Igor Sibaldi - Il tuo aldilà personale

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La scoperta è l’esatto contrario dell’errore. Se tu scopri, non puoi sbagliare. Si comincia a sbagliare non appena si smette di scoprire.

€ 5,00 isbn 978-88-97864-05-9

9 788897 864059

IL TUO ALDILà

PERSONALE Igor Sibaldi



Igor Sibaldi

IL TUO ALDILĂ

PERSONALE

Harmonia Mundi Spazio Interiore



L’amico Andrea Colamedici mi ha chiesto di rivedere la trascrizione di una conferenza che ho tenuto nel maggio scorso; vuole farne un volumetto: ragiona cioè al contrario di me, che di solito scrivo libri per trarne conferenze. Gli sono molto grato della proposta. Solo, c’è un problema: come sia stata quella conferenza non ricordo, ma i brani trascritti avevano proprio bisogno di precisazioni e sviluppi. Ho provveduto sia alle une sia agli altri, cambiando qualcosa e aggiungendo osservazioni in corsivo. E il risultato è una conferenza sicuramente migliore, che magari riuscirò a fare in futuro. Igor Sibaldi



Il tuo aldilà personale

Voglio un gran bene ai gatti, e spesso riesco anche a imparare qualcosa da loro: sono precisissimi nelle loro risposte, ma pensano in un modo così fulmineo! Non è facile stargli dietro. Una volta, per esempio, il mio gatto più anziano – si chiama Wellington – mi ha spiegato che non serve guardarsi allo specchio, per vedere come si è; meglio metterti davanti allo specchio con accanto qualcuno che ti vuole bene, e che ti indichi le differenze tra il tuo aspetto vero e l’immagine riflessa. Io ci ho provato, con un paio di persone, ho detto anche ad altri di provarci, e funziona. Tu magari nello specchio vedi che hai il naso un po’ storto; l’hai sempre visto, sai che è così; ma la persona che hai accanto ti dice: «Ma no, non è vero. Lo vedo anch’io che nello specchio sei così; ma nella realtà no». 5


E mi è sembrato che ne potesse derivare un buon ragionamento, che è il seguente: noi siamo abituati a credere che siamo quello che vediamo nello specchio; ma non è vero: lo specchio non può bastare di per sé, perché è bidimensionale, ha solo altezza e larghezza, mentre noi di dimensioni ne abbiamo almeno tre. Quindi l’immagine riflessa dallo specchio è un po’ come quei giochi in cui bisogna unire i puntini. Mostra solo alcuni puntini bidimensionali del nostro volto, e noi, guardandolo, la completiamo: aggiungiamo – cioè ci sforziamo di vedere – i traits d’union. Già, ma solo in piccola parte quei tratti sono veramente opera nostra: per lo più, sono il risultato di una lunga serie di giudizi che altri hanno dato di noi nel passare degli anni, o che abbiamo pensato o temuto di ricevere dagli altri, migliaia di altri, conoscenti, amici, parenti, compagni, colleghi... e anche altri irreali, per esempio l’idea che abbiamo dei nostri connazionali, dei nostri contemporanei, e di ciò che potrebbero dire di noi. Nel completare la nostra immagine allo specchio, ce la mettiamo tutta (e senza accorgercene!) per concordare con questa moltitudine. E poi crediamo di essere così. E cerchiamo di essere così; e purtroppo ci riusciamo anche. Ma poi Wellington mi ha spiegato che intendeva un’altra cosa. E cioè non di mettersi davanti allo 6


specchio con un altro essere umano, ma con accanto un gatto che ti indichi le differenze. Fatelo, alla prima occasione, e vedrete. Il gatto vi dirà: «Ma tu non sei per niente quello là: quello è più o meno la tua caviglia». Chiedigli: «E invece come sono, davvero?» Ti risponderà che sei molto più grande, e dotato di un campo percettivo vastissimo. «Cioè, più o meno come me» aggiungerà. «Anche tu ti vedi grande?» «Noi e voi siamo grandi uguali» ti spiegherà il gatto. «Per questo gatti e uomini si intendono tra loro, e non si comandano a vicenda. Pari». Il cavallo invece, visto con gli occhi del gatto, è più piccolo dell’uomo, e di conseguenza anche del gatto. E infatti avete mai visto un cavallo vicino a un gatto? Il cavallo si sposta timoroso, e il gatto passa... Nota: sul parlare con i gatti. Non è affatto difficile. È una questione di frequenze: se avete un gatto adulto, il vostro gatto ha la vostra frequenza e può ascoltare i vostri pensieri come un uomo ascolta la radio – e in genere, questo non aumenta la stima che i gatti hanno di noi. Per conversare con un gatto occorre che anche tu trovi e ricordi la sua frequenza: ci si arriva con il seguente esperimento. Mentre il gatto è tranquillo in una stanza, tu sei in cucina, 7


immobile, e pensi: «Vorrei dare dei croccantini al gatto». Dopo meno di un minuto il gatto arriva con un’espressione che dice: «Ho sentito che pensavi una cosa interessante». Dopodiché (cioè dopo avergli dato i croccantini) si tratta solo di ritrovare quella frequenza in cui hai pensato ai croccantini; basta che ricordi lo stato d’animo che provavi in quel momento. Da lì partiranno i dialoghi. Non sono vere e proprie conversazioni, non senti la voce interiore del gatto: invii la domanda, e dopo pochi secondi ti ritrovi in mente la risposta. È una specie di chat. Altra nota: su quell’essere più grandi di ciò che lo specchio riflette. Qualcuno informato sull’esoterismo ottocentesco potrebbe dire: «Be’ ma è chiaro, il gatto vede il corpo astrale, o il corpo energetico, l’aura...» Ma questo è solo il nome, la targa del fenomeno. Quello che importa è il senso. ...e il senso, uno dei sensi, è che è bello sapere di essere molto più di quello che vediamo di noi, cioè di quello che vede di noi la gente (cioè le tante altre persone che hanno sempre pensato che gli specchi ti mostrassero la realtà, e si sono regolate di conseguenza). È bello anche perché concorda con un passo del Vangelo, che i teologi faticano molto a spiegare. È 8


