Onda durto dicembre2008

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ONDA D’URTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno XI, n.2, Dicembre 2008 www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm

BUO N

Indice:

N AT A

ins. resp. antonio denanni

LE

Desaparecidos Invisibili Le invisibili punite pag. 2 Sette per sette Il fantasma di Canterville pag. 3 Futuro Talmente magre… pag. 4 Giovani e informazione

pg. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pg.8/9

Cambiare la scuola... Artisti e campioni 7 in condotta Splash Test di cultura

pag. 10 pag. 11 pag. 12 pag. 13 pag. 14

Comico, ma vero Porporato News Photo Forum Libri&libri Musica e film

pag.15 pag.16 pag.17 pag.18 pag.19

Solidarietà a Saviano Protocollo di Kyoto La luna di Natale Inglese/piemontese I giovani aspettano…

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Tra la gente, ma invisibile Il tema che abbiamo scelto per aprire questo numero natalizio di Onda d’urto è l’invisibilità. Intendendo con essa le cose o le persone, che ci stanno accanto, ma non le notiamo. Pur visibili ai nostri occhi sono invisibili alla nostra mente e al nostro cuore. Presi dalla fretta o dalla indifferenza non le notiamo o le sentiamo estranee. Pur incontrando ogni giorno centinaia di persone, di fatto le sfioriamo solo con uno sguardo sfuggente (a volte neanche quello). Quante volte ci capita di stare in luoghi super affollati e di sentirci soli, preda dell’indifferenza: “invisibili” appunto. Memori del detto di Saint Exupéry che “L’essenziale è invisibile agli occhi e non si vede che col cuore” abbiamo provato a sondare questo mondo che non desta attenzione e non fa notizia. Abbiamo voluto incominciare con la storia di quattro donne che abbiamo trovato in internet mentre cercavamo del materiale per gli articoli e che pubblichiamo qui accanto. Quattro donne che sono state sfigurate dall’acido corrosivo per togliere loro la bellezza e la visibilità. Storie terribili che mal si addicono al clima del Natale, ma che abbiamo voluto ugualmente riportare per dare loro, nel nostro piccolo, un po’ di quella visibilità che le hanno tolto e per invocare per l’anno nuovo un po’ di giustizia non solo per le migliaia di donne che in varie parti del mondo subiscono questo oltraggio (pure in Bangladesh dove noi adottiamo i bambini a distanza), ma per tutti i reietti della terra. Con questi desiderio di giustizia auguriamo a tutti buon Natale e buon anno. La Redazione

Le invisibili punite Saira ha quattordici anni, viene punita per la pochezza della sua dote. Nasreen e Nassera hanno la stessa età, non si volevano sposare. Tasneem è andata a trovare la madre senza il permesso del marito. Mumtaz si è rifiutata di vendere la figlia. Shanaz non ha abbassato gli occhi quando avrebbe dovuto. Sabra voleva continuare a studiare. Di altre non si sa, è successo, molti di questi casi non finiscono neanche in tribunale o sui giornali. All’improvviso qualcuno della loro nuova famiglia, qualcuno che conoscevano bene, qualcuno che le avrebbe dovute accogliere e proteggere, ha lanciato un acido corrosivo sul loro volto. L’acido ha bruciato gli occhi, il naso, la bocca. Non esiste più un viso, non esistono i colori e i suoni, non esiste ragione di vita. Molte sono morte.Questi sono i fatti. Accadono milioni di ingiustizie nel mondo, ogni giorno siamo sopraffatti, ancora oggi, da atrocità perpetuate da secoli con bestiale ripetitiva ossessione. Ci sono decine di guerre in corso che coinvolgono le popolazione civili. Etnie di una stessa terra si massacrano a vicenda. In nome di religioni e di ideologie si compiono stragi. Dietro ogni strage c’è un mercato delle armi. Con tutto quello di cui ci sarebbe da parlare, con tutti i temi che potremmo approfondire, con tutti gli scandali che dovrebbero essere denunciati perché perdere tempo con le storie di qualche migliaio di ragazze a cui la mano di un fidanzato, di un marito o di un altro parente ha tolto bellezza e salute, l’unica cosa di cui potevano disporre? Sono storie lontane, accadute in paesi dai nomi difficili. Storie che non appartengono ad un clan, ad una casta, ad una lobby, ad una razza, ad una religione, ad un partito, ad una etnia. Non muovono voti, inte-

ressi, mercati. Sono storie invisibili di ragazze invisibili. È questa, quindi, già una buona ragione per parlarne. Dare voce a chi non ce l’ha. Ma c’è dell’altro. Questi racconti sono l’espressione di un male antico, il male che è all’origine di ogni altro male, la sopraffazione del più debole, di chi non ha potere e denaro, di chi non ha gli strumenti per ribellarsi: donne, donne bambine, trattate come cani, peggio dei cani, oggetti di scambio, oggetti di violenza sessuale, oggetti in balia di una bestialità primordiale riconoscibile in tante società, in tante culture, anche nella nostra, non più tardi di ieri e forse non ancora estinta. All’origine c’è il desiderio di dimostrare di avere potere, punire vuol dire disporre "Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi del destibrillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i no di un libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengoaltro. no e nutrono il mondo." (W. Shakespeare) www. teatrosta- "Quand'ero piccolo i miei genitori hanno cambiato bile. casa una decina di volte. Ma io sono sempre riusciabruzzo. to a trovarli." (W. Allen) it/ "Sposati: se trovi una buona moleproduglie sarai felice; se ne trovi una catzioni/ tiva, diventerai filosofo." (Socrate) scheda. php? "Sapete perché la vendetta è coidspetta- sì buona? Perché è dolce e non fa colo=302 ingrassare!" (A. Hitchcock)

Frasi celebri

www. teatrostabile. abruzzo.it/ leproduzioni/ scheda. php? idspettacolo=302

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"Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone." (J. Steinbeck) "L'alcool e' un liquido prezioso: conserva tutto... tranne i segreti." (C. Grant) "Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina." (S. Agostino) "Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia." (Voltaire) Giulia, 4A/S


Se avete voglia di sorridere e di riflettere e contemporaneamente di immergervi nella lettura di una storia di fantasmi a tutti gli effetti, con tanto di porte cigolanti e atmosfere buie, questo è il romanzo che fa per voi. "Il fantasma di Canterville" è una delle cosiddette Ghost Sthories, una di quelle dove i fantasmi ci appaiono simpatici, ridicoli e curiosi, e anche quando narrano delitti cruenti sono avvolti di una patina di ironia. D'altra parte la letteratura fantastica nasce in Europa verso la fine del Settecento, quando le conquiste della tecnica sono all'ordine del giorno grazie alla rivoluzione industriale. Il progresso configura un mondo che pare simile ad una macchina e in cui non vi è posto per tutto ciò che attiene al soprannaturale; ma in questo meccanismo che pare così ben oliato avanzano aspetti che sembrano fra loro discordanti. Infatti, da una parte l'uomo conserva l'attrazione per ciò che pare inspiegabile, irrazionale e che potrebbe scombinare i piani posti in essere dall'approccio scientifico; dall'altra ritiene che la preponderanza della macchina possa favorire la spersonalizzazione e finisca col fagocitare ogni ambito. Questi due elementi costituiscono il collante su cui matura la letteratura fantastica, che trova indigesto un sovraccarico di razionalismo e agita qua e là folate di vento per scompigliare le certezze indomite della ragione. E ora veniamo alla nostra storia. Questo romanzo, di Oscar Wilde, racconta del signor Otis e famiglia, i quali acquistano il castello di Canterville nonostante siano stati avvertiti che il luogo è abitato dagli spiriti. Il Signor Otis è un ministro degli Stati Uniti che non si fa spaventare dalle chiacchiere sui fantasmi e dice a Lord Canterville di essere disposto a comprare sia i mobili che il fantasma. Il fatto di abitare negli Stati Uniti dove con il denaro si può comprare tutto consente questo approccio spavaldo e spaccone. Segue un'ironica descrizione dei membri della famiglia. Uno degli elementi interessanti del castello è una macchia rossa esattamente accanto al caminetto, che si dice sia di sangue. Ma niente paura: un giovane abitante del castello estrae l'impareggiabile super-smacchiatore e detergente Pinkerton che in un baleno la pulisce (e la macchia, come direbbe il noto spot, sparisce). Ma il mattino dopo, quando la famiglia scende per la colazione, la macchia è ancora lì. A questo punto solo il fantasma può essere responsabile della macchia "fantasma", nel senso che va e viene. Si ricorre nuovamente al super detergente e la macchia se ne va per riapparire al mattino dopo. Qualche dubbio, anzi più di uno, comincia ad insinuarsi nelle certezze dei nostri protagonisti, che però non si lasciano spaventare più di tanto e se ne vanno a passeggiare; mentre si trovano a tavola non parlano di fantasmi, ma di argomenti tipici in voga tra la classe sociale "colta" americana. Discorrono cioè sulle difficoltà di "trovare la foAlmeno l'italiano sallo caccia di grano saraceno e farina di * Come arrivo a casa mi schiamazzo sul letto. granturco o del vantaggio del * Quei bambini vivono così, abbandonati allo bagaglio appresso nei viaggi in stato ubriaco. ferrovia". * Eh, quando c'è troppa gente Franco si agita E' notte fonda, si ode un rumore di catene. e va in till. Il Signor Otis si affaccia al corridoio e * Non riesco a collegare i neutroni! vede il fantasma. Ma anziché averne pau- * Mi hanno passato il testimonial ra lo rimprovera di cigolare troppo con * Ma hai visto come scalciava? Sembrava un le catene e gli consiglia di oliarle. In cavallo sbizzarrito! * Hai visto alla tv che il Papa andava in giro sostanza gli incontri con il fantacon la Bat-mobile? sma renderanno impossibile la vi* Aiuto sto per avere un condono di vomito! ta... al fantasma stesso! * Uno, due e tre: ambedue dal preside! Un racconto davvero arguto in cui * In banca mi è rimasto un patrimonio di lire Wilde ci mostra come si vive in certi 1000 euro. ambienti, si ride con tenerezza del * Ragazzi, non suggerite che io con un occhio fantasma e, scuotendo la testa, della fa- vi vedo e con l'altro vi sento! * I lavoratori sono stati molto razionevoli miglia americana, come accade di fronte a tutti coloro che credono in primis nelle loro granitiche cer- * Disegnate un quadrato di base 9 cm e alteztezze e sono costretti in ruoli precostituiti. Si za 6 cm... * Mosè ricevette i dodici comandamenti. ride insomma del perbenismo e della vacuità di certa vita. * Oggi ho male alla colonna verticale Quando un fantasma può insegnare qualcosa...! A cura di Gabriella, 5B L Gloria, 5 B Ginn 3


