ONDA D’URTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno XI, n.3, Febbraio 2009 www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm
Indice:
Quale creatività domani Quali mode e tendenze Il domani pag. 2 Come vedi il domani L’Italia spiegata al nonno pag. 3 Vedere il futuro? Intervista prof. Povero pag. 4 Futuro e spiritualità .
pg. 5 pag. 5 pp. 6/7 pag. 8 pag.9
Una sola dose e addio Artisti e campioni 7 in condotta Splash Test di cultura
pag. 10 pag. 11 pag. 12 pag. 13 pag. 14
Musica&film 1984, George Orwell Raginkiz Libri&libri Visibilità e paura
ins. resp. antonio denanni
pag.15 pag.16 pag.17 pag.18 pag.19
Comico ma vero Test per le ragazze Inglese/piemontese Lo sapevate che…. Lettere alla redazione
pag.19 pag.20 pag.20 pag.21 pag.21
Il domani “Come vedi il domani?” è la domanda che abbiamo posto a una cinquantina di studenti del Porporato e attorno alla quale abbiamo costruito le pagine di apertura di Onda d’urto di febbraio. Il domani personale, come scelte di vita che uno vorrebbe fare e come evento collettivo all’interno del quale dovremo vivere. Sono venute fuori varie risposte, alcune delle quali pubblichiamo. Lo scenario più diffuso è quello dell’incertezza, della “nebbia”. Non si ha una percezione chiara del proprio futuro. Si fatica ad intravedere un progetto, sia scolastico che lavorativo. Non mancano tuttavia le visioni ottimistiche: “Abbiate fede… il domani sarà meraviglioso!”. “C’è sempre un cammino oltre le montagne, che del futuro, apparentemente, lo sguardo escludono…”. Qualunque sia il domani noi possiamo e dobbiamo comunque essere i fautori del nostro destino, per il quale dobbiamo attrezzarci. In fondo è quello che stiamo facendo in questi anni di studio e di fatica. Guardando al domani un po’ con la cabala, un po’ con la scienza e con la fantascienza, certamente si può dire che il futuro sarà sempre più tecnologico: dipenderemo sempre più dalle tecnologie e dalla comunicazioni elettroniche, soprattutto internet. Dovremo risolvere la grande questione della lotta fra le culture. Non parliamo dell’economia, che letteralmente esploderà nei prossimi mesi con una crisi economica che porterà alla perdita di migliaia di posti di lavoro e dalla quale ci solleveremo solo fra qualche anno. Non sappiamo come. Sicuramente molto più poveri, come sostengono alcuni studiosi. Ma forse anche più felici, come sostengono altri, perché ci attaccheremo soprattutto alle cose essenziali, quelle che ci portano alla felicità. Non per niente alcuni economisti parlano ormai da alcuni anni di Fil (felicità interna lorda) invece che di Pil (Prodotto interno lordo). Forse riscopriremo la strada della felicità, invece di quella del consumismo nella quale i Paesi occidentali sono stati immersi per oltre 50 anni…. O No? “Che Dio ce la mandi buona”, come dice Gerry Scotti. Buona lettura degli articoli e delle solite rubriche. La Redazione
Non avessi sperato in te e nel fatto che non sei un poeta di solo amore tu che continui a dirmi che verrai domani e non capisci che per me il domani e’ già passato. Alda Merini
…
Ti aspetto e ogni giorno mi spengo poco per volta e ho dimenticato il tuo volto. Mi chiedono se la mia disperazione sia pari alla tua assenza no, è qualcosa di più: è un gesto di morte fissa che non ti so regalare. Alda Merini
Il futuro...
Il futuro economico Parlare di futuro economico è un azzardo. Comunque, si prevede che i prossimi due trimestri, fino all’estate, saranno durissimi. Poi, forse si inizieranno a vedere i primi segnali di miglioramento, che però avranno una stabilità nel 2012. 2
Il futuro, sogno e precipizio, è quel complesso di emozioni dal quale fuggo, irriverente, ribelle e verso il quale corro inevitabilmente ogni volta che siedo in un banco di scuola o mi stupisco di qualcosa di inaspettato o curioso. Il futuro è l’occasione che sto costruendo, è il frutto di ogni ruga che colora le mie espressioni. Quelle rughe che tanto mi stupivano nella fronte degli adulti ora comincio a sentirle anch’io, quasi fossero la conferma del mio imminente viaggio fuori dal guscio. Il futuro è per me un mondo altro, per il quale sono quasi diciotto anni che mi preparo e mi preparano. Come le già citate rughe ci tengono a ribadire e del quale tutti parlano ma nessuno sicuro e disinteressato e quindi tanto vale dire la propria. Ascoltare e mai farsi condizionare ma arrivare sempre con tutti gli strumenti per giudicare e scegliere. Scegliere. Il futuro è SCEGLIERE. F.M., 2B Cl
L’Italia spiegata a mio nonno L’Italia spiegata a mio nonno è un saggio rap/pop di Federico Mello (Mondadori, 2007) che racconta l’Italia di oggi con gli occhi di un giovane. È uno scritto rivolto alla «folla di potenti in età da bocciofila» (che parlano di bamboccioni) e a tutti i giovani italiani che devono incominciare a farsi sentire. Un appello a favore dell’innovazione, dello svecchiamento, del coraggio necessario a ideare nuove risposte per il futuro. È un libro da leggere, anche da parte degli insegnanti. È in tema con gli articoli di apertura di questo numero di Onda. È liberamente scaricabile dal blog dell’autore: www.generazioneblog.it. Qui di seguito presentiamo l’introduzione. to col sapore rivoltante dei cibi ammuffiti. E ho deciso di parlarne a te, nonno. tu che quanto me hai a cuore il futuro, sarai mia sponda e sostegno. Da te, nonno, che ignori però quel mondo nel quale io vivo e mi muovo, mi divincolo come un ossesso per trovare una strada, la mia strada. E proprio a te parlo perché tuoi coetanei sono quelli che a pieno titolo fanno parte del magnifico ed esclusivo club della classe dirigente italiana. tu però hai più tempo da dedicarmi, più pazienza di loro, e forse rimarrai qui ad ascoltarmi. Ho deciso di provare a spiegarti, nonno, in questa specie di lettera aperta, in queste righe scritte col cuore, quanto la nostra amata italia si sia cacciata in un gorgo impazzito dove il futuro è bandito. Proverò a spiegarti come lo sport più in voga delle power élite italiane sia stato negli ultimi anni quello di rimandare ogni problema sulle spalle dei futuri cittadini (mi ritengo uno di questi e sono qua a chiederne conto). Proverò a illustrarti come la precarietà si stia mangiando il futuro, quanti assegni a vuoto con la nostra firma siano stati emessi, ma anche a quanto ammontano le misere pensioni che forse, un giorno lontano, spetteranno anche a noi. Voglio mostrarti, nonno, come tutto sembra prepararci una maturità povera e marginale, dove l’italia, tra i venti del mondo globale e interconnesso, sarà solo una landa sconfinata di ruderi e busti sbertucciati al centro del Mediterraneo. Proverò, nonno, a spiegarti come gli esclusi d’italia siamo noi, noi under 35 che ci muoviamo sicuri nel mondo di oggi: una colpa da espiare in questo paese immobile. come, outsider per definizione, siamo esclusi da qualsiasi sostegno: «welfare», per noi, è una parola senza senso. Noi insicuri e inconcludenti per un paese che non ha il coraggio di guardare in faccia tutti i suoi ritardi. Siamo esclusi, nonno, dalle decisioni che contano, dalle certezze di quanto verrà, schiacciati da un sistema politico bloccato e da una folla di potenti in età da bocciofila. Questo, nonno, proverò a spiegarti nelle pagine che seguono. La nostra condizione. indotta. imposta. E cercherò di dirti che solo prendendo coscienza della nostra condizione potremo ripartire. Ripartire insieme. Non solo noi figli dell’Europa e dei network. Ma tutti quanti. insieme. L’ideogramma cinese che indica la parola «crisi» comprende al suo interno anche il significato di opportunità. Con questa consapevolezza dobbiamo partire dalla nostra condizione per aprire nuove strade. Perché il futuro non sia una clava con cui rivendicare il nostro protagonismo. Perché il futuro sia tutto ciò che ci riprendiamo in quanto ci spetta.
Una clava sul futuro Ma se io ti spiattellassi in faccia una parola, «futuro», nonno, cosa ti verrebbe in mente? A cosa ti farebbe pensare la prospettiva delle occasioni, delle possibilità, dei rischi, delle scoperte fantastiche o terribili che si schiudono al solo pronunciare questa parola? Futuro! Una parola che adoro. Una parola da usare come slogan, da scrivere su muri e bandiere. Non so, nonno mio caro, cosa a te venga in mente. Forse il dolce ricordo di quando eri giovane e arzillo, con una vita davanti. Forse la velocità che ha accompagnato il cambiamento, le cose di sempre mutate in un batter di ciglia, gli utili strumenti di ieri, inservibili oggi per interrogarsi, interpretare, capire. So invece, nonno, cosa viene in mente a me, quando sento il suono di questa parola. Mi viene in mente una clava! Sì, hai capito bene. Una clava da cavernicolo in legno e pietra grezza con i bozzi tutti intorno. Una clava da portare alla cintura e con la quale girare nell’Italia nostra. Una clava che non mi serve per rompere la testa ad automobilisti maleducati, per sfogare la mia rabbia da sfigato. Mi viene in mente una clava, nonno, perché questa parola, futuro, è l’arma da usare contro lo sport nazionale italiano del nostalgismo imperante. Lo sport che disprezza le nuove generazioni, rimpiange gli anni Sessanta, si abbandona ai luoghi comuni del vecchismo, del sistavameglioquandosistava-peggio, del passato che non passa mai. Una clava/futuro, nonno, strumento di grande utilità nel paese più vecchio al mondo, nella nostra bizzarra penisola a forma di stivale. Una clava/futuro per mettere in fila, una dopo l’altra, tutte le scelte degli ultimi anni che, come una trappola per topi senza neanche un pezzetto di gruviera, a scatto si sono chiuse sul muso delle nuove generazioni. Di questo ho bisogno nonno. Di una clava/futuro. Come un movimento tellurico impercettibile che per millenni muove le viscere della terra e poi in un attimo devasta con fragore di terremoto la vita degli uomini. Come un cibo indigesto che per ore ribolle nello stomaco e poi, d’un tratto, in un preciso momento, è espulso in un unico enorme conato. Come un edificio che si crepa, poi barcolla, poi in un istante si accascia al suolo alzando muri di polvere, così io nonno, alla fine, d’un tratto mi sono deciso. L’ho fatto qui e ora. Ho deciso che dovevo trovare un modo per far uscire il malessere che mi prende da dentro. Mi sono messo in testa di spiegare quanto l’italia tutta ci ha apparecchiato: un pranzet3
E domani… vado all’Università! Pensando al domani più prossimo, noi studenti liceali, soprattutto di 5a, pensiamo al misterioso mondo dell'Università. Ne parliamo attraverso un’intervista con la Prof.ssa Povero, che nella nostra scuola si occupa dell'orientamento in Quali sono le maggiori differenze tra il liceo e l'università? La distanza tra queste due realtà dipende dalle varie facoltà. Ad esempio nelle facoltà scientifiche non si trovano grandi differenze, poiché il numero di iscritti non è elevato, perciò ci sono classi piccole e si ha un rapporto diretto con i professori, quasi come al liceo. Nelle facoltà umanistiche, di giurisprudenza e dell'ambito economico-politico il numero di iscritti è molto alto, perciò ci si ritrova in aule enormi, dove non si è nient'altro che un numero. L'organizzazione dell'università, qualsiasi sia la facoltà, è comunque molto distante da quella del liceo: si possono dare esami senza dover frequentare le lezioni, si possono rifiutare i voti, si diventa più autonomi nell'organizzare il proprio lavoro. All'inizio è inevitabile perdersi, perchè sembra tutto un po' caotico, ma con tanta pazienza e senza scoraggiarsi si può benissimo affrontare la nuova realtà e scoprire che è anche molto stimolante Gli studenti dell'ultimo anno spesso non sono sicuri della scelta da compiere. È meglio scegliere seguendo i propri interessi o tenendo conto degli sbocchi lavorativi delle diverse facoltà? Il consiglio che mi sento di dare è di seguire i propri interessi. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, quindi non si possono fare previsioni certe sul lavoro giusto da imparare. Poi bisogna anche dire che studiare premia sempre e se si sceglie qualcosa a cui si è interessati, lo si fa con maggiore motivazione, si ottengono quindi voti eccellenti che apriranno la strada verso molti impieghi. Inoltre nessuna facoltà offre un lavoro certo, anche le più professionalizzanti non assicurano un impiego immediato. Che consigli dà agli studenti che quest'anno lasceranno il liceo per prepararsi al meglio ad entrare nel mondo universitario? E' importante secondo me rafforzare la propria autonomia e il proprio metodo di lavoro, bisogna sviluppare una grande capacità organizzativa e di adeguamento al nuovo sistema, perchè comunque è un grande salto quello che si fa dal liceo all'università. Come fare a non perdersi nel mare di possibilità e proposte?
