Onda d'Urto Marzo 2003

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enti de ella nos sta re p l “G.F. t r a s cu er la pa o la, c'è u PORP P er d o n ce, co n n v olantin a mi s e t r o o gn ORAT o t i i c g c he mi/ u e r r a. o n f e ss o P AC E , O c i c in h S OL I D e tro vo vita a A t r R o IETA', nfio e v perd on NO GL uot o qu ami; pe el ripet O r c B h A é L , NO esisto. gridand e r s i or m E a volt L OG O o ch e v a i as s o r , e o N m g da n t e d O li i a p mo la p RA T I O c'è dav a r e ch e elle par vero vic ace, lor . n L o 'u n ole lt t im e d in n iamo i a e o a noi? l' a h c o L a p a ce c o r gi n e mes s a mu r i gr , l'ha già p p u r e. io, idando Lordiam d et t o q un n o m n o n fa ualcuno o i p en e d en t r r um o r e sieri o più fam cui iden e na s c e o Si parla s t o if d ic d a i a ll r m e c di tolle piccole i, ma c e , no n hì r a n z a, si grida cose d'o un coll ma sap . L a pa g n i a b or a t o a r t c e t e im s , t i q o le u . r e? C a m a nd o c ggere le Sono io 'è non bia qua mie pa s i v ed e e b as t a lc r o o le s a s e s , e e p io e s o r f s t es s o n o q o s u s e u i s n u t o n on t n inseg bidello spazio n r ? e o a v n s erai la m e en t r o t e? E s ba gno e f o s si in class ia firma a f u ma e , n p r o e e n r u ch é n o mi salu na siga capisco n ce n'è r et t a : p ti. Men t ro p p o e r t e so t r e fa c c bisogn ; c o sa d o ; s o no n io o Non p le g a ià z io più fas d n n el t u o e asso di e f , non ti inito co tidio?). s t n la o r s u ia c n io g u a rd i a in l a s t n u ulto. N dare in o po s t o negli o o n ca p , se c'è cchi? S isco nu già un'a t ut t e q u e en t r o ll a ( o fo ltra ver elle lec nella tu rs e ifica, e cornie a classe fazzole s a o c q n u u o i ando la non rin un altro tt o di c scuola u n ci m a r t a u sa insulto me fa u si è s v u en t r e u to sotto . Ma m n po ' s r o li i t a il c t o a b a n co . ntro la e ra cco chifo. Si urli l' E f lg a p m o p uguagli ure esis e d el m la c a rta di anza, la te il ces o n do , n tino e lì solidar on mi r Bella in ietà; si is n p o armi il n butti urli con iz quello più fac iativa, tutti in t r o o gn ch e a n c ile, per i s g t u r a da , he a er r a ! ch corrido io senz é, dopo 1a fe con candela e a gu a r d s t a , do p u n o s tr arci, se nza un o la folla, pos accio bianco p s sorriso , senza iamo tornare erché la pace ,f u n ba n tu tti a s ale salu correre atta di simbo to . li, è nel manife

classi d

REDA Z

Abbiamo preso sul serio la lettera che ci è giunta in forma anonima e che abbiamo pubblicato sullo scorso numero del giornalino. Abbiamo aperto un dibattito che ha coinvolto più persone e un intero gruppo di studenti durante l’autogestione. Pubblichiamo gli interventi di Francesca, di Stefano, di Oriana, del prof. Denanni, di un anonimo e una sintesi di quelli più salienti dell’autogestione di dicembre.

IONE


Risposta 1

Caro fantasma rispondo... Caro fantasma che scrivi a “Onda d’urto”, non voglio contraddirti, anzi, per molti aspetti sono d’accordo con te, ma è proprio tutta colpa nostra? In fondo siamo il risultato di quello che ci è stato insegnato, di quello che abbiamo imparato da ciò che succede intorno a noi. Lo so, tocca a noi correggerci, ma almeno ci si tolga metà delle accuse e delle mancate responsabilità addossateci! Gridiamo un nome dentro cui identificarci, purtroppo abbiamo bisogno anche noi di punti fermi! Ci guardiamo intorno, e vediamo corruzione, violenza, ingiustizia. Il nostro prete, i nostri genitori, i nostri insegnanti, i “predicatori” della televisione e sui giornali, ci hanno sempre detto che dobbiamo raggiungere giustizia, libertà, pace, uguaglianza, solidarietà; le favole che ci raccontavano quando eravamo più piccoli insegnavano che il bene trionfa sul male, e che alla fine di tutto finisce per prevalere una giustizia superiore... Adesso che sappiamo che nel mondo le cose non stanno esattamente così, viene spontaneo avere ancora speranza e rincorrere questa nostra “forse utopia”, tronfia e vuota. Non siamo noi gli intolleranti, se qualcuno non butta la carta nel cestino, forse è perché nessuno gli ha mai detto niente in proposito, e chi non saluta evidentemente è stato salutato raramente. Tra l’altro... quanti sono i professori che incontrati per i corridoi rispondono sempre al saluto? NO RATIO, certo, ma da dove la dobbiamo prendere la ratio, se quando proviamo a parlare con un adulto, questo ti ascolta, più o meno pazientemente; poi, quando pensi qualcosa che si discosta troppo dalle sue abitudini, se sei fortunato prova a spiegarsi, per convincerti dell’inequivocabilità delle sue teorie, altrimenti ti liquida con un “quando sarai più grande capirai che non è così!”? Può darsi, siamo giovani, io non posso sapere se prima o poi incontreremo questa “grande verità” che sembra aver illuminato tutto il mondo adulto. Ma allo stesso tempo ci si chiede di compiere scelte e di prendere posizioni “coerenti” (con che cosa?) e “motivate”. Oltre ai concetti astratti, comunque non puoi negare la presenza di azioni concrete: moltissimi ragazzi fanno volontariato, l’anno scorso tutta la scuola non ha esitato a scrivere e inviare le lettere perché Safiya non fosse giustiziata, senza dimenticare i più di 50 bambini adottati in Bangladesh dalla nostra scuola! SE VUOI AVERE LA PACE Anche una manifestazione per la pace può essere considerata un’azione: forse “gridare la pace” non servirà a fermare la guerra, ma devi riconoscere Molta gente non ha pace paura di liti o di guerre. che ha costretto le persone, tra cui anche te, a fermarsi a pensare, e, secondo per Se vuoi avere la pace me, questo può già essere considerato un risultato abbastanza soddisfacente. devi cominciare tu stesso a farla. La pace cresce come le rose, Francesca 2AL

così colorata, bella, silenziosa. E comincia a casa tua se tu la vuoi avere. Non serve molto parlarne neppure serve marciare. Essa arriva come un sorriso, un grazie, un sogno appena tu la vuoi. Per la pace occorre l’amore e naturalmente la ragione e, dove ci vuole, un aiuto: quello della tua mano.

E. Rechlin


Risposta 2

CHI DA’ PIÙ FASTIDIO? Chi non ragiona o chi ragiona troppo? Pace, solidarietà, no global, no logo, no ratio. No ratio! Complimenti, butta il sasso e poi leva la mano…bella lezione di vita la tua…complimenti ancora. E così puoi permetterti di insultare chi vuoi pur restando nell’anonimato. Buona questa. Beh perché questo tuo “no ratio (perché esisto, parole tue)” e’ un insulto bell’e buono… Però ho voglia di rispondere comunque a qualcuna delle tue domande. Premetto che condivido parte delle tue provocazioni , anche secondo me prima di pensare al resto del mondo bisogna darsi da fare e cercare di migliorare questa situazione partendo da basso e continuare in un crescendo sicuramente positivo e fruttuoso. E non come certi idealisti che imperterriti inneggiano alla pace qua, alla soluzione della fame là e non si accorgono di quello che succede nella quotidianità più immediata (ogni allusione e’ chiaramente voluta, motivata e motivabile…). Ci sono delle cose poco chiare su cui vorrei ragionare un po’: a quanto pare la pace non va gridata, (e mi permetto di aggiungere che non va nemmeno chiesta, ma donata…), quando c’e’ non si vede e non fa rumore; io credo che se mai la pace ci fosse ce ne accorgeremmo facilmente, e pensa al casino che farebbe…peccato che la Pace non si sia mai vista ne’ tantomeno mai si vedrà, purtroppo, se non quella Eterna…forse. Potrei leggere le tue parole se tu fossi un insegnante piuttosto che un bidello? Certamente si’, anzi, le leggerei molto più volentieri perché purtroppo le opinioni delle suddette “categorie” (che brutta parola…) non si sentono molto di frequente, nemmeno su “Onda”. Finalmente qualcun’altro che si indigna a sentir parlar male dei bidelli; poche cose mi fanno arrabbiare quanto qualcuno che dice che <<non fanno mai un cazzo!>>. Mai nessuno ha un minimo di rispetto per il loro operato: svolgono il mestiere più infame all’interno della scuola e in cambio nessun riconoscimento. Hai di nuovo ragione, e’ tanto più facile insultare chi non agisce come vorremmo (e l’esempio del prof e dello studente che vuole fumarsi una sigaretta rende benissimo) che non chiedersi perché questo accade, e’ così semplice rifiutare di ragionare per paura di quello a cui si potrebbe giungere… Chi dà più fastidio? Chi non ragiona o chi ragiona troppo? A mio parere entrambi; a metà del secolo scorso sia chi ragionava (studenti o docenti) sia chi non poteva (o voleva) farlo, historia docet, veniva eliminato o comunque la sua libertà personale era decisamente ridotta… si pensi al periodo nazifascista, alla guerra fredda negli stati socialisti, al ’68… Siamo tutti bravi ad accodarci ad una pittoresca manifestazione, che ci siano candele e stracci bianchi o fischietti in bocca a cassintegrati che stringono bandiere rosse, che si urli per la pace o per il lavoro perso, ma poi chi di noi fa veramente qualcosa di CONCRETO? Quanti possono mettersi una mano sulla coscienza, poi alzarla e dire:«Io ho fatto il mio dovere!»? Cos’e’ questo silenzio? Più rileggo le tue parole e più mi accorgo del fondo di verità che le pervade. Stefano 4BL Cartellone dei lavori in corso alla Fenulli, futura sede del G.F. Porporato. Sul prossimo numero di “Onda d’urto” informazioni sullo stato dei lavori.