l’inizio del capitolo 14 di Giovanni. Nella traduzione ufficiale (e non c’è bisogno che vi spieghi che le traduzioni ufficiali dei Vangeli sono spesso cosìcosì) leggiamo che Gesù dice, lì: Io vado a prepararvi un posto; quando tornerò vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. Il che fa apparire Gesù come una specie di navetta tra l’Aldiqua e l’oltretomba. Un po’ lugubre. Viene voglia di dirgli: «Oh be’, fai pure con comodo, non c’è nessuna fretta, possiamo aspettare». Ma quella frase ha tutt’altro significato. Nei Vangeli, specialmente in Giovanni, quando Gesù dice «io» intende non tanto se stesso, quanto piuttosto «l’Io» dell’uomo, l’«Io» con la maiuscola, che in un certo senso è quello che i gatti vedono, e che tanti di noi non hanno mai preso in considerazione. A intenderlo così, il senso di quel passo del Vangelo diventa: Il tuo Io maiuscolo è sempre più avanti di te, e dovunque arrivi ti ha già preparato il posto. Così suona veramente bene. In pratica vuol dire che nella tua vita non succede niente che non sia già ac9


Prima di dedicarsi alla ricerca metafisica e teologica e allo studio della psicologia del profondo, Igor Sibaldi è stato un celebre filologo e slavista. Grande conoscitore dei miti antichi e moderni, dei testi sacri delle grandi religioni e della filosofia delle civiltà , si dedica da diversi anni al disvelamento delle strutture superiori e atemporali della coscienza, portando avanti una preziosa opera di divulgazione e insegnamento attraverso libri, conferenze e seminari. www.maestriinvisibili.com


Opere di Igor Sibaldi La congiura, Mondadori 1994 La trama dell’angelo, Mondadori 1995 I maestri invisibili, Mondadori 1997 La creazione dell’universo, Sperling&Kupfer 1999 Il frutto proibito della conoscenza, Frassinelli 2000 L’età dell’oro, Frassinelli 2002 Il libro del giovane Giovanni, Frassinelli 2003 Iniziazione, Anima 2005 Il codice segreto del Vangelo, Sperling&Kupfer 2005 Gattoterapia – Gli esercizi, Salani 2005 L’arca dei nuovi maestri, Sperling&Kupfer 2006 Il mondo invisibile, Frassinelli 2006 Libro degli angeli, Frassinelli 2007 Quando hai perso le ali, Frassinelli 2008 Libro della personalità, Frassinelli 2009 Vocabolario, Anima 2009 Libro delle Epoche, Frassinelli 2010 Esegesi, 4 dvd, Anima 2010-2012 Libro della Creazione, Frassinelli 2011


harmonia mundi

Harmonia Mundi è un’associazione culturale nata a Roma nel dicembre 2004 su iniziativa di Marina Ciaffoncini. Libreria e centro olistico, Harmonia Mundi ospita regolarmente i maggiori ricercatori italiani e stranieri, proponendo conferenze, presentazioni di libri, meditazioni, seminari e corsi settimanali. Il fine è quello di porre l’attenzione su tutte quelle discipline, tecniche e tematiche che contribuiscono a unificare i vari aspetti dell’uomo, inteso come “Adam”, cioè Umanità. Per raggiungere la consapevolezza, infatti, è necessario uscire dalla separazione e vivere in equilibrio la nostra parte fisica, mentale e spirituale.

Harmonia Mundi Via dei SS. Quattro, 26/a 00184 Roma www.harmonia-mundi.it info@harmonia-mundi.it


spazio interiore

Spazio Interiore è un progetto nato a Roma nel 2010 da un’idea di Giovanni Picozza. Il progetto si è espresso inizialmente attraverso la rivista Oltreconfine, importante strumento d’informazione e approfondimento di tutti i temi legati ad arte, letteratura e spiritualità. In breve tempo, i membri del gruppo di Spazio Interiore hanno sentito la necessità di dare vita a un centro olistico, a una casa editrice e a una galleria d’arte. Ogni attività di Spazio Interiore si propone di fornire strumenti pratici e di riflessione che favoriscano il risveglio dell’individuo, dando spazio a tecniche, esperienze e prospettive ancora sconosciute in Italia.

Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli, 46 00176 Roma www.spaziointeriore.com info@spaziointeriore.com


amuleti Da A-molior, tener lontano. Questa collana, più che ad allontanare qualcosa da noi, vuole tenerci lontano dalle verità precotte. Capita a volte di assistere a degli eventi fulminanti, epifanici, che ridisegnano il senso di un percorso. Il Centro Harmonia Mundi di Roma è spesso sede di questi incontri straordinari. Per questo abbiamo deciso di raccogliere i testi delle conferenze dei maggiori ricercatori in campo spirituale, artistico, letterario che sono passati da questo centro olistico. L’idea è quella di offrire un amuleto, un medicamento tascabile da portare con sé e leggere durante la giornata. Per curarsi di sé e da sé, e per tenersi sempre lontano.



La scoperta è l’esatto contrario dell’errore. Se tu scopri, non puoi sbagliare. Si comincia a sbagliare non appena si smette di scoprire.

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