Innanzitutto non bisogna scegliere a caso e prima di decidere bisogna informarsi a sufficienza, inoltre è utile assistere a qualche lezione universitaria come uditori. Direi che le parole chiave da tenere bene in mente per evitare lo smarrimento sono motivazione, informazione e costanza. Che proposte offre la scuola per l'orientamento in uscita? Che incontri sono stati organizzati e quali sono ancora in programma? L'offerta dell'orientamento ha due tipi di approccio: uno conoscitivo, tramite sportello individuale in cui lo studente con l'aiuto ed il consiglio dell'insegnante individua le sue capacità e le sue possibili scelte, e uno informativo, che prevede attività ed incontri sul funzionamento dell'università, sulle possibilità di lavoro, partecipazione a progetti (ad esempio laboratori organizzati da UNITORIENTA, dal Politecnico, incontri informativi a proposito dei corsi IFTS). Inoltre la scuola organizza anche incontri specifici con allievi e docenti delle singole facoltà. Si sono già svolte le presentazioni dei corsi dello IED, dello IAAD, della facoltà di scienze matematiche, di medicina, di giurisprudenza, di lingue. Sono ancora previste le presentazioni della facoltà di lettere e forse di scienze della formazione primaria. Non si potrebbe diluire l'orientamento negli anni del triennio per avere più tempo per introdurre gli studenti alla realtà universitaria? Un anno effettivamente le varie attività per l'orientamento sono state anticipate alle classe 4a, ma quest'anno non è stato possibile, poiché il numero degli allievi di 5a è consistente e si presenterebbero problemi di spazio. Sono previsti però dei laboratori di UNITORIENTA per le classi 4e. Quali sono le facoltà universitarie che vanno per la maggiore tra gli studenti usciti dal nostro liceo? Nell'anno scolastico 2007-2008 per il linguistico ha vinto la facoltà di lingue, per il socio psico la facoltà nell'ambito pedagogico-psicologico, per il classico giurisprudenza e lettere moderne, per il sociale scienze politiche. Beatrice Gouthier 5aBL
Indagine sulle scelte degli studenti del Porporato dopo la maturità 2007/08 AREE Umanistico-linguistica Pedagogico-psicologica
totali CLASSICO LING. 7 19 38 4 1 25
SPP 7
SOCIALE 5
14
6
Economico-giuridica
27
12
4
5
6
Politico-sociologica
27
1
6
5
15
Medico-sanitaria
22
5
1
9
7
Scientifica
14
10
1
2
1
Tecnico-progettuale
3
3
0
0
0
SUISM Accademie
4 1
0 0
3 1
1 0
0 0
Corsi professionali
13
1
2
10
0
Lavoro/Servizio civile
14
0
2
4
8
In attesa di lavoro
12
2
1
1
8
Non rintracciabili
7
0
2
2
3
207
45
43
60
59
totali allievi
Umanistico-linguistica Lingue, Lettere e Filosofia, Scienze della comuni Pedagogicopsicologica Economico-giuridica Politico-sociologica Medico-sanitaria Scientifica Tecnico-progettuale
cazione, DAMS Scienze dell'educazione, Psicologia, Educatore professionale Economia e commercio, Giurisprudenza Scienze politiche, Statistica, Sociologia, Servizi sociali Medicina, Veterinaria, Scienze infermieristiche, Farmacia Scienze FMN, Chimica, Scienze ambientali, Agraria Architettura, Ingegneria
4
Il campione d’indagine riguarda i 207 allievi che hanno conseguito il diploma di maturità nell’a.s. 2007/08. La percentuale di risposte è stata elevata: su 207 studenti solo 7 non sono stati rintracciati. Si osserva una netta preminenza della scelta universitaria (161 studenti) rispetto a quella lavorativa (26 studenti) o alla frequenza di cor-si professionalizzanti (13 studenti). La scelta dei corsi di laurea è stata indirizzata in preminenza verso l’area umanistico-linguistica (38 studenti), seguita da quella economico-giuridica (27 studenti) a pari punteggio con l’area politico-sociologica. La Facoltà più scelta è stata quella di Giurisprudenza (9), seguita da Lettere moderne (4); ma le Facoltà di area scientifica (110 allievi) sono in prevalenza. Gli studenti del Classico in prevalenza hanno scelto Giurisprudenza (9), seguita da Lettere moderne (4) Gli studenti del Linguistico princi-
palmente hanno scelto la Facoltà di Lingue e Letterature straniere o percorsi affini (13 studenti); 6 hanno scelto la Facoltà di Scienze politiche. Pure gli allievi del socio-psico in maggioranza hanno scelto corsi attinenti al loro curriculum di studi liceali: 14 si sono iscritti all’area pedagogico-psicologica, 7 a Scienze infermieristiche, 5 a Scienze politiche ed altrettanti ai corsi dell’area giuridicoeconomica, mentre 6 frequentano corsi dell’area linguistico-umanistica, con una prevalenza dei corsi di Lettere e Filosofia. Tra i diplomati del Liceo delle Scienze sociali la scelta è anche netta: 14 studenti frequentano il corso di laurea in Servizi sociali, 7 sono iscritti al corso in Scienze infermieristiche, 6 frequentano corsi dell’area pedagogico-psicologica, altrettanti sono iscritti a corsi dell’area economico-giuridica, con una netta preminenza della Facoltà di Economia, mentre la Facoltà di Lettere registra 5 iscritti.
Quali mode e tendenze di pensiero domani? Accade,a volte, di pensare ad un avvenimento del passato, a una scelta che abbiamo dovuto intraprendere, e di pensare che se quella stessa scelta ci venisse riproposta ora, la nostra decisione sarebbe diversa. É normale, perché il nostro cervello sviluppandosi e evolvendosi, cambia il nostro pensiero. Il cambiamento, e anche la differenza di percezione e pensiero, sono dovuti a ben tredici variabili sensibili ai mutamenti esterni, dall' ambiente al linguaggio, dalla cultura all' esperienza. Insieme al pensiero, anche i gusti mutano, ciò che ci piaceva prima può non piacerci adesso. Anche per quanto riguarda il cibo, infatti, uno studio ha stabilito le 10 tendenze per la percezione del futuro nell' ambito alimentare. La tendenza del nostro pensiero è fortemente condizionata dalla società in cui viviamo e dalla realtà che ci circonda; quindi è ovvio che nel futuro, cambiando ciò che è intorno a noi, cambierà conseguentemente anche il nostro pensiero. L' unico problema, che poi può anche non essere un problema se sfruttato nel modo giusto, è che il nostro pensiero tende a essere “di massa”. Questa mente di massa è manipolata dai governi e dalle istituzioni che sono i fattori determinanti della vita moderna. Ma abbiamo detto che il pensiero cambia e si evolve, e noi possiamo fare qualcosa per evolverlo, perché se gli antichi greci, a causa di una scarsa consapevolezza del passato, elaborarono una concezione del tempo secondo la quale si vietarono di intraprendere un cammino progressivo verso una vita migliore, noi, al contrario, abbiamo un' ampia visione del passato e sappiamo cosa cambiare nei nostri pensieri in futuro. Ora non ci resta che riuscire a cambiarlo, e cercare una vita migliore. Federica e Camilla 4C Ginnasio
Quale creatività per il nostro futuro? “Creatività”. Oggi è un termine strausato, se ci fate caso. “Sono una persona creativa.” “Ha sempre delle idee creative.” “Metti in gioco la tua creatività!”. Tutto ciò può dare l’idea che la famigerata creatività sia non una qualità peculiare di singoli individui, bensì un’abilità come tante altre, che si acquisisce con il tempo, l’esercizio, l’adeguatezza degli spazi e delle possibilità. Il che è perfettamente in sintonia con il pensiero della moderna società occidentale, secondo la quale gli unici ostacoli possibili alla soddisfazione dei propri desideri sono la mancanza di soldi o di impegno. E pensare che l’idea di creatività come atteggiamento mentale proprio (ma non unico, né innato) degli esseri umani risale al ‘900: praticamente ieri mattina, se pensiamo alla chilometrica durata della storia umana. Quanto poco tempo ci serve ormai per abituarci a considerare nostra qualunque cosa! Ma se le madri di oggi sono così ben disposte a dire del figlioletto “E’ davvero un creativo”, ebbene, forse non sanno che neppure il grande Leonardo da Vinci si sarebbe sognato di definirsi tale. L’atto del creare infatti è stato a lungo percepito come proprio della divinità: un umano doveva sentirsi grato e baciato dai celesti, ogniqualvolta fosse riuscito a comporre anche una filastrocca di quattro versi. Forse, oggi come oggi ci crediamo anche noi delle divinità. In fondo, se per essere dei basta il benessere economico, lo siamo un po’ tutti. E se per essere artisti basta avere l’immagine giusta e gli agganci giusti, allora non sarà difficile che un terzo o più di noi si senta autorizzato a pensare a se stesso come ad un potenziale artista. Abbiamo forse dimenticato l’eredità del nostro passato? Difficile dirlo. Abbastanza semplice (ma non del tutto incoraggiante) è invece intuire che fine faranno arte e creatività in un futuro non molto lontano, se si continuerà di questo passo. Prendiamo ad esempio un gruppo musicale “moderno” assai conosciuto in Italia: i Finley, quattro ragazzi esteticamente
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piacevoli, che propongono canzoni soft-rock su argomenti tendenzialmente adolescenziali. Sembrano insomma avere le “carte in regola”, come si suol dire, per il successo: attenzione, il successo, non l’innovazione a livello creativo. Con la quale, purtroppo, il successo viene spesso confuso. Infatti, secondo la moderna definizione, la “vera” creatività ha come presupposti un alto grado di curiosità, voglia di successo non economico, indipendenza, spirito profondamente critico, insoddisfazione, autodisciplina. Sì, siamo proprio noi, uomini moderni, ad aver canonizzato così l’estro, il genio, la vena. Chi di voi trova tutto ciò nei Finley, gruppo, lo sappiamo, discograficamente ultravendibile, piuttosto banale, creato ad immagine e somiglianza della generazione più giovane e presumibilmente alquanto “orientato” dai produttori secondo i gusti e le mode dell’epoca? E chi si sentirebbe di escludere da un analogo ragionamento i vari Dari, Tokio Hotel, Zero Assoluto e Sonhora del caso? I gruppi del futuro non hanno quindi genitori granché rispettabili. E in un contesto dove dominano i mass media e la pubblicità, dove la genuina arte troverà ancora un seme da cui sbocciare? Ovviamente, la musica non è che un esempio, essendo probabilmente l’universo più conosciuto a livello generale. Certo è che stiamo attraversando un periodo di crisi: non crisi economica (o almeno, non solo), ma crisi, appunto, di creatività, di voglia di mettersi in gioco e di discostarsi dalla massa. E allora tutti i bei discorsi sulla bellezza della diversità e dell’originalità, se la piega non si volgerà in un’altra direzione, resteranno quello che sono: discorsi e basta. Per non chiudere così, senza prospettive, senza speranza, ripeto il mio “se”: se le cose non prenderanno un’altra piega. Il che, in fin dei conti, potrebbe accadere. In fondo, chi ha in mano il futuro, se non noi? Gloria Lizza, V B ginnasio
Sondaggio
“Come vedi il domani?” Su tema abbiamo fatto un sondaggio tra gli studenti. Essendo anonimo pubblichiamo solo la fascia di classe frequentata Il domani è come un buco nero, che man mano risucchia dentro sé sogni e speranze, come un scivolare nell’ignoto, come un disperato e speranzoso grido “Che ne sarà di noi?” 2a
ma, trovare un buon lavoro (possibilmente in un asilo) e poi sposarmi entro i 25 anni. Mi piacerebbe vivere in campagna e avere molti figli, possibilmente cinque femmine!!! 2a
Sinceramente non vedo un gran futuro x i giovani di oggi...stanno distruggendo il mondo! Tra un po’ quando avremo riempito i nostri armadi di pellicce e avremo ucciso tutti gli animali e fatto desertificare tutti i prati con il surriscaldamento e l’inquinamento moriremo di fame…3a
Il mio futuro lo vedo a fianco delle persone che amo. Lo vedo in giro per il mondo su una moto in direzione di posti interessanti da visitare e vedere, per poi tornare a raccontare le mie avventure agli amici. 4a
Io penso che il futuro non sia positivo a causa delle continue guerre e degli andamenti negativi della società 3a Io spero in un domani dove l’ educazione e il rispetto verso il prossimo non siano messi in secondo piano, come spesso succede oggi. Prima di giudicare chi ci sta accanto e puntare il dito contro qualcuno, dobbiamo metterci in testa che dobbiamo cambiare noi stessi. Il mondo non può cambiare, se i primi a cambiare non siamo noi. 3a Il domani sarà molto difficile. Non vedo soluzioni per il futuro. Sarà difficile trovare un lavoro e sopravvivere. Però meglio crederci. La speranza è l’ ultima a morire. 2a Il mio futuro? Beh…non saprei è tutto così confuso…se solo quello che vorrei che fosse, cioè una vita serena, piena d’ amore, da dare e da ricevere, un compagno, dei figli, un lavoro che mi renda felice, anche se so che probabilmente non sarà ciò che desidero. Non pretendo tanto, soltanto le cose fondamentali,ma che riempiano ciò che sarà il mio futuro. 2a Beh…sinceramente non ho idea di come sarà il mio futuro…vorrei fare tante cose: diventare avvocato, avere una famiglia... Ma sinceramente questi sono dei desideri…Certo è che la vita mi riserverà molte sosprese ed io mi auguro di essere capace di accettare e vincere le sfide. 4a Il futuro è…un’enorme incognita. È pieno di opportunità ma non c’è nulla di certo, non si è più sicuri di poter fare l’università o di trovare un lavoro a tempo indeterminato. Lo si può affrontare serenamente solo se le proprie aspettative restano flessibili. 5a Sinceramente il mio domani non riesco a vederlo. Sono una ragazza molto confusa, non so decidere cosa fare stasera, quindi tanto meno cosa farò in futuro. Di sicuro ho dei sogni e delle speranze. Vorrei sposarmi con un ragazzo che mi renda felice e con lui condividere l’esperienza di avere dei figli…non troppi però! Due credo sia un numero perfetto! Ma prima di sposarmi voglio esaudire il mio sogno: andare in Brasile per fare del volontariato perché voglio poter aiutare chi ne ha bisogno, aprire gli occhi su verità che purtroppo non sono così belle e far sapere al mondo che io ci sono. Vorrei poter rendere fieri i miei genitori di quello che sono diventata e di quello che faccio. Inoltre vorrei vedere l’amore in tutte le sue forme diverse, perché è quello che ci rende migliori e felici. 2a Il mio domani lo vedo: più tecnologico; più colorato; imprevedibile; con nuove esperienze; con più problemi; nuove scoperte in ogni campo; sperando in un domani di pace ed armonia. 2a Lo vedo pieno di soldi, amici, moto e soprattutto salute e amore. 2a Lo vedo nero riguardo la carriera e la società, rosa per la mia vita privata. 2a
