Open Space

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OPEN SPACE


Municipalità Mestre - Carpenedo Beni, Attività e Produzioni Culturali Assessorato alle Politiche Giovanili

Q13 VISUAL ART and MUSIC PROJECT

OPEN SPACE 18 novembre - 10 dicembre 2006 18 November - 10 Dicember 2006 CENTRO CULTURALE CANDIANI www.comune.venezia.it/candiani candiani@comune.venezia.it Mestre Venezia

Un progetto di / A project by LABORATORIO Associazione Culturale Mostra a cura di / Exhibition curated by Lara Facco Alberto Zanchetta Catalogo a cura di / Edited by Manuel Frara [ Interno3 ] Testi di / Text by Cecilia Antolini Lara Facco Alberto Zanchetta Traduzione in inglese / English translation Martyn Anderson Giulia Vianello Progetto grafico / Lay out Manuel Frara [ Interno3 ] Stampa / Press Firma Gruppo Poligrafico Si ringraziano / Special thanks to nt art gallery, Bologna Robin Mandel (USA) Sami Sänpäkkilä (FIN) egØ (UK)


Oltre 30 sono gli artisti che colgono l’occasione data loro dal “Q13 Visual Art and Music Project” per confrontarsi con il contemporaneo. La presenza è internazionale per lingue parlate, ma il linguaggio è unico e universale nel senso che abbraccia culturalmente una nuova generazione che comunica attraverso le nuove scritture nate appena ieri, conosciute solo oggi. La tecnologia non come semplice strumento per uso ludico quotidiano ma come alfabeto per la stesura di un racconto, che ci svela il mondo con l’autonomia dell’occhio umano. Usando le nuove protesi che l’intelligenza ci ha fornito …. telecamere digitali …. sintetizzatori e campionatori .… gli artisti fissano il proprio pensiero ed i propri sogni, attraverso i pixel di uno schermo o i decibel di un subwoofer; come il soffio del vento in una moderna foresta tecnologica. Ricordiamo che tutto parte da lontano, da quando l’umanità ha iniziato ad interrogarsi ad altro che non fosse la sola sopravvivenza, lasciando i primi segni su una parete o su quelle tavole che continuano ad emozionarci. Così come ci emozionano le opere di oggi, di questi giovani artisti figli di Blade Runner... che ci parlano tutti i giorni con l’oracolo di Matrix.

Il “Q13 Visual Art and Music Project”, al Centro Culturale Candiani, con “Open Space” rappresenta uno dei più importanti appuntamenti annuali dedicati alle arti visive; un luogo di incontro, di confronto e di sperimentazione delle culture giovanili. Una panoramica con oltre trenta artisti, nazionali ed internazionali, che, con i loro differenti stili e suggestioni di paesaggi, suoni e “architetture”, mettono in scena una mappatura del contemporaneo, con lo sguardo spericolato, curioso, e anche rigoroso di chi fa arte con la passione delle giovani generazioni. L’Amministrazione Comunale intende così confermare il proprio impegno e intendimento a promuovere e sostenere la ricerca artistica contemporanea delle e dei giovani creativi e la sua divulgazione. Il Candiani, anche con questa manifestazione, ribadisce la propria vocazione ad essere laboratorio multiforme e articolato di espressioni e linguaggi artistici nuovi, tesi a letture originali e innovative della Città e della realtà complessivamente intesa.

Massimo Venturini

On. Luana Zanella

Over 30 artists have taken up the opportunity they have been offered by “Q13 Visual Art and Music Project” to measure up to the modern-day scene. Although this is an international event in terms of the languages spoken, it will feature just one single idiom culturally embracing a new generation communicating through styles developed just yesterday and familiar only as of today. Technology no longer seen as just a simple means of everyday entertainment, but as an alphabet for writing a story that reveals to us the world with all the autonomy of a human eye. Drawing on the new prostheses that human intelligence has given us … digital television cameras … synthesisers and samplers ….. the artist stirring at one’s own thoughts and own dreams through the pixel of a screen or the decibels of a subwoofer; like a gust of wind blowing through a modern forest of technology. We remember that all this comes from a long way back, when mankind began to wonder about things other than its own survival, leaving its very first traces on a wall or on those tableaux that still excite us today. Just as we are excited by the modern-day works of these young artists, products of Blade Runner….who talk every day to Matrix’s oracle.

The “Q13 Visual Art and Musci Project” represents with “Open Space” at the Candiani Cultural Centre one of the most important annual events dedicated to the visual arts; a meeting place open to experimentations of the youth cultures. An overview with more than thirty artists, national and international ones, who will display a mapping of the contemporary with their different styles of sounds and architectures, through the reckless, curious and also strict look of people who make art with the passion of young generations. Thus, the Municipality wants to confirm its engagement into the promotion and support of the contemporary artistic research of young artists and its spreading. The Candiani, also thanks to this event, reinforces its vocation to be a protean and mutable lab of new expressions and languages, aiming to original and innovative lectures of the City and of the whole reality.

Municipalità Mestre - Carpenedo Presidente

Massimo Venturini

Municipality of Mestre - Carpenedo President

Assessora alla Produzione Culturale e alle Politiche Giovanili Comune di Venezia

On. Luana Zanella

Cultural and Youth Policies Town Councillor Municipality of Venice



“Q13” richiama e sé l’esperienza accumulata in questi anni di incontro con l’espressione artistica sperimentale, offrendo quest’anno alla Città “Open Space”, con l’obiettivo di una originale ricerca priva di confini e aperta quindi a nuove soluzioni. E’ un evento ambizioso per l’innovazione espressiva e per l’elaborazione che essa implica, ma soprattutto “Open Space” elabora oltre lo sguardo, alla ricerca di interpretazioni nuove con la libertà espressiva che lo “spazio aperto” propone. “Open Space” meraviglia, in qualche caso sconcerta, per la capacità comunicativa delle opere sin dalla loro ideazione, per nulla statiche. Tutto pare in movimento, quasi vitale verso colui che guarda, ascolta un nuovo modo di fare arte, avvicinando tecniche, metodi e materiali solo apparentemente lontani, ma vicini, sebbene in uno spazio aperto, aperto a tutte le prospettive creative. La Municipalità Mestre-Carpenedo con orgoglio sostiene questo progetto che ha radici profonde e un prosperoso futuro.

L’edizione 2006 del “Q13 Visual Art and Music Project” si presenta al pubblico in una nuova forma con la presenza di due curatori. Questa doppia visione, una doppia curatela, in forma di incontro e reciproco scambio fra “cielo e mare”, come l’immagine di copertina, diventa oltretutto un raro episodio di azione collaborativa. Una mostra evento – un progetto culturale come fosse un set cinematografico dove più professionalità sono messe in campo, come fossero una squadra, al fine di raggiungere un unico risultato. Ma come è lecito immaginare la squadra è composta da tutte le persone che condividono un progetto paritetico e partecipato, una serena piattaforma del pensiero. Dove le tecniche si contaminano ed i new media diventano il luogo immateriale dell’agire. E non ultimi gli artisti invitati, con i loro corpi - le loro opere – animati sempre da una visione del mondo mai frustrata che diventa, rispetto ad un più ampio sguardo sul contemporaneo, l’unico specchio analitico che abbiamo.

