Gareth Knight - Storia della magia bianca

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Gareth Knight

STORIA DELLA MAGIA BIANCA Traduzione di Mariavittoria Spina

SPAZIO INTERIORE


Gareth Knight Storia della magia bianca titolo originale: A History of White Magic traduzione: Mariavittoria Spina revisione: Alessandro De Paoli © 1978, 2011 Gareth Knight © 2021 Spazio Interiore Edizioni Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli 46 – 00176 Roma www.spaziointeriore.com redazione@spaziointeriore.com copertina e progetto grafico Francesco Pandolfi I edizione: febbraio 2021 ISBN 979-12-80002-02-0 Tutti i diritti sono riservati.


A Roma, Richard e Rebecca, per tollerare cosĂŹ bene il fatto di avere un mago in casa.



INDICE

Premessa di Kathleen Raine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Prefazione all’edizione del 1978 di Gareth Knight . . . . . . . . . . . . . . 15 Capitolo 1

magia, immaginazione ed evoluzione della coscienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Capitolo 2

il tempio di salomone e gli antichi misteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Capitolo 3

l’avvento del cristianesimo e la sintesi ermetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Capitolo 4

magia medievale, alchimia e visioni della ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Capitolo 5

i maghi del rinascimento, i rosacroce e la riforma universale. . . . . . . . . . .

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Capitolo 6

la magia nel xviii secolo: libera massoneria, mesmerismo e societĂ segrete. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

181

Capitolo 7

la magia nel xix secolo: dal sonnambulismo alla golden dawn . . . . . . . . . . . . . . . .

197

Capitolo 8

la magia nel xx secolo: dalla psicoanalisi al revival magico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

215

Capitolo 9

non la fine ma un nuovo inizio: rivalutare la tradizione immaginativa . . .

247


«Un sistema il cui principio primo consiste nel rendere la mente capace di intuire nell’uomo lo spirituale (cioè quanto si trova sull’altra faccia della nostra consapevolezza naturale) deve necessariamente presentare una grande oscurità a coloro i quali mai hanno disciplinato e rafforzato questa che è una consapevolezza ulteriore». S.T. Coleridge, Biographia Literaria



PREMESSA di Kathleen Raine

Ogni civiltà si basa su certi presupposti e i suoi conseguimenti, nel bene e nel male, realizzano qualsiasi potenzialità sia contenuta in tali assunzioni di base. Tuttavia, nessuna civiltà può crescere oltre i limiti intrinseci alle proprie premesse, ovvero, per usare le parole di W.B. Yeats, «cose a lungo pensate non lo saranno più».1 Il sentimento diffuso in questo tempo è che i presupposti su cui poggia la nostra civiltà materialista, potente ma distruttiva dell’anima, non siano così indiscutibili come sembravano una volta. Il materialismo, il pensiero “progressista” dell’insegnamento liberale del xvii secolo, assurse a dominio intellettuale nel xviii secolo e nel xix mostrò il suo potere di trasformazione dell’ambiente in cui vive il genere umano. Tuttavia, a questo punto, l’Utopia del materialismo è arrivata a sembrare sempre più massicciamente un inferno dello spirito, e la credenza attuale all’interno del movimento che molti chiamano New Age si accompagna al rifiuto dei presupposti materialisti: non la materia, bensì lo spirito, ancora una volta giunge a essere visto come fondamento di ciò che definiamo realtà. Teilhard de Chardin ha evidenziato che raramente è possibile accorgersi con chiarezza di trovarsi agli inizi di qualcosa e che soltanto quando un nuovo tema si è già sviluppato possiamo cominciare a cercarne le origini. La Storia della magia 1. «Things thought too long can be no longer thought» è il secondo verso della poesia The Gyres (in italiano Le spirali) in W.B. Yeats, L’opera poetica, Mondadori 2005, trad. it. di A. Marianni, pp. 818-819. [N.d.T.] 11