Talmente magre da essere invisibili Un’oliva che sazia fino a sera, purchè la si pilucchi a lungo, sentendone il sapore anche sul nocciolo. Quattro mele, due yogurt, 320 calorie al giorno, un sesto del necessario per vivere. E il rito del vomito non appena il feroce autocontrollo s’incrina. L'immagine sociale del corpo spinge a credere che per avere successo bisogna essere costantemente in forma: il corpo, per essere desiderabile, deve essere magro. Si determina così una preoccupazione costante riguardo la propria immagine: in alcuni casi, la persona assimila la magrezza come il valore più importante e questo causa una restrizione del regime alimentare o una difficoltà nei rapporti con il cibo. Le forme più estreme di alterazione dell'alimentazione sono l'anoressia e la bulimia. Esse non possono tuttavia essere riduttivamente ricondotte al mondo della moda: non si diventa anoressiche solo per imitare i modelli di bellezza androgina delle indossatrici. Il nucleo profondo di tale scelta esistenziale scaturisce da un rifiuto dell’”estetica dell'apparenza” nel continuo tentativo di annullare la fisicità del corpo, fino a diventare dei veri e propri scheletri viventi. Non si mangia soltanto per sostentarsi: mangiare è un’attività carica di simboli e con essa esprimiamo la nostra relazione con il mondo. La ragazza che riesce a tenere sotto controllo il proprio rapporto con il cibo in maniera così estrema spesso è molto brillante in altri campi: è una studentessa modello, è in grado di prendersi cura degli altri, a volte cucina per il resto della famiglia, svolge intensa attività fisica, si alza presto la mattina e non è mai stanca. Questa sensazione di benessere la aiuta a nascondere a se stessa e agli altri la diminuzione del peso e la conseguente sofferenza del corpo. In maniera del tutto paradossale, pur continuando a dimagrire, la ragazza afferma di essere troppo grassa. L’anoressia ha inizio con una difficoltà a riconoscersi nel proprio corpo: avviene qualcosa che non si può controllare e modifica la relazione della ragazza con se

stessa e con gli altri. Il tentativo di tenere sotto controllo questo cambiamento può prendere la forma del controllo dell’alimentazione che viene ridotta al limite della sopravvivenza. Il cibo viene assunto in maniera saltuaria, e più la fame cresce più cresce l’importanza di dominarla. Le donne che soffrono di bulimia, a differenza di quelle che soffrono di anoressia, non conoscono il controllo ma la sconfitta: l’introduzione del cibo, anche in questo caso, è legato ad uno squilibrio della relazione con il mondo esterno e con se stesse. Se però nell’anoressia l’emozione dominante, anche se a carissimo prezzo, è quella della vittoria, nella bulimia si cede senza potersi difendere a saziare una fame che non è del corpo ma dell’anima, e nel momento in cui giunge la sensazione di pienezza si è invasi dai sensi di colpa. Anoressia e bulimia esprimono in modo diverso una disperata fame d’amore. Giulia, 4A/S

I desaparecidos: gli scomparsi! “Desaparecidos” è una parola spagnola, che significa letteralmente "scomparsi" ed è usata per le persone che furono arrestate dai regimi militari cileno, argentino e dell'America Latina e che in seguito scomparvero senza lasciare traccia. Carattere dominante di questa pratica militare era la segretezza con la quale veniva attuata: gli arresti non avevano testimoni, i capi d'accusa erano la maggior parte delle volte del tutto fuorvianti e dei casi che si portavano avanti non rimaneva mai nulla. Di molti non si seppe effettivamente più nulla, mentre per alcuni sappiamo che sono stati condotti in campi di concentramento dove sono stati maltrattati, torturati e poi brutalmente assassinati. La sparizione forzata è stata riconosciuta come crimine contro l'umanità dall'art 7 dello Statuto di Roma il 7 luglio 1998 per la costituzione del Tribunale Penale Internazionale e dalla risoluzione delle Nazioni Unite numero 47M33 del 18 dicembre 1992. La tecnica del desaparecido è nata per due motivi: all'inizio il regime argentino, per evitare che le immagini della rivolta e degli arresti di masse facessero il giro del mondo, cominciò a far sparire molte persone, e questo gli attribuì una specie di "invisibilità" agli occhi degli altri Stati. In secondo luogo, questo modo di trattare i ribelli incuteva terrore nella popolazione che così non si ribellava. A volte persino i parenti degli scomparsi stavano zitti, senza denunciare la sparizione e quindi promuovendo questa strategia. Si pensa che fra il 1976 e il 1983 in Argentina, sotto il regime militare, siano scomparse oltre 30.000 persone. Le torture utilizzate erano orribile e da incubo, senza alcun rispetto per la vita umana. Mauro C., 5A Soc 4


Invisibili Huga Flame In questo immenso chiudo gli occhi invisibili in questo immenso chiudo gli occhi invisibili rifletto al buio la luce nn mi riflette sono trasparenti le giornate sembrano + fredde vorrei parlare alle persone ma nessuno mi vede sono invisibile e invisibile prego il signore solo la mia voce può interrompere il silenzio mi sento pazzo spesso parlo solo con me stesso chiedo aiuto a chi sta intorno a me sono stanco arido pallido anche se a volte provo a ridere sono una goccia nel mare di questo mondo non ha fondo leggero nell'aria di questo vuoto profondo a questa vita ormai non credo e vedo che una moneta può valere molto + del mio pensiero siamo invisibili nessuno ci pensa (invisibili) la pioggia ci attraversa con indifferenza (invisibili) tra la rabbia impotente delle mie lacrime che ti incontrano quando daranno fuoco a queste pagine in questo immenso chiudo gli occhi invisibili mi sento inutile, fragile e instabile la strada è piena e nessuno mi parla e sono invisibile mi sento inutile, fragile e instabile la strada è piena e nessuno mi parla e sono invisibile onestamente sono invisibile da sempre se chiami il mio numero ti risulta inesistente non mi accettano nel coro meglio stare con me stesso che con loro e sentirmi solo quando sei fuori dal gruppo sei finito la gente non ti cerca e c'hai al massimo un amico e la più bella della scuola hai visto è mia compagna di banco ma non sa neanche che esisto non vi ascolto e vado avanti tanto se sono un figo o un fallito lo decidono sempre gli altri lotterò ma lo so il consenso del gruppo ridicolizzerà i miei no a scuola siamo numeri e non conta il tuo nome è visto solo chi entra nelle simpatie del professore solo la musica cerca la mia attenzione mi fa sentire un figo in 3 minuti di canzone in questo immenso chiudo gli occhi invisibili mi sento inutile, fragile e instabile la strada è piena e nessuno mi parla e sono invisibile non so se io vada fuggendo la vita o la vita a me so che mi sento quasi del tutto distaccato (?) mai-mai + fragili i-invisibili non ci faremo + schiacciare dai tuoi limiti mai-mai + fragili i-invisibili non ci faremo + schiacciare dai tuoi limiti in questo immenso chiudo gli occhi invisibili mi sento inutile, fragile e instabile la strada è piena e nessuno mi parla e sono invisibile Il brano della canzone su: www.actionext.com/names_h/ huga_flame_lyrics/invisibili.html

Il far di tutto per essere notati A chi non è capitato, almeno una volta, mentre passeggia per i corridoi della scuola, di “buttare l'occhio” su qualcuno in particolare, osservarlo e magari fermarsi anche solo un attimo a chiedersi perché hai notato proprio quella persona, cosa ha di così speciale? Magari niente, magari è come tutti gli altri, però e stata capace di attirare la tua attenzione, forse per il modo di vestire, forse per un atteggiamento, forse per qualcosa che ha detto… Ecco, quella persona è stata notata da te. C'è chi ce l'ha nel sangue, non si sa perché, ma tutti lo notano, e chi invece, oltre ad avercelo nel sangue, fa di tutto per essere notato. Può bastare un taglio di capelli un po' diverso dal solito, o per le ragazze, un tacco sproporzionato, per attirare l'attenzione della gente. Ma prima di capire come fanno le persone per essere notate, dovremmo cercare di capire il vero motivo per cui vogliono essere notate. Cosa c'è dietro quell'apparente sicurezza di sé che porta ad essere diversi dagli altri e di conseguenza ad essere notati? Forse c'è la più grande insicurezza, la paura di non essere abbastanza, di non essere all' altezza degli altri, e quindi il bisogno di esagerare per essere, o credersi, addirittura meglio degli altri. Altre volte, invece, possiamo incontrare persone che attirano l'attenzione grazie al loro carattere, e non solo grazie al loro aspetto esteriore, e magari queste persone ci colpiscono per il loro carisma o la loro intraprendenza. Un altro tipo di persona che potremmo notare, invece, è quella che magari non fa niente per essere notata, e attira solo la tua attenzione in particolare, perché ha un qualcosa che anche tu vorresti avere, che potrebbe benissimo essere qualcosa di materiale, come ad esempio un paio di scarpe, ma anche qualcosa di diverso, come un particolare del carattere che ti piacerebbe possedere, ad esempio il suo coraggio o la sua grinta, caratteristiche che magari hai sempre desiderato. Quante volte ci capita di conoscere qualcuno e pensare che anche tu vorresti essere come lui? Insomma, ci capiterà sempre di trovare persone che si fanno notare, per qualsiasi caratteristica che ti colpisca. E non possiamo fare altro che osservarle, appunto perché si fanno notare, e magari cercare di capire perché ci ha colpito proprio quella determinata persona. Federica, Chiara e Camilla, 4C ginn.

Ci sono anche io!!! Trasparenti, mai ascoltati, isolati, reietti, evitati…questa è la descrizione di tutte quelle persone che anche se non sembra ci sono In ogni classe, scuola, o gruppo sportivo o più in generale in ogni società ci sono quelle persone che sono come invisibili, nessuno le nota o le ascolta; non ci si accorge neppure che esse ci sono se non in sporadiche occasioni come l’appello o quando bisogna fare le programmate per le interrogazioni. Allo stesso tempo queste persone non si fanno notare, non ci provano nemmeno; forse perché tanto tempo prima ci hanno già provato e hanno solo ottenuto cocenti delusioni, o forse perché non sanno come fare; dopo tanto tempo di isolamento è difficile entrare in società. Forse basterebbe davvero poco per poter far sentire partecipi anche queste persone. Una parola gentile, un sorriso… ma per prima cosa bisogna aprire gli occhi! Notare anche quelle persone e rendersi conto che anche loro brillano. Sono stata anche io un’invisibile e a tutti coloro che sono così dico una cosa: voi ci siete e brillate esattamente come gli altri, sorridete, e ricordatevi di usare la vostra voce per urlare, per far sapere al mondo che ci siete anche voi! E ricordatevi… sorridete… è il modo migliore per risplendere! Karin Occhetti 4° A soc. .

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Sette per Sette L'altro giorno leggendo un articolo mi sono resa conto di quante volte ricorresse il numero 7. Avete mai fatto caso a quanto spesso si ritrova in testi, espressioni, modi di dire? Documentandomi ho scoperto che ricorre soprattutto nelle tradizioni popolari, essendo considerato da sempre un numero magico. Ecco un elenco delle “settine” più celebri: Sette sono i Re di Roma: Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo; e sette sono ancora i colli della città eterna: Capitolino, Esquilino, Quirinale, Palatino, Viminale, Celio, Aventino. Sette le note musicali: do re mi fa sol la si. Sette i colori dell'arcobaleno: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancione, rosso. Sette sono anche considerate le meraviglie del mondo: le piramidi d'Egitto, i giardini pensili di Babilonia, la statua di Zeus a Olimpia, il tempio di Artemide a Efeso, il mausoleo di Alicarnasso, il colosso di Rodi, il faro di Alessandria. Sette i peccati capitali. Sono: superbia, accidia, lussuria, gola, avarizia, ira, invidia. Sette sono i giorni della settimana e sette sono le stelle che compongono la costellazione dell'Orsa Maggiore. “Conosci te stesso” era la massima dei Sette Sapienti dell'Antica Grecia.