Marra dr. Antonino

direzione artistica della sezione Arti Visive Q13 Visual Art and Music Project 2006

Municipalità Mestre-Carpenedo Il Delegato alla Cultura

The “Q13” recalls all the experiences gathered during these years of meeting with the experimental artistic expression, this year presenting to the City «Open Space». It is an ambitious event for expressive innovation and the elaboration of an original research without boundaries and open to new solutions. Most of all, “Open Space” elaborates new interpretations beyond the look, with the expressive freedom that the “open space” suggests. “Open Space” amazes, in some cases it bothers, for the communication ability of its works since their conception. All seems moving, almost living toward the audience, coming in contact with new techniques, methods and materials only apparently distant, set in an open space, open to all the creative perspectives. The Municipality of Mestre-Carpenedo supports this project which has deep roots and a prosperous future. Marra dr. Antonino

Municipality of Mestre - Carpenedo The Culture Delegate

LABORATORIO

The 2006 edition of the “Q13 Visual Art and Music Project” has been completely renewed thanks to the contribution of two curators. This double view of the two curators has become a sort of meeting and mutual exchange as it may be between “the sky and the sea”, like a cover picture, so to become a rare episode of collaborative action. An exhibition event - a cultural project - as if it was a movie set where many expertises are ready to work together, like a team, aiming to reach the same goal. But the team is constituted by all the people who share an equal and participated project, an easy platform of thinking, Where the approaches are contaminated and the new media become the immaterial place of the action. And not the last ones, the guest artists, with their bodies - their works of art animated by a vision of the world never frustrated which becomes the only analytical mirror that we have to take a look at the contemporary. LABORATORIO

artistic direction of the Visual Arts section Q13 Visual Art and Music Project 2006


LA MAISON VIDE 1

The Form of Interiority Lara Facco

I close my eyes and listen to the silence. A room just for me. A house just for me. Empty, waiting to be filled with nothing but my presence, my thoughts and innermost feelings. Composed of space and silence. Silence, as I was saying. I listen to it for hours, seemingly motionless, blank, mute. In the end I can make out its thousands of nuances: the ticking of the alarm clock, the rhythm of my breathing, a baby crying in the distance, the gate opening, the noise of footsteps in the courtyard, coffee bubbling in the coffee maker. And even more voices and sounds. Eventually I can hear the sound of thoughts, lots of them, following on from each other, running together and overlapping. Then more silence. I open my eyes and imagine a window opposite me in the emptiness. Initially shut, with the blue of the skies and white of the passing clouds filtering through it. Then suddenly open, with the smell of autumn mingling with the pale sunshine and crunching of dry leaves. Meanwhile the window has turned into a door with figures from the past and present walking through it. They walk in one after the other in orderly fashion. They are well-known faces each bearing a gift, a small object from afar. I study their faces, hands and gifts. Each has a story to tell, some tell their tale with ease, others with more difficulty. I can see and hear all this going on before me, a solemn procession through my empty house. Inside this place that has taken on the shape of the soul, where I can decanter my memory and distil the essence of life into drops. There is something magical about this. Something you usually feel when entering a new house for the first time and seeing it at that instant when it belongs to nobody. And the space finally reveals itself for what it is: a borderline, a meeting point between a before and an after that it inevitably carries with it. 1

A vibrant setting capable in its own right of telling stories and evoking memories. You just need to want to let it do it and be able to listen to it: empty space then turns into a blank sheet, disturbing and exciting, a blank slate. It becomes the place where thoughts come to rest, hanging in the air. To give them new life, a new form. Ready to be written, rewritten and rubbed out. But emptiness can be confusing, as the memory mixes with the imagination, emotionality with rationality, and you often end up remembering things that never actually happened. Memory mingles with the vastness of life and you end up constructing your own version of the present, past and future, cutting and sewing as if it were a new suit, sculpting time and space like forms of interiority. Like when you leave a house after living there for a long time and you stop on the threshold, neither inside nor out, stirring into space, empty space full of all those things about us that have been boxed up and packed away. Ready to live a new life or not to live at all. “Maison vide: je souffre dans cette situation… S’il vous plaît, ne m’oubliez pas, venez me chercher…” 2

The empty house “Empty house: I suffer in this situation… for it appeal to, you do not forget to me, you come to try to me…” Louise Bourgeois, in “Chère Louise. Portrait du sculpteur Louise Bourgeois”, film, réalisation Brigitte Cornand/Les Films du Siamois, 1995 2


LA MAISON VIDE 1

La forma dell’interiorità Lara Facco

Chiudo gli occhi e ascolto il silenzio. Una stanza tutta per me. Una casa tutta per me. Vuota, da riempire soltanto con la mia presenza, i miei pensieri, la mia intimità. Fatta di spazio e di silenzio. Il silenzio, dicevo. Lo ascolto per ore, apparentemente immobile, bianco, muto. Fino a distinguerne mille sfumature: il tic tac della sveglia, la cadenza del mio respiro, il pianto di un bambino in lontananza, il cancello che si apre, il rumore dei passi nel cortile, il caffè che gorgoglia uscendo dalla moka. E ancora voci, suoni. Fino a sentire il rumore dei pensieri, tanti, che si susseguono, rincorrono, accavallano. Poi ancora il silenzio. Apro gli occhi e immagino nel vuoto una finestra di fronte a me. Prima chiusa, con il vetro che filtra l’azzurro del cielo e il bianco delle nuvole che scorrono. Subito dopo aperta, con il profumo dell’autunno che si insinua assieme al sole pallido e allo scricchiolio delle foglie secche. Intanto la finestra si è trasformata in una porta, da cui entrano figure del presente e del passato. Procedono ordinatamente, uno alla volta. Sono facce note che portano con sé un regalo, un piccolo oggetto che viene da lontano. Osservo i loro volti, le loro mani, i loro doni. Ognuno ha una storia, che ricostruisco a volte con facilità e altre con fatica. Vedo e sento tutto questo passare di fronte a me, sfilare con sacra solennità dentro la mia casa vuota. Dentro questo territorio che ha preso la forma dell’anima, dove posso far decantare la memoria, distillare in gocce l’essenza dell’esistenza. C’è qualcosa di magico in questo. Qualcosa che normalmente si prova quando si entra per la prima volta in una nuova casa e la si vede in quell’attimo in cui non è di nessuno. E lo spazio finalmente ti si rivela per quello che è: una terra di confine, un punto d’incontro tra un prima e un dopo di cui è inevitabilmente portatore. Un realtà vibrante, di per sé in grado di raccontare storie, evocare ricordi. Basta avere la voglia di lasciarglielo fare e la capacità di ascoltarlo: lo spazio vuoto si trasforma allora in un foglio bianco, inquietante 1

ed eccitante, una tabula rasa. Diventa il luogo dove riposano i pensieri, sospesi nell’aria. Per dare loro una nuova vita, una nuova forma. Pronti per essere scritti, riscritti, cancellati. Ma il vuoto è una dimensione ingannevole, dove la memoria si mischia con la fantasia, l’emotività con la razionalità, e spesso si finisce per ricordare quello che non è mai esistito. Il ricordo si intreccia con la vastità dell’esistenza e ci si trova a ricostruire un presente, un passato e un futuro sulla propria misura, tagliando e cucendo come fosse un vestito nuovo, scolpendo il tempo e lo spazio come forme dell’interiorità. Come quando si lascia una casa dopo averci abitato a lungo, e si resta immobili sulla soglia, né dentro né fuori, a fissare il nulla, quel vuoto pieno di tutto quello di noi che ormai abbiamo inscatolato, imballato. Pronto a vivere una nuova vita o a non vivere più. “Maison vide: je souffre dans cette situation… S’il vous plaît, ne m’oubliez pas, venez me chercher…”2

