Andrea Pietrangeli - InCarnAzione

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Andrea Pietrangeli

InCarnAzione Romanzo Cosmico

SPAZIO INTERIORE


Andrea Pietrangeli InCarnAzione © 2016 Andrea Pietrangeli © 2016 Spazio Interiore Tutti i diritti riservati Edizioni Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli, 46 • 00176 Roma Tel. 06.90160288 www.spaziointeriore.com redazione@spaziointeriore.com foto in copertina: Max Pintus Elaborazione grafica: Claudio Colombo I edizione: marzo 2016 ISBN 88-97864-84-4 csr Centro Stampa e Riproduzione, Roma


I bambini si portano dentro una magia naturale, che a poco a poco, crescendo, sono costretti a distruggere, e allora cominciano a pregare: la santissima Trinità, i santi, la Madonna, una grande Madonna azzurra con gli ori e gli incensi. Dobbiamo imparare a respirare e riscoprire gli alberi, le pietre, gli animali e tutta la macchina della Terra: hanno un respiro interno, come noi. Hanno ossa, vene, carne, come noi. Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto. Incontreremo una gran quantità di persone sole e sofferenti nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: «Noi ricordiamo».



INTRODUZIONE la matrix ti viene donata Considerazioni pratiche sul grande gioco della vita

Dopo circa dieci anni passati alla ricerca spasmodica, dedicati al risveglio e alla diffusione di concetti spirituali, alla condivisione... Dopo dieci anni di allontanamento dai dogmi, dalla televisione, dalle informazioni. Dopo dieci anni di meditazione, purificazione, viaggio all’interno di me, mi affaccio a questo nuovo viaggio ignoto – all’inconoscibile – con la delicatezza e la curiosità di un bimbo. La vita è il grande gioco. La vita. Quante persone fino ad oggi hanno dato la propria interpretazione di questa parola! Chi innamorandosene, chi maledicendola, chi subendola, chi conquistandola. L’etimologia della parola Vita deriva da Vitto, “nutrimento”, “materia con cui ci si sostenta”. Ecco che la vita è nutrimento stesso di sé. Vivere o lasciarsi vivere sono due approcci ben differenti alla quotidianità. Troppo spesso mi sono lasciato vivere e il mio “vitto” era solo il cibo dei pasti principali su cui sfogavo quello che non riuscivo a vivere pienamente. Terra, la grande palestra per anime che hanno dimenticato la loro immortalità, che fa giocare a nascondino, a girotondo, a un due tre stella, soprattutto da grandi. Terra, questa palestra dove diventa così difficile accettare se stessi quando invece è l’unica cosa che si viene a imparare. 7


Tecniche di risveglio, letture e sapere sono solo dei mezzi per arrivare a stabilizzare un’energia nel singolo volenteroso che scopre come la Matrix sia in realtà un dono profondo. È come se ci venisse prestato un gioco che può fare molto bene (o molto male) e non ci venga però svelato che il riconoscere da dove nasce un malessere nasconde anche la strada per guarirlo. Basterebbe permettersi il divertimento come approccio alla vita, ma è necessario lavorare per eliminare i condizionamenti e le convinzioni secolari che rafforzano quotidianamente l’idea contraria. È per questo che, almeno inizialmente, il processo di cambiamento sembra una prova titanica. Eppure, passo dopo passo... accade! Si inizia a giocare davvero, si inizia a darsi il permesso. Molte persone – possiamo osservarlo costantemente, se facciamo un po’ di attenzione – scelgono di giocare a questo gioco in un modo univoco. Quelle persone siamo noi, sempre noi. Siamo noi l’osservatore. Lo sguardo è il nostro e la Matrix risponde ai cinque sensi e al modo in cui questi vengono utilizzati. Possiamo dare delle colpe al Sistema, alla tv, ai carnivori, alle banche, ai politici e alle popolazioni addormentate, senza accorgerci che questa interpretazione è comunque un gioco, il nostro gioco, il nostro film. Spesso viviamo facendoci del male proprio perché non siamo in grado di giocare, di riderci su, di sdrammatizzare, di esercitare l’ironia su quello che più ci colpisce! Narcotizzati da una tv dittatoriale, prendiamo tutto troppo sul serio e subiamo ogni cosa, di continuo. Andiamo in giro dicendo: «Si fa così», mentre la vita ci cambia di continuo le carte in tavola. «Si fa così», e già mentre lo dici ti accorgi che si può fare anche l’esatto contrario. Pensiamo di aver compreso il funzionamento delle cose e lo dichiariamo ai quattro venti (oggi ai quattro social network: Facebook, YouTube, Twitter, Instagram), ma questa connessione planetaria di anime rappresenta solo l’inizio delle scoperte che potremo fare di noi. Per ora è come se stessimo spurgando secoli e secoli di oscuri8


