Onda d'urto Febbraio 2006

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ONDA D’URTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno VIII, n.3, Febbraio 2006 www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm

ins. resp. antonio denanni

Colours of humanity

La corporeità

Indice:

Equilibrio corpo-mente Michael Jackson Editoriale pag. 2 Un mestiere antico L’ossessione del corpo pag. 2 I bambini soldato Piercing e tatuaggio pag. 3 Il corpo dopo la morte

pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8

Intervista alla Taviani pag. 9 Consigli per lo studio pag. 10 Supplemento d’anima pag. 11 Il tiro con l’arco p. 12 Splash pag. 13

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Test divertentissimo Computer x i poveri Film Forum Photo Forum Libri e Sudoku

pag.14 pag.15 pag.16 pag.17 pag.18

Musica&Film I suoi amici Il Natale di Gandhi Lettere alla redazione Porporato in & out

pag.19 pag.20 pag.20 pag.21 pag.21


Il nostro corpo non sempre riflette il nostro spirito

Palestriamoci, ma... Oggi il corpo ha assunto una grande importanza: sembra quasi che l’uomo si sia ridotto a cute, muscoli, bellezza, cellule (naturalmente hanno maggior importanza le parti anatomiche visibili, quelle che attraggono e che rientrano nel fascino erotico). Il cervello, organo nascosto, ha poca valenza. Sembra che tutto dipenda dal corpo: la nostra visibilità, il successo, la seduzione. A questo corpo così celebrato abbiamo dedicato la copertina e gli articoli di apertura di “Onda d’urto”. Abbiamo voluto esplorare alcune esperienze: il suo dualismo con lo spirito, il piercing e il tatuaggio, la mercificazione del corpo, la data di scadenza del corpo… Le solite rubriche completano il giornale. La redazione

L’ossessione della cura del corpo La cura del corpo, nella nostra società è diventata un’ossessione. Tutti lo sanno, tutti ne parlano, tutti cercano soluzioni ma pochi si rendono conto di come questo eccessivo interesse non faccia che peggiorare la situazione. Sfogliare una qualsiasi rivista femminile è diventato per le donne un vero e proprio atto di coraggio. Splendide modelle nude dal corpo perfetto pubblicizzano creme anticellulite e pastiglie dimagranti che certo non dovranno utilizzare mai. Bambine dalla pelle di porcellana ci invitano con un sorriso a provare un fantastico fondotinta o una crema antirughe che dovrebbero farci gridare al miracolo. Che i direttori dei giornali siano dei sadici che si divertono nel prenderci in giro lo dimostrano anche gli articoli che ci propongono. Spesso leggiamo rassicuranti pezzi che ci rivelano quanto siamo splendide con la pancetta, i chiletti in più o la cellulite. Quelle cose insomma che ogni giornalista di riviste femminili che si rispetti definisce “difettucci poco importanti che ci rendono davvero uniche”. Chi non ha mai letto queste parole? Ma, dopo averci convinto che con le nostre imperfezioni, e senza sforzi o rinunce, riusciremo a conquistare l’uomo dei sogni e\o il mondo intero, ci annunciano che con una dieta Segue a pag. 12

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La dialettica fra spiritualità e corporeità non è mai semplice: è complesso essere costantemente fedeli a se stessi anche nel proprio aspetto esteriore, essere naturali e non cedere nulla al conformismo, che sempre c’è stato e sempre ci sarà, specialmente tra i giovani. Indubbiamente il modo in cui ci poniamo e ci atteggiamo, il modo in cui fronteggiamo il mondo, rappresenta molto chiaramente la nostra personalità; uno può essere timido o sicuro di sé, spiccare in un gruppo o preferire restare un po’ in disparte, ad osservare la situazione e i propri compagni, prima di lanciarsi. Altrettanto indubbiamente, però, non è detto che la nostra posa esteriore rispecchi realmente il modo in cui siamo dentro, insomma la nostra spiritualità: questo perché subiamo, alla nostra età, un sacco di influenze diverse, osserviamo molti comportamenti distinti tra loro che spesso ci sembrano estremamente affascinanti, pur essendo diversi gli uni dagli altri,e assolutamente degni di essere imitati. E allora la nostra corporeità non riflette più la nostra spiritualità reale, ma un’idealizzazione della nostra spiritualità che noi stessi ci creiamo; riflette in breve come vorremmo essere, ma non come siamo. Ecco dunque girare per le strade tante persone apparentemente intoccabili nella loro “sicurezza” di sé, più ossessionate dal dare un’immagine di successo e di felicità che non dall' essere coerenti con quelli che sono i veri sentimenti che provano. La frenesia della nostra società, la tendenza a conoscere preferibilmente il massimo numero di persone possibile, poco importa se a scapito della profondità dei rapporti, secondo me ha diffuso una forte incertezza, che specialmente nei giovani si concretizza nell’occultamento della propria personalità dietro un’immagine fittizia di noi stessi. Essa diventa quasi triste nella sua banalità. Guai a far vedere in giro che sei giù perché la tua ragazza ti ha mollato, o passi subito per uno sfigato; se hai litigato con un amico, fa' sapere a tutti che è un povero imbecille, prima che lui faccia lo stesso e il suo punto di vista prevalga. Sarò sicuramente elusivo, o vittima di quella stessa insicurezza che sto denunciando, ma a volte mi sembra che nel mondo giovanile di oggi la spiritualità vera sia nascosta in profondità, scolorita dai megapixel e dai blog, e al suo posto si tenda a ostentare, attraverso la propria corporeità e tutti i mezzi a nostra disposizione, un’identità diversa, plastificata, data crudamente in pasto al prossimo senza selezione, senza la possibilità (neanche da parte del diretto interessato) di scegliere a chi far giungere quest’immagine di sé, e a chi invece no. Michele Barbero 3Acl


La storia e i significati

Piercing e tatuaggio, una seconda pelle Alzi la mano chi non ha nel proprio cassetto il desiderio di farsi un piercing o un tatuaggio? Di esternare ciò che ha dentro, di fare esplodere le proprie idee? Non è raro incontrare, sulle spiagge o in piscina, persone che presentano in varie parti del corpo tatuaggi e/o piercing. Sono i cultori del body-art che oggi, in Italia, si stimano intorno al milione di persone. Questo gruppo è formato da giovani, adulti, uomini e donne che appartengono ai più diversi contesti sociali. Ma che cos’è il tatuaggio o il piercing? A- una moda passeggera B- un modo per autodefinirsi C- un’usanza di vari popoli D- altro Mia madre risponderebbe senza ombra di dubbio la A. Si sbaglia, perché secondo alcuni studiosi, la prima superficie che l’uomo ha sentito il bisogno di abbellire sarebbe stato proprio il corpo, inteso come involucro della propria persona e mediatore con il mondo esterno. In Europa il tatuaggio era diffuso già in epoca preistorica e sembra che la sua funzione fosse principalmente terapeutica e curativa. Fu utilizzata anche da greci e romani. Un cambiamento si ebbe nel 787 d.C., quando Papa Adriano ne proibì l’uso. Le condanne del tatuaggio lo fecero scomparire dall’Europa per molto tempo, tornando in uso solo tra il XV e il XVIII secolo. La visione esotica del tatuaggio venne meno nel ‘900. Esso non fu più considerato espressione di libertà e di arte, ma di anti-socialità. Si ritiene che questa opinione sia stata suscitata dalla diffusione del tatuaggio all’interno di ceti bassi (marinai, soldati e carcerati). Il ritorno del tatuaggio in anni più vicini (’60 e ‘70) richiama alla mente ribellione e trasgressione. Il desiderio di tatuarsi, esploso negli anni ’90, non sembra portare con sé rabbia e anticonformismo, ma si pone piuttosto come una scelta di stile di vita personale. Questo è la sua storia, il suo passato, ora è il momento di illustrarvi le sue funzioni attuali. Funzione esorcizzante: il tatuaggio come amuleto. Il tatuaggio è innanzitutto strumento per esorcizzare e superare la paura della morte. Ciò si ottiene mediante la messa in scena di un rituale che, anche attraverso il dolore fisico, simula il passaggio dalla vita alla morte. Come dice R. G., 19 anni: “Io ho il terrore dei serpenti. Ma quando mi guardo allo specchio e vedo il mio serpente tatuato, allora mi sento più sicuro, mi sembra di dominarlo. Ho disegnato questa figura per superare le mie paure.” Funzione psicoterapeutica. I tatuatori riconoscono 3

l’esistenza di una stretta correlazione tra il corpo e la mente, la quale renderebbe conto del fatto che ad un intervento sul corpo corrisponda anche un mutamento nella mente. Funzione comunicativa: il tatuaggio come messaggio. Quando, mediante il tatuaggio, un individuo racconta qualcosa di sé, di ciò che ha fatto e scelto, o racconta i propri sentimenti, allora si può dire che il segno assolve una funzione comunicativa. Funzione estetica. Il tatuaggio è un oggetto ornamentale e decorativo. R. T., 25 anni: “Decorare il corpo è un modo per far risaltare la mia bellezza.” Funzione sociale. IL tatuaggio segnala il gruppo dei pari o il movimento giovanile di appartenenza. In particolare, è nella fascia d’età più giovane che sembrano agire l’imitazione, la coesione e il bisogno di segnalare visibilmente la propria appartenenza. “La sensazione che si prova tatuandosi” dice L. C. 21 anni ”è simile a quella che si prova quando si compiono 18 anni.” Insomma, non è facile chiudere un discorso che si presenta articolato su un piano etnografico, sociologico e psicologico. Il tatuaggio si pone come un simbolo antico, che si è evoluto nel tempo. Anche il tatuaggio-moda implica motivazione di ordine psicologico e rimanda a tematiche che riguardano la rappresentazione e l’immagine di sé: il motivo impresso sulla pelle pare essere, ancora, la rivelazione perenne di qualcosa di personale, una specie di inno alla libertà e alla diversità. Potremmo dire, per concludere, che il tatuaggio si propone fondamentalmente come segno dalla doppia anima: perché è individuale e sociale, perché indica opposizione e appartenenza, perché manifesta la ricerca dell’identità o l’avvenuta conquista di sé. Aurora & Martina Il tatuaggio in breve Il tatuaggio è una tecnica di decorazione del corpo indelebile; anticamente ci si tatuava per dimostrare la propria appartenenza ad una tribù, mentre gli anni ’60 le persone si tatuavano come segno di trasgressione. Oggi è diventata addirittura una moda. Esistono diversi tipi di tatuaggi: quelli tribali (sono tra i più comuni), quelli religiosi (figure di angeli, croci e santi), d’amore (con il nome della persona amata o semplicemente dei cuori), vendicativo (pistole, teschi, pugnali…) e molti altri. Per farsi un tatuaggio, come per il piercing, bisogna rivolgersi a dei professionisti; si usa la tecnica manuale antica, costituita da un bastoncino, o quella elettrica moderna; in ogni caso si usa un ago dal quale passa il colore. Il tatuaggio è indelebile quindi se si decide di farne uno, bisogna ricordarsi che rimarrà a vita. Ci sono però degli speciali trattamenti che sono in grado di toglierli, ma costano molto. Esistono anche i tatuaggi fatti con l’hennè, che dopo un po’ di tempo spariscono; vanno bene per sfoggiarli in estate, magari in spiaggia o in piscina. Jodie & Elisa