La casa vuota “Casa vuota: soffro in questa situazione… per piacere, non dimenticatemi, venitemi a cercare…” Louise Bourgeois, in “Chère Louise. Portrait du sculpteur Louise Bourgeois”, film, réalisation Brigitte Cornand/Les Films du Siamois, 1995 2


FROM THE MINUTES OF THE CONFERENCE ON OPEN SPACES Alberto Zanchetta

Scrutinising the absolute is a contradiction in terms. Confuting ad libitum to simplify. As a dictator with wide views, Hitler saw himself as a complete artist. The Führer’s greatness was proportional to his ability to be “at fault”: he had no sense of proportions. The Viennese watercolours (see, for example, those with Auersperg Palace or Burgtheater as a backdrop) show a specious sense of perspective; drawing on an arbitrary system of coordinates, Hitler breached spatial values and confined himself to compressing the stature of the men and women set behind the figures in the foreground. This creates an exhilarating effect: the road appears to be full of Titans and Homunculi. Remember the abuse Gabriele d’Annunzio poured out against “that traitor Adolph Hitler with his vile face blurred by the indelible splashes of calcimine or glue that his brush, or flat brush, was soaked in, peering above his cane or rod, that had become the sceptre of a ferocious clown with an extended wisp at the bottom of his “nazi” nose”. With hindsight, instead of rejecting him the Fine Arts Academy ought to have (it would have caused less damage) taught him the basics of the visual pyramid. His views - with watercolours or otherwise are, however, still “haughty”. Even nowadays, the collective psyche still compares the artist to a hermit shut away all alone in his own studio. For some time now this “hagiography” has been in need of revision and correction, since modern-day artists are claustrophobic not agoraphobic, increasingly fond of social life and public relations. Rather than curing themselves of their legendary madness, they have just changed their pathology. This is the genius that the uninitiated were waiting for. We say “go outside” to “get some fresh air” and we already feel like exiles. For the ancients nature was a source of being and becoming, a vital force presiding over reality in the making. After the schism caused by Christianity - just how many people kicked out of the Garden of Eden have we had to put up with? - man has gained dominion over nature, a dictatorship expressed through technology. “Lacking in sensory apparatus, deprived of any

natural weapons, naked, embryonic in his entire habitus and unsure of his instincts, man is the being whose life depends on technology” [Arnold Gehlen]. This means technology (in)habits works of architecture. And what is architecture if not a means of penetrating places: sodomy at Mother Nature’s expense, the greatest Magdalene who has ever lived since the beginning of time. The English expression open space presupposes luminosity. But it is easier to lose lumen than find it, hence the anger and dismay. Take the case of Michael Pedersen Kierkegaard, father of the more famous Sören; when he was a pastor he blasphemed against God in the barren lands of Jylland. In that very instant, and only because he was a pagan, he was involved in something Pandean or, in other words, the exalting and anguish of everything [Pan] pervading all things with itself. And even though all spaces were originally open, since then we have tended to shorten distances since - as Edmund Husserl claims - “deepness can be chaos”; on the other hand, the horizon is only (an) apparent (line). Despite this we are happy to shroud ourselves in mystery and lust, lying down with Pan or Mother Nature. What makes the difference between a landscape and a panorama? A simple rise: stone or step. What happens to the genius loci in exile? It descends from the throne and forgets the podium. Altering the environment is a human prerogative, it only takes the ideal of “progress” to justify its actions. Accompany this with the aesthetic ideal and Land Art comes to mind. It might seem hypocritical to speak well of the atom bomb, but if Harry Truman - 33rd President of the United States - saw it as an effective means of keeping world peace, why should not we think of it in terms of Land Art? On dry land, shaping majestic mushrooms, or in the ocean, creating sumptuous clouds. OR HOW I LEARNED TO STOP WORRYING AND LOVE THE BOMB as the explanatory subtitle of Kubrick’s apocalyptic/epochal Dr. Strangelove reads...


DAGLI ATTI DEL CONVEGNO SUGLI SPAZI APERTI Alberto Zanchetta

Scrutare l’assoluto è una contraddizione in termini. Confutare ad libitum per semplificare. Dittatore di ampie vedute, Hitler concepiva se stesso come operatore artistico totale. La grandezza del Führer era proporzionale alla sua capacità di essere “in difetto”: non aveva il senso delle proporzioni. Negli acquerelli viennesi (si vedano p. es. quelli che hanno per sfondo il Palais Auersperg o il Burgtheater) denunciano una capziosità prospettica; con un arbitrario sistema di coordinate, Hitler infrangeva i valori spaziali e si limitava a comprimere la statura degli uomini e delle donne poste dietro alle figure in primo piano. L’effetto è esilarante: la strada sembra popolata da Titani e Homunculus. Ricordiamo allora le invettive di Gabriele d’Annunzio a «Il marrano Adolph Hitler dall’ignobile faccia offuscata sotto gli indelebili schizzi della tinta di calce o di colla ond’egli aveva zuppo il pennello, o la pennellessa, in cima alla canna, o alla pertica, divenutagli scettro di pagliaccio feroce non senza ciuffo prolungato alla radice del suo naso “nazi”». Con il senno del poi, anziché respingerlo l’Accademia di Belle Arti avrebbe fatto meglio (avrebbe fatto meno danni) a insegnargli le basi della piramide visiva. Le sue vedute - ad acquerello e non - restano comunque “superbe”. Ancor oggi l’immaginario collettivo equipara l’artista a un eremita, rinserrato nel proprio studio, in solitudine. Da molto tempo bisognerebbe rivedere e correggere questa “agiografia”, tant’è vero che gli artisti contemporanei non soffrono di agorafobia ma di claustrofobia, sempre più portati alla vita sociale e alle pubbliche relazioni. Piuttosto che guarire dal mito della loro follia si sono limitati a cambiare patologia. Ecco la genialità che s’attendevano i profani. Diciamo “uscire all’aperto” per “prendere una boccata d’aria”, è già ci sentiamo esuli. Per gli antichi la natura è sorgente del divenire e dell’essere, principio vitale che presiede allo sviluppo del reale. Dopo la frattura avvenuta con il cristianesimo - quante cacciate dai Giardini dell’Eden abbiamo dovuto tollerare? - l’uomo ha stabilito con essa un rapporto di dominio, dittatura espressa dalla tecnica. «Povero di apparato sensoriale, privo di armi naturali, nudo,

