Vecchie storie... nuovi mostri edizione pdf

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CLASSE QUINTA C SCUOLA PRIMARIA «PIRGOTELE» ISTITUTO COMPRENSIVO «TULIA ZEVI» ROMA ANNO SCOLASTICO 2016/2017


Vecchie Storie… Nuovi Mostri

Prima edizione (30 copie firmate e numerate): aprile 2017 Seconda edizione pdf maggio 2017 Finito di stampare nel mese di aprile 2017 I testi e le immagini contenute in questo catalogo sono di proprietà degli autori. Ogni loro riproduzione è vietata. Stampato su carta prodotta con cellulose, senza cloro o gas provenienti da foreste controllate, nel rispetto delle normative ambientali vigenti.

Vecchie Storie… Nuovi Mostri è basato sul gioco/laboratorio TheBEST (iarium) di omino71

TheBEST(iarium) di omino71 è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso http://omino71.blogspot.it/p/the-bestiarium.html.


VECCHIE STORIE… NUOVI MOSTRI «Inclusione & Creatività» Classe Quinta C Scuola Primaria «Pirgotele» Istituto Comprensivo «Tulia Zevi» Roma Anno Scolastico 2016/2017 Testi, disegni, colori e immaginazione: Alessandro A, Alessandro R, Alice, Carlotta, Cloe, Davide, Elena, Elisa, Federico, Flavia, Gabriele, Gianluca, Giorgia, Giulia, Lorenzo, Maestra Jole, Marcos, Martina M, Martina P, Martina S, Matilde, Mattia, Sabrina, Sara, Sofia, Valeria Prologo: Maestra Jole Introduzione: omino71 Basato sul gioco/laboratorio TheBEST(iarium) di omino71

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L’artista è un creatore di mondi. Quindi il bravo artista è colui che riesce ad ingannare gli spettatori facendoli partecipi delle proprie opere, mentre lo spettatore più saggio è colui che sa farsi ingannare. Gorgia di Leontini


INTRODUZIONE Quello che avete sotto gli occhi è il risultato del gioco “theBEST(iarium)” che, grazie all’invito della maestra Jole e alla disponibilità del dirigente scolastico Prof.ssa Rigano, ho avuto il piacere di iniziare venerdì 27 gennaio 2017 con le alunne e gli alunni della quinta C della scuola primaria “Pirgotele” dell’istituto comprensivo “Tulia Zevi” di Roma. Il gioco, cominciato con la lettura di un libro, il “Manual de zoologia fantastica” di Jorge Luis Borges e Margherita Guerrero, si completa ora con la pubblicazione di questo nuovo libro, “Vecchie Storie… Nuovi Mostri”, un piccolo manuale in cui abbiamo ospitato le venticinque nuove entità nate dall’immaginazione collettiva della classe e che ora “esistono” e vivranno per sempre, almeno finché ci saranno donne e uomini con il piacere di leggere, raccontare storie e quindi di stare insieme. Nel corso di “theBEST(iarium)” - per l’occasione focalizzato sulle creature della mitologia ellenica e romana - si legge, si immagina, si disegna, si dipinge, si scrive, si crea e tutto viene fatto insieme, con l’obiettivo sottinteso di sostituire il “mio” e il “tuo” con il “nostro”, poiché ogni nuovo essere è nato dal contributo di ognuno dei partecipanti, nessuno dei quali potrà mai rivendicare l’esclusiva proprietà di uno degli esseri immaginari raccolti in questo piccolo libro. Il vero e unico autore è infatti l’immaginazione collettiva di un meraviglioso gruppo di ragazze e ragazzi aiutati dall’intelligenza di personaggi ed esseri immaginari, a partire da Borges e Guerrero autori del compendio “di quegli strani enti che la fantasia degli uomini ha generato nel corso del tempo e dello spazio”, per passare agli esseri immaginari “esistenti” raccontati nel manuale (dal Minotauro, alle Sirene, passando per la Fenice), fino ai diversi autori classici che hanno tramandato le

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testimonianze di queste creature (da Esiodo a Marco Anneo Lucano, passando per Plinio il Vecchio), nonché i vari personaggi che questi autori hanno raccontato nelle loro opere. Infatti è accaduto che leggendo le Sirene e citando Omero, abbiamo lasciato entrare nel gioco Elena, Achille e Ulisse, così come leggendo le Arpie e citando Virgilio, è entrato in classe Enea e quindi la progenia del popolo romano. Siamo andati anche oltre gli autori citati da Borges, coinvolgendo personalità comunque molto vicine a noi, giacché Casal Palocco è pieno di posti intitolati ad artisti dell’antica Grecia che a pieno titolo potevano entrare nel gioco. Un viaggio nel tempo ma anche nella toponomastica, quindi nel nostro spazio, partendo da Pirgotele, a cui è intitolato lo stabile della scuola, l’unico incisore autorizzato a ritrarre Alessandro Magno, a cui è dedicata uno dei due viali principali del quartiere, mentre l’altro viale, quello dedicato a Gorgia di Leontini, ci ha fatto conoscere Palamede, allievo insieme ad Achille ed Enea di Chirone, quindi di un Centauro, in un mondo in cui esseri umani e fantastici coabitavano, come lo stesso Erodoto, qualche strada più in là, ci ha raccontato nelle sue Storie. Siamo così arrivati a coinvolgere direttamente nel gioco Prassilla, poetessa greca che abbiamo prima immaginato insieme per poi disegnarla incastrandola tra una Anfiseba e una Salamadra in un esperimento di disegno collettivo basato sul “cadavre exquis”. Passiamo dunque a descrivere brevemente questo gioco: terminata la lettura collettiva, ad ogni partecipante il caso affida una delle creature mitologiche appena lette, ognuno inizia così a disegnare l’essere immaginario che gli è stato affidato sulla parte alta del foglio, quindi lo piega, lo passa al vicino di posto, che continua il disegno nella parte centrale senza guardare il disegno precedente, quindi lo ripiega e lo passa all’altro vicino che a sua volta lo


completa nella parte bassa del foglio, un frammento di disegno dopo l’altro, senza che nessuno sappia cosa è stato disegnato prima né che cosa sarà disegnato dopo, in modo che ciascuna delle nuove creature fantastiche venga creata dal lavoro collettivo di tre diversi giovani autori. Terminata questa fase il disegno viene quindi affidato a un quarto partecipante a cui viene chiesto di battezzarlo, ovvero di assegnare un nome alla nuova creatura, dunque il disegno con il nome viene passato a un quinto alunno che lo colora in ogni sua parte. Il gioco continua assegnando il disegno battezzato e colorato a un sesto autore a cui viene chiesto di raccontare una storia con protagonista il nuovo essere fantastico. La storia viene poi ricopiata al pc da un settimo partecipante mentre a un ottavo viene chiesto di reinterpretarlo liberamente con un dipinto su tela: in questo modo ogni nuovo essere fantastico nasce dal contributo di otto diversi piccoli artisti e al tempo stesso ogni piccolo autore ha contribuito a realizzare otto nuovi esseri immaginari. Questa lunga e noiosa introduzione finisce qui, non mi resta che passare la parola alla Maestra Jole a cui va tutta la mia stima e gratitudine di genitore per aver accompagnato i nostri gioielli in questi cinque anni fondamentali per le nostre vite. Alle donne e agli uomini che saranno va invece la mia dedica finale «a quando erano bambini» ricordando degli esseri fantastici partoriti dalla loro immaginazione in un venerdì di fine gennaio del lontano 2017. omino71 7


“VECCHIE STORIE… NUOVI MOSTRI”, NON IL MIO, NON IL TUO, NON IL SUO: IL NOSTRO MOSTRO!

