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TRIS D’ASSI

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MODENA TERRA DI MOTORI di Beppe Zagaglia

Io non sono appassionato di motori, però li ho nel sangue. Come tutti i modenesi. Noi siamo impastati di terra, le nostre origini sono contadine, diciamo signori di campagna, col Secchia e Panaro di fianco, la nostra cucina grassa, ma la più buona del mondo, di tortellini, zampone, zuppa inglese, lambrusco col formaggio parmigiano reggiano e il nostro sangue è un po’ scuro, marrone di Aceto balsamico Tradizionale e un po’ rosso di Ferrari, Maserati, Stanguellini.

Perchè abitiamo a Modena, la città dei motori. Una storia incominciata molti anni fa come una favola. C’era una volta in una città della Pianura Padana un certo Enzo Ferrari che faceva il corridore. Poi si era messo a costruire vetture da corsa che vincevano tutte le gare e anche auto sportive che erano e sono ancora il sogno degli appassionati. C’era una volta a Bologna una fabbrica di macchine da corsa dei fratelli Maserati e il Commendator Orsi l’aveva comprata e portata a Modena e costruiva macchine che vincevano tutte le gare e così incominciava la lotta tra Ferrari e Maserati. C’era una volta il signor Vittorio Stanguellini che aveva la rappresentanza della Fiat prendeva le macchine, neanche di grossa cilindrata, le trasformava, le cambiava, le faceva diventare vetture da corsa che vincevano tutte le gare, di categoria naturalmente. E c’era tutto un mondo che ruotava attorno a loro, di piloti, i migliori, di appassionati, di belle donne, di principi e re che venivano a Modena a comprare quelle macchine, a mangiare da Fini i tortellini, lo zampone che con un bicchiere, meglio due di lambrusco si digeriscono benissimo. Nel parco correvano il Circuito di Modena e ricordo il nome di Nuvolari che era diventato un mito come Primo Carnera e Dik Fulmine dei fumetti di allora, ma poi quel sogno era finito tragicamente, con dei morti. E ancora nel parco passavano le Mille Miglia e ritorno ragazzo con l’odore dell’olio di ricino e il rombo dei motori. Poi un giorno avevano costruito l’Aerautodromo, il più importante d’Europa, era la pista per le nostre rosse che qui facevano le prove e si teneva ora qui il Circuito di Modena con i piloti più famosi, Fangio, Ascari, Taruffi, Nuvolari, Varzi, Castellotti ….e le vetture di tutta Europa ma le Ferrari, Maserati, Stanguellini vincevano sempre, o quasi sempre. La gente era dappertutto, nei balconi delle case di fronte, sui tetti, sul muro di cinta, nel prato e dall’alto delle tribune si poteva sempre vedere le macchine che correvano lontane, poi vicine con un rombo che ti entrava dentro, che si spegneva nei campi e nelle strade, nelle piazze della città. Erano momenti magici in un mondo ancora antico in cui il progresso entrava quasi sottovoce. E il nome di Modena incominciava ad esser conosciuto nel mondo. Ma cambiavano le mode, le macchine erano sempre più veloci e la favola dell’Autodromo finiva lasciando il posto a un parco intitolato ad Enzo Ferrari e che ricorda con dei busti di bronzo i corridori che hanno corso proprio lì. Passavano ancora anni, la Maserati aveva chiuso con le corse e anche Stanguellini. La Ferrari invece dominava, vinceva e perdeva gare e campionati del mondo, le auto concorrenti diventavano sempre più potenti e agguerrite, ma la Ferrari anche e vinceva, e diventava un mito, un sogno. Aveva compiuto 50 anni, ma non li dimostrava ,ed era stata una festa grande per la città e anche Maranello. Era venuto anche il Papa e aveva fatto un giro in Ferrari sulla pista di Fiorano. E io c’ero, ero un testimone di quei momenti fantastici. Avevo conosciuto Enzo Ferrari, ero stato amico di suo figlio Dino E di Franco Gozzi, sono amico di Mauro Forghieri. Ero andato a Maranello nel 2000 quando la Ferrari aveva vinto dopo molti anni il Campionato del Mondo ed era stato uno spettacolo fantastico di colore, di gente, di bandiere. Ancora oggi Modena si anima per l’evento dell’anno, la città dei motori con macchine in tutte le strade e ogni anno un tema nuovo. Prima Fangio, poi Forghieri, Villeneuve. L’ho fotografato durante le prove a Fiorano mente Forghieri gli parlava, sembrava quasi triste, quasi presagisse la fine di un sogno. Un sogno che dura nel ricordo, nella grande mostra fatta al Foro Boario, e nel grande fantastico museo che è la Casa Natale di Enzo Ferrari. Un enorme spazio con incastonate tante macchine come gioielli. Una struttura di cui Modena va orgogliosa e che penso potrebbe essere a rotazione un salone di tutto l’automobilismo mondiale. Anche della Maserati che oltre a produrre le macchine più belle del mondo è tornata alle corse con un grande successo. La Stanguellini è un ricordo e un museo e Modena rimane il fulcro, il catalizzatore con la Lamborghini poco distante, la Zonda di Pagani, e per un periodo breve anche la Bugatti era venuta qui con uno stabilimento molto bello, purtroppo sfortunato. La Mille Miglia continua ogni anno a passare per il parco e io vado a vedere quelle macchine bellissime, sempre quelle, restaurate e quando sento il rombo del motore e l’odore dell’olio di ricino ritorno il ragazzo che sognava avventure e le continuo a sognare.