embrionale in tutto il suo habitus, malsicuro nei suoi istinti, l’uomo è l’essere che dipende esistenzialmente dalla tecnica» [Arnold Gehlen]. Ne consegue che la tecnica abita (nel)le architetture. E cos’è l’architettura se non la penetrazione del luogo: sodomia ai danni di Madre Natura, la più grande Maddalena che esista dall’inizio dei tempi. L’anglofilo open space presuppone una luminosità. Ma è più facile perdere il lumen che trovarlo, da ciò lo sconforto e la collera. Prendiamo il caso di Michael Pedersen Kierkegaard, padre del più noto Sören; ai tempi in cui era pastore bestemmiò Dio nelle lande dello Jylland. In quel preciso istante, e solo in virtù d’essere un pagano, si rese partecipe del panismo/di un senso panico, ossia dell’esaltazione e dello sgomento del tutto [Pan] che pervade di sé ogni cosa. E benché gli spazi aperti in origine lo erano stati tutti, da allora tendiamo ad accorciare le distanze in quanto - come sostiene Edmund Husserl - «la profondità può essere il caos»; l’orizzonte, invece, è solo (una linea) apparente. Malgrado ciò siamo ben lieti di immergerci nel mistero e nella lussuria, giacendo in compagnia di Pan o di Madre Natura. Cosa può fare la differenza tra un paesaggio e un panorama? Un semplice rialzo: sasso o gradino. Che sarebbe del genius loci in esilio? Scenda dalla cattedra e dimentichi il podio. Alterare l’ambiente è una prerogativa umana, a giustificarne le azioni basta l’ideale del “progresso”. Lo si accompagni all’ideale estetico, verrà alla mente la Land art. Sembrerebbe ipocrita dire bene della bomba atomica, ma se Harry Truman - 33mo presidente degli States - la concepiva come un efficace strumento per il mantenimento della pace mondiale, perché non pensarla in funzione della Land art? Sulla terra ferma, a forgiare maestosi funghi, oppure nell’oceano, a creare fastose cupole. OR HOW I LEARNED TO STOP WORRYING AND LOVE THE BOMB recitava il didascalico sottotitolo dell’apocalittico/epocale Dr. Strangelove di Kubrick...



â–˛ Riccardo Benassi it always happened on my own desk (Lindola Philips) installazione modulare sonora, giradischi, ventilatori da tavolo, feltro, legno, cavi cm 50 x 50 x 70 - 2005 courtesy Galerie Davide Gallo, Berlino â—„ Riccardo Benassi it always happened on my own desk (Vortice Wilson) installazione modulare sonora - giradischi, ventilatori da tavolo, feltro, legno, cavi cm 50 x 50 x 70 - 2005 courtesy Galerie Davide Gallo, Berlino


Mauro Ceolin preloadingCanaletto.04 FlashObject+sound - 2004 courtesy nt art gallery, Bologna


Massimiliano Nazzi A troglo-drum-machine (kropyt garden part2) performance - disegno progettuale - 2006



â–˛ Robin Mandel Dinner particolare mixed media, componenti elettrici cm 64 x 109 x 92 - 2005 â—„ Robin Mandel Patience legno, metallo, scarpe cm 28 x 33 x 174 - 2004



▲ DISCOkit ® kit portatile di musica e immagini - 2006 ◄ Simone Fazio Let’s give the system a good smack particolare olio su carta - cm 40 x 30 - 2005



â–˛ Cristian Chironi Le petit #7 tableaux vivant fotografia, stampa da negativo, C-print + cornice unica tiratura di quattro esemplari + p.d.a. in formati differenti - 2006 â—„ Cristian Chironi Le petit #11 particolare tableaux vivant fotografia, stampa da negativo, C-print + cornice unica tiratura di quattro esemplari + p.d.a. in formati differenti - 2006


â–˛ Alberto Zamboni Altrove. I viaggi di Z. olio su carta - cm 70 x 50 - 2006 â–ş Alessandro Spadari Avarizia olio su tela - cm 140 x 180 - 2006 courtesy Il Torchio/Costantini arte contemporanea, Milano



▲ Marc Giloux Dalida, Sei tu laggiù nel buio installazione sonora - 2006 ► Marco Fantini Still life particolare tecnica mista su tela - cm 50 x 50 - 2006 courtesy AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza




â–˛ Ericailcane Cinema Volturno video digitale b/n - 2004 â—„ Agostino Rocco La maison vide particolare tecnica mista su tela - cm 89 x 89 - 2006



â–˛ Andrea Di Marco Building (o grande cassa) olio su tela - cm 180 x 200 - 2005 courtesy AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza â—„ Federico Lupo Ora, sei rimasta sola (biography through objects) video - 2005 courtesy Zelle Arte Contemporanea, Palermo


â–˛ Andrea Contin I facchini sono sempre innamorati stampa su carta fotografica - cm 150 x 100 - 2001 â–ş Andrea Contin I facchini sono sempre innamorati particolare videostill dalla performance alla galleria Placentia Arte, Piacenza - 2001




▲ Karin Andersen Untitled stampa lambda - cm 16 x 12 - 2006 ◄ Paolo Toffolutti Iraq, territori occupati stampa a getto d’inchiostro su telo pvc anellato - cm 500 x 250 - 2006


â–˛ Vincenzo Rusciano Casa del Popolo (Single, Black) legno laccato, cotone, lana, dimensioni variabili - 2005 collezione daAZ, Sossano (VI) â–ş Vincenzo Rusciano Casa del Popolo (Single, Black) particolare


OPEN SPACE - OPEN YOUR MIND Cecilia Antolini

The work of art as a threshold. Spaces that connect are spaces that it opens up itself, without limiting them. The variable spaces of meaning; the spaces, hard to permeate, between subjects. It cannot be said that it coincides with an opening around the edge, it is the actual opening up of the edge, what actually creates the edge and the space that the edge encloses. It is excluded from all places because it precedes all places. This is the very essence of open-space. The transition point towards the Other, not a gap however, because a gap could constitutively be a gap in something closed. Not the opening up of the landscape, natural space for contemplating; the opening up of the Landscape, an existential space to be visited. Because you cannot actually hesitate on the threshold. Faced with the work there is no immobility. Crossing back and forth is the movement that creates the meaning it lays down. It is the breaking point which, as such, creates interaction and continuity. A fragment of meaning and personality as the seed of de-personalisation and the cancelling out of meaning. It reinforces them. The threshold is where identity is broken through variation, identity which can only be re-grasped through this breaking, lost yet real through that flavour of the unity it once had. A threshold is always of something and for somebody. The work is a threshold of meaning, a space open to meanings constantly in the making, first for the artist and the for his audience. As Merleau-Ponty wrote, art is not construction, artifice, industrious interaction with some outside space or world. It is really an inarticulate cry, which seems like the voice of light that Ermete Trismegisto speaks of. This is where meaning emerges from the indistinct to become meaning that people can share. A double threshold, the work also covers the distance between the artist’s interiority and that of the spectator, both possible and real. A threshold that turns an idios kosmos into koinos kosmos. Irreversibly projected elsewhere, inevitably drawing everybody along with it. This is the spatial realm of art but never of position, because we are not told where it is in relation to what.