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Innocenza, creatività, immaginazione, fantasia, assenza di preconcetti: elementi caratteristici della fanciullezza, che noi adulti conserviamo in cassetti dimenticati. Ciò nonostante, dovremmo stare spesso con i bambini, non per fargli compagnia o semplicemente accudirli, ma per abbassarci alla loro dimensione, stabilendo con essi un rapporto tra pari, ritornando ad essere noi stessi bambini per “imparare ad imparare” (Cit. Bruner). La realtà attuale ci allontana dalla ricerca di un mondo incantato, ci priva di immaginare: tutto è a portata di mano, non serve altro! L’adulto diventa egocentrico e statico, abbandona per sempre la possibilità di condividere, arricchendosi. Questo progetto, nel quale ciascuno è attore protagonista, ci ha offerto la possibilità di metterci in gioco, partecipando a una serie di azioni costruttive. “Vecchie Storie… Nuovi Mostri” rappresenta il prodotto finale di un percorso libero, attraverso il quale i bambini, le bambine e la maestra si sono abbandonati all’immaginazione, condividendo ogni fase di realizzazione, dove l’altro è stato fondamentale per completare l’opera. Così facendo l’altro sono io, sei tu, siamo noi… con le nostre peculiarità, le nostre debolezze, le nostre differenze, i nostri “errori” grafici e grammaticali, la nostra meraviglia… Il progetto “theBEST(iarium)” di omino71, nel ruolo di docente, mi ha rimandato all’importanza della didattica inclusiva, dove ciascun alunno e alunna, deve sentirsi parte fondamentale di un unico contesto, nel quale c’è spazio per tutti, dove ognuno può utilizzare gli strumenti e


le strategie a sé più congeniali, per esprimere al meglio la propria identità, il proprio essere unico e singolare, con bisogni educativi speciali. Si realizza così un’opera multidisciplinare, che è di tutti, un lavoro che rappresenta il meglio di ognuno, il meglio privo di stereotipi, “l’imperfetto…perfetto”, ricco di fantasia. Percorrendo una strada nota, insinuandosi tra la toponomastica delle strade di Casal Palocco, la storia, le leggende, i miti e le favole, incontrando personaggi reali, mitologici e leggendari si plasma il Bestriarium della quinta C della scuola primaria “Pirgotele”, nel quale lo stesso artista greco è divenuto protagonista, insieme a noi. I miei cari bambini e le mie care bambine hanno dato il meglio di sé, dimostrandomi ancora una volta che “nessun bambino è perduto se ha un insegnante che crede in lui” (Cit. Bernahard Bueb). Insieme abbiamo condiviso un percorso durato cinque anni, stabilendo una relazione affettiva ed educativa, grazie alla quale ci siamo arricchiti di nuove conoscenze, attraverso esperienze costruttive come questa. Ringrazio voi bambini, bambine e i vostri genitori, che vi hanno affidato a me; insieme abbiamo sempre collaborato per un solo fine: il vostro star bene, il vostro essere felici, il vostro essere sereni, e non per ultimo il vostro essere bambini e bambine “singolari”. Un grazie particolare va ad omino71, che mi ha dato la possibilità di lasciare una traccia del nostro “star bene insieme”. Non per ultima ringrazio la mia Dirigente Prof. E. Rigano che ha reso possibile la mia collaborazione con omino71. Maestra Jole

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INDICE DEI NUOVI ESSERI FANTASTICI (La leggenda di) Aloi Aquilotta Arky 12 Zampe Caproleoserpe Dengerfamiglialante (dangerfamigliante) Draghino Gioglielcreativ (gioglielcreativo) (Il Misterioso) Grastik (il mio salvatore) Grifon Fuoco Infercerscilla Inferno Ketrucpal (ketrucpol: la succhia vita) La Fenice della Paura L’Unicorno Egizio L’Uomo delle Montagne Moster Druck (moster druk) Orustoksups (orosturbs: il folletto ruba sogni) Papertroncopeloso (la casa del papetroncolopeloso) Ponte Serpente (un fantastico amico) Sendi la Serpe (il mostro dei vicini) Sfarso (la leggenda della) Sirena dell’Inferi e della Morte Sireprocionealato (la zucca del contadino) Testa di Zucca Forzuta Trebufaldrago (tribufalodrago)

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pag. 11 pag. 15 pag. 19 pag. 23 pag. 27 pag. 31 pag. 35 pag. 39 pag. 43 pag. 47 pag. 51 pag. 55 pag. 59 pag. 63 pag. 67 pag. 71 pag. 75 pag. 79 pag. 83 pag. 87 pag. 91 pag. 95 pag. 99 pag.103 pag.107


(LA LEGGENDA DI) ALOI La leggenda di Aloi narra la storia di due ragazzine: Sara e Carlotta; le quali passeggiando per la Foresta videro un grosso mostro, che girandosi, le afferrò e le portò nella sua caverna. Le fece sedere e poi disse: - assaggiate un po’ di tè, io sono Aloi e voi? - Io sono Sara ed io Carlotta - dissero le ragazze. - Quando ci lascerai andare? - Aaaaa!!! Vogliono andarsene sempre tutti! - disse lui. - Oh no scusa! Noi restiamo volentieri - disse Sara. Aloi: - Sapete cantare? - Sì perché? - chiesero le ragazze. - Volete formare una band? Io suono la chitarra e ballo, mentre voi cantate, che ne dite? - Bè proviamo, noi abbiamo scritto una canzone - disse Sara. Iniziarono a provare e dopo tante ore Carlotta e Sara chiesero ad Aloi: - Perché non facciamo un pigiama party? - Aloi non poté che accettare. La mattina dopo Sara e Carlotta dovettero andarsene; mentre uscivano dalla caverna dei soldati attaccarono Aloi. Sara e Carlotta provarono a proteggerlo. A un certo punto tre soldati dell’esercito volevano prenderlo, allora uscì dalle fila dei soldati, Ulisse il papà delle ragazze; Sara e Carlotta urlarono: - non puoi attaccare Aloi, lui è nostro amico e noi ci schiereremo con lui! Poi chiamarono Aloi: - Prendi chitarra e microfono, faremo traballare questa foresta! Alla fine della canzone Ulisse chiese ad Aloi: - Vuoi farci del male? Aloi rispose: - No. Allora Ulisse lo nominò membro della famiglia reale, lui, Carlotta, Sara e Ulisse festeggiarono con una bellissima festa. 11