Sette come i sacramenti e sette come i doni dello Spirito Santo. Dotto, Gongolo, Eolo, Mammolo, Cucciolo, Brontolo e Pisolo sono i sette nani che accolgono la bella e sventurata Biancaneve e sette sono anche le leghe che si possono percorrere con gli stivali delle favole; ma sette sono anche i capretti che il lupo vuol mangiare approfittando dell'assenza di mamma capretta. Sette sono i giovinetti e le giovinette destinati al pasto del Minotauro; Sette gli eroi che combatterono contro Tebe e ancora sette gli anni che Ulisse passò prigioniero della ninfa Calipso. Sette anni durò la guerra combattuta da Prussia e Gran Bretagna contro Francia e Austria. Sette sono gli dei della felicità del Buddhismo, di cui però vi risparmio i nomi impronunciabili...! Sette sono le specialità dell'eptathlon: 100 ostacoli, salto in alto, getto del peso, 200 m piani, salto in lungo, lancio del giavellotto, 800 m. Sette è anche l'ora in cui la maggior parte delle persone si alza per andare a scuola o al lavoro. Sette è inoltre il voto in condotta che rischiate di collezionare giocando in classe a tressette o sette e mezzo, famosi giochi di carte italiani. Gabriella, 5BL

Ritorno alle origini Da quando nasce l’uomo rivolge sempre la sua anima al futuro, non guarda mai indietro nel suo passato. Forse questo è un atteggiamento, un qualcosa che permette di non rimpiangere eventi passati, di evocare sbagli fatti e che possono recare dolore nel presente. Si dice: “ Vivi e lascia vivere “, disegnando nel curriculum dell’uomo una lieve traccia di egoismo. Guardare avanti. Per i Romani, il davanti era associabile al passato perché quello che sta dinnanzi agli occhi è quello che si può vedere, che si conosce. Per noi il passato è invece qualcosa che sta dietro, che è già stato vissuto, che (in un certo senso) non ci appartiene più. Questo atteggiamento nei confronti della nostra vita passata è sbagliato, poiché non si può ignorare una parte di esistenza (bella o brutta che sia) che ci appartiene e che portiamo dentro come un’ impronta digitale. Il nostro passato racconta ciò che noi siamo e anche quel che saremo, è l’amico più caro che un uomo può avere . Un amico che sa tutto di te e con cui si condivide ogni momento della vita. Non è giusto lasciarlo nel dimenticatoio, sarebbe come tradire una persona cara …O come abbandonare la propria memoria e, di conseguenza, la propria personalità. In un racconto di Dino Buzzati intitolato “ I sette messaggeri “, il protagonista (un principe) lascia il suo regno per avventurarsi alla ricerca dei confini territoriali tra le sue terre e quelle straniere. Il viaggio dura mesi, anni, una vita. L’ unico contatto che il principe ha con la sua città, con il suo passato, è dato da sette messaggeri che egli si porta appresso durante il viaggio. Ogni giorno la distanza da percorrere aumenta e i messaggeri arrivano dal loro signore ad intervalli sempre più ampi: buchi di anni, in cui il protagonista non si sente più in sé, non sa chi è perché non sa più nulla della propria città. Sa solo di essere un uomo in cerca di un futuro che non troverà mai, perché esso non ha barriere materiali. Le buste ingiallite che i messaggeri recapitano al principe sono lettere di un tempo passato che non gli appartiene più e a cui sa, ormai, di non appartenere Il castello, i sudditi, la sua famiglia… Ombre, semplicemente fantasmi che si fanno sentire ogni tanto per addolorare l’anima del principe con domande più grosse di lui e a cui non saprà più rispondere. Chi è lui? Cosa è stato? Basta un viaggio per allontanarsi da se stessi; basta un viaggio per perdere la memoria sulla propria vita. Il viaggio che ognuno di noi - adolescen-te in particolare - si trova ad affrontare, il viaggio della vita, non sia un motivo per abbandonare quello che siamo stati, quello che rimane vivo nei nostri ricordi, perché potremmo non ritrovarlo più e (di conseguenza), non ritrovarci in noi stessi. Crescere è bello e importante perché si scopre sempre un pezzo in più della vita e non si arriva mai ad un punto in cui non c’è più niente da capire, ma il bello sta anche nel non scordarsi ciò che si è scoperto. Per tutti gli avventurieri della vita: fate che la vostra sia come un boomerang. Parte da un punto stretto per poi circoscrivere un arco sempre più ampio, sempre più bello che poi si richiude, esattamente come il punto di partenza. E il boomerang è bello proprio perché è così: finisce da dove è partito, non si dimentica mai chi è. Siate anche voi un bellissimo boomerang … Margherita Cl 6 .


Andar per web

Futuro 1. cristiano | 7 Settembre 2006 at 14:55 C’è sempre un aldilà che ancora non conosciamo. Possiamo immaginarlo, pensarlo, sognarlo, ma non viverlo finché il futuro non diventa presente. E non è detto che in quel presente futuro noi ci saremo ancora… Siate quindi conduttori, TRAMITE, siate canali aperti, siate strade e siate ponti! Non si può fermare ciò che è inarrestabile. Potete solo illudervi di opporre una qualche resistenza, dicendo di no.. oppure lasciare che passi attraverso di voi,lasciandovi fare..

È una cosa diversa quella che intendo e adesso provo a spiegarla Io credo che per volontà di Dio le cose si evolvono nel lungo termine da una situazione A ad una B, e non può essere altrimenti (sennò non sarebbe più Dio!): un po’ come l’acqua del torrente che scende a valle dalla fonte e non risale i pendii!!. Non è importante il cammino che seguirà, potrà volerci più tempo ma l’acqua alla fine andrà dalla fonte verso valle. In questo cammino si inserisce la ns libertà : possiamo procurare un ostacolo (momentaneo, insignificante ai fini di un processo che va inappellabilmente in una direzione) oppure cercare di favorire il “flusso dell’acqua”=”degli eventi escatologici”. In questo sta secondo me la forza del ns libero arbitro, il valore della ns libertà ed il “conseguente merito” che ne possiamo acquisire.

2. danielatuscano | 7 Settembre 2006 at 15:04 Sinceramente questo pensiero non mi è del tutto chiaro. A te piace molto la parola TRAMITE perché sei un uomo sempre in movimento. Lo trovo positivo se si tratta di 7. luna | 19 Settembre 2006 at 18:03 un’esortazione a confidare sempre in un futuro che Non so. deve Da una parte sono d’accordo con essere comunque accettato e vissuto anche te. Essendo credente, riconosco se non corrisponderà alle nostre ache Dio SA. Che c’è un fine preordispettative. Ciò è segno di umilnato. tà. Però è così difficile vedere un fine in quelE’ il finale che mi lascia lo che ci succede intorno. Nelle perplessa… “potete solo vicende dell’uomo e più in piccoilludervi”… perché illudersi? lo nella nostra storia individuale. Sembra quasi che la strada sia già stata Terzani dice che in fondo alla sua vita ha tracciata e non possiamo comunque op“trovato il filo”. Ha riconosciuto la strada e porci… quindi anche la meta della sua esistenza. A me viene invece in mente uno dei prinIo non ci riesco. cipi dell’azione valida: “NON OPPORTI Per usare una bella immagine che tu hai scelto, l’acqua A UNA GRANDE FORZA. RETROCEDI che scorre verso valle, io credo che noi tutti siamo piccole FINCHE’ NON SI INDEBOLISCA; ALgocce d’acqua: c’è una foce, certo, ma nel mezzo della cascata LORA, AVANZA CON RISOLUTEZZA”. Que- si vedono solo tante bollicine. sto mi piace molto E ci si sente un po’ sballottate. .

3. luna | 11 Settembre 2006 at 15:49 E’ bella l’idea di essere una strada, un ponte tra “ora” e quella splendida incognita che è il futuro. Dove, è vero, potremmo anche non esserci. Eppure io non mi arrendo al lasciarmi attraversare, non riesco ad abbandonarmi al flusso. Cerco sempre di disegnarlo, questo futuro, di immaginarlo, di plasmarlo come lo vorrei. E non è mai come lo vorrei. Tutta fatica sprecata? Forse. O forse no. Credo e spero che qualche impronta dei miei sforzi resti nel mio futuro. Che tanta fatica lo renda un po’ più vicino a quello che vorrei, per me e per gli altri. Io dico di no! Mai arrendersi…

8. luna | 20 Settembre 2006 at 18:47 A volte capita di perdersi…La vita non è una certezza.Io ho sempre cercato di aggrapparmi ai miei affetti,li ho stretti talmente forte a me eppure nessuna forza è riuscita a trattenerli con me per sempre.E cosi’ ho visto passare nella mia vita giorni inutili,giorni disperati,soffocati,senza aria perche’ ho perso cio’ che credevo fosse la cosa piu’ importante: l’amore degli altri.Non capisco perche’ non si possa avere il sorriso della persona che ami per sempre.Non capisco perche’ l’amore è la cosa piu’ difficile e complicata.Non capisco perche’ la sofferenza va dove c’è altra sofferenza e si accumula fino a diventare un fardello difficile da sopportare. Piu’ passa il tempo e piu’ mi chiedo come sia difficile capire cosa sia giusto fare o come comportarsi con le persone. Ho fatto 4. cristiano | 14 Settembre 2006 at 17:11 in realtà è proprio tutto già scritto nella mente di Dio, e non po- in passato un grande errore,quello di dare agli altri il primo posto, la priorita’ assoluta. Chiaramente sono uscita sconfitta da trebbe essere altrimenti… :-) ciò non toglie che siamo liberi di scegliere di aderire oppure no questo mio modo di fare e di comportarmi…Ho passato giornate indescrivibili, ho pianto lacrime che si rincorrevano tumultuose al suo progetto… nei miei occhi, ho lasciato nei miei giorni vuoti incolmabili di 5. luna | 14 Settembre 2006 at 17:59 noia e solitudine ma alla fine ho capito che non si può vivere Questo lo credo anch’io. Ma una volta qualcuno mi ha detto così senza darsi la giusta importanza.Piano piano ho riacquisito “Dio sa cosa tu liberamente sceglierai”. Bello no? fiducia in me stessa e ho capito che l’amore arriva solo se tu per Salvaguardiamo il libero arbitrio, senza il quale non c’è colpa né prima ti ami. Così ho asciugato le lacrime, ho regalato allo specmerito. chio il mio più bel sorriso e ho indossato la fiducia nella vita, L’idea della predestinazione porta all’inerzia. Io credo invece abbandonando la confezione dei barbiturici, abbandonando che dobbiamo agire per costruirci il futuro che vogliamo. l’idea di morire…e per chi poi? Per la gente che non mi ha saputa amare…Adesso sono una donna nuova, eppure non rinnego 6. cristiano | 15 Settembre 2006 at 16:12 quei momenti e infatti ho trovato il coraggio di parlarne proprio Attenzione qui nel blog di un’amica. Daniela ti voglio bene. Luna Non ho parlato di predestinazione, ma ammetto di essere stato vago e che le mie parole potevano essere facilmente fraintese http://danielatuscano.wordpress.com/a-ruota-libera/ 7


L’informazione vista dai giovani In occasione di una tavola rotonda organizzata dall’Ordine dei giornalisti e da Sottodiciotto Filmfestival su come l’informazione parla dei giovani, a cui abbiamo partecipato, sono nati i seguenti articoli (qui pubblicati in forma “ristretta”). Il giudizio è unanime: i giovani non si riconoscono nella generalizzazione che si fa a partire da episodi negativi Quasi fatti con lo stampino

Perché non parlare di quanto siamo bravi?