The spatial realm of situation, the absolute here of meanings still to come. An opening up of the world that is being the world, the worldliness (Welten) of everything on the threshold of meaning.


OPEN SPACE - OPEN YOUR MIND Cecilia Antolini

L’opera d’arte come soglia. Gli spazi che connette sono spazi che essa stessa apre, senza con ciò delimitarli reciprocamente. Gli spazi, variabili, del senso; gli spazi, difficilmente permeabili, tra i soggetti. Di essa non si può dire che coincida con un’apertura nel perimetro, bensì con l’apertura del perimetro, ciò che dà luogo al perimetro e allo spazio che il perimetro racchiude. È esclusa da ogni luogo in quanto precedente ogni luogo. Open-space per essenza. Il punto di passaggio verso Altro, non varco tuttavia, in quanto il varco è costitutivamente possibile come varco di un chiuso. Non l’apertura del paesaggio, spazio naturale da contemplare; l’apertura del Paesaggio, spazio esistenziale da frequentare. Perché sulla soglia non si può concretamente indugiare. Di fronte all’opera non c’è immobilità. Attraversarla e riattraversarla è il movimento di costruzione del senso che essa scandisce. È il punto di rottura che in quanto tale crea relazione e continuità. Frammento di senso e di personalità che è germe di spersonalizzazione e annullamento di senso. Ma loro potenziamento. La soglia accade quando spezza, nella variazione, l’identità che solo lo spezzamento permette di riafferrare, perduta, eppure reale nel sapore della sua passata unità. La soglia è sempre di qualcosa e per qualcuno. L’opera è soglia di senso, spazio aperto al farsi di sensi sempre in costruzione, prima per l’artista poi per il suo pubblico. Scriveva Merleau-Ponty, l’arte non è costruzione, artificio, rapporto industrioso con uno spazio e un mondo esterni. È davvero il grido inarticolato che sembra la voce della luce di cui parla Ermete Trismegisto. Da qui, un senso emerge dall’indifferenziato per farsi senso condivisibile. Duplice soglia, l’opera percorre anche la distanza tra l’interiorità dell’artista e quella di ogni spettatore, possibile e reale. Soglia che muta un idios kosmos in koinos kosmos. Irreversibilmente proietta altrove,

inevitabilmente trascina tutti. È la spazialità dell’arte, mai di posizione perché di essa non si dice dove si trova rispetto a cosa. Spazialità di situazione, il qui assoluto di sensi a venire. L’apertura di mondo che è l’essere mondo, il mondeggiare (Welten) di ogni cosa sulla soglia del senso.



â–˛ Luca Piovaccari Paesaggio fotografia su pellicola - cm 68 x 55 - 2006 courtesy Romberg, Roma / Della Pina artecontemporanea, Pietrasanta â—„ Luca Piovaccari Da architetture: Le Courbusier fotografie, chiodi, filo di lana e arbusti, dimensioni ambiente - 2006 courtesy Romberg, Roma / Della Pina artecontemporanea, Pietrasanta



▲ Alessandra Andrini Il bosco delle robinie Progetto per il parco della nuova Galleria d’Arte Moderna di Bologna 3D rendering di Roberto Danesi video - 2005 courtesy Spazioaperto, Galleria d’Arte Moderna di Bologna ◄ Marco Di Giovanni Il controllore bidone per oli combustibili, lenti d´ingrandimento, specchio, stucco cm 50 x 90 x 40 - 2006



▲ Christian Rainer April woods video - 2006 ◄ Christian Rainer April woods particolare



▲ Paolo Fiorentino U-BOOT II tecnica mista su tela - cm 40 x 40 - 2006 courtesy AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza ◄ Riccardo Costantini Altaquota acrilico e olio su tela - cm 70 x 70 - 2006


â–˛ â–ş Aldo Giannotti A rewinding journey Color Print - cm 50 x 70 - 2005 courtesy nt art gallery, Bologna



â–˛ Giovanna Ricotta Bambolychees video - 2006 â–ş MaraM Sul vuoto particolare performance - 2006



â–˛ Interno3 L. my life in kitchen particolare video - 2006 â–ş Interno3 L. my life in kitchen sistema combinato player dvd, monitor tft 16:9, video, cablaggio, dimesioni variabili - 2006 courtesy nt art gallery - Bologna



Shoggot Homey video - 2006


“ Silenzi “ è un progetto in corso alla ricerca dell’impronta digitale sonora di alcuni particolari luoghi. Partendo dalle riflessioni di John Cage sull’impossibilità del silenzio, diverse registrazioni dei luoghi più silenziosi di Londra vengono sovrapposte ottenendo il rumore di fondo medio della Città (the Hum). L’elemento acustico che non potrà mai mancare in tutti gli spazi aperti è la minima unità sonora. “ Silenzi ” is an ongoing project searching for the aural fingerprint of some particular places. After John Cage’s speculations about the non-existence of silence, various recordings of the most silent places in London are overlapped to reach the mean background noise of the City (the Hum), The acoustic element that is always present in every open space is the minimum sound unit.

egØ SIlenzi 01 - Londra field recordings, cd player, headphones, inkjet su trasparente dimensioni variabili - 2006



▲ Sami Sänpäkkilä Surrealistin kaksi vasenta kättä video / telecinema da film 16mm - 2005 ◄ Sami Sänpäkkilä She puts out the fire in her heart with her tears video / telecinema da film super8 - 2000


Andrea Morucchio Cuba 95 scansione da diapositiva 36x24, stampa digitale su tela aritex cm 200 x 134 - 2006


Filippo Messina Autostrade stampa fotografica - cm 150 x 100 - 2005



â–˛ Marinella Senatore Untitled tecnica mista su carta - cm 50 x 50 - 2005 â—„ Marinella Senatore Un-constructed animazione digitale b/n, video - 2005



Index / File

Riccardo Benassi

Nato nel 1982, vive e lavora a Bologna e Berlino Born 1982 / Live and works in Bologna and Berlin Mostre personali / Solo shows 2006 Endless Denial of Service, Galerie Davide Gallo, Berlin [DE] 2005 Villa Serena, Bologna Mostre collettive / Group shows and live media 2006 Vuoto Pneumatico, Teatro Junghans, Venezia 2005 Non ci sei solo tu, Galleria Comunale Castel S.Pietro (BO) 2004 Surely we will be confused, Fondazione Antonio Ratti, Como www.365loops.com