Aloi è stato disegnato da Martina P, Matilde e Sara battezzato dalla Maestra Jole colorato da Alessandro R raccontato da Carlotta ricopiato da Alessandro R ridipinto da Sofia con la partecipazione del Catoblepa, della Chimera e del Centauro 14


AQILOTTA Tanto tempo fa in Grecia viveva una giovane ragazza di nome Ilaria. Lei era bellissima, tutti i ragazzi cadevano ai suoi piedi. Ilaria amava, farsi bella ma amava pure gli animali, tre in particolare: gli uccelli, i draghi e i serpenti. Faceva spesso gare di bellezza, e ogni volta vinceva dei premi in denaro, così diventava sempre più ricca. Un giorno una vecchia mendicante chiese se poteva gareggiare con lei. Ilaria si fece una risata dicendo che non avrebbe mai gareggiato con una vecchia come lei perché era evidente che avrebbe vinto; visto però che ci teneva così tanto la fece gareggiare. Prima della gara la vecchia si trasformò in una bellissima ragazza senza rughe e senza occhiaie, con unghie curate e capelli legati con un fermaglio tempestato di diamanti, ornata di gioielli, con una tunica lunga dal colore del cielo. Dopo aver vinto, la mendicante ormai non più vecchia, disse a Ilaria che era stata una bella gara e che si era divertita, ma la giovane non si era divertita per niente e iniziò a insultare la rivale. La mendicante allora, trasformò la ragazza in un mostro come il busto ricoperto di piume e due ali molto grandi di colore blu sfumato di azzurro, gli arti inferiori da drago con artigli neri affilati e infine con un serpente al posto della coda. Da quel momento in poi tutti la chiamarono Aquilotta, che non gareggiò più per la sua bellezza umana!

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Aqilotta è stata disegnata da Cloe, Alessandro A e Flavia battezzata da Martina P colorata da Matilde raccontata da Sara ricopiata da Lorenzo ridipinta da Lorenzo con la partecipazione delle Arpie, del Basilisco e del Cane Cerbero 18


ARKY 12 ZAMPE Ieri sono andato a letto e leggevo un libro quando ho visto un’immagine e mi sono spaventato. Oggi, mentre andavo dai miei amici, ho sentito uno strano rumore: “GRRRRR”. Allora mi è venuto in mente Arky 12 zampe. Sono andato verso la fonte del rumore; quando sono sceso giù dalle scale ho sentito nuovamente: “GRRRRR”. Guardando bene ho visto un essere enorme che dormiva. Non ho fatto neanche in tempo ad andarmene, che era già sveglio! Mi ha guardato stupito, fissando le mie gambe. Intanto mi ha raggiunto mio padre, con un mitra. Mentre Arky stava per mangiarmi, mio padre l’ha ucciso!

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Arky 12 Zampe è stato disegnato da Martina M, Giulia e Federico battezzato da Davide colorato da Sabrina raccontato da Gabriele ricopiato da Alice ridipinto da Valeria con la partecipazione della Manticora, della Mandragora e del Minotauro 22


CAPROLEOSERPE Il Caproleoserpe è tutto variopinto, con colori chiari. È l’unione di tre animali: la capra, il leone e il serpente. Dalla spalla destra del leone si intravede la testa di una capra e dalla spalla sinistra sbuca fuori un serpente, con il fuoco nella bocca. La testa di questo mostro ha la criniera di un leone blu. Ai piedi del Caproleoserpe si trovano due occhi grandi: uno che guardava verso il basso e l’altro verso l’alto. Il mostro Caproleoserpe è un mangiatore di grandi quantità di carne.

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Caproleoserpe è stato disegnato da Matilde, Sara e Maestra Jole battezzato da Alessandro R colorato da Carlotta raccontato da Sofia ricopiato da Gabriele ridipinto da Martina S con la partecipazione della Chimera, del Centauro e del Crono 26


DENGERFAMIGLIALANTE (DANGERFAMIGLIANTE) Un giorno andai a fare una gita con la mia classe in una grotta gigante, sul monte Cervino in Valle d’Aosta. Lì faceva molto freddo, tanto che vedemmo un lago ghiacciato; inoltre, dentro la grotta c’erano finanche delle stalattiti giganti! Era davvero divertente anche perché con le luci facevano giochi d’ombra. Ad un certo punto, mentre facevamo la merenda, i miei amici avvertirono un terremoto, eccetto me che stavo dormendo. Quando mi svegliai non vidi nessuno e pensai che mi stessero facendo uno scherzo, poi capii che tutti se ne erano andati senza di me. Mi misi a cercare la via del ritorno, trovai un tempio con, al centro, una specie di gabbia gigante per uccelli. La cosa strana non era la gabbia ma il contenuto: un gigantesco mostro ad otto teste, il torace da uccello con le sue ali, e al posto delle zampe un pungiglione di scorpione: era incredibile! I colli delle teste simili a dei corpi: molto lunghi, erano tutte femmine. La prima testa era la più vecchia e i suoi occhi erano nerissimi, da quanto capii aveva il potere di provocare i terremoti. La seconda era arancione, mora, carina, con gli occhi e le labbra viola, con la coda: il suo potere era di far innamorare le persone. La terza era la più anziana, aveva i capelli ricci e portava gli occhiali. Non avevo la più pallida idea di come gli avesse avuti, comunque era verde con le labbra e il suo potere era la sapienza, con la quale comandava il corpo del mostro. La quarta era blu, con le labbra blu, il suo potere era il suono: portava la cresta ma non era tanto bella. La quinta era gialla aveva occhi, labbra e capelli rossi, non so perché mi ricordava zia Kate, il suo potere era la felicità. La sesta, la seconda più vecchia, era blu e aveva i capelli spettinati, occhi e labbra blu, mi faceva un po’ pena; infatti i suoi poteri erano la tristezza e la compassione. La settima era adolescente aveva i capelli, gli occhi e le labbra rosa, mi stava antipatica perché il suo potere era la noia. L’ultima era marrone, con occhi marroni chiari, anche le labbra erano dello stesso colore, i capelli ricci sciolti, divertente e simpatica: il suo potere era l’amicizia. Sul muro c’era scritto il nome della bestia: Dangerfamigliante. Ad un tratto mi svegliai e scoprii che era un sogno!

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Dengerfamiglialante è stato disegnato da Martina S, Gianluca e Martina M battezzato da Giulia colorato da Federico raccontato da Davide ricopiato da Cloe ridipinto da Sabrina con la partecipazione dell’Idra di Lerna, dell’Ippogrifo e della Manticora 30


DRAGHINO C’era una volta un bambino di nome Marco e il suo amico Draghino. Marco abitava in una casa in mezzo al bosco. Draghino aveva l’aspetto di un mostro, ma in verità, il suo cuore era buonissimo. Un giorno il re di Roma vide Draghino e si spaventò così tanto che chiamò l’intero esercito per attaccarlo. La notizia arrivò subito all’amico Marco, che fece il possibile per nasconde Draghino. Non era molto facile perché Draghino era molto grande. Il re mandò tutto l’esercito a cercare Draghino, ma non lo trovò nessuno. Draghino non sapendo che dieci soldati erano rimasti di guardia, uscì dal nascondiglio, senza un segnale di Marco e venne catturato. Draghino fu portato in una prigione dove restò per tutta la vita, anche se Marco spesso andava a trovarlo e lo consolava, dicendogli continuamente che lui era innocente!