MANTENERE I CONTATTI

Risposta 3

Ho letto con interesse la lettera alla redazione di Onda d’urto. La prima reazione che ho avuto è stata: “è vero, grandi ideali, andiamo alle manifestazioni ma poi quanto di tutto questo portiamo nella nostra realtà quotidiano, nelle piccole cose?” Poi inseguendo non so che filo invisibile, mi viene in mente una rappresentazione teatrale a cui ho assistito. Per cercare di far partire la discussione sul tema del denaro e del potere, un gruppo di giovani aveva inscenato una rapina. A chi chiedeva spiegazioni sul perché di questa scelta rispondevano che non si potevano accusare le giovani generazioni di avere solo valori materiali, se poi erano quelli proposti dal mondo che li circondava. Torno a casa. Nella posta c’è il notiziario di un progetto a cui ho partecipato e a cui tengo molto. Apro e leggo. Un sobbalzo. Anche in quel luogo, ambito privilegiato di condivisione e di confronto c’è qualcosa che non va, hanno rinunciato, forse per paura, o per buonsenso non hanno portato a termine un progetto importante. Hanno rinunciato loro. Ed io? Dove ero io quando hanno deciso? Non conosco nemmeno bene i termini della questione. Non è vero forse che da quando non partecipo più attivamente non ho più fatto arrivare i miei doni (materiali e non)? Forse è proprio questo il punto. Dovremmo tutti/e (adulti e non) cercare di riprendere il contatto con le cose veramente importanti per ognuno/a di noi. Non è semplice. In mezzo a tutti i casini, le contraddizioni del nostro tempo e del nostro mondo. Ma ci possiamo provare. Oriana Soulier

Risposta 4

E’ facile… E’ difficile...

E’ straordinaria la tua capacità di sintetizzare le cose. Le idee ci sono ma nessuno ha uno straccio di voglia di metterle in pratica. Il peggio è che tutto ciò è sintomo di normalità (o di semplice piattume di pensiero) in ognuno di noi. E’ facile parlare usando parole di altri, è difficile inventare cose nuove da dire, ma è ancora più difficile essere coerenti con le promesse che ogni giorno scriviamo sulla smemo. Biglietto anonimo firmato

Peace and Love


Risposta 5

DESIDERIO DI AUTENTICITÀ Caro/a prof., hai perfettamente ragione che certe parole come PACE, SOLIDARIETA’, GIUISTIZIA… sanno a volte di ipocrisia, perché pronunciate come degli slogan vuoti, senza la forza che deriva da una vita quotidiana fatta di coerenza. Ma sai meglio di me che i giovani per i loro pochi anni di vita non hanno e non possono avere questa coerenza, anzi, come è tipico del mondo giovanile, sono molto incoerenti, molto volubili, incostanti… Si sa che i giovani si trovano in un’età in cui si stanno costruendo un’identità e lo fanno per tentativi, attraverso il confronto con i coetanei e anche in dialogo con gli adulti, quando questi lo accettano. Proprio per questa loro vocazionale incoerenza i giovani si aspettano invece la coerenza da parte degli adulti, da parte dei genitori, degli insegnanti, che raggiunta la maturità hanno una stabilità di valori, una coerenza di pensiero e di azione, una identità consolidata dall’esperienza degli anni. Ecco allora che il grido di parole come pace, solidarietà, noglobal, ecc., come dici tu, è il grido dei giovani del nostro istituto e dei giovani in generale che credono ancora nell’utopia di questi valori, di questi ideali, che non vedono intorno a sé e che invece vorrebbero. E’ il grido di chi cerca una realtà diversa dal quotidiano, come la cerchi tu nei tuoi studenti quando li rimproveri perché non ti salutano quando entri in classe, perché sbottano quando non li lasci uscire per andare in bagno o perché ti tocca intervenire quasi di nascosto per rimediare al loro disordine. Il gridare dei giovani - nonostante le incoerenze e la volubilità - è un desiderio di autenticità, di modelli da imitare, di realtà positive in cui vivere e più gridano più le

desiderano. Il loro gridare è il linguaggio speculare dei loro desideri. Ecco allora che il loro grido si ribalta contro di noi: è un appello a noi adulti, a noi educatori, a noi insegnanti a dare esempio di coerenza, di solidarietà, di giustizia, di pace intorno a noi, che non vuol dire assenza di conflitti, ma disponibilità al dialogo e al confronto, al rispetto reciproco, alla cordialità…, ma anche alla schiettezza dei rapporti interpersonali, pur nella distinzione dei ruoli e nella fermezza delle regole. Prof. Antonio Denanni P.S. I nostri giovani urlano, ma agiscono anche: nel nostro liceo 25 classi, pari a c.a 500 studenti, adottano altrettanti bambini in Bangladesh; in ricordo della loro compagna Elena Zulian gli studenti del Porporato hanno raccolto di recente, insieme agli insegnanti e al personale ausiliario, € 1080 che sono stati destinati ai poveri del Brasile; gli studenti della 3 ACL, potenziati da alcuni della 5 AL, hanno dimostrato la loro preparazione vincendo una gara televisiva. Questi sono solo alcuni esempi di incoerenza, in positivo, dei nostri giovani del “G. F.


Dibattito insegnanti-studenti

CARO PROF…

Scriveva un professore, Stefano, su una rivista giovanile: «Dedicare tanta parte della mia giornata (e a volte delle notti per correggere i lavori) a un gruppo di viziati menefreghisti e poco interessati, mi sembra uno spreco… Per la maggior parte dei miei allievi io sono soltanto uno che sta lì, parla di cose di cui a loro non frega un fico secco, uno che torna utile soltanto quando bisogna elemosinare la sufficienza per essere promossi. Al di fuori di questo, per loro io sono nessuno».

A questo insegnante e a tutti gli insegnanti che vivono lo stesso stato d’animo dedichiamo la «lettera aperta» che Liliana ha indirizzato a un suo ex professore attraverso la rivista Graffiti. Allo stesso tempo apriamo un dibattito tra insegnanti e studenti del “G.F. Porporato”. Caro Paolo «Io, Paolo, non ti ho mai chiamato per nome. Alcuni miei compagni invece sì, dopo gli esami di maturità e nelle rimpatriate di classe. Per me sei sempre stato il prof di italiano e latino, studiato da lontano, anche se occupavo il primo banco. Lontano perché ci dividevano un sacco di cose: io la brava ragazza di Chiesa, come dicevi, e tu, a crederti, lo scapolo di mondo che andava a teatro a Roma per vedere la Morriconi. Non posso certo paragonare il mio rapporto con te a quello che Erri De Luca dice dei grande filologo Luigi la Magna, suo insegnante ai liceo, grande studioso e maestro di vita, il più bel racconto di scuola che ho letto. A te ogni tanto scappava una parolaccia e non nascondevi il

tuo anticlericalismo. Ma sei stato il primo adulto a chiedermi scusa, dopo un’espressione poco felice durante un’interrogazione. Sei stato tu, che recitavi con passione l’inferno di Dante tanto quanto Ungaretti, a insegnarmi che la prosa e la poesia hanno a che fare tanto con la carne che con lo spirito, l’unico che ho incontrato capace di raccontare le opere d’arte (la tua prima passione) con il tono della voce, con quel gesto delle mani come a sfiorare un tessuto prezioso... Sei stato il prof di latino che in gita si faceva passare per quello di educazione fisica, così potevi confonderti meglio con i nostri scherzi e le sere in discoteca. Lo stesso che ci ha fatto imparare a memoria Odi et amo di Catullo; quello che passava le ore a descrivere la campagna pugliese dove eri nato e soprassedevi volentieri alla spiegazione di Carducci. Trattavi noi studenti da adulti, pretendendo spirito critico e intelligenza, bandendo i luoghi comuni e le banalità, proponendo letture non comuni per approfondire gli argomenti, chiedendoci conto di ogni paro-

la che dicevamo e spingendoci a non fermarci al significato superficiale delle parole che leggevamo. Con il tuo essere e parlare per forza contro - contro la mentalità politica corrente; contro un conformismo liceale, condito di camicette col collettone bianco e dischi dei Genesis; contro una Chiesa fatta, secondo te, solo dai preti ci costringevi a reagire per difendere le cose che ci piacevano e facevano parte della nostra vita. Ho sempre parlato poco con te, perché mi sentivo sempre piccola, ma ho molto ascoltato e ho molto letto, cercato, per colmare la mia ignoranza, dopo una discussione su un articolo di giornale, su una poesia. Hai provocato la mia intelligenza (qualche volta scandalizzato la mia coscienza), non ti ho mai ammirato, spesso ti ho detestato, ma ho amato il tuo modo di stare in mezzo a noi studenti: ti vorrei ringraziare, ora che non ci sei più, per esserti posto davanti a me come uomo che aveva qualcosa da raccontare, della sua vita, della sua cultura, delle sue passioni,


Risposta 6

PACE: PENSIERI… dall’autogestione Iniziamo dalle piccole cose per costruire Manifestiamo per la Pace e poi in concreto non facciamo niente e ce ne sbattiamo altamente.

la

I giovani che si impegnano sono pochi.