Tra pesi e bisturi

Il difficile equilibrio tra corpo e mente Che assurdità! Oggi tutti vorrebbero essere diversi da come sono: nella nostra società chiunque è in grado di cambiare il proprio aspetto fisico come preferisce. O meglio, come lo impone la moda: donne magrissime e con seni traboccanti, uomini super muscolosi. È giusto che ciascuno di noi apprezzi il proprio corpo e non abbia tormenti, che stabilisca quindi un equilibrio psicofisico, preferibilmente senza l’uso del bisturi: chiunque oggi riesce a modificare i difetti del proprio fisico grazie ad esso, persino i politici, che invece di preoccuparsi della collettività sono troppo impegnati a ringiovanirsi. Mi vengono i brividi solo a pen-

sarci: rifarsi il naso, la bocca, il lifting, richiedono un intervento chirurgico; non è detto che l’operazione abbia successo, dunque potrebbe causare nel soggetto una forte delusione, senza contare il fatto che essa provoca indubbiamente molto dolore. Per quanto riguarda gli uomini, invece, credono di “apparire più belli” con una valanga di muscoli stile “ John Cena”: non so cosa ne pensiate voi, ma non sono ripugnanti? Mi rattrista molto il fatto che viviamo in una società che spinge gli individui a curare solo le apparenze, piuttosto che la sostanza delle cose. Indubbiamente, quest’ultima è molto più compli-

cata da notare: infatti, solo con il tempo si può comprendere l’aspetto interiore delle persone, e questo avviene grazie alla capacità comunicativa e all’affabilità delle stesse. Forse quello che penso può sembrare troppo banale, ma la bellezza di una persona si esprime attraverso quello che si è realmente con semplicità. Giulia 1AS

La pazza voglia di essere belli aggiunti trattamenti più sofisticati e complessi grazie allo sviluppo della società e della scienza. Un esempio è rappresentato dagli interventi chirurgici, delicati e talvolta pericolosi, ma molto richiesti perché anche (e soprattutto) nella realtà odierna persiste questa pazza voglia di essere belli: per apparire più attraenti e piacenti ci si sottopone a trattamenti estetici, cure, diete mozzafiato, sport frenetici, liposuzioni e lifting. In alcune realtà, le abitudini impongono addirittura delle vere e proprie torture per esaltare l’ideale di bellezza. Per esempio, nella cultura cinese esisteva, ed esiste tuttora, l’abitudine di fasciare i piedi alle bambine durante l’infanzia per impedirne la crescita; infatti, in questa società i piedi piccoli sono simbolo di bellezza. Da qui si sviluppa il concetto di bellezza come tortura poiché questi interventi molto dolorosi vengono imposti contro la volontà del singolo. Anche alcuni trattamenti a cui ci si sottopone volontariamente provocano dolore e fastidio, sia fisico sia mentale, quindi possono essere considerati delle piccole torture. Ovviamente piace a tutti essere apprezzati e riempiti di complimenti, ma per ottenere questo molte volte non è necessario “farsi una plastica” o comunque modificarsi, basta semplicemente saper tirare fuori la vera bellezza che ognuno racchiude in sé. D'altronde Antoine De Saint- Exupéry diceva “L’essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che col cuore”. Beatrice 2^C/L

“Per essere belli bisogna soffrire”! Quante volte avremo sentito e sperimentato questa frase?!? Il concetto di bellezza è sempre stato collegato all’idea di fatica fisica e talvolta dolore, infatti, non si ottiene nulla senza qualche “sofferenza”. Da sempre l’uomo ha cercato di modificare la propria figura con tatuaggi, cicatrici e orecchini, i cosiddetti piercing, che sono molto più antichi di quanto si pensi, per creare un vero e proprio linguaggio del corpo. Attraverso questi particolari “abbellimenti” venivano, e vengono tuttora, trasmessi dei messaggi, cioè ci si sottopone a trattamenti spesso dolorosi per essere più belli e di conseguenza per trasmetterlo agli altri. Già in passato esisteva la volontà di apparire più belli; non esistevano ancora seni rifatti o labbra siliconate, ma c’erano comunque corpetti con coni metalli strettissimi che le donne indossavano per ottenere vite sottilissime, rischiando molte volte capogiri e svenimenti, poiché venivano stretti eccessivamente. Col tempo ai piercing, ai tatuaggi ed ai corpetti si sono 4


Il re indiscusso dei trasformismi del corpo

Dal libro d’inglese del Triennio linguistico

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Il mestiere più antico del mondo Come si è soliti dire “la prostituzione è il mestiere più antico del mondo”. E’ possibile infatti trovare notizie relative alla prostituzione nel Codice Babilonese risalente a 2000 anni prima di Cristo. Ciononostante, sia in Oriente sia in Occidente, offrire prestazioni sessuali a pagamento è stata, ed è oggi, una pratica molto diffusa, che ha visto un’espansione crescente soprattutto negli ultimi anni. All’interno di questo traffico illecito del corpo, vengono coinvolti tre gruppi di persone: gli sfruttatori, i clienti e naturalmente le prostitute. Gli sfruttatori rappresentano l’aspetto più condannabile dalle leggi contro la prostituzione. Si tratta prevalentemente di gruppi criminali che solitamente inducono alla prostituzione, attraverso la violenza fisica e psicologica individui inermi a cui sottraggono la maggior parte dei profitti. Molti affermano che la prostituzione è tanto diffusa perché la richiesta è molto grande. Infatti la fascia di età dei clienti è molto ampia, tra i 16 e gli 80 anni. Le cause sono molteplici, ma più frequentemente la solitudine e le difficoltà ad instaurare relazioni significative con le donne spingono molti uomini ad incrementare il mercato del sesso. La prostituzione diffusa oggi è di tre tipi: 1. coloro che vi si dedicano con un relativo margine di scelta; 2. coloro, come i tossicodipendenti, che la praticano per guadagnarsi il denaro per la droga;

3. coloro che vi sono costrette da sfruttatori privi di scrupoli. Il triste fenomeno dell’immigrazione clandestina di ragazze e di giovani donne, (ma anche di giovani uomini e di transessuali) provenienti dai paesi dell’Est Europa, dall’Africa e dal Sud America, che vengono costrette a prostituirsi, rappresenta oggi una delle maggiori fonti di guadagno illecito. Quasi sempre questo tipo di prostituzione viene indotta con raggiri, o addirittura forzata e spesso è associata allo spaccio di droghe. Costituisce inoltre l’aspetto peggiore dell’immigrazione nel nostro Paese. Uno dei problemi più gravi in stretta relazione con la prostituzione, è la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili, provocate, generalmente, da rapporti non protetti, soprattutto con tossicodipendenti, omosessuali e transessuali. Va sottolineato però, che il rischio non è solo dei clienti, ma anche delle prostitute. Recentemente, in Parlamento, è stato introdotto da Umberto Bossi e Stefania Prestigiacomo un nuovo disegno di legge che, se approvato, riformerà dopo 45 anni il testo della legge presentata dalla Senatrice Lina Merlin, riaprendo così le “case chiuse”. Federica 2^CL

Sud Est asiatico

La strage delle bambine In Cina e India mancano all’appello 89 milioni di bambine Dai dati del quinto censimento generale della popolazione cinese nel 2000 è risultato che il rapporto dei sessi alla nascita è squilibrato.: 119 maschietti contro 100 femminucce. Dove sono finite le bambine? Differenze ovvie tra provincia e provincia. Nel Guangdong 130 bambini contro 100 bambine. Meno squilibrate le regioni dell’Ovest popolate da minoranze. In Cina, come in tutto l’Oriente, la donna è sempre stata considerata un umanoide di serie B rispetto all’uomo. Uno dei sistemi tradizionali era annegare la neonata in un secchio d’acqua. Oggi con l’ecografia, che permette alle coppie di identificare il sesso del nascituro s’interviene subito con un aborto sbarazzandosi della bambina. Pare che vi siano 30 milioni di bambine in meno. Alcuni parlano di 44 milioni. Fenomeno analogo in India. Da una decina d’anni, Amartya Sen, Nobel per l’economia 1988, ha sollevato il problema. Le donne mancanti in India sarebbero 37 milioni. Dieci anni fa, tra Cina, India e Paesi del Nordafrica arrivavano sui cento milioni.

“Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà […] senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”(art. 2.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) Dopo che a livello internazionale sono riconosciuti tutti questi diritti, come si può pensare che essere bambine voglia dire rischiare la vita? Come si può anche solo immaginare che in questo momento, in qualche paese del mondo una donna, che sta per diventare madre, si possa sentir dire “Mi dispiace signora ma il suo bambino è una femmina…” o che essere femmine possa voler dire non nascere o essere uccise poco dopo aver visto per la prima volta la luce? Eppure in molti paesi dell’Asia, come Cina e India, le bambine sono considerate un peso per la famiglia, non garantiscono la vecchiaia dei genitori e la continuità del nome della famiglia e per questo, dopo l’amniocentesi, sono molti i casi di aborto se il nascituro è una femmina, tanto che in alcuni Stati i test per determinare il sesso dei figli sono stasi proibiti. 6

È incredibile pensare che, secondo dati di Amnesty International, “manchino all’appello” 100 milioni di bambine!!! Anche se negli ultimi anni è diminuita la brutale pratica di annegare le bambine appena nate, la politica demografica dei paesi in via di sviluppo asiatici, cioè quella del figlio unico per contrastare l’elevata crescita della popolazione, fa si che soprattutto nelle famiglie più povere, si tenda a sacrificare le neonate in attesa del figlio maschio. Purtroppo il futuro delle bambine che nascono non è in ogni caso felice; a loro sono dedicate meno cure, sono meno nutrite e molte non ricevono nemmeno un’istruzione primaria e sono destinate a diventare “proprietà” del marito, senza contare le discriminazioni sul lavoro e nella vita sociale. Vorremmo potervi dire che negli ultimi cinque minuti vi abbiamo mentito, che almeno nei confronti dei bambini (e delle bambine!) non esistono discriminazioni così ingiuste e crudeli, ma purtroppo tutto ciò è vero e si può solo sperare che col tempo, l’istruzione e l’emancipazione anche loro possano giocare insieme serenamente. Ely e Gio’ 2AL


I bambini soldato fanno parte di bande armate di opposizione ai governi; in ambedue i casi sono esposti ai pericoli della battaglia e delle armi, trattati brutalmente e puniti in modo estremamente severo per gli errori. Una tentata diserzione può portare agli arresti e, in qualche caso, ad una esecuzione. I ragazzi, generalmente, non chiedono paghe e affrontano il pericolo con maggior incoscienza rispetto agli adulti (per esempio attraversano i campi minati o si intrufolano nei territori nemici come spie). Anche le ragazze, sebbene in misura minore, sono reclutate e frequentemente soggette a stupri e violenze sessuali. La cultura della violenza e il desiderio di vendicare le atrocità commesse contro i propri parenti, l'uso di armi automatiche e leggere ha reso più facile l'arruolamento dei minori. Queste sono solo alcune delle ragioni che spingono questi bambini ad arruolarsi. Inoltre, per sopravvivere alla fame e per bisogno di protezione, molti ragazzi aderiscono come volontari, conoscendo il rischio della propria decisione. Per i ragazzi che sopravvivono alla guerra e non hanno riportato ferite o mutilazioni, le conseguenze sul piano fisico sono gravi: stati di denutrizione, malattie della pelle, patologie respiratorie e dell'apparato sessuale, incluso l'AIDS. In più ci sono le ripercussioni psicologiche dovute al La testimonianza di Susan fatto di essere stati testimoni o di aver commesso aUn ragazzo tentò di scappare (dai ribelli), ma fu trocità. Vi sono anche conseguenze di carattere sociapreso… Le sue mani furono legate, poi essi cole: la difficoltà ad inserirsi nuovastrinsero noi, i nuovi prigionieri, a ucciderlo con mente in famiglia e riprendere gli un bastone. Io mi sentivo male. Conoscevo quel studi spesso è tale che i ragazzi non ragazzo da prima, eravamo dello stesso villaggio. Io mi rifiutavo di ucciderlo ma essi mi dissero che riescono ad affrontarla. Le ragazze, mi avrebbero sparato. Puntarono un fucile contro poi, soprattutto in alcuni ambienti, di me così io lo feci. Il ragazzo mi chiedeva: per- dopo essere state nell'esercito non riescono a sposarsi e iniziano a proché mi fai questo? Io rispondevo che non avevo scelta. Dopo che lo uccidemmo essi ci fecero bagnare col suo sangue le stituirsi. Attualmente il problema è più grabraccia… Ci dissero che noi dovevamo far questo così non ave in Africa e in Asia, ma anche in vremmo avuto più paura della morte e non avremmo tentato di America e in Europa molti Stati scappare… Io sogno ancora il ragazzo del mio villaggio che ho reclutano minori nelle loro forze ucciso. Lo vedo nei miei sogni, egli mi parla e mi dice che l'ho ucciso per niente, e io grido." (Susan, 16 anni, rapita dal Lord's armate. Federica 2^CL Resistance Army, in Uganda) Lo sfruttamento dei bambini soldato può essere considerato come una forma di lavoro illegittima. Negli ultimi anni il fenomeno è cresciuto notevolmente perchè è cambiata la natura della guerra, diventata infatti etnica, religiosa e nazionalista. Molte ricerche attuate dall’ONU hanno mostrato come la principale categoria di ragazzi che diventano soldati in tempo di guerra sia soggetta allo sfruttamento lavorativo in tempo di pace. La maggioranza dei bambini soldato appartiene a queste categorie: • ragazzi separati dalle loro famiglie (orfani, rifugiati non accompagnati, figli di single); • ragazzi provenienti da situazioni economiche o sociali svantaggiate (minoranze, ragazzi di strada, sfollati); • ragazzi che vivono nelle zone calde del conflitto. La maggioranza di questi hanno tra i 15 e i 18 anni, ma ci sono reclute anche di 10 anni. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti, altri sono usati come "portatori" di munizioni, provviste … Alcuni sono regolarmente reclutati nelle forze armate del loro Stato, altri

Si sfiora infatti quasi la L’attaccamento per gli fantascienza, alternativaoggetti materiali, e più ADAVERI IN CAMERA O AL DITO mente con opzioni degne che mai per il corpo, tipico dell’essere umano, si rafforza, soprattutto in questi anni, di film horror! in cui il signor Materialismo la fa da padrone, e in cui religio- A partire dai metodi più tradizionali, forse tornati da un passato pagano, come la custodia delle ceneri dei defunti in urne – ne e gran parte dei valori – punti di riferimento di un tempo, soprammobili (tipico in Olanda), o la sepoltura delle ceneri sbiadiscono. sotto le radici di un albero in un giardino apposito Diretta conseguenza ne è il rifiuto sempre crescente della (Germania), fino alle soluzioni più raccapriccianti, quali la morte e l’ansia di dover a tutti i costi lasciare qualcosa. mummificazione o la plastificazione del cadavere! Desiderio assolutamente comprensibile, dovuto alla famosa C’è poi chi si fa “congelare” nella speranze che in un futuro si ricerca di un senso; d’altra parte, fin dai tempi più antichi il scopra come resuscitare i morti (ormai pura psicopatia), chi si culto dei morti è stato forse più importante della vita stessa, tanto da fornirci l’unica testimonianza delle civiltà primitive! fa mandare sulla luna, chi sceglie di mischiare le proprie ceneSono state in voga le più svariate usanze: dal sotterrare oggetti ri al cemento destinato allo scheletro delle barriere coralline. utili insieme al cadavere, al costruire tombe monumentali, al Sono anche possibili alternative se non altro più “poetiche”, mangiare parte del corpo dei morti a scopo terapeutico o ritua- come utilizzare il carbonio del proprio corpo per ricavarne diamanti e gioielli, o farsi mischiare ai colori ad olio per essele. Anche la Chiesa non ha mancato di sottolineare quanto fosse importante la conservazione del corpo, scopo la reincar- re parte di un quadro con “tutto se stesso”! …Resta il dubbio se tutto ciò significhi aver superato un antinazione (in casi estremi, persone sono state costrette a comquato tabù; non aver più rispetto nemmeno per i cadaveri e/o prare bara e lapide per seppellire parti mutilate del loro corper se stessi; o una cerebrolesione collettiva! po!). Ma mai come oggi le possibilità di scelta su cosa dobbiamo Francesca5AL diventare post mortem sono state così varie!

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Dove va il corpo dopo la morte? Il parere del filosofo: risponde il prof Lippolis Nel

mondo greco alla bellezza estetica corrispondeva la bontà di spirito; l’eccessivo cura del corpo di oggi può essere paragonata a questa idea dei greci? Penso di no. In parte perché si tratta di due contesti storici e culturali molto diversi. In parte perché sono due fenomeni posti su piani differenti: da un lato un ideale filosofico, dall’altro, per così dire, un comportamento socialmente diffuso. Piuttosto, non sarei così categorico nel definire “eccessiva”, in modo generalizzato, la cura del corpo nella nostra società: forse la cura del nostro corpo ha un limite intrinseco invalicabile, un limite etico ? Mi sembra che una simile generalizzazione presupponga l’idea che, in fondo, il corpo sia un “involucro” al quale non dare troppa importanza. Che cos’è l’uomo, solo corpo o qualcosa di più ? Molto di più: è un corpo che pensa. Una volta Alberto Moravia alla domanda se credesse nella trascendenza, rispose di sì, perché credeva nella dimensione simbolica. Spero di non ricordare male o fraintendere troppo rozzamente la sua opinione, ma penso che intendesse che l’unica forma di trascendenza è quella del significato dei simboli, che va al di là della loro esistenza materiale di significanti. Questo è ciò che ha l’uomo “in più” del corpo: l’uomo è un essere capace di creare linguaggi simbolici. Tutto si compie con la morte oppure è solo un passaggio? La tradizione filosofica, sia greca che cristiana, ha in genere inteso la morte come un passaggio verso un “aldilà”. Solo dall’Illuminismo in poi si è concepita una sempre maggiore, per dirla con Nietzsche, “fedeltà dell’uomo alla terra”, si è pensato cioè l’uomo in una prospettiva del tutto “terrena”. Personalmente il problema mi sembra, in fondo, piuttosto futile; sarà una forma di miopia filosofica, ma per ora sono situato nell’ “al di qua”, il che mi pone tra l’altro, una sufficiente quantità di problemi. L’uomo di fede dice che occorre affidarsi totalmente a Dio… e il filosofo?

