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QUELLA 2CV FIGLIA DEL SOLE

QUELLA 2 CV FIGLIA DEL SOLE …

SERGE GEVIN: SOGNO DI MEZZO INVERNO A MALAKOFF Foto Peugeot

Le origini della 2CV bicilindrica risalgono alla metà degli anni ‘30, quando Pierre-Jules Boulanger si concesse un periodo di vacanza in Auvergne. Boulanger aveva risanato l’azienda dopo la produzione della Traction Avant, la vettura che materializzava il sogno industriale di André Citroën. Quando scoprì che in Auvergne pochi avevano un’automobile e utilizzavano ancora carri con due cavalli, non perse tempo. Prese una delle sue Moleskine nere e vi scrisse: “voglio quattro ruote sotto a un ombrello, capaci di trasportare una coppia di contadini, cinquanta chili di patate e un paniere di uova attraverso un campo arato. Senza rompere un uovo”. L’auto doveva essere economica, semplice, affidabile e sicura. Al geniale André Lefebvre il compito di dare vita a quegli appunti. Nacque così nel 1939 la TPV (Trés Petite Voiture) in 250 prototipi diversi che Boulanger farà distruggere, per evitare che finiscano alle truppe naziste. Nel 1945 cessate le ostilità, l’artista-stilista-designer di Varese, Flaminio Bertoni, disegnò la carrozzeria definitiva a quattro posti: il successo fu travolgente. Negli anni Cinquanta la piccola “Deuche” (da Deux Chevaux, ovvero Due Cavalli) era diventata una tavolozza da riempire. Serge Gevin, titolare dell’agenzia Pink che si occupava degli stand Citroën nelle manifestazioni principali, propose la prima serie speciale: si chiamava Tréfle ed era gialla con i parafanghi neri: voleva rendere omaggio agli anni ‘20 e alla piccola 5HP, detta appunto Tréfle (trifoglio) per i suoi tre sedili. Poi Gevin propose la Transat (sedia a sdraio) a strisce bianche e arancioni. L’idea piacque ma con nome diverso e nacque la 2CV Spot. Il progetto Tréfle tornò buono per la Charleston: nera/gialla e nera/bordeaux. Resta ancora una 2CV speciale, che lo stesso artista descrive: “Deve essere bianca e gialla. La scocca bianca, i parafanghi gialli, così come il cofano posteriore e la capote. I paraurti bianchi, come le scocche dei fari (rotondi, mi raccomando), bianchi anche i cerchi delle ruote. Sul bagagliaio c’è il disegno di un salvagente e sulle portiere un cappello da marinaio ed una pipa. Guardandola, si deve pensare al cielo, al mare, al sole, alla gioia di vivere”. Così, nel suo studio immerso in un giardino verde anche nel freddo febbraio di Malakoff, nei sobborghi di Parigi, Gevin ha consentito a Citroën Italia di dare vita a questo suo sogno, una 2CV mai nata, partendo dalla base di una 2CV Club del 1982. Un raggio di … Soleil per illuminare la lunga e gloriosa storia della piccola Deuche.

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