tà, paura e rabbia, perché il gioco è diventato noiosetto e anche piuttosto violento. I grandi saggi avevano anticipato questi tempi con tanti aforismi che ci piace condividere («Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo»), ma che fatichiamo ad applicare realmente nelle nostre vite (ed è anche la nostra sfida). Ancora non riusciamo a comprendere fino in fondo che la via d’uscita è il legame familiare irrisolto, e il nodo che ci portiamo dietro nasconde le nostre scelte e il nostro destino. L’imprinting iniziale, che riceviamo dai genitori sul biglietto del nostro posto numerato personale, ci dice che siamo spettatori e registi di un film che scriviamo minuto dopo minuto sulla base delle nostre conoscenze pregresse (famiglia). Cambiare il passo vuol dire smettere di perpetrare certi meccanismi del passato ed entrare di diritto nel nuovo, nella sperimentazione, come pionieri felici e consapevoli. Nell’utero nasce prima il cuore, poi la mente e i genitali prendono il sopravvento e fanno da apripista nella vita terrena. Per tornare a “casa” – la parola casa viene dal sanscrito c’haya, che significa “ombra”, “inconscio” – bisogna saper operare il processo inverso, tornare cioè al cuore, accantonando istinti e pensieri. Sembra semplice solo a parole? La mia bellissima esperienza su questo pianeta mi insegna che portare la semplicità nel “fare” – piuttosto che nel “pensare di fare” – è la strada dove ci si fa meno male e ci si diverte di più... Andrea Pietrangeli

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In questo libro gli aforismi presenti sono volutamente non firmati. Alcuni sono dell’autore, altri di personaggi del passato, altri ancora tratti da film e canzoni. Quello che conta non è tanto “chi” dice “cosa”, ma come noi permettiamo che le parole ci arrivino dritte al cuore senza catalogazione mentale. Non si può avere il copyright su un’intuizione. In realtà è assurdo il copyright di per sé, ma questa è un’altra storia. Le idee vengono mandate nel mondo a tantissime persone contemporaneamente, ma le idee non sono di chi le riceve. Anche i libri non sono di chi li scrive, ma di chi li legge.



Nessun essere umano giunge sulla Terra con la chiara consapevolezza di ciò che è, di ciò che viene a fare, e perché. L’incarnazione è una caduta nella materia, e la materia è una potenza che ghermisce l’anima al punto di toglierle la memoria. Quello che sarà il destino dell’anima è determinato da ciò che l’anima stessa ha vissuto nelle sue esistenze precedenti; prima di ridiscendere essa è a conoscenza di ciò che l’attende, sia perché questo le viene imposto, sia perché essa ha avuto la possibilità di scegliere, ma nell’istante in cui l’anima scende questa conoscenza le viene tolta. Un’anima che si incarna comincia dunque col non sapere nulla di quello che sarà il suo destino, destino che rimane nascosto anche alle anime più evolute. Nessuno nasce con una chiara consapevolezza della sua predestinazione. Certo, sin da giovanissimi ci si può sentire attratti in una direzione o nell’altra, ma tutto rimane alquanto vago. Occorrono anni e anni di ricerche, di studi e anche di sofferenze, prima di poter conoscere la propria vera vocazione.



InCarnAzione

Lo senti questo grande Amore sconfinato? Su Terra lo dimenticherai. Sarà la luce fissa che ti riporterà a casa e ti illuminerà solo quando, giorno dopo giorno, la riscoprirai di più in te. Ti mostrerà la via del ritorno passo dopo passo. I passi in avanti che farai saranno pari all’amore che riuscirai a sentire per i passi già compiuti.


Sirio Mirzam

Adhara


I

Mi chiamo Sebastian. Ho passato molto presente sull’immenso prato di Sirio in attesa... e ora è arrivato il momento. Sto per essere richiamato all’avventura che mi restituirà al mio antico splendore di essere eterno, immortale. Avillene mi tiene per mano, mi ricorda con il suo sorriso immutabile che lei sarà sempre con me, anche quando dimenticherò chi sono e da dove vengo. Lei ci sarà. Questo mi rende sicuro, protetto. Il viaggio va preparato con cura, e all’Università dell’Incarnazione hanno detto che oggi sarebbe stato il grande giorno. Tutti i miei compagni di viaggio sono in attesa più avanti, vicini all’albero maestro, una grande quercia, il Saggio Assaggiatore, come lo chiamano qui, forse per via del fatto che si arricchisce osservando le vite di tutti quelli che gli passano sotto e di fianco, e siedono alla sua ombra raccontando storie e aneddoti preziosi... Assaggiando le vite degli altri, lui diventa sempre più saggio! Il clima è splendente e ovattato, il vento leggero pulisce continuamente l’essenza della mia vibrazione energetica – visibile solo a determinate frequenze – che qui tutti possono recepire facilmente. Non sarà così sul pianeta al quale sono destinato. Su Terra le persone sono distratte dal Grande gioco e raramente riescono ad accorgersi di ciò che le circonda davvero. È la Grande Dimenticanza che blocca il ricordo, il fiume dell’oblio attraverso cui noi giocatori siamo tutti costretti a transitare. 17