Un domani come sinonimo di lavoro collettivo e di speranza. Spesso sappiamo solo lamentarci, e nel fare ciò non ci accorgiamo di quanto il mondo sia meraviglioso. Chi non lo crede è perché non si sofferma a immergersi nel chiarore mattutino, nel viso di un bambino, nell’abbraccio di un amico, negli occhi delle persone, nel loro sorriso, nel ritmo della terra, nell’anima del mondo. Il domani non è niente senza l’oggi: per questo esorto a fare oggi ciò che rimandiamo al domani. 5a Il mio domani è un futuro di sogni realizzati, un impegno quotidiano che porterà ogni giorno ad essere migliore del precedente. Ogni desiderio sarà esaudito, e tutta la fatica che impiegherò al raggiungimento di una meta sarà ricompensato da un immenso sorriso e dalla felicità di essere arrivata in cima. 3a Ieri è passato, domani è un mistero, oggi è un dono 4a Lo vedo positivo perché spero di riuscire a raggiungere i miei obiettivi impegnandomi al massimo delle mie possibilità. 3a Il domani non lo vedo, forse sono un po’ cieca, ma proprio non riesco a vederlo. E, ad essere sincera, non lo voglio proprio vedere, così da poter gioire di ogni attimo che arriverà , senza che la mia gioia sia offuscata da false speranze o dalla disillusione. 5a Domani? Oggi = lunedì domani = martedì, oggi = martedì domani = mercoledì ecc. 4a Porsi troppi pensieri non può che renderci pessimisti... Se uno pensa pian piano (e non troppo) è meglio!! 5a Credo che il nostro futuro parlando come studenti non sia così promettente. Ho paura che la nostra generazione non abbia più tutte le possibilità di una volta a causa delle varie crisi mondiali. Il nostro pianeta è in una profonda crisi dalla quale è difficile risollevarsi. Il mondo sta andando a catafascio, e poche persone lo aiutano a salvarsi. Lo vedo più tecnologico con dei robot che fungeranno da servi, le guerre ci saranno ancora e per sempre e le macchine avranno solo un aspetto più futuristico. 5a A 16 anni non so ancora bene come possa essere….Mi vedo forse impiegata in un’ agenzia, in un ufficio; circondata da persone. 3a Non ho idea di come potrebbe essere il futuro…a vedere il mondo oggi però ho paura che non ci saranno miglioramenti dal punto di vista sociale, anzi. 3a Il domani per me è un mistero, che spero sia piacevole e interessante. Dobbiamo aiutarci tutti affinché sia migliore. 2a Sinceramente non so cosa aspettarmi dal domani. Tendo a preoccuparmi di più del mio presente. Cerco di vivere giorno per giorno, perché non mi piace avere fretta di crescere. Questo ovviamente non vuol dire che io non pensi al futuro; solo che non ho ancora le idee chiare al riguardo. 3a
A scuola non sono molto brava, perciò spero di prendere il diplo- 6 Il pensare al domani mi preoccupa un po’, in quanto non so cosa
succederà e non so neanche come sarà il mondo. Cerco infatti di vivere ogni giorno in maniera felice, sperando che un domani il mondo sia migliore così come le persone che ci vivranno. 2a E chi lo sa?!?… Penso all’oggi che mi basta. 2a Il mio domani è pieno di sogni da realizzare. Viaggi da organizzare e persone nuove da conoscere. Lo vedo ancora sfocato e indefinito, ma riesco a coglierlo già con precisione. Non mi preoccupa, anzi stuzzica la mia curiosità. 5a Lo vedo come un destino, creato a mia immagine e somiglianza, senza paura di affrontare ciò che mi si pone davanti. Lo vedo come una conquista e un riscatto della mia vita. 5a Nel domani vedo una grande lotta tra le ultime forze “Partigiane” delle generazioni ancora consapevoli che la società è in fase di vera e propria decomposizione, e le generazioni che nella loro superficialità contribuiscono a questa decomposizione. In una forse troppo pessimistica visione delle cose, credo che sarà “l’istinto” ad aver la meglio, il disinteresse per i valori e per ciò che ci circonda … E questo porterà la società a un punto di rottura finale, moriremo per ricominciare tutto daccapo … È l’unico modo per sanare questo processo ormai troppo programmato. 2a Sinceramente lo vedo un po’ buio, l’atmosfera degli ultimi tempi non aiuta e la nostra società non sa rispondere a tutti gli interrogativi. Non si tratta di pessimismo, ma ritengo che, pur trovandoci nell’epoca moderna, i problemi siano siano molti. Il mio domani?.. Spero sia felice e con tanto di lieto fine, anche se non chiedo l’impossibile. 2a Non sono abituata a vedere la mia vita proiettata nel futuro, preferisco il cosiddetto “carpe diem”, ma se proprio devo immaginarmi fra dieci o vent’anni… Beh, non mi dispiacerebbe vedermi a scuola, ma “dall’altra sponda”, a parlare della vita, di ciò che conta, a non smettere di costruire rapporti con quelli che ora sono i miei coetanei… poi mi vedo sposata, mamma, e piccola musicista perché non vorrei abbandonare la mia amata chitarra… spostandomi su orizzonti più vasti… credo (o spero) in una rivoluzione nel modo di vivere, soprattutto da parte nostra, occidentali benestanti. Niente auto volanti o macchine del tempo, piuttosto l’aids sconfitto e paesi autonomi e soprattutto liberi da qualsiasi tipo di oppressione. Non un mondo di “prati fioriti”, la vedo dura, ma perlomeno una civiltà più consapevole e matura che ci prova a costruire qualcosa di concreto! Tornando a me… vorrei viaggiare ma senza dar le spalle al sole, con in mano una chitarra e, nel cuore, un’altra canzone. 2a Per me “il domani” è molto relativo; penso che spetti a ognuno di noi crearsi un futuro rimanendo però sempre pronti ad affrontare gli eventuali ostacoli della vita. In fondo il domani è l’incognita che rende interessante e divertente la nostra vita. Non mi preoccupo di quello che sarà il mio domani, cerco di vivere al massimo l’attimo presente in modo da non avere rimpianti nel futuro. 5a Mi piacerebbe avere un futuro chiaro e limpido, ma ciò che vedo è solo una nebbia grigia che nasconde tutto; non riesco a vedere un futuro sicuro. Spero solo che non sia così. 2a Nessuno può sapere come sarà il domani. A volte lo consideriamo come lontanissimo e non ce ne occupiamo, mentre altre volte ci piace fare progetti e pensare a cosa succederà. Io personalmente non so cosa mi riservi il futuro, potrei iniziare a sognare, a farmi qualche 7
idea, ma non potendo realizzarli fino alla fine del liceo tendo a vivere la mia vita giornata per giornata e a non preoccuparmi troppo di quello che accadrà. Posso però dire che fin da ora cerco di impegnarmi al massimo in ogni cosa che faccio, così da avere le prime soddisfazioni personali. 3a Penso che il mio domani sarà un po’ difficile. Per come vanno le cose ora la prima preoccupazione che mi viene in mente è trovare un lavoro. In ogni caso se non mancheranno le persone a cui tengo, se saranno accanto a me sarò felice: è questo che conta. Inoltre cercherò di affrontarlo al meglio e di fare in modo di fare le scelte giuste. Preferisco comunque non fare troppe previsioni per non crearmi illusioni, prenderò ciò che verrà cercando di cogliere gli aspetti positivi anche nelle cose negative. Forse avrò una famiglia, forse no… Forse farò il lavoro che sogno, che mi piace… Forse sarò felice, forse no… chi lo sa. 4a Per il mio domani ho molte prospettive e sogni, ma per quanto riguarda la società non so. A mio parere il mondo in questo momento avrebbe bisogno di una “mano”; se guardo l’Italia non vedo il paese prospero e felice che ci viene descritto in molti fascicoli turistici. 2a Non so che cosa ci riserverà il futuro. Spero dopo il liceo di trovare un buon posto di lavoro con cui possa mantenermi. Intanto mi piacerebbe continuare gli studi, anche se so che sarà molto difficile. Mi piacerebbe trovare un lavoro che magari mi porti all’estero: sarebbe interessante. Dopo i 30 (ma non troppo tardi) vorrei costruirmi una famiglia con dei figli, ma senza mai rinunciare al lavoro. 2a Il domani per noi giovani è sempre stato incerto, crisi economica o no. Ora non sembra più esserci la sicurezza in ciò che vorremmo realizzare, ma nonostante tutto io sono convinta che il nostro domani possa essere bello e risplendere di mille colori. L’importante, come diceva anche Eleanor Roosvelt, è credere nella bellezza dei propri sogni. 5a Credo che il mio domani sarà sereno e pieno di opportunità, ma solo se mi impegnerò a fondo e terrò fede ai miei principi in questo mondo che va sempre peggio. 2a Come ogni adolescente ho un sogno nel cassetto che mi porto avanti da quando ero piccola e che spero di poter realizzare. Mi piacerebbe molto andare a vivere all’estero in una grande città come Parigi e potermi costruire una vita là. Un’altra cosa che amerei fare è di andare in Paesi considerati del 3 mondo per poter aiutare i bambini malati e molte altre persone che necessitano di una grande mano e così poter contribuire con un mio piccolo aiuto. Mentre per quanto riguarda il futuro di noi tutti, il futuro del mondo nel vero senso della parola, spero che si possano fare scoperte che possano salvare la vita a molte altre persone, ma con ciò non intendo solo quelle scentifiche legate alla medicina, ma proprio in generale. Quindi spero che tutto potrà avere una visione migliore, visto che quella presente non è una delle migliori. La speranza è l’ultima a morire. 2a Il domani lo vedo difficile, per poter raggiungere degli obiettivi (qualunque siano). Bisogna crescere e spesso questo è complicato. Con l’aiuto delle persone care, degli amici, dei parenti, si può però addolcire la pillola ed io conto su questo. 3a Non sono ansiosa di vivere il mio futuro né ne ho paura. Mi limito a vivere il presente, è molto più importante, è l’unico momento in cui viviamo veramente. Nel mio domani ci sono le persone più care che vivono con me oggi. C’è un lavoro, una famiglia. Sono le speranze per cui oggi combatto. 5a
Baby-sitter, call center, ripetizioni... e poi? Che gioia poter transitare dal call center alle serate da baby-sitter, dalle ripetizioni di matematica al fattorino della pizza! Facile ironia. “Lavoretti” che si è disposti a fare per un po’ di tempo, quando si ha la vitalità sufficiente e la prospettiva di non doverlo fare per sempre. Sono attività che si fanno senza eccessive malinconie quando hanno l’utilità temporanea di permettere di fare almeno in parte ciò che si vuole. Ma quando finalmente si ha intenzione di fare seriamente e si inizia a cercare il “vero lavoro” iniziano le difficoltà, le amarezze, le delusioni… E vi è chi specula sull’incertezza del lavoro: chi dovrebbe aiutare le nuove generazioni a entrare nel mondo della produzione è letteralmente incantato dalla prospettiva di una generale offerta di lavoro a basso costo: una massa di giovani in competizione tra loro è come una manna dal cielo! Chi non è flessibile osanna la flessibilità come mezzo per rendere competitivo il mercato del lavoro: il posto fisso è ormai un miraggio, eccetto che per alcuni. La precarietà e gli studi continuati fino ai 30 anni portano anche un’altra conseguenza fondamentale: i giovani rimangono inchiodati a casa di mamma e papà, poiché i prezzi degli alloggi sono da salasso. Anche la mamma prima o poi si stuferà di lavare i calzini dei figli! Non si possono neanche definire “bamboccioni”: se un giovane avesse le possibilità di avere maggiore indipendenza andrebbe via di casa, ma il punto cruciale è che non le ha. Tutti sanno bene che nel prossimo futuro non ci sarà il Bengodi: non sarà facile per nessuno, ma non per questo tutti devono rassegnarsi alla precarietà e all’incertezza. Mi viene in mente la frase che tanti domandano ai bambini: “Che lavoro farai da grande?”. Un interrogativo che forse oggi non ha senso porre. Giulia Antonucci, 4A/S