Premetto che io, non sono “Il Filosofo”. Lascio ad Aristotele l’onore dell’antonomasia. Sono soltanto un “operaio della filosofia”, come diceva (con disprezzo) Nietzsche. Però posso appellarmi al vecchio Kant che metteva in guardia gli uomini dall’affidarsi all’auctoritas di chicchessia: “Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!” L’illuminismo, com’è noto, era per Kant l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità, cioè “dell’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro”. Un’esortazione spesso ignorata anche (o forse soprattutto?) ai giorni nostri. Teme la morte ? Se sì, cosa la spaventa di più? I filosofi hanno cercato di affrontare il problema in molti modi. Il più celebre è quello di Epicuro che ritiene che non abbia senso il timore della morte, poiché se c’è la morte non ci siamo noi e se ci siamo noi non c’è la morte. La morte, in sostanza, non è un’ “esperienza” che possiamo fare. È una soluzione acuta, anche se forse insufficiente. D’altra parte un filosofo del ‘900 come Heidegger considera “l’essere-per-lamorte” la condizione per un’esistenza, per così dire, autenticamente umana. Ritengo che questo concetto sia un’astrazione poco plausibile sia da un punto di vista della psicologia che del senso comune (che è assai più saggio di quanto Heidegger sospettasse). In fondo penso che sia impossibile rispondere sinceramente a questa domanda, se non forse in punto di morte. Spero tutto sommato che non sia il mio caso. La medicina moderna e le nuove tecnologie hanno concesso alle persone di vivere molto più a lungo. È un fatto positivo? Di nuovo risponde l’operaio della filosofia: non me la sento di parlare a nome di nessun altro. Penso che l’allungamento della vita non sia in sé un bene. Penso che lo sia il miglioramento della cosiddetta “qualità della vita”. Sconfiggere, nei limiti del possibile, il dolore fisico e psichico è un fatto positivo. Non credo che in genere il dolore 8

sia un valore, ci renda migliori o ci “redima”. Occorre saperlo affrontare. Non è però un bene essere costretti a farlo. Si è mai fermato a guardare il cielo stellato? Cosa ha provato di fronte ad una tale immensità: serenità, paura, curiosità? I filosofi si sono spesso dimostrati scarsamente sensibili al fascino della volta del cielo. Se Kant si limita a dire del cielo stellato, un po’ genericamente, che si trova sopra di lui, più esplicito è Hegel, nel quale però, del tutto “impoetica-mente”, il cielo stellato suscita l’immagine o di uno sciame di mosche o di pustole su di una pelle irritata. La loro insensibilità mi autorizza ad un’ulteriore “cattiveria”: se è vero che ad occhio nudo non vediamo che qualche migliaio di stelle, un’idea più adeguata dell’infinito è certamente fornita dallo spettacolo della folla in uno stadio gremito di spettatori, magari con gli accendini accesi in mano. Ancor più cinico Renan, che afferma (nell’Ottocento) che l’unica cosa che gli dà veramente l’idea dell’infinito è la stupidità umana. Intervista a cura di Stefania 5 AL

Il pensiero delle religioni Il sentimento religioso trae origine dalla consapevolezza che l'uomo ha della propria finitezza e dalla speranza che vi sia qualche cosa dopo la morte. Secondo molti studiosi della storia delle religioni, si può far risalire l'origine stessa delle religioni all'epoca in cui i primi uomini cominciarono a seppellire i propri morti. Le cerimonie che accompagnano la sepoltura, la cremazione, l'immersione, o gli altri modi per disporre dei cadaveri, pongono la comunità dei vivi in contatto spirituale con la sfera ultraterrena e racchiudono una visione (a volte implicita) di ciò che accade dopo la morte. Secondo il Cristianesimo i buoni vanno in paradiso, dove godono di uno stato di eterna beatitudine, mentre i malvagi vanno all'inferno. I cattolici nel Medioevo aggiungono un luogo intermedio, il purgatorio.


La regista GiovannaTaviani In visita al Porporato - Nostra intervista Giovanna è una trentenne, appassionatissima e grande esperta di cinema, che ha girato un documentario su cosa vuol dire e cos’è voluto dire essere trentenni, dagli anni sessanta ad oggi: in esso vengono intervistati importanti registi e attori italiani di diverse generazioni (da Risi ad Accorsi), che hanno vissuto i trent’anni in momenti e in modi decisamente diversi tra loro. Com’è diventata regista? Come ha vissuto il fatto di essere “figlia d’arte”?(Giovanna è imparentata con i fratelli Taviani, rispettivamente suo padre e suo zio, che hanno scritto pagine importanti del cinema italiano a partire dagli anni sessanta, ndr) Innanzitutto non posso dire di essere

mi è pesata addosso come una spada di Damocle. Mio padre ad esempio, prima de “I nostri 30 anni”, ha sempre scoraggiato me e i miei fratelli dall’intraprendere la sua stessa carriera, temendo che venissimo fatti a pezzi (dalla critica, ma non solo) in caso si insuccesso. Qual è il tipo di film che predilige, come spettatrice e come regista? Non preferisco un genere in particolare. Amo qualunque tipo di film, purchè racconti una parte del percorso esistenziale dell’autore. E’ questa la cosa importante secondo me, al di là del genere specifico. Come si pone di fronte a Hollywood e al cinema commerciale in generale? Hollywood è un apparato cinematografico imponente, che trae la sua forza da una gran quantità di abili narratori, che da noi invece scarseggiano. In quanto cineasta italiana invidio gli americani proprio per questo aspetto, anche se il cinema puramente ludico alla Tarantino, basato sulle citazioni e sulla frammentazione dei personaggi, in questo periodo non mi interessa più di tanto: è piacevole, ma non so se si può dire che Dal film “Generazioni a confronto” costituisca una vera e propria tappa una regista, ma lo sto diventando: è della storia cinematografica. Io sono difficile poter dire a un certo moper un cinema che sia prima di tutto mento di essere diventati registi, spe- una finestra aperta su mondo. cialmente in un periodo, come queCi parli del suo documentario. Che sto, in cui viene sempre meno la diimpressione le hanno fatto i registi visione delle carriere artistiche, e in che ha intervistato? Pensa che siacui tutto è sempre più mischiato. no ancora personaggi in grado di Detto ciò, non ho fatto scuole di ciinfluire sul cinema italiano? nema, che reputo piuttosto inutili, ma Si tratta di un viaggio attraverso il mi sono laureata alla facoltà di lette- cinema italiano, dagli anni ’50 ad re; ho poi cominciato a dirigere una oggi. I registi che ho intervistato, da collana di audiovisivi per le scuole, e Risi e Monicelli a Salvatores, Virzì e successivamente ho realizzato questo Moretti, sono sicuramente personagdocumentario, “I nostri 30 anni”, per gi intelligenti, ricchi di idee e perfetil quale mi sono dotata di una troupe tamente in grado di dire ancora la cinematografica che ha lavorato anloro. In particolare, registi già avanti che per Muccino. L’essere “figlia negli anni come Belloccio e Giordad’arte” ha comportato aspetti positivi na si sono sentiti e si sentono rappree negativi: da un lato ha fatto sì che sentati dall’ultima generazione che io “respirassi” il cinema praticamen- ho intervistato, insomma dai miei te da quand’ero ancora in fasce, facoetanei, come Munzi. cendomi capire molto presto cosa Il fatto di essere di fatto divenuta significa realmente girare un film; una cineasta ha modificato in qualallo stesso tempo la mia condizione che modo il suo approccio con i 9

film anche quando è solo una semplice spettatrice? Sicuramente sì, anche se non lo considero una conseguenza particolarmente negativa del mio lavoro: dopo aver girato e assistito al montaggio delle pellicole, quando guardo un film tendo a dare una grossissima importanza agli aspetti tecnici e formali di esso, facendomi un po’ sfuggire la visione d’insieme e facendomi spesso coinvolgere meno degli altri spettatori. In ogni caso, credo che il film ideale sia quello che unisce una forma innovativa o, quanto meno, non banale, ad un contenuto appassionante, intelligente, di qualunque genere si tratti. Quale crede che sia la funzione educativa del cinema all’interno della scuola? Il cinema è sicuramente fondamentale nell’educazione, tanto quanto la letteratura, la storia, il greco; gli stessi grandi critici letterari, come ad esempio Pasolini, non potevano prescindere dal cinema. Bisogna a mio avviso inserire il cinema nel percorso didattico di tutte le scuole umanistiche, non solo come ausilio per le altre materie: deve mantenere una sua importanza e indipendenza, e non essere un semplice termine di paragone per la letteratura. Il cinema, come materia, deve mantenere la propria autonomia, e le sue specificità di linguaggio vanno enfatizzate, non appiattite. Siamo colonizzati dall’oriente a livello cinematografico come a livello economico? Proprio in questo periodo sto girando un film sul rapporto con l’alterità orientale. Il mio atteggiamento è di interesse e curiosità, credo che dal cinema dell’est, soprattutto da quello di Taiwan, si possa aspettarsi prodotti importanti e stimolanti. Michele 3Acl


Consigli e segreti per… riuscire meglio nello studio Come studiare Cinque consigli per studiare meglio Ecco cinque tappe per affrontare con profitto un testo. 1. Scorrere velocemente lo scritto. Con una rapida scorsa si ha una visione d'insieme, utile per poi entrare nei particolari. Come chi, arrivando in una città sconosciuta, per prima cosa sale su una torre per vedere il panorama dall'alto. Del resto, quando si mettono insieme i pezzi di un puzzle, si è più sicuri se già si conosce l'immagine completa. 2. Porsi delle domande sul testo. Dopo essersi orientato, il visitatore dalla torre penserà a cosa valga la pena di vedere; cioè si proporrà delle mete. Interrogarsi sul testo aiuta la concentrazione e sostiene la motivazione (facendoci domande, scopriamo le nostre lacune e debolezze). 3. Leggerlo per esteso, quel testo. E il passo che occupa più tempo ed attenzione. Per ottenere buoni risultati, bisogna rispettare certe regole: la concentrazione, l'individuazione dei concetti principali, la sottolineatura o evidenziazione di ciò che deve rimanere impresso (non si deve mai sottolineare più dello stretto necessario!), infine l'osservazione delle eventuali tabelle o illustrazioni, perché spesso un'immagine ci dice più di quanto non dicano tante pairòle. 4. Per ricordare quanto letto, bisogna poi rielaborare i concetti fondamentali con parole proprie, evitando di ripetere a memoria. È così che si capiscono i nessi fondamentali: difficilmente possiamo raccontare un testo se non ne abbiamo compreso la struttura. 5. Ripassare di frequente quanto già studiato. Come? Facendo una veloce scorsa dei titoli e cercando di riportare alla mente i punti più importanti, oltre che riprendendo le righe sottolineate e gli eventuali appunti. Quello che non può essere ricordato, neanche con sforzo, bisogna che sia letto di nuovo. Ma soprattutto è importante non limitarsi a ripassare all'ultimo momento, poco prima della fatidica interrogazione, bensì abituarsi a farlo di frequente e con regolarità. Prof. Marino Boaglio Da L’Eco del Chisone, giugno 2005