Avillene mi osserva in silenzio, ma mi trasmette tutto il suo Amore. Sente la mia felicità e la tensione di un momento così importante, così tanto atteso. Mi comunica tranquillità e percepisco i suoi pensieri senza che il suo sorriso muti. Mi invia mentalmente questa raccomandazione: «La parte più dura è il momento in cui uscirai fuori dall’utero, come ci hanno detto più volte al Corso di Bio-Incarnazione. Sarà uno strappo violento, ma i test che hai fatto sulla Presenza sono stati tutti positivi, non dovresti avere problemi nel ricordarti di Te per tutto il transito». Sono convinto e prontissimo, sebbene sia inevitabile sentire l’impazienza e la gioia bambina nei confronti del momento in cui verrò dotato di un corpo fisico. Già all’inizio del corso ero molto irrequieto: l’aver saputo che il brevetto di volo non era sufficiente per andare a vivere su Venere mi aveva gettato nello sconforto, e questo aveva fatto sì che la mia aura maestosa, non differente da quella di tutti gli altri, creasse intorno un alone denso e grigiastro, visibile a decine di metri di distanza. Ogni persona che mi incontrava mi chiedeva spiegazioni. In effetti, qui su Sirio sono tutti così talmente gentili e sorridenti che anche un minimo accenno a sconforto, preoccupazione e ansia, viene sempre inevitabilmente avvistato e tutti si prodigano per ripulirti l’aura inquinata (a volte questa disponibilità è davvero esagerata). Fortunatamente Genex – che nel frattempo è diventato mio inseparabile amico – in quel periodo stava iniziando il corso di Pulizia Automatica del Corpo Sottile, cui mi suggerì di partecipare non appena mi incrociò nei miei veloci spostamenti sul prato di Sirio. Questa distesa che si perde all’orizzonte non ha confini visibili. Immaginate di percorrerla a una velocità supersonica senza vederne mai la fine. Questo è proprio ciò che accade qui: tutte le persone che atterrano e che transitano su Sirio si spostano velocissime e vivono da qualche parte in questa sconfinata va18


stità che permette a chiunque di alloggiare in collocazioni che non si possono definire case, ma semplici posti di passaggio che appaiono e scompaiono senza lasciare tracce visibili. Non esistono vestiti, ma vibrazioni che colorano i corpi delle persone che gironzolano velocissime. Le coscienze qui non “riposano” come su Terra, non esiste “sonno”. Sirio poi non richiede neanche particolari permessi, non ha burocrazie infinite ma semplicemente un unico Ministero (il Ministero della Felicità) con migliaia di stanze e di impiegati amorevoli che registrano pratiche senza ausilio di macchine. La maggior parte degli abitanti di Sirio è qui per applicarsi e studiare all’Università dell’Incarnazione, di passaggio per i pianeti materiali. Oltre a Terra ci sono, sparsi per l’Universo, numerosi pianeti dove si ha a che fare con i corpi fisici e la dualità, ma nel sistema solare dove sono diretto le forme di vita fisiche esistono solo su Terra. Tutto quanto è sorretto dalle energie inviate dal Nostro Sire Centro Galattico che, osservato da Terra, sarà posto esattamente al centro della Via Lattea, in direzione della Costellazione del Sagittario. Il nscg invia energie e informazioni direttamente alle numerose stelle – o Soli – sparsi nell’Universo, che a loro volta irradiano queste informazioni a tutte le forme di vita presenti nella Galassia. In effetti, siamo tutti “soli”. La felicità di questo posto è talmente coinvolgente che arrivano di continuo numerose entità da stelle lontanissime, anche solo per delle veloci visite. Scendono dalle piattaforme intergalattiche a frotte. La scusa è quella di partecipare ai numerosi Raduni Cosmici, ma in realtà si trattengono molto oltre i tempi stabiliti perché «... come si ama su Sirio è tutta un’altra cosa» (così recita l’iscrizione affissa all’ingresso dell’Università). Insomma, tutto questo amore e questa condivisione visibili a occhio nudo non nascondono inganni. Prestare un pensiero a una preoccupazione vuol dire essere subito riconosciuti e ripuliti. Non dico che sia male, anzi... ma evidentemente c’è una 19



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