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Ghiande
SATVAT
Le avventure di Putifarre
SPAZIOINTERIORE
A Gaia, Arianna, Caterina e a tutti i bambini della vita che sperimenta, gioisce ed evolve.
I disegni di questo libro possono essere colorati con le matite oppure con i pennarelli. CosĂŹ puoi aiutare a dare vita a queste storie e renderle piĂš meravigliosamente tue.
La prima storia di Putifarre
Eliana è nel suo letto e si sta preparando per dormire. È una bella ragazzina, con i capelli biondi, che scendono in lunghi e morbidi riccioli, e gli occhi azzurri. Indossa un pigiama di colore rosa con un coniglietto disegnato, e sta sotto una coperta azzurra di caldo piumino, poiché fa freddo nella notte invernale. A cena ha mangiato troppo pandoro, di cui è golosa, e perciò ha un pochino di mal di pancia, tanto che a un certo punto le scappa di fare una puzzetta. Di sicuro lei non vi dà alcuna importanza, ma sente che qualcosa si agita sotto le coperte. Che cosa può mai essere? Sembrerebbe un gattino che si agita in fondo al letto, e infatti si vede una sagoma che si muove rigonfiando il piumino. Ma Eliana non ha un gatto, e neppure un altro animale domestico. 9
La ragazzina è curiosa, e si affretta a sbirciare sotto il lenzuolo per capire di cosa si tratta. C’è proprio qualcosa in fondo al letto! Un qualcosa che è animato e che a sua volta la guarda, con un paio di occhi gialli che assomigliano a quelli dei gatti. Con un gesto istintivo, Eliana butta per aria le coperte per vedere meglio ed ecco che salta fuori uno strano essere. 10
È piccolo più o meno come un bimbo di tre anni, ma certamente non è un bambino perché è tutto di colore rosso, e ha pure una codina, le orecchie a punta e due piccole corna sulla fronte. È proprio un diavoletto, ma è piuttosto grazioso per la verità, tanto che Eliana non ne prova spavento, nonostante le cose poco rassicuranti che si dicono sui diavoli. Ma che ci fa quel diavoletto lì dentro al suo letto? Non resta che chiederglielo, perciò Eliana gli dice: «Chi sei tu e come sei arrivato qui?» Il diavoletto si mostra un po’ timido e le risponde con una vocetta balbettante: «Mi chiamo Putifarre e sono un diavoletto dei bambini. Non avere paura di me, perché noi diavoletti dei bambini non siamo per niente cattivi. Al massimo vi facciamo qualche dispettuccio, altrimenti ci annoiamo. Che so, magari nascondiamo un giocattolo, o sporchiamo un disegno, o ci divertiamo a fare dei nodi 11
Putifarre, Serafina e la rosa invisibile
C’era una volta il Regno felice del Re Augusto e della Regina Selene, dov’era sempre Primavera e gli alberi erano carichi di frutti saporiti. In quel mondo fortunato la terra era così fertile che bastava spargere una manciata di semi per vedere germogliare in poco tempo ogni tipo di pianta, senza bisogno di zappare o di fare ogni altro faticoso lavoro di coltivazione. Così le persone non dovevano sforzarsi molto per sfamarsi: infatti, si limitavano semplicemente a seminare ciò che preferivano mangiare, dopodiché aspettavano fiduciose di poter presto raccogliere zucchine saporite, insalate croccanti, teneri fagiolini, carote succose e tutti gli altri doni dell’orto. Anche gli animali vivevano sereni e felici, perché gli esseri umani erano molto soddisfatti di tutta la frutta, la verdura e i cereali che mangiavano a volontà. Questo tipo di alimentazione per loro era 39
più che sufficiente e sano, e li manteneva in buona salute, cosicché non gli passava proprio per la mente il pensiero di mangiare qualche animale. Tutti gli animali venivano apprezzati per la loro bellezza e per la loro compagnia, per cui non era strano tenere dentro casa un maialino ben pulito, o una papera, o una famigliola di conigli oppure di ricci. Infatti le persone davano agli animali l’amore e la cura che da noi si dà, purtroppo non sempre, solo ai cani e ai gatti. Questo perché gli esseri umani, e soprattutto i bambini, si divertivano un mondo a giocare con i loro amici animali. Dato che agli uomini e alle donne piaceva la vita semplice e senza pretese, agli adulti bastava lavorare poco, solo tre o quattro ore al giorno. Così avevano un sacco di tempo libero per giocare insieme ai bambini e per insegnare loro molte cose interessanti. Gli raccontavano le belle storie antiche dove c’erano creature magiche e vinceva sempre il bene, e poi gli insegnavano a conoscere e a godere di tutti i doni della Natura. Fin da piccoli i bambini imparavano a suonare almeno uno strumento musicale. E, in generale, veniva coltivata ogni forma artistica, praticando con passione la pittura, la scultura, la danza e il teatro; in questo modo ogni individuo scopriva i suoi talenti creativi e li esprimeva con gioia e soddisfazione. Così tutti partecipavano, con le loro creazioni, a rendere più bello e gioioso il Regno. Non esiste40
Puoi disegnare in questo spazio la frutta e la verdura che conosci.
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ghiande «Se sei una ghianda non potrai che diventare una quercia, un giorno». Come teorizza James Hillman, ogni persona è portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente, ben prima di essere vissuta. Al pari della ghianda, e per quanto si tenti di deviare il corso degli eventi o di forzare la nostra natura, il destino di ciascuno di noi è di diventare una quercia, e cioè pienamente quell’unico e irripetibile se stesso. I testi della collana Ghiande si rivolgono al nostro bambino interiore, ricordandogli le potenzialità immense che lo contraddistinguono in ogni momento, anche se celate come un seme sotto la terra. Sono libri per i bambini di tutte le età: per coloro che sono, sono stati o vogliono nuovamente sentirsi bambini, compresi quelli che si percepiscono imprigionati in un corpo o un intelletto adulti; sono opportunità per anime che sentono il desiderio e la necessità urgente di germogliare e crescere, divenendo le querce luminose e libere che, nel profondo, già sanno di essere.
Finito di stampare nel luglio 2016 presso CDM Servizio Grafico, Collegno (TO) per conto delle Edizioni Spazio Interiore