È possibile vedere il futuro? Da sempre l’uomo ha tentato di vedere il futuro. Premonizioni, sogni, divinazioni, profezie, fanno parte della storia dell’uomo. È possibile, secondo i criteri della scienza, conoscere il futuro? Vi segnaliamo un articolo di internet, che sta a voi approfondire. tà già attuata di cui conserviamo tracce, memorie etc.; il presente esiste, è la realtà in atto; il futuro non esiste, è solo una realtà in potenza: come potremmo quindi vederlo? (la sola possibilità di un futuro già dato, esistente, porrebbe enormi problemi e pratici e filosofici, basti pensare al "libero arbitrio"). Eppure, anche se sembrerà strano, diversa è la posizione della scienza attuale. Anzi, i possibili modelli di spiegazione di una fenomenologia che comporti acquisizione di informazione dal futuro o addirittura "viaggi" nel tempo sono così numerosi ed intrinseci alle moderne teorie fisiche che un fisico moderno non dovrebbe essere sorpreso se tale fenomenologia fosse provata sperimentalmente. Voglio essere più che chiaro su questo punto: non sto dicendo che la scienza moderna ha provato l'esistenza di fenomeni come la precognizione, la profezia o i viaggi nel tempo (anche se su questo si potrebbe discutere, vedi dopo); infatti spetta solo all'esperimento fornire una tale prova di esistenza e i pochi lavori seri in questo campo non hanno dato ancora un'evidenza sperimentale netta e indiscutibile di tali fenomeni. Quello che sto dicendo è che, qualora l'esistenza di tali fenomeni fosse provata, le attuali teorie scientifiche sarebbero in grado di fornire non uno ma più possibili meccanismi di spiegazione. (continua)
E' possibile conoscere il futuro? Cosa ha da dire la scienza attuale a proposito di un argomento come questo che da sempre è al centro dell'interesse e dell'immaginazione umana? Se la domanda significa conoscere anticipatamente eventi futuri, prevedere il futuro, allora bisogna ammettere che la scienza (nata in effetti per questo!) riesce a farlo, nei suoi limiti, con notevole efficacia: semplicemente guardando il mio orologio (uno dei tanti gadget accessibili ora all'uomo comune) riesco a sapere la posizione dei pianeti del sistema solare per il prossimo secolo, posso prevedere (e sarei disposto a scommettere su tale previsione) che, ad esempio, il 20 marzo del 2015 ci sarà un'eclissi solare o che, al prossimo passaggio della cometa di Halley, il massimo avvicinamento alla Terra avverrà il 29 Luglio 2061. Tuttavia, pur sottolineando l'importanza e la meraviglia di una tale conoscenza, riconosco che comunemente con la suddetta domanda non si intende conoscere il futuro come prodotto o conseguenza più o meno necessaria del passato e del presente; non si vuole una conoscenza come estrapolazione scientifica dell'informazione che possediamo, ma piuttosto ci si chiede se è possibile acquisire informazioni che provengano direttamente dal futuro: in altri termini, ci si chiede se è possibile vedere il futuro. Certo penseremmo che la scienza, così come il senso comune, risponda decisamente no a tale domanda. In fondo tutti sappiamo che il passato è esistito, è una real-
Mario Bruschi, Dipartimento di Fisica, Universita` "La Sapienza", Roma www.coscienza.org/scienza/futuro.htm 8
C'è un futuro per la spiritualità? Il mondo viaggia veloce. Ce ne accorgiamo tutti i giorni. Dai nuovi cellulari ipertecnologici ai nuovi social network che ti fanno avere migliala di amici in poche ore. Alcuni giorni fa una notizia mi ha incuriosito: un uomo di chiesa ha inventato una specie di I-pod contenente tutti i salmi e le preghiere adatte a qualsiasi situazione. Questo mi ha fatto riflettere su una cosa, e cioè se la religione e la spiritualità non trovano più posto nella nostra epoca. Il culto religioso ha radici antichissime, millenarie. Proviamo a pensare a religioni come il Mitraismo , nato nel settecento a.C., o allo Zoroastrismo, ancora più antico. L'uomo ha sempre avuto bisogno di credere in qualcosa di più grande di lui per giustificare le proprie azioni. Ora ci troviamo in un’epoca più evoluta rispetto a quelle passate; così evoluta che ci permette di cercare da soli le nostre risposte. Il domani è alle porte, e la spiritualità chiede solo di poter entrare, ma non tutti glielo permettono. Moltissime persone vedono nella religione uno spreco di tempo che non ti dà risposte ma solo speranze ( e io sono tra queste persone ) che spetta al vero credente coltivare. Tra le persone che credono, però, ce ne sono alcune che purtroppo utilizzano il pretesto religioso per portare avanti campagne spaventose che minano qualsiasi tipo di dogma o precetto religioso. Questi fanatici religiosi usano quella che dovrebbe essere una parola di speranza e amore per portare scompiglio nel mondo, rovinando agli occhi delle persone elementi fondamentali della storia dell'umanità. Attenzione però, perché la colpa non è tutta loro, ma anche di un analfabetismo religioso di fondo: le persone non sanno quasi mai cosa una religione tratti e la condannano solo per quello che fanno i suoi seguaci un po' troppo estremisti. In questo caso il detto "L'uomo ha paura di ciò che non conosce" calza a pennello. Le innovazioni tecnologiche, le nuove scoperte storiche e archeologiche hanno già portata alcuni a dubitare del fondamento della religione. Chi può sapere cosa capiterà in futuro? Forse si troveranno le prove certe nell'esistenza di Dio o forse no. Ma cosa succederà quando l'uomo avrà spiegato tutto? Forse non avrà più bisogno di credere? Questa ricerca di risposte non è altro che una ricerca di verità. L'uomo non vuole vivere nel buio dell'ignoranza e del dubbio e quindi si muove per sapere ciò che la religione non può spiegargli, anche se Spiritualità non tutti i religiosi sono d'accordo con questo. E poi credete veraQuando si parla di spiritualità si è comunemente mente che a Dio dispiaccia che ci poniamo delle domande e non portati a pensare a pratiche ascetiche e ad esperiensiamo semplici pecore? Io non credo...... Un’ultima cosa: la ricerca ze mistiche, lontane dalla vita quotidiana, riservate a pochi "eletti". Ma nella sua accezione più vera e della verità è una delle cose che rendono l'uomo tale; in fondo "conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" ( Giovanni 8,32). profonda la spiritualità è la vita stessa in quanto Mauro Cerni, 5A Soc vita guidata dallo Spirito (o dalla coscienza).
Torneranno i grandi della storia? Nel corso dei secoli ci sono stati grandi uomini, che grazie i loro idoli sono Alessandro Del Piero (calciatore), Maccio ai loro ideali e alle loro azioni hanno mutato o rivoluzionato la Capatonda (cantante), Will Smith (attore), ecc.. Ma la domanda è: torneranno mai gli idoli di una volta? storia. Alcuni di essi sono: Gandhi: politico indiano ed importante Ormai i ragazzi non credono più in coloro che lottano per riuscire ad avere un mondo migliore, ma credono e aspirano a guida spirituale nei movimenti di difesa dei diritti civili dei diventare come coloro che fanno di tutto per apparire cittadini, usando il sistema della "non violenza", in televisione, nei cinema, alle radio, e che sono fae premio Nobel per la pace. Martin Luther King: mosi non perché hanno fatto qualche cosa di imporpremio Nobel per la pace, politico statunitense, tante per la società, ma perché sono belli, fanno rideleader per la difesa dei diritti civili. Nelson Manre, ecc.. dela: politico sudafricano, premio Nobel per la Ma il nostro futuro ha ancora bisogno di gente che pace, fu uno dei leader per il movimento anticombatte per dei diritti che le sono stati negati o per apartheid. Eleanor Roosevelt: first lady statunirendere migliore la vita agli altri. tense, si impegnò per tutta la vita nella tutela dei Questi grandi uomini torneranno? E se sarà così, noi saremo diritti civili e fu una tra le prime femministe. Presiedette, inolpronti ad accoglierli e seguirli assecondandoli? tre, la commissione che approvò la dichiarazione universale Probabilmente non saranno in molti coloro che li ascolterandei diritti dell'uomo. Rita Levi Montalcini: scenziata italiana, no e lotteranno con loro, perché la maggior parte dei ragazzi premio Nobel per la medicina e senatrice a vita. Oggi invece, sembra che ai giovani non interessino più colo- di oggi non ha il coraggio, la voglia o le credenziali valide per ro che hanno fatto qualcosa per migliorare la società, ma per seguirli. O più semplicemente pensa che non ne valga la pena. Ma visto che la nostra società è quella che è anche grazie a lo più persone che sono famose perchè sanno ballare, cantare, loro, allora la domanda è: come sarà il nostro futuro? recitare, sfilare o mettersi in mostra. Ad esempio, chiedendo ad alcuni ragazzi, mi hanno detto che Chiara, 4°C ginnasio 9
SUPPLEMENTO D’ANIMA Dibattito sulla spiritualità (by Irene)
Testimonianza di Daniele dal carcere Due Palazzi di Padova
Una sola dose per dire addio a tutto Ho conosciuto la tossicodipendenza dall'età di 15 anni, ora ne ho quarantadue. Ho trascorso sedici anni della mia esistenza dietro le sbarre per reati connessi all'uso e allo spaccio di sostanze stupefacenti e se tutto va bene devo scontarne altri quattro. Per problemi legati all'uso di sostanze stupefacenti ho perso l'unico fratello che avevo, molti amici e conoscenti, e ora iniziano a morire i figli dei miei amici e coetanei. Non vorrei però che questo discorso fosse preso come un pianto, non è giusto piangere sulle proprie scelte sbagliate, chi sbaglia paga, questa è la dura ma inesorabile legge della vita, cambia solo il prezzo, in base alla fortuna soprattutto, ma anche alle disponibilità economiche, alla famiglia che uno ha o non ha alle spalle e tante altre variabili, ma il conto tè lo presenta sempre la vita. Oggi parliamo dell'ennesima vita andata irrimediabilmente perduta, oltretutto l'ennesima vita valente, ricca di talento. A Venezia quando si va a comprare l'eroina non si chiede se ti vendono qualcosa, si dice: mi salvi? E chi te la vende è messo come te! La tossicodipendenza costituisce una delle disgrazie più feroci di questa epoca, per noi stessi, per le nostre famiglie e per tutte le persone che ci hanno incontrato nella fase acuta di questa patologia. Fino ai trent'anni, quindi per più di dieci anni di uso di sostanze di tutti i generi, riuscivo, seppur con fatica, a smettere e a stare un periodo senza farne uso, oppure riuscivo abbastanza facilmente a prenderne una, due dosi e poi, nonostante avessi la sostanza a portata di mano, non continuare a usarla. Questo lo riscontravo anche in molti dei miei amici che ora non sono più di questo mondo. Quan-do si doveva smettere ci si chiudeva
una settimana a casa o si andava in qualche località isolata e si tornava piano piano alla vita (e uso questo termine perché in realtà ogni volta che ci si disintossicava era veramente come rinascere). Con l'avanzare degli anni però il fisico e la
psiche si indeboliscono. Ho visto persone forti, temerarie e coraggiose diventare delle vere larve umane, chiedere l'elemosina per racimolare i soldi per sopravvivere, piangere come bambini. Ricordo l'ultima volta che ho assunto sostanze stupefacenti. Avevo smesso da poco più di un mese perché ogni tanto il fisico mi mostrava chiaramente che andare oltre significava morire. Poi una persona con la quale avevo discusso durante questo periodo di astinenza pseudo-volontaria, mi aveva fatto notare che ormai non dipendeva più dalla mia volontà e che avevo qualcosa dentro che comandava in vece mia. Io ho litigato con questo mio amico, ero ancora convinto che avrei potuto dire basta, inseguendo sempre la chimera della mia gioventù, quando con la sostanza a disposizione riuscivo a sta10
re un certo tempo senza fame uso. Così a casa mi misi sul tavolo della cucina con a disposizione cocaina ed eroina, volevo provare e vedere, ero lucido e disintossicato, dovevo dimostrare a me stesso che potevo usarne una dose e fermarmi, così avrei potuto continuare ad autogiustifìcarmi. Purtroppo non appena la sostanza entrò in circolo ho sentito la delusione invadermi: tutte le mie barriere crollavano miseramente. Capii immediatamente che non avrei smesso fino alla fine della scorta che avevo, ma che era l'ultima volta. Non ho maturato una soluzione, non ho la pretesa di indicare la strada a nessuno, perché ho visto troppe circostanze e persone così diverse tra loro, con altrettante soluzioni. Credo però di aver capito perché tanta gente ci ricasca nonostante i mille buoni propositi, sinceri, anche se poi ineluttabilmente disattesi. Nel mio caso, e credo sia lo stesso per molti, ormai non ho scelta, mi basta una sola dose e posso dire addio a tutto. Quanto invece alle ragioni che mi spingevano a far uso di sostanze, non riesco neppure a capire cosa si cela dietro questa sfida che ho rincorso con me stesso. So solo che era un continuo mettermi alla prova fino al limite ultimo, alzando sempre la posta in gioco, e voler rischiare ad ogni costo e sempre di più quello che di più caro ho, ma che mi sembra non mi appartenga, la mia vita. Senza rendermi conto che nell'inesorabile avvicinarmi al baratro portavo con me anche i miei cari e le persone amate. Daniele Corradini, Ristretti, periodico di informazione e cultura dal carcere Due Palazzi di Padova, dicembre 2008
Artisti e campioni tra noi
Maria Torre, 5C Spp, campionessa di kickboxing In questo sport ci sono differenti specialità. Ce le descrivi? In quella che pratico io sono ammessi colpi solo sopra la cintura, in altre è concesso anche il contatto fisico completo, ma solo ad età superiore ai diciotto anni e si pratica su di un ring. La kickboxing è principalmente suddivisa in due parti: alta e bassa. La prima con colpi solo sopra la cintura, l'altra con colpi solo sotto l'interno coscia. Come hai cominciato a praticare questa disciplina sportiva? Ho iniziato a quattordici anni, per caso. A karate c'era una lezione di kick boxing e così ho provato. All'inizio non mi entusiasmava tanto, perché si cominciava eseguendo varie mosse davanti a uno specchio, però poi vedendo gli atleti già esperti che combattevano in palestra mi è piaciuto. Una ragazza che fa kickboxing non è molto comune... Sì, effettivamente... a volte infatti in palestra ci sono un po' di pregiudizi, i ragazzi che vengono da altre palestre magari non vogliono combattere per paura di farmi male, ecc. I miei compagni di palestra ormai conoscono il mio modo di combattere perciò non sono molto condizionati. La stazza, il peso e la struttura fisica incidono comunque molto negli incontri Pare che i precursori in Occidente di questo sport siano stati gli attori Bruce Lee e Chuck Norris. Il cinema ha