Sottolineare e prendere appunti PERCHE’ SOTTOLINEARE DAL LIBRO? · Per sviluppare la proprio capacità di sintesi. · Per ridurre la mole delle informazioni da studiare. · Per guadagnare tempo durante il ripasso. COME SOTTOLINEARE? · Leggete prima velocemente tutta la pagina, solo alla seconda lettura sarete in grado di sottolineare in modo adeguato. · Lavorate in modo personale: ognuno usi gli strumenti che preferisce (la matita, evidenziatori di colori diversi...). · Evidenziate le parole-chiave, quelle che sono il centro del discorso che si sta svolgendo. · Sottolineate senza esagerare: in ogni pagina bisogna far emergere la parte importante, se si esagera si perde di vista quello che si voleva evidenziare. PERCHE’ PRENDERE APPUNTI DURANTE LA SPIEGAZIONE? · Per ridurre i tempi di studio: scegliendo, mentre l’insegnante spiega, quali sono le parti essenziali (da annotare e trattenere) e quelle meno importanti (da trascurare) avete già iniziato ad assimilare quella lezione. · Gli schemi e la forma scritta vengono assimilati anche dalla memoria visiva: è più facile ricordare i nostri appunti che una pagina di libro. · Prendendo appunti durante la lezione, è più facile concentrarsi: per riuscire a prendere appunti siete costretti a non distrarvi! · Gli appunti verranno in seguito usati come materiale per il ripasso. COME PRENDERE APPUNTI? · Annotare solo l’essenziale e trascurare il resto. · Essere sintetici e personali nella scrittura (abbreviare le parole, saltare gli articoli, usare simboli...). · Porre in fianco al testo le domande che vi vengono in mente, per poi verificare nello studio se trovate la soluzione o per proporle agli insegnanti. · Schematizzare ed evidenziare i punti salienti. · Rielaborare gli appunti nel pomeriggio per renderli più chiari e ordinati. (Ripubblichiamo questo testo già trattato su Onda d'ur-

to n.1, ottobre 2000)) 10


SUPPLEMENTO D’ANIMA Dibattito sulla spiritualità (by Irene)

Da modella a suora La storia che vi voglio raccontare è quella di Antonella Moccia, una donna che da modella si è fatta suora. Antonella, prima della conversione, era una professionista di alto livello che sfilava per tutti i più grandi stilisti, italiani e non, poi una lunga successine di “segni” l’ ha portata alla scelta di consacrarsi a Dio abbandonando per sempre le passerelle. La Bibbia donatale dallo stilista Massimo Sassolini, proprio nel momento in cui il padre attraversava la malattia che lo porterà alla morte, è la prima di questi piccoli segni che ha portato Antonella a compiere la sua scelta, poi la proposta di un’amica indiana di visitare la comunità delle suore di Madre Teresa, al Celio, e qui Antonella si impegna come volontaria lavando i vestiti dei senzatetto. Dopo questi avvengono molti incontri con persone che la avvicinano perché colpiti subito da lei: una donna la invita al Rosario, Suor Franceschina, che la nota in metropolitana proprio perché anziché una qualunque rivista legge i Salmi, la invita ad un gruppo giovanile, e infine un sacerdote, dopo aver letto della sua conversione, la contatta per farle da direttore spirituale, ed è lui che la accompagna nella sua scelta di consacrazione. La famiglia assiste a tutta questa serie di eventi senza rendersi bene conto di cosa stia accadendo ad Antonella. La madre, in un

primo momento, non accetta la scelta della figlia e sparisce per alcuni giorni, ma quando torna è profondamente cambiata, addirittura parte come infermiera missionaria per alcuni mesi. Nel 1997 Antonella rende testimonianza della storia della sua conversione davanti il Papa, al raduno su Nuove vocazioni per una nuova Europa, il tutto ripreso dalle telecamere di Raduno. La vita sulle passerelle non è, comunque, rinnegata dalla ragazza, che anzi dice che i dieci anni di carriera l’hanno preparata ad entrare in un’altra famiglia, la “Chiesa”. Antonella ha affidato il racconto della sua vita al giornalista di “Repubblica” Orazio La Rocca, che ha scritto il libro “ Ho scelto Dio. Storia di una vocazione, dalle sfilate al convento”. Una storia che mette bene in risalto il contrasto tra mondo delle apparenze e mondo della spiritualità. Jessica Aloi, 4d soc

La storia di Jacopo e la sua voglia di “ricominciare a volare” Jacopo, 18 anni, un anno fa è finito in ospedale che non riusciva più neanche a parlare: con gli amici aveva "fumato", bevuto e poi si era calato un tot di pillole di psicofarmaci. Che cosa era successo? «Niente... Erano lì e non pensavo di stare male. Volevo sentirmi contento». - Eri triste? «No, ma è un attimo, anche se ti senti normale, all'improvviso, i pensieri che c'erano già... E hanno fatto la bomba». - Ti sei spaventato? «Sì, e ho chiuso con le pastiglie». - Con il resto? «Adesso ho chiuso, fumo solo erba, ma ho provato di tutto». -Tutto ché? «Cocaina, eroina, anfetamine, allucinogeni». - Cercando lo sballo? «Per far tacere tutto e tutti». - Voci che ti confondono? «Voci che gridano troppo, prima den-tro e poi fuori». - Che cosa dicono queste voci? «Tutto quello che ci fanno vedere e sentire abbassa di 20 punti le tue quali-tà. Basta guardare la pubblicità... Anche tu avresti bisogno di una pubblicità. Di sentirti uno che vale». - Tu senti di valere poco? «Quando hai perso una partita, poi un'altra e un'altra ancora, alla fine hai paura di scendere in campo...». - Quali partite hai perso? «Ne ho perse troppe e quelle che ho vinto non erano tanto importanti». - Sicuro che non erano importanti? «Beh, io ho la tendenza a vedere

di più i lati negativi delle cose. Quello che va storto, anche di una giornata...». - Stare con i coetanei ti aiuta? «In certi momenti ci si sente tutti amici... Poi si rompe l'incanto. Io sto bene anche da solo». - E con gli adulti? «Con i coetanei sono più me stesso: capisci subito come uno è. Gli adulti cambiano, sfuggono, sono chiusi nei loro schemi. E tutto va troppo veloce». - Che cosa va veloce? «Tutto... Il tempo. Diventi grande troppo in fretta. Anche i quattordicenni oggi sono più grandi di me. E se perdi le tappe della tua vita sei fritto». - La marijuana ti fa sentire meglio? «Mi rilassa, mi calma, è un piacere come per altri un bicchiere di vino o una sigaretta. Anche se un piacere a metà». - Perché a metà? «Perché è proibita. Vino e sigarette non sono proibiti: eppure possono uccidere. Non ha senso». - Quando hai fumato la prima volta? «Sigarette a 11 anni, erba a 15: in vacanza, un ragazzo un po' più grande di me me l'ha offerta». - E adesso fumi più sigarette o più "maria"? «Sigarette ne fumerò 6 o 7 al giorno. Di canne me ne faccio anche di più». - Come è successo? «Forse dopo che ho smesso di giocare al calcio. M'ero massacrato un ginocchio e non potevo più giocare. Era l'unica cosa che sapevo far bene solo io...». - Nient'altro fai bene? 11

«Un po' scrivere mi riesce bene...». - Ma hai lasciato la scuola... «L'anno scorso, sì. Non ho mai fatto molto, pensavo sempre di sapere già qualcosa. Poi i risultati negativi, i giudizi di qualche professore...». - Nessun professore ti ha aiutato? «I professori dovrebbero essere più "maestri" che "prof". Avere più fantasia, parlarci delle loro passioni. E poi mi mancava qualcosa da realizzare insieme, che poi diventa una cosa unica...». - E i genitori? «I genitori, anche non volendo, fanno la loro parte. Non ti aiutano a scoprire le tue qualità. E poi non sopporto l'allarme gridato, quando succede qualcosa». - L'ansia, la preoccupazione? «No, la preoccupazione può fare piacere. L'ansia che urla, i toni alti. Gli adulti sanno solo dirti: "attenzione di qui, attenzione di là". Invece avremmo bisogno di essere visti... E se succede qualcosa di trovarli lì. Non per fare come se non fosse successo nulla, ma come se fosse successo qualcosa di nuovo». - Perciò un giorno te ne sei andato; senza neanche un saluto, come canta la Mannoia... «Quando il litigio non è solo per una ragione, ma è una presa di posizione...». - Cosa intendi dire? «Gli adolescenti, voi dite, contrastano i genitori, ma anche i genitori contrastano gli adolescenti. E quando lo scontro diventa guerra, non c'è proprio più nulla da fare». - Forse c'è sempre qualcosa da

fare... «Non quando è come se all'auto si fosse bruciato il motore. Provi ad accendere e non parte più...». «A sopravvivere. E a ridere di più. Nel mondo brutto a vedere le cose che a volte lo rendono bello. Cose che prima non valutavo ho cominciato a valutarle. A valutarle da me». - C'è qualcosa che non faresti più? «Quello che ho fatto, ormai l'ho fatto... A un certo punto non ho messo il freno a mano e sono precipitato...». - Perché per provare il proprio valore alcuni ragazzi si impegnano nello stadio, nello sport, in un lavoro, altri inve-ce rischiano, oppure si bloccano? «Il problema è quando non trovi come curarti... Per alcuni ci vogliono cure più profonde, più segrete». - Che cosa ti avrebbe aiutato a mettere il freno a mano? «Trovare le persone giuste al momento giusto, le parole che ti fanno capire». - Che consiglio daresti a un coetaneo? «Di prendere sottobraccio un adulto e spiegargli un po' come funziona il mondo, anche se è adulto». - E a un adulto? «Di parlare meno, ma parlare con poesia, con parole profonde. È così che l'adulto riesce a metterti il freno a mano. Allora uno si scorda tutto: i gesti di rabbia, le cose dette con cattiveria e risponde anche lui con parole profonde. Ricomincia a volare... Sperando di farcela». Luciana Saibene Famiglia Cristiana, n,2, 2006