Mauro Ceolin

Nato nel 1963, vive e lavora a Milano Born 1963 / Live and works in Milan Mostre personali / Solo shows 2006 ContemporaryFluids, nt art gallery, Bologna 2006 L’arte videoludica di Mauro Ceolin, IULM University Gallery, Milano Mostre collettive / Group shows 2006 GameScapes, Museo Civico, Monza 2006 Enter nature, Galería Galou, New York [US] 2006 Net Archive: Art Game, MAXXI, Roma www.rgbproject.com

Massimiliano Nazzi

Nato nel 1982, vive e lavora a Bologna Born 1982 / Live and works in Bologna Mostre collettive / Group shows 2006 Premio Dams, esposizione finale, Bologna 2005 Non ci sei solo tu, Castel S. Pietro (BO) 2005 Videofreccia, primo premio sezione giovani, Molinella (BO) 2004 Premio Dams, esposizione finale, Bologna 2003 Premio Dams, esposizione finale, Bologna

Robin Mandel

Nato nel 1976, vive e lavora a Providence, Rhode Island, USA Born 1976 / Lives and works in Providence, Rhode Island, USA Mostre personali / Solo shows 2005 Robin Mandel: Sculpture, Green Street Gallery, Boston [US] Mostre collettive / Group shows and collaboration 2006 RISD Faculty Exhibition, Woods-Gerry Gallery, Providence [US] 2006 Boston Drawing Project, Bernard Toale Gallery, Boston [US] 2006 RISCA Fellowship Exhibition, Newport Art Museum, Newport [US] 2005 International Computer Music Conference, Barcelona [ES] www.robinmandel.net

Alberto Zamboni

Nato nel 1971, vive e lavora a Bologna Born 1971 / Live and works in Bologna Mostre personali / Solo shows 2006 Diario d’ombra, Galleria Il Segno, Roma 2004 La memoria del soldato, Galerie Carzaniga, Basel [CH] Mostre collettive / Group shows 2006 Sharing passion, collezione permanente Unicredit P B, Ravenna 2005 6° Edizione Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano 2003 Il nuovo rit-ratto d’Europa, Scuderie Reali, Bruxelles [BE]

Alessandro Spadari

Nato nel 1969, vive e lavora a Milano Born 1969 / Live and works in Milan Mostre personali / Solo shows 2006 Della natura. Il peccato, Il Torchio/Costantini, Milano 2005 …nella sperduta acqua, Galleria delle Battaglie, Brescia Mostre collettive / Group shows 2006 Arte è pensiero, Palazzo Te, Mantova 2005 Milano - Africa, Fabbrica del vapore, Milano 2004 Allarmi, Caserma De Cristoforis, Como

Marc Giloux

Nato nel 1952, vive e lavora a Annecy, Francia Born 1952 / Live and works in Annecy, France Mostre personali / Solo shows 2006 White-cube Europa, Bologna 2005 Celebrità, Galleria Orfeo Hotel, Bologna Mostre collettive / Group shows 2006 Mind games, Galleria Marconi, Cupra Marittima (AP) 2003 Pill number one, Pinacoteca dinamica, Campobasso 2002 Eclipse, Espace d’Art Contemporain Aldébaran, Montpellier [FR]

Marco Fantini

Nato nel 1965, vive e lavora a Milano Born 1965 / Live and works in Milan Mostre personali / Solo shows 2006 Lapsus, AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza 2004 Marco Fantini, Teatro India, Roma Mostre collettive / Group shows 2006 Il diavolo e l’acqua santa, Cerreto Sannita (BE) 2005 L’infinito dentro lo sguardo, Palazzo Forti, Verona 2005 Il volto della follia, Palazzo Magnani, Reggio Emilia

Agostino Rocco

Vivono e lavorano a Milano Live and works in Milan 2006 The placard headphone festival - Milano 2006 Fuckpaarade, Berlino [DE] 2006 Premionomade, Milano www.discokit.net

Nato nel 1971, vive e lavora a Padova Born 1971 / Live and works in Padova Mostre personali / Solo shows 2006 L’immobile passione, Istituto di Cultura Italiana, Amsterdam [NL] 2006 Impressions Touscains, Rotary Club, Moucron [BE] 2005 Palazzo Loredan dell’Ambasciatore, Venezia 2005 Showroom Frau Atlantica, Miami [US] 2003 Istituto di Cultura Casa Giorgio Cini, Ferrara

Simone Fazio

Ericailcane

DISCOkit®

Nato a Modena nel 1980, vive e lavora a Castelfranco Emilia (MO) Born 1980 / Live and works in Castelfranco Emilia (MO) Mostre personali / Solo shows 2006 Simone Fazio, Spazio Le Lune di Alice, Modena 2005 inCarta, Galleria Punto Arte, Modena Mostre collettive / Group shows 2006 Arte & Sud, Catania 2006 XXL, Quartiere Fieristico, Modena 2005 Biennale Aldo Roncaglia, Palazzo Estense, S. Felice sul Panaro (MO)

Cristian Chironi

Nato nel 1974, vive e lavora a Orani (NU) e Bologna Born 1974 / Live and works in Orani (NU) and Bologna Mostre personali / Solo shows 2006 Così vicini così lontani, Casa Museo, Gavoi (NU) 2004 1st, interno&dumdum, Bologna. Mostre collettive / Group shows 2006 Video_Report Italia: 2004_05, Galleria Comunale, Monfalcone (GO) 2005 Caveau, A2-AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza 2002 Casa dolce Casa, MAN, Nuoro

Nato nel 1980,vive e lavora a Belluno e a Bologna Born 1980 / Live and works in Belluno and Bologna Mostre personali / Solo shows 2005 Potente di fuoco, Modo infoshop, Bologna 2005 Animali e loro uomini, Biblioteca Civica di Rovereto, Rovereto (TN) Mostre collettive / Group shows 2006 Sound Zero, Kunst Merano Arte, Merano 2006 Extraordinary visions and esthetic sounds, Genova 2006 New Liberalistic Pleasure, Galleria Biagiotti Progetto Arte, Firenze www.ericailcane.org

Federico Lupo

Nato nel 1984, vive e lavora a Palermo Born 1984 / Live and works in Palermo Mostre collettive / Group shows 2006 Senza Spazio!, DuetArt, Varese 2006 Atelier/residence, Kunstlerhaus Bethanien, Berlino [DE] 2006 Vidi_Festival 06, La Sala Naranja, Valencia [ES] 2005 Il Genio di Palermo, Zelle Arte Contemporanea. Palermo 2005 Palermo>>Benevento, Piazza Santa Sofia, Benevento


Andrea Di Marco

Nato nel 1970, vive e lavora a Palermo Born 1970 / Live and works in Palermo Mostre personali / Solo shows 2006 Globo news, Galleria Maniero, Roma 2005 Fatti Fuori, Complesso Monumentale di Villa Caldogno (VI) Mostre collettive / Group shows 2006 Meridiani paralleli, Museo Civico, Castelbuono (PA) 2005 Beauty not so difficult, Fondazione Stelline, Milano 2005 Facce da es, Galleria ES, Torino