aiutato nella sua diffusione? Sì. Ancora adesso vengono presi come modelli. Molti ragazzi vengono in palestra basandosi su quanto hanno visto nei film, cercando anche di interpretare le tecniche di combattimento che vi sono presenti. Quanto ti impegnano gli allenamenti e in che cosa consistono? Possono variare dalle due alle tre volte a settimana della durata di circa 2 ore. Il riscaldamento è molto incentrato sui muscoli degli addominali, in quanto sono molto importanti nella kickboxing. Nell'allenamento si provano le mosse con il proprio partner per poi metterle in pratica nel combattimento libero a fine lezione. Dal punto di vista fisico, sono necessarie particolari doti? Bisogna avere molto fiato perchè bisogna resistere per 2 o 3 minuti consecutivi incassando e sferrando colpi, a cui si aggiungono anche l'emozione e la tensione psicologica. Riguardo alla stazza e al peso vi sono vantaggi e svantaggi, relativi all'agilità, alla velocità e alla forza, però sulla fine è molto più importante avere una buona tecnica che un fisico particolarmente prestante. La kickboxing è abbastanza seguita in Italia? Le competizioni sono regionali o provinciali, io non le ho mai fatte perché non rientro nella fascia minima di peso, però so che il pubblico a Torino o Milano è abbastanza numeroso. Andrea e Lorenzo, 4A Ginn
Marta Peretto, 4C Spp, appassionata di pittura Durante un'assemblea dei rappresentanti di classe si è parlato della giornata dell'arte, difesa e motivata soprattutto da te. Secondo te quanto ascendente ha l'arte nella nostra generazione e che ruolo riveste? Io credo che la maggior parte delle persone della nostra generazione non abbia il desiderio di condividere i colori, forse anche per l'assoluta mancanza di sensibilità al riguardo. Molti giovani si accontentano di rimanere a terra… Oggi si tende all'omologazione, si punta ad una forma di comunicazione più immediata, semplice. Temo che ci siano giovani che non sappiano distinguere l'arte dalla spazzatura… gente che spende molto tempo della propria vita davanti alla TV guardando il “Grande fratello”, invece che graffiare una tela con del colore o anche più semplicemente sorridere… Tutti maledettamente accecati dalla banalità di un mondo con troppe scale di soli grigi.. I tuoi quadri presentano fondamentalmente il tema del nudo e della sessualità. Questa scelta è volutamente provocatoria oppure ha una relazione intrinseca con la sfera sentimentale? A parer mio l'arte in sé è una provocazione, a prescindere dal fatto che io rappresenti o meno nudi o scene di sesso. L'arte può sconvolgere anche solo rappresentando un fiore… L'arte è tutto ciò che ha la capacità di graffiare l'anima, di scuotere nel profondo, di giungere là dove neanche il colpo inferto da una spada può ferire. I soggetti che scelgo sono per lo più corpi femminili: il cor-
po di una donna con la sua sinuosità, con la morbida linea che accompagna le curve più dolci: è la dimora della sensualità da dove il desiderio prende vita, la passione divampa, arde e brucia e dunque sfocia nell'arte. Da quanto tempo disegni e come hai imparato le tecniche? Disegno da molto tempo, oserei dire fin da quando ero bambina. Poi certo la mia mano si è perfezionata con il passare del tempo e con l'esperienza. Non ho mai frequentato corsi o acquisito tecniche da alcuna scuola... È un dono. Da dove nasce l'ispirazione artistica? Chiudi gli occhi e ascoltati... ascolti ogni brivido. Nasce così dalla ricerca dentro sé. Dove sta secondo te il limite tra pornografia e nudo artistico nella rappresentazione di un corpo e della sessualità? Io penso che un corpo senza veli non sia volgare di per sé. Piuttosto, il confine sta in quella linea sottile che divide ciò che io rappresento con purezza e gioiosa curiosità e ciò che viene volutamente accentuato dalla volgarità di un'intenzione precisa: quella di provocare, esagerare, eccitare. Cosa rappresenta l'arte nella tua vita e chi è il tuo artista-idolo? L'arte è fondamentale nella vita, è essenza, è un'esplosione di bellezza. Quella bellezza che si esprime nelle linee di un corpo nudo, nelle sfumature del cielo all'alba, nelle stelle, nel mare… L'arte è la forma comunicativa di ciò che si ha dentro, nel profondo dell'anima. È sentimento, è emozione, è uno sguardo altre l'orizzonte del percettibile... è amore. Elisa Quaranta, 5B L 11
7 in condotta La rubrica che raccoglie le imprese scolastiche degli studenti e le “note” dei professori che le hanno descritte. Pubblichiamo solo le migliori!!! Sono riprese dal blog http://www.notadisciplinare.it. - Ridere con moderazione!!!! L'alunno B. ha lanciato un penna nell'occhio del compagno B., richiedo consiglio di classe e chiamata dei genitori. L'alunno M. banchetta nell'ora di matematica con tanto di bicchiere con vino rosso. M. si taglia le vene. P. fa pulizie in classe. La classe si sventola. K. minaccia l'insegnante. Gli alunni B. e B. durante l'ora di italiano compiono irrispettosi esperimenti di balistica usando proiettili di carta e saliva (stoppini) contro il ritratto dell'Onorevole Presidente della Repubblica. Si giustificano dicendo di necessitare di un bersaglio. Facendo l'appello e notando l'assenza dell'alunno S., mi viene detto dall'alunno C. di non preoccuparmi. Quest'ultimo estrae il portafoglio, lo apre, e simulando di parlare ad una terza persona urla "Scott: teletrasporto!" Con fragorosi effetti sonori fatti con la bocca l'alunno S. fuoriesce dall'armadio. L'alunno D. L. arrivando in classe in ritardo si giustifica dicendo di aver perso tempo a parcheggiare l'Enterprise. L'alunno A. durante l'intervallo intrattiene dalla finestra dell'aula gli alunni dell'istituto imitando Benito Mussolini, munito di fez e camicia nera, presentando una dichiarazione di guerra all'istituto che sta dall'altra parte della strada. - P. utilizza la corda come un lazzo. - P. non fa ginnastica e invece di rimanere nel posto assegnato gironzola per la palestra. - M. (maschio) mentre V (femmina) salta la corda, si mette le mani al petto facendole ballonzolare. - M. si è infilato un capo della corda nella cintola dei pantaloni e ride soddisfatto. - M. fa un rutto e si giustifica dicendo di avere aria nella pancia. - A. ride in maniera sguaiata. - M. e M. ruttano in faccia alle ragazze. - P. urla. - Molti ragazzi utilizzano le corde per saltare come palloni da pallacanestro. - M. dice che sua madre leggendo queste annotazioni "si farà 4 risate". Dopo sette verifiche insufficienti nella mia materia (matematica), l'alunno Fabio V., prende un sei in una verifica creata appositamente per il suo recupero, alla riconsegna del test accende in classe 2 raudi e una fontana pirotecnica creando il delirio più assurdo in classe. Altri otto alunni, suoi complici, stappano bottiglie di champagne e chiedono alla sottoscritta di bersi un goccino! Si richiedono seri provvedimenti. Entrando nella classe 3ª D, dalla quale proveniva un gran rumore, sorprendo gli alunni e l'insegnante che urlano all'unisono "bellaaaaa". Richiedo provvedimenti per entrambi. Giacomo 2B Cl
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Detti&Massime "Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo." (W. Shakespeare) "Quand'ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli." (W. Allen) "Sposati: se trovi una buona moglie sarai felice; se ne trovi una cattiva, diventerai filosofo." (Socrate) "Sapete perché la vendetta è così buona? Perché è dolce e non fa ingrassare!" (A. Hitchcock) "Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone." (J. Steinbeck) "L'alcool e' un liquido prezioso: conserva tutto... tranne i segreti." (C. Grant) "Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina." (S. Agostino) "Solo l'uomo cammina ai confini di ciò che non ha confini, sa vedere il mistero, ascoltare il silenzio, esperire l'infinito." (F. Tomatis) "Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia." (Voltaire) Giulia, 4A/S
Ipse Dixit - “Mi sembrate quattro cocorite in gabbia” (Ricciardi) - “Sono assenti o ritardate?” (Varriano) - “… e poi la scuola deve pagare il denaro…” (Orbecchi) “Mi sembra di essere in un autogrill! Mi sembra di essere un venditore che fa la promozione di un prodotto in un autogrill” (Marenco) - Alunna A: “C’est un… boy!! Ricciardi (prof. di francese): io ti sembro Varriano? (prof. d’inglese) - “Facciamo una petizione e aboliamo il lunedì” (Ricciardi)
I want it all and I want it now Nell’ultimo periodo, tutti se ne saranno accorti, la nostra scuola è stata bombardata da critiche e cambiamenti, dovuti alla nostra cara ministra: Mariastella Gelmini. La riforma della nostra cara Mariastar è stata accolta violentemente dalla scuola pubblica, e le reazioni hanno riflettuto il pensiero comune “tagliate sul vostro stipendio e non sul nostro futuro”. E tanto per cambiare, la nostra protesta si è risolta in una bolla di sapone. E adesso? Cosa succederà ora che la maggior parte di noi si è stancata di lottare contro i mulini a vento? Ragazzi, siamo spacciati. Oggi la metà dei ragazzi, quelli in grado di spiccicare due parole di senso compiuto di seguito, ha dei sogni, anzi, mi correggo, aveva dei sogni, perché ci sono state tagliate le ali. Non arriveremo mai abbastanza vicino al sole da poter distruggere i congegni di cera che ci tenevano in volo, i tagli alla scuola ci hanno impedito di costruirci quelle ali. Noi volevamo solo studiare, non arti belliche o come creare armi batteriologiche, volevamo solo studiare italiano e
matematica, greco e tedesco, scienze sociali e diritto, e tutte quelle materie che ci avrebbero trasformato in cittadini con la coscienza dei propri diritti e dei propri doveri. Non ne abbiamo più il diritto. Abbiamo il dovere di studiare, ma non abbiamo più il diritto di farlo. Come sarà il domani se le fondamenta anche solo per costruire l’oggi ci sono state rubate, che casa si costruisce senza cemento e laterizi? Noi volevamo solo poter sperare in un domani, volevamo crearcelo, noi vogliamo studiare. Quanti di quelli che hanno protestato sono e sono sempre stati i primi della classe, il futuro della propria generazione, e quanti lo saranno ancora?? Nessuno, perché in una classe con trenta allievi non c’è spazio per i cervelli, e non ce n’è neanche per le idee, se queste sono 13
controllate da una valutazione. Personalmente, io studio da quando sono alla materna, sono sempre stata tra i primi della classe e da grande voglio fare l’avvocato, per poter provare ad aggiustare qualcuna delle fratture della nostra società, lottare contro la mafia, contro la guerra e la discriminazione Non posso più, con una sorella più grande che vuole proseguire negli studi e il lavoro da maestra di mia madre appeso a un filo. Ora voglio solo sapere cosa ne sarà di me, cosa avrò in mano dopo un liceo classico e una piccola probabilità di continuare. Esigo saperlo. Fino all’anno scorso, quando la mia mente si spostava dal libro di testo, fantasticavo e vedevo me stessa, e mi vedevo morire per degli ideali, mi vedevo lottare. Ora quando la materia si fa troppo pesante mi chiedo solo quanto costi allo Stato il sogno di un’adolescente, perché a causa della crisi hanno tagliato anche lui. Io rivoglio la mia vita, io rivoglio il mio futuro, io rivoglio i miei sogni. I WANT IT ALL AND I WANT IT NOW. Lara 5B Ginn
!?L’enigma?! Test di cultura generale 1) Quale calciatore italiano vinse il Pallone d’Oro, il prestigioso riconoscimento assegnato da una giuria di giornalisti sportivi, nel 1993? a. Roberto Baggio b. Franco Baresi c. Gianluca Vialli
4) Chi è Edson Arantes do Nascimiento? a. Ronaldo b. Pelè c. Serghinho 5) Se fra due parenti, uno è la medre del figlio dell’altro, che rapporto hanno? a. Marito e moglie b. Nonna e nipote c. Zia e nipote
2) In quale anno fu fondata la Juventus? a. 1897 b. 1899 c. 1903
6) In quale città europea è stato costruito l’albergo più piccolo del mondo? a. Amsterdam b. Parigi c. Londra
3) Se un inglese vi chiede una “Camera”, cosa dovete dargli? a. Stanza b. Automobile c. Macchina fotografica
7) Quale di questi bicchieri è particolarmente adatto per sorseggiare un buon vino rosso? a. Tumbler Ancora sul numero sette b. Ballon Oltre ai sette già citati nel precedente articolo si potrebbero aggiunc. Flute gere anche i seguenti:
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8) Chi erano i “druidi”? a. Medici greci b. Popolazione etrusca c. Sacerdoti celtici 9) Alcuni mesi hanno 31 giorni. Quanti ne hanno 28? a. 1 b. 7 c. 12 10) Se sono passati 3 giorni da Martedì e domani mancheranno 5 giorni al mio compleanno, quest’ultimo in che giorno cadrà? a. Giovedì b. Mercoledì c. Martedì 11) Se ad una gara sono in 5° posizione e poi supero il quarto e il terzo, in che posizione mi trovo? a. Quarta b. Terza c. Seconda 12) Se il figlio di A è il padre di mio figlio, chi sono io per A? a. Il padre b. Il figlio c. Il nipote Soluzioni: 1)a. 2) a. 3) c. 4) b. 5) a. 6) b. 7) b. 8) c. 9) c. 10) a. 11) b. 12) b.