“I giovani sono tutti diversi però spesso,troppo spesso, pochi se ne accorgono … di loro c’è un’immagine negativa: il bullo, il disfattista, l’imbratta muri … o almeno questo è come li descrive la stampa. Qualche volta vengono dette cose belle su ragazzi e ragazze, peccato che quando accade i giovani in questione siano passati a miglior vita. Quindi i giovani se sono vivi sono tutti dei teppisti e quando sono morti sono tutti degli angeli scesi dal cielo; i giovani vengono descritti come se fossero fatti tutti con lo stampino. Alessia Martino, 2CSoc

Per la stampa i ragazzi vengono sempre considerati come fa più comodo, come fa più notizia, ovvero negativamente…. sono quelli che non ne fanno mai una buona... Ma perché dico io? Perché non si può parlare di quanto un giovane è bravo, di quando va tutto bene? Sarebbe bello poter leggere quanto un ragazzo riesce bene in qualcosa. Ma questo purtroppo non accade. Fa poca notizia si pensa. Io invece da ragazza penso sarebbe molto piacevole. Cristina 2 Soc

La tendenza a generalizzare

La violenza della televisione

I quotidiani basano i loro articoli solamente sui fatti di cronaca nera che riguardano i minorenni, infatti, troviamo articoli sul bullismo, su minorenni che si drogano, che si ubriacano, che commettono reati, ma mai si legge un articolo che parli dei giovani come persone brave, educate, non facenti uso di stupefacenti, che non picchiano, e altro. Agli occhi di chi legge quei giornali, i giovani sembrano degli incivili, una generazione senza valori, perché i giornalisti stessi tendono a generalizzare e l’articolo non è mirato solamente al singolo individuo, protagonista dello sgradevole avvenimento, ma quasi a tutti i ragazzi d’Italia. Andando a cercare articoli di quotidiani molto famosi troviamo articoli con lo slogan: “Giovani e alcol” o ancora “Gli atti di vandalismo giovanile non sono da sottovalutare: sono l’ennesimo segnale del malessere che percorre la nostra società adolescente”. Dove non si specifica a chi o a cosa si riferisce: è una cosa generale, che attribuisce alla generazione dei minorenni segnali di malesseri che riguardano tutta questa fascia d’età. Chiara Castrini, 4C Ginn

Mi accorgo che la verità sui giovani è troppo spesso distorta e che i media preferiscono rimarcare le conseguenze piuttosto che le cause dei vari problemi giovanili. Una delle cause, seppur indiretta, sono proprio i media, dove persino i cartoni animati, specialmente quelli rivolti al pubblico maschile, sono carichi di violenza. Questa violenza televisiva, compresa quella raccontata dai telegiornali, è, a mio parere, uno dei problemi principali: la violenza ci circonda al punto che noi non riusciamo più neanche a riconoscerla e ad evitarla. Però, in difesa di tutti i miei coetanei che sono ormai inesorabilmente traviati, bisogna riconoscere che noi siamo ancora la generazione di Harry Potter, di quei maghetti che lottano contro il potere oscuro. Noi saremo violenti, indisciplinati e strumentalizzati, ma abbiamo ancora il gene della lotta, e nei momenti peggiori riusciremo a dimostrarlo. Non abbiamo la bacchetta magica, ma abbiamo il nostro cervello, la nostra istruzione e il nostro sarcasmo e con questi siamo in grado di fare magie. Lara 5b Ginn

La “Bedroom generation” Ogni giorno le pagine dei quotidiani sono colme di notizie riguardanti i giovani. “Giovane diciottenne muore sotto l’effetto dell’alcool”, “Ancora un caso di bullismo in un Liceo di Torino”, “Dall’Inghilterra con furore: ecco la <Bedroom generation>”. E questi sono solamente degli esempi! Partiamo da quest’ultimo titolo: “Bedroom generation” è il termine coniato per parlare dei giovani e del loro mondo racchiuso tra le quattro mura della loro stanza, in cui con un semplice pc possono raggiungere tutto il globo. Un termine piuttosto blando e un pizzico sarcastico, quasi a sottolineare la barriera che si è venuta a formare, superabile solo con qualcosa di irreale quale è la virtualità del computer. Per quanto riguarda un altro tema scottante e attuale, il bullismo, proviamo a interpretare la vicenda al contrario: se i mass media non sfruttassero ogni piccolo evento per vendere di più, molte di queste bravate sarebbero evitabili. Quindi, il problema che sta alla base non è la gioventù, ma bensì ciò che l’opinione pubblica non smette un momento di pensare sui giovani e sui loro gesti (non sempre nel giusto, certo, ma sicuramente influenzati da un sistema che pensa più al guadagno che al futuro delle nuove generazioni). Silvia Garis IV° Al 8


Il “medium”, quello che faceva da tramite coi morti... Prima di iniziare a scrivere sull’argomento mi sono chiesto cos'è, o meglio, chi è "la stampa"; e mi sono risposto che alla fine non è altro che tante persone adulte, i cui vari pareri all'interno di ogni testata arrivano a formulare una visione comune dei giovani. Ho pensato dunque che si potesse parlare di come gli adulti vedono i giovani. Poi però mi son reso conto che alcune testate parlano di "i giovani di sinistra, i giovani di destra", oppure "giovani studenti, giovani che lavorano, che si drogano; giovani italiani, giovani immigrati, giovani del nord, giovani del sud", formulando giudizi discordanti tra loro a seconda delle varie "tipologie" di giovani, e dimenticando il fattore comune ad ognuna di queste tipologie: l'essere al mondo da troppo poco tempo per rendersi conto di cosa siano i "media". Il "medium" era quell'uomo che faceva da tramite tra il regno dei morti e quello dei vivi, guadagnando uno sproposito alle spalle degli stolti che vi cascavano. "Media" è il plurale di medium, e la situazione oggi non è cambiata molto: la realtà, ovvero il regno dei morti, è spiegata dai "media", e la comunicazione arriva, distorta, a noi del regno dei vivi. E noi ne facciamo le spese, ed il medium continua a guadagnarci. Ora, ci va poco a capire dunque il perché di molte "suddivisioni", inscatolamenti gratuiti, da parte dei media - che comunque non sono solo i giornali, ma anche la televisione, le fazioni politiche, internet...: si mira a far attecchire un determinato messaggio dal "regno dei morti", che dice che non siamo tutti uguali, che viviamo per andare a scuola e diventare cittadini di uno Stato democratico di 60.000.000 di persone governato da una ventina di questi 60 milioni, uno Stato laico con la religione di Stato mascherata da due parole ambigue soltanto, uno Stato libero in cui i bambini non italiani sono trattati come pregiudicati […] Carlo 2B Cl

Siamo solo mero consumismo? Tristi, depressi, maleducati, svogliati, e spesso dentro circoli viziosi come l'alcol o la droga. Questa è la descrizione dei giovani che viene offerta dalla stampa. Ma è veritiera? Siamo sicuri che questa non sia altro che una visione parziale dell'universo giovanile che viene propinata dalla stampa come veritiera? Per assurdo certe volte gli adulti hanno paura di queste strane creature che non riescono a comprendere e tantomeno a gestire. È incredibile che persino persone che vivono o lavorano a contatto coi giovani tutti i giorni abbiano inconsciamente assunto come veritiera questa visione. Veniamo ridotti a uno stereotipo di massa secondo cui tutti io ragazzi vogliono diventare calciatori e tutte le ragazze "veline". Non metto in dubbio che ci sia una percentuale minima che può anche avere questo desiderio, ma non si può dar adito alla formazione di una qualche teoria generale sugli adolescenti. Le verità sul nostro mondo resta dunque celata dietro false opinioni e idee ma come siamo veramente? Quali sono i nostri sogni? La tendenza comune è quella di ridurre il massimo desiderio di un/una 17enne all'acquisto di qualche nuovo ritrovato della moda o al divertimento del sabato sera in discoteca. Mero consumismo quindi. Ma siamo davvero solo questo? Non c'è nulla di più dentro le anime dei giovani? Volete sapere la verità? I ragazzi sono molto di più. Siamo persone con dei sogni, dei desideri, degli obiettìvi, delle speranze. Abbiamo voglia di fare e di scoprire vogliamo sapere, sperimentare e vogliamo vivere. Vogliamo vivere al massimo questa vita perché, ammettiamolo, non saremo mai più belli, forti e pieni di energie come adesso. Certo abbiamo bisogno di essere guidati ma non siamo degli stupidi e capiamo il nostro mondo meglio di chiunque altro, ne conosciamo le regole e ci viviamo senza esserne assorbiti. Non è corretto ridurre l'essere adolescente a un semplice stereotipo basato su pochi. La prossima volKarin Occhetti, 4A Soc ta che guardate un ragazzo provate ad andare al di là dì quella maschera che ci poniamo davanti. Quante volte in tv si sente giovane posso avere passioni e Non potete liberarvi di noi... ripetere “eh, i giovani ideali e alimentarmi con esse. Non d’oggi!!!”. Cos’abbiamo che non va? È vero, i nostri proble- ho altro che le passioni che mi spinga a continuare, altro che mi sono tanti: droga, alcool, menefreghismo, violenza e, per- gli ideali che mi dia il coraggio di continuare a lottare. Noi ché no, un pizzico di crudeltà. Non lo metto in dubbio. giovani siamo sempre i reietti perché il nostro mondo è limMa sapete qual è il problema più grande di tutti? pido, vero. L’ipocrisia non esiste, non c’è falsità. Nessuno ha fiducia in noi. Noi giovani siamo la “disgrazia” Proprio la falsità di cui i grandi si nutrono, assimilando tutto della società, della cultura e della morale. ciò che altri adulti propinano loro; i giovani di qua, i giovani Ma non si è mai accorto nessuno che noi giovani di oggi sia- di là…noi giovani ci siamo e combatteremo. Combatteremo mo gli adulti di domani? E che gli adulti di oggi, tanto pronti fino alla vittoria... L’eterna lotta tra Peter Pan e capitan Una criticare, vent’anni fa erano tacciati con gli stessi appellati- cino. […] vi che ci affibbiano oggi? Io ho il coraggio di essere giovane. Non mi interessa se la Noi giovani ci ribelliamo sempre agli adulti, a coloro che stampa o la tv ci dipingono come barbari, a mala pena covogliono porre un freno ai nostri pensieri, alle nostre passio- scienti delle enormi responsabilità che ci aspettano. ni, al nostro essere giovani. I giovani, per coloro che sono Non mi importa se il mondo mi considera sbagliata perché già cresciuti, sono solo adulti in miniatura, sono un passag- credo ancora in qualcosa. Mi dipingano pure come vogliono. gio, tanto obbligatorio quanto sgradevole, tra il bambino e Io sono e rimango giovane, per mia scelta, perché non voglio l’adulto. perdere la facoltà di volare. E se è così, io mi ribello. Voglio essere giovane perché solo Media, adulti. Ricordatevi: “Non potete liberarvi di noi, noi da giovane posso guardare la vita con lo sguardo sprezzante siamo il Virus per cui non c’è cura, perchè noi siamo il Vidi chi può ancora rilanciare e giocare un’altra mano. Solo da rus che è la cura.” (Slipknot). Gaia De Marchi, 3B Cl 9


SUPPLEMENTO D’ANIMA Dibattito sulla spiritualità (by Irene)

CAMBIARE LA SCUOLA DAVVERO SI PUO’ Insegnanti, allievi della Scuola di Barbiana, dirigenti scolastici, operatori comunali e genitori in occasione dei quarant’anni dalla morte di Don Milani hanno lanciato il seguente appello per un cambiamento dal basso della scuola. 1. LA SCUOLA È IL LUOGO PER IMPARARE AD APPRENDERE, A PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A ESSERE RESPONSABILI. Educare ad essere cittadini sovrani e non sudditi. 2. A SCUOLA, COME NELLA VITA, NON POSSIAMO DISGIUNGERE L’APPRENDERE DAL FARE. SI IMPARA CON IL CERVELLO, CON LE MANI, CON TUTTI I SENSI E CON IL CUORE. In ogni scuola sono fondamentali i laboratori della manualità da svolgere anche all’aperto. Il laboratorio non è il luogo “extracurricolare” dove “si fa e si apprende altro dai saperi e dai programmi”.