La diffidenza ci aiuta e non si può vivere senza. Avere pregiudizi e’ una buona cosa. I soldi dobbiamo tenerceli per i nostri problemi.

Pace.

E’ tutta una questione di

interessi. La

Si ha la Pace quando una persona non ha conflitti interiori ed esteriori, ma ciò non e’ possibile.

Pace: non lo so…

Non esisterà mai la Pace, perché nessuno si interessa abbastanza.

La

Pace c’e’ mai stata?

Non possiamo da soli fermare la guerra.

Impariamo la Pace nel piccolo. La

Pace e’ una cosa bellissima ma

Non c’e’ abbastanza dialogo inesistente. nelle famiglie e neppure a scuola. La Pace dev’essere l’obiettivo comune; le fazioni politiche non ci dovrebbero entrare. La Pace e’ una sensazione di benessere con gli altri. Il problema e’ dovuto ai $$$oldi e al

potere.

C’e’ poca tolleranza e rispetto. Finché ci sarà razzismo e ineguaglianza socioeconomica non ci sarà Pace. Cioè MAI.

La

Pace e’ un’utopia.

Si fanno tante belle frasi fatte ma in concreto non c’e’ niente… La guerra ci sara’ sempre per qualche motivo. Inneggiamo tanto alla Pace e poi siamo sempre pronti a deridere e insultare il prossimo. Vorremmo poterci credere…


Anche i professori vanno a scuola… dagli allievi Le tre giornate di autogestione sono state un’occasione di informazione e di confronto tra gli studenti. Ma soprattutto hanno insegnato a noi professori che ci sono ragazzi e ragazze entusiasti della vita, pieni di progetti e di sogni, con grande voglia di costruire e di impegnarsi. Undici anni fa, quand’ero io una liceale in questa stessa scuola, non avevo vissuto con uguale entusiasmo esperienze simili. Ora, a distanza di tempo e con un ruolo diverso, mi sono fatta coinvolgere e ho seguito con interesse i diversi gruppi di lavoro. Innanzitutto mi ha colpita il grande numero di argomenti oggetto di discussione: si andava dalla musica di contestazione alla crisi Fiat, dai diritti umani alla riforma della scuola… In effetti, questi temi sono lo specchio delle preoccupazioni giovanili nei confronti della società odierna. Ma non esistono soltanto l’ansia e la paura per il futuro: al di là delle premonizioni catastrofiche o delle analisi lucide che hanno animato questi gruppi di lavoro, peraltro informati, si sono

formulate anche concrete proposte di intervento, che dimostrano quanto i giovani sappiano guardare al di là del proprio naso e siano capaci di realismo e concretezza. Inoltre il dibattito ed il confronto che i ragazzi hanno saputo creare sono la prova che si ha voglia di uscire dal proprio guscio, anche se si fa fatica ad accettare ed anche ad esprimere opinioni diverse da quelle della maggioranza. Per tre giorni i ragazzi si sono sentiti protagonisti della scuola, ognuno con un proprio ruolo (peraltro egregiamente svolto dai gruppi addetti alla sorveglianza). Tutti coloro che hanno partecipato hanno avuto il loro spazio per parlare liberamente, per imparare, per conoscere, per aprire una finestra sul mondo e capire che la scuola può anche essere diversa dalla “prigione” che ogni tanto studenti “frustrati” immaginano che sia. Ma una scuola diversa si costruire insieme, professori e studenti uniti, con l’impegno, la voglia di fare e di imparare, il rispetto, l’umiltà, la tolleranza, l’entusiasmo e la curiosità. E allora il cammino continua… Buon lavoro e grazie ragazzi!

AMICI STUDENTI… ho un concetto veramente importante da esprimervi. Poco tengo fa ho preso 5½ di un articolo di giornale in italiano. Evidentemente n on sono una giornalista nata, ma sono sicura che “Onda” non farà discriminazioni e qualcosa mi dice che anche se non rispetto i parametri di un articolo di, giornale, questo verrà compreso da tutti. I l concetto è: non fatevi ingannare. La nostra vita gira intorno alla scuola, ma è bene ricordarsi che, anche se può sembrare un’affermazione banale, la vita N O N è la scuola. E’ più che ovvio, direte voi, ma proviamo a guardare la situazione in profondità. Accorgiamoci di ciò che diamo a scuola e ciò che diamo nella vita. Molti studenti sono convinti di essere degli stupidi perché non riescono a superare il 4 in matematica, degli incompetenti perché le parole in inglese proprio non vengono durante l'interrogazione, o del falliti perché non riescono a sbloccarsi da quella maledetta ansia che divampa davanti all'insegnante. Tutto ciò non dà certo la svolta per credere i n se stessi, né per sentirsi più sicuri e determinati, e non “incoraggia" come dicono certi prof (ed è preoccupante il fatto che alcuni di loro ci stiano accompagnando verso il nostro futuro...). I o non riesco a smuovermi dal 6 in filosofia, ma se la filosofia è la ricerca della verità, allora per quello che faccio fuori dalla scuola mi meriterei almeno 8; in matematica, invece, vado bene, ma quando vado al bar devo sempre fidarmi ciecamente del barista alla cassa perché non riesco a calcolare a mente un misero resto…Con questo non voglio insinuare che la scuola non serva a nulla: essa mi dà nozioni importanti con cui abbiamo la possibilità di capire meglio ciò che ci circonda e noi stessi; ma il rendimento scolastico non deve influenzare ciò che siete voi, persone uniche ed Questa lettera esige una risposta: insostituibili. Pensateci molto molto bene. Ora il mondo sta di insegnanti o di studenti. Aspettiamo! La Redazione


SUPPLEMENTO D’ANIMA Dibattito sulla spiritualità (by Irene)

SOLO PER OGGI ! Solo per oggi, cerchero' di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta. Solo per oggi, avro' la massima cura del mio aspetto: vestiro' con sobrieta'; non alzero' la voce; non critichero' nessuno; non pretendero' di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso. Solo per oggi, saro' felice nella certezza che sono stato creato per essere felice, non solo nell'altro mondo ma anche quaggiù. Solo per oggi, mi adattero' alle circostanze, senza pretendere che le circostante si adattino tutte ai miei desideri. Solo per oggi dedichero' dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando come il cibo e' necessario alla vita del corpo, così la buona lettura e' necessaria alla vita dell'anima. Solo per oggi, compiro' una buona azione e non lo diro' a nessuno. Solo per oggi, faro' un programma: forse non lo seguiro' a puntino, ma lo faro'. E mi guardero' dai due malanni: la fretta e l'indecisione. Solo per oggi, credero', nonostante le apparenze, che la provvidenza di Dio si occupa di me come nessun altro esistente al mondo. Solo per oggi, non avro' timori. In particolare non avro' paura di cio' che e' bello e di credere alla bonta'... POSSO BEN FARE, PER DODICI ORE, CIO' CHE MI SGOMENTEREBBE SE PENSASSI DI FARLO PER TUTTA LA VITA. (scritta da Papa Giovanni XXIII) da 1pensiero@libero.it A liceoporporato@tin.it


