PROGETTO DI ZONA 2014 2018
PREMESSA Tutta la riflessione ha origine dal desiderio di essere sempre più una zona al servizio formativo dei capi e delle Comunità Capi, creando un profondo cambiamento culturale verso una “formazione di qualità” coordinata, globale, continua e progressiva. Il cammino di zona verso il convegno Partendo dalle letture fatte dai capi gruppo sulla storia dei propri gruppi (definizione di buone e cattive pratiche), dal lavoro svolto in Consiglio di Zona sul grosso tema "Uno scoutismo di qualità per il mantenimento e lo sviluppo" (progetto di zona 2010-2013) e dalle tematiche che tale lavoro ha portato in risalto, le Comunità Capi sono state chiamate a confrontarsi ed approfondire quattro temi : - progettualità, clima e vita di Comunità Capi - rapporto con l’esterno (famiglie, chiesa, territorio) - vita di fede dei capi - la branca R/S Da questa riflessione condivisa in Consiglio di Zona è nato il Convegno Capi di Zona con l’intento di dare vita a possibili piste di lavoro, intenzionalità precise e concrete sui temi trattati che saranno l'asse portante del nuovo Progetto di zona. Le sottolineature e gli interventi portati a Convegno relativi ai quattro temi sono stati molteplici, ma è stato necessario dare alcune priorità rispetto agli obiettivi più urgenti.
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Un nuovo corso Abbiamo steso quindi un Progetto di zona che rilanci per i prossimi anni queste quattro tematiche, costantemente presenti nel programma di zona (quindi non più un tema all’anno), oggetto di interventi diversificati e affidate ai vari livelli della zona per la loro attuazione (Co.Ca, Branche, Comitato, Consiglio, Incaricati...) nelle modalità che il Consiglio di Zona con il Comitato indicheranno annualmente. Alcune pratiche già intraprese per iniziare questo nuovo corso della zona: Comitato sempre allargato per un cammino di zona più comune e più monitorato; dedicare al Consiglio di Zona 3 momenti forti durante l'anno permettendo la partecipazione di tutto il comitato, gli iabz e di quei capi gruppo con doppio ruolo, per renderlo un luogo sempre più elaborativo e di confronto e sempre meno organizzativo; "speedy coca" e "speedy branca" per la possibilità di interventi educativi, formativi, metodologici, pedagogici e associativi “su richiesta”sia in Co.Ca. che in staff; il desiderio del Comitato di poter visitare tutte le Co.Ca. allo scopo di conoscere i capi, di respirare l'aria e, insieme, di collaborare per uno scoutismo di qualità; la formazione di pattuglie di zona (di Branca e di Comitato) allo scopo di favorire l’individuazione e la crescita dei possibili futuri quadri di zona (imparare facendo e trapasso di nozioni).
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VITA DI FEDE Nel progetto di zona Promise 2009-2013 si è lavorato al tema “essere testimoni di fede” attraverso eventi, incontri ed esperienze che avevano come obiettivo il riuscire a raccontare la propria passione nel sentirsi Chiesa e il provare a crescere attraverso gli altri, visti come risorsa. Le comunità capi hanno poi svolto un lavoro di analisi per individuare quali fossero le criticità vissute e i bisogni dei propri membri. E’ emerso come i capi sentano lacune nella conoscenza della Parola e come vivano l’esigenza di formarsi per svolgere un servizio migliore. La difficoltà degli assistenti a seguire a pieno i gruppi spesso si tramuta in una riduzione della qualità dell’offerta, a causa della non sempre adeguata competenza dei capi sul tema fede. In questo senso il ruolo della zona può essere quello di creare una rete di percorsi ed esperienze che supportino i capi nel sentirsi parte della Chiesa e nel progettare il proprio percorso di formazione. Inoltre in questo periodo di rinnovamento che la Diocesi sta mettendo in atto, attraverso la creazioni di comunità pastorali che vanno a superare i confini che fino ad oggi erano rappresentati dalle parrocchie, la zona Promise ritiene necessario che le comunità scout si rendano protagoniste di questo cambiamento trasformandolo da un possibile rischio di perdita di identità parrocchiale/gruppo in un volano per migliorare e consolidare il nostro all'interno della dimensione locale della chiesa. Per fare questo è sia fondamentale che vengano condivise le esperienze già vissute dai gruppi della zona in questa dimensione di comunità educante, sia formalizzare a livello diocesano la volontà di essere protagonisti di questo percorso che la diocesi sta mettendo in atto. La sfida di essere parte attiva di questo cambiamento epocale che la chiesa sta mettendo in atto è sicuramente una delle possibili vie che lo scoutismo deve intraprendere per attuare quel cambio di passo che la società e il momento storico che stiamo vivendo stanno chiedendo al nostro fare scoutismo per creare uomini e donne della partenza.