STRUMENTO DI FORMAZIONE E NON SOLO DI INFORMAZIONE. I saperi minimi di base, quelli essenziali e utili alla vita, non possono essere spezzettati e inseriti in programmi rigidi definiti nei minimi dettagli. È importante lavorare sui nuclei fondamentali e sull’apprendere per schemi logici. La formazione è questione di coscientizzazione, di maturazione attraverso la riflessione critica e di elaborazione di mappe concettuali, dove le discipline si contaminano reciprocamente. 7. L’EDUCAZIONE, COME L’APPRENDIMENTO, È UN PROCESSO DINAMICO CHE PARTENDO DAL MOTIVO OCCASIONALE, OSSIA DALLA REALTÀ, CONDUCE ALLA CONOSCENZA.

3. LA SCUOLA È IL LUOGO IN CUI SI APPRENDE INSIEME, NON “DA SOLI”.

Tale percorso, “l'arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio”, come definito da don Lorenzo Milani, va compiuto tenendo conto dei saperi, delle abilità e delle competenze indispensabili all’allievo della scuola di base per comprendere, ad esempio, l’articolo di fondo del giornale, come avrebbe “verificato” la Scuola di Barbiana.

È importante “perdere tempo” perché una classe indistinta diventi un “gruppo-comunità”. Ci vogliono mesi per formare il gruppo, discutendo e raccordandosi sulle finalità, sulla necessità di regole condivise, sulle metodologie e le tecniche da utilizzare insieme. 4. PER CREARE BUONE RELAZIONI È FONDAMENTALE ESSERE UN PICCOLO GRUPPO. POCHE FIGURE DI DOCENTI DI RIFERIMENTO PER CLASSE, AIUTEREBBERO L’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA. Le metodologie innovative possono essere praticate solo con un numero ridotto di ragazzi, dai 15 ai 20 per classe, e di insegnanti di riferimento. Se per diminuire il numero fosse necessario formare gruppi variegati di ragazzi o le cosiddette pluriclassi, lo si faccia perché è, oltretutto, una grande opportunità per sviluppare la cooperazione e il mutuo sostegno. 5. GLI INSEGNANTI NON SONO DEI TUTTOLOGI, MA DEVONO SAPERE “DOVE STA DI CASA LA CULTURA”. I libri di testo non sono gli unici sussidi didattici, possono essere sostituiti dagli incontri diretti con la vita e le persone e poi da una buona biblioteca di classe, vocabolari, atlanti, giornale, stazione multimediale, accesso a internet, collegamento satellitare, supporti di memorie esterne, videoproiettore digitale e analogico, che complessivamente riducono di una buona percentuale le spese a carico delle famiglie. 6. I SAPERI NON SONO UN BAGAGLIO DA TRAVASARE, MA VANNO COSTRUITI INSIEME. LA CONOSCENZA NON VA DEPOSITATA O ETICHETTATA, MA VA RIELABORATA CRITICAMENTE PER DIVENTARE

8. LE ORE CHE SI TRASCORRONO A SCUOLA DEVONO AVERE CARATTERE UNITARIO. A ben poco servono la rigida suddivisione delle discipline in unità didattiche o di apprendimento, a seconda delle riforme, nonché i ritmi di apprendimento scanditi da orari cronologici fissi. Ma… per chi suona la campanella? 9. SBAGLIANDO SI IMPARA. PER PROVA, PER ERRORE E PER GIOCO. È così che la scuola, lungi dall’essere l’anticamera di una azienda, potrà diventare il luogo della lentezza, del “non assillo”, funzionale all’apprendimento creativo e al gioco. A scuola si va anche per divertirsi nel senso etimologico della parola, ossia “scantonare e fare cose sempre diverse”. 10. SI CAPISCE BENE COS’È UNA SCUOLA QUANDO LA VIVIAMO COME SE FOSSE IL LUOGO DOVE SI ENTRA COMPETITIVI, AGGRESSIVI, RAZZISTI E, DOPO AVER LAVORATO E STUDIATO INSIEME PER BISOGNI COMUNI, SI ESCE RISPETTOSI DEGLI ALTRI, AMICI, TOLLERANTI. La scuola è un concentrato di esperienze, una “grande avventura” che può essere vissuta come se fosse: un viaggio, un libro da scrivere insieme, uno spettacolo teatrale, un orto da coltivare, un sogno da colorare…. http://www.scuolaoggi.org/index.php?action=detail&artid=3016

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Artisti e campioni tra noi Cristopher Caldo, campione di tennis Quando e come hai iniziato a giocare a tennis? A spingermi verso questo sport è stato mio padre, che lo pratica da diversi anni. Ho provato per la prima volta a giocare circa tre anni fa, mi è piaciuto e allora ho voluto continuare. Sappiamo che di recente hai partecipato ad una competizione tennistica internazionale: raccontaci I primi turni non sono stati molto difficili, gli avversari non erano molto bravi e quindi ho vinto abbastanza facilmente. Andando avanti, invece, ne ho trovati altri che avevano una tecnica molto elevata e alla fine ho perso ai quarti di finale contro il tennista che in seguito ha vinto la gara. Parliamo del tuo futuro: vuoi diventare un tennista di professione o hai altri progetti? Certamente il mio sogno è diventare un campione, ma mi piacerebbe anche fare l’istruttore. In ogni caso penso che la mia professione sarà in qualche modo legata a questa mia passione.

A proposito di campioni, qual è il tuo tennista preferito? Sicuramente è Rafael Nadal Perché proprio lui? Perché, superando Federer, è di recente diventato il primo tennista del mondo, poi mi piace perché è giovane e molto carismatico. Torniamo a te, parlaci dei tuoi allenamenti. Non c’è molto da dire, mi alleno due volte a settimana qui a Pinerolo e altre due volte a Torino. Come concili scuola e allenamenti? In genere riesco a conciliarli bene, ma di sicuro gli allenamenti mi portano via molto tempo e ogni tanto è dura riuscire a svolgere tutti i miei doveri. Un ultima domanda: hai mai pensato di abbandonare il tennis? No, non ho mai avuto intenzione di mollare. Andrea e Lorenzo, 4A ginn.

Andrea Bruera, 2 B classico autore teatrale Andrea Bruera della II b Classico è l’autore dell’opera teatrale “Se le nuvole” che verrà rappresentata dai ragazzi della suddetta classe il 19 dicembre al Teatro Incontro di Pinerolo. Andrea, da dove ti è giunta l'ispirazione o la motivazione per scrivere quest'opera teatrale? Voglia di emulare l'ormai celebre ex 3B Classico? Domanda dura... La spinta per realizzare questo spettacolo è derivata, si potrebbe dire, dal desiderio di confrontarsi con il teatro in maniera seria ed al contempo con le nostre conoscenze in maniera più libera. Inoltre la voglia di fare “qualcosa” nell'ambito della classe, la voglia di esprimerci. E poi, debbo dirlo: questo spettacolo non sarebbe potuto essere tale senza la passata esperienza della ex 3B. Come mai l'ambientazione mitologica dell'opera? Per motivazioni pratiche. Sin dall'inizio del lavoro con la professoressa Giacone per lo spettacolo era stato posto come paletto, o meglio come recinto, il dover usare un argomento legato al lavoro scolastico. Quale altro argomento se non quello mitologico avrebbe potuto trattare una classe del Classico? Si tratta di una tragedia o di una commedia? O entrambe le cose? Beh, direi che potrebbe rientrare in entrambe le catego11

rie, visto che la maggior parte dell'attenzione è stata messa sui contenuti. Tuttavia penso che lasci abbastanza libera l'interpretazione: forse ci sarà chi ne coglierà il lato tragico e chi il lato comico. Il che, se davvero accadesse, non mi darebbe certo fastidio, anzi... Quali sono i messaggi che l’opera vuol mandare? I messaggi principali riguardano la perdita della cultura, che corrisponde ad una delle cause della perdita delle giuste lenti con le quali guardare il mondo e rapportarvisi, nonché la possibilità di rendere questa cultura ancora fruibile tutt’oggi. Tuttavia è anche uno spettacolo di astrazione, finzione, fantasia, piacere di giocare con le impressioni. Quando e dove verrà rappresentata? Venerdì 19 Dicembre al Teatro Incontro di Pinerolo, alle ore 21. Per ulteriori informazioni, come dicono nelle pubblicità, rivolgetevi direttamente a me, mi troverete in 2B Classico, oppure alla professoressa Giacone. Dacci tre buoni motivi per cui i lettori di Onda D'Urto dovrebbero venire a vedere lo spettacolo! Perché difficilmente l'ultimo venerdì prima delle vacanze avrete di meglio da fare (con questo non intendo certo farmi gli affari vostri); perché può essere un'occasione di confronto con altri studenti all'incirca coetanei (non esitate a farmi poi avere pareri sullo spettacolo, a proposito!); perché... Beh, il terzo motivo lo lascio a voi: mi auguro sappiate trovarlo! Carlo Guassone, IIB Classico