LA MIA FERRARI

di Mauro Raccanello

Un uomo con due passioni senza confini: la Ferrari e cantare, in ordine di importanza, ma strettamente correlate, dato che ha scritto alcune canzoni e il libro “La mia storia … con la Ferrari” dedicati alla Casa di Maranello. L’incontro con Enzo Ferrari e il sogno della sua vita, avere una “rossa”… Si avvererà, farà parte del Ferrari Club Italia e avrà un’Assistenza Autorizzata del Cavallino, la Grand Prix Service a Cavaria (www.mauroraccanello.it). Q uesta è la mia storia: non riesco a crederci, sto scrivendo un libro sulla Ferrari. Ricordo la mia vita di ragazzo di paese, semplice, e molto modesta. Mia madre faceva la parrucchiera e mio padre il camionista; non potendo seguire adeguatamente me

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“UNA VITA DA … GASTONE” di Mario Apolloni

Mario Apolloni è un nome noto a tutti i giornalisti dei motori. Responsabile Comunicazione prima della FIAMM accumulatori poi della Marangoni pneumatici. Per ben tre lustri, proprio nel periodo d’oro delle due aziende. Quando la prima forniva tutte le case più importanti, anche nel motorsport, mentre la seconda lanciava le proprie coperture nuove ed entrava nelle corse. Ora Mario si occupa di consulenza e canta le gesta di Gastone…