...SIAMO INDIGNATI! Recentemente sono venuta a conoscenza di un fatto che mi ha turbato molto, di come i mezzi di informazione, escludono molte notizie riguardanti i disagi del terzo mondo. Qui sotto ho riportato alcuni brani di un articolo che riguardava appunto un problema di questo tipo: «Teste tagliate e infisse su pali Cuori mangiati» “Dall’Africa, dalla regione dei Grandi Laghi, rimbalza a Roma un appello disperato, che l´«Agenzia Fides» rilancia insieme con rapporti di crudeltà agghiaccianti. Ecco la denuncia dei missionari, tremenda nella sua sobrietà: «A Komanda i Bangiti hanno cominciato la caccia all'uomo: tutti i Bahema e i Bagheghere erano inseguiti e sgozzati con i machetes, le scuri e le lance. Sono accaduti atti atroci di crudeltà, di sadismo e cannibalismo. Teste tagliate e infisse su pali, cadaveri gettati nelle fosse, corpi sventrati, con il cuore e il fegato tolti per mangiarseli, famiglie intere racchiuse nelle capanne e bruciate, centinaia di morti tra i Bahema e Bagheghere. Infine il solito saccheggio di tutto senza guardare all'appartenenza tribale». Il teatro di questi orrori è la Repubblica Democratica del Congo. Le truppe armate appartenenti ai diversi schieramenti politici dello stesso Congo, ispirati e appoggiati dalle forze militari dei paesi occupanti, fanno stragi tra la popolazione civile rubando, violentando e ammazzando impunemente. Una mattanza compiuta nel totale silenzio degli organi d´informazione internazionali. Così per esempio, è passata sotto silenzio la strage compiuta il 6 agosto 2002, dalle milizie della tribù Bahema, appoggiate dagli Ugandesi, che hanno conquistato la città di Bunia; solo adesso si è venuto a sapere che ci sono state centinaia di morti fra i civili; i soldati di Nyamwisi («presidente» di questa zona del Congo) sono stati cacciati.” Ancora una volta udiamo notizie di un altro genocidio nei paesi del Terzo Mondo dove, magari come in questo brano, si parla di vere e proprie carneficine, atti di cannibalismo che hanno distrutto intere tribù e che però non essendo state diffuse dai mass-media non hanno fatto scoop. Il ruolo dei mass-media è quindi determinante per alcune drammatiche circostanze come questa, ma molto spesso certe notizie vengono trascurate per lasciare spazio ad avvenimenti che caratterizzano le civiltà più evolute. Di fronte a certe situazioni, viene quindi da chiedersi dove si trovavano le tv del mondo quando è stato commessa questa strage. Invece di mandare in onda tutti i particolari della vicenda di Cogne, non era forse più importante avvisare il mondo della catastrofe avvenuta in Congo? E ancora, perché si tace davanti ad altre situazioni come questa? Romina Bouvier 1° C/L

I conflitti dimenticati al Tg La Caritas ha misurato per 2 anni la presenza sui giornali di alcuni conflitti in corso: 5 su 7 non interessano a nessuno La ricerca sulle guerre dimenticate ha preso in esame anche agenagenzie di stampa, tv, radio e Internet. Anche in televisione (reti Rai, Mediaset e Tmc al tempo della ricerca non ancora trasformatasi in La7) e in radio la parte del leone la fanno le guerre del Kosovo e della Palestina. Sono stati analizzati 68510 giornali radiotelevisivi ed è risultato che in tv il conflitto più seguito (Kosovo) ha ottenuto un punteggio 2792 volte superiore a quello meno coperto (Guinea Bissau: due minuti in due anni e mezzo), mentre in radio tale divario si riduce a 115 volte. Le agenzie non fanno eccezione: solo il 4,8 per cento dei lanci hanno riguardato i 5 conflitti dimenticati. E solo un quinto di essi sono stati ripresi. Inoltre il 26 per cento degli italiani non ha saputo indicare nemmeno il nome di un Paese in guerra. Stefania 2 BL


UN CAMPIONE FRA NOI Continua la nostra rubrica alla ricerca dei campioni nascosti nella nostra scuola. Segnalateceli!!!! Naturalmente non tutti sono campioni nel senso vero del termine. C’è chi è più bravo e chi meno. Sono però tutte persone che si impegnano da anni con sacrificio nella propria disciplina. Qualcuna è salita sul podio, anche a livello nazionale, altre/i sono rimaste anonime sportive di provincia, con qualche comparsata sui giornali locali.

L’importante è provarci!!!!!!

STARRING: FRANCESCA ZANELLO 1 C/LING - Qual è lo sport che pratichi? Atletica - Quando hai cominciato a correre? Ho cominciato quattro anni fa, all’età di 10 anni.

- Quando ti alleni?

Tre o quattro giorni alla settimana: lunedì, mercoledì e venerdì, mentre solitamente la domenica partecipo alle gare: in inverno le campestri e in primavera ed estate, quelle in pista. - Hai già vinto? No, purtroppo non sono ancora riuscita a vincere le corse a cui partecipo per la mia società.

- Hai in previsione delle corse?

Sì, infatti è appena iniziata la stagione delle campestri!

- Perché hai scelto questo sport?

Non lo so, ma diciamo che volevo trovare un modo per divertirmi e praticare uno sport meno noto di alcuni altri come la pallavolo o il tennis, così ho pensato all’atletica.

- Cosa vorresti dire a qualcuno che vuole cominciare a correre?

L’atletica è uno sport bellissimo, in cui però bisogna impegnarsi al massimo per dare il meglio di sé; per raggiungere dei risultati positivi è necessario mantenere un allenamento costante e non arrendersi alle prime difficoltà. - Hai delle strategie? Strategie… non credo nemmeno che esistano nel mondo dell’atletica. Come ho gia detto però l’importante è non cedere mai!

- Dove ti alleni?

Al campo Martin di Pinerolo;

- Come trovi lo sport?

Io vivo di sport! È un gran divertimento attraverso il quale si può mettere in evidenza le tue capacità. E poi grazie allo sport si possono fare nuove amicizie e ci si può svagare dopo una lunga e impegnativa giornata scolastica! Romina e Francesca 1°c/l


BLACK & WHITE OPINIONI A CONFRONTO RACCOLTE TRA GIRLS E BOYS DEL PORPORATO

- Come vivi i conflitti? Ti abbatti facilmente o reagisci? Come? - Con chi ti trovi maggiormente in conflitto? - Mi auto-distruggo e l’abbattimento non mi

passa facilmente . - Con il ragazzo a cui voglio più bene. Girl - Certe volte mi deprimo e odio le persone che non hanno le mie stesse idee. - Con i miei genitori. Girl

- Non mi trovo spesso

- Mi abbatto subito e cado in

in conflitto con qualcun altro però nella maggior parte delle volte riesco a reagire e a dire la mia opinione su certi argomenti. - Con la mia adorabile compagna di banco (per delle caxxate).

depressione. Cerco di reagire ma la tristezza mi butte giù e non riesco a trovare una soluzione. - Con i miei genitori. Con la mia migliore amica perché abbiamo idee diverse. Girl

Boy -Cerco di trovare qualcosa per

risolvere la situazione però se mi fanno veramente incavolare allora sì, che mi vendico!! Nel modo più maligno possibile. - Dipende, ci sono proprio tutti: ragazzi, amiche, genitori. E’ un conflitto continuo. Girl

- I conflitti li vivo molto male. Nonostante veda il lato positivo, ci rimango

male e mi deprimo facilmente. Mi sento come se tutti ce l’avessero con me e soprattutto mi crolla il mondo se sono i miei genitori a non capirmi. - Per ora mi trovo maggiormente in conflitto con i miei genitori. Con i miei amici mai, perché si riesce a parlare e a risolvere sempre la situazione. Girl

- Non li vivo sicuramente bene. - Sinceramente i conflitti li vivo molto male, vedo solo il lato peggiore

della situazione. Divento triste, non parlo con nessuno e spesso mi chiudo in me stessa. Poche sono state le volte che qualcuno è riuscito a capirmi e aiutarmi. - Ultimamente sono in conflitto con gli amici ma maggiormente con il ragazzo, sono comunque causati da incomprensioni. Girl - Sicuramente non bene. Provo a reagire.

Non lo so. - Con nessuno. Boy - Cerco di rialzarmi da sola, e di reagire affrontando la situazione e

cercando di risolvere se si può o semplicemente dimenticare. - Con i miei genitori. Girl - Reagisco affrontando la persona con cui ho il conflitto.

- Con chiunque non mi capisca. Boy

Ma non mi abbatto sicuramente, anzi reagisco, mi arrabbio e faccio valere le mie ragioni e alla fine scoppio in lacrime per il nervoso. - Spesso con gli amici, ma parlando si risolve tutto, mentre i conflitti con i genitori sono i peggiori ed è difficile risolverli. Girl - Mi capita spesso di litigare con le

mie amiche. Mi incazzo parecchio e per ultimo, come sfogo, piango di rabbia. Non mi abbatto, cerco di risolvere le cose, non faccio sempre il primo passo perché sono molto orgogliosa. - Mi trovo maggiormente in conflitto con le ragazze facili, definite comunemente “troie”!!! Con le persone false e snob. Girl


South Park South Park è il cartone animato più sboccato, più crudele e più “politically uncorrect” che sia mai stato creato, un mito per molti e da censurare per altri. I suoi autori Matt Sone e Tray Parker, misero in onda la prima serie nel 1997. Il successo fu immediato: due anni fa in Italia è uscito il primo lungometraggio “South Park il film”. Molte riviste statunitensi paradossalmente hanno definito il film come il miglior musical dell’anno, la pellicola ha incassato oltre cento milioni di dollari. Tra i doppiatori troviamo George Clooney, che aveva già prestato la voce a Sparky, il cane gay. Ecco i quattro personaggi principali: Eric Cartman: il ciccione in giacca rossa che dice sempre “Cazzarola!” Kenny McCormick: che muore a ogni puntata e fa dire agli altri ogni volta: “Hanno ammazzato Kenny, Brutti bastardi!” Stan Marsh: Ama Wendy ma vomita ogni volta che le parla Kyle Broflovsky: è ebreo, ma non sa cosa vuol dire. Fanno da spalla: Chef: il cuoco ossessionato dal sesso; Mr Garrison: l’insegnante sospettato di essere gay (lo è veramente); Wendy: la ragazza di Stan e Ike, il fratello adottivo di Kyle, oggetto del gioco “Calcio al pupo”. La sigla di South Park è cantata da Les Claypool, bassista dei Primus, band poco conosciuta in Italia ma fondamentale per la storia del rock. La musica nella serie di puntate svolge un ruolo predominante: la canzone “Blame Canada” tratta dal film ha persino avuto una nomination all’Oscar. South Park nasce per caso, come divertimento di Matt e Trey, che avevano ralizzato un biglietto di Natale animato che vedeva Babbo Natale impegnato nella guerra contro Gesù Bambino per decidere chi fosse il “Re del Natale” . Il cortometraggio riscontrò subito un grande successo e la Comedy Central (una rete televisiva) commissionò a Matt e Trey una serie completa. Ora analizziamo il personaggio più emblematico della serie: Kenny, povero, figlio di un alcolizzato ha due vizi: morire in ogni puntata e sparare grandi CaXXate incomprensibili, perchè ha sempre il cappotto chiuso sula bocca. Sul sito italiano: (southpark.it) sono tradotte le sue parole e i suoi epiteti, tipo “a me piacciono le ragazze con le tette grosse...” Quale sarà il suo ruolo nella salvezza dell’umanità? Loris 1B L