I Sette dormienti. Nome dato a sette fedeli di Efeso, martiri nel III sec. Murati, narra la leggenda, per ordine dell'imperatore Decio, in una caverna dove avevano cercato rifugio, i sette fedeli di Efeso dormirono un sonno miracoloso per due secoli svegliandosi sotto il regno di Teodosio II. - Festa il 27 luglio. Sette e mezzo. Gioco di carte, d'azzardo, italiano. Sètte fondatori dell'ordine dei servi di Maria, santi. Denominazione comunemente data ai sette pii mercanti fiorentini fondatori dell'ordine dei Serviti (XIII sec.). Particolarmente devoti alla Madonna e dediti alla penitenza, prima di riunirsi a vita comunitaria appartennero al gruppo dei servi di Maria. Ritiratisi nell'eremo di Cafaggio (Firenze), si trasferirono sul Monte Senario (Firenze), gettando le basi del nuovo ordine. Altopiano dei sette Comuni. Noto anche come Altopiano di Asiago, altopiano delle Prealpi Venete (prov. Vicenza), che si estende, tra le valli del Brenta a nord (Valsugana) e a est, dell'Astico a ovest e a SO, mentre a sud digrada verso la pianura vicentina. Vasto circa 1.000 km² presenta al centro l'ampia conca di Asiago, tutta ammantata di verde. L'economia è silvo-pastorale. Turismo. Notevole è l'emigrazione, sia permanente, sia stagionale. Eptarchìa. Governo contemporaneo di sette persone. Termine usato in storia per indicare i sette principali regni anglosassoni d'Inghilterra, sorti e sviluppatisi tra il V e il IX sec. Plèiade. Denominazione con cui fu indicato, già dagli antichi, un gruppo di sette poeti tragici (per analogia con le sette stelle della costellazione delle Pleiadi), vissuti ad Alessandria alla corte di Tolomeo II Filadelfo Verrine. Sette orazioni di Cicerone contro Caio Licinio Verre Plèiadi. MITOL. GRECA - Le sette figlie di Atlante e di Pleione, nate sul monte Cillene. Secondo una versione del mito, furono tramutate in colombe mentre erano inseguite da Orione e, quindi, in stelle. Gli animali dell’arca. Noè vi accolse sette coppie di animali puri e una coppia di impuri. Gabriella, 5B L
Musica & film I film in arrivo Come avrete notato, questo numero di Onda è stato piuttosto impegnato e impegnativo, e quindi dobbiamo rilassarci un po’ con la mia, e ripeto MIA, pagina personale, indubbiamente la migliore di tutto il giornalino!! (scherzo… anche se non troppo) Prima di tutto…Sayan in arrivo!! È indubbio, ufficiale, importante e galattico che Dragonball è anche un film, giusto perché Goku non lo avevamo ancora visto da tutte le parti. Sempre rimanendo in campo fumetti, Wolverine torna al cinema con un film prequiel degli ormai leggendari X-Men. Ora entriamo nel campo che più piace al Porpy: i film coi bei ragazzi… scusate maschietti ma vi dovrete pur essere accorti di essere in minoranza assoluta! Scamarcio torna al cinema, col drammatico di Michele Placido Il grande sogno, nel cast anche Luca Argentero. È poi in lavorazione il classico film per ragazze single, perché ha come protagonisti tre brutti carciofi come Robert Pattinson, Zac Efron e Justin Timberlake….che triste eh il mondo!! Per concludere il film che richiede di essere nominato con una mano sul cuore e il Lacrimosa di Mozart come sottofondo. Sto parlando di Parnassus - L’uomo che voleva ingannare il diavolo, l’ultimo film di Heath Ledger, compianto da tutti, che ha lasciato un vuoto tale che nel film è dovuto essere riempito da Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell, e che nelle stelle del cinema è rimasto freddo e deserto. Con il triste ricordo di un attore che se ne è andato chiudo l’articolo. Ciau a tutti… Lara, 5B Ginnasio
Le novità musicali
Hola guys!!! Sta per uscire il cd dei mitici Deep Purple, Stormbringer, in versione rimasterizzata, anche gli U2 hanno in programma un nuovo cd: No Line On The Horizon. Per rimanere in campo leggende a marzo dovrebbe uscire la versione live dell’ultimo cd di Vasco Rossi. (Dopo questa, Pietruccio caro, lamentati ancora una volta di un mio articolo e ti sopprimo!!) Un mio dubbio è diventato certezza, i Green Day aspettano di vedermi stramazzare al suolo perché ogni due giorni annunciano l’uscita di un album per ora inesistente, quindi per favore Billie Joe, deciditi a dirmi la verità o è la volta buona che brucio la maglia che indosso ora e che ti ritrae e mi compro quella di Miley Cyrus!! Meno male che esiste allora Marilyn Manson che ha annunciato la prossima uscita di The High End Of Low. Per il resto il nostro futuro musicale non è purtroppo dei più entusiasmanti. Alla prossima cicci.. Lara, 5B Ginn
Le più belle battute dei film
La cena per farli conoscere "Lo sapete come mi ha chiesto di fare quella cosa lì?". "Facciamo sesso?". "Noo, Giulio non si sarebbe mai espresso così… mai. Mi ha chiesto: "Posso farti la festa?" Mi ha detto così: "Posso farti la festa?" "Bello". "Bellissimo". L'attore alla guardarobiera: "Tu hai lavorato con Monicelli, secondo te perché non mi ha mai chiamato?". "Forse non eri il suo genere…". "Forse non ero il suo genere…". "Capita…Io non ero il genere di mio marito,
"La laurea con lode, il master all'estero, complimenti, vedo che lei è mi ha lasciata per un'albanese di 50 chili…". molto qualificato… anche troppo". "Capita…". Hannibal Lecter – Le origini del male Mi fido di te "La sua faccia è stata mangiata". Ale all'Ikea: "Sospetterei i corvi…". "Con la fila che c'e alla cassa questo mobi- "Corvi che fanno un kebab?". le lo paghiamo un milione di euro… Ora "Ma cosa ti ho fatto?". che tocca a noi è d'epoca!". "A parte mangiare mia sorella, niente". In un negozio di scarpe: Manuale d'amore - capitoli successivi "Le scarpe sono belle, ma mi toccano un L'avvenente fisioterapista al paziente: po' in punta… "Ti faccio male?". E' vero che è un po' che non taglio le unghie, però se ha un mezzo numero in più è "Tu non mi faresti male neanche se usassi la sega elettrica". meglio". 15 15
1984 Il capolavoro di George Orwell Scritto nel 1948, rappresenta la lu- bile, ma proprio per queste ragioni è in grado di mocida visione di uno stato totalitario e strarci la vera natura di molte società oggi esistenti e le costituisce un monito per le future loro potenzialità. Telecamere e microfoni posizionati generazioni. Tre sono le superpo- dappertutto controllano i cittadini e la Psicopolizia si occupa di eliminare con sotenze in co"Chi controlla il presente controlla il passato. lerzia coloro che dissentono stante lotta tra Chi controlla il passato, controlla il futuro." dalle linee del partito. loro di cui il (George Orwell, 1984) Winston Smith, il protagomondo è composto: Oceania, Eurasia ed Estasia. Lon- nista del racconto, è un membro esterno del partito e dra è la sede del Ministero dell’Amore, del Ministero lavora al Ministero della Verità dove modifica articoli, dell’Abbondanza, della Verità e della Pace ed è gover- corregge libri, riscrive documenti che non siano in acnata secondo i principi del Socing (socialismo inglese) cordo con le direttive del Grande Fratello e altera la dall’onnisciente Grande Fratello, ritratto negli enormi storia. Non è possibile vivere in maniera differente damanifesti che campeggiano ovunque insieme agli slo- gli usi e costumi imposti; non è possibile amare, non è gan del Partito: “La guerra è pace; La libertà è schia- possibile ricordare, soprattutto non è possibile pensare. vitù; L’ignoranza è forza”. Qui si svolge tutta la vicenCristina, nontelodico da narrata. E’ un romanzo di fantasia, estremo e terri-
Ieri è storia, domani un mistero, oggi un dono E se il domani non esistesse? Come sarebbe la vita dell’uomo senza un domani? Forse più che come sarebbe, la domanda giusta è come sarebbe la vita degli uomini qualora la parola domani perdesse ogni valore. Sarebbe più bella o non sarebbe più nulla? Nessuno può saperlo. L’unica cosa che sappiamo è che le nostre vite sono strettamente legate al domani; è l’idea stessa di domani che ci sorregge e ci spinge a vivere oggi. La vita di ogni uomo è in bilico tra l’oggi e il domani, tra il reale e il possibile. E il possibile, inevitabilmente, si carica delle nostre speranze, dei sogni, delle paure. È strano quanto l’uomo viva ogni attimo aspettando quello dopo, che, giunto, non ha già più alcun valore. Il pensiero è già volto al prossimo e a quello che lo seguirà. E così, ogni attimo, ogni preziosissimo secondo della nostra vita non vale più nulla, inghiottito da un futuro illusorio quanto vano. Quindi un mondo senza domani? Un mondo dove tutto sia presente? Esiste un popolo, quello del cosiddetto “tempo di sogno”, che vive la vita senza tempo, dove tutto è presente e un popolo ormai quasi scomparso, relegato nella parte più desertica e inospitale dell’Australia, che ancora vive il suo tempo attimo per attimo, respiro per respiro, sogno per sogno. “Carpe diem” ha detto qualcuno, un tempo. Ora io dico:”ieri è storia, domani un mistero. Oggi è un dono, per questo si chiama presente”. Gaia 3A Cl
Da nessuna parte (Raginkiz) Le cose cambiano e questo lo so, a volte devo chiedermi se io mai cambierò se mollerò ma io non penso, o forse sì ma non ha senso una vita come incenso che brucia e resta il fumo, che di ciò che è passato non resta che il profumo, sudo solo a pensarci ma quanti intralci e quante vite ancora dovranno salutarci in un posto troppo stretto in cui io non riesco a starci uscirci mi è difficile milioni di progetti che non sono altro che briciole non è possibile ma come, può esserci una legge pure dentro una passione in successione a mille affanni, se penso che sul palco io c’ero a quindici anni ed ora guarda come sei,
ma il destino non si ferma non so che mi riserva tante persone muoiono e a me questo mi spaventa, per questo voglio vivere dare alle persone un motivo per sorridere Non c’è tempo da perdere in un mondo così futile bisogna solo correre dove la gente giudica perché si sente inutile contro questo tempo che ti cercherà di opprimere. spesso, E volere non tentare di cambiare il tuo destino chi parla alle spalle è insicuro di se stesso aggrappato alle sue spalle affronterai il tuo cammino cerca di capire, di compatire un cane che ha paura cerca sempre di ferire. Per tutti i sogni che ho io da nessuna parte andrò. Non c’è tempo da perdere Per tutti i sogni che ho bisogna solo correre io da nessuna parte andrò, mai. contro questo tempo che ti cercherà di opprimere.
sognavo questa vita e ciò che sogno ora potrei averlo in mano, ma sul foglio che ho l’inchiostro e spero non cada invano.