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Draghino è stato disegnato da Lorenzo, Alessandro R e Carlotta battezzato da Sofia colorato da Martina S raccontato da Gianluca ricopiato da Carlotta ridipinto da Martina M con la partecipazione del Crono, del Drago e della Fenice

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GIOGLIELCREATIV (GIOGLIELCREATIVO) C’era una volta un mostro cattivissimo, chiamato Gioglielcreativo. Egli era ritenuto l’essere vivente più grande e potente del mondo; voleva distruggere la Terra ed impossessarsi di Marte. Prima di poterlo fare doveva schiavizzare tante persone per poi ucciderle e trasformarle in zombi, così da creare un popolo di mostri disposti ad assecondarlo. In questo modo Marte sarebbe diventato una “mostropoli”. Allora prese in ogni mano cinquemila persone e le uccise, poi andò al centro della Terra e cominciò a spaccare tutto e a saltare per spaccare in due la Terra. Gli zombi cominciarono a lanciare tutto per aria e a mangiare i cervelli. Dopo tre anni di devastazione, riuscirono a distruggere la Terra; così il mostro e i suoi zombi andarono su Marte, costruirono un grande impero per Gioglielcreativo. Il mostro aveva ottenuto quel che voleva e quello fu il suo ultimo giorno sulla Terra!

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Gioglielcreativ è stato disegnato da Sofia, Martina S e Gianluca battezzato da Martina M colorato da Giulia raccontato da Federico ricopiato da Martina P ridipinto da Davide con la partecipazione del Grifone, dell’Idra di Lerna e dell’Ippogrifo 38


(IL MISTERIOSO) GRASTIK Nel 3500 a.C. in Egitto, nella città di Amarana, vicino al fiume Nilo, governava il faraone Menes. Un giorno di Novembre, i contadini andarono a seminare il loro campo, ma ogni volta che provavano a seminare dei semi, questi scomparivano come per magia. Ogni giorno che passava il raccolto diminuiva e il faraone iniziò a perdere la pazienza; allora andò a controllare lui stesso chi prendeva i semi, facendo la guardia anche di notte, ma non riuscì a rimanere sveglio e si addormentò. Si risvegliò di scatto, sentendo dei rumori. Menes si arrabbiò così tanto che chiese al popolo vicino, i Cretesi, se anche loro avessero uno scarso raccolto. Gli confermarono che anche loro avevano lo stesso problema. Menes poi, vide una coda dietro un albero, ma non riuscì a capire di chi fosse. I Cretesi che avevano visto anche loro uno strano essere, decisero di fare una guerra contro gli Egizi per dare loro il nome all’animale misterioso. Durante le guerre Menes morì e l’Egitto iniziò ad indebolirsi; così i Cretesi prepararono una trappola per catturare l’animale misterioso. Dopo due giorni di ricerche ci riuscirono e trovarono una specie di draghetto, che stava piangendo. Era molto cicciottello e morsicchiava un tubetto di colla, che aveva trovato sulla riva del fiume. I Cretesi decisero di chiamarlo Grastik. Essi erano molto felici poiché avevano risolto il mistero e festeggiarono insieme al loro nuovo amico Grastik, che non mangiò più i loro semi di nascosto e il raccolto fu sempre abbondante.

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Grastik è stato disegnato da Carlotta, Sofia e Martina S battezzato da Gianluca colorato da Martina M raccontato da Giulia ricopiato da Sara ridipinto da Federico con la partecipazione della Fenice, del Grifone e dell’Idra di Lerna 42


(IL MIO SALVATORE) GRIFON FUOCO Un giorno stavo facendo una gita con i miei genitori in Grecia, eravamo in mezzo al mare con una barca grande e sotto il mio sedile c’era scritto: «non leggere ad alta voce, altrimenti te ne pentirai!» Io lessi lo stesso il contenuto ai miei genitori: c’erano scritte cose strane; il mare iniziò ad agitarsi e il tempo man mano peggiorò. Ad un certo punto dalle nuvole si vide uscire una creatura: aveva un volto da drago, il corpo da uccello e le zampe da cane, non avevo mai visto una creatura del genere! Spaventata cercai di scappare via, ma questa grossa creatura dal nome Grifon Fuoco, mi prese e mi portò in un posto isolato; non c’era nessuno, neanche un insetto. Guardai Grifon Fuoco negli occhi, lo osservai con uno sguardo che sembrava dicesse : - riportami a casa - Dentro di me pensai che lui forse non parlava la mia lingua. Poi sentii: - Martina, Martina ! Non è colpa mia !!! - Ed io : - chi è stato ? - Sono io: Grifon Fuoco! - disse lui. Lo guardai con uno sguardo sbalordito. Gli chiesi perché mi avesse rapito. Lui mi disse, che la formula che avevo letto, non andava “scoperta” ad alta voce, perché sarebbe arrivato un serpente a tre teste che mi avrebbe rapita, giacché lui non aveva figli. Io dissi: - perché proprio me? - Lui rispose affermando che io ero bella e snella. Io lo guardai e lo ringraziai. Grifon si mise subito a lavoro per costruire un rifugio, prese la legna, i coltelli, i rami e le foglie; facemmo la struttura del rifugio ed io presi anche del cibo. Grifon creava le armi, mentre io decoravo il rifugio con le foglie. Un giorno sentimmo degli strani rumori e lì vicino trovammo il serpente a tre teste; prendemmo subito le armi e facemmo una lunga lotta. Nonostante le ferite, Grifon uccise il serpente e vinse la lotta. Era arrivato il momento di salutarci!!! Grifon mi prese e mi riportò a casa. 43




Grifon Fuoco è stato disegnato da Alessandro R, Carlotta e Sofia battezzato da Martina S colorato da Gianluca raccontato da Martina M ricopiato da Valeria ridipinto da Giulia con la partecipazione del Drago, della Fenice e del Grifone

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INFERCERSCILLA Infercerscilla è un pinguino robot con dodici piedi, ciascuno di un colore diverso, come diversi sono i colori delle sue piume robotiche, che gli ricoprono il volto. Solitamente, Infercerscilla quando è tranquilla ha un occhio blu e un occhio rosso, mentre quando è arrabbiata li ha tutti e due rossi; sulla testa ha un recettore per la luce solare, a forma di girasole, che gli serve per alimentarsi . Secondo me è un pinguino robot molto intelligente, perché in questo modo rispetta l’ ambiente. Sulla pancia ha la sua centralina, che comanda automaticamente. Credo sia stato costruito da uno scienziato misterioso.