WINTRICKS Trucchi di Windows 9X Consigli per difendersi dai virus (a cura della redazione di Onda d’urto)

Per difendersi dai virus e dai danni che possono procurare occorre star sempre sul chi vive, soprattutto quando si è in internet, ed osservare alcune regole (compresa quella di non cascare nei falsi allarmi o bufale!). · Innanzitutto procurarsi un antivirus e aggiornarlo in media ogni 15 giorni (ogni giorno nascono decine di virus); · per difendersi dalle intrusioni di estranei dotarsi di un firewall come ad es. ZoneAlarm (è free!); · dotarsi anche di un programma, come ad es. Ad-aware (è free!), che va alla ricerca dei cosidetti spyware o trojan horses (programmi spia): tenete presente che molti programmi free o i collegamenti peer to peer hanno uno spyware inserito; · fare un disco di ripristino o di avvio del sistema operativo contenente l’antivirus stesso; · disattivare l’anteprima di Outlook Express per evitare che all’apertura della posta partano dei file autoeseguibili: in > Visualizza > Layout > Cercare la voce “Visualizza riquadro anteprima” e disattivarla > OK; · estrema cautela nell’aprire i file “allegati” alla posta elettronica: è proprio con gli allegati che i principali virus si propagano. Non apriteli mai se vi è ignoto il mittente o se avete dei dubbi. Attenzione ai file eseguibili .exe, .src, .vbs, .pps. Attenzione però anche alle estensioni nascoste! · se volete aprire un allegato sospetto salvatelo in una cartella e quindi controllatelo con l’antivirus; potete controllare il contenuto di un allegato senza aprirlo facendo come segue: evidenziate il file > con il pulsante dx andate su Proprietà > quindi Dettagli > Messaggio originale; · se non avete un antivirus aggiornato e volete controllare il vs. pc alla caccia di virus, trojan o spyware potete fare una scansione online collegandovi al sito della Trend Micro http:// www.zdnet.it/antivirus ; · quando un virus di posta entra nel vs. computer, la prima cosa che fa’ è di appropriarsi degli indirizzi della vs. rubrica e di replicarsi inviando copie di se stesso agli ignari destinatari della vs. posta. Impedite ciò con un trucchetto molto semplice: andate in OutlooK > Rubrica > Nuovo contatto > invece del Nome scrivete !000 e nell’indirizzo di posta scrivete Attenzione virus e cliccate OK. Così quando il virus cerca di replicarsi si blocca perché non trova l’indirizzo: è importante che la sigla digitata compaia come la prima della lista della vs. rubrica. · un sito abbastanza completo sugli antivirus: http://digilander. iol.it/andreaing/antivirus.htm · Per correggere gli errori in Internet Explorer: andate su Start > Pannello di Controllo > Installazione applicazioni > Selezionare Internet Explorer e fare click su Aggiungi Rimuovi > attivare il ceck Correggi installazioni di Internet e fare OK > Riavviare il computer. a.d.


SPLASH


SCRIVERE PER IL WEB 16 regole per essere un buon cyberscrittore 1. CURIOSITA’ Esplorate Internet per non essere mai a corto di idee, ma non limitatevi a replicare le informazioni . 2. CORAGGIO Non fermatevi ai primi ostacoli, ma credete sempre nelle vostre possibilità e nei vostri limiti . 3. CAPACITA’ DI AUTOGESTIRSI Siate guida di voi stessi nelle decisioni, pignoli e coscienziosi quanto basta . 4. DISCIPLINA Ponetevi dei tempi di lavoro da rispettare, senza abbandonare le vostre abitudini quotidiane . 5. ORGANIZZAZIONE I promemoria sul PC sono la cosa migliore per non confondersi e mandare avanti più progetti . 6. FORZA EMOTIVA Accettate complimenti e critiche via e-mail mantenendo il controllo e senza rispondere male . 7. UMILTA’ Le domande non sono mai stupide: avere prospettive altrui su un argomento è fondamentale .

10. FLESSIBILITA’ Adattatevi alla moda del Web senza rimanere rigidi sui vostri programmi. 11. VOGLIA DI IMPARARE “ No one is born savvy “. A voi la traduzione . 12. SENSO ETICO Zero regole in Internet: acquisite con il buon senso una buona reputazione professionale . 13. METTERE IL NASO FUORI DAL WEB Non limitate la vostra giornata sul PC: contatti reali e non solo virtuali vi possono aiutare molto . 14. PAZIENZA & OSTINAZIONE Vedi anche il punto 2. Il successo non arriva dalla mattina alla sera: bisogna conquistarselo . 15. VOGLIA DI DIVERTIRSI Non sentite il vostro compito di O.C.P come un dovere o non riuscirete ad ottenere i risultati sperati 16. IMPARARE L’INGLESE Sapere o imparare di corsa l’inglese è fondamentale per chi vuole specializzarsi nella scrittura e nella produzione di contenuti per il Web.

8. COLLABORAZIONE L’ unione fa la forza. Imparate ad essere buoni mediatori all’ interno del gruppo di lavoro . 9. VERSATILITA’ Sconfinate in altri campi oltre al Web per arricchirvi di notizie: Internet è multimediale, ma voi ?

Se volete saperne di più andate ai seguenti link: http://www.mestierediscrivere.com/testi/cyberscrittore.htm http://www.contentious.com/articles/V3/3-1/feature3-1a.htm


LO SAPEVATE CHE... ...il DIDJERIDOO (o didjeridu) è uno strumento musicale molto antico di origine australiana, proprio perché è "fabbricato" da una specie di termite che è presente solo in una zona precisa del Paese. Infatti questa si nutre di legno di eucalipto e i tronchi cavi, una volta raccolti e lavorati da persone specializzate, sono pronti per essere utilizzati. Nonostante sia uno strumento molto semplice e primitivo, non è così facile come sembra suonarlo: prima di tutto bisogna emettere un "suono base" che viene prodotto appoggiando bene le labbra all'imboccatura e facendole vibrare. In seguito possono essere sovrapposti i così detti vocalizzi, una vasta serie di suoni dal significato ben preciso, che possono essere l'imitazione di un animale (ad esempio il canguro o il dingo) oppure di un oggetto (come il boomerang), che si possono produrre con la voce, le labbra, la lingua o le guance. Questo per quanto riguarda i suoni, ma non basta:è necessario imparare una speciale tecnica di respirazione detta "respirazione circolare" (tra l'altro adoperata anche con altri strumenti a fiato) che permette di espirare aria senza interruzioni. Consiste nel raccogliere l'aria nelle guance ed espirarla mentre si respira con il naso. Per esercitarsi si può provare a soffiare con una cannuccia dentro un recipiente pieno d'acqua e tentare di far emergere continuamente le bolle d'aria. Nonostante fino a pochi anni fa fosse poco diffuso in Europa, il didjeridoo si sta lentamente affermando nella musica occidentale: artisti come Jamiroqay e Jovanotti hanno già lavorato con questo strumento. Chi volesse esercitarsi o provare a suonarlo senza costi estremi, sarà interessato a sapere che è possibile suonare con questa tecnica qualsiasi tubo che sia sufficientemente lungo e che abbia l'imboccatura larga dai i 2 ai 6 cm, come ad esempio quello dell'aspirapolvere (il suonatore svizzero Denra Dürr ha imparato proprio in questo modo) o può procurarsi un didjeridoo in bambù o in legno normale anche se quello originale spesso produce un suono migliore. Ci si può informare presso i gruppi locali che si incontrano regolarmente. PICCOLA CURIOSITA': da due anni si organizza a fine primavera il "festival del didjeridoo", in cui intervengono anche artisti internazionali. Tenete occhi e orecchie aperte! Per maggiori informazioni: visitare il sito www.didjeridu.it Rosa 1° a/l