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Obiettivi: Acquisire una maggiore consapevolezza dell’essere cristiano, cattolico e capo educatore nella fede Assumere un ruolo attivo e propositivo nelle comunità pastorali Consiglio: Condivisione del programma di fede della comunità capi e delle esperienze vissute Condivisione dei momenti formativi proposti dalle varie chiese locali così da estendere la possibilità di partecipazione a ogni capo interessato Individuare una modalità per vivere il momento di preghiera iniziale e verificarla al termine dell’anno Individuazione e proposta di esperienze significative di fede per accrescere la consapevolezza e la competenza nel ruolo di capocatechista Comitato: Organizzare momenti di confronto con i referenti della pastorale giovanile dei decanati della zona pastorale sesta. Partecipare agli osservatori diocesani, per portare la propria esperienza di educazione alla fede, per inserire il nostro percorso all’interno della proposta Diocesana. Organizzare un momento di presentazione della proposta diocesana per tutti i capi divisi per branca in collaborazione con la FOM Promozione di un tavolo di confronto con tutte le realtà educative cattoliche presenti nella zona pastorale sesta.
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Branche: Sottolineare come la fede sia parte integrante della proposta scout, per evitare che venga vissuta nello staff e dai ragazzi come qualcosa di separato Stimolare l’utilizzo di diverse modalità con cui proporre esperienze di fede, come a esempio la catechesi narrativa Comunità capi: Approfondire l’importanza della testimonianza, della vocazione e della preghiera nell’essere capo AGESCI Partecipare in modo attivo alla vita e alla costruzione delle comunità pastorali o parrocchie in cui è inserito. Collaborare con la pastorale giovanile del proprio territorio. Raccontare alla zona le “buone pratiche” attuate dal gruppo nel rapporto con la chiesa locale.
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1. PROGETTUALITA’, CLIMA E VITA DI CO.CA. Crediamo che per svolgere un servizio di “qualità” sia necessario avere buone relazioni in Comunità Capi, coltivate attuando un progetto comune e parlando la stessa lingua. Questo clima positivo in cui far crescere i singoli Capi nel loro servizio, così come gli Staff e l’intera Comunità, si attua a partire dalla formazione dei Capi Gruppo, figure cardine sia per competenza metodologica, sia per solidità di scelte. Gli Staff devono essere guidati da capi esperti che attuano uno stile progettuale sia in attività, sia nel proprio cammino di crescita personale. Come Zona ci impegniamo a supportare i capi, con particolare attenzione ai capi nei primi anni di servizio, ai gruppi o alle singole staff in difficoltà, affinché la proposta Scout possa mantenersi viva e di qualità, sviluppandosi in futuro. Riguardo le collaborazioni tra gruppi, attualmente esse esistono esclusivamente tra quelli che hanno delle difficoltà numeriche e coloro su cui questi si appoggiano. Fermo restando che è responsabilità di un gruppo riconoscere di essere in difficoltà - rispetto al numero di capi o di ragazzi in una unità - e scegliere di collaborare con altri per offrire uno scoutismo di qualità ai giovani iscritti nell'associazione, la zona deve farsi carico di incentivare le collaborazioni a tutela dei capi e dei ragazzi anche quando non vengono riconosciute tali difficoltà. Le collaborazioni dovrebbero nascere tra gruppi territorialmente vicini anche quando vi è abbondanza di capi, in modo tale da creare staff che possano lavorare assieme anche con fazzolettoni diversi e magari aprire nuove unità in nuovi territori. Crediamo che le sinergie messe in atto tra Gruppi – attraverso progetti volti a sviluppare la proposta Scout – e tra Comitato e Gruppi attraverso incontri ad hoc sia un modalità di crescita utile nei prossimi anni. Le comunità capi che collaborano sono corresponsabili delle attività svolte dalle unità senza differenza di appartenenza. In questa dinamica riteniamo sia fondamentale confrontarsi e imparare a progettare insieme, condividere le risorse e le capacità dei singoli, per valorizzare le esperienze di ognuno; questo anche a livello di gruppi della zona, poiché siamo convinti che sviluppando le relazioni si possa perseguire maggiormente un obiettivo comune. Riteniamo fondamentale riacquisire una dimensione di zona unitaria anche tramite incontri interbranca, per evitare di chiudersi nella propria realtà di branca e per rafforzare la propria adesione al Patto Associativo. La dimensione dell'interbranca sottolinea il nostro essere
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Zona, il nostro essere Associazione, aiuta a comprendere che la formazione non è solo quella legata alla metodologia di branca e ci permette di ampliare lo sguardo sulla direzione verso la quale puntiamo: tutti noi accompagniamo i nostri ragazzi ad essere buoni cristiani e buoni cittadini.