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Infercerscilla è stata disegnata da Sabrina, Gabriele e Valeria battezzata da Mattia colorata da Elisa raccontata da Alice ricopiata da Alessandro A ridipinta da Elena con la partecipazione del Mostro Acheronte, del Perito e della Scilla 50


INFERNO Questo mostro si chiama Inferno, appartiene alla famiglia degli ibridi ed ha millequattrocentoventitrè anni. Inferno è nato nella palude dei centauri, poi però è stato portato verso le montagne ariose di Perigris Land, dove ha imparato ad essere gentile e cortese con tutti. La sua “midrof”: mamma in gergo grifonese, ed il suo “pidrof”: papà in gergo grifonese, sono di due tipi diversi. Lei è un grifone, lui è mezzo uomo e mezzo scorpione. Si sono conosciuti alla sagra delle “Quirfasigotor”: una festa grifonese, che si svolge in primavera, solo per mostri “single”. Inferno ha la testa da umano, il busto da grifone, la coda da scorpione e la sua lingua è il “pela”: lingua caratteristiche di Perigris Land. Oltretutto, essendo nato nella palude dei centauri, parla molto bene tale lingua. Il suo carattere era estroverso, e anche se con un po’ di fatica, il signor Slan, lo ha reso un mostro solare, aperto con tutti. Non ci crederete mai, ma lui ha una ”giulgi”: moglie in gergo grifonese, di nome Ginger, e due “giungilli”, figli in gergo grifonese, una femmina ed un maschio. Lei si chiama Giulla, invece lui si chiama Mulgorat Miche Jiunior.

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Inferno è stato disegnato da Sara, Lorenzo e Alessandro R battezzato da Carlotta colorato da Sofia raccontato da Martina S ricopiato da Elena ridipinto da Gianluca con la partecipazione del Centauro, del Crono e del Drago

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KETRUCPAL (KETRUCPOL: LA SUCCHIA VITA) Si diceva che, in un tempo lontano, un mostro a tre teste si aggirava per l’oceano. Era una creatura mostruosa chiamata: Ketrucpol. Una leggenda narra che il mostro a tre teste, durante le tempeste di luna piena, toglieva la vita ai marinai che andavano a pescare. Gli abitanti della terra vicina raccontano che un giorno la creatura a tre teste sarebbe ritornato e che avrebbe ucciso altri marinai, succhiando la loro anima!

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Ketrucpal è stata disegnata da Valeria, Mattia ed Elisa battezzata da Alice colorata da Elena raccontata da Giorgia ricopiata da Marcos ridipinta da Marcos con la partecipazione della Scilla, delle Sirene e della Remora 58


L A FENICE DELLA PAURA Eravamo quattro amiche: io, Claudia, Valentina e Sara, in viaggio verso l’Egitto per visitare i favolosi luoghi di una civiltà fantastica. Arrivammo con la guida davanti al grande tempio di Abu Simbel. La guida, prima di entrare ci disse che dovevamo sapere alcune cose che sarebbero potute accadere una volta entrati; quindi ci raccontò la storia di un uccello sacro agli egizi: la Fenice. Si trattava di un animale simile ad un aquila, con le piume tutte colorate a cui si attribuiva la caratteristica di morire bruciato e di rinascere dalle proprie ceneri. Bene! disse la guida, oggi è scaduto il tempo e tutto può succedere. Così ci facemmo coraggio e decidemmo di entrare. Per un po’ di tempo fu tutto tranquillo, quando ad un certo punto, un ombra simile ad un serpente, con una coda di piume, volteggiava vicino a noi. Più entravamo nel tempio e più l’ombra della fenice era presente, lasciando ossa vicino a noi, lungo il suo cammino. I nostri corpi tremavano dalla paura, senza quasi accorgercene, arrivammo all’ uscita del tempio. Una volta fuori, iniziammo a parlare anche se terrorizzate, Claudia ad un certo punto interruppe il discorso dicendo: quando torneremo a casa parleremo del viaggio ai nostri cari chiamandolo: “Il viaggio in Egitto e la Fenice della paura.”

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La Fenice della Paura è stata disegnata da Giorgia, Marcos e Cloe battezzata da Alessandro A colorata da Flavia raccontata da Martina P ricopiata da Matilde ridipinta da Matilde con la partecipazione di Prassilla, dell’Anfiseba e delle Arpie

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L’UNICORNO EGIZIO Mi trovavo a Giza per lavoro, dovevo aprire l’ultima piramide ritrovata da poche settimane. Appena entrai nella piramide vidi una creatura, aimè inquietante, soprattutto perché aveva una massa deforme al posto di piedi e gambe! Ma a guardarla bene, il resto della creatura era forse più rassicurante poiché aveva il ventre da umano e la testa da unicorno, di carnagione celeste. Mi misi a urlare e cercai di scappare ma la creatura mi afferrò. In quel momento aspettavo in silenzio che la creatura mi ingoiasse. Passò un minuto e ancora niente, allora aprii gli occhi e lei mi parla: - Non avere paura del mio aspetto, non voglio farti del male; io, prima, ero una persona come te. - E cosa ti è successo? - dissi io sorpresa. - E’ una lunga storia - rispose. - Racconta - lo esortai. Allora lui cominciò: - Ero un principe di nome Rimonen, a cui la vita ha regalato una brutta sorpresa; mi ammalai e c’era solo una persona che poteva svegliarmi ma a caro prezzo. Sospirò: - Voleva il trono, ma io non ero disposto a tanto! Allora quella donna maledetta mi stregò, dandomi questo aspetto! Per fortuna i miei organi mutati erano più resistenti e mi passò la mia malattia. Comunque una volta trasformato tutti avevano paura e mi rinchiusero nella piramide e venni sopranominato “L’ unicorno egizio”.

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L’Unicorno Egizio è stato disegnato da Elena, Giorgia e Marcos battezzato da Cloe colorato da Alessandro A raccontato da Flavia ricopiato da Sabrina ridipinto da Martina P con la partecipazione dell’Uroboros, di Prassilla e dell’Anfiseba 66


L’UOMO DELLE MONTAGNE Erano passati cinque anni dal mio ultimo viaggio in Valle d’Aosta. Quando arrivai, mi sembrava che ci fosse qualcosa di diverso. Chiesi a qualcuno per strada, ma sembrava che non mi sentissero, andavano tutti di fretta, apparivano preoccupati e impauriti. Allora mi recai alla polizia per saperne di più. Arrivai verso sera e prima che aprissi la bocca mi chiesero : - Cosa ci fai qui?! Entra! - Va bene ma cosa succede! - dissi sorpreso appena entrato. - Non lo sai? - disse l’ agente - Ora è vietato uscire di notte. - Ma perché? - risposi impaurito. Lui controbatté: - Sei nuovo vero? - mentre rideva. - Mi dice cosa succede! - Risposi spazientito. - E’ vero scusa! - replicò l’agente più volte. - Tutto ebbe inizio il 14 settembre 2034. Un ragazzo di nome Cristian Berry, mentre passeggiava nel bosco venne attaccato dai lupi, che gli trasmisero una malattia, a causa della quale mutò nel corpo e nella mente. Appena lo videro girare, notarono il corpo mezzo animale e mezzo uomo, con piedi rocciosi, dal comportamento violento e aggressivo. Per questi motivi lo arrestarono ma dopo due anni fuggì sulle montagne. I cittadini del luogo lo chiamarono “l’Uomo delle Montagne” o come lo chiamo io “U.D.M”. Il 23 dicembre 2037 ci furono le prime vittime e i sopravvissuti, prima di morire, dicevano di aver udito una canzoncina, che sembrava un avvertimento, che faceva: Cammina, cammina, Non si ferma mai. Cammina, cammina, E scappan sai. Cammina, cammina, Non lo fermerai. Se ci provi Perirai! Io il giorno dopo tornai a casa. E decisi di non far più ritorno in Valle d’Aosta! 67