… all’origine dei cerchi di grano non sembrano esservi né fenomeni naturali ancora sconosciuti, né tantomeno l’opera di esseri extraterrestri, come vorrebbero invece i cosiddetti “cerealogi”. L’ipotesi naturale è sostanzialmente esclusa, perché i disegni presentano quasi sempre forme regolari e talvolta artistiche, indicando quindi un’origine intelligente. Altre circostanze rendono altrettanto improbabile l’ipotesi aliena: nei circa 20 anni trascorsi dalle prime apparizioni, i “pittogrammi” sono divenuti sempre più complessi (e più belli) senza tuttavia mai esprimere alcun preciso significato. I disegni, poi, compaiono in grande maggioranza in un unico luogo, l’Inghilterra meridionale, e solo nel breve periodo in cui si sviluppano le spighe. Inoltre la loro formazione avviene sempre di notte, al riparo degli sguardi dei curiosi. Questi e altri indizi suggeriscono che gli autori dei disegni siano semplicemente persone dotate di pazienza e di grande abilità come provato nel 1991 da due pensionati inglesi, David Chorley e Douglas Bower, in una dimostrazione di fronte ai giornalisti. Alcuni ecentrici artisti, i Circe mahers, oltre ad assumersi la paternità di diversi pittogrammi, danno consigli a chi vogli imitarli, forniscono un kit con gli attrezzi


IL SIGNOR G Un cantante-poeta libero… molto libero! DESTRA – SINISTRA Tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

L’ideologia, l’ideologia malgrado tutto credo ancora che ci sia è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché con la scusa di un contrasto che non c’è se c'è chissà dov'è, se c'é chissà dov'é. Tutto il vecchio moralismo è di sinistra la mancanza di morale è a destra anche il Papa ultimamente è un po' a sinistra è il demonio che ora è andato a destra. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... La risposta delle masse è di sinistra con un lieve cedimento a destra son sicuro che il bastardo è di sinistra il figlio di puttana è di destra. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Una donna emancipata è di sinistra

Tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Destra-sinistra Destra-sinistra Destra-sinistra Destra-sinistra Destra-sinistra Basta!

Fare il bagno nella vasca è di destra far la doccia invece è di sinistra un pacchetto di Marlboro è di destra di contrabbando è di sinistra. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Una bella minestrina è di destra il minestrone è sempre di sinistra tutti i films che fanno oggi son di destra se annoiano son di sinistra. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Le scarpette da ginnastica o da tennis hanno ancora un gusto un po’ di destra LA LIBERTA' ma portarle tutte sporche e un po’ slacciate Vorrei essere libero, libero come un uomo. è da scemi più che di sinistra. Vorrei essere libero come un uomo. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura I blue-jeans che sono un segno di sinistra e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura, con la giacca vanno verso destra sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale, il concerto nello stadio è di sinistra incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà. i prezzi sono un po’ di destra. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... La libertà non è star sopra un albero, I collant son quasi sempre di sinistra non è neanche il volo di un moscone, il reggicalze è più che mai di destra la libertà non è uno spazio libero, la pisciata in compagnia è di sinistra libertà è partecipazione. NON ARROSSIRE il cesso è sempre in fondo a destra. Non arrossire Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Vorrei essere libero, libero come un uomo. La piscina bella azzurra e trasparente Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia Quando ti guardo, ma ferma il tuo cuore è evidente che sia un po’ di destra e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia, che trema per me. mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare sono di merda più che sinistra. Non aver paura e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Di darmi un bacio, La libertà non è star sopra un albero, ma stammi vicino L’ideologia, l’ideologia non è neanche avere un’opinione, e scaccia i timor. malgrado tutto credo ancora che ci sia la libertà non è uno spazio libero, è la passione, l’ossessione libertà è partecipazione. Il nostro amor della tua diversità Non potrá mai finire. che al momento dove è andata non si sa La libertà non è star sopra un albero, Stringiti a me dove non si sa, dove non si sa. non è neanche il volo di un moscone, E poi lasciati andar. la libertà non è uno spazio libero, No, non temere, Io direi che il culatello è di destra libertà è partecipazione. la mortadella è di sinistra non indugiare, se la cioccolata svizzera è di destra Vorrei essere libero, libero come un uomo. non si fa del male la Nutella è ancora di sinistra. Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza se puro è l'amor. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza, Il pensiero liberale è di destra con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo Non arrossire ora è buono anche per la sinistra e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà. Quando ti guardo, non si sa se la fortuna sia di destra ma ferma il tuo cuore la sfiga è sempre di sinistra. La libertà non è star sopra un albero, che trema d'amor. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... non è neanche un gesto o un’invenzione, Il saluto vigoroso a pugno chiuso la libertà non è uno spazio libero, è un antico gesto di sinistra libertà è partecipazione. quello un po’ degli anni '20, un po’ romano La libertà non è star sopra un albero, GIORGIO GABER è da stronzi oltre che di destra. non è neanche il volo di un moscone, Ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Per saperne di più www.giorgiogaber.org la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.


Frasi&Battute

Bomba su un cimitero : tutti morti . Ragazza stufa scappa di casa : i genitori muoiono di freddo .

Bambino uccide i genitori perché voleva partecipare alla gita annuale degli orfani .

Importante politico arrestato : faceva di ogni filo d’erba un fascio . Nasce il Computer Umano : conta fino a 20 . Nudo, fino a 21 .

Conte cerca contessa per fare i conti . Ufficio commerciale cerca impiegata bilingue per incollare francobolli . Prestigghiosa tipografia cerka urgentemente coretore di bozze.

Vendesi paracadute : usato una sola volta . Mai aperto . Piccola macchia .

Affittasi villa vicino a campo di coltivazione aglio e cipolle . Vista mozzafiato .

Affare a Erba : ci scusiamo con i lettori , ma è andato in fumo .

Vendesi alloggio in Roma comprendente di : bagno , camera da letto,cantina e cucinotta .

Ulisse a Polifemo : “ Dai ,sii buono ! Chiudi un occhio !”

Quando sei triste ,alza gli occhi al cielo e pensa che è l’ unica cosa più grande di te .

Mai ti è dato un sogno senza il potere di realizzarlo .

Vivere per amare amare da morire morire dalla voglia di vivere

Per qualunque consiglio ( o critica !) , se avete frasi, battute spiritose , lasciatele in redazione o venite in 4 ^ A ginn . Margherita


LE AVVENTURE DI SUPER vt0


----- Original Message ----LETTERE ALLA REDAZIONE From: "Stefano" <gennaro.manzi@tin.it> To: "Liceo Porporato" <liceoporporato@tin.it> Sent: Monday, October 07, 2002 10:31 PM Subject: L'inglese sembra invadere ogni campo di attività. Ma questo messaggio dice il contrario. Infatti... Grande successo per "Scrivimmo" che traduce in dialetto il "Write" di Windows. Altro che inglese: Internet ora parla napoletano di LUCA FERRAIUOLO I computer parlano inglese e, più si diffondono più si trasforma il modo di parlare e scrivere dei cittadini del villaggio globale fin quasi a diventare un gergo incomprensibile a chi con l'informatica, per età o per quieto vivere, non vuole avere nulla a che fare. Difendere dialetti e perfino l'italiano è dunque una battaglia persa? Non è detto. Certo, portare il dialetto nel computer non è un'impresa da tutti. Nessun milanese, per esempio, avrebbe il coraggio di scrivere un software in vernacolo. Eppure, proprio a Milano, così vuole la leggenda, un emigrante ha tradotto l'ormai famoso "Write" (il semplice wordprocessor di Windows) in napoletano: é nato così "Scrivimmo". Che ora è un vero cult tra i napoletani che comunicano su Internet, famoso quasi come San Gennaro. In realtà la prima versione di "Scrivimmo" è comparsa almeno quattro anni fa. Ma allora Internet non era ancora diffusa e il successo di "Scrivimmo" era limitato alla ristretta cerchia degli appassionati d'informatica: ora gli emigranti tecnologici se lo scambiamo come piccolo omaggio nostalgico. E con "Scrivimmo" anche Internet diventa un po' più napoletana. Ecco un esempio di traduzione con"Scrivimmo": tutte chelle caccavelle chiammate computèr parlano 'ngrese, e chiù nce ne stanno chiù cagna 'a manera 'e scrivere e d' o parlà d''a gente 'e tutto 'o munno. Si songo 'mbrugliate 'e lengue e chi nun sape 'sta parlata nova, o pecchè tene l'età o pecchè se fa 'e fatte suoi, nun capisce niente chiù. Allora nun se pò chiù parlà 'a lengua nosta? Manco si mettimmo 'a lengua 'int''o pulito e parlammo 'taliano? Nun pò essere! Sicuramente nun è 'na pazziella a 'mpizzà 'a parlata nosta 'int' a 'ste machinette. Presempio ancora nisciuno a Milano avarrà còre 'e scrivere c'a lengua milanese tutte 'e 'struzioni pe' mmezziare alli machinette chello c'hanno 'a fa. Eppure se conta che propeto a Milano 'nu napulitano, emigrante, ha traduciuto 'int''a lengua soia chella rrobba 'e truono che in parlata furastiera se chiamma "Write" e a Napule se dice "Scrivimmo" . E mò "Scrivimmo" è addeventato 'na devuzione, comme a San Gennaro, pe' napulitane che le piace 'e chiacchierià 'ncoppa a Internet. A verità chisto napulitano sò già quatt'anne c'aveva 'mmentato chisto strumento, ma era poca 'a ggente che sapeva a Internet. Ma mò c''o sapimmo, iammo a fa l'emigranti 'ncoppa a chesta Internet napulitana. (Testo composto con "Scrivimmo") Glossario In "Scrivimmo" sono stati tradotti tutti i comandi del menù a tendina: "Apri" diventa "Arape", "Salva con nome" è "Astipa e caggna 'o nomme". Il nome del menù "Modifica" è stato tradotto in "Accuoncia". Il "Taglia e Incolla" si trasforma in "Tagli 'e Azzicca". "Inserisci" è "'Nfizza 'na cosa", "Annulla" è "Sfaje l'accunciamiento". "Arrogn'e llettere" e "Abbuff'e llettere" sono invece i comandi per stringere o allargare i caratteri. Anche il menù di aiuto, infine, è interamente tradotto, con espressioni che vanno ben oltre la semplice trasposizione delle parole: la guida al software diventa "Comme s'ausa stu coso" (Come si usa quest'affare): non sarà un'espressione rigorosa e fredda tipica del mondo informatico, ma almeno si fa capire.