Artisti e campioni tra noi Tiro con l’arco Elisa Torazza 3 BL

Quali sono le qualità che deve avere un arciere? “Sicuramente le prime qualità necessarie sono calma, concentrazione e sangue freddo”. È più importante la forza fisica o la concentrazione mentale? “La concentrazione mentale, perché devi ripetere più volte lo stesso gesto, ma conta anche una preparazione fisica per le spalle, la schiena e, forse, un po’ meno per le braccia”. Da quanto tempo pratichi tiro con l’arco? “Ho iniziato nel 1998; ho avuto un incidente e ho dovuto fermarmi per 6 mesi, per riprendere solo nel 1999. Quindi sono circa sette anni che lo pratico”. Quanto tempo gli dedichi? “Molto, infatti mi esercito anche nel garage di casa mia. Se riesco mi alleno tutti i giorni. Alla settimana tiro dalle 400 alle 500 frecce. D’inverno mi alleno il mercoledì e il venerdì in palestra, mentre d’estate mi alleno al campo sportivo dalle 2 alle 3 ore al giorno”. Come si sviluppa una gara di tiro con l’arco? “Prima di tutto c’è una differenza tra la gara interna e la gara esterna. La gara interna si tiene d’inverno in palestra dura intorno alle 3 ore e si basa su 60 frecce tirate. Mentre la gara esterna si svolge d’estate, e dura tutta una giornata, dalle 9 del mattino alle 5 di sera. Si tirano 144 frecce a quattro distanze; le ragazze arrivano fino ai 70 m e i ragazzi raggiungono i 90 m”. Quindi bisogna avere un’ottima vista… “Sì e no, perché l’obbiettivo non dev’essere per forza il centro, a distanze lontane ciò che conta di più è come si fa il gesto”. Che cosa hai provato quando hai saputo di essere stata convocata in nazionale? “Sono molto felice di essere stata convocata anche se inizialmente ho avuto un po’ di paura: pensavo di non essere all’altezza della situazione. Però quando sono andata al raduno mi hanno messo a mio agio e ho capito che posso farcela!”. Sarah Restagno e Beatrice Gouthier II CL L’ossessione della cura del corpo segue da pag. 2 appropriata e un po’ di moto in quella nuova palestra, possiamo diventare perfette e davvero invincibili. E tutto questo non in due giornali diversi, bensì nell’intervallo di qualche pagina. L’apice dell’assurdo lo raggiungono però quando, nel medesimo numero e a seguito dell’ennesima donna bellissima, ci propongono facili e veloci ricette per squisite e ipercaloriche torte (che ovviamente nulla hanno a che fare con le diete citate poco prima). Quando si è “fortunati” si trovano anche articoli che illustrano le più innovative tecniche in fatto di chirurgia estetica. In fondo la lettura di queste riviste può rivelarsi un piacevole e divertente passatempo se non addirittura una vera e propria cura per quell’ossessione del corpo di cui parlavamo all’inizio. Basta trasformare le numerose fotografie di modelle dal seno perfetto in bersagli per le freccette. Oppure, perché no, osservare le loro gambe chilometriche deformarsi bruciate dal fuoco di una stufa.. immaginate la soddisfazione?! Sara Perro 3BL 12


splash

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5. 1. Come si chiama il sistema antibloccaggio di frenata? a) EBS b) ABS c) SRS

6.

Qual è il nome della cantante/presentatrice Lear? a) Amanda b) Susanna c) Agata

3.

Come si traduce in latino la parola "uccello" ? a) Uccellus b) Volatilis c) Avium 4. In quale racconto mitologico viene narrato l'episodio del cavallo di Troia? a) Iliade b) Odissea c) Eneide

Quanto conta l’aspetto fisico? E’ senza dubbio una domanda che ci si pone spesso, in cui le risposte possono essere molto simili sotto alcuni punti di vista, ma altrettanto diverse sotto altri. Analizzando alcune interviste a diverse persone, sono sorti molti punti di riflessione toccanti ognuno di noi. Incominciando dal punto di vista “adolescenziale”, facendo una proporzione sulle persone a cui è stata posta questa domanda, è risultato che per ben 9 ragazzi su 10 l’aspetto fisico viene al primo posto. Ciò sta a significare che per quasi tutti gli adolescenti è molto importante essere belli, alti e snelli, e solo per 1 ragazzo su 10 contano di più il carattere e la personalità dell’individuo. Alla lettura di queste statistiche credo che non vi siano parole. Com’è possibile che per un ragazzo non contino l’onestà, la dolcezza e l’amore di una persona che la rendono diversa da qualunque altra, il modo di fare e la simpatia? Com’è possibile che venga ignorata del tutto? Naturalmente il discorso cambia prendendo in considerazione gli adulti. Ricalcolando la proporzione come prima, per 10 adulti su 10 l’aspetto fisico non conta quanto la personalità. Questo sta a significare che vi sono due punti di vista completamente diversi. Detto questo credo che sia molto importante trovare un punto d’approccio, o meglio di medialità; le prospettive della maggior parte degli adulti e degli adolescenti incidono in qualche modo entrambe in ognuno di noi. Per questo bisognerebbe essere giusti, cioè non attribuire troppa importanza all’aspetto fisico ma darne quel po’ che ne merita. Provare a conoscere la persona, a scoprire i suoi lati positivi e i suoi lati negativi è la cosa più importante che ognuno di noi dovrebbe fare per non rischiare di avere delle delusioni future. Per cui non badiamo solo all’aspetto fisico, sia nostro che degli altri, ma anche alla personalità che vi è in ognuno di noi!!! Elena Novarino 1B/L 14

Come si chiamava il dio romano del mare? a) Nettuno b) Tritone c) Poseidone

7. Come vengono chiamate le cellule che unendosi formano l’embrione? a) Gameti b) Zigoti c) Oveti 8. Come si chiamavano i vasi nei quali gli Etruschi conservavano le ceneri dei defunti? a) Anfore b) Canopi c) Kouroi 9. In quale anno, secondo la leggenda, avvenne la fondazione di Roma? a) 753 a.C. b) 735 a.C. c) 745 a.C. 10. Cosa significa in latino l’espressione “habere dilectus”? a) Impegnarsi b) Divertirsi c) Reclutare soldati

Romina Bouvier 4° A/l

Soluzioni: 1-b; 2-a; 3-c; 4-c; 5-c; 6-a; 7-a; 8-b; 9-a; 10-c.

2.

Cos’è lo “gnu”? a) Un gatto b) Un insetto c) Un animale


2. Qual è il sinonimo di dovizia? a) Obbligo b) Abbondanza c) Penuria 3. Da quale porto inglese salpò, per il viaggio inaugurale senza ritorno, il mitico transatlantico Titanic nel 1912? a) Liverpool b) Plymouth c) Southampton

10. Completa la frase seguente Uno dei ........ della vita democratica è quello della ........ di (del) voto: a) Pericoli / libertà b) Fondamenti / libertà c) Fallimenti / frequenza

Romina Bouvier 4° A/l Soluzioni: 1-a; 2-b; 3-c; 4-c; 5-b; 6-c; 7-b; 8-a; 9-a; 10-b.

1. Quale nazionalità aveva la nota autrice di romanzi gialli, Agatha Christie? a) Inglese b) Americana c) Belga

Next Generation

Un computer contro la fame

Il motto è: «un portatile ad ogni bambino». È questa 4. Il prodotto del più piccolo numero naturale la dichiarazione di guerra al digiad una cifra con il più piccolo numero naturale tal divide – la divisione tra chi ha a due cifre è: accesso alle risorse digitali e chi non se lo può permettere – fatta a) 7 da Nicholas Negroponte, guru del b) 21 Web, autore già dieci anni fa di c) 0 un testo (Essere digitali) in cui 5. Indica, fra le seguenti, la parola da scartare : delineava l’impatto sociale della rivoluzione digitale e, infine, fona) Ibisco datore della Media Lab del Masb) Ippocampo sachusetts Institute of Technology c) Giaggiolo (MIT) di Boston. 6. Individua quale, tra le seguenti definizioni, Per rendere concreto il sogno di dare entro breve ad almeno duenon è un significato corretto di STAIO? cento milioni di ragazzini poveri a) Misura di capacità del pianeta quello che è uno strub) Misura di superficie mento essenziale del ventunesimo c) Recinto per animali secolo, Negroponte si è rivolto alle aziende dell’Occidente e ai gover7. Qual è il significato della parola ILEO? ni dei Paesi in via di sviluppo, che a) Località lombarda grazie anche all’aiuto della Banca b) Tratto intestinale mondiale dovrebbero impegnarsi c) Idea brillante ad acquistare grandi lotti di questi portatili a prezzi stracciati per 8. Quale, tra i seguenti, è un sinonimo di distribuirli attraverso le proprie PUSILLANIME? strutture scolastiche ai bambini a) Vigliacco più bisognosi e meritevoli. b) Insignificante Ma può davvero essere costruic) Aggressivo to un portatile a quel costo, 100 9. Di quale strutture ha usufruito inizialmente euro? Ebbene sì, purché non ci sia un disco fisso, compensato da una la metropolitana di Parigi? forte capacità di archiviazione in a) Di un reticolo di fognature memoria, l’uso di un sistema opeb) Di un vecchio acquedotto rativo open source e di programc) Cunicoli scavati da evasi della Bastiglia mi essenziali e infine l’utilizzo di 15

uno schermo progettato proprio al MIT a buon mercato e a bassissimo consumo energetico. Inoltre sarà presente una connessione wireless (senza fili) e un programma di telefonia via Internet che consente di fare chiamate a prezzi irrisori. Come connettersi a Internet in villaggi spesso privi di elettricità? La risposta sta nell’uso di fonti alternative che vanno dal pannello solare, alla manovella, per finire alla cosiddetta «energia parassita» generata battendo sulla tastiera durante l’uso del laptop. L’ultimo quesito mette in dubbio l’intero approccio sottostante il progetto: siamo sicuri che con i problemi di sopravvivenza che hanno certe popolazioni la priorità sia il portatile e Internet? Qui Negroponte è categorico: «Il computer e la Rete permettono di scrivere, di disegnare, far di conto, giocare e lavorare. Sono un laboratorio e una biblioteca, un atlante e un vocabolario. Sono, in altre parole, l’istruzione. Certo, l’istruzione non si mangia, né può vestire i poveri. Ma non può esserti portata via, una volta che è tua, ed è la chiave del progresso. Perché per quanto grande sia un problema, la soluzione passa sempre per l’istruzione». Giacomo 4B Ginn


Film Forum American beauty (7 marzo)