L’uomo delle montagne è stato disegnato da Federico, Davide e Sabrina battezzato da Gabriele colorato da Valeria raccontato da Mattia ricopiato da Giulia ridipinto da Elisa con la partecipazione del Minotauro, dei Monocoli e del Mostro Acheronte 70


MOSTER DRUCK (MOSTER DRUK) Moster Druk: anche se sembra un mostro cattivo, dentro ha un cuore tenero, è dolce e timido, ma visto che sembra un nemico non ha amici. Essendo molto discreto, non riesce mai ad esprimere le sue opinioni, infatti non si è ancora deciso a dire al mondo che Moster Druk è un mostro buono. Fino al momento in cui non si decide a farlo, rimarrà il nemico della sua città. Soltanto qualcuno sa che lui è buono, come Rojer “testa di palline”, suo fratello, che purtroppo si è trasferito a New York per difendere quella famosa città. Rojer “testa di pallina” ha come testa una pallina da tennis, gli artigli, è molto peloso e al posto dei piedi ha degli zoccoli. È molto simpatico e fa divertire i bambini. In realtà, anche Moster Druk è gentile e simpatico, ma il suo volto nasconde la verità. Speriamo che in futuro Moster Druk riveli la sua vera identità!

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Moster Druck è stato disegnato da Davide, Sabrina e Gabriele battezzato da Valeria colorato da Mattia raccontato da Elisa ricopiato da Giorgia ridipinto da Alice con la partecipazione dei Monocoli, del Mostro Acheronte e del Perito 74


ORUSTOKSUPS (OROSTURBS: IL FOLLETTO RUBA SOGNI) Avete presente quando vi capita di fare un brutto sogno? Beh la colpa è tutta di un piccolo folletto fastidioso e dispettoso, di nome Orostorsups. E’ alto poco piu’ di una foglia, ha tre occhi luminosi per vedere nel buio pesto della notte, ed ha due corna morbide e vellutate; ha anche due dentini aguzzi e innocui, che usa per succhiare il dolce estratto di more, di cui e’ ghiottissimo. Se voi conosceste la sua storia, vi rattristireste e capireste perché è tanto dispettoso. Lui e’ nato da una famiglia molto povera e disperata. Ogni notte è sempre più dispiaciuto e geloso dei bei sogni dei bambini; perciò decise di sostituire i propri sogni con quelli allegri e divertenti dei bambini. In quei momenti di “sostituzione”, appaiono strane faccine sul suo corpo, che rappresentano le emozioni dei bambini “derubati”. Allora non preoccupiamoci quando facciamo brutti sogni, anzi dobbiamo pensare che stiamo dando un po’ di allegria ad un folletto infelice. Se vogliamo però tenerci i nostri bei sogni, possiamo lasciare un cestino di deliziose more accanto al nostro cuscino, a quel ghiottone di un folletto!

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Orustokrsups è stato disegnato da Gabriele, Valeria e Mattia battezzato da Elisa colorato da Alice raccontato da Elena ricopiato da Martina S ridipinto da Giorgia con la partecipazione del Perito, della Scilla e delle Sirene

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PAPERTRONCOPELOSO (LA CASA DEL PAPETRONCOLOPELOSO) Il Papetroncolopeloso è un animale immaginario, creato da un dio per proteggere la foresta Storgliu. Io e mio fratello Simone c’eravamo avventurati nella foresta, piena di animali strani; si sentivano rumori mai ascoltati. Verso sera mio fratello iniziò a montare le tende, mentre io ero andata a prendere della legna per accendere il fuoco. Vidi una luce in una grotta, misi la legna a terra e entrai nella grotta. Entrando, vidi un mostro strano, con una testa da anatra, un corpo da orso e le gambe con una specie di disegno di un mondo. Mi avvicinai al mostro, lui si spaventò, ma gli dissi che non doveva avere paura, non volevo fargli del male. Il mostro mi diede un pezzo di pane, io lo mangiai e iniziai a capire la sua lingua. Mi chiese chi fossi ed io gli dissi che ero un essere umano, femmina di nome Sabrina. Lui mi disse che si chiamava Papetroncolopeloso e che era venuto sulla Terra per stare in pace. Gli chiesi se voleva che me ne andassi, ma lui mi spiegò che era triste e stufo di stare da solo da tanto tempo. Mi fece visitare la sua casa: era bellissima, piena di oggetti strani e un portale tridimensionale. Mio fratello, forse, aveva iniziato a cercarmi, allora dissi al Papetroncolopeloso che dovevo andare. Così mi regalò un gioco 3D e mi chiese di non dire a nessuno che esisteva, altrimenti lo avrebbero cercato. Perciò promisi di mantenere il segreto e lo salutai perché dovevo ritornare da mio fratello. Tornata da Simone, mi chiese dove ero stata, gli dissi che ero andata a prendere la legna, e ritornammo al campeggio … Mi svegliai e mi resi conto che era solo un sogno! 79




Papertroncopeloso è stato disegnato da Gianluca, Martina M e Giulia battezzato da Federico colorato da Davide raccontato da Sabrina ricopiato da Sara ridipinto da Gabriele con la partecipazione dell’Ippogriffo, della Manticora e della Mandragora 82


PONTE SERPENTE Un giorno, il nonno di Adam, indicando una figura su un antico libro, cominciò a spiegargli, che quella creatura era il Ponte Serpente. Ella distruggeva i ponti senza motivo. Subito dopo si senti un boato provenire da un lago, tutti corsero lì. Naturalmente, sul lago c’era un ponte distrutto! Il nonno raccontò ad Adam un segreto che lo sconvolse: lui era l’unico a poter attivare la gemma per eliminare il Ponte Serpente. Perciò si appostarono vicino al ponte più grande di quelle zone, e il Ponte Serpente non tardò ad arrivare. Come dai piani programmati Adam lo elimini; il nonno subito dopo gli rivelò che in realtà il Ponte Serpente era suo padre e che con l’attivazione della gemma si sarebbe trasformato in una creatura misteriosa e leggendaria. Cosa accade! Da quel momento il caos regnò in quel luogo che scomparve per sempre.