Compito di storia in vignette From: Marino Boaglio, insegnante to: redazione di Onda d’urto

Ecco come la nostra curatrice di SPLASH, Mila 5 AL, vivacizza i compiti di storia. Voto: 10


LETTERE ALLA REDAZIONE

From: lorisp@liber…. To: liceoporporato@tin.it Sent: Thu, 30 Jan 2003 23:44

Pensiero sul Natale del 25.12.2002

Cappuccett Red [Demenzial]

Oggi è Natale e si scartano i regali… Ma io ? Perché sono a mani vuote ? Perché non sono stata considerata ? Voi sotto l’ albero a scambiarvi i regali, mentre io vi guardo da lontano … Perché mi sento triste e sola ? Odio la solitudine, odio tutti questi sentimenti … Adoro le feste, adoro quei momenti indimenticabili che durano un attimo ma che rendono felicità . Mi piace , mi piace festeggiare a mani vuote, perché che cos’ è un regalo ? E’ un modo per aiutare le persone che ne hanno bisogno . Vivo bene: ho una famiglia , una casa , godo di ottima salute . Ma ci sono persone che non hanno nulla , che non sanno che cos’è un regalo , cos’è il Natale . E perché non farglielo conoscere ? Perché non dargli un pezzo di pane che molte volte noi buttiamo ? Perché non farli vivere ? Ecco quattro parole per far capire come viviamo bene e vogliamo sempre di più di quanto abbiamo . Bisogna aiutare quelle persone che , per il nostro modo di fare , per il nostro pensare a noi stessi , vivono la fame . Elisa , 2/A soc

Tant ma tant temp ago, ce stava 'na little Cappucciett Red One mattin her mamma dissed: "Dear Cappucciett, take this cest to the nonn but warning to the lup that is very ma very kattiv! And torn prest! Good luck! And in boc at the lup!" Cappucciett didn't capl very well this ultim thing but went away, da sol, with the cest Cammining cammining, in the cuor of the forest, at a cert punt she incontered the lup, who dissed: "Hi! Piccula piezz'e girl! 'Ndove do you go?" "To the nonn with this little cest, which is little but it is full of a sacc of chocolate and biscots and panetons and more, more, more and mirtills" she dissed "Ah, mannagg 'a maruschella" (maybe an expression com: what a cul that I had) dissed the lup, with a fium of saliv out of the bocc And so the lup dissed: "Beh, now I dev andar because the telephonin is squilling, sorry And the lup went away, but not very away, but to the nonn's house Cappucciett Red, who was very ma very lent, lent un casin, continued for her sentier in the forest The lup arrived at the house, suoned the campanel, entered, .. contro pensiero and, after saluting the nonn, magned her in a boccon E’ proprio vero che l’ uomo è nato per Then, after sputing the dentier, he indossed the ridicol night non accontentarsi mai . Molte ( troppe ! ) berret and fikked himself in the let When Cappucciett Red came to the fint nonn's house, suoned volte un ragazzo o una persona in generale non si rende and entered conto della fortuna che ha avuto rispetto ad altri giovani But when the little and a bit stupid girl saw the nonn (non nati in un’ altra parte del mondo : alcuni soffrono le guerwas the nonn, but the lup, ricord!) dissed: "But nonn, why do re , altri la fame , le malattie , l’ assenza di famigliari . you stay in let?" Talvolta ci viene da pensare di essere l’ unico essere vivenAnd the nonn-lup: "Oh, I've stort my cavigl doing aerobics!" te sul pianeta ad essere colpito da una sfortuna perenne : "Oh, poor nonn!", said Cappucciett (she was more than a bit un quattro di mate , la squadra del cuore che perde un instupid, I think, wasn't she?) Then she dissed: "But what big okks do you have? Do you contro, il bar che non ha più croissant per la nostra merenbisogn some collir?" da , l’ euro del carrello della spesa che cade nell’ unico "Oh, no! It's for see you better, my dear stupid little girl" tombino del parcheggio … Ah , che sfortuna . E pensare dissed the nonn-lup che c’è chi a scuola non può andare , chi non ha un euro Then Cappucciett, who was more dur than a block of marm: "But what big oreks do you have, do you have the orekkions?" da spendere nel carrello perché di supermercati non ne ha mai visti e patisce la fame … And the nonn-lup: "Oh, no! It is to ascolt you better" Anche senza andare molto lontano dalla nostra città , dalla And Cappucciett (that I think was now really rincoglionited) said: "But what big dents do you have!" nostra scuola ci possiamo rendere conto che c’è sempre chi And the lup, that at this point wanted to dir: "Cossi ti sta peggio di noi , chi ( pur nelle sue disgrazie ) sa di essere mai?" (maybe an expression com: to buy to you the little molto fortunato . Impariamo dunque ad apprezzare e a machine, never?) dissed: "It is to magn you better!" And dare valore a quel che possediamo , soprattutto a quello magned really tutt quant the poor little red girl But (ta dah!) out of the house a simpatic, curious and innocen che ci può dare la possibilità di alzarci al mattino e dire : ” Grazie “. cacciator of frodo (maybe a city near there) sented all and dissed: "Accident! A lup! Its pellicc vals a sac ----- Original Message ----- From: jessica of solds" And so, spinted only for the compassion for the little To: liceoporporato@tin.it girl, butted a terr the kils of volps, fringuells and Sent: Monday, December 30, 2002 5:42 PM conigls that he had ammazzed till that moment, Subject: informazione imbracced the fucil, entered in the stanz and killed the lup ciao a tutti, sono una studentessa del liceo, più precisamente Then quarced his panz (being attent not to rovin the Jessica della 1C/spp. pellicc) and tired fora the nonn (still viv) and vi scrivo per dirvi che mi piace il vostro giornalino. continuate Cappucciett (still rincoglionited) And so, at the end, the cacciator of frodo vended the così! pellicc and guadagned (Honestly) a sacc of solds solo una cosa: di tutte le interviste che ci sono io non ho mai viThe nonn magned tutt the leccornies in the cest sto nessuno per la scuola chiedere, e le risposte sembrano tutte Cappucciett red.. beh!, let her stay, because she had capit di ragazzi e ragazze che frequentano le classi 3-4-5-. cos'è, And so, everybody lived felix and content (maybe not avete qualcosa contro i primini!?!? (skerzo!) from www.bastardidentro.com the lup!)

a presto

Jessy


I CARATTERI CHE NON SI TROVANO MAI PER DIGITARE CARATTERI SPECIALI ATTRAVERSO I CODICI DECIMALI ANSI Tenere premuto ALT mentre si digita il numero col tastierino numerico (Bloc Num attivo). Viene visualizzato nel documento il carattere corrispondente.

035 096 0123 0133 0145 0150 0164 0191 0171 0185 0188 0136 0192 0193 0194 0195 0196 0197 0198 0199 0200 0201 0202 0203 0204 0205 0206 0207 0165 0167

