Filosofia, Matematica e Inglese alla Stanford University, alla Rutgers University, alla City University di New York e Matematica all’Università Sorbona di Parigi. Ricercatore presso l’International Institute for Applied Systems Analysis in Austria e l’Institut des Hautes Études Scientifiques in Francia, alcuni suoi articoli, già pubblicati in riviste di spicco come Commentary, Forbes ASAP e Boston Review, sono stati inclusi nell’antologia The Best American Science Writing 2005 di Alan Lightman. Ebreo laico, dichiaratamente agnostico, è noto per la sua posizione apertamente critica nei confronti della validità scientifica della teoria dell’evoluzione e per la sua lucida analisi della deriva fondamentalista dell’ateismo militante che dilaga tra gli scienziati rendendoli scientisti.



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