CINEFORUM Film in programmazione nel secondo quadrimestre

Commedia esistenziale all’americana, firmata dal regista Sam Mendes, AMERICAN BEAUTY di Sam “American beauty” racconta la vita di Mendes una tipica famiglia medio-borghese statu- Martedì 7 marzo nitense: la crisi adolescenziale della figlia, quella di mezz’età dei genitori. Se la THE DREAMERS di Bernardo formula è trita e ritrita, il film non è però Bertolucci banale: i personaggi sono tudiati e analiz- Martedì 28 marzo zati a fondo, caricaturali nelle loro diverse eccentricità, ma anche insicuri e mossi L’ATTIMO FUGGENTE di Pespesso da sentimenti positivi. La storia ter Weir prende presto una piega particolare, mo- Martedì 11 aprile strando la ribellione individuale di tutti i componenti della famiglia, che saranno THE TRUMAN SHOW di Peter portati inevitabilmente a scontrarsi gli uni contro gli altri. Riflessione sulle ipo- Weir crisie e sulle tensioni private comportate dalla nostra società e dalla vita di tutti Martedì 9 maggio i giorni, American Beauty diventa una denuncia del pregiudizio, della necessità, sentita non solo dagli adolescenti, di sembrare sempre perfetti e felici, anche Si proietterà infine, in data ancoquando dietro la maschera tutto si sta sbriciolando. Cerchiamo tutti di apparire ra da stabilire, 8 MILE, che era sereni, sembra dire Mendes, non per rendere felici gli altri, ma per illuderci di programmato per il primo quapoterci innalzare al di sopra di essi; e, anche quando riusciamo nel nostro tenta- drimestre ma è saltato per ragiotivo, finiamo per ritrovarci soli ed emarginati anche da noi stessi. ni tecniche Queste tematiche importanti sono affrontate con forte ironia tragicomica, estraPer info: Michele, 3Acl niante (a parlare è un defunto!), inserita brillantemente in un contesto che altrimenti potrebbe risultare un po’ scontato. “American beauty” è insomma un lavoro di valore, permeato allo stesso tempo di tristezza ed allegria, dramma esistenziale e poesia di tutti i giorni. Michele, 1A Cl

The dreamers (28 marzo) L’ultimo lavoro di Bernardo Bertolucci è la storia dell’iniziazione, sessuale prima ancora che politica, di tre ventenni a Parigi, durante il sessantotto. Mathiew, americano che sta passando un anno nella città per imparare il francese, conosce due gemelli della sua stessa età, Theo e Isabelle, come lui estremamente appassionati di cinema. Si forma un trio quasi inseparabile, in cui però vengono presto a galla le prime tensioni, dovute al fatto che il timido Mathiew rimane impressionato dagli strani atteggiamenti sessuali dei due fratelli; essi però lo trascinano gradualmente nel loro mondo, che si presenta come caloroso e interessante, ma che nasconde un’incapacità dei due di rapportarsi sanamente con il mondo esterno. Il giovane americano se ne accorge e tenta di far aprire loro gli occhi, anche perché nel frat16

tempo si è innamorato della ragazza. Ma proprio quando i tre insieme si uniscono alla folla contestatrice, decisi a gridare la loro al mondo, i due gemelli commettono l’errore più grave: si uniscono ai manifestanti che scagliano sassi e bottiglie incendiarie contro la polizia, passando automaticamente dalla parte del torto (“questa bottiglia è fascismo!” grida invano Mathiew). “The dreamers” è un film molto interessante, una riflessione su quanto sia difficile trovare un rapporto corretto con il mondo e la società che ci circonda, su com’è difficile essere coerenti, nella politica e nel privato, e mettere in pratica senza ingiustizie quelle che sono le proprie idee. Non si tratta di un film sul sessantotto, ma di una storia che dipinge un triangolo particolarissimo, molto originale, che però deve inevitabilmente fare i conti con le incertezze insite nella nostra natura, e con il tentativo (proprio in particolare della fine degli anni sessanta) di plasmare un mondo nuovo. La facilità all’estremizzazione caratteristica dei giovani è mostrata qui magistralmente, sia sul piano della sfera sessuale, sia su quello della politica. Michele, 1A Cl


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Il nuovo Auditorium “Baralis” del nostro Liceo

Mostra all’Auditorium “Baralis” del Porporato 17


Libri

Memorie di una geisha

SUDOKU

Lo zen e il tiro con l’arco

di Arthur Golden

di Eugen Herrigel

“Memorie di una geisha” narra la storia della piccola Chiyo, una bambina costretta a lasciare il suo villaggio e i suoi genitori per andare a lavorare come sguattera in una casa di geishe nella grande e caotica città di Kyoto. Viene istruita sui riti, le danze, la musica e la cerimonia del tè. Ha inizio così la grande avventura della bambina che, nonostante le molte difficoltà e i numerosi ostacoli da superare, riuscirà a raggiungere il suo più grande desiderio. Un libro affascinante, coinvolgente, con ottime descrizioni riguardanti i bellissimi ambienti orientali.

Un professore tedesco di filosofia, Eugen Herrigel, vuole essere introdotto allo Zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con l'arco. Comincia così un tirocinio, nel corso del quale Herrigel sarà costretto a capovolgere le sue idee e soprattutto il suo modo di vivere. Con grande difficoltà dovrà riconoscere che i suoi gesti e le sue intenzioni sono sbagliate, e che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà e il desiderio di avere successo. Sarà determinante l’intervento del Maestro, che guiderà Herrigel nella sua impresa, ma soprattutto lo aiuterà a conoscere meglio sé stesso. Tutta la tecnica e la dinamica del tiro con l’arco si basano sull’intreccio arco, freccia, bersaglio e "io" in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell'arciere e il bersaglio da colpire è l'arciere stesso. Giuly 1AS

A sinistra avete la soluzione del Sudoku del numero precedente. A destra trovate l’ultima griglia , e non è facile, quindi concentratevi! Buon divertimento! Ivan 5 A/L

Ivan mentre intervista la regista Giovanna Taviani su: www.liceoporporato.it\didattica \video_interviste.htm

A proposito della nuova legge antidroga La nuova legge antidroga ha causato molte polemiche e discussioni. Uno dei temi più scottanti dello scontro politico è il fatto che non vi sarà più alcuna distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere; la nuova norma prevede pene da sei a vent'anni se si importa, esporta, riceve, acquista o detiene una sostanza stupefacente. Oppure, in ogni caso, chi viene trovato in possesso di droga avrà una sanzione, come la sospensione della patente di guida, del passaporto, del permesso di soggiorno per motivi turistici o, nel caso di un cittadino extracomunitario, non lo otterrà mai. In Inghilterra vi sono delle restri-

zioni molto severe riguardo l’uso degli alcolici, mentre in Italia è perfettamente legale; nonostante questo, le statistiche indicano che la percentuale di alcolizzati è più alta in Inghilterra: come mai? Credo che questo discorso sia molto significativo e si possa collegare a quello della nuova legge antidroga: il fatto che una sostanza sia proibita dalla legge provoca nelle persone (molto più frequentemente nei giovani) la voglia di trasgredire. Senza contare il fatto che le grandi organizzazioni criminali ostacolano da sempre la legalizzazione della droga, anche perché così possono venderla a prezzi più alti, per18

ciò per loro è molto più conveniente non legalizzarla. Inoltre ritengo che sarebbe più opportuno fare distinzione tra droghe leggere e pesanti, come sarebbe anche giusto distinguere e giudicare solo in base alle quantità. Inoltre, alcune delle sostanze illegali (ad esempio i prodotti ricavati dalla cannabis) contengono un potenziale dannoso nettamente minore rispetto a certe altre droghe legali come l'alcool. A questo punto naturalmente sorge un dubbio: siamo sicuri di quello che stiamo facendo? Giuly 1AS


Musica & film …Proposte musicali In attesa delle nuove uscite discografiche di cantanti di successo vi propongo dei cd già usciti. Se vi siete persi l’ultimo cd dei The Rasmus, “Hide from the Sun”, vi consiglio di ascoltarlo, ne vale la pena perché sono presenti molte canzoni elettrizzanti! Un altro cd da ascoltare subito è quello dei Rolling Stones intitolato “Bigger Bang”, da tenere insieme alla raccolta degli altri precedenti di questa band che, a distanza di anni, continua a stupirci per il loro successo. Per le fan di Lee Ryan propongo di comprare il suo primo cd singolo “Army of Lovers” che, anche se è uscito ormai da molto, continua ad essere tra i più venduti. Vi consiglio anche l’ultimo cd di Jovanotti, “Buon Sangue”, che con i suoi ultimi successi, tra cui “Mi Fido di Te”, sta avendo molto successo. E ancora, per gli amanti della musica hip hop, consiglio calorosamente il cd di 50 Cent, “The Massacre”, che presto arriverà anche al cinema con il suo primo film…è assolutamente imperdibile! Jodie 2A/L

Trappola in Fondo al Mare Genere: Azione Regia: John Stockwell Con: Paul Walzer, Jessica Alba, Scott Caan, Ashley Scott Uscita: 27 gennaio Finalmente un nuovo film avventuroso. Quattro ragazzi appassionati di immersioni si trovano davanti a un relitto, su di esso sono narrate numerose leggende e pare che contenga un ricco . Però nelle vicinanze di questo relitto i ragazzi devono scoprire un altro mistero, così stringono un patto in modo che gli altri cacciatori non vengono a sapere di questi misteri. Ma all’improvviso da cacciatori diventano prede…riusciranno questi ragazzi a scoprire i misteri celati nei pressi del relitto? Se volete scoprirlo non perdetevi il film, vi lascerà a bocca aperta! Jodie 2A/L

…Novità musicali Il 3 gennaio è uscito “First impressions of earth”, il nuovo album degli Strokes, uno dei gruppi più importanti dell’alternative - rock‘n’roll. Il mese di febbraio è stato ricco di novità musicali. Brittany Murphy, fidanzata di Eminem in “8 Mile” e protagonista di due capitoli di Sin City, debutterà nel mondo della musica. Ad annunciarlo è stata la stessa attrice che ha dichiarato di aver inciso un singolo dance, molto coinvolgente dal titolo “Faster Kill Pussycat”, in uscita a febbraio. Ancora incerta è la data di uscita dell’album. Niccolò Fabi ha festeggiato 10 anni di carriera pubblicando il suo quinto album intitolato “Novo Mesto”. E’ uscito il 3 febbraio ed è stato anticipato in radio dal primo singolo “Costruire”. Tra febbraio e marzo vedrà la luce il nuovo cd di Caparezza, “Habemus Capa”. Il disco, come spiega lo stesso Caparezza, è una sorta di concept, in quanto si tratta del disco postumo di un cantante ancora in vita. Ogni pezzo, infatti, è stato scritto tramite l’immedesimazione nel ruolo di defunto. Anche la primavera sarà ricca di sorprese Il 3 aprile uscirà il nuovo album dei Red Hot Chili Peppers, il cui titolo però è ancora provvisorio. Secondo le prime indiscrezioni la scelta del titolo oscillerebbe tra “Son of A” e “Stadium Arcadium”. Inoltre, poiché il gruppo ha accumulato molto materiale in questo periodo di pausa, l’album potrebbe essere diviso in due capitoli. Tra aprile e maggio uscirà “I’m not dead”, il nuovo album di Pink accompagnato, probabilmente, da un DVD. Federica 2^CL