Andrea Contin

Nato nel 1971, vive e lavora a Padova e Milano Born 1971 / Live and works in Padova and Milan Mostre personali / Solo shows 2006 Lu pisce, Scuderie di Palazzo Moroni, Padova 2006 Una furtiva lacrima, UnimediaModern, Genova Mostre collettive / Group shows 2006 Crash!, Galerie Gianluca Ranzi, Anversa [BE] 2005 Clip.it, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2004 Suburbia, Chiostri di S. Domenico, Reggio Emilia www.andreacontin.com

Karin Andersen

Nata nel 1966, vive e lavora a Bologna Born 1966 / Live and works in Bologna Mostre personali / Solo shows 2006 Zoomanity, PaggeriArte, Sassuolo (MO) 2006 2006 Z-Movies, Galleria d’Arte Contemporanea, Repubblica di San Marino Mostre collettive / Group shows 2006 Placing Sense, MUU Gallery, Helsinki [FI] 2005 Bologna Contemporanea, Galleria d’Arte Moderna, Bologna 2003 Beyond the Moment, Artists Space, New York [US] www.karinandersen.com

Paolo Toffolutti

Nato nel 1962, vive e lavora a Udine Born 1962 / Live and works in Udine Mostre personali / Solo shows 2006 Malavita, galleria Lipanjepuntin, Trieste 1999 Atlante, galleria Lipanjepuntin, Trieste Mostre collettive / Group shows 2004 Sezione Equatoriale, C/O Care Of, Milano 2002 Fiction, Casa di Ludovico Ariosto, Ferrara 1999 Sguardi a Corte, Corte delle Giare, Ragazzola (PR)

Vincenzo Rusciano

Nato nel 1973, vive e lavora a Napoli Born 1973 / Live and works in Napoli Mostre personali / Solo shows 2006 Darken, Galleria Nuvole Arte Contemporanea, Montesarchio (BN) 2006 Changing Role, Move over Gallery, Napoli Mostre collettive / Group shows and concerts 2006 Espace Vivant, nt art gallery, Bologna 2005 Overview, Villa Bruno, San Giorgio a Cremano (NA) 2005 Born Out, Ex chiesa delle Concezioniste , Giugliano (NA)

Luca Piovaccari

Nato nel 1965, vive e lavora a Cesena Born 1965 / Live and works in Cesena Mostre personali / Solo shows 2006 Piovaccari, camera con vista Ghibaudo, Galleria Romberg, Roma 2005 The Garden, Della Pina arte contemporanea, Pietrasanta (LU) Mostre collettive / Group shows 2006 Espace vivant, nt art gallery, Bologna 2005 Materyal, Gamma due, Sassuolo (MO) 2003 Stop and go, Laboratorio dell’imperfetto, Gambettola (FO)

Alessandra Andrini

Nata nel 1958, vive e lavora Bologna Born 1958 / Live and works in Bologna Mostre personali / Solo shows 2005 Bologna Contemporanea, Galleria d’Arte Moderna, Bologna 2005 Kula progetto Container 20.1, Galleria Neon, Milano 2001 P.S.1 Italian Studio Program, Palazzo delle Esposizioni, Roma Mostre collettive / Group shows 2006 à propos, SpazioA, Pistoia 2006 Portrait, Galleria Neon, MiArt, Milano www.andrini.info

Marco Di Giovanni

Nato nel 1976, vive e lavora a Imola e Solarolo (BO) Born 1976 / Live and works in Imola and Solarolo (BO) Mostre personali / Solo shows 2005 Di lá, Il Chiostro Arte Contemporanea, Saronno (MI)

2005 Fuori di Terra, Giardini di Villa Guastavillani, Bologna Mostre collettive / Group shows 2005 Il disegno della scultura contemporanea, Palazzo Binelli, Carrara 2004 Anteprima, XIV Quadriennale di Roma, Palazzo delle Belle Arti, Torino 2002 POLYPHONIX 40, Centre Pompidou, Paris [FR]

Christian Rainer

Nato nel 1976, vive e lavora a Bologna Born 1976 / ive and works in Bologna Mostre personali / Solo shows 2006 Mortimer his Fall, Teatro dell’Unione, Viterbo 2003 Stillario, Galleria Arte Moderna e Contemporanea, San Marino Mostre collettive / Group shows and concerts 2005 Premio internazionale della performance, Galleria Civica, Trento 2002 La montagna incanata, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2001 Polyphonix, Centre Pompidou, Paris [FR] www.christianrainer.com

Paolo Fiorentino

Nato nel 1965, vive e lavora a Roma Born 1965 / Live and works in Rome Mostre personali / Solo shows 2006 Metacity, Azimut, Firenze 2004 Getaway, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze Mostre collettive / Group shows 2006 Townloading, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze 2005 Getsèmani, AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza 2003 Inchiostro indelebile, MACRO, Roma

Riccardo Costantini

Nato nel 1981, vive e lavora a Burano (VE) Born 1981 / Live and works in Burano (VE) Mostre collettive / Group shows 2006 Arte & Sud obiettivo contemporaneo, Villa Fortuna di Acitrezza, Catania 2005 Identità nascoste, Borsisti 88ma collettiva, Bevilacqua la Masa, Venezia 2005 Spring Juice, AndreA Arte ContemporaneA, Vicenza 2005 Iperpittura autori a confronto, Isola Bassa Galleria d’Arte, Dolo (VE) 2004 Painting. Artists from Venice, Norfolk, Virginia [US]

Aldo Giannotti

Nato nel 1977, vive e lavora a Vienna, Austria Born 1977 / Live and works in Wien, Austria Mostre personali / Solo shows 2006 MIR geht’s besser, Fruchthalle Kaiserslautern [DE] 2006 NCVIL’8, nt art gallery, Bologna Mostre collettive / Group shows 2006 Gefährliche Kreuzungen, Ortstermine, Munich [DE] 2006 The failed show, Forehouse, Vienna [AT] 2006 Inbetween, Galerie der Kunst, München [DE]

Giovanna Ricotta

Nata nel 1970, vive e lavora a Milano Born 1970 / Live and works in Milan Mostre personali / Solo shows 2004 No Sense 1, Studio Ercolani, Bologna 2004 30”, care of Fabbrica del vapore, Milano Mostre collettive / Group shows 2006 Videart Yearbook, Chiostri di Santa Cristina, Università di Bologna 2006 Swimming Pool Xpo’, Piscina Romano, Milano 2006 Miti e metamorfosi al femminile 1900 – 2005, Castello di Vigevano (PV)

MaraM

Nata nel 1979, vive e lavora a Venezia Born 1979 / Live and works in Venice Mostre personali / Solo shows 2006 Cover up Amorph!06, Helsinki [FI] 2006 Heroes, NOTgallery, Napoli Mostre collettive / Group shows 2005 Real Presence-Floating sites, 51_ Biennale di Venezia 2005 LAB1 , NOTgallery, Napoli 2005 Arenile, Bagnoli (NA)