Chi ha frequentato i circuiti si ricorda con affetto di Gastone Giarolo. Sempre cordiale e disponibile, è stato per anni il riferimento tuttofare nel paddock delle squadre fornite dalla FIAMM. Poi è passato alla Marangoni Pneumatici, per seguire sul campo la promozione della marca trentina nelle competizioni. La sua notorietà travalica però il mondo dei motori per un altro motivo. Infatti la sua storia rappresenta la favola della rivincita dell’uomo comune. Le avventure dell’uomo di tutti i giorni che ha dato del tu a sportivi, politici e personaggi del mondo dello spettacolo e si è fatto fotografare o vedere in tv con loro. “Chi è quello vestito di bianco accanto a Gastone?” Recita una barzelletta che ricorda l’episodio dell’uomo comune una domenica mezzogiorno a Roma, quando si affacciò alla famosa finestra di Piazza S.Pietro dietro al Papa… Ebbene sintetizza, al limite del paradosso, la leggenda di Gastone Giarolo. Per anni il “nostro eroe” – mai l’espressione è stata così azzeccata – ha rappresentato l’uomo normale, uno di noi per l’appunto, che immancabilmente compare nelle immagini dei fotoreporter e delle televisioni insieme a questo o quel personaggio famoso. Dello spettacolo, dello sport, della politica, dell’industria. Magari molto potente e solitamente inavvicinabile per tutti, tranne che per Gastone. A differenza però dei noiosi “teledisturbatori” occasionali, Gastone ha sempre fatto le sue apparizioni con garbo, con un sorriso spontaneo e accattivante, senza farsi promotore di questa o quell’iniziativa. Senza desiderio di protagonismo insomma, né tantomeno di rivalsa, ma semplicemente per dire “io c’ero”. Anzi. “Ci siamo anche noi”. Tutti noi: partecipi e presenti in prima fila a questo o quell’evento, per farci immortalare con il VIP, oppure per stringere la mano al campione. Nell’album delle “conquiste” di Gastone ci sono un po’ tutti: da Papa Wojtyla all’Avvocato Agnelli, da Ayrton Senna a Michael Schumacher, da politici come Francesco Cossiga ad attori quali Renato Pozzetto. E potremmo andare avanti per un pezzo.Nel libro “Una vita da… Gastone” ci sono quasi tutti. Unitamente al racconto di molti aneddoti, finora noti solo a lui e ai diretti interessati, che hanno avuto la fortuna di farsi ritrarre insieme … (scherzo) e che ci fanno scoprire ed apprezzare ancora più il nostro “uomo-immagine”. Per rendere un marchio ben visibile in televisione, spesso non è necessario essere di fronte. Anzi. Il marchio stampato sul retro di una maglietta è più grande di quello posto “sul cuore”. L’importante è controllare dove si muove il cameraman lungo la griglia di partenza di un G.P. di F.1 per esempio, e mettersi furbescamente davanti alla telecamera. Per questa sua abilità nel coordinare i movimenti dando sempre un’occhiata anche al momento in cui si accende la luce rossa sopra la cinepresa, a significare che si è in onda, Gastone è stato definito dagli addetti ai lavori “l’uomo con due occhi davanti e due dietro”, ovvero l’uomo in simbiosi con il mezzo tecnico. Per farci scoprire ancora meglio Gastone, il libro propone anche le testimonianze di alcuni giornalisti specializzati che lo hanno conosciuto di persona e che, come tutti noi, hanno imparato ad amarlo, ad attenderne fiduciosi l’arrivo davanti alle telecamere perché faceva parte dello show e perché, così facendo, anche noi suo tramite ne avremmo fatto parte. Abbiamo riso, probabilmente con Gastone, per la sua incredibile capacità di intrufolarsi dappertutto e di superare tutti gli ostacoli. Per anni è stato la rivincita dell’uomo comune e per questo gli diciamo: grazie Gastone! Reduce da un pitstop ai box per problemi di salute, oggi si gode la pensione a casa sua in Veneto, e non manca di guardarsi qualche gara di formula uno. Dove? Ovviamente davanti a un televisore… Il libro si può acquistare nelle librerie on-line, oppure presso Media Consultants Srl (info@mediacff.com). 96 pagine, 20 Euro.

e mio fratello, ci misero in collegio, affinchè potessimo formarci una discreta cultura ed una corretta educazione.Un giorno, nell’ora di ricreazione, ho sentito uno strano rombo, sono corso vicino al cancello e tra le piccole fessure ho intravisto un’auto di colore blu, era parcheggiata nei pressi dell’entrata del nostro collegio; bellissima ed affascinante, l’ho rimirata in tutta la sua forma e per molto tempo, le sue curve erano delizione e perfette… Ritornai dai miei compagni e chiesi subito al mio Assistente di che auto si trattasse, spiegandogli quello che avevo visto e sentito; egli mi rispose sorridendo “… capita, che udito che hai …, è un Ferrarino e si chiama Dino 246 GT, ed appartiene ad un Signore di Milano”. “… Il pensiero di quella macchina mi portava a giurare a me stesso che un giorno avrei anch’io posseduto una vera Ferrari!!!” … “Mi strinse la mano, avevo quasi le lacrime agli occhi dalla commozione, che sensazione meravigliosa… Nel frattempo, pensate, mi ringraziò Lui e mi disse: “Giovanotto conto su di Lei che mi sembra tra i più giovani, so che siete veri appassionati e brave persone, mi raccomando, rispettate la Ferrari”.

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