7 in condotta La rubrica che raccoglie le imprese scolastiche degli studenti e le “note” dei professori che le hanno descritte. Pubblichiamo solo le migliori!!! Sono riprese dal blog http://www.notadisciplinare.it. - Ridere con moderazione!!!! Gli alunni B. e B. durante l'ora di italiano compiono irrispettosi esperimenti di balistica usando proiettili di carta e saliva (stoppini) contro il ritratto dell'Onorevole Presidente. Si giustificano dicendo di necessitare un bersaglio. La classe muggisce. Facendo l'appello e notando l'assenza dell'alunno S., mi viene detto dall'alunno C. di non preoccuparmi. Quest'ultimo estrae il portafoglio, lo apre, e simulando di parlare ad una terza persona urla "Scott: teletrasporto! " con fragorosi effetti sonori fatti con la bocca. L'alunno S. fuoriesce dall'armadio. L'alunno D. L. arrivando in classe in ritardo si giustifica dicendo di aver perso tempo a parcheggiare l'Enterprise. Dopo aver fatto scena muta durante l'interrogazione di geografia astronomica V. chiede di avvalersi dell'aiuto del pubblico. L'alunno A. durante l'intervallo intrattiene dalla finestra dell'aula gli alunni dell'istituto imitando Benito Mussolini, munito di fez e camicia nera, presentando una dichiarazione di guerra all'istituto che sta dall'altra parte della strada. Dopo sette verifiche insufficienti nella mia materia (matematica), l'alunno Fabio V., prende un sei in una verifica creata appositamente per il suo recupero, alla riconsegna del test accende in classe 2 raudi e una fontana pirotecnica creando il delirio più assurdo in classe. Altri otto alunni, suoi complici, stappano bottiglie di champagne e chiedono alla sottoscritta di bersi un goccino! Si richiedono seri provvedimenti. Gli alunni ridono e osservano gli scoiattoli che corrono nel cortile circostante l'edificio scolastico. Entrando nella classe 3ª D, dalla quale proveniva un gran rumore, sorprendo gli alunni e l'insegnante che urlano all'unisono "bellaaaaa". Richiedo provvedimenti per entrambi. L'alunno A. F. si rifiuta di fare la lezione di matematica dicendo di essere arrabbiato con la professoressa e per di più prima era stato interrogato e rispondeva a ogni domanda dicendo: Ho il diritto di rimanere in silenzio. Gli alunni S. M. V. E. dopo aver bevuto 10 bottiglie di Bacardi Rum 40° iniziano a girare per i corridoi dicendo alle compagne e alle professoresse "Fuck me in backseat" chiedo l'immediata sospensione. L'alunno S. durante l'ora di educazione fisica percuote il muro della classe vicina con dei pesi (non ancora identificati) facendo cadere il muro. L'alunno poi inizia una colluttazione verbale con il dirigente scolastico sostenendo che non è stato lui ma è tutto un complotto. Chiesta sospensione. U. G. dapprima tenta di tagliarsi i pantaloni, dopo il suo fallimento comincia a tagliarsi la gamba. L'alunna A. S. ha nascosto due fette di prosciutto nel registro, ne ha buttate un po' in classe e ne ha nascoste altre nel giubbotto di pelle nuovo della sua compagna V. T. Chiedo provvedimenti. L'alunno A. C. viene allontanato dalla classe perché durante l'ora di matematica, credendo di essere un teppista, indossa un passamontagna e prendendo sedie e banchi comincia a lanciarli giù dalla finestra, dopodiché prende alcuni compagni e fa una simulazione di scontri fuori dallo stadio. Chiedo la sospensione di almeno 10 giorni senza obbligo di frequenza e un colloquio con i genitori. All'inizio dell’ora di inglese l'alunno F. S. ripone sulla sedia dell’insegnante di inglese una bomba puzzolente che esplode. La professoressa imbarazzata si chiude in bagno piangendo l'intera giornata. Si propone la sospensione senza obbligo di frequenza per svariati giorni. Giacomo 2B Cl 12


NA TA B UO N

LE

d’urto Onda

Ipse Dixit • “Mettete questi appunti in frigo, così li conservate” (Fioretta) • “Ci sono gli infrarossi, gli infraverdi e le infradito” (Moriondo) • “Mi sono capita?” (Fioretta) • “Ragazze aprite la finestra che mi fiondo di sotto!” (Orbecchi) • Alunna: “C’è un mio amico che mette il dito sul fuoco e non si brucia!” Moriondo: “Dovrebbe mettere un’altra cosa sul fuoco” • Varriano: “I nostri rapporti cambiano” Alunna: “Prof. Vuole divorziare?” • “Mi sembri un’oca calzata e vestita” (Ricciardi)

Barzellette divertentissime!! Squilla il telefono: "Pronto?". "Dottore, mio figlio ha ingoiato tre biglie mentre giocava!! Cosa devo fare?" "Guardi che ha sbagliato numero..." "No! Le ho contate e ne mancano proprio tre!". Gesù: "y2=2px". I discepoli: "Uffa, un'altra parabola!" Mi sono fatto la casa nuova. L'ho voluta tutta tonda" “Come mai?" "Perche' mia suocera quando ha saputo che facevo la casa nuova mi ha detto: "Ci sarà un angolo anche per me?".

Du iu spik inglisc? A Chinese family of 5, named Chu, Bu, Hu, Su and Fu decided to immigrate to the United States . In order to get a visa, they had to adapt their names to American standards: Chu became Chuck Bu became Buck Hu became Huck. Fu and Su decided to stay in China.

"Capo, posso uscire due ore prima oggi? Mia moglie vuole andare per negozi con me" "Non se ne parla nemmeno" "Grazie capo, lo sapevo che non mi avrebbe lasciato nei casini". “Oggi ho portato il cane dal veterinario perché ha il vizio di mordere mia suocera" "L'hai fatto abbattere?" "No, gli ho fatto arrotare i denti." Giulia, 4A/S

Giulia, 4A/S 13


!?L’enigma?! Test di cultura generale 1 - A quale dei seguenti conflitti del Novecento non hanno preso parte forze armate statunitensi? a) Iraq b) Vietnam c) Afghanistan 2 - Quale delle seguenti non è una lingua indoeuropea? a) Lettone b) Ungherese c) Italiano d) Albanese 3 - Il trattato istitutivo del Nord Atlantico della Nato fu firmato nel: a) 1918 b) 1949 c) 1936 d) 1945

10 - "Ognuno vede ciò che tu pari, pochi sentono ciò che tu se' ": questa frase è tratta da... a) “Decameron” di Boccaccio b) “Le familiari” di Petrarca c) “Il principe” di Machiavelli 11 - Quale delle seguenti opere non è di Victor Hugo? a) I miserabili b) L’educazione sentimentale c) Notre Dame de Paris Federica e Roberta 3 BL

4 - Al tempo degli antichi greci, le donne non sposate partecipavano alle olimpiadi in onore di: a) Era b) Atena c) Afrodite

6- Il “primo Babbo Natale” della storia fu: a) san Francesco b) san Paolo c) san Nicola 7 - Ha progettato la Sagrada Familia di Barcellona: a) Carlos Gardel b) Francis Picabia c) Antoni' Gaudi' 8 - Nella Divina Commedia, chi pronuncia le parole "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare"? a) Virgilio b) Caronte c) un messo divino 9 - La dea Atena era: a) La dea della bellezza b) La protettrice dia Atene c) La dea della caccia 14

soluzioni: 1. c; 2. b; 3. b; 4. a; 5. a; 6. c; 7. c; 8. a; 9.b; 10. c; 11. b.

5 - Il carnevale ha origini antichissime, dove nasce? a) Egitto b) Grecia c) America

La donna invisibile dei fantastici 4 Chi non ricorda il gruppo dei quattro eroi dai poteri straordinari del fumetto I fantastici 4: Mr. Fantastic, l'uomo di gomma, Sue, la donna invisibile, Johnny, la torcia umana e Ben l'uomo roccia. Il loro compito è quello di combattere il male che minaccia le strade della città e per farlo sfruttano il loro spirito di squadra. Susan, “Sue” Storm Richards è la donna invisibile dei fantastici 4, che è in grado di rendere invisibile se stessa e qualunque oggetto, di rendere visibili oggetti invisibili e di generare campi di forza invisibili in grado di resistere ad ogni forma di attacco fisico. Chi non vorrebbe essere come lei? Magari, con un potere del genere si potrebbe far sparire un brutto voto, il/la proprio/a fratello/ sorella che rompe, per un poco, oppure semplicemente divertirsi un po’… Nella realtà è una cosa molto improbabile, ma non costa nulla usare un po’ di fantasia; a volte fa bene uscire dagli schemi e rendersi, appunto, invisibili alla realtà! Alessia Martino, 2c s


Comico ma vero! C'è tacco e tacco! «Vorrei vedere le scarpe in vetrina con la zeppa». «Che numero ha?». «Il 36». «Vado a prenderle». La cliente le indossa, ma scuote la testa e dice: «Mi sembrava che avessero il tacco più alto». «Le stanno benissimo…» La cliente ignora il commento e chiede: «Qualcosa con il tacco più alto sempre con la zeppa ce l'ha?». «Ora vado a vedere». Ritorna porgendole un vertiginoso sandalo argentato con il tacco a spillo. «Ma no, a me serve una scarpa da battaglia. Una scarpa comoda per tutti i giorni… una scarpa da ufficio e non da notti folli in discoteca…» «La provi, mi dia retta, vedrà che bella! È la mia scarpa preferita». «Ma no grazie non mi interessa…. se la compri lei se le piace tanto, io vado di fretta e non ho tempo di provarle, qualcosa come le ho chiesto ce l'ha?». Arrestato … da Gesù A lecco un ragazzo ruba dal presepe locale il bue e l’asinello e ad arrestarlo è stato … Gesù! Il ladruncolo, evidentemente a corto di idee, è arrivato in piena notte nella piazza di Calco, dove i commercianti locali avevano allestito un presepe. Non trovando di meglio, ha caricato sull'auto le due statue di gesso(Valore commerciale: prossimo allo zero). Se n'è andato con quel magro bottino, ma dopo poche centinaia di metri è incappato in una «gazzella» dei carabinieri, che lo hanno bloccato e arrestato. A mettergli le manette ai polsi è stato il brigadiere Sebastiano Gesù. Alzato un po’ il gomito Argentina,estate,la polizia faceva dei controlli: ad un certo punto una poliziotta incrocia un uomo barcollante e lo ferma. L’uomo visibilmente ubriaco,incomincia a parlare per dimostrare che non ha alzato il gomito,ma è lui stesso a tradirsi, prima di un eventuale controllo:prende il portafoglio,tira fuori una fototessera di una bimba, ed esponendola all’agente dice «Guardi che bella,non crede? Questa è mia figlia che deve nascere! Meglio in cella che a casa con moglie e suoceri Un uomo fa chiamare il maresciallo e,quando questo arriva,gli implora «Aiutatemi, vi prego. Arrestatemi». Il maresciallo chiede spiegazioni in quanto non trovi una valida motivazione alla sua richiesta,e la risposta che gli viene data è «Maresciallo,la mia vita con moglie e suoceri è un inferno. Mi accusano di tutto,mi fanno scenate di gelosia. Non ce la faccio più». Il motivo non bastava,così,pur di andarsene da casa l’uomo inizia a rovinare i mobili nella caserma e alla fine,per pietà, viene accontentato e arrestato,con una reclusione di due mesi e mezzi. Finalmente,però a trovato un po’ di pace. Alessia Martino,II Cs. 15

Dieci segni inequivocabili

Che siamo in recessione ® È sempre più difficile vender cara la pelle. ® I ladri si mettono a rapinare le bigiotterie. ® Dopo il maestro unico, la Gelmini introduce anche il bidello unico. ® Vanno fortissimo le offese gratuite. ® Le banche fanno entrare soltanto chi deve depositare. ® A Passaparola, per comprare una vocale, bisogna accendere un mutuo. ® Arriva l'autunno ma le piante non possono permettersi di cambiare le foglie. ® Aumenta tra le persone il bisogno di socializzare. Specialmente i debiti. ® Nessuno lo dice, ma a Pechino abbiamo vinto l'oro nel tiro della cinghia. ® La gente sceglie il part-time, così ha più tempo per pensare a come arrivare alla fine del mese. (da DN, dic. 2008)