Interno3 [Laura Riolfatto - Manuel Frara]

Nata nel 1973 - Nato nel 1972, vivono e lavorano a Venezia Born 1973 and 1972 / Live and works in Venice Mostre personali / Solo shows 2004 Twins Video, AndreaPronto Arte Contemporanea, Crespano (TV) Mostre collettive / Group shows and live media 2006 Espace Vivant, nt art gallery, Bologna 2006 Torture Garden, Spac, Buttrio (UD) 2006 Architetture Urbane, Padova 2005 Art Stays, Galleria Tenzor, Ptuj [SI] www.c771.org


Shoggot [Daniele Pezzi - Paolo Pennuti]

Nato nel 1977 - Nato nel 1974, vivono e lavorano a Milano e a Roma Born 1977 and 1974 / Live and works in Milan and Rome Mostre personali / Solo shows 2004 Shoggot, Villa Serena, Bologna Mostre collettive / Group shows 2006 Video_Report Italia: 2004_05, Galleria Comunale, Monfalcone (GO) 2006 Wireless, Locarno Film Festival, Locarno [CH] 2005 Non ci sei solo tu, Castel S. Pietro (BO) 2005 Domus Circular, evento durante il Salone del Mobile, Milano

egØ [Enrico Glerean]

Nato nel 1977, vive e lavora a Londra, UK Born 1977 / Live and works in London, UK Mostre collettive / Group shows and concerts 2006 Echoes From The Mountains, Olimpiadi Invernali 06, Cesana, (TO) 2005 Counter Measure, London [UK] 2005 Sound Facts, Museo della Musica, Bologna 2005 La Terra Vista Dalla Luna, Galleria Manzo, Pescara 2004 Overgaden Sound Art Festival, Copenhagen, [DK] www.egzero.org

Autori / Authors

Sami Sänpäkkilä

Nato nel 1975, vive e lavora a Tampere, Finlandia Born 1975 / Live and works in Tampere, Finland Mostre personali / Solo shows 2006 Aurinkokellari, Exhibition on Paulo Foundation, Helsinki [FI] Mostre collettive / Group shows and concerts 2006 Fonal Tour with Es in UK, Spain, Portugal, France, Belgium, Holland 2005 Sónar Festival, Barcelona [ES] 2005 Golden Lightning and Blank Diamond, Vapriikki, Tampere [FI] 2003 2nd Triennal Of Pirkanmaa, Tampere Art Museum [FI] www.escycle.com

Andrea Morucchio

Nato nel 1967, vive e lavora Venezia Born 1967 / Live and works in Venice Mostre personali / Solo shows 2006 Emerging Code, Galerie Rossella Junck, Berlino [DE] 2003 Eidetic Bush, Plimsoll Gallery, Tasmanian School of Art [AU] Mostre collettive / Group shows 2005 Hollywood, Galleria Contemporaneo, Mestre 2003 Snap:shots, Blank Instructions for Possibilities, Bassano (TV) 2003 Fragile Beauty, Stiftung Starke, Berlino [DE] www.morucchio.it

Lara Facco, curatore, critico e P.R., è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e laureata in Conservazione dei Beni Culturali all’Università di Venezia. Nel 2001 è stata co-curatrice dei cataloghi della 49° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, assieme ad Harald Szeemann e Cecilia Liveriero Lavelli. Attualmente è nello staff dell’Ufficio Comunicazione del MART di Rovereto. Ha collaborato con diverse gallerie italiane, organizzato mostre come curatrice indipendente e dal 2002 cura la rubrica Contemporary Art per il mensile musicale Rockerilla Lara Facco, curator, critic and P.R., obtained a diploma in Painting from the Bologna Fine Arts Academy before graduating in Conservation of the Cultural Heritage from Venice University. In 2001 she was the co-curator of the catalogues for the 49th International Art Exhibition at the Venice Biennial, together with Harald Szeemann and Cecilia Liveriero Lavelli. She is currently on the staff of MART’s Communication Department in Rovereto. She has worked for various Italian galleries, organised exhibitions as an independent curator, and since 2002 has been in charge of the Contemporary Art column of the monthly music magazine Rockerilla.

Filippo Messina

Nato nel 1979, vive e lavora a Palermo Born 1979 / Live and works in Palermo Mostre personali / Solo shows 2006 PassingSites, Velarredo, (PA) Mostre collettive / Group shows 2006 Eugenia, Associazione Culturale Biotos, Palermo 2005 Il Genio di Palermo - VI edizione, Palermo 2005 MassDistraction, Cantieri Culturali della Zisa, Palermo

Marinella Senatore

Nata nel 1977, vive e lavora a Roma e Madrid Born 1977 / Live and works in Rome and Madrid Mostre personali / Solo shows 2004 Castilia, Galleria Monitor, Roma 2003 Galleria T293, Napoli Mostre collettive / Group shows 2006 Neverending cinema, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento 2005 Corso Superiore d’Arte Visiva, Fondazione Ratti, Como 2005 Thin Line4, Via Farini, Milano www.marinellasenatore.com

Alberto Zanchetta è critico d’arte e curatore indipendente. Scrive per Flash Art, Arte e Critica, Espoarte, Aroundphotography. Collabora con gallerie private e istituzioni museali sia in Italia che all’estero. Dal settembre 2000 al marzo 2003 è stato promotore dell’AZMZ [Archivio Zero Media Zanchetta], spazio espositivo-informativo ubicato a Bologna; nel 2005 l’esperienza è convogliata nel daAZ [deposito arte Alberto Zanchetta] di Sossano (VI) nell’interesse di evidenziare tout court i processi di lavorazione attorno all’opera e alle ricerche dei singoli artisti. Alberto Zanchetta is an art critic and independent curator. He writes for Flash Art, Arte e Critica, Espoarte, Aroundphotography. He works with private galleries and museum institutes both in Italy and abroad. From September 2000 to March 2003 he was in charge of promoting AZMZ [Archivio Zero Media Zanchetta], an exhibition-information space in Bologna; in 2005 he got involved in daAZ [deposito arte Alberto Zanchetta] in Sossano (VI), with a view to quite simply highlighting the work processes involved in a work of art and in the experimentation of individual artists.

Cecilia Antolini (Como, 1980), laureata in Filosofia Estetica, è curatrice indipendente. Scrive per le riviste Arte, Espoarte, Segno e Mood ed è redattrice della rivista web taleaonline.com. Collabora con gallerie private italiane. Nel 2004 ha ideato il progetto Allarmi, quest’anno alla sua terza edizione, in programma per il maggio 2007 presso la caserma de’ Cristoforis di Como. Cecilia Antolini (Como, 1980), a graduate in Philosophy of Aesthetics, is an independent curator. She writes for the magazines Arte, Espoarte, Segno and Mood and is also the editor of the web magazine taleaonline.com. She also works with private Italian galleries. In 2004 she devised the Allarmi project, which has reached its third edition this year, scheduled for May 2007 at the “caserma de’ Cristoforis” in Como.



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