Lamentarmi, a che cosa vuoi che serva mi sveglio ogni mattina e penso ad una vita incerta eppure credo in me, in ogni mio foglio di carta sono fiducioso nella gente che mi ascolta se questa sofferenza servirà per una svolta allora soffrirò, non mollerò, fino a quando ascolterai le mie parole ci sarò, le cose cambieranno solo quando lo vorrò,
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E volere non tentare di cambiare il tuo destino aggrappato alle sue spalle affronterai il tuo cammino Dove andrò? Dove andrò? Direzione non ho? Direzione non ho? Dove andrò? Mi chiedo, dove andrò? Direzione non ho? Direzione non ho? Solo un mucchio di sogni, un mucchio di sogni, che ho
Gruppi emergenti del Pinerolese
Intervista ai RaginKiz Con questo numero di Onda d’Urto inauguriamo la nuova rubrica dedicata alle band emergenti presenti nel pinerolese e dintorni. Abbiamo deciso di iniziare con i RaginKiz, band formata da cinque ragazzi di Pinerolo, Torre e Luserna: Will (chitarra, scratch FX), Devil (voce, beats maker, scratch FX), Sho (voce) e Tirr (batteria). I Ragin, che hanno auto-prodotto due album, il primo “Raginkiz” e il secondo “Da nessuna parte”, sono ormai conosciuti e ascoltati in tutta la provincia di Torino e non solo. Internet e in particolar modo la comunità virtuale di MySpace hanno contribuito moltissimo alla diffusione della fama dei Kiz. Come e quando vi siete incontrati e avete dato vita a questo progetto? Il progetto è nato nel 2006 fra i banchi di scuola del liceo, anche se alcuni di noi si conoscono sin dai tempi dell’asilo. “Ragin Kiz”, ovvero “Bambini Incazzati”, è un nome di forte impatto…come mai avete scelto questo nome? È stata una trovata geniale di Devil e Tirr, durante un compito in classe d’inglese. Diciamo che abbiamo scelto questo nome in quanto è la fusione delle due parole che ci rappresentano maggiormente. Può risultare, a prima vista, un nome molto scomodo ma è studiato sotto regole di marketing: “subito non lo si impara o non lo si capisce, ma dopo poche volte che lo si prova a ripetere, non si cancella più dalla memoria”… Il vostro stile musicale lo definite street-pop…come mai avete coniato questo termine? “Street pop”sono due parole proprio come “ragin kiz”. In questo caso però è la nostra musica preferita da sempre che incontra il luogo in cui siamo cresciuti. Lo street pop non è soltanto un nostro nuovo genere musicale, ma vuole anche essere un nuovo stile di vita e di pensiero: non è altro che “il compromesso perfetto”. Quali sono i gruppi o gli artisti che hanno influenzato il vostro stile e la vostra crescita musicale? Ce ne sono moltissimi, sicuramente troppi per poterli citare tutti. I primi comunque sono stati i Limp Bizkit e i Linkin Park, ma più in generale tutti i gruppi cross-over e punk inglesi ed americani. Chi di voi scrive i testi e chi compone la musica? Quando create vi trovate tutti insieme oppure ognuno di voi crea qualcosa per conto suo e poi mette in comune? I testi, le parole e le rime sono tutta opera di Devil e Sho, mentre per la musica i compositori sono Will, Devil e Manu. Capita raramente che si componga il tutto insieme, soltanto Devil e Sho scrivono richiusi nella“Devil’s house”; la musica invece nasce da un semplice riff di chitarra o di basso da pochissimi secondi; da quello, poi, si comincia con l’arrangiamento della linea melodica principale, delle ritmiche, ecc… Quanto è cresciuta la band dal settembre 2006 quando vi
siete formati ad oggi? Immensamente! Non solo dal lato musicale, ma anche e soprattutto dal lato sociale ed affettivo. Ormai non siamo soltanto dei semplici amici, ma dei veri e propri “socifratelli”, siamo una cosa sola, unica: siamo i “ragin kiz”! “Da nessuna parte” esprime in modo chiaro come la maggior parte dei giovani vede il futuro…(e così ci colleghiamo al tema d’apertura di questo numero di Onda d’Urto) … com’è nata questa canzone? Cosa volete trasmettere? Una sera, durante un concorso musicale, il chitarrista di una band torinese, durante una discussione ci disse: “Siete penosi! Voi con i vostri sogni non andrete mai da nessuna parte…” Questa frase ci ha fatto riflettere talmente tanto che abbiamo intitolato il nostro secondo album, appunto, “Da nessuna parte”. La canzone in sé, invece, tramite alcuni controsensi subliminali, vuole comunicare all’ascoltatore più di un singolo messaggio. Fondamentalmente è il segreto di ogni nostra canzone. (La band torinese, alla fine del concorso è risultata terz’ultima nella classifica finale, mentre noi siamo riusciti a portare a casa ben tre premi: forse avere qualche sogno può servire a qualcosa!) Dove si possono trovare i vostri dischi? “Rogirò Dischi” a Pinerolo è il negozio più vicino, mentre per qualsiasi tipo di informazione, richieste di cd, merchandising o news potete liberamente contattarci su msn all’indirizzo: devilrk@hotmail.it ; oppure agli indirizzi: www.myspace.com/ raginkiz - www.netlog.it/raginkiz Avete qualche scoop da rivelare ai lettori di Onda d’Urto riguardo l’uscita del vostro terzo disco o sul futuro della band? Possiamo soltanto rivelarvi che il nostro terzo album è stato terminato la settimana scorsa. Ora è pronto per essere prodotto, ma non possiamo assicurarvi nulla sulla data d’uscita, in quanto siamo in trattative di contratto con un’etichetta discografica e per scaramanzia preferiamo mantenere i dettagli top secret. Ma una cosa è certa… “ragin kiz is the future!!!” Giacomo D. 2B Cl 17
Libri & Libri Rubrica per gli amanti della lettura, del racconto, della poesia, dei fumetti...
Domani niente scuola Su questo numero vorrei consigliare altri due libri che riguardano la scuola. Uno è “La classe” di Francois Begaudeau, professore in una scuola media francese. Racconta di un intero anno scolastico fatto di dialoghi in classe e sala professori, ognuno alle prese con la propria vita quotidiana, monotona ma in cui ogni giorno è un po’ diverso da quello prima. Gli studenti poco (o per nulla) studiosi e professori che aspettano le vacanze. Il libro è divertente, ma offre anche spunti per pensare alla scuola di oggi, agli alunni, ai professori, alle lezioni. Che cos’è la scuola di oggi? Francois Begaudeau non sembra rispondere a queste domande ma dà gli elementi per farlo, riportando sia riflessioni e commenti personali che fatti. Ognuno si sente messo in discussione, riconoscendosi sia tra i professori, sia tra gli alunni che hanno la loro propria personalità ma tutti insieme formano un ritratto ben preciso della società. Da questo libro è stato tratto un film che ha vinto la Palma d’oro a Cannes nel 2008, in cui l’autore faceva la parte del professore. Altro libro che ho trovato molto bello è stato “Domani niente scuola” di Andrea Bajani. Questa volta il narratore non è più un professore ma neanche uno studente. È semplicemente un ex studente “infiltrato” a tre diverse gite di classe di fine liceo. Racconta l’adolescenza di oggi, che non è poi così diversa da quella di una volta e spesso sono gli adulti che sono più disorientati dei ragazzi. Elisa Garis, 4C Ginn
La classe
Porporato News Ci complimentiamo con Pier Andrea Martina, Roberta Marò e Lidia Primiani, ……...i tre ragazzi del nostro Liceo che sono stati premiati all’esame di maturità con il massimo dei voti. Sono stati pure premiati con una pergamena ricordo dalla dirigente del nostro dal nostro Liceo M. Amico. Tutti e tre hanno deciso di proseguire gli studi iscrivendosi alle facoltà universitarie: un “in bocca al lupo” per il loro percorso formativo! L’ACEA ha gratificato Onda d’Urto per il numero di Ottobre riguardante le problematiche ambientali con un compenso di 250 euro per le spese di stampa del nostro giornale. Grazie ACEA. La pagina autogestita dalle scuole dell’inserto della Stampa “Mondo scuole” del 16 Febbraio che parla di alcune realtà del Porporato è stata realizzata dalla nostra redazione di “Onda d’urto”. Giulia, 4A/S Insegnanti e studenti fateci sapere le News della scuola, soprattutto quelle belle, le pubblicheremo 18
Comico ma vero
“Invisibilità” = “paura” Sfogliando le pagine dell’ultimo numero di “Onda d’Urto” ho pensato ad una categoria un po’ particolare di “invisibili”: quelli che sono resi tali dalla società. Un esempio evidente è quello di Jadie, un’introversa bambina colpita da mutismo elettivo. La sua storia è orripilante, fatta di violenze sessuali, abusi emotivi e culti satanici, magnificamente narrata da una psicopatologa infantile. Trascurando per un momento il romanzo, proviamo a soffermarci sul reale significato del libro; Jadie pare semplicemente una bambina con qualche problema psichico e con una famiglia particolare che cerca di seguirla. Si potrebbe dire “una situazione non semplice, una famiglia sfortunata”; eppure la società, la scuola e la sanità si sono basate semplicemente su questo, perché abitualmente si preferisce non pensare ad una realtà così vicina a tutti noi, la si lascia oscurata dalla paura. Siamo spinti a rendere ancora più invisibili quei soggetti che avrebbero un grande bisogno di aiuto, che magari tentano addirittura di rendere un po’ più colorata la loro vita. Quindi, consigliando vivamente il libro “Una bambina e gli spettri” di Torey L. Hayden (edito dalla TEA), vorrei ricordare (e ricordarmi) che sono tante le situazioni di “invisibilità” presenti nel mondo, ma anche un semplice gesto può aiutare a colorare la vita di chi ormai è diventato trasparente. Silvia Garis IV° A-l
Barzellette L' autista di un pullman sta trasportando un gruppo di anziani. A un certo punto una vecchietta si alza dal suo posto e gli offre una manciata di noccioline. Il guidatore ringrazia e le mette in bocca. Dopo dieci minuti la stessa vecchietta si rialza e gli offre delle altre noccioline. La cosa si ripete per altre tre o quattro volte. Alla quinta, l'autista chiede alla signora: "Scusi, perché non ve le mangiate voi?" "Non abbiamo denti!" "Ma allora perché le comprate?" "Eh giovanotto, perché ci piace il cioccolato che c’è intorno" Cinque cannibali vengono assunti come impiegati in una ditta. Durante la presentazione, il Direttore Generale dice: “Adesso fate parte del gruppo. Qui si guadagna bene, se avete fame potete andare alla mensa aziendale. Quindi non date noia agli altri impiegati!” I cannibali promettono di non disturbare gli altri. Quattro settimane dopo, il Direttore Generale torna e dice: "State tutti lavorando bene, sono molto soddisfatto di voi, anzi da tre settimane l'azienda sta andando a gonfie vele. Però da ieri sembra scomparsa una delle ragazze delle pulizie, gli uffici sono sporchi e i cestini della carta sono pieni. Qualcuno
Situazioni vere accadute per caso, che fanno sorridere e sembrano quasi inverosimili. Manie di grandezza Nell’anno 2002 in Inghilterra, due uomini, a quanto pare coraggiosi, si sono messi a “combattere il crimine”. Il bizzarro è nei costumi da Batman e Robin che essi portavano, sostenendo di essere loro : probabilmente erano affetti da manie di grandezza … o avevano la passione per le tutine! Postino londinese A Londra un postino della Royal Mail si arrabbia perché aprendo la lettera a lui non indirizzata non ha trovato soldi. Per esprimere la sua delusione si vendica sui poveri destinatari malcapitati, che poi erano dei poveri anziani, scrivendogli un messaggio che allega alla loro lettera ormai aperta: «Caro cliente abbiamo dovuto aprire questa lettera per verificare se conteneva contanti o carte di credito, purtroppo non c'era niente. Potete dunque recuperare la vostra lettera di merda. La prossima volta, assicuratevi che ci siano dei soldi!! Con amicizia. Royal Mail». Invasione … da film! Entrano i soldati tedeschi a Roma, e la gente in piazza si allarma, fa passa parola, e c’è chi chiama i carabinieri … ma erano solo le riprese di un film! Alessia Martino, 2CS