OBIETTIVI: TIROCINIO: Supportare le co.ca. nella formazione dei capi nell’anno di tirocinio trasmettendo l’importanza dell’intenzionalità educativa, giocata nella relazione capo-ragazzo e nelle esperienze proposte ai ragazzi. PROGETTO DEL CAPO: Sviluppare l’utilizzo dello strumento nelle Comunità Capi PROGETTO EDUCATIVO: Aumentare l’efficacia e la praticità del progetto educativo nei singoli gruppi FORMAZIONE DELLO STAFF, MANDATO E RUOLI, CLIMA DI CO.CA: Supportare le comunità capi in difficoltà tramite il comitato; fare sentire ogni capo corresponsabile della zona CONFRONTO SULLO “STILE” E SULLE MODALITA’ DI FARE EDUCAZIONE CON IL METODO SCOUT: utilizzare il confronto tra Capi come lo stile con cui si vivano gli incontri in Zona COLLABORAZIONI TRA GRUPPI: Favorire un clima collaborativo tra gruppi territorialmente vicini anche in assenza di difficoltà o carenze numeriche delle comunità capi. Monitorare l’andamento delle collaborazioni esistenti. INTERBRANCA: Vivere incontri interbranca per ampliare la proposta formativa RUOLO DEL CAPO GRUPPO: Approfondimento del ruolo da parte delle comunità capi e dei capi gruppo stessi
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COMITATO
Tirocinio
CONSIGLIO
BRANCHE
Percorso annuale attraverso almeno due incontri
CO. CA.
Sviluppare le tematiche e i bisogni formativi dei tirocinanti emersi a livello di zona
Approfondir e il patto associativo e lo strumento progetto educativo Progetto del capo
Formazione sullo strumento
Progetto educativo
Formazione sullo strumento Condivisione delle buone pratiche Elaborazione di un
Valutare la possibilitĂ di rispondere a bisogni metodologi ci negli incontri di branca
Favorire l’utilizzo dello strumento da parte dei capi
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vademecum frutto delle elaborazioni del consiglio e delle co.ca.
Formazion e dello staff, mandato e ruoli, clima di co.ca.
Incontri del comitato con le comunità capi, soprattutto con quelle in difficoltà
Confronto sullo stile e sulle modalità di fare educazion e col metodo scout
Collaborazi oni tra gruppi
Monitoraggi o dei progetti e
Condivisione e valorizzazion e delle esperienze positive delle comunità capi
Sviluppare la conoscenza dei ruoli della zona, così da permettere a ogni capo di sentirsene parte e di impegnarsi in essa
Vivere il consiglio come luogo di scambio (di esperienze, di opinioni) e come supporto da parte degli altri capi gruppo
Utilizzare la zona per promuovere le proprie esperienze di successo e per analizzare problematiche
Condivisione dell’andame nto delle collaborazio
Impostare una riflessione su numeri
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creazione di un diario per ogni collaborazio ne
ni e delle potenzialità o criticità individuate
Interbranca
Strutturazio ne di incontri interbranca
Lavoro col comitato per definire priorità formative
Ruolo del capo gruppo
Strutturare momenti di formazione per neo capi gruppo
e qualità della proposta nei vari gruppi per capire se valga la pena pensare di zona a come modulare o suggerire le collaborazi oni tra i clan/fuoco vicini
Approfondime nto del mandato nel ruolo
Attuazione di percorsi formativi in consiglio
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Rapporto con l’esterno Vorremmo porci come zona nell’ottica di valorizzare e di rendere risorse utili tutte le caratteristiche, le ricchezze e le dinamiche presenti nel nostro territorio. Partecipazione e coinvolgimento responsabile sono l’atteggiamento adeguato per rendere proficuo un rapporto collaborativo con tutti gli attori educativi che ruotano attorno alle nostre realtà scout. OBIETTIVI: GENITORI: consolidare l’alleanza educativa con i genitori. CHIESA: favorire la conoscenza e la collaborazione tra scout e chiesa locale. TERRITORIO: imparare a fare rete e a condividere il buono del territorio di appartenenza COMITATO Genitori
CONSIGLIO
BRANCHE
Riflessione sulla relazione tra genitori e comunità capi e condivisione di esperienze positive.
Elaborazione di un documento di branca indirizzato ai genitori per facilitare la presentazione da parte delle comunità capi dello scautismo.
CO. CA.