bianca proposta da Gareth Knight, magistralmente equilibrata, rintraccia alcune delle fonti di un movimento che sembra destinato a operare una trasformazione non meno durevole o fondamentale dell’ascesa del materialismo. Fu proprio quando il potere della Roma Imperiale sembrava dominare incontrastato che il seme della civiltà cristiana iniziò a germogliare nell’oscurità delle catacombe; adesso l’arroganza del materialismo sembra non avere limiti, ma il principio opposto, conservato sotterraneamente nella Tradizione Esoterica Occidentale, si scorge ancora all’opera. Magia è una parola che suscita associazioni di idee clamorose e anche sinistre; Gareth Knight, ben noto ai suoi lettori come il più concreto e pragmatico tra i maghi, cercando di mostrare ciò che la magia è veramente e a quale corpus di pensieri appartiene, dissolve entrambe queste illusioni. Allo stesso tempo, egli mostra quanto sia reale il mondo dalle cui leggi dipendono le operazioni della magia (e, del resto, anche della preghiera). È il mondo dell’immaginazione, la coscienza stessa, la prima materia segreta degli alchimisti. L’immaginazione (egli usa questo termine nel senso inteso da Coleridge e da Blake) non è meno reale solo perché non può essere quantificata. È una radicale fallacia del materialismo pretendere che nel mondo esistano solo differenze di grado, fisicamente misurabili, quando invece tra il mondo quantificabile della materia e il mondo della coscienza esiste piuttosto una differenza qualitativa di genere: l’uno non potrà mai essere descritto o compreso nei termini dell’altro. Quelli che Coleridge chiama «fatti della mente» non hanno alcun ruolo nella conoscenza scientifica quantificabile, nondimeno essi sono reali. L’alchimia, screditata dalla scienza come chimica primitiva, ha un altro significato per la psicologia junghiana: i fenomeni fisici non sono più qualcosa da far indagare a un qualche Sherlock Holmes, saldo nella propria certezza che il materialismo razionalista possa spiegare tutto. Ora essi sono piuttosto qualcosa che reclama una spiegazione, al pari di 12


un’intera compagine di credenze e di pratiche rientranti sotto il nome di “magia”. L’anima è rimasta troppo a lungo schiacciata tra la macina superiore della teologia discorsiva astratta della Chiesa (basata sulla filosofia di Aristotele) e la pressa inferiore del materialismo scientifico. Una rinnovata attenzione al mondo dell’immaginazione (l’elemento nativo e proprio dell’anima) è un aspetto importante di ciò che W.B. Yeats prevedeva come «la rivolta dell’anima contro l’intelletto che sta iniziando nel mondo».2 Kathleen Raine

2. Lettera a John Leary del 1892. [N.d.T.] 13



PREFAZIONE ALL’EDIZIONE DEL 1978 di Gareth Knight

Sono grato a Richard Mulkern per la sua volontà visionaria di pubblicare una storia della magia bianca, e al Reverendo Anthony Duncan per aver suggerito che fossi io a redigerla. Mi sono reso conto della vastità del tema e della mole di materiale che ho dovuto necessariamente tralasciare solo dopo averla completata. Non sono un ricercatore professionista, ma ho cercato di essere ragionevolmente accademico in un ambito che non solo è stato trattato in modo assai incompleto, ma che per essere posto nel contesto appropriato richiede una certa dimestichezza con temi tanto diversi quanto la storia della scienza, la psicologia analitica, le arti letterarie e la teologia comparata. Oltre che alle numerose letture, alcune delle quali si trovano nei riferimenti bibliografici che costellano il testo, devo molto ad Anthony Duncan per avermi guidato nelle materie teologiche e alle conversazioni avute negli anni con la poetessa e studiosa Kathleen Raine e con Bernard Nesfield-Cookson dello Hawkwood College, in particolare in relazione all’importante influsso della magia sui poeti romantici. Non c’è bisogno di dire che le persone appena citate non debbono essere necessariamente associate a tutti i punti di vista che esprimo in quest’opera. Brenda Bartholomew ha dimostrato un entusiasmo infaticabile e profonda lealtà personale nel trascrivere un manoscritto tanto difficile.

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Per quanti difetti possa avere questo libro, spero che almeno serva allo scopo di proporsi come un tentativo storiografico compiuto da parte di qualcuno che conosce la materia “dall’interno” e che pratica ciò che cerca di predicare. Gareth Knight ottobre 1977

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Il tempio di Pansofia. Disegno simbolico del xviii secolo, tratto da un’opera anonima, Der Kompass der Weisen, “La bussola del saggi”, pubblicata a Berlino nel 1779. L’influenza massonica si mostra nel pavimento a scacchi, nelle due colonne Jachin e Boaz, e nell’Arco Reale dei cieli sovrastanti. Si trovano applicati i consueti princìpi di polarità duale, con le influenze celestiali provenienti dal Mondo Superiore che in basso raggiungono la Casa della Saggezza dai sette pilastri. Appaiono anche i simboli dei Quattro Elementi, posti alla base e sotto i capitelli delle due colonne.