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Ponte Serpente è stato disegnato da Alessandro A, Flavia e Martina P battezzato da Matilde colorato da Sara raccontato da Lorenzo ricopiato da Alice ridipinto da Alessandro R con la partecipazione del Basilisco, del Cane Cerbero e del Catoblepa 86


(UN FANTASTICO AMICO) SENDI LA SERPE Mentre ero in vacanza in Sicilia, per vedere la grotta di Montegiove, con mia cugina e mio fratello, salimmo sulle rocce. Poi entrammo in una enorme grotta buia: per fortuna avevamo le torce! Ad un certo punto vedemmo un enorme mostro fantastico, che aveva: la testa di serpente, ali di uccello, ed era ricoperto di squame di vari colori: rosso, giallo, azzurro, arancione e blu. Gli chiedemmo come si chiamava, ci disse di chiamarsi Sendi la Serpe: un nome un po’ buffo! Parlammo molto e subito diventammo amici, ma poi ci disse che a breve sarebbe dovuta andar via. Allora decidemmo di giocare fino alla sua partenza; uscimmo dalla grotta e giocammo a sottomarino. Ci stavamo divertendo tantissimo, ma Sendi la Serpe doveva andarsene e quindi ci salutammo. La sera pensai di aver trascorso la migliore vacanza del mondo, avendo trovato questa nuova amica.

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Sendi la Serpe è stata disegnata da Alice, Elena e Giorgia battezzata da Marcos colorata da Cloe raccontata da Alessandro A ricopiata da Carlotta ridipinta da Flavia con la partecipazione della Salamandra, dell’Uroboros e di Prassilla 90


(IL MOSTRO DEI VICINI) SFARSO I miei vicini erano molto strani, avevano sempre le finestre chiuse e d’inverno usciva sempre molto fumo dal camino. Ogni giorno gli recapitavano nove chilogrammi di carne e facevano arrotare i coltelli della cucina. Non uscivano mai, non si sapeva cosa facessero tutto il giorno lì dentro. Me ne stavo in camera a pensare, ed a un certo punto sentii dei rumori sempre più forti. Allora presi la scala, ma quando salii non si sentiva più niente. Rimisi a posto la scala e mi sedetti sul letto, ad un tratto mi cadde il lampadario in testa e svenni!!! Mi risveglia davanti al cancello dei vicini, decisi di scavalcare, e una volta dentro, vidi che la porta di casa era aperta. Entrai in una stanza dove c’erano venticinque asciugamani, dieci saponette e un grande pentolone. Poi entrai in un'altra stanza e trovai una grande cuccia, accanto ad un divano, che si trovava davanti ad un camino. Andando in cucina trovai una dispensa, l’ aprii e trovai un piatto di pasta, sei uova, due buste di insalata, e per il resto solo carne! Infine, raggiunsi una stanza tutta buia, cercai l’ interruttore della luce, l’ accesi e mi ritrovai davanti una strana creatura, con la testa e la coda da serpente, occhi rossi come il fuoco, grandi ali bianche come le nuvole, sei braccia, una cintura con dei coltelli e della carne, e quattro zampe da drago. Notai un collare blu scuro con una targhetta: “Sfarso”, animale da campagna! Sbalordita corsi via verso la porta, ma mi accorsi che si era chiusa, allora lui mi prese, aprì la porta e volò più in alto delle nuvole. lo supplicai di lasciarmi andare e lui così fece: mi lasciò cadere per 100 e 100 metri di altezza… Per fortuna mi risvegliai proprio quando mi stavo per schiantare al suolo e da quel giorno non mi chiesi più cosa facessero i vicini tutto il giorno!!!!! 91




Sfarso è stato disegnato da Marcos, Cloe ed Alessandro A battezzato da Flavia colorato da Martina P raccontato da Matilde ricopiato do Martina M ridipinto da Sara con la partecipazione dell’Anfiseba, delle Arpie e del Basilisco 94


(LA LEGGENDA DELLA) SIRENA DELL’INFERI E DELLA MORTE Nel 1453 gli americani raccontavano ai propri figli, che in un epoca lontana c’era una maga malvagia, conosciuta come la “Sirena dell’ inferi e della morte”. Aveva tre gambe e una coda arrotolata come un’onda. Le sue mani erano come tentacoli di un polpo, e aveva anche un paio di ali. In una mano teneva un tridente, fatto tutto di zaffiro blu e la sua pelle era azzurra. La “Sirena dell’inferi e della morte “ aveva dei poteri malvagi: riusciva ad entrare nella mente dei bambini, e gli faceva pensare alla morte ed essi diventavano tristi. Quando usciva dagli inferi riusciva a cambiare aspetto e a trasformarsi in una persona dall’ aspetto normale, anche il suo tridente si trasformava in una borsetta blu. Per poter fare la magia su i bambini, bastava che la sua borsetta toccasse i bambini. L’unica persona che poteva sfuggire la Sirena era il discendente del dio della luce. Davanti a lui, la sirena non poteva cambiare aspetto e veniva riconosciuta. Soltanto nel 1463, nel piccolo paesello, arrivò una persona, che sentendo la storia dei bambini tristi, volle spiegare al mondo quale fosse il motivo. Si accostò alla “Sirena dell’inferi e della morte”, che davanti a questo signore cambiò aspetto e diventò quella che era veramente. Il signore capì chi era e pronunciò una frase : “tu che porti terrore ai più piccini, diventa cenere e la cenere del tuo corpo darà la felicità ai bambini, ai quali tu stessa hai portato tristezza”. Il discendente del Dio della luce sconfisse la “Sirena dell’ inferi e della morte” e da quel giorno la maga non si vide più e non portò più terrore a nessuno.

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Sirena dell’Inferi e della Morte è stata disegnata da Mattia, Elisa e Alice battezzata da Elena colorata da Giorgia raccontata da Marcos ricopiata da Sofia ridipinta da Cloe con la partecipazione delle Sirene, della Remora e della Salamandra 98


SIREPROCIONEALATO Il Sireprocionealato è alto meno di venti centimetri e potrebbe essere scambiato facilmente per uno spiritello, perché quando è in volo, spesso a basse altezze, sprigiona una luce che lo camuffa. Lo si può trovare anche per terra, dove lo si riesce a riconoscere grazie alla testa e al corpo con la presenza di ali, variopinte e vivaci, che saltano all’occhio. È un mostriciattolo buono, che però può diventare, molto facilmente, dispettoso. Il Sireprocionealato può difendersi dagli attacchi dei nemici, grazie al piccolo corno posto sopra la testa e in mezzo alle orecchie, che quando serve lancia luce e bagliori accecanti, adatti alla fuga. Le scaglie presente sul dorso cambiano colore per mimetizzarsi durante i voli. Di solito i Sireprocionealeati viaggiano in branchi e mangiano esclusivamente fiori, che spezzettano con i loro denti aguzzi. I Sireprocionialati trovano il loro cibo grazie alle grandi narici poste subito sopra i lunghi baffi, che gli danno un aspetto buffo.