di voi sa cosa è successo?” Tutti i cannibali dichiarano di non sapere niente della ragazza. Ma dopo che il direttore è uscito, il capo dei cannibali chiede agli altri: “ Chi di voi idioti ha mangiato la ragazza?” Uno alza esitante la mano, ed il capo dei cannibali lo rimprovera: “Imbecille! Per quattro settimane abbiamo Tutto continua a cambiare, ad evolversi e di conseguenza mangiato Responsabili di Marketing, Capi Area, anche il lavoro muterà; nessuno però può prevedere cosa acDirigenti, Area Manager cadrà e quindi ci si basa su ipotesi. e Product Manager, di Le professioni più quotate per un futuro prossimo sembrano modo che nessuno si ac- essere quelle legate all’avanzare della tecnologia, ma c’è chi corgesse di nulla, e tu dice che ci saranno anche quelle in campo ecologico, in quandovevi proprio mangiare to il nostro mondo avrà sempre più bisogno di attenzione. la donna delle pulizie?! In altri campi di professioni già conosciute si dice che Giulia, 4A/S l’interprete cinese avrà molto successo, in quanto questi stanno aumentando nel mondo e non solo nel loro paese, e sarà così anche per i “colleghi” mediatori culturali, che saranno sempre alle prese con gli immigrati a cui dovranno fare da tramite. Di nuovi,che non appartengano agli ambiti già citati, ci saranno gli esperti che si occupano del monitoraggio e valutazione sulla qualità di alcune professioni finora intoccabili : avvocati, medici, notai, i cui risultati saranno pubblicati periodicamente e saranno visibili a tutti ( questo idea è gia brevettata ). Infine avranno molto successo i lavori fai da te, nuovi ed originali, e il mistero che li cela li fa rendere più cercati e, come dire, fortunati. Di nuovi ambiti lavorativi,nuove idee,lavori originali, c’è né di tutti i tipi, basta già solo avere un po’ di fantasia. Alessia Martino, 2CS
Le professioni del futuro
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Lettere alla redazione
Test per le ragazze Pensate a un ragazzo e rispondete sì, no, o forse a queste domande.. Su un foglio fate tre colonne, una per il sì, una per il no e una per il forse; segnate una X per ogni domanda sotto la risposta corrispondente andando a capo ogni tre X. Alla fine del test guardate l’ultima riga di risultati per ogni colonna e contate quante X ci sono, dopodichè andate a vedere la soluzione corrispondente. 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) 23) 24) 25) 26) 27) 28) 29) 30) 31) 32) 33) 34) 35) 36) 37) 38) 39) 40) 41) 42) 43) 44) 45) 46) 47) 48) 49) 50) 51) 52) 53) 54) 55)
lo conosci? Per i ragazzi coniugare Ti piace? il tutto al femminile È il classico figo? È simpatico? È furbo? È geloso? Suona qualche strumento? È alto? È gentile con te? Ti ha baciata? Ha gli occhiali? Ha un bel carattere? Sei andata in montagna con lui? Ci vorresti andare? Sa il tuo numero di telefono? Ti ha mia sorriso? Ti ha mai parlato dolcemente? Quando l’hai conosciuto gli hai stretto la mano? Ti vorresti mettere con lui? Si fida di te? È figlio unico? Gli sei indifferente? Gli vuoi bene? È meridionale? Ha qualche segno particolare? Gli piace ballare? E a te? Ha la moto o la macchina? Va a scuola? Ti ha mai parlato delle sue ex? Ti ha paragonata a loro? Dice molte parolacce? Piace molto alle tue amiche? Lo sogni la notte? Ti ha mai fatto soffrire? Sei andata al cinema con lui? Lo hai mai mandato a quel paese? Te lo ha mai chiesto? È timido? Fuma? Lo conosci da tanto tempo? Sei timida con lui? Quando sei sola con lui ti senti in imbarazzo? Lo hai mai visto abbracciato a un’altra? Quando ti vede fa finta di niente? Ti faresti suora per lui? E lui prete per te? Ti sei innamorata di lui a prima vista? Ne sei veramente cotta? Le cotte le prendi facilmente? Hai mai pianto per lui? E per un altro? Lo sposeresti? È gasato? È un bel tipo?
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Credi che ti ami? Sei mai rimasta sola con lui? Lo ami per quello che è? Sei già andata a casa sua? Ha i capelli lunghi? È un ragazzo serio? Si monta facilmente? Si crede importante? Porta bracciali? Porta orecchini? A volte si rende antipatico? Ha qualche animale in casa? Vorresti essere in un’isola deserta con lui? Ha la faccia tosta? Guarda cartoni animati? Ha paura del buio? Come si chiama?( a-mÆsi ; n-zÆ no) Di che colore ha i capelli? (castani o rossiÆsi; neriÆ no; biondiÆforse) 74) In che città abita? (a-mÆsi; n-zÆ no) 75) Quanti anni ha?( pariÆsi; dispariÆNo.) 76) Cosa ti ha colpito di lui? ( fisicoÆ si; carattereÆno; tuttoÆforse) 77) Dove ti ha conosciuta? (strada, scuolaÆsi; giostre, giardini Æno) 78) Il suo cognome è? ( a-mÆ si; n-zÆ no) 79) Riusciresti a stare senza di lui? 80) Avete litigato qualche volta? 81) Avete qualcosa in comune? 82) Abita lontano da te? 83) Lo ami sul serio? 84) Ti fa dispetti? 85) Lo tradisci con uno più bello? 86) Ti stima? 87) Lo giudichi bello? 88) Sei gelosa se qualcun’altra lo guarda? 89) Se lui ti tradisse lo lasceresti? 90) State insieme? 91) Ti trovi bene con lui? 92) Hai mai amato un altro come ami lui? 93) Litigate spesso? 94) Andate d’accordo? 95) Abita nel tuo stesso paese? 96) Saresti disposta tutto per lui? 97) E lui per te? INGLESE-PIEMONTESE 98) Lui è al corrente di tutto ciò? SOLUZIONI Bus = Basso, piccolo 333= ti ama ma non sa come dirtelo But-easter = Battista (esempio: 331= ti desidera. Me soon But-easter / Il mio nome 332=non te lo chiederà mai. 313= ti inviterà ad una festa. è Battista) 311= dice che sei bella. Cow-set = Calzino (See cow-set 312= ti sposerà. soon bay / Questi calzini sono gra323= gli dai fastidio. 321= sei molto importante per lui. ziosi) 322= vorrebbe tenerti tra le braccia. Got in = (Pron. Americana) Mi133=ti prende in giro. cetto 131= dice che sei brutta. 132= chiede spesso di te. Lord = Alticcio, ubriaco 113= ama un’altra. Love-trees = Lavatrice 111=gli stai simpatica. Scoop us = Scapaccione, schiaffo 123= per lui sei solo un’amica. 121= ti ama molto. Sold = Soldo, moneta (Since-cent 122=gli piaci tanto. sold) 233= ti scarta. Us-us-in = Omicida, assassino 231= lo bacerai. 232= non gli piaci. Three fool-a = Tartufo 213= ti pensa sempre. Steel = Stile, eleganza 211= è cotto di te. Soap = Zoppo, claudicante 212= ti vuole bene. 223= uscirai con lui. Switch = Sveglio, veloce 221= ti odia a morte. A cura di Lorenzo 4A Ginn 222= gli stai antipatica.
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Lettere alla redazione
Un lavoro per essere più liberi Una volta già a sei anni si diventava responsabili verso la propria famiglia e si era costretti a lavorare, non per cattiveria o sfruttamento volontario, ma per poter sopravvivere. Oggi la situazione è cambiata ed è data a tutti, o quasi, la possibilità di avere un’istruzione. Ma... i giovani vogliono lavorare. Perché si vuole sempre ciò che non si ha e quando lo si ottiene si rivuole ciò che si aveva prima? Un lavoro rappresenta una forma di indipendenza dai genitori, che spesso vengono visti come una figure di oppressione e prigionia. E lo studio è la catena che bisogna spezzare per liberarsi. Nonostante la crisi economica, ci sono per i giovani delle possibilità di fare esperienze lavorative, anche se il lavoro è nelle mani dei vecchi, che ai giovani adulti non lasciano molto spazio. Si possono tuttavia fare esperienze tramite stage lavorativi, oppure se si ha la fortuna di fare pratica da amici e parenti, aiutandoli. Pure dei corsi che insegnano un mestiere sono utili. Naturalmente questo non vuol dire dover abbandonare lo studio. Sono importanti sia la pratica che la teoria, perché con l’una senza l’altra il risultato finale sarà solo a metà. Alessia Martino 2C soc
Gli italiani sono razzisti? A voi la risposta
I nuovi comici, David Anzalone
La mia battaglia contro i reggiseni Il Porporato per l’ambiente
LO SAPEVATE CHE… Raccolta differenziata: plastica • Per fare un maglione servono 15 Bottiglie. • Il 75% del materiale utilizzato per fabbricare una maglietta può essere dato da bottiglie di bevande gassate riciclate. • Con 20 bottiglie si confeziona 1 pila. • Dalle buste di plastica si possono fare vestiti da sposa o costumi da bagno. • Tritando i bicchierini del caffè, nascono le matite. • Enti pubblici e società a prevalente capitale pubblico hanno l'obbligo di acquistare almeno il 30% dei beni di cui necessitano tra i prodotti provenienti dal riciclo.
Raccolta differenziata: alluminio • Negli anni 50-60 in un’auto c’erano in media 40 kg. di alluminio, oggi ce ne sono circa 70. • Occorrono 640 lattine per fare 1 cerchione per auto. • Con 800 lattine si costruisce 1 bicicletta completa di accessori. Con 150 lattine si realizza 1 bicicletta da competizione. • Con 3 lattine si fa 1 paio di occhiali. • Con 130 lattine si costruisce 1 monopattino. • Occorrono 37 lattine per fare 1 caffettiera. • Tutte le caffettiere prodotte in Italia (7.000.000 di unità) sono in alluminio riciclato. Con la collaborazione dell’Acea
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A 9 anni David Anzalone capì per la prima volta d’essere nato attore, il suo attuale mestiere. Ma fu il solo a rendersene conto, perché appena divenuto adolescente in municipio gli scrissero sulla carta d’identità, alla voce «professione», l’incredibile sentenza: «Handicappato». La gente, si sa, non va oltre le apparenze e le sue gli sono avverse fin dalla nascita: una tetraparesi spastica, cioè un deficit muscolare dei quattro arti, che gli provoca problemi di deambulazione e difficoltà nell’articolazione della parola. «D’estate i miei genitori mi mandavano in vacanza dalla nonna materna a Piticchio, un piccolo borgo medioevale, abitato perlopiù da anziani, nell’entroterra marchigiano. Ogni pomeriggio i nonnetti si radunavano in una piazzetta nei pressi delle mura. Mi sentivo i loro sguardi addosso. “Poverino, che disgrazia…”, mormoravano. Pensai: vuoi vedere che stanno parlando di me? Ebbi uno scatto d’orgoglio: ma quale disgrazia, in fondo sono soltanto handicappato! Così decisi di andarmi a sedere proprio in mezzo a loro. Fuggi fuggi generale. I pochi rimasti avevano l’espressione di chi pensa: “E ora? Lo guardo o faccio finta di niente?”. Finché un vecchietto prese coraggio ed esclamò: “Ma non è che per caso s’attacca?”. La “malattia”, intendeva. E io, di rimando: no, tranquillo, solamente se sputo. Ci fu un attimo di silenzio, poi tutti scoppiarono a ridere. In quel momento capii che con le risate potevo movimentare un po’ l’ambiente». Passati 23 anni, è questo che David Anzalone continua a fare: ridere di se stesso. Su Internet, in televisione, a teatro, adesso anche in libreria, con “Handicappato e carogna”. “Carogna” perché ad Anzalone, in arte Zanza, non fa certo difetto il sarcasmo, che esercita innanzitutto contro le persone nelle sue stesse condizioni. Infatti si presenta così: «Dopo tanti comici handicappati, finalmente un handicappato che fa il comico. Ci chiamano diversamente abili e tu stai tutta la vita a chiederti: ma a che cazzo sarò abile io?». L’unico problema sono le donne, che per Zanza "sono come le olimpiadi: ce n’è una ogni quattro anni!". Per fortuna, ci sono i cellulari! Anche se "solo per mandare un semplice: 'Buonanotte' mi toccava cominciare a scrivere all’alba". Giulia, 4A/S