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Capitolo 1

MAGIA, IMMAGINAZIONE ED EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA

La parola magia suscita una certa fascinazione. Evoca ricordi quasi dimenticati di racconti dell’infanzia e notti arabe di mistero e splendore: tappeti che trasportano i loro proprietari verso avventure in terre esotiche, anelli che esaudiscono i desideri, bottiglie contenenti geni e strani alberi su cui crescono frutti prodigiosi, imprese alla ricerca di tesori e draghi, poteri del settimo figlio di un settimo figlio, incantesimi e belle principesse di cui conquistare la mano. Il mondo della magia implica un elevato grado di immaginazione. Gli etimologi fanno risalire l’origine del termine ai Magi persiani, che descrivono senza giri di parole come “adoratori del fuoco”, ma ha delle ovvie connessioni con la parola immaginazione e certamente riguarda le immagini che ne costituiscono la sostanza. La capacità di operare creativamente con le immagini è il dono degli artisti creativi. È il segno distintivo dello scienziato creativo e anche del tecnologo, poiché accanto all’apprendimento scrupoloso, all’osservazione e agli esperimenti, è il volo dell’immaginazione che conduce a nuove intuizioni, nuovi esperimenti e nuovi traguardi. Nel senso più autentico, la magia di per sé è un’arte e una scienza elevata, che dovrebbe sprigionare i poteri dell’immaginazione a beneficio della vita. Proprio come 19


la matematica costituisce uno strumento universale dell’intelletto, la magia dovrebbe essere il mezzo universale dell’immaginazione. Sia la matematica che la magia hanno un’ampia applicazione e danno origine alla descrizione di tutti i fenomeni. Si è affermato che Dio è un grande matematico. Si potrebbe dire anche che Egli è un grande mago. Allora perché la magia continua ad avere una cattiva reputazione? La mentalità scientifica la classifica come superstizione, la religione la considera un ambito sinistro dominato da forze oscure e motivazioni ambigue. Eppure, appare quantomai significativo che la visione della magia da parte di scienza e religione sia molto simile all’opinione distorta e caricaturale che esse stesse in passato propugnavano l’una dell’altra! Nel xix secolo ferveva un dibattito aspro e logorante tra scienza e religione, che in alcuni ambiti poco illuminati continua a covare rabbiosamente, anche se adesso è la magia a costituire il capro espiatorio di entrambe. È qualcosa che ci si poteva aspettare, una volta appurato che la magia è la terra di mezzo sia della scienza che della religione, e costituisce un ambito tanto comune e affine a esse da ricadere nella zona grigia di entrambe. Si tratta forse di una parte della religione che, essendo così simile alla scienza, sembra minacciare l’autorità scientifica? O è piuttosto un ambito della scienza che, essendo affine alla religione, rischia di sconfinare nella religiosità? Questo dilemma ha già interessato la matematica, che a suo tempo è stata derisa sia dal punto di vista “razionale” che da quello “religioso”. La matematica alessandrina delle sezioni coniche di Apollonio di Perga era ritenuta superflua, fino a quando Keplero, novecento anni dopo, scoprì che si applicava all’orbita dei pianeti. Il Lord Protettore Edward Seymour, i Duca di Somerset, diede ordine di bruciare i libri di matematica della biblioteca dell’Università di Oxford a causa dei loro «diagrammi magici e papisti». Quello che avvenne in passato con la matematica è ciò che accade oggi con la magia? 20


GARETH KNIGHT Nato a Colchester (Inghilterra) nel 1930, Gareth Knight (all’anagrafe Basil Wilby) ha trascorso tutta la sua vita riscoprendo e insegnando i principi della magia come disciplina spirituale e metodo di autorealizzazione. Annoverato fra i più profondi conoscitori della tradizione esoterica occidentale e del simbolismo cabalistico, è autore di più di quaranta libri su svariati argomenti, tra cui tarocchi, kabbalah, magia, occultismo e rosacrocianesimo. Nel 1954 entrò a far parte della Society of Inner Light, la fraternità magica fondata da Dion Fortune nel 1924, in cui svolgeva il ruolo di bibliotecario. Fondatore e direttore di diverse case editrici e riviste di settore (tra cui New Dimensions), nel 1973 creò il Gareth Knight Group (conosciuto tra il 1999 e il 2018 come Avalon Group), un gruppo di ricerca ancora attivo, attualmente guidato dalla figlia Rebsie Fairholm.



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