Porporato News 30 Ottobre: manifestazione antiGelmini a Pinerolo - Come in molte città d’Italia, anche a Pinerolo ha avuto luogo una protesta contro la nuova legge della scuola: circa 2500 persone si sono incontrate in Piazza Fontana, dando vita a un corteo che si è snodato per le vie del centro. La manifestazione si è svolta in un clima di unione e democrazia, con molti partecipanti studenti, docenti, genitori e bambini: gli slogan gridati al megafono sono contro la nuova Legge del Ministro Mariastella Gelmini. Nei giorni successivi sono state organizzate delle lezioni in piazza, vere e proprie conferenze all’aperto dedicate al dibattito sulla Legge Gelmini. Nuova raccolta fondi per Rishilpi – È iniziata la raccolta dei fondi per la Rishilpi, la missione fondata a scopo umanitario 30 anni fa da due missionari laici italiani in Bangladesh: il suo scopo è di migliorare la situazione socio-economica e sanitaria nel sud-ovest del Bangladesh nei pressi della città di Satkhira non lontano dal confine indiano. Il progetto "Adozione a distanza" è una forma di solidarietà che coinvolge sia la famiglia adottiva che la famiglia del bimbo adottato: con un modesto contributo annuale, una classe può sostenere l'istruzione di un bambino, le spese per il vestiario e l'assistenza sanitaria. Col bambino è possibile comunicare tramite la posta per mezzo della Missione e addirittura si può andarlo a trovare; la speranza è che venga data la possibilità al bambino di completare il ciclo di studi. Per ulteriori informazioni potete rivolgervi al professor Denanni. Sono nati due nuovi giornali scolastici e l’associazione Onda d’urto– Il giornale pubblicato con la collaborazione degli studenti delle scuole pinerolesi (Liceo Porporato, Liceo scientifico, Istituto Buniva, Istituto alberghiero e Itis Porro) è stato intitolato “Onda 25”. È stato anche pubblicato “Nuvole”, giornale periodico di alcuni ex allievi del Porporato. Per sostenere entrambe le iniziative è nata l’Associazione culturale Onda d’urto, Annuario 2008/09 formata da ex allievi e allievi del Porporato con la passione dello scrivere. L’associazione è aperta a tutti e ad iniziative culturali a Anche quest’anno siamo riusciti a consegnarvi l’Annuario 200809 a tempo di record!! L’attesa e il gradimento sono sempre alti e il risultato - scusate la modestia - ci sembra più che buono, nonostante qualche defallance col programma d’impaginazione e nella raccolSabato 20 dicembre ta dei soldi nelle classi. Proprio per migliorare questa situazione, coi soldi avanzati dalle spese di stampa acquistegiorno di scuola prima di Natale: abbracciamoci! remo un computer più potente Per il terzo anno consecutivo vi proponiamo per l’ultimo giorno prima del- per il giornalino e per realizzare il prossimo anno un annuale vacanze di Natale la Giornata dell'Abbraccio Libero, o "Free Hug". Per i primini che ancora non la conosca ecco un breve riassunto. Si tratta rio ancora migliore. di un'iniziativa nata pochi anni fa dall'idea di un ragazzo australiano, Juan Mann, che annoiato dalla monotonia della vita quotidiana decise di rallegrare con un abbraccio la vita di chiunque incontrasse. Su questo spirito, è nata a livello mondiale la Giornata dell'Abbraccio Libero, accolta con entusiasmo da milioni di persone. Anche noi studenti del Porporato, pieni d'affetto e di allegria, abbiamo pensato 2 anni fa di organizzare una mini Giornata dell'Abbraccio Libero nel nostro Liceo. Ed essendo stata una bella esperienza, capace di sciogliere addirittura il cuore di arcigni professori, abbiamo voluto riproporla anche quest'anno. Il giorno dell’evento sarà sabato 20 dicembre 2008, ovvero l'ultimo giorno di scuola prima della vacanze di Natale. Preparatevi quindi a ricevere e donare abbracci: il vostro gesto sarà sicuramente apprezzato! Alcuni (speriamo in tanti) avranno un cartellino da attaccare alla maglia per incitare al "Free Hug". Partecipate numerosi!!! Gabriella, 5BL

Corsa campestre tra fango e pioggia – Ancora una volta si è svolta la corsa campestre, e ancora una volta si sono presentati problemi di tipo organizzativo e soprattutto meteorologico. Tanti studenti si sono lamentati per la scarsa organizzazione dell’evento. Giulia, 4A/S

Giornata dell’Abbraccio Libero Ultimo

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Photo Forum Manifestazione anti Gelmini

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Libri & Libri Rubrica per gli amanti della lettura, del racconto, della poesia, dei fumetti...

Come ti sequestro la Prof Un libro che ho letto di recente è “Come ti sequestro la prof” di Francesca Longo, ed. EL. In un liceo qualunque, dove si va e si viene a piacere, quindici ragazzi che sono nella stessa classe dalla prima superiore (ormai sono in terza) non si conoscono. Non si conoscono perché le loro vite si sono sempre e solo sfiorate, ma mai incrociate. Perché ognuno vive come se fosse solo. A farli incontrare, come succede molte volte nella vita, è un equivoco: il primo della classe sequestra per erro-

re la professoressa di latino, determinata a interrogare di lunedì mattina, anche se mezza classe è vuota. Così inizia l’avventura di Schizzo, Nihi, Ciccia, Biflo, Seno, Canna, Grafo, Bis, Firma, Bru, Ucciucci, Ciàina, Vale, Pig e Guz, che si scoprono amici e complici. In ventiquattro ore si scoprono, si raccontano, studiano, festeggiano come non avevano mai fatto prima. Ma soprattutto capiscono che nessuno di loro è solo e inutile. E che ciò che è da temere sono i pregiudizi della gente. Alla fine della giornata tutti sono cambiati, in meglio, e sono uniti da un filo invisibile che li trattene: l’amicizia. Così un inutile giorno di scuola trasforma le loro vite… dite che potrebbe succedere anche a noi? Leggete assolutamente questo libro!!! Elisa 4 C Ginn P.S. Grazie a Onda d’urto che ci dà questo spazio per condividere le nostre opinioni.

Lettera alla redazione Sono un’alunna di quarta ginnasio, sezione C. Volevo chiedere se si può fare su questo giornale (che mi è piaciuto molto) una rubrica di libri. Magari fatta da lettori del giornale e anche di libri che vogliono segnalare ad altri appassionati di lettura storie, poesie, racconti, fumetti… Risposta Certamente sì. Onda d’urto è aperta a tutti, anche a chi non può partecipare alle riunioni della redazione. Basta dare gli articoli a un membro della redazione (cfr. foto Annuario), al prof. Denanni o portarli il lunedì dopo l’una nell’aula 131 vicino al Laboratorio informatico dove si riunisce la redazione.

In volo sopra il mondo ie Angelo d'Arrigo è un nome che alla maggior parte di Stor

noi non dice niente. Eppure è uno dei tanti eroi sconosciuti che popolano il mondo e di cui nessuno parla. D’Arrigo il 24 maggio 2004 è riuscito nella storica impresa di scavalcare l'Everest superando gli 8900 metri di quota con un’aliante. Syangboche (Nepal), ore 5.30 del mattino, 24 maggio 2004. Le condizioni meteo sono buone, a parte il vento che continua a soffiare in vetta, per provare a conquistare in deltaplano la vetta più alta del mondo, l'Everest (8848m). Angelo D'Arrigo parte con il suo deltaplano ad ala rigida, con 13 metri di apertura alare e di soli 34 kg di peso, trainato da un ultraleggero dotato di motore, condotto da Richard Meredith, amico e compagno di avventura di Angelo in precedenti imprese I due, dopo il decollo puntano subito verso l'Ama Dablam (6856m), superano il monte Nuptesè (7864m) risalendone in volo la parete nord e si dirigono verso il Lhotse (8516m). Qui le turbolenze diventano ingestibili a causa del Jet Strem (vento ad alta quota che spazza la vetta dell'Everest). A soli 500m dalla vetta un gigantesco gorgo d'aria spezza la cima che unisce i due compagni di viaggio. L'ultraleggero viene scaraventato verso il basso, sparando Angelo con il suo deltaplano verso l'alto. Dopo essersi liberato dal residuo del cavo di traino, con vo18

lo planato Angelo riesce a doppiare la cima dell'Everest (8848m), andata e ritorno, e subito incomincia la discesa. Un addensamento nuvoloso chiude la strada del ritorno, l'ossigeno nelle bombole scarseggia. Il posto migliore per atterrare è sul versante ovest del Khumbu (5050m) dove il CNR italiano ha costruito la Piramide, un centro di studi e ricerche ad elevata altitudine. La rarefazione dell'aria fa scendere il deltaplano a quasi 100 km all'ora, l'atterraggio è violento ma tutto va per il meglio e né Angelo né l'ala riportano danni. Angelo raggiungere la quota di 8990m ha dovuto sopportare la temperatura minima di - 53°C, a causa della rarefazione dell'aria, volando ad una velocità tra i 100 e i 205km/h. Alle 8.30 del 24 maggio 2004 Angelo D'arrigo è il primo uomo ad aver sorvolato l'Everest con un deltaplano. La trasvolata dura in tutto 4 ore e mezzo ma ha richiesto ben due anni di studi e preparazione. Oltre allo studio della rotta, della conformazione topografica della zona da sorvolare, delle condizioni climatiche è stata necessaria una preparazione fisica e psicologica di altissimo livello. www.museoscienza.org/dipartimenti/aerei_darrigo.asp


Musica & film Le novità musicali Per gli appassionati di musica ecco le news musicali, che purtroppo non sono tante… Prima di tutto, per i nostalgici degli Articolo 31 - no, non si riuniscono vi comunico che JAx pubblicherà per gennaio un nuovo album solista. Per chi ama

il rock, il 19 e il 21 di marzo 2009 saranno in Italia, al Dach Forum di Milano, i grandiosi AC/DC, che - non tentate il suicidio - sono già sold out. Per passare dal sacro al profano, l’ereditiera più gossippata del mondo, Paris Hilton, ha finito di incidere il nuovo album, che si annuncia più movimentato di quello precedente. Parlando di dischi in uscita, i Green Day hanno annunciato che il nuovo lavoro sarà diverso dai precedenti; ci saranno più sperimentazioni… Speriamo in bene!! Un saluto a tutti!! Lara 5B Ginn

I film in arrivo Avete frequentato ultimamente le sale cinematografiche? Vi sono piaciuti i film in visione? Per chi fosse rimasto deluso, spero che le novità che vi segnalo vi facciano tornare il sorriso!! Prima di tutto… a quanti di voi piace Tim Burton? E Johnny Depp? E Tim Burton e Johnny Depp insieme? La nostra coppia preferita ha in programma ben due film: Alice nel Paese delle Meraviglie, dove Depp interpreterà il cappellaio matto, e la trasposizione cinematografica di Dak Shadows, dove invece il nostro Johnny sarà un vampiro…. Parlando sempre del mio Depp preferito, che a quanto pare non intende prendersi una vacanza, è già impegnato su altri due film: In the Hand of Dante e Rango di Gore Verbinski. Per tutte le ragazze, altra news “intrigante”, è in lavorazione Little Ashes, col nostro Edward Cullen, Robert Pattinson, il film tratterà la vita del grande artista Salvador Dalì. I presupposti per un futuro succoso ci sono….quindi, non ci resta che andare al cinema!! Lara 5 B Ginn