Dick e Jane: Operazione Furto Genere: Commedia Regia: Dean Parisot Con: Jim Carrey, Tea Leoni, Alec Baldwin Uscita: 27 gennaio Un nuovo film del mitico Jim Carrey. La vita di Dick Harper (Jim Carrey) e di sua moglie Jane (Tea Leoni) sembra andare per il meglio: lui è convinto di ottenere il più presto possibile una promozione dal suo capo, Jack McAllister (Alec Baldwin). Quando viene chiamato, Dick viene finalmente nominato vicepresidente ma, all’improvviso, la compagnia dichiara bancarotta e Dick perde il lavoro e, dopo pochi mesi, anche i soldi. Così la coppia decide di riprendersi i soldi “giustamente” come ha fatto il perfido capo… E’ un film comico che ridicolizza il sistema capitalistico americano, infatti il losco McAllister pronuncia numerose frasi di George Bush e poi con la comicità di Jim Carrey il divertimento è assicurato…da non perdere! Jodie 2A/L 19


Lettere alla redazione Il Natale visto da Gandhi Cara Alice, non sono arrivate risposte alla tua lettera sul Natale! È una conferma alla tua tesi del sentire poco questa festa? C’è il natale del presepe, dell’albero, delle luci colorate, dei regali e dei panettoni e c’è l’altro Natale: di chi cerca la felicità, di chi invoca Dio. Il vero Natale religioso è quest’ultimo. È il ricordo della venuta di Colui che ha portato nel mondo la via alla felicità, che si riassume nella parola Amore; il resto è contorno. Ti propongo il significato del Natale, valido per tutto l’anno, con le parole di un grande uomo, il Mahatma Gandhi, induista, ma che si sentiva anche cristiano e musulmano:

«Non si dovrebbe celebrare la nascita di Cristo una volta all'anno, ma ogni giorno, perché Egli rivive in ognuno di noi. Gesù è nato e vissuto invano se non abbiamo imparato da Lui a regolare la nostra vita sulla legge eterna dell'amore pieno. Là dove regna senza idea di vendetta e di violenza, il Cristo è vivo. Allora potremmo dire che il Cristo non nasce soltanto un giorno all'anno: è un avvenimento costante che può avverarsi in ognuna delle nostre vite. Quando la legge suprema dell'amore sarà capita e la sua pratica sarà universale, allora Dio regnerà sulla terra come regna in cielo. Il senso della vita consiste nello stabilire il Regno di Dio sulla terra, cioè nel proporre la sostituzione di una vita egoista, astiosa, violenta e irragionevole con una vita di amore, di fraternità, di libertà, di ragione. Quando sento cantare "gloria a Dio e pace in terra agli uomini di buona volontà" mi chiedo oggi come sia reso gloria a Dio e dove ci sia pace sulla terra. Finché la pace sarà una fame insaziata, finché noi non saremo riusciti a rinascere come uomini illuminati dallo Spirito, a instaurare con le persone rapporti autentici di comunione da cui siano estranei i sorrisi forzati, l'invidia, la gelosia, la falsa cortesia, la diplomazia, finché non avremo come senso della vita la ricerca della verità su noi stessi, del giusto, del bello, finché non saremo capaci di spogliarci dell'inautentico, di ciò che abbiamo di troppo a spese di coloro che non hanno niente, finché continueremo a calpestare i nostri sogni più belli e più profondi, il Cristo non sarà mai nato. Quando la pace autentica si sarà affermata, quando avremo sradicato la violenza dalla nostra civiltà, solo allora noi diremo che "Cristo è nato in mezzo a noi". Allora non penseremo tanto ad un giorno che è un anniversario, ma ad un evento che può realizzarsi in tutta la nostra vita. Se dunque si augura un "buon Natale" senza dare un senso profondo a questa frase, tale augurio resta una semplice formula vuota». (Mahatma Gandhi) Antonio Denanni

DIZIONARIO INGLESE PIEMONTESE JEW-ONE: Giovanni LANE-OUT: ne ho un altro NIGHT-LIGHT: ne ho di latte SINK-TALK: cinque pezzi FAY-FANG: raccogliere il fieno TEACHER-PASS: tu, dal grande deretano! CUP-HEAR: prenda BUT: picchia! BRUCE: formaggio fermentato piccante BEEN: bene AT-SENT: ti ascolto AN-BOTH: l’una A-STEAM: all’incirca FANS-OUT-BEEN-OUT: fare un salto bello alto FOOL-AND-RUN: zuzzurellone GROUP: nodo HUMAN-CELL-LET: riabbiamo sul letto LOVE-TREES: lavatrice

Un individuo si riconosce dai suoi amici? Ultimamente mi sono vista sbattere in faccia la frase: “un individuo si riconosce dai suoi amici”. Lì per lì non ci ho fatto caso ma in un momento di riflessione l’ho presa in considerazione dalla prima all’ultima sillaba… Penso che non sia del tutto veritiera: ogni persona si sceglie i suoi amici i quali però alcune volte sono il nostro esatto contrario ed è proprio per questo che ci “piacciono”: troviamo in loro quello che ci manca e in qualche modo ci compensano. Ma noi rimaniamo noi. Se i nostri 20

amici sbagliano su una determinata cosa o la pensano in un certo modo non è detto che noi sbagliamo sulla stessa cosa o che la pensiamo come loro!! Io conservo la mia opinione anche se la mia migliore amica pensa esattamente l’opposto! Vorrei sapere qualche opinione a riguardo… Ah, un’ultima cosa: definendomi cristiana mi viene da dire: “un individuo non si riconosce dai suoi amici. Gesù girava con persone da cui non si poteva certo dedurre chi era Lui”. Ale 2C/Soc.


Il bambino guarda l'album di matrimonio dei genitori: - Mamma, chi è questo bel giovanotto qui con te nella foto? - E' papà, tesoro... - E allora chi è quel signore grasso e calvo che abbiamo qui in casa? - Papà, papà, cos'è il cervello? - Zitto! Ho altro per la testa... Due carabinieri davanti allo specchio: - Guarda... due colleghi! Andiamo a salutarli. L'altro: - Fermo... non

Lettere alla redazione

Barzellette on line vedi che stanno venendo loro? Come si chiama il miglior motocilista Giapponese? - MYAMOTO SUZUKI Come si chiama il più famoso barista egiziano? - NABIRA AL BHAR Come si chiama il più grande medico giapponese? - SE TEKURO TEMORJ Come si chiama il più grande venditore di alcolici cinese? SON CIUK Giulia 1AS

DIARIOLANDO Vagando tra le pagine di un diario…. frasi tratte dall’agenda “tremenda” 2005/06 Amore ho accettato ogni tuo rifiuto e ne ho sopportato il peso, ma ora, ti prego, fammi uscire dal cassonetto! Aprilio Non è tutto oro quello che luccica, ma per fare un regalo alla suocera va più che bene. Aprilio Ciao Alcatel, sono Ericsson, lo sai che Philips è caduto dalla Motorola e si è rotto le gi-Nokia? Meno male che non eravamo inSiemens! Serpico-dj Ho deciso di donare il mio cervello alla scienza… così si fanno quattro risate! Serpico-dj Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, e sul primo non sono sicuro. Albert Einstein Errare è umano, ma per incasinare tutto ci vuole un computer. Philip Howard Rimproverare piccoli errori con eccessiva veemenza è assurdo: è come prendere un martello per schiacciare una zanzara sulla fronte dell’amico. Anonimo Ci sono state persone che sono state considerate coraggiose perché avevano troppa paura per scappare. Thomas Fuller Dopo aver mentito occorre buona memoria.

Pierre Corbeille

Cosa se ne fa dell’immortalità una persona che non riesce ad utilizzare bene nemmeno mezz’ora? Ralph Waldo Emerson La vita è ciò che accade mentre noi continuiamo a chiederci che cosa sia. Il lavoro d’equipe è sostanziale…perché ti permette di dare la colpa a qualcun altro! Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre ma avere nuovo occhi. Marcel Proust Il modo migliore per realizzare un sogno è svegliarsi. P.valéry Alice 1 B Cl 21

Porporato: in & out Salve a tutti! Ecco a voi una presentazione (naturalmente un po’ ironica…è meglio specificare prima che qualcuno ci giudichi male) del nostro “amatissimo” liceo. Come tutti sanno si tratta di un vecchio edificio ristrutturato da poco, anche se ogni tanto, magari quando piove troppo, qualche rivolo d’acqua s’infiltra tra le pareti, ma non preoccupatevi, può capitare! Al mattino presto poi, si rischia un raffreddore arrivando al 2° piano, dove fa tutt’altro che caldo, per fortuna non più come a dicembre, quando fare lezione in alcune classi voleva dire aspettare con ansia il cambio d’ora per conquistare un posto vicino al termosifone. E che dire delle “interminabili” file che si formano alle macchinette del 1° piano, situate al fondo delle scale e che non rendono sicuramente agevole il passaggio per arrivare al piano terra, a meno che non si consideri uno spasso rifilare e prendere gomitate e anche qualche simpatico commento quando si è la causa di un cappuccino rovesciato. Ma non lamentiamoci troppo, visto che abbiamo una scuola con banchi nuovi, lavagne nuove, finestre nuove, muri divisori nuovi (anche se non hanno un aspetto molto solido, in fondo sono in cartongesso) palestra nuova rosa shocking (da dividere con altre due classi in attesa che finiscano i lavori nell’altra), senza contare che da pochi giorni il cortile ha cambiato look, anche se non può ancora competere con i giardini della vecchia sede, che però non si può propriamente definire “confortevole”. Lasciando da parte l’avversione per la scuola in se, il nostro è un istituto con molti lati positivi (oltre all’intervallo, alle ore buche e agli scioperi): ci sono i simpatici piccioni che ogni tanto si schiantano contro le finestre (come si può vedere al primo piano), “Onda d’Urto” e naturalmente tutti gli studenti e qualche professore (nessuno è perfetto…) e non bisogna dimenticare che siamo nel centro di Pinerolo. In conclusione, sperando di non aver dimenticato nessun grande difetto o pregio, vi lasciamo tornare alle vostre lezioni, siamo in una scuola e dobbiamo (purtroppo) studiare, ma sempre aspettando e contando i giorni che ci separano dalle prossime vacanze, che rimangono uno dei lati più divertenti dell’essere studenti!!! Ele & Gio’ 2A L


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