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Sireprocionealato è stato disegnato da Elisa, Alice ed Elena battezzato da Giorgia colorato da Marcos raccontato da Cloe ricopiato da Mattia ridipinto da Alessandro A con la partecipazione della Remora, della Salamandra e dell’Uroboros 102


(LA ZUCCA DEL CONTADINO) TESTA DI ZUCCA FORZUTA Un giorno un contadino di nome Daniele, vedovo, con un cane di nome Fuffy, nel suo orto, piantò più di cento semi di zucca. Quando le zucche furono mature, Daniele le portò tutte nel suo magazzino, tranne una meno matura. Passarono giorni, settimane e la zucca rimanente non maturava; ma un giorno la zucca maturò, non era una zucca normale, infatti, qualche secondo dopo la zucca uscì con un corpo da bambino. Il cane di Daniele avvistò il “bambino zucca” e iniziò ad abbaiare. Daniele andò a vedere perché stesse abbaiando. Quando lo vide rimase sbalordito e un po’ impaurito dal bambino. Gli chiese informazioni, tenendo il cane fra le braccia. Pensandoci un po’ su, capì che il “bambino zucca” fosse suo figlio e quindi doveva dargli un nome e parte del suo tetto. Gli diede la camera degli ospiti e la trasformò nella camera del bambino, lo chiamò “Testa di Zucca”. La settimana seguente lo inserì nella scuola più vicina. Quando arrivò in classe lo prendevano in giro per il suo nome “Testa di Zucca”, a parte due bambini molto popolari. Essi gli chiesero se voleva stare seduto con loro e diventare amici. Gli altri alunni continuavano e i suoi voti si abbassarono sempre più. I suoi amici iniziarono ad infastidirsi molto perché vedevano “Testa di Zucca” sempre più triste. Allora convinsero gli altri compagni, che non era una cosa bella e che se l’avessero fatto a loro ci sarebbero rimasti dieci volte peggio perché “Testa di Zucca” era un ragazzino molto forte. Il giorno seguente nessuno lo prese in giro e i suoi voti migliorarono. Suo padre, il contadino fu molto contento e gli prese un nuovo cane di nome Camillo e gli preparò un pranzo spettacolare per festeggiare insieme.

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Testa di Zucca Forzuta è stato disegnato da Giulia, Federico e Davide battezzato da Sabrina colorato da Gabriele raccontato da Valeria ricopiato da Flavia ridipinto da Mattia con la partecipazione della Mandragora, del Minotauro e dei Monocoli 106


TREBUFALDRAGO (TRIBUFALODRAGO) Nel settecento dopo Cristo, fu scoperto una specie di drago: con tre teste da dinosauro, il corpo di un bufalo, con due zoccoli da zebra, artigli da leone e una coda da ghepardo. Era alto come due case e di vari colori: rosso, verde, arancio e blu. Molti andarono alla sua ricerca ma non tornarono mai, addirittura degli eserciti interi scomparvero. Una leggenda narra che nell’ ottocento avanti Cristo, un ragazzino di nome Francesco, decise di andare alla ricerca di questo mostro. Partì seguendo una mappa; intraprese lunghi percorsi e lo trovò. Con sua sorpresa non era come si narrava, bensì era minuscolo, alto circa cinque centimetri, giocherellone e non era lui che faceva scomparire i soldati ma una stretta e lunga gola labirintica. Il Tribufalodrago si trovava dietro la cima dell’Etna, a ridosso della foresta di trifogli, dentro una caverna. Il ragazzo lo portò al suo villaggio e l’ umanità non ebbe più paura di lui.

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Trebufaldrago è stato disegnato da Flavia, Martina P e Matilde battezzato da Sara colorato dalla Maestra Jole raccontato da Alessandro R ricopiato da Davide ridipinto da Carlotta con la partecipazione del Cane Cerbero, del Catoblepa e della Chimera 110


VECCHIE STORIE… NUOVI MOSTRI = Achille + Alessandro A + Alessandro Magno + Alessandro R + Alice + l’Aloi + l’Anfiseba + Appollodoro + l’Aqilotta + l’Arky 12 zampe + le Arpie + il Basilisco + il Cane Cerbero + il Caproleoserpe + Carlotta + il Catoblepa + il Centauro + la Chimera + Chirone + Cloe + il Crono + Damascio + Davide + il Dengerfamiglialante + Diodoro + il Draghino + il Drago + Elena + Elena di Troia + Elisa + Enea + Erodoto + Esiodo + Federico + la Fenice + Flavia + Gabriele + Gianluca + il Gioglielcreativ + Giorgia + Giulia + Gorgia di Leontini + il Grastik + il Grifone + il Grifonfuoco + l’Idra di Lerna + l’Infercerscilla + l’Inferno + l’Ippogrifo + Jorge Luis Borges + il Ketrucpal + La fenice della paura + Lorenzo + L'unicorno egizio + L'uomo delle montagne + Maestra Jole + la Mandragora + la Manticora + Marco Anneo Lucano + Marcos + Margherita Guerrero + Martina M + Martina P + Martina S + Matilde + Mattia + il Minotauro + i Monocoli + il Moster Druck + il Mostro Acheronte + Omero + omino71 + l’Orustokrsups + Ovidio + Palamede + il Papertroncopeloso + Pausania + il Perito + Pirgotele + Pitagora + Plinio il vecchio + il Ponte Serpente + Prassilla + la Remora + la Sibilla eritrea + Sabrina + la Salamandra + Sara + la Scilla + la Sendi serpe + lo Sfarso + la Sirena dell'inferi e della morte + le Sirene + il Sireprocionealato + Sofia + la Testa zucca forzuta + il Trebufaldrago + Ulisse + l’Uroboros + Valeria + Virgilio = TheBEST(iarium)

Info sul gioco/laboratorio TheBEST(iarium) http://www.facebook.com/thebestiariumROMA per scaricare le regole di TheBEST(iarium) e realizzare nuovi progetti o giocare a casa http://omino71.blogspot.it/p/the-bestiarium.html


Erodoto viaggia per rispondere al bambino che chiede: «Da dove arrivano le navi che compaiono all’orizzonte? Da dove spuntano? Se quello che vediamo laggiù non è il confine del mondo, vuol dire che ci sono altri mondi? E come sono?» Quando sarà grande, avrà voglia di conoscerli. Meglio però che non cresca del tutto e che rimanga in parte bambino: solo i bambini sanno porre domande importanti e sono davvero curiosi di sapere. Erodoto, infatti, va alla scoperta dei suoi mondi con l’entusiasmo e la passione di un bambino. La sua scoperta principale è che i mondi sono molti. E tutti diversi. Che sono tutti importanti e che bisogna conoscerli, poiché le altre culture sono specchi che riflettono la nostra, permettendoci di capire meglio noi stessi. E’ impossibile definire la propria identità finché non la si è confrontata con le altre. Ecco perché Erodoto, dopo aver scoperto la cultura degli altri come specchio nel quale rifletterci per comprenderci meglio, ogni mattina, instancabilmente, torna a rimettersi in viaggio. Ryszard Kapuscinski «In viaggio con Erodoto»


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