Il cosmo sul comò Genere: Commedia/Comico Regia: Marcello Cesena Con: Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti Uscita: 19 dicembre Aldo, Giovanni e Giacomo tornano al cinema con il film ad episodi Il cosmo sul comò diretti da Marcello Cesena. Ecco la trama dei quattro episodi legati tra loro dai bizzarri insegnamenti di un maestro orientale, Tsu’ Nam (Giovanni) e dei suoi due discepoli (Aldo e Giacomo): Osa: Aldo Baglio interpreta lo scemo del villaggio che si innamora di una ragazza (Isabella Ragonese). Atmosfera tra commedia e noir. Fecondazione: Giacomo Poretti e Sara D’Amario sono una coppia di innamorati che, nonostante la non giovane età, decidono di avere un figlio. Nell’episodio Ange19

la Finocchiaro nei panni della psicologa. Milano Beach: Tre famiglie partono per le vacanze. Ma le mogli ed i figli non sono d’accordo sulla meta scelta dai capifamiglia. Quadri: omaggio ad Harry Potter e grandi utilizzo di effetti speciali per questo dialogo tra dipinti. Nel cast Victoria Cabello nei panni della Dama con l’ermellino. Tsù Nam: il filo rosso che congiunge gli episodi. Giovanni Storti interpreta un maestro zen che elargisce continuamente pillole di improbabile saggezza. Il metodo di insegnamento del maestro è arcaico, ma semplice ed efficace: far raggiungere “l’illuminazione” attraverso l’uso di un nodoso bambù.


Lettere alla redazione

Solidarietà con Roberto Saviano

Scappare dall’Italia per continuare a vivere che c'è qualcosa, anzi molto, che non va nel nostro paese. Vuol dire che la mafia esiste e si fa sentire, nonostante il significato letterario di mafia sia “non esiste”, non è più possibile dire questo, e da questo nasce l' omertà, il silenzio delle persone per paura delle conseguenze. Ma a Saviano questo silenzio giustamente non andava bene, nel libro si legge infatti il bisogno di parlare della realtà di Casale,dettato dalla rabbia che aveva dentro. E non è assolutamente giusto che venga punito, addirittura ucciso. E per questo decide di lasciare il paese. Da una parte, condividiamo il bisogno dello scrittore di scappare, di avere una nuova vita, di godersi i migliori anni della sua vita...è già successo di grandi uomini con grandi ideali ingiustamente uccisi. E non vogliamo che un altro grande uomo venga assassinato. Per questo si può condividere la sua scelta di lasciare l' Italia, sarebbe altrimenti come se Salman Rushidie fosse dovuto andare in giro nei quartieri musulmani di Londra durante la “fatwa” su di lui. Dall' altro Il Porporato per l’ambiente lato, però, alcuni sostengono che sarebbe come un passo in dietro, un sinonimo di sconfitta in cui la camorra mostrerebbe la sua superiorità. Il protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia ambien- Comunque, la vita, Saviano, è tua. Fa quello tale riguardante il riscaldamento globale sottoscritto a Kyoto che meglio credi e non preoccuparti di quello (Giappone) nel 1997. Il trattato, per diventare, operativo, doveva che potrebbe significare lasciare l' Italia. L' imessere ratificato dal 55% dei paesi che risultassero “responsabili” portante è non perderti. almeno del 50% dell’emissione di anidride carbonica (CO2). Il tratFederica, Camilla 4C Ginn

E ormai un caso noto quello di Roberto Saviano, il giovane scrittore che ha avuto il coraggio di raccontare una realtà italiana di cui tutti tacciono, per paura o per dovere. In seguito alla pubblicazione di “Gomorra”, Saviano ha iniziato a vivere nelle caserme e con la scorta, per evitare di venire ucciso. Negli ultimi tempi i camorristi di Casale, il paese del quale Saviano racconta la dura realtà, hanno annunciato di voler far fuori lo scrittore entro Natale. Sono girate allora voci che quest' ultimo abbia deciso di trasferirsi all' estero. Ora, noi non vogliamo assolutamente giudicare, condividere oppure opporci a questa scelta, ma soltanto farci un esame di coscienza e chiederci perché l' unico modo per Roberto Saviano di continuare a vivere in libertà sia quello di lasciare l' Italia...è possibile? Questo significa

Il protocollo di Kyoto

tato obbliga i paesi industrializzati a ridurre le emissioni di gas serra almeno del 5% rispetto ai dati presi nel 1990, entro il 2012. Entrato in vigore nel 2005, vi aderiscono 160 Paesi. Alcuni dei paesi più industrializzati non hanno però aderito al protocollo. Fra questi ci sono: gli Stati Uniti, che emettono il 36,2% dei gas serra. (Inizialmente Clinton aderì all’iniziativa, ma Bush ritirò l’adesione perché diceva che avrebbe rovinato l’economia USA). La Cina e l’India, pur aderendo al trattato, ma essendo Paesi in via di sviluppo, non sono tenuti a ridurre le emissioni, per cui la Cina è uno dei paesi più inquinanti. I paesi più poveri che non aderiscono al protocollo sono responsabili del 40% dell’emissione mondiale di anidride carbonica. Dato il rifiuto di adesione di Stati come quelli citati prima, altri Paesi hanno dovuto prendere un impegno maggiore, come l’Europa che deve ridurre le emissioni dell’ 8%. L’Italia deve ridurre le emissioni del 6,5%, ma è in grave difficoltà.

Cosa possiamo fare noi per ridurre le emissioni di CO2? Uno studio ha accertato che in media gli italiani consumano 3 volte in più di quanto si potrebbe consumare avendo gli stessi benefici. Quindi con maggiore attenzione, non solo risparmieremmo sul costo dell’utilizzo dell’energia, ma l’Italia potrebbe rispettare gli accordi del protocollo di Kyoto senza danno all’economia. Chiara, Federica e Camilla, 4C ginnasio 20

Gomorra a Fahrenheit Lettura integrale di Gomorra nel programma di Radio3 Fahrenheit, condotto da Marino Sinibaldi e in onda dalle 15.00 alle 18.00. Una lettura spontanea dei radioascoltatori nata dall’esigenza di testimoniare la propria solidarietà a Saviano, dopo le ultime gravissime minacce di morte ricevute del clan dei casalesi. Fahrenheit aprirà uno spazio alle telefonate degli ascoltatori che ogni giorno leggeranno in diretta un passo del libro Gomorra. Un piccolo grande mantra quotidiano della società civile per non lasciare solo Roberto Saviano. www.ideeradio.it


Lettere alla redazione

La luna di natale Racconto finalista al Concorso di Natale bandito da Kataweb

Sono stato testimone di un fatto accaduto durante la notte di Natale in un convento. Nell’incerto chiarore lunare Matteo e Stefano, parlavano tra di loro, Stefano era cieco e viveva con i fraticelli. I due giovani chiacchieravano e non si rendevano conto che si stavano accingendo a vivere il momento più magico della loro esistenza. Matteo parlava a Stefano, che lo ascoltava rapito volgendo lo sguardo oscuro verso il cielo stellato; non sapeva come era fatta una stella né cosa si provasse guardando il suo magico tremolio. «Fammi vedere il cielo stellato» chiese ad un tratto Stefano all’amico, «fammelo vedere stasera con i tuoi occhi». Il cielo di quella notte era loro compagno e Matteo, cominciò a descrivere con straordinaria intensità d’animo la meravigliosa luminescenza della luna ed il diamantato scintillio delle stelle in quella notte santa, disegnò con le sue parole le costellazioni, quindi dipinse il magico pallore della Via Lattea e dei miliardi di astri che la formavano e poi parlò dei pianeti e delle galassie. Stefano, trasognato, volgeva i suoi occhi fatti di notte, verso il cielo. E parlò Matteo, parlò per un tempo indefinito, cercando di far comprendere all’amico la grandezza incalcolabile della volta celeste. Le due anime erano perse nella loro innocenza ed io, coinvolto, li osservavo sentendomi quasi un profanatore. Poi, inaspettatamente accadde il prodigio che ancora adesso è nella mia mente. Gli occhi di Stefano, spenti da sempre, si accesero contemplando per la prima volta una luce che si faceva sempre più intensa e nitida nel suo splendore. «Guarda come brilla la luna stasera!» esclamò. Matteo lo guardò stupito. Per un breve attimo uno squarcio si era aperto nei suoi occhi e l’ universo complice era con lui, al giovane era stato concesso di vedere il cielo stellato in tutto il suo fulgore. Tutto è nascosto nei disegni che vivono intorno a noi…

INGLESE-PIEMONTESE Who-rend = Orrido, disgustoso. Ma anche lett.: "Cio' e' redditizio" Car lean = Diminutivo di Carlo Lee moon = Limone (Soon car sea lee-moon / Questi limoni costano cari) Light = Latte May = Meglio Me-clean = Diminutivo di Michele Meet chop = Ti agguanto, ti acciuffo Out = Alto Reeve at = Chiodo ribattuto Sense-a-sense = Del tutto privo di logica Since-cent = Cinquecento Bay = Belli, di gradevole aspetto Been = Bene A cura di Lorenzo 4A Ginn

http://ilcantastorie.blog.kataweb.it/category/racconti-di-natale/

“Fine anno. Tempo di bilanci

Cosa si aspettano i giovani dal nuovo anno? Al nuovo anno io chiedo tempo, tempo per vivermi e non solo per vivere. Vorrei avere il tempo per fare il bilancio della mia vita ogni giorno e non solo l'ultimo periodo dell'anno. Vorrei potermi soffermare sulla mia esistenza e non lasciarla andare senza controllo, anzi sotto il controllo di un ritmo troppo elevato. Vorrei che ogni tanto la vita mi aspettasse e vorrei non rimandare mai nulla. La frase che dico più spesso penso sia proprio “lo faccio poi” e mi riferisco sempre alle cose che invece vorrei fare per prime e non lasciare per ultime. Quel “poi” così indeterminato può essere appunto l'anno nuovo, che all'inizio sembra così lungo, ma che arriva alla fine sempre troppo in fretta. Forse abbiamo un concetto di tempo sbagliato o forse semplicemente il nostro anno nuovo è troppo pieno di cose da fare, sogni da realizzare, attività da portare a termine. Riempio sempre l'anno nuovo di tante speranze e desideri, ma poi mi dimentico di alimentarli e non trovo il tempo per realizzarli. Ho deciso quindi che lascerò il 2009 vuoto, non perchè non abbia sogni nel cassetto e voglia di fare tantissime cose, ma perchè mi sono fatta una promessa: voglio ascoltare e realizzare i miei desideri e le mie aspettative ogni giorno, senza permettere a niente e a nessuno di rubarmi il tempo per farlo. Vi auguro di poter vivere pienamente il nuovo anno che è ormai alle porte. Buon 2009! Beatrice Gouthier, 5BL 21


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