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Il buon cyberscrittore in 15 punti Amy Gahran, più volte citata in questo sito come autrice di Contentious e di Content Exchange, è una scrittrice americana freelance specializzata nella scrittura e nella produzione di contenuti per il Web. Tra maggio e settembre ha pubblicato sulla sua webzine un vero e proprio trattatello a puntate sulle qualità e le caratteristiche di un Online Content Pro (scrittore, editor, grafico). Quella che vi propongo è una sintesi un po' rivisitata per i lettori italiani della serie di articoli di Amy. Ma se siete un vero Online Content Pro o aspirante tale, andate a leggervi con calma anche l'originale dal link in fondo a questa pagina (.... e qui aggiungo un punto 16 per noi italiani: sapere o imparare di corsa l'inglese). 1. Curiosità Nel mondo online tutto cambia a velocità vertiginosa. Solo una insaziabile curiosità ci può permettere di stare al passo con le novità, di esplorare Internet con gusto alla ricerca di ciò che ci serve e soprattutto di nuove idee. Curiosità però non significa seguire pedissequamente esempi e opinioni altrui: il vero curioso cerca, osserva e si ispira, ma poi decide da solo ed elabora modelli propri. 2. Coraggio A tutti i pionieri è necessaria una bella dose di coraggio per riuscire e quindi anche a chi inizia una carriera di scrittore e produttore di contenuti online, carriera impensabile solo quattro o cinque anni fa. Il coraggio di: combattere garbatamente ma con decisione i pregiudizi intorno a Internet, soprattutto quelli dei propri clienti affermare il valore del proprio lavoro e il valore della scrittura per un sito quindi, di farsi pagare adeguatamente. Ma coraggio significa anche buttarsi in avventure su cui nessuno scommette una lira tranne voi, accettare rischi. Il coraggioso professionista online non è però uno sconsiderato: ha fiducia nelle proprie capacità, sa capire quali sono i suoi limiti, sa cogliere le opportunità, sa che non può piacere sempre a tutti. 3. Capacità di autogestirsi Se avete sempre bisogno dell'ok del capo, un lavoro di scrittore freelance sulla rete non fa per voi. Perché dovete essere dipendente, supervisore e capo tutto insieme: che significa avere sempre i vostri progetti sotto controllo, dall'inizio alla fine, prendere iniziative, decidere, avere idee nuove e creative, ma allo stesso tempo essere coscienziosi e pignoli fino al più piccolo particolare. 4. Disciplina Che lavoriate in ufficio insieme ad altre persone o a casa nel vostro home office, la disciplina vi è indispensabile per: pianificare il lavoro e rispettare i tempi, spesso strettissimi, per portare a termine i testi non farvi sommergere dall'operatività del lavoro e saper trovare gli spazi per continuare a studiare e a imparare ogni giorno ritagliarvi anche tempo per voi e non diventare vittima della net-slavery. 5. Organizzazione Creativi sì, ma con un'organizzazione di ferro. Altrimenti diventa impossibile gestire più progetti contemporaneamente, raccordarsi con altri professionisti, mantenere gli impegni, raccogliere materiale nella Rete. Tutto aiuta: la lista con le cose da fare sul desktop del pc, l'agenda ordinata con i nostri contatti e-mail, un file "taccuino" con gli appunti, i bookmark aggiornati, lo stato dell'arte dei lavori, un file con i testi più interessanti estratti da Internet completi di url e fonte. 6. Forza emotiva Come scrittori online siamo molto più esposti degli scrittori tradizionali. Con l'e-mail i nostri lettori ci raggiungono in un minuto. Per farci i complimenti, ma anche per criticarci, stroncarci, confutare le nostre idee o fare le bucce al nostro italiano. Non rimaniamoci male, ma cerchiamo di trarre solo vantaggi dalla nuova interattività: rispondiamo sempre garbatamente, riconosciamo i nostri errori e ringraziamo di averceli fatti notare. Se i nostri interlocutori ci fanno davvero arrabbiare, sbolliamo prima la rabbia e poi rispondiamo, magari con un po' di senso dell'umorismo. (Quando ho risposto sull'onda dell'arrabbiatura me ne sono sempre pentita, anche quando avevo ragione da vendere). 7. Umiltà Per chiunque cominci a lavorare in un campo nuovo - ed è il caso della scrittura online -, un po' di sana umiltà non guasta. Mettiamo in conto parecchi errori iniziali. Non temiamo di fare


domande che possono sembrare ingenue. Accettiamo volentieri critiche e consigli. Cerchiamo di vedere i problemi anche da prospettive che non sono la nostra. 8. Collaborazione Lavorare in rete e sviluppare progetti di comunicazione online significa quasi sempre lavorare in gruppo. Spesso con i nostri colleghi di azienda, a volte con il team del cliente, altre volte ancora con persone che magari conosciamo solo per e-mail e che non abbiamo mai visto in faccia. Essere collaborativi, saper mediare, avere capacità di ascolto, saper fare dei piccoli e onorevoli compromessi per salvare l'armonia del gruppo o un punto di vista comune sono qualità assolutamente irrinunciabili. 9. Versatilità Per scrivere per Internet saper scrivere non basta. Se il Web è multimediale, anche noi scrittori dobbiamo diventare multi-scrittori. A diventare bravi cyberscrittori ci aiuta anche la passione per la pittura, per il cinema, per la grafica, per la poesia, per le lingue straniere. E la disponibilità e la voglia di sconfinare, "sporcandosi" un po' le mani con l'html, con le gif e con i colori. Su Internet per gli scrittori puri non c'è posto. 10. Flessibilità Nel mondo online l'unica costante è il cambiamento. E "adattarsi" la parola d'ordine. Non restiamo aggrappati a tutti i costi ai nostri programmi se le situazioni evolvono. Prendiamo al volo le occasioni anche se siamo pieni di lavoro fino al collo. Diversifichiamo i clienti. Combiniamo lavoro fisso, collaborazioni, part-time e altro, se ci riusciamo. 11. Voglia di imparare "No one is born savvy" scrive Amy Gahran. Ma l'inglese savvy è difficile da tradurre in italiano: è un insieme di buon senso, voglia e capacità di apprendere (cogliendo subito l'essenziale), e anche capacità di applicare al meglio ciò che si impara per raggiungere i propri obiettivi. 12. Senso etico Il mondo online per certi versi è ancora un Far West: pieno di opportunità, ma anche privo di regole. Avere ben chiaro cosa è giusto e cosa è sbagliato è importante per chi sulla Rete vuole scrivere e lavorare, costruire una reputazione professionale e una credibilità. Scrivere senza documentarsi, non citare le fonti, copiare testi altrui sono attività profondamente disoneste, e in alcuni casi veri e propri reati. 13. Mettere il naso fuori dal Web Essere scrittori online non vuol dire stare tutto il giorno davanti al pc e avere solo contatti virtuali con i propri interlocutori. Non disdegniamo convegni, incontri con altri professionisti, inviti a parlare e a scrivere anche sui giornali. 14. Pazienza & ostinazione E' vero che i tempi e i ritmi del Web sono rapidi, ma lavori, onori e successo non arrivano dalla sera alla mattina. Soprattutto per gli scrittori, il cui ruolo comincia solo ora ad emergere. Bisogna armarsi di pazienza, superare i momenti difficili, accettare anche lavori che non ci entusiasmano in attesa della "grande occasione". 15. Voglia di divertirsi Se vi divertite nel vostro lavoro, riuscirete a trasmettere energia, vitalità ed entusiasmo anche ai vostri lettori. La prosa piatta, fredda e impersonale su Internet non si legge e non ha impatto. Se scrivete per dovere, se andate avanti per stanchezza, fate una pausa, trovate un nuovo interesse, cominciate un progetto un po' pazzo, aprite un nuovo sito. Fortunatamente, su Internet sperimentare è facile e non costa nulla. What it takes to be an online content pro di Amy Gahran. Contentious, maggio-settembre 2000 http://www.mestierediscrivere.com/testi/cyberscrittore.htm http://www.contentious.com/articles/V3/3-1/feature3-1a.html


1. Chi pronunciò la frase “Ecce Homo?” a) Papa Wojtyla b) Aldo Busi c) Ponzio Pilato 2. Dov’è la Mongolia? a) in Africa b) in Asia c) in Europa 3. Chi ha dipinto il cenacolo? a) Giotto b) Leonardo da Vinci c) Tiziano 4. La porta di Brandeburgo si trova a: a) Vienna b) Praga c) Berlino 5. Cosa indica H20? a) l’acqua b) il nuovo modello fiscale che sostituirà il 740 c) l’ultima bomba costruita da Saddam Hussein 6. Quale di questi non fu uno dei sette Re di Roma? a) Marco Aurelio b) Anco Marzio c) Numa Pompilio 7. Chi ha scritto i “versetti Satanici? a) Kurt Cobain b) Salaman Rushdie c) Osama Bin Laden 8. Qual’è la capitale del Marocco? a) Casablanca b) Tangeri c) Rabat 9. Chi ha diretto “Roma città aperta”? a) Alberto Sordi b) Roberto Rossellini c) Vittorio de Sica 10. Chi ha composto “Tosca”? a) Gigi d’Alessio b) Giuseppe Verdi c) Giacomo Puccini 11. Cos’è l’asola? a) un fiume b) un’isola c) un termine di sartoria 12. Chi era Adam Smith? a) un economista b) un cantante rock c) un esploratore 13. Chi ha vinto quest’anno il premio Nobel per la pace? a) Silvio Berlusconi b) Jimmy Carter c) Kofi Annan 14. Qual è il congiuntivo del verbo cuocere? a) cuocia

b) cuoca c) cuoci 15. Quante sinfonie ha composto Beethoven? a) 12 b) 9 c) 5 16. Chi fu per l’Italia Giolitti? a) il fondatore della più nota galleria di Roma b) un uomo politico che visse a cavallo tra l’800 e il 900 c) il senatore democristiano che abolì la tassa sulla farina 17. Che cosa indica il semestre bianco? a) il periodo di clausura che le aspiranti suore devono osservare prima di prendere i voti B) l’ultimo periodo prima della scadenza del mandato del presidente della repubblica C) lo storico sciopero dei minatori inglesi alla fine dell’800 18. Quanti sono i deputati? a) meno di 500 b) più di 600 c) oltre 700 19. Cos’è la cassoeula? a) una pentola a pressione b) un tipico piatto milanese c) un attrezzo dei minatori veneti 20. Nella seconda guerra mondiale, quale anno entrò in conflitto l’Italia? a) 1939 b) 1940 c) 1941 21. che cos’è l’osso sacro? a) la reliquia di un Santo b) l’ultima parte della colonna vertebrale c) una parte dei genitali maschili Qui 1c 2b 3b 4c 5a 6a 7b 8c

sotto le risposte giuste: 9b 17b 10c 18b 11c 19b 12a 20b 13b 21b 14a 15b 16b


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