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Chiesa
Incontro tra consiglio e Assistente di zona per valutare come poter valorizzare la figura degli assistenti di gruppo e il lavoro svolto insieme.
Favorire la relazione diretta, collaborati va e continuativ a tra gruppo scout e chiesa locale.
Incontro tra consiglio e assistenti dei gruppi con l’obiettivo di una collaborazion e proficua con la chiesa locale. Territorio
Condivisione dei PE Condivisione del lavoro di analisi per allargare le possibilità di servizio RS in zona.
Valutare l’utilizzo del sito di zona per condividere le realtà, le sue bellezze e le opportunità di intervento.
Analisi del territorio e delle opportunit à di intervento e di servizio.
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Collaborazio ni
Monitoraggi o dei progetti e creazione di un diario per ogni collaborazio ne
Condivisione dell’andamen to delle collaborazion i e delle potenzialità o criticità individuate
Impostare una riflessione su numeri e qualità della proposta nei vari gruppi per capire se valga la pena pensare di zona a come modulare o suggerire le collaborazio ni tra i clan/fuoco vicini
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BRANCA RS Nel corso di questi due anni abbiamo condiviso di consiglio l’importanza di dare maggiore attenzione alla branca R/S, luogo di crescita e scelta consapevole dei nostri ragazzi più grandi. La zona Promise sceglie, attraverso il convegno, di riflettere e creare un progetto di zona in cui gli obiettivi aiuteranno i capi a camminare nella direzione di una maggiore formazione personale; di una maggiore consapevolezza rispetto al tema di Noviziato e del delicato passaggio dalla branca E/G; maggiore progettualità e attenzione alla sfera relazionale-emozionale capo-ragazzo. Si è sottolineata inoltre l’importanza di dare rilievo alla corresponsabilità educativa da parte di tutta la co.ca e in particolar modo delle staff di branca e/g e l/c in cui i R/S svolgono il loro servizio associativo: i capi stessi dovranno essere garanti del percorso educativo dei ragazzi in servizio. Le tematiche della branca R/S portate a convegno sono state molteplici, ma è stato necessario dare alcune priorità rispetto agli obiettivi più urgenti della branca. OBIETTIVO NOVIZIATO: dare maggiore importanza e riflessione a questa area della branca STRUMENTI/PISTE DI LAVORO Riflettere sulla relazione tra numero di novizi e proposta educativa Approfondimento metodologico sul noviziato: conoscere il momento pedagogico del noviziato e la relazione capo/ragazzo e riflettere sulle dinamiche nello staff RS (noviziato clan) Utilizzare l’evento Challenge come momento formativo in primis per i Maestri dei Novizi e comunque per tutto lo staff
ATTENZIONI Passaggio delicato dalla branca EG Formazione dei capi in branca RS Unità di tutta la staff RS CHI FA COSA Co.ca, branca RS, consiglio di zona Iabz
Branca RS
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OBIETTIVO SERVIZIO: riflettere sullo strumento educativo del servizio in branca RS e sulla sua importanza nella scelta della partenza STRUMENTI/PISTE DI LAVORO Approfondire come gli RS vivono il servizio e quale ritorno portano in comunità; condivisione delle proposte e di come si arriva alla scelta Puntare sull’aspetto vocazionale del servizio Riflessione sul servizio associativo e sulla corresponsabilità educativa dei capi LC ed EG OBIETTIVO FORMAZIONE CAPI: importanza di avere capi formati e competenti in branca RS, capaci di essere testimoni veri per i ragazzi e che possiedano un forte sguardo educativo e progettuale sui singoli. STRUMENTI/PISTE DI LAVORO Esperienza e competenza dello staff RS Partenza: formazione dei capi e consapevolezza dei ragazzi Protagonismo: riconosciuto dai capi, vissuto dai ragazzi Progettualità: in particolare come viene vissuto il passaggio tra EG ed RS e come il numero di ragazzi influenza la proposta educativa Evento di zona: proposta costante ma unica nell’anno; evento formativo per i capi.
ATTENZIONI Servizio continuativo annuale e servizio spot sono esperienze diverse Territorialità CHI FA COSA Branca RS, Zona
Branca RS Consiglio di zona – Branche
CHI FA COSA Consiglio di zona Consiglio di zona – Branca RS Pattuglia evento partenti di Zona Branca RS Consiglio di zona – Branca RS
Consiglio di zona – Branca RS
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Punto della strada: come viene vissuto dai ragazzi, come viene condiviso in comunità capi Dall’istituzione al messaggio: come faccio io capo a far passare il messaggio delle scritture in branca RS
Branca RS – Consiglio di zona comunità capi Branca RS – Consiglio di zona – Assistenti di Zona e di Gruppo
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